La Corte Suprema degli USA ha rovesciato le giurisprudenza federale sulle interruzioni di gravidanza.
 Il processo, avviato sotto l'amministrazione del riporto improbabile, 
ha finito per lasciare agli stati autonomia al riguardo (e potete 
immaginare facilmente la via presa, per dirne un paio, da Texas e 
Alabama).
 E dall'Italia sale l'indignazione. Certo, se hai prodotto sia la legge 194 che un incontrollato fenomeno di obiezione di conoscenza tra i medici che dovrebbero attuarla la tua superiorità morale è incontestabile.
 Comunque dateci un occho, al mifepristone, molto più noto come RU 486. 
E' un parente stretto di steroidi molto più socialmente accettati oggi, 
tipo l'etinilestradiolo (l'attivo per eccellenza delle pillole 
anticoncezionali). E quindi è pure roba antica, ormai, venuta fuori 
negli anni 80 ma approvata da FDA solo nel 2000 - allora erano solo 
farmaci di questo genere a portarsi dietro una polarizzazione 
ideologica.
 Osservatene la struttura, dicevo: molto vicina a quella 
dell'etinilestradiolo, solo che quell'anilina in pozione assiale (orientata in alto rispetto al piano della molecola) fa la 
differenza: è un antiprogesterone che provoca l'interruzione di 
gravidanza, ovvero il notorio aborto farmacologico.  
Solo in paesi profondamente clericali (e negli USA) poteva venir fuori la storia che RU 486 trasformava l'interruzione di gravidanza in una "commodity": prendi la pillola, ti liberi della gravidanza, fine (e per la pillola "del giorno dopo" stesso film). Un'interruzione di gravidanza, che sia naturale, chirurgica o farmacologica non è episodio banale o banalizzabile, né individualmente sul piano emotivo né clinicamente. E almeno un monitoraggio clinico è opportuno.
 
Perché ho tirato fuori la storia di RU 486? Perché negli USA (e non 
solo) mifepristone era da sommistrarsi in ambiente ospedaliero, ma con 
la pandemia FDA aveva elaborato un'altro protocollo: la paziente 
interessata poteva ottenere il farmaco a casa inoltrando via mail la 
prescrizione del medico.  Ecco, mentre alcuni stati si sentono le mani 
libere in materia di norme sulle interruzioni di gravidanza, FDA 
mantiene esattamente la procedura adottata all'inizio della pandemia, 
prorogandola a tempo indeterminato. E l'Attorney General dichiara che 
gli stati non possono bandire il mifepristone (https://endpts.com/following-scotus-decision-to-overturn-…/…).
 Situazione interessante.
 Suggerirei a qualsiasi infuocato "provita", prima di commentare, di 
considerare un fatto che è in giro da 40 anni: la regolazione delle 
interruzioni di gravidanza ha permesso di ridurre consistentemente i 
danni provocati dalla loro pratica clandestina. Lo ribadiscono di nuovo 
su NEJM (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMe2208288).






