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https://www.repubblica.it/scienze/2020/03/25/news/coronavirus_gl_scienziati_italiani_denunciano_i_guru_online_che_gridano_al_complotto-252285764/ |
giovedì 26 marzo 2020
DENUNCE E OSCURAMENTI, IL RITORNO DEL BULLSHIT DEATH MATCH
mercoledì 25 marzo 2020
REGOLAZIONE FARMACEUTICA E EMERGENZA
Praticamente subito dopo Codogno più di una volta ho notato l'assenza di iniziativa ministeriale riguardo ai protocolli farmacologici per COVID-19, in un'ottica di preparazione alla riduzione del danno. D'altra parte alcuni miei contatti, medici ospedalieri, mi hanno confermato che il ministero si è dimostrato estremamente riluttante a prendere misure riguardo problemi assai più semplici di gestione del paziente (e quindi si continua ad andare a sentimento di ospedale in ospedale, perlopiù)
Quando ho invocato un intervento del genere sicuramente qualcuno avrà pensato: "Eh ma mica si può fare, non lo fa nessuno".
In realtà no, non è vero, non solo lo fanno, ma si sono preparati a farlo e da tempo:
"L' autorità dell' Autorizzazione all'Uso di Emergenza (EUA) permette a FDA di aiutare il rafforzamento delle misure di protezione della salute pubblica contro minacce chimiche, batteriologiche, radiologiche e nucleari facilitando la disponibilità e l'uso di iniziative mediche di contromisura durante le emergenze di salute pubblica...
Il Commissario di FDA può permettere l'uso di prodotti medici non approvati o l'uso non approvato di prodotti approvati da usarsi nell'emergenza per diagnosticare, trattare o prevenire malattie gravi o potenzialmente letali quando non ci siano alternative adeguate, disponibili o approvate".
Inutile dire che Il Commissioner di FDA ha un potere un poco diverso dal presidente di AIFA. Ma se guardo questo video, che parla senza nominarlo di tocilizumab (https://www.youtube.com/watch?v=ekico64Stcg&feature=emb_logo) mi dico che qua anche se sei un medico con un nome e anche se ti appoggia il portavoce per l'estero del ministro della Sanità nonché membro del comitato esecutivo OMS, di speranze di introdurre in emergenza il tuo protocollo ce ne sono poche Che sono poi quelle previste dal decreto "Cura Italia", che ha ricondotto al solo ministero l'iniziativa di sperimentazione di farmaci, di fatto riducendo le autorizzazioni all'uso compassionevole.
E da noi tra off label e compassionate il confine è mobile. L'uso di tocilizumab sarebbe off label, ma sembra esser stato riportato nell'area del "solo trial e solo iniziativa ministeriale".
Al tempo stesso una settimana di video virale che parla del miracoloso farmaco giapponese, e tac, uno schiocco di dita e parte un trial su avigan, suscitando le perplessità dell'originatore (https://www.ilsole24ore.com/radiocor/nRC_23.03.2020_16.23_48945692). E tra l'altro nel trial non sarà usato il prodotto giapponese, che non è in commercio, ma una cosa cinese che, ovviamente, costituisce una tripla eccezione carpiata: "generico" di un farmaco mai approvato, e quindi lo stesso generico mai approvato, senza DMF registrati o altro (non si può registrare il generico di un farmaco non approvato, perché è l'approvazione del prodotto dell'originatore che garantisce efficacia e sicurezza). Ok che siamo in emergenza, ma questa è parecchio grossa, se non enorme.
Ma ritorniamo all'off label. Il protocollo alla sperindìo (Hail Mary Protocol, per chi segue la pagina) a base di ARV è/è stato una immensa e inutile iniziativa di off label, ma su questo neanche mezza parola da parte di AIFA. L'idrossiclorochina idem, viene largamente usata off label ma anche qua non c'è da fare sperimentazioni. L'idea di tocilizumab era buona proprio per la possibilità dell'off label, ma è stata messa al guinzaglio dal ministero.
Poi se personaggi in vista si producono in dichiarazioni dal tono "non esistono antivirali che funzionano, extra vaccino nulla salus" non è che aiutino gran che, anzi (https://www.globalist.it/news/2020/03/23/covid-19-lopalco-chi-pensa-che-si-potra-tornare-a-vivere-come-prima-si-sta-illudendo-2054941.html?www-globalist-it-pub=sunltshjg7afk8ch8g84lr6lth&fbclid=IwAR3klk0Wk-xCE0TlBMEI9Cr42JxhFhzleZBoNstScgTs4eTH1GXitN8N_qQ).
In breve l'inumano sforzo dei medici e del personale sanitario in prima linea è stato largamente penalizzato dalla completa assenza di iniziative ministeriali di contenimento del danno . Che avrebbero richiesto, evidentemente, impulso politico che non si è voluto trovare, o una forza che non si ha.
Quindi responsabilità non solo ministeriale, ma governativa, come per la gestione fallimentare della fase di allerta OMS.
Sempre che non pensiate che le immagini dei camion militari che portano via le bare da Bergamo siano state un indice di riduzione del danno.
lunedì 23 marzo 2020
SCARPE ROTTE, EPPUR DOVETE ANDAR
domenica 22 marzo 2020
THE BIG CLOROQUINE-HYDROXYCLOROQUINE MESS
sabato 21 marzo 2020
CORONAVIRUS - STRANI INBITORI , AVIGAN
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giovedì 19 marzo 2020
COVID-19: GLI ANTIRETROVIRALI NON FUNZIONANO
Vabbè, sai che notizia. Chiunque (e sottolineo chiunque) fosse "del mestiere" aveva detto che il razionale del trattamento è inesistente. Chiunque fosse del mestiere vedendo i dati in vitro (https://www.nature.com/articles/d41573-020-00016-0) avrebbe avuto la certezza che lopinavir e altri inibitori della proteasi di HIV non potevano funzionare.
Eppure questi farmaci hanno costituito a livello mondiale l'asse portante dei protocolli farmacologici contro COVID-19.
Questo perché ai tempi della SARS, nel 2003, qualcuno li usò e scrisse che aveva visto un effetto. Ma non si trattava di un trial, non c'era braccio di controllo.
In Cina il protocollo a base di ARV fino a ieri piaceva molto (come la clorochina, l'interferone e svariate altre cose) e non erano mancati articoli in cui si diceva che funzionava. Anche lì, nessun braccio di controllo.
Ora questo articolo su NEJM (https://www.nejm.org/doi/pdf/10.1056/NEJMoa2001282?articleTools=true&fbclid=IwAR1QEz_m_U7toSzu-EoxX8wAG7kIC3Y6ec2sAe8YEyhhVcIYoriIS2e7t54) riporta i risultati di un trial vero e proprio e, sorpresa: "we found that lopinavir–ritonavir treatment did not significantly accelerate clinical improvement, reduce mortality, or diminish throat viral RNA"
Cioè lopinavir non funziona.
Trattandosi di farmacologia, e non di macumba, il risultato era prevedibilissimo.
Cosa succederà ora? Cinicamente mi viene da dire "un trial non fa primavera" e si andrà avanti come prima finché qualcuno (OMS, EMA, AIFA, ISS) dirà chiaramente "Basta così!". Chissà quanto tempo ci vorrà.
(Ringrazio Alessandro Marinosci per avermi passato l'articolo)
PS: Se la prima volta che si è letto dell'uso di lopinavir qua sopra si è parlato di Hail Mary Protocol, non è un caso. Era il 31 gennaio. Per questa cosa (e per i primi risultati italiani di remdesivir) un po' di gente riferendosi a me ha cominciato a dire "lui lo aveva detto!". Ma non lo dicevo io, lo dicevano i dati disponibili. As simple as this.
mercoledì 18 marzo 2020
COVID-19: PRIMO TRIAL SU UN VACCINO
L'infodemia è un problema reale, con COVID-19. Ma non riguarda tanto iniezioni di vitamina C o uso delle mascherine, quanto i media tradizionali.
Stando ad ascoltare i media mainstream, a parte discorsi improbabili (l'antiinfluenzale che proteggeva dal coronavirus e simili) ho perso il conto dei vaccini "pronti in due mesi", "pronti ad essere prodotti", "già sperimentati nell'uomo", con i trial "che cominciano domani".
L'ultima ondata di rumore assordante ha riguardato due biotech tedesche, la prima quella che "Trump vuole in esclusiva per i soli USA il vaccino" (CureVac, e le cose non andavano così, Trump avrebbe voluto garantita UNA produzione in territorio USA, non proprio la stessa cosa)
La seconda, BioNTech, quella protagonista di una joint venture messa su in fretta e furia con Pfizer e che "ha dato risultati nei pazienti", solo che nessun paziente l'ha mai visto (https://www.barrons.com/articles/pfize-biontech-coronavirus-vaccine-china-51584450963).
Dall'intervento diretto della Commissione Europea si capisce come tutti questi discorsi abbiano fatto presa nella politica, una politica a cui sono state evidentemente vendute con successo aspettative con un fondamento piuttosto labile.
Commissioner @GabrielMariya and I spoke with @CureVacAG, a company doing highly innovative research on vaccine against the #coronavirus. The EU has supported the company’s research early on & will now finance again. Crucial to find asap the vaccine that will help the whole world.— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) March 16, 2020
La partita Trump-Van Der Leyen sul vaccino di CureVac AG (che ancora non esiste, e forse non esisterà mai) la dice lunga, al riguardo.
Ma Trump ha poco da agitarsi, perché chi arriva primo è proprio una di quelle agenzie federali a cui lui ha fatto la guerra negli ultimi anni, NIAID, che afferisce a NIH.
I vaccini mRNA sono una tecnologia nuovissima e mai implementata finora per un prodotto approvato. Questa mossa di NIAID fa credere che anche ai suoi vertici si pensi quello che tanti altri avevano già pensato: le piattaforme classiche, anche con i più recenti aggiornamenti, hanno fallito per anni nel trovare una soluzione su SARS o MERS, e probabilmente falliranno anche con SARS-CoV-2. La nuova piattaforma, con i suoi rischi di fallimento (proprio perché è nuova) offre comunque maggiori chances.
Ma che tecnologia è, questa dei vaccini mRNA?
Le Scienze un mesetto fa ci fecero un articolo sballato e sensazionalistico (http://www.lescienze.it/news/2016/07/06/news/vaccini_su_misura_nanopparticelle_rna_produzione_rapida-3151487/?fbclid=IwAR0d4mY6A4KtvUPYkRIAC5ZXtCStM3PTQ3qbbHnTmoN_MTZJlY63SEXr6Dc&refresh_ce)
CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...
