sabato 5 agosto 2023

UNA NUOVA NORMALITA'

Come passa il tempo. Quando sono espatriato in Italia si lavorava al green pass, che sarebbe velocemente diventato green pass rafforzato, mentre dal'altra parte della Manica il Freedom Day era una cosa fresca fresca e chi sperava in decine di migliaia di morti per quella decisione aspettava, aspettava, aspettava (invano).

Tutto questo intorno a me è alle spalle, completamente dimenticato.

Ormai alle volte non mi ricordo se un film l'ho visto in versione originale o doppiato in italiano. A un certo punto mi sono accorto di aver cominciato a sognare in inglese. Uno dei miei principali sforzi è, la sera, è pensare al pranzo del giorno dopo. Non riesco a rassegnarmi al panino e non è una cosa solo da italiani: all'ora del prazo dal microonde della caffeteria escono odori inglesi, polacchi, cinesi, russi, indiani. Sono gli odori che gli scientist (qui siamo definiti così), sia che lavorino in laboratorio sia che gestiscano quelli che ci lavorano, si portano da casa loro, vicina o lontana che sia.  

Dopo lunghe ricerche alla fine mesi fa mi sono piazzato in un appartamentino in un centro storico. Esco di casa e a destra vedo l'alta guglia di una chiesa, a sinistra la via tra due file di case, perlopiù di fondazione medievale, che si allunga verso sud. Già solo questo vale l'oretta e qualcosa passata dal lunedì al venerdì sui mezzi del trasporto pubblico.  Faccio la vita del lavoratore pendolare, indipendentemente dai numeri sulla mia busta paga. Una o due volte al mese mi ritrovo davanti a una pinta nel pub dell'aeroporto prima di un volo verso l'Italia. Ebbene, se per me esiste una nuova normalità è questa, in cui quello che all'inizio era nuovo e inesplorato è diventato noto e familiare. E in cui io sono diventato noto e familiare a molti che incrocio ogni giorno fuori dal lavoro, altri pendolari che prendono gli stessi mezzi, il commesso del minimarket che mi saluta con un "Buongiorno!".

L'Italia mi pare sempre più una causa persa (Fallitaly, come ho sentito da qualcuno, e non si riferiva a virtù amatorie). Arriveranno le pioggie d'autunno, qualche inondazione, e sarà ancora solo e soltanto climate change (e non anche ultradecennale mancata cura del territorio https://www.wumingfoundation.com/giap/2023/07/lemilia-romagna-hotspot-caos-climatico/). Ma questa estate mi sono fatto qualche giorno di vacanza dove niente bruciava né cadevano chicchi di grandine gigante. E devo dire che "la gente" non mi pareva particolarmente impressionata da telegiornali e titoloni. Invece quando sono tornato a quella che ormai è "casa" me lo hanno chiesto: "Ma c'erano quasi 50 gradi?" "Ma eri nelle zone devastate dal fuoco?" "Ma eri nelle zone devastate dalle tempeste?". Beh, si sa, all'estero tra chi non viaggis regolarmente nel Belpaese la cognizione della geografia italiana è piuttosto labile. Ma... la stampa italiana pare che se ne strafreghi dell'effetto che provoca fuori dai confini. Anni e anni a dire "il turismo è il nostro petrolio" e poi note di agenzia che al di là delle alpi fanno decidere di scegliere un'altra destinazione per le proprie vacanze. Un capolavoro della demenza cronica nei gangli critici dello stivale che non dovrebbe sorprendere, perché da quanti anni questo è l'andazzo? E chi se ne ricorda.

A tutte le domande allarmate io ho sempre risposto che mi sono congedato dalle mie vacanze italiane  al tavolino di un bar su una spiaggia, in costume, sorseggiando un prosecco, con 28 gradi e un cielo limpidissimo.

Tornando a qua si va tra 12 e 18 gradi, nel momento in cui scrivo. Queste temperature record (delle minime) saranno anche attribuibili dalla scienza al climate change ma di fatto il tutto si risolve in un classicone: "non so cosa mettermi oggi"- perché, come diceva quello, l'abito fa il monaco. Dopo aver sentito fin troppe idiozie sul "nuovo normale" questo vecchio normale per me non è più nuovo, ormai. Pensando all'ultimo post di Starbuck, anche questa sarebbe una chiusura, ma... switchblades keep stinging in one tenth of a moment. Corporate life, you know...

https://www.youtube.com/watch?v=eLlmbCkb3As

giovedì 3 agosto 2023

SE TUTTO SI CHIUDE - By Starbuck

 


La notte in alta montagna nel silenzo riporta suoni antichi. Li ascolto di nuovo.

Erano lì anche lo scorso anno. Rumori di torrenti impetuosi, ripide discese di folate tra le rocce.  E anche l’anno prima. I fischi di marmotte mattutine. Ma non riuscivo a sentirli.

Seduta su una sedia mentre il Sole non c’è già più mi rendo conto che dopo 6 anni la pace è tornata. Non ho bisogno di spegnere il telefono per staccare forzatamente mentre qualcosa dentro di me si chiede cosa starà accadendo. Il telefono giace acceso e anch’esso silente. Niente notifiche dai social su cui non sono più. Pochi messaggi. Sporadici. Dagli esigui amici, gli stessi di una vita.

Un ciclo si chiude, si chiude almeno per me. Il ciclo iniziato nel giugno 2017 con la legge Lorenzin e con tante, troppe domande. Ora, dopo anni di caccia alle streghe, di scienza e, dulcis in fundo, di covid, tutte quelle domande hanno trovato un posto se non una risposta.

Non so cosa sta succedendo in Italia (“aaaaapolitica”) ,se ne parla distrattamente a pranzo. Il giornale locale è tornato a parlare di incidenti stradali e dell’allarme del momento in fondo ai titoli: se da bravi salvatori-del-mondo vi interessa il claimatceing o la battaglia dei giusti del momento, di sicuro non comprate questo giornale da bar qui e prendete una variante di caffè in un caffè molto più adeguato.

Io invece il caffè ho cominciato a berlo nero. Ne bevo 2 o 3 al giorno: con la pace ritrovata anche la tachicardia da ansia del domani mi ha abbandonato. E aggiungere dello zucchero alla bevanda scura non mi interessa da un po’.

E non scrivo quasi più. O meglio, scrivo. Peggio, pubblico. Sulle riviste peer reviewed.

Gioco al giochetto dello scienziato. Ne sfrutto tutte le storture. Le fosse. Fregandomene.

Credo di averci creduto per un po’, ad una certa missione della “scienza”. Adesso che non credo più a nulla, pubblicare la solita sbobba lascientifica mi resta lieve. Basta che l’inglese sia decente e non mettersi di traverso a nessuna “consolidata teoria” e poi passa tutto.

Gioco al gioco. Dei titoli, dei progetti, dei chair, dei posters, delle invited talk, dell’invitation letter, della support letter. Grafici che vanno di moda fatti col linguaggio che va di moda.

Bevo vino rosso mentre aspetto che la cena finisca la cottura su un mucchietto di legna. Leggo un libro. Di filosofia.

A fine Agosto riparte la scuola e il problema maggore sarà trovare il diario desiderato. 

Ammiro la stellate della notte.

E tanti saluti, cara Italia, che sei di là da quelle montagne.

mercoledì 2 agosto 2023

NARRAZIONI PATOGENE (CLIMA)

Ho googlato "narrazione tossica" negazionismo clima. Si può facilmente immaginare quello che si trova.

E se quanto a narrazioni dannose le cose fossero del tutto diverse?

"No, impossibile!" direbbero in coro i più.

Sorpresona: se i più sbagliassero se per tossico si intende "dannoso per gli esseri umani"?

"Assolutamente impossibile!" direbbero i più.

E tanto per cambiare sbaglierebbero di grosso.

"Ecoansia" non è una "brillante" trovata per un siparietto teatrale al Giffoni Film Festival (https://www.youtube.com/watch?v=hWbiu1mVv3g). Preesisteva: 


https://www.auxologico.it/ecoansia-ansia-climatica-cose-cause-sintomi#:~:text=C%27%C3%A8%20una%20parte%20di,l%27esplosione%20della%20crisi%20climatica.

 

E' roba del marzo scorso: 

L'eco-ansia può manifestarsi in diversi modi, tra cui ansia e stress, tristezza, senso di impotenza, disperazione e senso di colpa. Può anche influire sulla salute mentale delle persone ed essere fra i fattori che possono portare a depressione, disturbi del sonno, disturbi alimentari e dipendenza da sostanze. Sembra sia maggiormente concentrata soprattutto fra i più giovani, preoccupati per il loro futuro e per quello del pianeta. La giovane età, infatti, rientra tra i principali fattori di rischio, insieme a una forte esposizione mediatica e all'impegno attivo nei confronti dalla crisi ambientale in atto.

Anvedi... e non finisce qua:

Può essere sperimentata anche dalle persone che sono consapevoli e preoccupate per le questioni ambientali globali e l'impatto che stanno avendo sul pianeta nel suo complesso.... strategie utili possono includere la meditazione ,l'esercizio fisico, la riduzione dell’accesso a notizie negative e la partecipazione ad azioni di attivismo climatico.

Notevole che si consigli la partecipazione ad azioni di attivismo climatico, quando gli attivisti sono i primi quanto a produrre notizie negative e apocalittiche.

Ma mica finisce qua... il bersaglio fisso di tutti i negazionisti, IPCC, tramite il suo nuovo direttore ha parlato:

https://www.dw.com/en/climate-change-do-not-overstate-15-degrees-threat/a-66386523

E questo non significa "Niente di grave". Significa: voi calvalcatori dell'apocalisse climatica per un pugno di like, o qualche ospitata televisiva, o perché semplicemente non avete trovato altre "cose giuste" da perseguire nella vostra vita, beh, con tutto il vostro liso moralismo e tutta la vostra buona volontà state facendo più danno che altro.

Voi, che accusate gli altri di narrazione tossica, riuscite a fare peggio di loro propalando una narrazione veramente patogena: e la patologia è una conclamata psicosi climatica, emersa e riconosciuta da psicologi e psichiatri. Lastricano la via dell'Inferno, si diceva delle buone intenzioni. E guarda caso...

Ma sicuramente c'è chi pensa che la psicosi climatica sia benvenuta, sia bella, sia GIUSTA. Non chiamiamola ansia o psicosi, chiamamola estasi dei santi. E infatti che si diceva anche? Nazione di santi etc etc.

E intanto i cavalcatori dell'apocalisse cavalcano, non per il bene vostro, come si è visto, ma per il bene proprio: esposizione, articoletti, vanità, like e tutto il resto. Che belle persone, che si credono bellissime e giustissime.

lunedì 31 luglio 2023

L'ELEFANTE NELLA STANZA (CLIMA)

 

https://globalcarbonatlas.org/emissions/carbon-emissions/

E' facile notare come, a dati aggiornati, le cose non siano cambiate negli ultimi 5 anni. In realtà ora si può ben vedere che la produzione europea di CO2 è in costante calo (un calo lento ma persistente). Questo calo è vanificato dalla crescita velocissima di emissioni a carico di altri soggetti. E la produzione di CO2 cinese è talmente enorme e crescente che qualcuno si dovrebbe chiedere per quale motivo quando si parla di emissioni di gas serra non si parla di loro. Una possibile spiegazione la dette Al Gore: loro rispettano gli accordi di Parigi (andiamo bene, e se non li rispettavano che succedeva?). Se è vero che la Cina rispetta gli accordi di Parigi l'efficacia degli stessi è ben sintetizzata dal grafico.

Ma il grafico ci dice anche un'altra cosa: ci dice che la questione clima è in primis una questione geopolitica. L'impennata di produzione CO2 cinese è cominciata con il suo ingresso nella World Trade Organization. Se si decidesse quello che nessuno vuole decidere (buttarla fuori da WTO, per esempio) un probabile risultato sarebbe una guerra mondiale. Non è esattamente un segreto che l'altro grande produttore di CO2, gli USA, strillano Russia ma valutano confronti militari con la Repubblica Popolare Cinese. E Taiwan è lì, un innesco che nessuno vorrebbe accendere, ma gli incidenti capitano - e a volte c'è qualcuno che li vuole far capitare.

Mi ripeterò: le policy ambientali internazionali sapevano essere efficaci, nel mondo preglobalizzato. Le piogge acide e il marmo dei monumenti striato di nero sono ricordi lontani, ormai, come la mucillaggine nell'Adriatico. Il bando degli ozone depleters veramente era riuscito a chiudere il famigerato Buco dell'Ozono. Poi la Cina è entrata nel grande gioco economico assieme ad altri e tutto quel lavoro rischia di andare perso (https://edition.cnn.com/2021/02/11/world/ozone-layer-china-emissions-intl-scn/index.html).

Sono abbastanza vecchio da ricordarmi bene il pacchetto di propaganda e propagandisti post Kyoto: le emissioni CO2 pro capite, il nauseante "noi siamo cresciuti e abbiamo fatto il danno, non possiamo chiedere a loro di non crescere, dobbiamo decrescere noi" (che camuffava il fatto innegabile che sulla "loro" crescita il capitalismo occidentale realizzava profitti folli, a spese delle classi lavoratrici occidentali).

Quantitavamente il quadro continua ad essere quello che vedete nell'immagine. Un'Europa carbon neutral, se realizzata, lo cambierebbe ben poco, quasi niente. Questo non vuol dire che non vadano incentivati processi virtuosi, affatto. Ma incentivarli è una cosa, pianificarli a carico dei soliti noti (i più) mentre gli altri soliti noti (i pochi) ci guadagnano, al grido "Salviamo il pianeta!" no. Assolutamente no. Fosse per me MAI.

giovedì 27 luglio 2023

GENERICISTI INDIANI, STAMPA INDIANA: C'E' UN PROBLEMA (SAI CHE NOVITA'...)

 

https://www.thehindu.com/business/Industry/explained-why-are-indian-drugmakers-under-the-lens/article67032025.ece

Quando i nodi vengono al pettine anche a casa.  Su questo ritaglio sono inciampato su likedin la scorsa settimana (per datare il testo). E questa è la traduzione:

Da ottobre dell'anno scorso le farmaceutiche indiane sono sotto la lente di ingrandimento internazionale per aver esportato farmaci sospettati di essere contaminati che avrebbero portato alla morte dei bambini.  Recentemente la Nigeria ha lanciato l'allarme riguardo a due farmaci a somministrazione orale. Anche il Camerun ha lanciato l'allarme riguardo uno sciroppo per la tosse che avrebbe ucciso diversi bambini. Sri Lanka ha ritirato dal mercato due farmaci Made in India collegandoli a reazioni avverse in diversi pazienti. Da ultimo il Gambia ha dichiarato che dal primo Luglio sta conducendo rigidi controlli di qualità su tutti i farmaci prima che partano dall'India. 

Subito dopo che il Gambia ha riportato la morte di almeno 70 bambini dovuta a uno sciroppo per la tosse contaminato made in India, nel dicembre dell'anno scorso sono venuti fuori rapporti dall'Uzbekistan di almeno 18 bambini morti dopo aver consumato sciroppo per la tosse contaminato da alti livelli di glicole dietilenico. L'azienda farmaceutica, Marion Biotech, ha avuto la licenza revocata in marzo dall'agenzia nazionale, la Central Drugs Standard Control Organisation (CDSCO) . Ma il Ministero della Saluta e del Welfare Familiare non ha risposto ad alcuna domanda.

Il glicole dietilinico nello sciroppo rimanda a un notorio predente storico, la faccenda dell'Elisir Sulfanilamide (https://en.wikipedia.org/wiki/Elixir_sulfanilamide): era il 1937, lo sciroppo a base di sulfamidici con dentro il glicole dietilenico causò un avvelenenamento di massa e sull'onda del clamore per l'incidente nacque FDA. In breve questa faccenda non ha a che fare con la compliance (o con la non compliance) GMP - Good Manufacturing Practice, le norme di buona fabbricazione che in occidente garantiscono piuttosto bene la sicurezza dei farmaci in commercio. Qua siamo al livello più basso, quello prima della nascita della regolazione farmaceutica.

Del lungo fastidio dei produttori asiatici nei confronti della regolazione farmaceutica occidentale qua sopra si è parlato più di una volta (per esempio qui https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/i-grandi-classici-il-trinciacarte.html e qui https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). Ma questa faccenda testimonia un livello di alienità al sistema regolatorio che Europa, USA, Giappone, Canada etc si sono lasciati alle spalle nel secolo scorso e per buone ragioni: il farmaco deve trattare, non uccidere.

Viene da considerare anche un altro aspetto più disturbante: i mercati di destinazione del farmaco. Dopo anni e anni sembra che in certi casi l'attitudine sia quella di certi dirigenti di Ranbaxy al centro di una notoria vicenda:

La cultura aziendale prevedeva che il management dettasse i risultati desiderati e che quelli sottostanti piegassero il processo per raggiungerlo. Ha descritto come Ranbaxy si sia presa le sue maggiori libertà nei mercati in cui la regolamentazione era più debole e il rischio di scoperta era minimo. Ha riconosciuto che non c'erano dati a sostegno di alcune delle domande di autorizzazione di Ranbaxy in quelle regioni e che la direzione lo sapeva, secondo Thakur. 

(https://fortune-com.translate.goog/2013/05/15/dirty-medicine/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc&_x_tr_hist=true)

Storie ormai vecchie e poco interessanti da noi, ma a quanto pare ancora terribilmente attuali in Africa e nei mercati in cui la regolamentazione è più debole e il rischio di essere scoperti minimo. Eppure io mi ricordo bene di quanti hanno santificato i genericisti indiani (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/farmaci-brevetti-hiv-nel-2001-si.html). Ma con medici e farmaci è così: mediamente la categoria ha zero competenze per parlare di produzione e regolazione farmaceutica, ma lo fa, imperterrita.

martedì 25 luglio 2023

SCALE TEMPORALI

Ve la ricordate la Professoressa Bignumska? (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/05/la-narrativa-dei-numeri-e-due-cose.html) Mi veniva da pensare che le scale temporali sono un po' come le scale di energie: c'è solo un ristretto intervallo (finora) per cui esiste la vita come la conosciamo, cioè anche la vita umana. 

Ma una particolarità degli umani è quella che chiamiamo storia. Se pensate in termini di vite umane (specialmente di vite umane del tempo) l'Egitto dinastico durò un'eternità (ed ebbe le sue terribili crisi).

In tempi più recenti anche i Re di Roma durano molto. Ci fu un bel po' di gente che visse in una Roma governata da re, ben più di una generazione. 

Alessandro Barbero (https://www.youtube.com/watch?v=6RLa0Lxk37A) ci ricorda che in una delle pagine meno considerate della storia italiana, il periodo longobardo, bastò poco, iniziò con "gente" che si considerava "cives romanus" e finì con gente del tutto simile, i loro discendenti, che si consideravano "lumbard". L'Impero Carolingio (che mise fine all'Italia Longobarda) durò anche di più. E quello degli Ottoni?

Il Regno crociato di Gerusalemme durò quasi due secoli, e quasi un secolo nella sua pienezza (dal 1099 alla battaglia dei corni di Hattin (https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Hattin): in molti vissero l'intera vita sotto quel regno, e i loro figli fecero altrettanto. Prima e Seconda Guerra Mondiale, se per intensità non sono paragonabili, durarono niente rispetto alla Guerra dei Cento Anni e alla Guerra dei Trent'anni. In realtà, mutatis mutandis, la devastazione e lo spopolamento conseguenza delle Guerre Gotiche (20 anni) e della Guerra dei Trent'anni non hanno rivali, nemmeno tra le guerre del 900. Qualcuno di recente mi ha fatto notare che la densità di popolazione di certe regioni dell'Italia adriatica è decisamente inferiore a quella dell'Italia tirrenica, e forse per queste differenze ci sono ragioni millenarie.

Eh, già, la storia - e la storiografia - sono un bel problema. Per epoche preistoriche abbiamo dati su temperature e concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera e altro da fossili, carotaggi di ghiaccio artico, sezioni di alberi secolari etc etc. Ma non abbiamo la storia, che è cosa eminentemente umana e inerente l'uomo, quella historia magistra vitae che avrebbe dovuto insegnare a tutti, ma i più erano variamente giustificati o semplicemente assenti senza giustificazione. Già, l'uomo. Di questi tempi perlopiù ci si scorda che quello che un po' troppa umanità pone fuori e sopra di sé, "la scienza", è fatto umanissimo perché praticato da umani. Oggi troppi pongono "la scienza" sopra l'uomo esattamente come qualche secolo fa (e da alcune parti tutt'ora) si poneva sopra l'uomo un dio. Pare che viga una legge di "conservazione delle fedi": se i più non credono più a una, allora credono ad un'altra cosa, come disse Chateaubriand, poi riecheggiato da Chesterton.

Ma torniamo alle scale di grandezza. Se per catturare per l'occhio umano fenomeni che avvengono in brevissimi lassi di tempo si richiede una fotografia ultraveloce, per catturare per lo stesso occhio fenomeni che richiedono decenni, secoli, o milioni di anni servirebbe una fotografia più che ultralenta, e si porrebbe molto seriamente il problema della durata in funzione dell'apparato che rileva o, più in generale, della durata dell'osservatore. Perché tra alta energia e tempi molto lunghi ci sono alcune differenze: un osservatore nel presente può osservare tempi molto lontani solo se molto lontani nello spazio, ma non può osservare per tempi più lunghi della sua vita. Un sistema di successione degli osservatori può durare di più, ma i sistemi umani non hanno durata molto lunga (di questi tempi, per esempio, basta un taglio di fondi a farli finire). Ma ancora, parlando di umani, grazie a Dio abbiamo la storia.

Parlando di storia quanto al passaggio delle Alpi da parte di Annibale abbiamo uno storico contemporaneo, che scriveva in greco di faccende romane. Eh già. Ricevo una mail indignata in cui mi si racconta che il direttore di Focus, ops, pardon, Le Scienze, avrebbe sostenuto che quando Annibale passò le Alpi passò sui ghiacciai e per questo perse molti uomini. "E Polibio???" si chiede nella mail. Ah, beh, Polibio che io sappia non ha H-Index e i 40 libri delle sue storie non sono pirreviued. Infatti Polibio, negazionista ante litteram, non parla di ghiacciai ma di neve che inizia cadere (e prima della neve di Allobrogi http://www.maggiofilosofico.it/1247/). Ma sono appunto dettagli insignificanti: Polibio non ha alcuna validità scientifica (ma c'è proprio bisogno, per il ben della causa, di prodursi in cazzate così facilmente sputtanabili dal primo che si ricorda quel che ha studiato al liceo?).

Di questi tempi ho pensato spesso a meteo e clima e a epidemie. Meteo, veloce. Clima, lento, epidemie, veloci, ma in ogni caso si tratta di fenomeni non lineari. Di prima verrebbe da dire che è più facile sbagliare le previsioni su fenomeni veloci (si è visto molto bene in tempi di morbillo prima, di COVID poi) che su fenomeni lenti (clima). Però quanto a clima globale i duecento anni di dati sono la replica in scala di una settimana di dati COVID. Il senso di questa osservazione è che in questo caso "l'esponenziale" dei tempi di COVID, che reggeva sì e no un paio di settimane, potrebbe reggere una decina d'anni o più (lo sapremo quando lo vedremo).

La scala dei tempi dei fenomeni ci garantisce rispetto a COVID tempi più lunghi per le possibili azioni correttive, globali e locali (vedere Kyoto e Parigi, peccato siano partite male e continuate peggio). Riguardo le azioni globali non ho speranze: il modello economico globale non si tocca, e questo è il peccato originale di Kyoto e Parigi (ah, non scordiamoci quella genialata che è stata la finanziarizzazione delle quote CO2) . 

Se considerate che l'aumento degli ultimi 30 anni di concentrazioni di gas serra è dovuto in primis agli sweat shop asiatici e del sud del mondo creati dalla globalizzazione, si dovrebbe deglobalizzare. E al di là di discorsi fighetti sul "chilometro zero" (che supporto per ragioni del tutto differenti), deglobalizzazione e accorciamento delle distanze fisiche tra i punti delle filiere è una bestemmia in chiesa, il più delle volte. 

Le soluzioni locali, che sarebbero mitigazione più che soluzione, guarda caso, negli ultimi tempi sono roba da negazionisti e terrapiattisti. Se si prevede una maggiore frequenza di eventi metereologici estremi da subito dovresti mettere mano al dissesto idrogeologico del territorio. Ma questo per la solita banda di animebelle (cioè sepolcri imbiancati) è roba da negazionisti. Del resto da chi continua  votare per quelli che per vent'anni hanno pensato che fosse una figata la "valorizzazione del waterfront" che ti vuoi aspettare? I benefici di quella valorizzazione e della copertura di canali e corsi d'acqua non si discutono. Soluzioni moderne, mobilità elettrica etc, ci sia o no l'infrastruttura necessaria, e basta, non si discute. Chissà che insegna chi insegna ai corsi universitari di "Scienza della mitigazione dei danni da cambiamento climatico". Tutto bene, qualsiasi cosa insegni è comunque scienza.



domenica 23 luglio 2023

IL MONACO GUI GOU E I RECORD DI TEMPERATURA

In una giornata di sole cocente, il maestro Zhaozhou sorprese il monaco Gui Gou sdraiato su un lettino da spiaggia, in costume da bagno, con gli occhiali scuri, che sorseggiava una bevanda ghiacciata sotto un ombrellone piantato al centro del giardino Zen.

Che diavolo stai facendo Gui Gou” urlo` Zhaozhou. “Dovresti essere a meditare!”

Perdonami, Maestro! Non riesco proprio a meditare. Non e` mai stato cosi` caldo”, rispose Gui Gou.

Non sei mai stato cosi` idiota!” replico' Zhaozhou. E divelto l’ombrellone, lo colpi` violentemente sul capo.

In quel momento il monaco Gui Gou raggiunse… l’insolazione!


 
(Felice di ispirare il Monaco, anche se contro la sua volontà)

Il Panda Acquasilente di John J. Muth



CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...