giovedì 13 febbraio 2020

GLI SNODI CRITICI




Per più di una settimana qua sopra si è parlato solo di coronavirus.
Non lo ho fatto per i motivi che vengono usualmente attribuiti alle scelte dei temi - acchiapaclick o acchiappalike, criteri da sempre alieni a questa pagina.
Dovrebbe essere apparso abbastanza ovvio a chi ha letto che la crisi CoV, da noi, ha "saggiato alla fiamma" il sistema.
Che ha reagito ripresentando dal primo all'ultimo tutti gli snodi critici del rapporto tra politica (bassa), Scienza (con la ESSE) e comunicazione che erano emersi nel 2017 a proposito dell'obbligo vaccinale (e non solo): la sudditanza della politica sanitaria ad istanze altre (partitiche, economiche), il tentativo di scambiare istanze politiche per Scienza e viceversa, la costruzione di frame comunicativi adatti allo scopo.
Ormai tre anni fa Elisa Nichelli commentava: “vedo i partiti politici tentare di sedurre la scienza. stuprarla ripetutamente. poi farla truccare e vestire carina per portarla in giro e vantarsi con gli amici.”
Nel 2017 il gioco veniva facile, perché la situazione era di ordinaria amministrazione (e non emergenziale, come si strillava di continuo).
Ma poi è arrivato lo stadio 0 dell'emergenza vera (quella globale dichiarata da OMS). il coronavirus 2019 di paura ne fa tanta, paura vera, perché dall'altra parte del mondo ci sono quarantene che coinvolgono milioni di persone. E non è un argomento manipolabile, qui: nessun vaccino, una conta dei morti e dei contagi che saliva di giorno in giorno. La scorrettezza politica della realtà quando non si lascia celare o manipolare è qualcosa che fa saltare gli schemi - e gli schemi sono saltati.
Evento letale per una politica costruita appunto sugli schemi, sulle buzzword, sulle vuote parole d'ordine.
Qualcuno si chiedeva qualche giorno fa se il Sistema Sanitario in Italia fosse pronto per il coronavirus (https://www.lettera43.it/coronavirus-italia-sars-disinformazione-cina/?refresh_ce&fbclid=IwAR3vgLu5aQN3tXDEbcEUYxL3frUy0kDzDZxoUeyc_vLa8edf08I-TfY422E ). L'ovvia risposta è no. Perché in primis non si è dimostrata pronta la politica, e specialmente quella che oggi ci governa, che in un delirio autoreferenziale ha preferito esibire priorità tutte sue da una parte (la vera emergenza epidemica è il razzismo), totale inadeguatezza dall'altra (nel video il ministro dell'istruzione che parla del protocollo già superato da una circolare di minsan as she speaks- la storia della quarantena volontaria  https://twitter.com/i/status/1226823204246900736).
E tutto questo mentre in parlamento Sileri, di fresco tornato da Wuhan, veniva letteralmente trattato come un appestato o un lebbroso (https://m.dagospia.com/parlamento-panico-coronavirus-medico-viceministro-pierpaolo-226582). Un account satirico commentava "La maggioranza appesa a uno starnuto".

Ah, a margine, se c'è una cosa che è saltata è stato il mito della "comunità scientifica" che dice questo e fa quell'altro. Sorpresa: su 2019-nCoV non esiste una posizione unitaria, non solo nel mondo, ma anche in Italia. Un tanto al chilo le posizioni si sono divise tra "allarmisti" e "non c'è problema" (con un piccolo dettaglio, cioè che la linea "non c'è problema" è stata sposata con entusiasmo da uno dei due partiti di governo).
Ora mi rendo conto che risulta facile confondere tra rischio potenzialmente grave ed emergenza, ma a regola in situazioni del genere si gestisce il rischio per evitare l'emergenza. Se il rischio viene minimizzato invece poi finisce che lo si gestisce al minimo, e la probabilità di arrivare all'emergenza aumenta. E negli ultimi dieci giorni abbiamo visto comportamenti del genere.


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