https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/12/28/paziente-no-vax-e-contrario-allintervento-pubblica-il-modulo-dellospedale-con-errore-primario-minacciato-terrorizzato/7819058/ |
Questo è lo stato delle cose.
Difficile sorvolare sulle dichiarazioni della Serracchiani, che ripete la filastrocca "fu tutto ben fatto secondo quanto dice la Scienza" incolpando il presente governo, che di colpe ne ha tante ma non quella di essere stato al timone durante "la miglior gestione della pandemia". Quanto alla "buona pratica della medicina" basta un colpo d'occhio a questa tabella per rendersi conto del disastro 2020 (e faccio presente che questi farmaci furono prescritti o usati negli ospedali):
Buona pratica e scienza, come no - l'hail mary protocol, più tutto il resto dell'indifendibile inclusa l'azitromicina, usata a casaccio, il cui massiccio uso ha contribuito all'emergere di ceppi di pertosse resistenti (per fortuna nell'elenco ci furono anche baricitinib, ruxolitinib, tocilizumab e metilprednisone).
Quella di Trieste è una bruttissima e complessa vicenda. E ancora più brutto è che un quotidiano la spacci come un sopruso tout court contro il paziente:
https://www.laverita.info/non-vaccinato-non-lo-operano-2670665851.html |
La Verità si distingue ormai da tempo per un certo tipo di narrativa, diciamola quella dei radicalizzati senza se e senza ma, contigua e parzialmente sovrapposta al fronte del delirio. E mi ripeterò: capisco le ragioni delle radicalizzazioni, ma per le medesime non ho mezzo milligrammo di giustificazione. anzi, un forte disgusto. E so fin troppo bene che spesso trovano o rivendicano una ragione politica - il che è nient'altro che un vano tentativo di giustificarsi, perché da anni gli effetti politici di certe scelte sono nulli o deleteri (dal 2019 e dai tempi di certe allora famose "analisi sui vaccini").
In questo caso La Verità è arrivata a diffondere, ad oggi senza il minimo ripensamento (lo screenshot è del 29 dicembre) una versione errata e parziale degli eventi (era lo stesso paziente da anni contrario all'operazione chirurgica e lo stesso paziente ha provato a rigirare la frittata facendo uso di un errore burocratico). E quindi la testata, coscientemente o meno, si è fatta complice di una campagna d'odio che ha travalicato i social arrivando alle minacce dirette non contro un singolo (tra l'altro non direttamente coinvolto nel caso), ma contro un'intera famiglia.
Le demonizzazioni incrociate non sono cadute dal cielo, e ricordo bene chi si è poi lamentato delle campagne d'odio online come motore del fenomeno (potrei dire che ne so qualcosa, nel mio piccolo, me li ricordo i post triviali con sotto sequele di insulti - ma io ho le spalle larghe e ho sempre avuto un anonimato accuratamente difeso a proteggermi). Detto questo la situazione è evidentemente sfuggita di mano in modo grave e se un quotidiano nazionale decide di soffiare sul fuoco no, non ci sono scuse che tengano. E sono da stigmatizzare sia la campagna di odio e minacce che il vergognoso titolo della testata.
Quanto al che fare con pazienti del genere, al di là della eventuale rilevanza penale di loro azioni aggiuntive, la cosa fu già delineata in California anni fa: omologarli agli appartenenti a una setta religiosa. E in Italia c'è giurisprudenza inerente i Testimoni di Geova, per esempio: Il rifiuto di
sottoporsi a determinate cure mediche, per motivi religiosi o di altra
natura, anche laddove può portare all'evento morte, è, dunque,
espressione di un diritto costituzionale (qui). Ma tra l'affermazione di un diritto e la falsificazione dei fatti seguita da minacce ce ne corre...
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