sabato 14 gennaio 2023

DIVULGATORE? MAI!

 

 

L'equivoco è stato persistente ed evidentemente lo resta. Sono stati trattati questi argomenti, nel tempo? Sì. Lo si è fatto con lo spirito del "divulgatore"? Ma figuriamoci...

Ricordo, forse confusamente, Quattrocciocchi che parlava della "divulgazione" in Italia come una grande occasione persa.

Senza scriverlo ai tempi dissentivo su un punto o due: non era stata un'occasione e non era stata grande.

"Divulgazione" in Italia è stata la cosa per chi non aveva un mestiere (o voglia o qualifiche per trovare un lavoro coerente con la propria formazione). Il tutto unito ad attitudine da attention junkie o attention whore. E questo spiegava l'essere sovente pappa e ciccia con il debunking, magari criticato, poi giù a fianco di sbutacchiatori e simili, perché i ruoli nella comunicazione "scientifica" sono come il maiale, non si butta via niente.

Se c'è qualcosa che il biennio 2020-2021 ha dimostrato è che in Italia la "divulgazione" non aveva la minima intenzione di informare, perché non era importante. L'unica cosa importante era "comunicare la cosa giusta" cioè educare il pubblico. Educarlo a tutto meno che a informarsi, a vagliare le informazioni, ad esercitare senso critico, tutte cose che invece erano in continuazione citate nei loro post e nei loro video e nei loro podcast etc etc etc. Una forma di ipocrisia tutta nuova, o forse antichissima: 

væ vobis scribæ et Pharisæi hypocritæ quia similes estis sepulchris dealbatis quæ a foris parent hominibus speciosa

Ma la realtà è che quando tiravano fuori l'usuratissima locuzione "comunità scientifica", da cui hanno sempre escluso gli accademici e simili sgraditi per le loro posizioni, forse si riferivano in realtà alla propria realtà sociale, quella della "comunità divulgativa", che come associazioni professionali, o di reduci e simili, ha i propri convegni, i propri happening, le proprie relazioni istituzionali e le proprie connessioni mediatiche.

E a questo punto si capirà perché a me il verbo "divulgare" provochi una certa allergia: no, mai fatta quella roba, mai voluto imbucarmi in quel clubbino e se qualcuno pensava diversamente pensava molto, molto male. Poi, va bene essere ingenui e incompetenti, ma come caspita ti poteva venire in mente di chiedere ad uno che all'epoca lavorava nel settore farmaceutico in Italia e diceva peste e corna di AIFA: salve, perché non esce allo scoperto e partecipa al nostro gruppo sulla scienza? 

Tra profonda ingenuità e profonda stupidità alle volte il confine è estremamente labile e io degli stupidi non mi sono mai fidato.

PS: Sulla pagina fb e qua sopra ha scritto gente che la pratica delle scienze ce l'ha per lavoro. Se le dichiariazioni d'intenti iniziali erano pretenziose e irrealistiche (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/honor-is-like-hawk-sometimes-it-must-go.html) e non abbastanza sitù (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/debord-attualissimo.html), beh, questa è un'altra storia. CS molti l'avranno preso per un personaggio del circo isocial, ma le intenzioni reali sono state declinate fin troppe volte e non saranno ripetute per l'ennesima.

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