martedì 21 maggio 2024

IL PUGNO DI FERRO

 

https://www.fanpage.it/roma/espulso-per-un-post-pro-palestina-seif-bensouibat-dal-cpr-ho-paura-che-qui-dentro-perdero-la-vita/
 

Ve le ricordate le sanzioni discplinari minacciate o eseguite contro docenti universitari e non ai tempi del COVID? Ve li ricordate i delatori che indicavano l'untore?

Ecco, cambia il contesto ma il metodo è lo stesso e questa è una storia esemplare.

“Questa storia ha preso delle proporzioni allucinanti, ma quello che mi fa più male è che ho scoperto solo dieci giorni fa che è stata la scuola a denunciarmi. La denuncia è partita da un collega, che ha informato la mia capa, che a sua volta ha contattato il preside, fino ad arrivare all’ambasciata francese e alla Digos italiana”, continua Bensouibat. “Quando sono arrivato in Italia non conoscevo nessuno, la scuola era la mia famiglia, il personale e i colleghi erano i miei parenti, conosco e amo anche i loro figli. Abbiamo fatto viaggi insieme, aperitivi, cene. Ricordo ancora il mio primo giorno nella scuola francese, mi diedero da subito tanta fiducia lasciandomi da solo a fare chiusura. Adesso lavoro lì da dieci anni, non riesco davvero a capacitarmi che sia potuto succedere tutto ciò, senza darmi alcuna possibilità di spiegare il perché dei miei post, senza un processo”.

Voilà, il delatore, l'istituzione che procede, l'esecuzione del provvedimento. Tutto normale, vero?

Da un certo punto di vista due anni di COVID sono stato un incredibile test run, la messa alla prova di un metodo che, come abbiamo visto e continuiamo a vedere, è perfettamente applicabile a qualsiasi situazione emergenziale o no, incluse le vicende della politica estera. Negare la diversità degli eventi e delle situazioni è futile, quando le fenomenologie sono le stesse e i metodi pure. La fattispecie dei reati di opinione (ricordiamo che al riguardo leggi fasciste sopravvivero nella Repubblica) non deve più andare a cercare sotterfugi come l'hate speech. Ci sono cose che la maggior parte della gente non è libera di dire, pena la perdita del lavoro, il procedimento penale etc. Viviamo tempi in cui se qualcuno a teatro grida "viva l'Italia antifascista" viene identificato dalla Digos, se qualcuno se ne ricorda. Ma sarebbe successo lo stesso se due anni prima avesse gridato "Abbasso il Green Pass!" alla presenza di Mario Draghi, molto probabilmente.

E quindi manifestazioni gestite a suon di legnate anche quando i manifestanti sono studenti medi, i procedimenti sommari, la violenza politica... Se Putin continua ad essere Satana incarnato (ormai si mutua dalla teocrazia iraniana mentre allo stesso tempo gli si dà addosso), il massacro di Gaza non esiste, non ha autori, qualsiasi precisazione al riguardo è antisemita. E invece il massacro c'è, il massacratore pure e guarda caso è lo stato di Israele guidato di Netanyahu. E infatti alla Corte Penale Internazionale il procuratore, cioè l'accusa, chiede l'arresto del primo ministro israeliano (e dei vertici di Hamas) per crimini di guerra - cosa che, ovviamente, non sposterà di un millimetro l'atteggiamento italiano nei confronti della questione. Perché di mandati di arresto della Corte Penale Internazionale ce ne sono che contano e che non contano niente. Come al tempo del COVID c'erano articoli su Nature (o Lancet, o BMJ etc) che erano bibbia, e altri che erano immondizia, anche se non erano mai stati formalmente messi in questione per un ritiro. Ma del resto si sa, la comunità scientifica (come la Corte) alle volte sbaglia... specie quando non conferma i dogmi del pensiero a una dimensione.

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