Di solito non parlo degli affari miei. Ma questo mi fa pensare.
Accade che tra un meeting e l'altro sono nel mio angolo operativo (cioè
davanti a una cappa). E all'improvviso sento un dolore lancinante, come
se mi fosse arrivato sulla mano uno schizzo di olio bollente (ma niente
olio diatermico bollente, attorno) o di acido forte.
Non capisco, finché non vedo quel che sembra una grossa vespa - uno junior chemist l'ha catturata sotto un beaker e stordita
con l'azoto, poi l'ha trasferita in un grosso vial e misurata: 2,6 cm).
Poi (mentre vedevo le stelle) è stata fatta una ricerca per immagini e
la sentenza è stata "asian hornet".
Questa bestia è arrivata da
qualche tempo sia in US che in Europa e beh... non è l'incontro più
simpatico che potete fare (EDIT: levato ogni riferimento a qualsiasi specie in particolare, resta solo asian hornet)
Vabbè, 28 ore con una mano e un avambraccio "hurting a lot" e amen
(l'applicazione immediata di ammoniaca diluita e successiva pomata all'
idrocortisone hanno aiutato). Fine incidente?
No. Quattro giorni
dopo un gran prurito alle zone interessate e poi un gonfiore rilevante e
diffuso (a questo giro sto a guardare come evolve, e se non evolve o
peggiora andrò in farmacia a chiedere "An hydrocortisone cream, please,
without antibiotics if possible").
Questo mi ha ha fatto pensare
sulle reazioni a distanza di pochi giorni dall'evento che troppo spesso
vengono liquidate frettolosamente.
PS. La cosa esilarante è che un post del genere abbia scatenato una serie di interventi sul tono "Non esiste un problema vespa mandarina in Italia". A parte che vorrei sapere quale italiano entra in una farmacia italiana parlando in inglese, se certa gente si levasse i maledetti paraocchi e si curasse l'allergia alla vista di drappi rossi o analoghi 1) camperebbe molto meglio 2) romperebbe meno inutilmente i coglioni,
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