Come mi ricorda un commentatore, "Deporre la scheda nell’urna non è un dovere; votare è una facoltà di cui avvalersi, se si vuole. L'astensionismo è un comportamento legittimo del cittadino da quando, con le leggi nn. 276 e 277 del 4 agosto 1993, il voto è solamente un diritto e non più, come era in precedenza, un diritto/dovere."
Un'altro mi ha detto "Ma come, perché sputare sull'istituzione del voto" e ho dovuto precisare che non sia mai, non si sputava sull'istituzione ma sull'offerta (perché quella per la circoscrizione estero era quella che era).
Poi un diritto è una cosa personale: sta a te decidere se esercitarlo o no (e quando ti viene negato questa scelta non la puoi fare, per cui sì, è grave negarlo). E parlando di personali vicende di voto mi ricordo una volta che arrivai in cabina elettorale convinto di votare un partito di sinistra, ma di sinistra-sinistra (almeno al tempo lo credevo). Erano elezioni amministrative quindi solo "nel segreto dell'urna" lessi il nome del candidato. Lo conoscevo, lo ritenevo idiota e settario e mi ci ero scontrato più di una volta. Quindi annullai la scheda, pensando col senno di poi che un idiota settario non avrebbe giovato a una possibile rinascita della sinistra-sinistra. 25 anni dopo potete constatare come è andata e che forse non avevo tutti i torti di questo mondo, allora.
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