giovedì 9 gennaio 2025

FARMACEUTICA GLOBALE: LE VACCHE MAGRE ERANO ARRIVATE PER RESTARE

https://www.fiercepharma.com/pharma/ai-and-layoffs-supply-chains-and-customer-engagement-deloitte-outlines-key-areas-biopharma

Come all'inizio del 2024 si professa ottimismo, ma...

Quasi il 65% degli executive intervistati ha detto che sta considerando una priorità il ripensamento del proprio modello operativo per il prossimo anno, cosa che può suggerire misure di taglio dei costi come ristrutturazioni, offshoring, outsourcing e licenziamenti.

Non c'è da stupirsi e probabilmente entro la fine del primo trimestre del 2025 si vedrà più di un annuncio in questo senso da parte di qualche farmaceutica globale. Del resto basta dare un'occhiata alla panoramica delle approvazioni FDA nel 2024:

In primo luogo nell'elenco non sembra esserci il prossimo blockbuster (farmaco  capace di vendere per più di un miliardo di dollari all'anno). Poi se ci fate caso i farmaci che vengono da grandi farmaceutiche globali si contano sulle dita di una mano, mentre sono le piccole e le biotech a dominare il panorama. Il che non è esattamente il miglior modo per affrontare il patent cliff al rallentatore in arrivo. Le approvazioni saranno per le biotech una fonte di proventi in grado di salvarle dalla stretta sui finanziamenti e proiettarle verso la crescita? Non posso dare una risposta generalizzata, ma in tre casi che conosco direttamente non è così: avendo ottenuto l'approvazione ci si prepara a sopravvivere tagliando i costi (la ricerca) e ci si concentra sullo sviluppo commerciale del prodotto approvato, con tutte le difficoltà di chi non ha le idee molto chiare riguardo a quel che serve e quel che non serve per avviare la produzione industriale di un principio attivo farmaceutico.

In un paio di recenti chiacchierate oziose con gente che si occupa di talent acquisition i miei interlocutori esprimevano frustrazione per una situazione che si mantiene deprimente: l'offerta di lavoro supera largamente la richiesta,le farmaceutiche globali offrono troppo spesso solo contratti a tempo e nel pool dell'offerta la popolazione dei seniores disoccupati in cerca di una nuova posizione compete con quella dei PhD o dei master appena sfornati dai sistemi universitari, il che non rende la vita facile a chi ha sulle spalle un prestito studentesco, per usare un eufemismo. Del resto anche dove sono attualmente ci sarebbe da assumere per almeno due posizioni ma si procede con i piedi di piombo e non si considerano neolaureati perché ci sono già contatti con candidati con cinque anni di esperienza e più.

Per il 2025 il mio consiglio a neolaureati e neodottorati italiani interessati a posizioni nell'industria è di cercare un parcheggio accademico /fuori dall'Italia), postdoc e simili, e continuare a guardarsi intorno. Se per l'industria il 2025 sarà quasi sicuramente un altro anno a chinghia stretta una miriade di differenti fattori sono all'opera (tra cui il Biosecure Act) e chissà, forse entro un paio di anni se ne vedranno gli effetti. 


PS: Quanto agli interventi politici nell'economia, l'unica industria che festeggia  è quella degli armamenti: il 2% del PIL in spese militari in Europa promette una montagna di soldi.

 

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