venerdì 21 luglio 2023

QUANDO TORNA BENE (TEMPERATURE MASSIME ETC)

 


Il "qua" ovviemente non è in Italia, ma un pezzo più a nord. E si sono viste a fine luglio minime di 10 (!) gradi. Giusto per precisare. L'informazione funzionale ha avuto molti critici, ma quando serve non fa schifo a quasi nessuno.

Poi qualcuno del branco finirà per sostenere che il 100% di auto elettriche in Andorra ha salvato il pianeta. Così, tanto tutto fa, come diceva quello che pisciava in Arno.

Invece di fare confronti con controlli ipotizzati (per non dire immaginari (https://www.valigiablu.it/clima-ondate-di-calore/) un'analisi della frequenza potrebbe essere più utile (ops, che sarà mai un'analisi della frequenza - e di solito si parla di analisi spettrale, che suona molto più esoterico). Non è che chi lavora nel campo dell'attribution science non se ne renda conto. Si rende conto anche di molte altre cose, tipo che hanno un problemino di qualità dei dati: One of climate attribution science’s challenges is the limited availability of high-quality observational data (https://blog.ucsusa.org/delta-merner/from-research-to-action-the-growing-impact-of-attribution-science/). Che è un modo per dire che purtroppo elaborano dati discutibili e quindi Garbage In, Garbage Out questa discplina lo ha scritto nel DNA. Ma del resto è facile capire (dal link, per esempio) che qua più che di ricerca si tratta di militanza. In perfetto stile con lo spirito del nuovo millennio. Benvenga chi oltreoceano vuol far pagare le compagnie petrolifere per il clima, beninteso. Ma dall'altra parte dell'atlantico l'impressione è che le politiche vadano verso la solita direzione: far pagare i più, che di soldi non ne avranno molti ma sono tanti.

Quando un biologo parla di modelli  mettete mano alla pistola. Quando lo fa un laureato in Scienze Naturali cercate il lanciagranate.

Scordavo: c'è una disinformazione "buona" e una "cattiva". A voi la scelta (l'unica razionale è "no, grazie, non gioco").

PS: Ricordiamoci la fine di certe previsioni (errore: ± 100 anni). Sorragazzi, e poi tocca fare tanto lavoro per ripulire casa (https://www.factcheck.org/2023/06/viral-posts-distort-greta-thunberg-tweet-warning-about-climate-change/). Questo non è "sorpresona, siamo sempre qua". Ma che sarebbe meglio un po' più di serietà. Altrimenti un'istanza finisce seppelita da tonnellate di strame. Ma soprattutto, come diceva Chico Mendes (https://it.wikipedia.org/wiki/Chico_Mendes), l'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio. Oggi più che mai. Mendes non l'avrebbero mai invitato a Davos e se l'avessero invitato sono sicuro che avrebbe rifiutato. 

PPS: Preferisco rileggermi Heavy Weather di Bruce Sterling, che ha un senso, che ascoltare  "informazione/divulgazione" tricolore sul tema, che non ha senso ma i soliti motivi identitari. COVID, clima: una faza una raza (e neanche cambiano il cast, come se la stagione precedente fosse stata un successo).

mercoledì 19 luglio 2023

SOTTOCORONA VS LA SOLITA MANICA DI...

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/07/18/news/sottocorona_meteorologo_negazionista-408171237/

La solita manica di "leggere imprecisioni", che credevate? 

Io non comincerò con un "non sono questo, non sono quell'altro". Per gli ultimi arrivati la posizione di chi scrive è che se domani l'Europa tutta (isole incluse) dovesse sparire d'incanto, il livello di emissioni di anidride carbonica continuerebbe a crescere imperterrito (e questo è nei fatti). Quindi la paccottiglia moralistica sui comportamenti CO2 neutri appena mi arriva la dispongo nel rifiuto indifferenziato. Quanto a paccottiglia moralistica il cancro principale del "dibattito" sul cambiamento climatico, le quote CO2 pro capite, è sempre stato sul podio. Purtroppissimo è la somma che fa il totale, come diceva qualcuno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/04/politica-gas-serra-e-rape.html), e la somma continua a essere la stessa da anni: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/la-produzione-mondiale-di-co2-questione.html

Ma torniamo a Sottocorona. Povero Sottocorona, non ha capito che le cazzate a fin di bene sono molto più importanti dei dati. Basta che siano le cazzate giuste, cioè quelle edificanti, che devono educare il pubblico. E poi facendo così fornisce un assist ai negazionisti etc etc etc. Ormai lo schema si ripete all'infinito. Infatti, ta-da...

https://www.open.online/2023/07/18/paolo-sottocorona-caldo-cambiamento-climatico-fc/

Ok, ve lo do io il contesto. Il contesto è che precisare questo e quello lo puoi fare se l'argomento non fa parte dell'agenda dei grandi media. Se invece l'argomento è di quelli "caldi" no, non si fa, non sta bene. Perché si rischia di incrinare la credibilità di chi ne parla (giornali, tv), e il meteorologo invece l'ha fatto, senza nascondere la sua indignazione per certe "leggere imprecisioni" sulle prime pagine e nei titoli di testa (moccolone, ho perso il conto delle volte che quelli "dalla parte della scienza" hanno decontestualizzato contenuti di questo blog - ci sono decontesualizzazione buone e decontestualizzazioni cattive, evidentemente).

E' facile immaginare che chi "comunica scienza" non abbia gradito l'uscita di Sottocorona, perché anche se i dati sono quelli il messaggio è completamente sbagliato. Qualcuno mi ha ricordato che anni fa, ai tempi de "la scienza non è democratica" il sottoscritto con chi "comunica scienza" ci parlava. Già, perché ero "socialmente" ingenuo, e perché ho colpevolmente creduto che l'avversione alla polarizzazione della categoria fosse onesta. Invece era strumentale, poi con la pandemia è venuto il loro turno e hanno scoperto tutti i vantaggi (personali) della "polarizzazione giusta", cioè quella del "messaggio giusto", alias la cazzata a fin di bene (del bene di chi, poi?).

Io ho sempre avuto in gran sospetto i cautionary tales, specie quando con i dati ci fanno un po' quello che gli pare (questi dati sì, quesi altri no) - e di solito la pratica è proprio quella, quella che nei loro avversari bollano come cherry picking. Perché? Perché sono anni e anni e anni che ho ha che fare con le belle parole, le dichiarazioni di intenti e tutto il resto, essendo poi quello che al di là di tutto il detto e il non detto doveva tirare fuori soluzioni funzionanti. Non edificanti o scintillanti, funzionanti. Quindi veder diventare policy europea robaccia non funzionante ma molto scilntillante e edificante mi provoca una nausea violenta.

Vi racconterò un segreto (un segreto di Pulcinella). C'è in atto un reshoring di una certa importanza. Cos'è il reshoring? Riportare indietro, a casa, quelle funzioni industriali (produzioni o altro) che erano state spostate altrove (per esempio in Cina) con una ventina di anni di offshoring. La cosa è dettata da considerazioni geopolitiche. Ci sono grandi aziende che non si sentono più molto sicure ad avere funzioni industriali collocate in Cina.

Ecco, questo fenomeno non pianificato, non determinato da nessuna policy, probabilmente farà più per la crisi climatica della somma di idiozie che stanno provando a vendervi come soluzione o atti inevitabilmente necessari.

Ora smetto di frugare nella websfera italiana, altrimenti mi viene voglia di raccogliere scarti di PVC e dargli fuoco in uno spazio verde.


I BEATI E LA BELLADONNA


Einhart (noto anche come Eginhard, latino Eginardus) fu direttore della Schola Palatina e consigliere di Lotario, primogenito di Ludovico il Pio. Ludovico gli conferì abbazie (Saint Waindrille, San Bavone di Gand, San Servais di Maastricht). Una breve nota su questi santi nordeuropei: Waindrille (Vandregisilo) fu un santo monaco franco del VII secolo. Bavone (Bavo di Ghent) altro franco del VII secolo, nobile di nascita, che dopo una gioventù dissoluta rigettò la vita materiale prendendo la tonsura. Servais (o Servatius, Serbatius o Aravatius, meglio noto come Servaas) fu un uomo di chiesa armeno del V secolo che finì per diventare il primo vescovo di quelle che oggi sono le Fiandre.

Tornando a Einhart, Ludovico il pio gli donò anche possedimenti nelle sue terre di origine, al confine tra Assia e Baviera. Einhart era entrato in possesso di alcune reliquie dei santi Marcellino e Pietro l'Esorcista.

Marcellino e Pietro erano stati martirizzati a Roma nel 304, durante le persecuzioni di Diocleziano. Una matrona romana a nome Lucilla ne aveva ricomposto le spoglie, seppellendole in una catacomba presso l'attuale Torpignattara. Qualche secolo dopo le loro reliquie furono quasi completamente trasferite oltralpe e alcune in qualche modo finirono nelle mani di Einhart, che nel 828 fondò sul Meno l'abbazia di Seligenstadt trasferendovi i resti -  da cui il nome del luogo, Seligenstadt sta per "città dei beati".

L'abbazia tutta, diventata benedettina, fu ampiamente rimaneggiata in epoca barocca. A quell'epoca si deve anche la risistemazione e l'espansione del chiostro in un giardino con alberi da frutta potati in modo da restare poco più che bonsai. Non so se il giardino dei semplici (https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero#Architettura) esistesse nelle epoche precedenti, ma direi che sia leggittimo ipotizzarlo. Vederlo seguito e curato oggi mi ha fatto un certo effetto - il gran festival dei metaboliti secondari. Come portabandiera del giardino dei semplici scelgo questa


La Belladonna, dal significativo nome inglese Deadly Nightshade, è una fonte di alcaloidi tropanici. La classe di composti, vicini strutturalmente alla cocaina, comprende scopolamina, hyoscina e atropina, in particolare propria della Belladonna. 


Di base l'atropina è un antimuscarinico, quindi tra l'altro miorilassante (https://en.wikipedia.org/wiki/Muscarinic_antagonist) e in passato era usata anche in protocolli di rianimazione. Ma il complesso vegetale vede una serie di usi autorizzati: per dire, AIFA lo inserisce non solo tra gli antimuscarinici, ma anche tra gli antiemorroidali lenitivi. 

Nell'orto non poteva mancare la Digitale Purpurea, che grazie al suo contenuto di digitossina ha trovato da secoli impiego negli scompensi cardiaci.

E non poteva mancare una Vinca, in particolare una Vinca Minor. In questo caso credo che si tratti di un'aggiunta recente al giardino, perché il genus Vinca deve la sua fama principalmente al Catharanthus Roseu, membro africano della famiglia e sorgente più nota degli alcaloidi della Vinca, molti dei quali sono stati autorizzati da tempo come antitumorali (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3883245/).

Il giardino dei semplici dell'abbazia di Seligenstadt è ampiamente bordato di timo. Per me il timo selvatico è quello che dà l'aroma irresistibile alla zuppa, che in certe parti della Toscana viene chiamata minestra di pane. Ma il suo uso va ben oltre la cucina e ha radici antichissime. Per esempio gli egizi usavano l'olio essenziale di timo come uno degli ingredienti per gli unguenti dell'imbalsamazione. Azione antibatterica, quella del timo, dovuta principalmente al suo contenuto di timolo.

Non intendo dire che era già tutto lì, nel giardino dei semplici di Seligenstadt e di cento altre abbazie. Me ne guardo bene.

Ma guardano a questo giardino con gli occhi di oggi percepisco un alto grado di continuità. Se l'etnobotanica ha costituito un capitolo importante dello sviluppo farmaceutico moderno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/il-serpente-e-la-tetrodotossina.html) la nostra stessa erboristeria, i nostri giardini dei semplici sono stati una delle fonti più importanti delle attuali farmacopee.

Verrebbe da fare un'ultima considerazione riguardo tutte le chiacchere su "naturale" e sintetico. Per fare un esempio, c'erano in circolazione antociani di sintesi molto più puri di quelli ottenuti per estrazione da vegetali. Mi vengono in mente anche tanti discorsi sulle "innaturali chemoterapie" che invece erano spesso a base di composti "naturalissimi" (alcaloidi della vinca, appunto, e tassani).

"Naturale" non è mai stato buono a priori. Guardate bene la foto dell'Atropa Belladonna: il cartellino ha un teschio con tibie incrociate - è una pianta velenosa (eppure utile). Ancora una volta mi viene da pensare che certe credenze - "naturale" vs "non naturale" - derivino principalmente dalla medicina di massa, cioè la medicina odierna, che quasi sempre ha solo vaghe cognizioni sui farmaci che usa e che è perlopiù  ispirata al principio "Fatto, avanti un altro". Una medicina spersonalizzata e impersonale, che come effetto collaterale produce individui sfiduciati o colti da da una cronica sindrome di rigetto nei confronti dei suoi metodi. Il problema principale è che sfiducia e rigetto trovano rifugio troppo spesso nella ciarlateneria. I fallimenti del sistema generano mostri, e l'unica risposta che il sistema pare conoscere sia lo stigma. Il risultato finale è una cancrena apparentemente incurabile.


lunedì 17 luglio 2023

POPOLAZIONI (OVVERO: INCIDENZA DI IDIOZIA)

 



"I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli". 

Queste stranote parole di Umberto Eco, del 2015, erano un assunto imperfetto. In primo luogo perché Nobel rimbecilliti non mancano. In secondo luogo perché tra gli imbecilli sui social sono facilmente rilevabili figure con incarichi istituzionali, cattedratici e professionisti. E sono quelli che offrono lo spettacolo più penoso. Quindi imbecille da bar contrapposto a non imbecille titolato oggi non regge, e direi che non reggeva neanche nel 2015. Già, 2015: quando il nemico erano gli antiscientifici grillini e tra i caporioni della milizia proscienza sui social italiani c'erano pasticcere, gioiellieri, ragioniere. E rilevare in tutto ciò una profonda contraddizione era sommamente cafone.

Anni e anni fa iniziai a sentire i due opposti mantra "Gli italiani sono migliori di chi li governa" e "gli italiani non sono migliori di chi li governa". Ovviamente usati a seconda di chi governava e spesso dalle stesse persone al cambiare dei governi. Questo per dire che in nuce la polemica è vecchia e molto plasmabile o flessibile.

Fermo restando il fatto che i social media sono la finestra definitiva sull'idiozia umana  il tema, al contrario di quel che i più credono, non si ferma al riduzionismo che fu praticato da Eco. Ammetto di aver saputo dell'esistenza di Idiocracy, il film, sui social, perlappunto. Col tempo ho constatato che chi lo citava e si poneva il problema della dilagante idiozia era idiota quanto lo erano i suoi bersagli.

Nel quadro prevalente della "critica all'idiozia" (che include la critica al suffragio universale e tante altre belle cose del genere) si rilevava uno schema fisso: ovvero il presupposto che il tasso di idiozia non fosse omogeneo tra popolazioni italiane diverse. Per esempio, la popolazione di chi vota per x ha un tasso di idiozia del 100%, mentre quella che vota per -x ha un tasso di idiozia irrilevante. Iricercatori e i professori universitari poi hanno un tasso di idiozia nullo. Beh, quasi nullo, perché quando il professor X o il dottor Y o il ricercatore Z andavano contro la parola d'ordine corrente (o il rosario del giorno, se preferite) beh, allora immediatamente venivano collocati nel campo dell'idiozia. Cosa che è successa  ad Alessandro Barbero e a Carlo Rovelli, per fare due esempi a caso. Ma comunque si tratterebbe di eccezioni trascurabili.

A seguito dell'esperienza CS sarei portato a ipotizzare che queste metriche dell'idiozia siano buone unicamente per lo smaltimento come rifiuto indifferenziato.

Cominciamo prima a definire idiozia. Vediamo la Treccani

idiozìa s. f. [dal fr. idiotie, der. di idiot «idiota»]. – 1. a. Nel linguaggio com., condizione da idiota, stupidità, scarsa intelligenza: rivelare la propria i.; anche di cose fatte o dette stupidamente: i. di una domanda, di una risposta, di un comportamento. b. Con sign. concr., azione, comportamento, pensiero, frase da idiota: fare, dire, scrivere una i., delle idiozie; sarebbe un’i. rinunciare all’offerta; che i., andarglielo a dire! 2. In medicina...

Lasciamo perdere la definizione medica, che non è pertinente, e approfondiamo o meglio estendiamo:

An Educated Idiot is a person that went to college, but is dumber than a rock. The Educated Idiot feels like he/she is smart, but they screw up everything they get involved in. They have a hard time getting dressed, driving a car, or eating. Only the parents are proud of their Educated Idiot children mainly because they themselvs are also Educated Idiots.

(una terminologia  simile è stata usata anche da Nassib Taleb, per dirne uno  https://www.shortform.com/blog/intellectual-yet-idiot/)

Se si ridifinisce idiozia con educated idiocy ho il forte sospetto che il suo tasso si conservi tra una popolazione e l'altra, pari pari. Il campione CS non è di sicuro rappresentativo, ma in cinque anni gli educated idiots sono stati forse la presenza più rilevante, per tacere degli ineducated idiots che si credevano educated grazie a un diploma o una triennale, a volte presa online. Quindi Idiocracy è stato letto e citato con un certo pregiudizio, quello che vedeva il conflitto tra idioti classici e educated idiots (o chi si riteneva tale, anche se nella vita faceva, che ne so, il grafico, l'OSS, la donna delle pulizie etc).

Il principale problema è "la scienza", anche parlando di formazione:

 

Scienze della produzione alimentare (anvedi)

Scienze della produzione animale  (stica...)

Scienze della comunicazione (stica^3)

Scienze del turismo (stica^5)

Scienze economiche (Economia e Commercio non era abbastanza figo, evidentemente)

Scienze della Pubblica Amministrazione (che dire..)

Scienze per la Pace (loss for words)

Scienze dello spettacolo e della produzione multimediale (!)

Scienze della comunicazione grafica e multimediale  (e qua ogni commento possibile è censurabile)


Direi che qualcosa è sfuggito pesantemente di mano qualche tempo fa, sia al ministero che nelle università. Davanti a un panorama del genere è quasi compresinsibile che qualche laureato in medicina si sia ritenuto depositario del pensiero scientifico (in realtà il pesiero scientifico di del solito paio etc).

Io vengo da una facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali del tempo, in cui la posizione nella catena alimentare dei vari corsi di laurea era ben chiara. E  bene o male, dati i tempi, ci dovevamo confrontare anche con Heidegger, che aveva scritto: la scienza non pensa. Heidegger non distingueva tra scienza e tecnologia (come quasi tutti al giorno di oggi) ma probabilmente aveva ragione. La scienza non pensa, ma qualche scienziato si e qualcuno educato in una disciplina scientifica pure.

I partigiani della scienza che danno dell'idiota agli altri sono perfetti adepti dello scientismo pop odierno, la compiuta ipostasi della scienza che non pensa. Decenni fa mi ricordo un certo attivismo riguardo a una "scienza responsabile". Oggi la scienza oltre a non pensare declina ogni responsabilità. In cinque anni di attività su isocial una cosa la posso affermare: al 98% i rappresentati dell'accademia presenti su quelle piattaforme erano scienza che non pensa (ma obbedisce).

Chi vende o pratica o vorrebbe praticare "comunicazione della scienza" ovviamente è iscritto alla scienza che non pensa (ma obbedisce), però ha centrato un punto, e il punto è la propaganda, o meglio la guerra per la narrativa. Dopo alcuni anni sono sempre più convinto che, riconoscendo la guerra in corso, non si debba lasciare al nemico la scelta del campo di battaglia.

venerdì 14 luglio 2023

IL MONACO GUI GOU E L' INTELLIGENZA ARTIFICIALE

 

Il maestro Zhaozhou entrò nella cella del monaco Gui Gou nell'ora di meditazione e lo trovò che stava forsennatamente digitando sulla tastiera del suo computer portatile.
"Cosa diavolo stai facendo Gui Gou?" chiese Zhaozhou.
"Interpello ChatGPT per sapere come raggiungere l'illuminazione" rispose Gui Gou.
Allora Zhaozhou afferrò il mouse e lo colpì violentemente sulla nuca.
In quel momento il monaco Gui Gou raggiunse l'Illuminazione Artificiale.

mercoledì 12 luglio 2023

GRANDI (?) RITORNI - MA LA QUARTA SERIE E' UN FLOP

 

https://www.salute.eu/2023/07/11/news/covid_virus_autunno_epidemie_previsioni-406991684/

 

Eravate in crisi di astinenza virale? Tranquilli c'è chi pensa a voi. Ora avete una nuova speranza.

Questo articolo si inserisce in un filone che in teoria dovrebbe essere estinto, quello della pandemia perpetua. Qualcuno se le ricorda le idiozie sul "nuovo normale"? Tiravano ancora niente male in certi giri quando in mezzo continente il vecchio normale era tornato al suo posto, esattamente dove era prima. E si tiravano virtuali uova marce a chi aveva avuto l'ardire di scrivere la parola "omoplasia". Poi arrivò Kraken...

Ora, fosse stata una sceneggiatura per una fiction chiamare la nuova terribile mutazione del virus Kraken non avrebbe funzionato. Sicuramente piu' di un critico avrebbe scritto che si era cercato l'effettaccio da poco e senza successo. Quando si è arrivati ad Arturo... ok, è diventata una sitcom, potevate dirlo.

E veramente sitcom è stata. Adnkronos: Covid, Oms: "Variante Arturo può diffondersi e far salire contagi"(https://www.adnkronos.com/internazionale/esteri/covid-oms-variante-arturo-puo-diffondersi-e-far-salire-contagi_5mzBaKDVBUGmkIQPtXcLBo) (risate fuori campo). "Covid, continua calo casi. Oms: variante Arturo la più diffusa " (http://www.doctor33.it/politica-e-sanita/covid-continua-calo-casi-oms-variante-arturo-la-piu-diffusa-/) (ohhhhhhhh fuori campo). Ma fin da aprile "L'Oms reputa "bassa" la "gravità""(https://it.euronews.com/next/2023/04/26/covid-nuova-variante-arturo-tutto-quello-che-ce-da-sapere). Applausi, titoli di coda.

In realtà non ci sono parole per la stampa italiana. In estate morti di caldo in autunno morti di COVID (o altro, che fa lo stesso). In inverno suggerirei l'apocalisse nucleare, poi si può riprendere da capo. 

Nella stagione fredda i virus respiratori ritornano... ma dai, chi l'avrebbe mai detto. Certo è incredibile come l'umanità sia riuscita a sopravvivere a periodiche epidemie di influenza. Ma che dico, incredibile come l'umanità sia sopravvissuta al raffreddore. Una cosa incomprensibile.

Alle volte penso che sono davvero fortunato. Fortunato perché non lavoro ne nel giornalismo ne nella comunicazione più generalmente intesa. Che tristezza infinita deve essere essere ridotti a scrivere roba come questa o tanta altra (e tra 2020 e 2022 s'è visto molto di peggio). Che incredibile squallore ripetersi in questo modo.


martedì 11 luglio 2023

AI E TUTTO IL RESTO

https://www.youtube.com/watch?v=fxiHM11w-rk

 

Beh, era facile capirlo. Mi ricordo quello che faceva addestrare l'AI da chimici medicinali per ottenere AI che avrebbe sostituito i chimici medicinali. questa cosa era di fatto la ragione sociale di Benevolent AI e quel che ne è venito fuori NON è stato un successone (https://www.fiercebiotech.com/biotech/benevolentai-makes-deep-cuts-after-midphase-flop-laying-180-and-shrinking-lab-footprint). Già scritto, è la sottile linea che divide gli attrezzi utili dalle black box magiche  Ma del resto il sogno del capitale di avere mano d'opera non conflittuale e a basso costo (i robot) è stato sostituito dalla realtà in cui si ha mano d'opera non robotica e non conflittuale a basso costo - e il capitale non ha abbastanza ringraziato i sindacati, del resto la natura del capitale non è dare, ma prendere. Prendere? Rapinare, in effetti, mi ricordo qualcosa del genere scritto da Pierluigi Sullo una ventina e passa di anni fa su Il Manifesto. Poi si è arrivati alla Rangieri. Tristissima parabola. I quotidiani comunisti, in Italia, di fatto sono morti da qualche parte negli anni 90. Un capitolo chiuso, in teoria, che è sopravvissuto a sé stesso, in ginocchio. E vorrei far notare che la posizione "in ginocchio" non si addice gran che a un quotidiano che insiste a definirsi comunista.

Comunque ritorniamo a AI e dintorni, riprendo ancora una volta Sara Gandini:

È indubbio che siano strumenti utili ma i rischi che vedo sono vari. Ne elenco alcuni per poi approfondire alcuni aspetti.

Un primo aspetto importante da ricordare è che per usare questi strumenti la realtà deve essere trasformata in un dato binario. Ogni informazione deve essere codificabile, e le persone, le malattie, le cure, tutto quello che accade nella relazione tra medico e paziente, la storia dei pazienti… tutto deve essere riducibile ad un dato bidimensionale immagazzinabile per poter essere codificato e analizzato e questo ovviamente porta ad una riduzione della realtà che lascia fuori l’imprevisto dell’umano, la soggettività, l’inconscio, l’eros, la magia delle relazioni.

Si perde qualcosa quindi ma accelerano i calcoli e questo attira molti ricercatori che a mio parere si affidano alle macchine come scorciatoia per pensare, come se bastasse schiacciare un bottone per comprendere il significato nascosto di grandi quantità di dati, senza bisogno di studiare criticamente la letteratura scientifica. Con l’AI ci si affida alle macchine per dare risultati che spesso ad esempio sono semplici correlazioni scambiate per legami causali, di causa ed effetto, perché non c’è tempo per ragionare sui disegni di studio, sulle fonti di bias e confondimento e capire cosa affettivamente quel singolo studio è in grado di dire e cosa no.

Si chiede alle macchine di pensare al nostro posto, perché chi usa senso critico rallenta il processo e non è funzionale.

L’abbiamo visto anche durante la pandemia in cui i dati scientifici venivano portati come verità assolute. Abbiamo sentito dire frasi come “qui parlano i dati”, ma i dati non parlano da soli, si tratta sempre di interpretazioni di risultati che dipendono dalle conoscenze e dall’esperienza dei ricercatori e delle ricercatrici.

E così sempre più ci si affida all’intelligenza artificiale come un qualcosa di magico, di salvifico, di oggettivo, con l’illusione che le macchine potenti e infallibili, ci portino verso verità neutre e imparziali.

Ma se si parla così tanto dell’AI in questo momento è anche dovuto al fatto che attira enormi capitali in ogni ambito, dagli psicologi ai biologi, ai medici, tutti stanno investendo su queste tecnologie. Ora ad esempio sempre più spesso si sente parlare di ospedale virtuale come di una realtà che si avvicinerebbe al paziente, visto che non ci sono finanziamenti per i servizi territoriali. La telemedicina viene in soccorso, senza bisogno di spostarsi, di vedersi in presenza, di toccare i corpi dei pazienti.

(https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/25852-sara-gandini-intelligenza-artificiale-implicazioni-etiche-e-politiche.html?highlight=WyJnYW5kaW5pIl0=)

Sullla libidine per la black box software, Deus Ex Machina, neanche a farlo apposta, avevo scritto due scemenze qualche giorno fa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/software-chimica-e-molto-altro.html). Ma del resto viviamo in un mondo in cui nel 98% dei casi il pensiero critico (secondo alcuni l'unico pensiero) ha abdicato all'hype - e da sempre le ragioni dell'hype sono solo due: soldi o potere o tutte e due.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...