https://endpts.com/use-of-pfizers-covid-19-antiviral.../ |
A Pfizer la soddisfazione per le vendite di Paxlovid ha come controaltare la preoccupazione per l'insorgere di resistenze al farmaco. Resistenze che, bene ribadirlo, al momento si vedono soltanto nei laboratori e non nel vasto mondo.
Che l'uso di un agente antiinfettivo sia limitato nel tempo dall'insorgere delle resistenze è qualcosa che ormai dovrebbero sapere anche i sassi. L'avvento degli antibiotici betalattamici (penicillina) fu immediatamente accompagnato dalla comparsa di ceppi batterici resistenti. E un'intera categoria di antivirali antiinfluenzali (le amantadine) diventò obsoleta in poco più di dieci anni.
Ma ci sono casi in cui l'insorgere delle resistenze è molto, molto più lento, per esempio quello degli antiretrovirali. Fin dagli anni 90 si combinarono inibitori di proteasi e inibitori di RdRp (poi sono arrivati gli inibitori di integrasi), e l'insorgere di resistenze è stato lento e gestibile (perché la ricerca farmaceutica ha sviluppato e continua a sviluppare diversi principi attivi alternativi che possono sostituire quelli diventati inutili a causa delle resistenze).
Nel caso dell'epatite C, poi, di resistenze significative ancora non se ne sono viste (e anche qua si combinano farmaci che hanno per bersaglio proteine virali diverse).
Con SARS-COV-2 le cose sono un poco più complicate: le mutazioni del virus sono veloci e riguardano principalmente proteine strutturali (la Spike), fatto che ha velocemente messo fuori gioco i farmaci che le avevano per bersaglio (anticorpi monoclonali, e questo non vuol dire che prima della comparsa delle mutazioni non avessero un loro ruolo). Paxlovid invece è un inibitore della proteasi OCL3 del virus, proteina che nel virus wild muta assai poco (praticamente identica a quella di SARS-COV). Ma con un uso massiccio di un solo tipo di farmaco si sa che prima o poi le resistenze si faranno vedere. E per questo a Pfizer stanno valutando altri agenti con differenti meccanismi di azione da usare in combinazione con Paxlovid.
Dicevo che le resistenze compariranno, prima o poi: quando non lo sappiamo, ma sappiamo dove, negli USA, dove il farmaco è stato usato molto (e magari anche molto a sproposito).
In Europa no, perché nel vecchio continente paxlovid è stato usato molto poco. E in particolare pare che in Italia, durante l'ondata estiva, non sia stato usato quasi per niente.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.