mercoledì 4 dicembre 2024

PHARMA: IL PATENT CLIFF, DI NUOVO MA NON PROPRIO

Per "Patent Cliff" si intende la situazione in cui i brevetti di molti farmaci blockbuster (con fatturato sopra il miliardo di dollari") scadono tutti insieme in un ristretto lasso di tempo.

https://tinyurl.com/353s5234

Quindi quello nell'immagine non è un vero e proprio "patent cliff", ma una lenta emorragia che spalma gli stimati 300 miliardi di minori incassi del settore su una decina di anni - e in 10 anni di solito accadono molte cose. Poi la maggioranza dei brevetti in scadenza riguarda farmaci biologici e per i biologici non esistono i "generici" (cioè l'asiatico che ti vende a 200 euro al chilo quello che prima costava 4000). In materia di biologici ci sono i biosimilari, per cui di fatto devi fare i trial in quanto il tuo prodotto è visto come un prodotto nuovo e diverso. E no, non esiste il biosimilarista indiano o cinese pronto a vendere a 1 quel che costava 15: il primo biosimilare asiatico approvato da FDA è arrivato nel 2024 e viene da Taiwan (quindi non proprio stile India o Cina).

Nel caso del patent cliff del 2012, (140 miliardi di introiti spariti dall'oggi al domani o quasi) invece si parlava perlopiù di small molecules e il risultato fu una strage occupazionale (qualcuno stimò 100.000 posizioni perse nella farmaceutica globale tra 2009 e 2012). In più il patent cliff del 2012 si verificava dopo quello che per molte farmaceutiche globali, GSK in primis, era stato definito "il decennio perso". Ai tempi la pipeline (l'insieme dei nuovi farmaci in sviluppo) di GSK offriva uno spettacolo penoso: c'era ancora il resveratrolo, in area oncologica, derivato da uno dei più "brillanti" affari mai stipulati da un management, incurante del parere contrario del gruppo dell'azienda che aveva fatto la due diligence.

Ma negli ultimi 15 anni le cose sono molto cambiate. 15 anni fa le biotech intese come vengono concepite oggi erano in minor numero, mentre in tempi recenti costituiscono il pool della ricerca e sviluppo privata da cui le grandi pescano buona parte dei nuovi farmaci da sviluppare. In prospettiva oggi questo non è particolarmente incoraggiante, perché sono due anni che sulle biotech piovono pietre

https://www.fiercebiotech.com/special-reports/2024-biotech-graveyard

Se, riguardo le medie e grandi farmaceutiche, si aggiunge il fatto che ormai automaticamente il discostamento dal budget previsto si traduce in un taglio di costi (e quindi di posti di lavoro), il rischio concreto è che la lenta emorragia di posizioni cominciata nel 2023 sia destinata a continuare nei prossimi anni. Qualche settimana fa qualcuno mi ha detto "the market is picking up", ma da allora non lo ho più sentito riprendere quella tesi. Una cosa è certa: la confusione sotto il cielo è al massimo e mediamente si naviga a vista.


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