Oggi usato nella metà degli ospedalizzati per COVID negli USA (https://www.fiercepharma.com/.../jpm-gilead-s-veklury-now...), remdesivir ha fatturato per 2,8 miliardi nel 2020, dopo che un primo milione di dosi gratuite era stato garantito all'amministrazione federale USA (ma si sa che gli americani sono scemi e usano fuffa, no? Probabilmente è stato Trump ad obbligare ad usarlo). Ricordo quello che altri opportunamente dimenticano, cioè che remdesivir è stato approvato in via DEFINITIVA da FDA nello scorso ottobre ( su ordine di Trump, come tutti sanno https://www.fda.gov/.../fda-approves-first-treatment...). EMA per conto suo espresse parere positivo sull'uso compassionate del farmaco ai primi di aprile e ha concesso una Conditional Marketing Authorization a giugno. Attualmente valuta l'estensione delle sue indicazioni d'uso.
Ora a molti parrà strano, ma quel che conta, nel mondo dei farmaci sono le decisioni di FDA e in seconda battuta di EMA, anche se non pochi li ritengono "catturati" dall'industria farmaceutica (talmente catturati che l'approval rate di nuovi farmaci resta inchiodato attorno al 10%).
Quindi quanto ad antivirali e piccole molecole remdesivir è quel che c'è, al momento, non risolutivo ma evidentemente utile: "frankly it’s been the best of the bunch", come scrive Derek Lowe (https://blogs.sciencemag.org/.../molnupiravir-last-of-the...). Ovviamente era ed è il migliore del mazzo ieri oggi e probabilmente domani, ma la situazione ci auguriamo che cambi, e quanto più velocemente possibie. Altrettanto ovviamente c'è il capitolo antiinfiammatorii/immunomodulatori ed è inutile ricordare che da noi, anche su quel fronte, non si muove foglia o quasi: si cazzeggia con la colchicina, mentre altrove è da un po' che sono un pezzo avanti (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../covid-il-6jak...). Tanti discorsi su "laricerca lascienza e idati", però solo su quelli che tornano comodi, glissando sulle decisioni di FDA e EMA più sgradite alla narrazione dominante. E i prodi difensori dell'attuale gestione AIFA e la stessa direzione dell'agenzia più degli altri tirano in ballo EMA solo quando gli fa comodo. Per questo se qualcuno avanza una richiesta di dimissioni del DG Magrini lo fa con ottime ragioni (https://www.facebook.com/guido.silvestri.9/posts/10223985756167793). I ritardi "oculati" su remdesivir, baricitinib, mAb in un'emergenza sanitaria senza precedenti per come si è svolta sono stati speculari ai vari endorsement a lopinavir e alle aperture a favipiravir, interferone, idrossiclorochina, colchicina e ivermectina, per tacere della sua presenza in bella vista alla conferenza stampa che presentava i dati (men che mediocri, tra l'altro) del vaccino Reithera.
E se Cochrane Italia lo difende d'ufficio beh, sapremo cosa pensare di Cochrane Italia (https://www.facebook.com/chimicoscettico.blogspot/posts/2950681828484018).
Con molnupiravir si va avanti senza compressione dei tempi.
Prima escono i risultati di fase I e sono rassicuranti: la farmacocinetica è ok e gli eventi avversi si verificano nel ramo placebo ma non nel ramo trattati (https://aac.asm.org/content/early/2021/02/24/AAC.02428-20). E queste sono buone notizie, perché se vi ricordate i derivati nucleosidici come molnupiravir problemi di tossicità li possono avere (anzi, li hanno di frequente).
Poi arriva un annuncio di Merck sui risultati preliminari della fase II (https://www.merck.com/.../ridgeback-biotherapeutics-and.../), e sarebbero buoni: a cinque giorni carica virale azzerata (tampone nasale e coltura) nei trattati, mentre il 24% dei non trattati era ancora positivo. Si tratta di una fase II piccola e di un annuncio, quindi vedremo meglio quando arriverà una pubblicazione. E vedremo se verranno usati gli stessi criteri di giudizio usati da certuni per remdesivir e mAb ( "nel 76% dei casi funziona altrettanto il placebo!").
Sono in corso altri studi di fase II/III sia in pazienti ospedalizzati che non ospedalizzati. Ricordo che molnupiravir è previsto per l'assunzione per os (compresse o capsule), quindi in potenza potrebbe essere il vero game changer, specialmente per quel che riguarda il trattamento dei pazienti COVID non ospedalizzati.
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