giovedì 2 giugno 2022

ANONIMATO, NON ANIMATO (E I SUOI EFFETTI)

Chissà perché, ma quando qualcuno prende posizione contro l'anonimato online a me prende malissimo.
Ve la ricordate la prima stagione della lotta alla fake news? Questa pagina fu colpita duramente (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../la-lotta-alle...). Durante la seconda stagione della lotta alle fake news invece il blog venne spesso oscurato come sito "rischioso". E tutto questo mentre pagine tipo neivaccinicisonosorcialienienoncelodicono continuavano tranquille e beate. L'eterogenesi dei fini la fa da padrona, in queste iniziative. E se si partisse in una santa crociata contro i bot sarei matematicamente sicuro di finirci di mezzo.
La difesa dell'anonimato online per me è questione dirimente: sei attivamente contrario all'anonimato online, appoggi le proposte di Calenda e Marattin? Ottimo, impossibile fare mezzo metro di strada assieme. Siamo dalle opposte parti della barricata, e io dalla mia parte mi ritrovo schierato con compagni completamente inattesi - solo per questa volta (https://politicaperdilettanti.wordpress.com/.../in.../):
"Twitter è diventato, nel bene e nel male, uno spazio libero di dibattito, nel quale talvolta profili anonimi, o utenti sconosciuti, si sono guadagnati più peso dei politici o degli opinion leader con badge blu. E questo infastidisce e disturba il potente, che è abituato al palco e al microfono con i quali è fin troppo facile sopraffare le voci dei suoi interlocutori."
E tant'è.
Mentre in molti continuano a scagliarsi contro l'anonimato online, nessuno si ferma a fare considerazioni sugli effetti dell'essere attivi sui social network con nome e cognome.
Può capitare che la caduta di freni inibitori che in molti sperimentano appena scrivono o commentano su facebook o twitter provochi conseguenze gravi (https://www.italiaoggi.it/.../licenziato-per-un-post-su...),
Agli inizi di questa pagina alcuni baldi giovani di fresca laurea (CTF) si lanciarono in commenti quantomeno discutibili, come prova delle loro competenze. Mi venne da rispondere dicendo: ma non vi passa per la mente che questi commenti potrebbero "fare curriculum"? Perché nonostante quel che possono pensare certi cosologi per la cosa, un processo di reclutamento non è qualcosa di confinato tra le pareti delle stanze delle risorse umane...
Ma non è questo l'aspetto che mi interessa di più.
Ci si lamenta spesso del diminuito rispetto nei confronti delle istituzioni a tutti i livelli, ma capita fin troppo di frequente che loro esponenti di qualsiasi grado (tra cui membri delle più alte istituzioni, medici ospedalieri, dirigenti sanitari, professori universitari etc) perdano eccellenti occasioni per tacere.
Sì, perché finché il soggetto è identificato con la sua funzione (medico ospedaiero, professore), tutto potrebbe pure andar bene. Ma troppo spesso parlano... e, come disse qualcuno, meglio tacere e dare l’impressione di essere stupidi, piuttosto che parlare e togliere ogni dubbio.
Accumulare episodi di incontinenza verbale che arrivano all'hate speech (troppi ne abbiamo visti, in due anni ) non fa precisamente onore alla funzione che si ricopre, anzi...
E avere la certezza che il soggetto istituzionale x o y ha lo spessore culturale e l'attitudine di un capo ultrà in pectore NON ispira maggiore rispetto per l'istutuzione, per niente...
Ma spesso costoro pretendono rispetto, comunque
E tra l'altro si ricade in discorsi non nuovi: tu, plebe, ti fidi dell'istituzione se essa (quale che sia) è affidabile. Se l'istituzione si dimostra unreliable o unfit e comunque richiede di essere rispettata e ossequiata, non parliamo più di democrazia, ma di velleità proprie dell' ancien regime.
 


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