E arriviamo velocemente alle conseguenze
Chiariamo
un punto fondamentale: il green pass è una misura normativa, inerente
la politica sanitaria. In quanto tale è intrinsecamente dibattibile e
opinabile.
Il professore oggetto del procedimento disciplinare non si
è prodotto in apologia del terrorismo o dell'eversione dell'ordine
democratico. Ha spiegato la sua contrarietà al green pass. E poi avrebbe
detto che i vaccini sono un'arma di sterminio di massa (sigh). Quindi
la reazione di molti sarà: "E' un novax-duro-e-puro, è giusto il
provvedimento disciplinare".
A parte lo sterminio e simili
delirii, contrariamente a quello che si vuole far credere, essere
contrari al green pass non implica essere renitente al vaccino anticovid
o novax o negazionista della pandemia o fascista o altro, a meno che in
tali categorie non rientrino tutti i mille e passa firmatari dell'
appello dei docenti universitari contro il green pass, Barbero compreso (https://www.lastampa.it/.../l-appello-dei-docenti...).
Il
discorso di Ioannidis (vedi post precedente) sulla militarizzazione
della scienza si applica anche al contesto più ampio: c'è chi cerca di
colpire in ogni modo chi non marcia al passo - no, non il modo migliore
per condurre una campagna di vaccinazione di massa, per usare un
eufemismo. E se questo andazzo si estende all'operato dello stato nelle
sue varie articolazioni allora ci deve preoccupare.
Per quale motivo?
Perché alla fine si arriva a un interrogativo non banale:
proteggere la liberta' di espressione di novax (quelli veri) e fascisti è proteggere la liberta' di espressione di tutti?
Io
sono propenso a rispondere di sì (basta che non vengano a rompere qua
sopra). Se non altro perché so fin troppo bene quanto le etichette siano
estensibili a piacere, secondo il comodo del primo che passa (quando
hai sentito definire fiercepharma sito novax e endpoints sito di fake
news le hai viste tutte e sai cosa ti puoi aspettare
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