domenica 26 ottobre 2025

FARMINDUSTRIA E LA FINANZIARIA

https://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=132706

In occasione degli Stati Generali della ricerca medico-scientifica al Senato (ottobre 2025), Marcello Cattani, presidente di Farmindustria, ha tenuto un intervento meritevole di un'analisi. Il timing è significativo: siamo in fase di preparazione della finanziaria 2026.

Cattani parla di "guerra" - guerra commerciale, guerra sui farmaci - e accusa l'Unione Europea di aver "sbagliato tutti i dossier legati a ricerca, innovazione e tecnologia". Contrappone USA e Cina, che "rafforzano la proprietà intellettuale", all'Europa che "vuole accorciare". Lamenta che la Spagna abbia superato l'Italia in ricerca clinica e chiede "una strategia sposata dalle più alte istituzioni governative" con "obiettivi, ambizioni e risorse" - risorse che "oggi non vediamo nella misura in cui dovremmo metterle".

Quello di cui Cattani accuratamente non parla è il contesto tariffario. Perché per quanto riguarda i dazi USA, nella nebbia della confusione su verso chi, su cosa, per quanto tempo, una cosa è chiara fin da luglio: i prodotti branded made in EU, cioè quelli innovativi, cioè quelli di cui parla Cattani, siano prodotti finiti o attivi farmaceutici, sono soggetti a dazi del 15% (e gli USA continuano ad essere il principale mercato di sbocco dell'industria europea). Si parla di circa 18 miliardi di euro all'anno di dazi per i prodotti finiti branded, che molto probabilmente saranno perlopiù accollati ai produttori europei. Non ci sono dazi invece sui generici, cioè sul segmento a valore aggiunto più basso. Questi dazi colpiscono quindi la parte a più alto valore aggiunto di un settore con ritorni mediamente bassi, quello dei prodotti finiti, che aveva fatto parlare di record dell'industria farmaceutica italiana.


Si nota che l'impatto è percentualmente identico sugli APIs branded (volumi più piccoli, valore aggiunto più alto)e quindi anche le CDMO europee (Contract Development and Manufacturing Organization) sono colpite, proprio quel soggetto che meno era stato colpito dall'ultima crisi tuttora in corso.

In questo quadro il discorso di Cattani risulta particolarmente e volutamente nebuloso, L'unica cosa che si legge tra le righe è una non troppo velata richiesta di risorse "perché la Spagna ci è passata avanti". 

Un po' di retorica patriottica (che considerando chi governa in Italia è indispensabile per bussare a soldi) senza affrontare i problemi strutturali e gli elefanti nella stanza (i dazi), tirando in mezzo una metrica (i trial clinici) che c'entra poco o niente.

Il vero problema è che i dazi di Trump, "sopportabili" in altre circostanze, arrivano esattamente in contemporanea con l'ennesima crisi di settore in occidente. L'urgenza sarebbe chiedere politiche anti-cicliche, invece da quel che si capisce la finanziaria sarà fatta ancora una volta di tagli. 

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