Magari qualcuno non se lo ricorda, ma un paio di anni fa Qoelet (L'Ecclesiaste) faceva scandalo: "C'è un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci" a molti orecchi suonava osceno.
Suonava osceno perché era un abominio in un tempo in cui l'unico messaggio accettabile era " Attenti, potreste morire". In realtà, come poi si è visto, dei decessi *PER* COVID non è che interessasse granché. L'urgenza era la salvaguardia del sistema sanitario, passato definitivamente da struttura di servizio a bene in sé, avulso dalla sua funzione, da mezzo a fine.
Oggi questa traslazione di senso, dopo due anni e mezzo di emergenza, è dilagata. Ci sono messagi e narrazioni che per chi li veicola sono buoni in sé (riassunto brutale: morirete tutti).
Piccolo particolare: la maggioranza dei cittadini europei di queste cose se ne strafrega e preferisce vivere prima di morire, invece di essere semimorti in attesa del passaggio definitivo (chiamateli scemi...).
Ma, da emergenza ad emergenza, come potete notare ormai qualcuno ci ha fatto la bocca. Next step: la risonanza urgente è rimandata a data da destinarsi. Per la salvezza del pianeta.
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