By Starbuck (novembre 2018)
Mentre dicembre bussa alle porte, facebook mi ricorda quello che scrivevo 2 anni fa:
“Ed ecco che la gente si ricorda che, prima di sottomettere i risultati (in ordine): 1) mancava un coefficiente moltiplicativo, ma adesso vanno bene, li risottometto; 2) ho cambiato metodo ma mi son dimenticato di dirtelo e di scriverti che metodo ho usato; 3) ho deciso che non partecipo più perché i miei dati fanno troppo schifo; 4) ma ti dovevo mandare il dati di controllo qualità? Il mondo è bello perché è tutto uguale: cambia la geografia, cambia la gerarchia, il pressapochismo invece, sempre presente! Scritto in un buon inglese, devo ammettere. Però a me fa bene questa incapacità diffusa e trasversale, perché in questi frangenti, io rivaluto le mie capacità professionali e mi sento quasi quasi...bravina”
Ma parliamo di oggi. Beh oggi io non credo di essere più geniale dello scorso anno o di quelli passati, e le telefonate dei senior scientists non hanno cambiato tono o contenuto. E mentre mi ritrovo proprio come ieri, nei “soliti” gruppi e workshop di esperti, l’inevitabile domanda è: esperti de che? Se c’è ancora chi si perde dietro ad una formula, ad un curva, ad uno standard…chi sembra non capire neanche quello che ha pubblicato.
Il collega_dem osserva la mia faccia sconsolata al telefono mentre con un gesto annuncio il mio ritardo alla birra del venerdi. “Ma è possibile non riuscire ad applicare neanche una formula già scritta? Cazzo, neanche che te la devi inventare, ci devi buttare dentro i dati e basta!” chiederò retoricamente più tardi, trascinando il boccale sul bancone. “I dati?” sarà la replica “I dati prevedono comprensione ed elaborazione, altrimenti son numeri. Tu hai dei dati, loro probabilmente numeri…”per poi aggiungere “Ogni tanto mi chiedo chi ce lo fa fare, mettersi lì ancora a spiegare, ad investirci tempo…”.
Ma non rispondo “già’”
Non rispondo “già “ perche’ facebook mi ricorda anche un’altra cosa, ovvero che è un anno che frequento la pagina del Chimico Scettico. Una frequentazione partita per caso (“mi puoi verificare questo post qua, è un po’ tecnico e mi sembra roba tua….”), e dai risvolti inaspettati, anche perché all’epoca di roba illeggibile in rete me ne avevano girata in abbondanza e sembrava difficile auspicarsi di leggere qualcosa anche solo di decente. Ed in questo lasso di tempo la frequentazione di questo porto “intellettualmente sicuro” ha prodotto effetti insperati. Più di una volta è stata la ragione per cui mi sono fermata e ho riflettuto per poi ripartire, cercando di fare le cose meglio. In silenzio mi ha portato a riprendere in mano i libri quelli dell’università, quelli un po’ ostici, un po’ dimenticati, talvolta. A riconsiderare la valenza sociale del mio lavoro. Infine, ma non da ultimo, ho ritrovato i contenuti, ma sopratutto ho riscoperto che per qualcuno hanno ancora un senso ed un valore, al di là dell’apparenza, al di là della polemica, al di là dei 5 minuti di gloria (su un social). Dopo l’ “incapacità diffusa e trasversale” ho trovato un po’ di “capacità “, e la spinta a migliorarsi è stata nettamente forte e positiva.
E’ anche per questo che oggi al “chi ce lo fa fare” del collega_dem non faccio spallucce e non rispondo un laconico “già “
“La risposta alla domanda ce l’hai già a monte. Siamo qua per la gloria? No, siamo qua perché in fondo ci crediamo ancora che se quello che facciamo, lo facciamo tutti un po’ meglio, se lavoriamo ancora un po’ con umiltà e testa bassa, magari un piccolo passo avanti, non tanto io e te, ma come genere umano, lo facciamo. La strada per la gloria è molto piu’ facile, passa da un’altra parte” e, non contempla sconfitte, ma solo successi, non richiede notti insonni, piuttosto un buon inglese ed una “bella presenza” e prontezza di risposta.”
Questo per concludere che la ricerca o la scienza, i ricercatori e gli scienziati e gli esperti, i numeri ed i dati, beh non sono proprio tutti uguali. E ci credo ancora in quello che faccio, ma la ricerca non è un percoso facile, spesso è una scelta di vita, che richiede una discreta dose di umiltà, forte autocritica, la voglia di rimettersi continuamente in gioco, di ripartire da zero se necessario, di accettare il fallimento. Tutto questo è molto difficilmente intravedibile in certi personaggi della rete che si ergono a penose caricature della scienza stessa.
E se là fuori qualcuno di questi “paladini della scienza” ancora non sa scomporre i binomi, beh per lo meno so che qualcun altro ci riesce ancora e magari riesce anche a risolvere un’equazione differenziale.
Ed in questo porto sicuro lascio ancora l’ennesimo grazie.
NdCS: Ovviamente sono io a dover ringraziare Starbuck, in primis per la cifra dei suoi contributi (che sono largamente sottovalutati, e davvero non posso precisare quanto, le ragioni della sua anonimità sono più stringenti delle mie). La ringrazio anche per il "not the same". Avrei voluto poter dire la stessa cosa della politica del nuovo ministero della salute, e invece più passa il tempo più sembra che no, la musica non è cambiata...
sabato 13 aprile 2019
martedì 9 aprile 2019
NDEA NEL VALSARTAN MYLAN - REGOLAZIONE, DEREGOLAZIONE

La faccenda N-nitrosoammine nei sartani continua.
Pochi giorni fa AIFA dispone il ritiro di valsartan Teva ( http://www.ordfarsv.it/FOFI/11229.pdf ). E EMA proibisce l'importanzione di valsartan prodotto da Mylan India dopo aver rilevato presenza di N-nitrosodietilammina (NDEA). Questo accade in contemporanea con l'annuncio del ritiro volontario fatto da FDA (https://www.fda.gov/Safety/Recalls/ucm626367.htm). Parrebbe che finalmente sul tema i due regolatori siano all'incirca allineati nell'azione, dopo un lungo sbandamento di EMA durato almeno due mesi (un'enormità). Probabilmente molti continuano a pensare a normali eventi regolatorii, e quindi è il caso che spieghi come si deve l'esatta gravità degli accadimenti estivi.
Nel 2006 (sembrano passati secoli) EMA, che fino a due anni prima si chiamava EMEA, pubblicava le sue linee guida finali sulle impurezze genotossiche nei farmaci : https://www.ema.europa.eu/documents/scientific-guideline/guideline-limits-genotoxic-impurities_en.pdf
Veniva stabilito un limite massimo di 1 microgrammo al giorno per l'assunzione (l'approccio TTC), da cui caso per caso venivano ricavati i limiti per questo o quel principio attivo farmaceutico (sulla base del dosaggio massimo giornaliero). Ricordo abbastanza bene la cosa perché mi arrivò tra capo e collo in mezzo a un lavoro di screening di cristallizzazioni e forme cristalline da cui dovettero essere immediatamente essere levati di mezzo gli acidi solfonici (causa rischio - remoto - di formazione di esteri solfonici, perlappunto genotossici).
Cosa restava fuori dall'approccio TTC, cioè era sottoposto a controlli più stringenti?
"Alcuni gruppi strutturali sono stati inviduati essere di una potenza così alta che l'assunzione anche al di sotto del TTC sarebbe associata con l'alta probabilità di un significativo rischio cancerogeno... Questo gruppo di genotossici cancerogeni di alta potenza comprende aflatossinoidi e composti N-nitroso e azossi."
E veniamo a questa estate: NDMA sta per N-nitroso dimetilammina. Un composto N-nitroso, famiglia che dodici anni prima veniva esplicitamente citata nelle guidilenes tuttora in uso. E cosa dice EMA?
"La revisione di EMA esaminerà i livelli di NDMA in questi medicinali a base di valsartan, il suo possibile impatto sui pazienti che li hanno assunti e quali misure possono essere adottate per ridurre o eliminare l'impurezza dai futuri lotti prodotti dall'azienda."
(http://www.fimmgroma.org/news/news/farmaci/18088-ema-comunicazione-su-medicinali-contenenti-il-principio-attivo-valsartan)
Nel frattempo diffuso esercizio di pompierismo (e la dimostrazione definitiva che non vale la pena leggere un certo blog sanitario su Repubblica , http://bocci.blogautore.repubblica.it/2018/07/09/il-caso-valsartan-e-la-lezione-sui-generici/ , capire tutto e al volo)
Cioè, di fatto annuncia un percorso col produttore, che poi finisce male, perché FDA ad agosto ispeziona e distribuisce import alert, e quindi, pur vigendo il mutuo riconoscimento delle ispezioni, EMA ispeziona a settembre e prende misure analoghe.
Ovvero in prima battuta, mentre si ritirano i farmaci (qui in modo meno efficiente che altrove) EMA dichiara che "avvierà un percorso" quando la natura del contaminante, appartentente proprio a quella famiglia di "genotossici cancerogeni di alta potenza" avrebbe imposto ben altre misure immediate.
Nel 2006 non mi ricordo di particolari dissonanze tra lo stile regolatorio FDA e quello EMA, anche se il problema delle ispezioni presso i produttori asiatici di generici FDA lo dichiarava in audizione al senato, mentre qua non se ne è mai parlato.
Poi qualcosa è cambiato, progressivamente e lentamente. E l'episodio di questa estate dice che rispetto a 12 anni fa siamo in una certa misura de-regolati (o malregolati).
giovedì 4 aprile 2019
INFEZIONI DI SERIE B - ANZI NO
In generale i grandi media italiani sulla TBC sono paranoici (perché il tema in un modo o nell'altro viene legato all'immigrazione). Se per una volta un caso di TBC pediatrica viene coperto da ANSA (http://www.ansa.it/friuliveneziagiulia/notizie/2019/04/01/bimba-con-tubercolosi-in-scuola-friuli-profilassi-compagni_1da452cf-f6c9-4b25-9ae7-4b801bdb85fa.html), capita anche che si arrivi alla paranoia istituzionale, con la prevedibile reazione (http://www.ilgiornale.it/news/cronache/pistoia-tubercolosi-scuola-elementare-e-nessuno-informa-1670608.html?mobile_detect=false )
Qua siamo oltre il focolaio politicamente scorretto. Ad Agliana (PT) si è arrivati a silenziare istituzionalmente un caso di TBC alle elementari. E giustamente i coinvolti si sono infuriati.
L'atteggiamento nei confronti delle sempre più frequenti notizie di TBC in ambiente scolastico comincia ad essere francamente sospetto, nel suo insieme. Fa pensare a un problema deliberatamente tacitato, ed è facile rilevare che un pugno di casi di varicella, senza andare a vedere i singoli casi eccellenti, avrebbe conosciuto le pagine di cronaca nazionale dei grandi quotidiani.
Ma è facile notare che questo atteggiamento dei media è comune a tutte le malattie non prevenibili con vaccino.
Le infezioni ospedaliere, con le morti associate, restano notizie locali. Una ragazza che muore di polmonite dopo una tripla mancata diagnosi pure (https://www.lanazione.it/pistoia/cronaca/decesso-giovane-polmonite-1.4464652 e se le cose continuano su questa china, un'antipneumococcica diventa una scelta da prendere seriamente in considerazione).
Ennesima riprova che il tema vaccinale non è un tema sanitario, ma un tema politico che travalica il semplice ambito delle health policies. E che la gestione del problema malattie infettive ha pesantemente risentito della cosa.
Invece a livello europeo la TBC è ufficialmente entrata nell'agenda preelettorale, si direbbe, se non altro con una dichiarazione di circostanza. Eliminare la TBC dall'Europa entro il 2030. Bella storia. Come? Non si sa. E' semplicemente far proprio su scala continentale un pio proposito dell'OMS su scala mondiale, come dice ECDC nella sua presentazione del World TBC Day 2019, che è stato il 24 marzo (https://ecdc.europa.eu/en/news-events/world-tuberculosis-day-2019) . La dichiarazione di Andriukaitis è stata ovviamente confezionata per l'occasione, e come per altre dichiarazioni (ma non come per tutte, attenzione) dietro c'è il vuoto spinto. I dati di mortalità per la TBC multiresistente sono sconfortanti, quelli per la TBC estremamente resistente sono atroci. Pilastro necessario nella strategia contro la malattia sono investimenti adeguati su nuovi farmaci. Investimenti di cui non si vede traccia.
domenica 24 marzo 2019
WHO E REGOLAZIONE FARMACEUTICA, UN LUNGO FASTIDIO
L'idea di coinvolgere WHO nella valutazione dei costi di sviluppo e dei prezzi dei nuovi farmaci mi mette i brividi. Questa idea è stata avanzata da Luca Li Bassi, nuovo direttore generale di AIFA, nominato lo scorso agosto (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2366214286930778&id=1971621999723344&__xts__%5B0%5D=68.ARDzFY24WYN3Az2rl9h3e890qzHiwS3mlOUt-pLhtT93LSijP70G_lfUMXdXDNFpIiBdYoH-WQSw3OUCylZywSgS1oA1djpmvZ5U4AMsU8RzjjHy6Esp4CBcoFLCJFeHopw-_PhIv1vreojd0qwwMpYCFGn_zyqehHuux1FvdalM6Fvsu9Kv4YRREZEhqyhW3dWroSDq4yjkiKEdXqRjJuJ9MK12YlAuqQXiugoLwZvuV0wknVLJmsW-haBbVqVd-HD5BN2BCB5DNjiIbO8Nc4dyxFAO-twQR2S7E7N3ctM25nYCgszDmqoAtGV6HPum2UHQfwKO0tjUnGcN0AKQx1s931YW&__tn__=K-R)
Perché trovo la cosa agghiacciante? Perché WHO ha sempre privilegiato i prezzi bassi SOPRA OGNI COSA, dimostrando non solo scarsa considerazione, ma vero e proprio fastidio per il meccanismo occidentale di regolazione farmaceutica. Meccanismo faticosamente messo assieme nei decenni per garantire sicurezza ed efficacia dei farmaci, meccanismo senz'altro migliorabile ma al momento l'unico in grado di perseguire nel migliore dei modi l'obiettivo. Vediamo un po' di storia recente.
Rulli di tamburi, squilli di trombe, a marzo 2017 WHO prequalificava Mylan India per, udite udite, il sofosbuvir. Proprio l'antivirale antiepatite C che secondo molti, con in testa Médecins Sans Frontières, deve costare un millemilamillesimo di quel che attualmente costa in occidente (vedi https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2022209374664606&id=1971621999723344 ).
Mylan India è ovviamente la filiale indiana della multinazionale dei generici guidata da noti gentiluomini (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1978554129030131&id=1971621999723344).
Quindi, a marzo WHO prequalificava e la cosa faceva notizia perché il sofosbuvir low cost era diventato una priorità mondiale. Ecco qua il loro annuncio: http://www.who.int/medicines/news/2017/1st_generic-hepCprequalified_active_ingredient/en/
Bad, bad timing boys... loro prequalificavano a marzo e in aprile che succedeva? Quei cattivoni di FDA arrivavano, ispezionavano, e certificavano che la qualità del lavoro del loro prequalificato faceva schifo al pesce, con una bella warning letter, a stretto giro: https://www.fda.gov/ICECI/EnforcementActions/WarningLetters/2017/ucm550326.htm.
Molteplici violazioni delle Norme di Buona Fabbricazione (GMP) richieste a chiunque produca farmaci, mancanza di registrazioni o indagini su lotti non conformi di prodotto, voragini nel controllo della qualità, data integrity (sistema di registrazione dei dati) stile groviera , ovvero business as usual, il pacchetto standard di violazioni che trovano praticamente ogni volta che ispezionano un produttore asiatico.
Qua in occidente una warning letter di FDA è (era) un po' come il marchio dell'appestato, ma pare che in Asia siano trattate come un latitante ricercato per omicidio potrebbe trattare multe stradali. Meraviglie della farmaceutica globalizzata.
E c'erano stati pure precedenti: nel 2012 WHO prequalificava Guilin Pharmaceuticals per l'artesunato iniettabile. L'artesunato (disponibile anche in supposte pediatriche) è un antimalarico efficace anche nei casi gravi, quelli da falciparum (un farmaco di cui certi mediciscienziatisuisocial ignoravano del tutto l'esistenza, se si sta ai commenti di un noto caso di cronaca sanitaria del 2017). Ma anche nel 2012 con Guilin WHO prequalificando si dimostrava di bocca buona (tanto i farmaci erano destinati ad un programma africano). Infatti Guilin si era beccata una warning letter da FDA nel 2011, e se ne è presa un'altra nel 2015, tutte e due inerenti il sistema di controllo qualità.
https://www.pharmacompass.com/fda-inspection-483-warning-letter/guilin-pharmaceutical-co-ltd
https://www.mmv.org/newsroom/interviews/world-s-first-producer-who-prequalified-artesunate-injection-severe-malaria
Il tutto è culminato in pubblico attrito tra WHOe FDA nel 2017, ovviamente rimasto ben lontano dai grandi media europei (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/03/who-e-fda-conflitto-di-interesse.html).
Tutto ciò è quel che può succedere se programmaticamente si prende in considerazione l'idea di collocarsi al di fuori del modello regolatorio occidentale (FDA, EMA) evidentemente vissuto come "ostacolo" , per esempio) da SAGE, vedere pag 11 di questo pdf http://www.who.int/immunization/sage/SAGE_November_2011_Brennan.pdf .
Chiaro il programma? Chiedere a FDA e EMA un parere, ma poi cercare l'approvazione del prodotto nei paesi in via di sviluppo, per abbattere i costi. E se questa è la filosofia, non c'è da stupirsi se poi accade che in questi programmi venga sperimentato nell'uomo qualcosa che doveva rimanere ancora anni in laboratorio, e che probabilmente con criteri "normali" mai sarebbe arrivato ad un primo trial clinico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/fatto-coi-piedi-mandato-nelluomo-calci.html ).
Considerata la storia recente delle prequalifiche WHO forse questo fastidio non è limitato all'area vaccini.
Perché trovo la cosa agghiacciante? Perché WHO ha sempre privilegiato i prezzi bassi SOPRA OGNI COSA, dimostrando non solo scarsa considerazione, ma vero e proprio fastidio per il meccanismo occidentale di regolazione farmaceutica. Meccanismo faticosamente messo assieme nei decenni per garantire sicurezza ed efficacia dei farmaci, meccanismo senz'altro migliorabile ma al momento l'unico in grado di perseguire nel migliore dei modi l'obiettivo. Vediamo un po' di storia recente.
Rulli di tamburi, squilli di trombe, a marzo 2017 WHO prequalificava Mylan India per, udite udite, il sofosbuvir. Proprio l'antivirale antiepatite C che secondo molti, con in testa Médecins Sans Frontières, deve costare un millemilamillesimo di quel che attualmente costa in occidente (vedi https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2022209374664606&id=1971621999723344 ).
Mylan India è ovviamente la filiale indiana della multinazionale dei generici guidata da noti gentiluomini (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=1978554129030131&id=1971621999723344).
Quindi, a marzo WHO prequalificava e la cosa faceva notizia perché il sofosbuvir low cost era diventato una priorità mondiale. Ecco qua il loro annuncio: http://www.who.int/medicines/news/2017/1st_generic-hepCprequalified_active_ingredient/en/
Bad, bad timing boys... loro prequalificavano a marzo e in aprile che succedeva? Quei cattivoni di FDA arrivavano, ispezionavano, e certificavano che la qualità del lavoro del loro prequalificato faceva schifo al pesce, con una bella warning letter, a stretto giro: https://www.fda.gov/ICECI/EnforcementActions/WarningLetters/2017/ucm550326.htm.
Molteplici violazioni delle Norme di Buona Fabbricazione (GMP) richieste a chiunque produca farmaci, mancanza di registrazioni o indagini su lotti non conformi di prodotto, voragini nel controllo della qualità, data integrity (sistema di registrazione dei dati) stile groviera , ovvero business as usual, il pacchetto standard di violazioni che trovano praticamente ogni volta che ispezionano un produttore asiatico.
Qua in occidente una warning letter di FDA è (era) un po' come il marchio dell'appestato, ma pare che in Asia siano trattate come un latitante ricercato per omicidio potrebbe trattare multe stradali. Meraviglie della farmaceutica globalizzata.
E c'erano stati pure precedenti: nel 2012 WHO prequalificava Guilin Pharmaceuticals per l'artesunato iniettabile. L'artesunato (disponibile anche in supposte pediatriche) è un antimalarico efficace anche nei casi gravi, quelli da falciparum (un farmaco di cui certi mediciscienziatisuisocial ignoravano del tutto l'esistenza, se si sta ai commenti di un noto caso di cronaca sanitaria del 2017). Ma anche nel 2012 con Guilin WHO prequalificando si dimostrava di bocca buona (tanto i farmaci erano destinati ad un programma africano). Infatti Guilin si era beccata una warning letter da FDA nel 2011, e se ne è presa un'altra nel 2015, tutte e due inerenti il sistema di controllo qualità.
https://www.pharmacompass.com/fda-inspection-483-warning-letter/guilin-pharmaceutical-co-ltd
https://www.mmv.org/newsroom/interviews/world-s-first-producer-who-prequalified-artesunate-injection-severe-malaria
Il tutto è culminato in pubblico attrito tra WHOe FDA nel 2017, ovviamente rimasto ben lontano dai grandi media europei (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/03/who-e-fda-conflitto-di-interesse.html).
Tutto ciò è quel che può succedere se programmaticamente si prende in considerazione l'idea di collocarsi al di fuori del modello regolatorio occidentale (FDA, EMA) evidentemente vissuto come "ostacolo" , per esempio) da SAGE, vedere pag 11 di questo pdf http://www.who.int/immunization/sage/SAGE_November_2011_Brennan.pdf .
Chiaro il programma? Chiedere a FDA e EMA un parere, ma poi cercare l'approvazione del prodotto nei paesi in via di sviluppo, per abbattere i costi. E se questa è la filosofia, non c'è da stupirsi se poi accade che in questi programmi venga sperimentato nell'uomo qualcosa che doveva rimanere ancora anni in laboratorio, e che probabilmente con criteri "normali" mai sarebbe arrivato ad un primo trial clinico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/fatto-coi-piedi-mandato-nelluomo-calci.html ).
Considerata la storia recente delle prequalifiche WHO forse questo fastidio non è limitato all'area vaccini.
giovedì 21 marzo 2019
IL DECLINO DELL'INNOVAZIONE FARMACEUTICA
"22 anni di chimica nel farmaceutico, e c'era più soddisfazione prima del 2005. " Questo ho scritto nella mia bio su twitter. Qualche tesserato del club del disagio intellettivo ha avuto da ridire anche su queste due righe. "Che sarà mai successo nel 2005?".
Lo racconta un tipo di McKinsey su Nature (https://www.nature.com/articles/d41573-019-00046-3):
"Guardando alla produttività e ai risultati di R&D (Ricerca e Sviluppo) degli ultimi venti anni, le dieci aziende più grandi erano la forza trainante fino ai primi anni 2000. Allora una nuova tecnologia - i mAb (anticorpi monoclonali) - si stava muovendo dalla periferia al centro dell'innovazione farmaceutica, e mAb blockbuster furono lanciati da una nuova stirpe di biotech. Anche Big Pharma addottò i mAb, con una serie di contratti (di acquisizione, NdCS), alla fine dei 90 e nei primi anni 2000, con successi variabili. Quindi, tra il 2005 e il 2011 l'industria visse un rallentamento (esacerbato dalla stretta sulla disponibilità di capitale), con una autentica crisi dell'R&D e ristrutturazioni multiple (licenziamenti di massa, chiusura di centri ricerche e siti produttivi, NdCS)."
Ristrutturazioni: all'epoca si leggeva su base regolare di nuove ondate di buste rosa oltreoceano (in USA è molto più facile che da noi). Dei tanti un'episodio mi è rimasto impresso. Un chimico licenziato da Pfizer (Pfired) aveva sgombrato la scrivania, era sceso nel parcheggio, era entrato nella sua auto e si era sparato in bocca. Per dire di qualcosa che sta dietro all'asettico termine "ristrutturazione":
Comunque fa un po' sorridere (un sorriso amarissimo) uno di McKinsey che nei fatti depreca il famoso decennio perduto di molte grandi. Fa sorridere, perché le politiche industriali che lo provocarono furono caldeggiate dai suoi colleghi dell'epoca: era gente di McKinsey, Ernest &Young, PWC che tra la fine dei 90 e i primi 2000 veniva pagata dai vertici aziendali per sentirsi dire più outsourcing, più offshoring, tagliate le spese di R&D. Ma sono soggetti così. Gemellini dei loro colleghi advisor nella finanza. Ai tempi della fusione Pfizer Wyeth (una fottuta apocalisse, in Italia) Pfizer aveva emesso bond per finanziare l'acquisto. Gli analisti finanziari erano tutti a dire che ne aveva emessi troppo pochi. Gli stessi però cinque anni dopo esprimevano dubbi sulla sostenibilità del debito Pfizer.
martedì 12 marzo 2019
WHO E FDA: CONFLITTO (DI INTERESSE)
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Levonogestrel |
(6/9/2017)
Non ci sono solo alcune ONG a tifare per il genericista indiano o cinese. Il WHO ha i suoi programmi per i paesi in via di sviluppo (lo dovreste sapere, ormai) e da un po' prequalifica i fornitori di principi attivi coinvolti.
Ora accade che nel 2015 ispettori del WHO prequalifichino Qinhuangdao Zizhu Pharmaceuticals anche se trovano "major deficiencies" nella gestione dei dati (da riferirsi principalmente al controllo qualità). Insomma, alla fine del procedimento WHO l'azienda è "compliant".
L'anno successivo invece arriva l'ispezione di FDA, che boccia senza appello il sistema di controllo qualità, tra l'altro a causa di analisi finali aggiustate in qualche modo (ripetute finché non si otteneva il risultato voluto). Risultato: warning letter, import alert (cioè blocco delle importazioni negli USA).
Ovviamente WHO si sente chiamata in causa e rilascia una dichiarazione.
Ma stiamo ai fatti.
Lo scopo di WHO è "to advocate and catalyze global and country actions to resolve the human resources for health crisis" . Quindi l'accento di WHO è sulle RISORSE, e la sua attività è anche (sopratutto?) una politica sanitaria globale. WHO nell'azienda cinese ha rilevato problemi gestibili e ha prequalificato. Perché? Perché il levonogestrel a prezzo stracciato è indispensabile ai suoi programmi (anche se la qualità del prodotto fa un poco schifo).
Lo scopo di FDA invece è proteggere la salute pubblica assicurando la sicurezza e l'efficacia dei farmaci. FDA non fa politica sanitaria, FDA è un regolatore puro, creato per esser tale (e per questo nel mirino dell'amministrazione Trump) .FDA è arrivata nell'azienda cinese, ha rilevato non solo una situazione incapace di garantire la qualità del principio attivo, ma anche comportamenti al limite della frode. E ha bocciato l'azienda.
WHO ha avuto sfortuna. Le probabilità di un cinese di essere beccato da FDA sono basse. Ma FDA il cinese l'ha beccato, e ora ufficialmente viene fuori che WHO ha qualificato un'azienda che produce principi attivi farmaceutici in modo pessimo. Per salvare la faccia WHO ha invitato i produttori di compresse a base di levonogestrel coinvolti nei loro programmi a trovare fornitori alternativi (allo stesso prezzo immagino). Che resteranno all'opera finché FDA (o EMA) non arriverà da loro per rilevare comportamenti simili o peggiori.
PS: WHO usa gli stessi criteri per prequalificare i produttori di vaccini coinvolti nei suoi programmi?
PPS: Considerata la piega presa negli ultimi anni, la presenza del suo presidente assieme a Lorenzin in sede GHSA, AIFA vi sembra ancora un regolatore puro?
http://www.gmp-compliance.org/gmp-news/whos-position-on-the-import-alert-for-a-chinese-api-manufacturers-products
MEGLIO L'OMEOPATIA, FORSE...
(29/8/2017)
Ma davvero credete di potervi curare un tumore con un farmaco complesso che diventato generico ora costa meno delle patate? Tanto vale prendere acqua e zucchero. Sempre di pensiero magico o effetto placebo si tratta.
Si continua a parlare dell'incredibile risparmio (e sottolineo incredibile) fatto con la gara al ribasso per i generici della Regione Piemonte. http://www.lastampa.it/2017/08/09/cronaca/a-gara-tutti-i-farmaci-crollano-i-costi-per-la-sanit-regionale-v6R5quO4sU8U6iqpxnzClK/amphtml/pagina.amp.html .
Qua c'è una lista di prezzi per confezioni da 120 compresse (o capsule rivestite) da 100mg di imatinib mesilato: http://www.starbene.it/farmaci/principi-attivi/imatinib-mesilato .
Noterete una fascia di prezzo uniforme tra i 900 e 950 eur (circa 7.8 eur a compressa) per una serie di produttori, occidentali ed asiatici (indiani), da Mylan a Sandoz, da Accord a Ranbaxy (che ormai da anni è stata rilevata dai giapponesi di Daichi Sanyo). Noterete il prezzo più che triplo dell'originatore, Novartis. E noterete alcuni prezzi bassissimi: Aurobindo Pharma: 300 eur (2.5 eur a compressa) EG Spa: 300 eur (2.5 eur a compressa) Fresenius Kabi Italia Srl: 455.52 eur (3.8 eur a compressa) DOC Generici srl: 300 eur (2.5 eur a compressa) Teva: 400 eur (3.33 eur a compressa) Questi sono prezzi molto molto bassi, ma ancora sostenibili (poco), in un modo o nell'altro. Ora, facciamo un'operazione di incrocio con la lista dei Drug Master File per l'imatinib registrati presso FDA : https://www.pharmacompass.com/us-drug-master-files-dmfs/imatinib-mesylate .
Guardiamo quelli attivi, e aggiornati con review o pagamento del GUDFA Notate qualcosa?
Cadila, Cipla, Dr. Reddy,Hetero Labs, Laurus Labs, Natco Pharma, Shilpa Medcare: questi sono i produttori indiani di principio attivo. Mylan, con la sua struttura indiana, non ha il DMF attivo. Aurobindo e Ranbaxy non hanno il DMF registrato, Quindi Mylan, Aurobindo e Ranbaxy comprano il principio attivo da altri, come la maggior parte dei produttori di compresse. Teva ha il DMF attivo ed in regola per il suo impianto israeliano. La FIS di Vicenza, gente che sa il fatto suo, ha il DMF registrato. Poi ci sono i messicani di Signa Sa De. E infine Tai Heng e Quilu Thane Pharmaceuticals, cinesi, in regola e aggiornati con la registrazione. Ricordatevi quel che è stato detto sugli Abbreviated New Drug Application e fate le vostre ipotesi.
Secondo voi gli Israeliani di Teva hanno un vantaggio comparato sui costi rispetto agli indiani di Dr Reddy e Cipla (non esattamente il top della fascia, Cipla, per usare un eufemismo)? Io dico di no.
Osservate l'immagine: in questa, che è una delle possibili sintesi per imatinib, I passaggi sono 8 (due servono per il cloruro acilico della reazione 6, si può cambiare qualcosa, ma il numero di step all'incirca quello resta). Poi c'è la cristallizzazione del mesilato. Dal punto di vista regolatorio, i passaggi dovrebbero essere fatti in GMP (Good Manufacturing Practice, cioè in impianto ispezionato, seguendo Procedure Operative Standard etc) dalla formazione dell'ultimo legame carbonio-carbonio in poi. In questo caso vuol dire GMP dal terzo passaggio in poi. E la Regione Piemonte ha acquistato una pillola da 100 mg a 47 centesimi (quanto una fiala dello stupidissimo - da un punto di vista produttivo - cisplatino).
Con un conto approssimato (principio attivo che fa un quinto del prezzo - del prezzo, non del costo) verrebbe fuori imatinib mesilato bulk con un costo di 940 eur/Kg. Non credibile. Neanche "forzando" le regole, facendo fare tutto fuori GMP da un terzista (cinese) e facendo nel proprio impianto solo l'ultimo passaggio della sintesi e la cristallizzazione. Neanche, in modo del tutto illegale, comprando a prezzi stracciati la base per fare sul proprio impianto solo il sale finale. (qua, per chi se la fosse persa, la puntata precedente https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2018572348361642&id=1971621999723344)
ADDENDUM 2019: Poi si è capito che c'era dietro. Le aste al massimo ribasso favoriscono il dumping, operato da aziende che poi pensano di pareggiare o guadagnare quando il paziente esce dall'ospedale e prosegue la terapia procurandosi il farmaco il farmacia. Sono anni che la storia delle aste al massimo ribasso va avanti. E ora si lamenta "Il segreto sui prezzi", mentre due anni fa si magnificava imatinib mesilato a 47 cent a compressa....
Ma davvero credete di potervi curare un tumore con un farmaco complesso che diventato generico ora costa meno delle patate? Tanto vale prendere acqua e zucchero. Sempre di pensiero magico o effetto placebo si tratta.
Si continua a parlare dell'incredibile risparmio (e sottolineo incredibile) fatto con la gara al ribasso per i generici della Regione Piemonte. http://www.lastampa.it/2017/08/09/cronaca/a-gara-tutti-i-farmaci-crollano-i-costi-per-la-sanit-regionale-v6R5quO4sU8U6iqpxnzClK/amphtml/pagina.amp.html .
Qua c'è una lista di prezzi per confezioni da 120 compresse (o capsule rivestite) da 100mg di imatinib mesilato: http://www.starbene.it/farmaci/principi-attivi/imatinib-mesilato .
Noterete una fascia di prezzo uniforme tra i 900 e 950 eur (circa 7.8 eur a compressa) per una serie di produttori, occidentali ed asiatici (indiani), da Mylan a Sandoz, da Accord a Ranbaxy (che ormai da anni è stata rilevata dai giapponesi di Daichi Sanyo). Noterete il prezzo più che triplo dell'originatore, Novartis. E noterete alcuni prezzi bassissimi: Aurobindo Pharma: 300 eur (2.5 eur a compressa) EG Spa: 300 eur (2.5 eur a compressa) Fresenius Kabi Italia Srl: 455.52 eur (3.8 eur a compressa) DOC Generici srl: 300 eur (2.5 eur a compressa) Teva: 400 eur (3.33 eur a compressa) Questi sono prezzi molto molto bassi, ma ancora sostenibili (poco), in un modo o nell'altro. Ora, facciamo un'operazione di incrocio con la lista dei Drug Master File per l'imatinib registrati presso FDA : https://www.pharmacompass.com/us-drug-master-files-dmfs/imatinib-mesylate .
Guardiamo quelli attivi, e aggiornati con review o pagamento del GUDFA Notate qualcosa?
Cadila, Cipla, Dr. Reddy,Hetero Labs, Laurus Labs, Natco Pharma, Shilpa Medcare: questi sono i produttori indiani di principio attivo. Mylan, con la sua struttura indiana, non ha il DMF attivo. Aurobindo e Ranbaxy non hanno il DMF registrato, Quindi Mylan, Aurobindo e Ranbaxy comprano il principio attivo da altri, come la maggior parte dei produttori di compresse. Teva ha il DMF attivo ed in regola per il suo impianto israeliano. La FIS di Vicenza, gente che sa il fatto suo, ha il DMF registrato. Poi ci sono i messicani di Signa Sa De. E infine Tai Heng e Quilu Thane Pharmaceuticals, cinesi, in regola e aggiornati con la registrazione. Ricordatevi quel che è stato detto sugli Abbreviated New Drug Application e fate le vostre ipotesi.
Secondo voi gli Israeliani di Teva hanno un vantaggio comparato sui costi rispetto agli indiani di Dr Reddy e Cipla (non esattamente il top della fascia, Cipla, per usare un eufemismo)? Io dico di no.
Osservate l'immagine: in questa, che è una delle possibili sintesi per imatinib, I passaggi sono 8 (due servono per il cloruro acilico della reazione 6, si può cambiare qualcosa, ma il numero di step all'incirca quello resta). Poi c'è la cristallizzazione del mesilato. Dal punto di vista regolatorio, i passaggi dovrebbero essere fatti in GMP (Good Manufacturing Practice, cioè in impianto ispezionato, seguendo Procedure Operative Standard etc) dalla formazione dell'ultimo legame carbonio-carbonio in poi. In questo caso vuol dire GMP dal terzo passaggio in poi. E la Regione Piemonte ha acquistato una pillola da 100 mg a 47 centesimi (quanto una fiala dello stupidissimo - da un punto di vista produttivo - cisplatino).
Con un conto approssimato (principio attivo che fa un quinto del prezzo - del prezzo, non del costo) verrebbe fuori imatinib mesilato bulk con un costo di 940 eur/Kg. Non credibile. Neanche "forzando" le regole, facendo fare tutto fuori GMP da un terzista (cinese) e facendo nel proprio impianto solo l'ultimo passaggio della sintesi e la cristallizzazione. Neanche, in modo del tutto illegale, comprando a prezzi stracciati la base per fare sul proprio impianto solo il sale finale. (qua, per chi se la fosse persa, la puntata precedente https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2018572348361642&id=1971621999723344)
ADDENDUM 2019: Poi si è capito che c'era dietro. Le aste al massimo ribasso favoriscono il dumping, operato da aziende che poi pensano di pareggiare o guadagnare quando il paziente esce dall'ospedale e prosegue la terapia procurandosi il farmaco il farmacia. Sono anni che la storia delle aste al massimo ribasso va avanti. E ora si lamenta "Il segreto sui prezzi", mentre due anni fa si magnificava imatinib mesilato a 47 cent a compressa....
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