venerdì 24 aprile 2020

IL PUNTO SU REMDESIVIR



E le azioni Gilead vanno giù.
E le azioni Gilead vanno su.
E le azioni Gilead crollano.
L'ultima vicenda, "Remdesivir non funziona!" ha degli aspetti inediti. (https://www.statnews.com/2020/04/23/data-on-gileads-remdesivir-released-by-accident-show-no-benefit-for-coronavirus-patients/). I due trial cinesi, che non erano condotti dall'azienda, sono stati interrotti con la motivazione ufficiale che l'esaurimento dell'epidemia in Cina aveva reso impossibile concludere il reclutamento dei pazienti (non c'erano nuovi casi da trattare). Poi per errore OMS pubblica i risultati di uno dei due trial, che restano online abbastanza per fare il giro del mondo prima che OMS lo rimuova dal proprio sito. E' questo "errore" scatena il vortice di news e il crollo in borsa.
Quindi? Remdesivir funziona o non funziona?
Non sappiamo ancora. 
Gli ultimi risultati riguardano 1 dei 23 trial in corso.
Si tratta di risultati su casi gravi di COVID-19, quindi con la tempesta di citochine in atto, un processo su cui un antivirale efficace non può funzionare direttamente - da qua l'importanza dell'approccio con tocilizumab o inibitori JAK, che ovviamente restano fuori dai trial su remdesivir, e non è che qua sopra si sia citato e ricitato l'asse IL-6/JAK/STAT perché facesse figo.
E parliamo un attimo di endpoint. Lo studio in questione considera la mortalità e il tempo di guarigione.
Per quanto possa essere controintuitivo, la cosa che più interessa di sapere di remdesivir è se, quando e quanto azzera la carica virale (che è lo scopo di un antivirale) , e i risultati di questo studio, o almeno quelli diffusi, riguardo la carica virale non ci dicono assolutamente nulla
In quadro COVID grave, comprendente reazione iperimmune e tromboembolia, l'azzeramento della carica virale è insufficiente a garantire buone probabilità di remissione (da cui, di nuovo, l'importanza di immunomodulatori/immunosoppresori per i casi gravi).

Le dichiarazioni dell'azienda, che non dispera, attendendosi risultati migliori dai trial su casi meno gravi, non sono prive di fondamento. Gli effetti collaterali di cui si parla sul Guardian erano noti dalla documentazione preclinica, e riguardano dosaggi alti e continuati del farmaco.
Bassetti in Italia rimane convinto su remdesivir (ma questo non vuol dire gran che, ci sono medici e primari convinti quanto a cortisone e plaquenil). Genova è stata rimossa dalla sperimentazione sul farmaco, scatenando la reazione sua e della politica locale. AIFA ha reagito con un "Noi non c'entriamo!", e questa è una divertente risposta al riguardo https://www.primocanale.it/notizie/professor-bassetti-lasci-perdere-il-remdesivir-ce-lo-porter-il-pd-218613.html?fbclid=IwAR0eBU2CUpCGNS2PiNBCXh6DYlbL8KMOCS1ZlvPaZxNdArWO2sXXJnym7Ak
 
Quanto alla domanda "Remdesivir funziona?", la risposta definitiva la avremo quando gli altri 22 trial si saranno conclusi.

giovedì 23 aprile 2020

OMS "CATTURATA" DALLA CINA, GLI USA, LA GEOPOLITICA



WHO è stata cinesizzata? Sembrerebbe di sì. Personalmente ho avuto i primi sospetti con l'esitazione a proclamare l'allerta globale. Sui tempi della dichiarazione di pandemia non mi pronuncio, però l'endorsement implicito fornito nel trial SOLIDARITY a protocolli per COVID-19 basati su farmaci anti-AIDS, idrossiclorochina e interferone parlava cinese. L'insistenza sulla scorrettezza nel parlare di virus cinese o coronavirus Wuhan suonava male. Il non voler usare per il virus il nome SARS-CoV-2 suonava anche peggio.
La tensione tra USA e Cina è schizzata alle stelle fin da subito, quando le autorità cinesi hanno espulso giornalisti americani e Trump ha bloccato i voli con la Cina (misura condannata da OMS, ovviamente).
Ora che COVID-19 è diventato un diretto problema americano, il POTUS ha reiniziato a sparare ad alzo zero su CINA e OMS, minacciando di azzerare i finanziamenti americani a quest'ultima. E' ritornata in auge la tesi del virus sfuggito al laboratorio di Wuhan e tutto il resto.
Propaganda trumpiana? Anche. Ma non solo. Il problema dell'influenza cinese dentro OMS è diventato improvvisamente attuale. Anche in ragione dell'ultimo increscioso incidente, ovvero la questione Taiwan (https://www.ft.com/content/610e6d28-ddc2-4cbe-ae96-cc22f1ed43e8). La World Medical Association in una lettera al Financial Times ha denunciato le gravi conseguenze del mancato coinvolgimento di Taiwan da parte di OMS: Taiwan non è un membro di OMS a causa dell'opposizione cinese.
OMS è accusata di aver ignorato un'e-mail di Taipei del 31 dicembre 2019 che chiedeva della trasmissione da uomo a uomo del virus, al fine di mettere in atto una pronta risposta contro il rischio epidemico. Queste preoccupazioni furono liquidate da OMS. La Cina comunicò la trasmissione uomo-uomo del virus solo il 20 gennaio. Quando una giornalista di Hong Kong chiede a un vicedirettore OMS della faccenda Taiwan la cosa prende una piega vergognosa (https://www.youtube.com/watch?v=UlCYFh8U2xM&feature=emb_logo). Bruce Aylward, epidemiologo canadese, aveva avuto occasione di dichiarare che se si fosse preso COVID-19 avrebbe voluto essere curato in Cina...
Il punto è che Tedros Adhanom Ghebreyesus, biologo, è stato eletto direttore dell'OMS nel 2017 con una pesante influenza della Cina sull'assemblea elettiva. E non per meriti scientifici, quanto più probabilmente come Ministro della Sanità dell'Etiopia. L'Etiopia, il cui debito è per metà nelle mani della Cina, la cui compagnia aerea quando in Cina l'epidemia infuriava non ha mai smesso di garantire voli diretti con l'Africa - i dettagli sul Fatto Quotidiano (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/11/coronavirus-chi-e-tedros-adhanom-ghebreyesus-direttore-delloms-nel-mirino-di-trump-dal-governo-violento-delletiopia-agli-intrecci-di-favori-con-la-cina/5766179/). Alle critiche americane alla direzione OMS si sono affiancate quelle giapponesi e australiane.
Quando si parla di ONU tutti pensano alla politica. Chissà perché quando si dice OMS i più pensano a "scienza". E invece...

mercoledì 22 aprile 2020

IL RIASSUNTO DELLE PUNTATE PRECEDENTI



Pare che vada fatto ogni tre mesi. Il nome di questa pagina è una citazione. Viene da "The sceptical chymist", di Robert Boyle (1661), ritenuto l'atto fondativo della chimica moderna come scienza galileiana, quindi basata sui dati sperimentali. Boyle era membro della Royal Society, il cui motto era mutuato da Orazio: Nullius addictus iurare in verba magistri - nessuno è tenuto a giurare sulle parole del proprio maestro, una dichiarazione programmatica contro i vari ipse dixit che imperversavano all'epoca - e che non hanno smesso tuttora, di imperversare, perché il principio di autorità si è fortemente radicato nei dibattiti a tema tecnico scientifico, negli ultimi anni.
Il principio di autorità E' l'ipse dixit moderno: è vero perché lo dice il prof Tizio o il Dott. Caio. Quindi, come nell'ultimo scontro Tarro/Burioni, il tutto va a finire in una canea diffusa dove ognuna delle due parti impugna il curriculum del proprio portabandiera contro quello dell'altro.
Che è il miglior modo per non entrare nel merito dei temi discussi, che è quello che invece si prova a fare qua sopra.

Questo riguardo le varie considerazioni sul termine "scettico", che continuano a venir fuori periodicamente.
Se è vero che "la scienza è una cultura del dubbio" (Feynman), occorre comunque distinguere tra dubbio e dubbioh (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/il-dogma-le-scienze-lascienza-il-dubbioh.html).

Per questo chi si interroga riguardo a questa pagina sul "da che parte stai/state" si pone in un modo completamente opposto alle logiche che ispirano questa operazione.
Qua non ci si è mai posti il problema "questo deve essere vero perché voglio che sia vero, come faccio a dimostrarlo", che di fatto è il principio fondante della creazione di bolle contrapposte, della polarizzazione, nonché dell'azione della Scienza (cfr Stengers) cooptata dalla politica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/il-terzo-ladro.html).
Questo non vuol dire che questa pagina non abbia un indirizzo politico (e non partitico), che oltre che ad essere radicalmente democratico è fortemente contrario alle linee di politica sanitaria italiana, europea e globale che sono state imposte negli ultimi quindici anni (cosa che credo sia ormai chiarissima ai lettori di più vecchia data). Sono quelle politiche che hanno preparato al disastro pandemico così come lo stiamo vedendo e vivendo.

martedì 21 aprile 2020

CI ASPETTAVAMO LE ACCLAMAZIONI, E INVECE...

https://www.youtube.com/watch?v=cao9HFabxTo&fbclid=IwAR0XqTKvE37Dxd_GV_EV1OXGSWcVi54IPcTW54QjA0UH8IDiVCmsR7BU8zc


"Ad una delle nostre grandi conferenze internazionali ci fu un  progresso eccezionale: non avevamo trattato nessuno (per epatite C, NdCS) senza interferone, e avevamo provato tutti questi diversi farmaci. Lui aveva progettato questo trial e in questo trial c'erano pazienti trattati per 12 settimane. Alcuni erano trattati con questo nuovo farmaco, PSI-7977... e tutti i pazienti vennero curati. Questa è stata l'unica volta in cui mi sono ritrovato seduto a una conferenza medica in cui tutti rimasero a bocca aperta. Non ci potevano credere, per la prima volta delle pillole avevano curato l'epatite C... il tempo medio per lo sviluppo di un farmaco va tra i sette e i dieci anni. Questo successe nel 2011. Per il 2014 avevamo una formulazione combinata (con ledipasvir, NdCS), fatto i trial, presentato i dati che risultarono in un trattamento per epatite C che curava il 95% dei pazienti con una pillola al giorno. ed era semplice, sicura ed efficace. Fu un enorme passo avanti per la medicina, potevamo uscire a raccogliere la gloria per aver creato quello che fu letteralmente chiamato un farmaco miracoloso. Ci aspettavamo incredibili acclamazioni, ma non ne ricevemmo nessuna. Non avremmo ricevuto niente. Infatti la narrazione cambiò. E la narrazione cambiò perché questa diventò la pillola da migliaia di dollari."

Nezam Afdhal è nel board dei consiglieri scientifici di Gilead, ma non iniziate con "conflitto di interessi" e simili. La racconta giusta ed è quello che è successo. E non è successo solo con Harvoni e Sovaldi. E' diventato l'atteggiamento standard per quasi ogni innovazione farmaceutica dell'ultimo decennio, specialmente in oncologia - tutti hanno sentito parlare di immunooncologia, che in realtà si è fermata a due farmaci, o delle costosissime terapie Car-T, che riguardano piccolissime popolazioni di pazienti. Nessuno o quasi sa che il tumore ovarico BRCA+, quello per cui Angiolina Jolie si è sottoposta a una massiccia chirurgia di asportazione preventiva, è diventato curabile con gli inibitori di PARP.

lunedì 20 aprile 2020

RIGUARDO LE PROSPETTIVE DI UN VACCINO PER COVID-19 E MOLTO DEL RESTO

https://blogs.sciencemag.org/pipeline/archives/2020/04/15/coronavirus-vaccine-prospects


L'articolo di Derek Lowe è lungo, tecnico, in inglese ma offre il quadro più preciso che ho visto finora riguardo le prospettive di vaccini anti COVID-19. Quindi sforzatevi di leggerlo.
Vorrei aggiungere qualche considerazione sul "molto del resto". Derek parla di tempi senza precedenti, dal punto di vista dello sviluppo clinico, dicendo di sperare di non vederne altri di simili in futuro.
Il concetto è che si sta forzando, e forzando molto, i limiti di quanto consentito dalla regolazione farmaceutica riguardo lo sviluppo clinico, per forzare sui tempi di disponibilità di un eventuale vaccino. La scarsa disponibilità di modelli animali adatti (che esprimano ACE2 umano) è un problema che in alcuni casi viene risolto saltando direttamente alla sperimentazione clinica. E questa NON è una buona cosa.
Dal mondo accademico un misto di ignoranza e arroganza ha spinto in questa direzione in più di un'occasione, e la politica con tutto il sistema dei media segue.

Notare come a questa forzatura sul fronte vaccini sia corrisposta una del tutto simile sul fronte dell'uso off label di farmaci generici, ma niente di niente per quel che riguarda  farmaci ancora sotto brevetto o farmaci ancora sperimentali.
L'impostazione generici & vaccini ha completamente imbevuto le istituzioni mediche e le politiche sanitarie.
E con generici & vaccini da COVID-19 non se ne esce, ora e nel breve periodo, COVID-19 non si previene, COVID-19 non si cura. E' una sconfitta, e una sconfitta fortemente voluta da irrinunciabili pregiudizi. Su twitter ho letto una giovane rianimatrice che si sfogava: ci facciamo in quattro per questi pazienti, con turni massacranti, e non otteniamo risultati, più o meno questo diceva.
Senza farsi mezza domanda sul perché i risultati non si vedevano.
Le iniziative di successo, le eccellenze esistono. Ma sono minoritarie, e il conteggio dei morti lo dimostra. Lo stato dell'arte, per quel che riguarda le cure per COVID-19, è incredibilmente avanzato, e i risultati sono stati ottenuti e sono in via di conferma in tempi impensabili non dico 25 o 50 anni fa, ma anche solo ai tempi della pandemia H1N1 2009. Ma la maggior parte del sistema della medicina globale, anche nell'urgenza, anche nell'emergenza, si è dimostrata incredibilmente lenta nell'adottare l'innovazione terapeutica più efficace. Perché? Perché a base, ancora, di farmaci sotto brevetto e/o sperimentali. La pillola che cura COVID-19 da prescrivere al paziente a casa non esiste (Plaquenil/idrossiclorochina come antivirale non funziona). E non esisterà in tempi brevi, forse non esisterà mai, come il vaccino. Invocarla ora è futile.

domenica 19 aprile 2020

#IMMUNI, TRACCIABILITA', APP E TAMPONI


Appena è venuta fuori la faccenda Immuni al solito la cosa si è polarizzata
tra "La tua privacy finisce dove inizia il mio diritto a non ammalarmi" e notrax.
Di che si parla? Di niente, come al solito.
La cosa significativa di questa app è che registra i contatti via bluetooth.
Facciamo una piccola simulazione col presupposto di app obbligatoria (condizione
giuridicamente impossibile, a quanto pare).

Vado a fare la spesa in un supermercato in cui è obbligatorio l'ingresso con mascherina.
La maggior parte degli utenti che entra è anche dotata di guanti usa e getta, tutti rispettano la distanza di sicurezza di un metro, una situazione che minimizza i rischi di trasmissione.
Ammettiamo che io sono positivo asintomatico.Ammettiamo che mi ritrovo a distanza di un metro 20 soggetti, nell'arco della mia permanenza al supermercato, e poi la cassiera. Secondo la app ho avuto 21 contatti.
Una settimana dopo risulto COVID positivo al tampone. I 21 contatti (secondo la app) avuti durante la mia spesa al supermercato quindi risultano contatti con un infetto.
Quale è la probabilità che i miei contatti con loro siano stati efficaci dal punto di vista della trasmissione del virus? Quasi nulla. Se l'idea è che il tracing serve a fare meno tamponi, i 21 contatti verranno messi in quarantena sulla base del fatto che mi hanno incrociato al supermercato, con un criterio assolutamente ingiustificato.
Se invece il tracing prevede anche tamponi, si effettueranno 21 tamponi quasi sicuramente inutili.

In realtà essendo il raggio utile del bluetooth 10 metri, o la app riesce a discriminare in modo intelligente le distanze, o si può creare un numero folle di falsi contatti.
Il garante della privacy così si è espresso in audizione parlamentare:  «In primo luogo, la valutazione dell’efficacia attesa dalla misura non può prescindere da un’analisi inerente le azioni complementari e, dunque, la fase - che dovrebbe ragionevolmente conseguirne - dell’accertamento sanitario dei soggetti individuati, tramite data tracing, quali potenziali contagiati.
    Si possono raccogliere, infatti, tutti i dati possibili sui potenziali portatori (sani o meno che siano), ma se poi non si hanno le risorse (e persino i reagenti!) per accertarne l’effettiva positività, non si va molto lontano.» (https://www.gpdp.it/web/guest/home/docweb/-/docweb-display/docweb/9308774) - Link portato alla mia attenzione dal Prof. Enrico Nardelli (https://link-and-think.blogspot.com/2020/04/problematiche-del-tracciamento-dei.html)

Quindi, al di là delle problematiche privacy sì o no, fondamentalmente è l'ennessima falsa soluzione al problema vero, cortina fumogena, etc, mentre ancora ci si rifiuta di pronunciarsi a livello governativo su tamponi periodici al personale ospedaliero, per parlare della cosa più immediata ed urgente. Fallimentari prima, fallimentari durante, fallimentari ora. Su questa roba ha perplessità pure Il Fatto, ci rendiamo conto? (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/04/17/coronavirus-app-immuni-lisi/5773615/)

venerdì 17 aprile 2020

E PERCHE' NON L'ANTIEBOLA?


Hai visto mai...

Forse forse il vaccino COVID ultraveloce IRBM/Oxford University a settembre non ci sarà, anche perché pare che la condizione necessaria sarebbe mettere insieme entro giugno 100 milioni https://www.scmp.com/week-asia/health-environment/article/3079375/coronavirus-why-theres-no-quick-fix-covid-19-vaccine . Anche avere in squadra un allievo del virologo più noto della rete non garantisce miracoli (https://www.ilrestodelcarlino.it/rimini/cronaca/coronavirus-vaccino-1.5108276).
In mancanza del vaccino antiCOVID Zingaretti si porta avanti: obbligo per over 65 e personale sanitario per antiinfluenzale e antipneumococcica, per eliminare fattori confondenti con COVID, perché lo dice l'OMS.
A parte che l'OMS non riesco a trovare dove l'ha detto (il solito vecchio trucco, per caso? L'OMS dice... e poi invece no, l'avrà detto qualcuno ma OMS no di certo), parliamo un attimo di questi fattori confondenti.
A dare un'occhio alla prevalenza delle infezioni virali respiratorie in Italia il quadro sarebbe questo: rinovirus 44% Adenovirus 18%, RSV 13%, PIV 12%. L'influenza? Un misero 7% (ok sono dati pediatrici ma danno un quadro di quel che circola e quanto ne circola https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5958661/)
Considerato che l'antiinfluenzale se va bene e quando va bene ha un'efficacia del 50%, si parla di una riduzione massima (se va bene) del 3,5% quanto a fattori confondenti. Un obiettivo davvero ambizioso, per giustificare un obbligo vaccinale.
E con la polmonite come andiamo?
Eh eh, qua lo spettacolo si fa anche più interessante.
La Community Acquired Pneumonia (CAP), è la polmonite che ti prendi FUORI dagli ospedali, che è quella da pneumococco. La Hospital Acquired Pneumonia (HAP) è la polmonite che ti prendi SOLO in ospedale, causata da MRSA, pseudomonas, klebsiella etc: tutta roba per cui il vaccino antipneumococcico non funziona, ok?
Torniamo alla CAP: la sua frequenza in Italia negli over 65 è del 4.8 per MILLE, e l'antipneumococcica ha anche quella un'efficacia massima del 50%, ma prendiamo come riferimento quella dell'articolo: 27% (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4964513/).
Qui l'obiettivo non è ambizioso, è assolutamente spettacolare: portare il fattore confondente da CAP da 4,8 per mille a 3,3 per mille circa. Spettacolare.
Che poi a pensar male verrebbe da dire che forse sperano follemente in una minore necessità di tamponi (di braccino corto in Lazio, coi tamponi).
Oppure c'è una spiegazione più semplice: è una fissa, una compulsione monomaniacale per cui un vaccino non funziona se non è obbligatorio, per cui un vaccino o è obbligatorio o non è.

https://www.ilmessaggero.it/rieti/rieti_coronavirus_vaccino-5176656.html

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...