Il fatto forse più rilevante del 2018 è stata l'approvazione di bictegravir, l'inibitore dell'integrasi dell'HIV Gilead, che è stato approvato in una combinazione con emtricitabina e tenofovir alafenamide. Bictegravir è il secondo inibitore di integrasi triciclico ad essere approvato (il primo è stato dolutegravir, nel 2013). Come già detto il lavoro su nuovi scaffold è importante per affrontare il problema delle resistenze, che si pone qui come in altri campi.
Poi c'è stato un fatto abbastanza curioso. E' stato approvato tecovirimat, che è un antivirale attivo contro gli orthopoxvirus. Cioè vaiolo e vaiolo delle scimmie. Essendo una delle due infezioni eradicata e l'altra abbastanza rara, i trial clinici sono stati effettuati su soggetti sani (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2346641/) e quindi la reale efficacia su uomini infetti non è provata. Ma, notare bene, è efficace in modelli animali. E ripeto, notare bene.
Perché ci sono di mezzo agenzie federali americane, in primis BARDA (https://www.phe.gov/about/BARDA/Pages/default.aspx), e la molecola è stata individuata da USAMRIID , ovvero l' United States Army Medical Research Institute of Infectious Diseases. USAMRIID quindi ha il virus del vaiolo, e ci lavora, o perlomeno ci ha lavorato per tirare fuori tecovirimat. Ma che il Pentagono avesse conservato campioni si sapeva da trenta anni...
In breve è una cosa strategica e militare del governo americano, pensata in primis come difesa ad attacchi biologici e nell' US Strategic National Stockpile sono stati immagazzinati due milioni di dosi.
Da ultimo Baloxavir marboxil, che è un antivirale antiinfluenzale decisamente atipico sia per struttura che per bersaglio. Non si tratta di un inibitore di neuraminidasi, ma di un inibitore di endonucleasi cap-dipendente. A giudicare dai risultati dei trial non si tratta di un game changer: riduzione di un giorno del decorso della sindrome influenzale.
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