venerdì 2 febbraio 2024

L'IGNORANZA E LA SCIENZA DEGLI IGNORANTI


(da un amico)

La "scienza" di cui si parla è quella delle traiettorie degli elettroni, delle curve epidemiche esponenziali (quindi sempre crescenti), delle equazioni metaforiche, dell'acqua che bolle a temperatura costante di 100 gradi centigradi (uscita non solo di tanti "scienziati", ma finita pure su libri di scienze delle superiori), dei farmaci approvati con articoli pirreviued. Sarebbe a dire la "scienza" che funziona a cazzo di cane, quella roba con cui non sarebbero esistite macchine per la risonanza magnetica o la tomografia assiale, per dirne solo due.

L'avete voluta la diffusione della "scienza"? Godetevi i risultati.

La storia è sempre quella, da anni: chi ha fede nella scienza perché di discipline scientifiche nulla sa, e chi con le discipline scientifiche ci lavora e la fede non ce l'ha (ma il più delle volte in pubblico non lo dice perché non sta bene e perché nuoce ai finanziamenti).

Poi parlando di realtà...Tempo fa a pranzo da amici mi sono trovato a chiaccherare con uno studente di ingegneria che era rimasto allibito dal fatto che la maggioranza della gente con cui lavoro non ha idea di cosa sia una serie di Taylor. Perché non serve (almeno non fino a quando serve e finisce per salvare la giornata). Starbuck tempo fa tirò fuori la scomposizione dei polinomi: cosa parli di scienza se non sai scomporre un polinomio? Appunto.

Perché quella dell'immagine non è scienza ma lo scientismo pop, a me fin troppo noto: nutrito di divulgazione, televisione, social media e ignorante come una capra: chiedigli di definirti l'entropia e ti divertirai, chiedigli di definirti un p-value e si difenderà dicendo che sono tecnicismi.

Per carità, non è che "gli altri" siano messi meglio, ma l'opposizione non è scienza o non scienza, ma "giusto" o "non giusto" tra due tifoserie accomunate dalla stessa profonda ignoranza di una qualsiasi disciplina scientifica, che però tirano in mezzo la "scienza". Una questione di dogmi, una questione identitaria ed è finita lì. Ecco, in un panorama del genere sono molto contento di non essere né da una parte né dall'altra. Il che vuol dire essere anche piuttosto soli, ma come scrisse quello

Down to Gehenna, or up to the Throne

He travels the fastest who travels alone

giovedì 1 febbraio 2024

L'EXPAT DI RITORNO A CASA: GLORIA SIA RESA A QUELLA TRIPPA

 

Viene da dire in primo luogo del taglio della trippa, non esattamente quello che trovi ovunque. Poi ci sono i pioppini e il discorso si fa lungo... Lungo perché i pioppini ormai sono per tutti questi, che potete trovare in ogni supermercato dell' Europa Occidentale o quasi:


Invece loro usano questi, uguali a quelli che mia nonna faceva crescere su un ceppo di pioppo (li faceva con le salsicce, aglio, poco pomodoro e una giusta dose di nepitella):


E poi c'è il brodo di verdura, inteso in senso letterale, verde (foglie di sedano, bietola etc) e zenzero. Il risultato finale scalda il cuore.

Da che l'ho assaggiata, tornato a Nord, ho smesso di buttar via le foglie del sedano. Ho cominciato a usarle nelle minestre di verdura. Qui la trippa non è comune, per niente, e la prossima sperimentazione, con lo zenzero, sarà con un piedino di maiale - perché in fondo, trippa o piedino, si parla di perlopiù tessuti connettivi e quindi di tanto collagene. La cosa notevole, nell'esecuzione della trippa nell'immagine è che il collagene libero scarseggia (ipotizzo una lavatura della trippa bollita). Il che la rende ancor più notevole. Ah, per chi non conosce che lo zampone, il piedino di maiale è parente alla zampa di pollo: cotenna e tendini, muscoli pochi, tutto diverso dallo stinco.

E a questo punto mi viene una riflessione su tutti i discorsi su cibo e "scienza e tecnologia", bio, non bio, industriale, non industriale, e tutto il resto. Il cibo non è semplicemente "nutrimento". Il cibo è molto altro e molto di più. Il palato ha una sua memoria e una sua curiosità. La memoria del palato è un po' come la memoria della musica. Sono cose che hanno un senso profondo e personale, e nessuna neuroscienza può aggiungere significato a tutto questo. Il cibo è cultura, inteso in senso antropologico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/the-swede.html). E le culture possono evolversi (o decadere). Nel nord Europa, in alcune nazioni, la cultura del cibo si è evoluta - specialmente quando si trattava di nazioni senza una vera cultura del cibo, cioè con una cucina perlopiù decisamente triste. Altre, possa piacere o no, invece la loro cultura del cibo ce l'avevano eccome e se la sono tenuta - per quanto a un mediterraneo tale cucina possa risultare assai discutibile.

Ma, ripeto, tutto questo non è niente che possa essere catturato da un discorso "scientifico" del giorno d'oggi. E chi dice che non c'è differenza tra industriale e non industriale perché lo dice la scienza non ce la potrà fare, mai.

E' una questione di gusti. A me piacciono, tra l'altro: quel che ha radici profonde, specie quando le riconosco, le vecchie biblioteche, i centri storici delle città europee, la poesia di Eliot e la prosa di Joyce, la buona cucina, il buon vino, le birre trappiste, i frammenti di Eraclito, il James Bond interpretato da Sean Connery, gli whisky di Islay, l'Highland Park 10 years old Ambassador Choice, i dati statisticamente solidi, i bei formalismi matematici e le cristallizzazioni ben riuscite, 

PS: Si tratta della trippa dell'Erbaluigia (Pisa).

martedì 30 gennaio 2024

LA SOSTENIBILE SOLITUDINE DEL DOPPIETTO SOLITARIO


C'è un doppietto di elettroni solo soletto, e infatti in inglese si chiama lone pair. Ha un gemello, con cui non ha contatti. Se ne stanno in due di quelle combinazioni lineari di funzioni d'onda che sono gli orbitali sp3 della molecola d'acqua  (2s+3 2p=4 sp3), anche se in realtà la cosa è appena più complessa: Ψ1=1/2Φs+√3/2Φpz per il primo degli orbitali ibridati, dove Ψ1 è la funzione d'onda dell'orbitale ibridato 1, Φs quella dell'orbitale 2s, Φpz quella dell'orbitale 2pz. Chiaramente stiamo parlando di un modello, il migliore disponibile da una ottantina di anni a questa parte e lo dobbiamo a quella che ormai si chiama chimica quantistica. Ai miei tempi universitari il concetto di "chimica quantistica" di fatto non esisteva: vedevi una funzione d'onda per la prima volta a Chimica Generale I, a Chimica Generale II ci prendevi confidenza e a Chimmica Fisica II ti dovevi produrre in lavagnate di equazioni. Il che significa che allora una funzione d'onda doveva essere nel DNA di qualsiasi chimico, senza distinzioni tra analitici, organici, inorganici, chimici fisici, teorici e industriali. Ma questo accadeva ormai molto tempo fa. Già più di dieci anni fa esistevano individui con una laurea breve in un qualche flavour di chimica (ambientale, degli alimenti, climatica e andate avanti a piacere). Costoro non solo di tutto ciò non avevano la minima idea, ma avevano anche serie difficoltà con il diagramma di stato dell'acqua. Il frutto delle riforme, del 3x2 e delle magnifiche sorti e progressive (non parlo per sentito dire).

Una funzione d'onda esprime una densità di probabilità, quindi è competamente incompatibile con le 'immagini dell'atomo raffigurato come sorta di microscopico sistema solare che purtroppo si continuano a trovare in giro, pure nei testi di scienze delle scuole superiori (assieme ad altre boiate, tipo la temperatura di ebollizione dell'acqua come costante e robaccia del genere). Quelle rappresentazioni grafiche con effetti di nuvola sono già più aderenti ai nostri modelli di struttura atomica e molecolare: elettroni delocalizzati in regioni di spazio (delocalizzazione figlia del principio di indeterminazione di Heisenberg, visto che agli orbitali corrisponde un numero quantico principale, n, che definisce l'energia degli elettroni che li occupano - nota l'energia, non nota la posizione). Quando un'orbitale sp3 dell'ossigeno e l'orbitale 1s dell'idrogeno si sovrappongono abbiamo due elettroni, uno dell'ossigeno e uno dell'idrogeno, condivisi tra i due atomi, un legame covalente.
Come sappiamo che esiste il legame? Al di là di chi agli inizi della chimica scisse l'acqua in una cella elettrolitica, in generale ci sono decenni di spettroscopie. I legami (anche quelli dell'acqua) vibrano, con moti diversi (stretching, rocking, scissoring, etc), portando a una varietà di stati vibrazionali ad energia quantizzata e la differenza di energia tra l'uno e l'altro corrisponde a quella di un fotone infrarosso. E quindi ci sono anni e anni di studi spettroscopici che hanno determinato la lunghezza e la geometria dei legami.
Da tutto ciò sono venute fuori varie cose, tra cui il fatto che il legame O-H è polarizzato, ovvero i due elettroni del legame hanno densità di probabilità più alta vicino al nucleo dell'ossigeno che vicino al nucleo dell'idrogeno. Cosa da cui derivano varie proprietà dell'acqua: il suo essere solvente polare protico; il fatto che l'idrogeno leggermente elettronpovero sia attratto dal lone pair dell'ossigeno elettronricco di un'altra molecola d'acqua, formando un legame ad idrogeno; il fatto che sia soggetta ad un equilibrio di dissociazione in OH- e H+, e il negativo del logaritmo decimale della concentrazione di H+ è il famoso pH.

Dopodiché andate su youtube, cercate "biologia acqua" e rendetevi conto del livello e della "scienza", in cui il miglior modello diventa "verità". E traetene le doverose conclusioni.

No, non è vero che non mi piacciono i biologi. Nel mio ramo non c'è nessuno come quello che sa mettere a punto un saggio biologico affidabile, o determinare il Method Of Action di un composto che ha dimostrato attività in saggi fenotipici. Semplicemente quelli che "divulgano" o "comunicano scienza" non fanno questo e non sarebbero capaci di farlo. Come dire, non tutti i biologi sono la stessa cosa, come accade per tante altre categorie. E non tutti hanno un'idea di cosa voglia dire esercitare una specifica disciplina scientifica. Meno la sanno esercitare più parlano di scienza.

PS: Chissà perché se l'acqua ha i due idrogeni e i due doppietti ai vertici di un tetraedro (vedere immagine) invece l'anidride carbonica è lineare... sarà mica spiegabile da questa storia di orbitali ibridati nella configurazione di minima energia?

PPS: Mi ricordo ai tempi dei tempi lo sfogo di un professore che dopo aver condotto un corso per qualche anno a Biologia era finalmente approdato a Chimica. Ne era felice, perché diceva, con i metri del tempo, che la maggior parte degli studenti a biologia non aveva una mentalità scientifica, e questo per lui era molto frustrante. Non crediate che nei decenni le cose siano migliorate, secondo quei metri obsoleti, ovviamente. E poi c'è la chiosa di un vecchio amico: "Purtroppo «Sai sono un comunicatore / comunicatrice della scienza ma la matematica proprio non mi piace» ....". Con buona pace di Galileo e dell'universo libro scritto in caratteri matematici, ma questi sono futili dettagli tecnici.

domenica 28 gennaio 2024

IL NUOVO PIANO PANDEMICO RICALCA LA "MIGLIORE GESTIONE"

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/01/28/nuovo-piano-pandemico-anche-per-meloni-le-emergenze-sono-occasioni-di-profitto/

 

La logica è sempre quella: di nuovo si ribalta sui cittadini responsabilità che sarebbero di governi che si susseguono uno dopo l’altro lasciando la sanità sempre meno in grado di far fronte alle richieste quotidiane. Figuriamoci di fonte alla prossima emergenza pandemica.

Meloni ha ribadito nei fatti, se ce ne fosse ancora bisogno, che la politica odierna – quantomeno quella esercitata da un ceto dirigente pavido e confuso – può solo abbracciare i diktat neoliberisti, per i quali le emergenze sono occasioni di profitto e di riorganizzazione autoritaria dello spazio pubblico. Gli investimenti sulla sanità non sono solo inadeguati, largamente inferiori a quanto necessario, ma si accompagnano a una progressiva svendita dell’intero sistema di servizi. Il privato si lecca i baffi e, sulla scia dell’esempio a stelle e strisce, allunga le mani sulla medicina pubblica, preparando in tema di salute quello che l’autonomia differenziata sta realizzando sul versante dei rapporti tra sud e nord nel nostro Paese.

Le diseguaglianze sono così destinate a crescere, e una sanità lasciata alle brame degli agenti di profitto potrà solo divaricare ulteriormente le condizioni di vita che separano ricchi (pochi) e poveri (sempre di più)

 

Al che uno potrebbe pure chiedersi che cosa voglia dire essere cittadino italiano in Italia: essere suddito di una classe politica autoreferenziale (e questo vale per tutti i partiti in parlamento) o cos'altro? Gandini e Bartolini non fanno che mostrare per l'ennesima volta che il Re è nudo. Ma ormai abbiamo capito che al Re non gliene frega niente, perché non esistono alternative politiche per quanti al momento del voto scelgono l'astensione. Il Re, per quanto nudo, rebus sic stantibus continua ad essere in una botte di ferro. Ma non è questione solo di classe politica: c'è poco da gioire se, quanto a libertà di stampa, l'Italia è risalita dal 58° al 41° posto. Se la qualità di una democrazia è collegata alla qualità della sua informazione siamo messi molto male.

E la pandemia non ci ha reso migliori. Ha invece dimostrato quanto la maggior parte degli italiani possa sopportare, e quanti possano aderire con entusiasmo a qualsiasi istanza repressiva dei diritti individuali. A costo di ripetermi, il carattere nazionale odierno non è molto diverso da quello che Emilio Lussu descriveva in Marcia su Roma e dintorni. Già, la pandemia mi ha fatto capire com'è che ai tempi l'Italia diventò fascista.

sabato 27 gennaio 2024

DA NON CREDERCI, SPERANZA CI RIPROVA CON IL SUO LIBRO

Ovvero quando la realtà supera la barzelletta.

Proprio vero che se campi abbastanza finisci per vederne di tutte le specie. Pensavo che fossi caduto su un  link del 2020 e invece no, si parla proprio di gennaio 2024. E il titolo è proprio quello del libro che fu frettolosamente dato alle stampe a fine estate 2020 e poi rapidamente ritirato dalla circolazione. Il parterre non lascia dubbi: il club della "miglior gestione della pandemia". Dopo i numeri di cui ci si può solo vergognare profondamente, dopo che le inchieste giudiziarie hanno davvero dimostrato che fu una cosa interamente gestita col favore delle tenebre.

Questo riproporsi con il libro non so come definirlo: un atto di narcisismo assoluto completamente avulso dalla realtà? Quos Deus vult perdere prius dementat?    

Ma il dato dell'evento è che nonostante tutto Roberto Speranza non è diventato un paria politico, quando si parla di sanità. Eppure sulla migliore gestione lui, Conte e Schlein le ultime politiche le hanno straperse. Su cosa si pensa di contare, sulla memoria inesistente degli elettori? O si vuole rivendicare ancora una volta le mascherine cinesi non conformi CE (e quindi completamente inutili) che Speranza fortissimamente voleva importare contro ogni legge vigente, epopea raccontata nella prima versione di "Perché guariremo" con lui ovviamente nel ruolo dell'impavido eroe.

Bah. Mi verrebbe da dire che in fondo è meglio così, continuino così, in modo da finire tutti quanti sotto il 5%, che sarebbe anche ora. E chissà che poi non possa nascere un'alternativa politica veramente di sinistra. 



mercoledì 24 gennaio 2024

SCIENZA E/O TECNOLOGIA (2)

 

https://ehab-badwi.medium.com/technology-and-the-essence-of-technology-with-martin-heidegger-3628d786a43f


La crisi moderna si è manifestata nella egemonia del discorso tecnico, considerato da Heidegger l'ultimo aspetto della metafisica prima della sua fine. Pertanto, la tecnologia moderna ha esercitato  un'autorità metafisica sulla vita umana, poiché il filosofo nell'era della tecnologia moderna è ossessionato da una preoccupazione per il destino del mondo, e la terra è diventata oggetto di sfruttamento e svuotamento delle sue capacità, senza consapevolezza dell'importanza di preservare le garanzie che la proteggono dalla distruzione.

Heidegger considera il trascendimento della metafisica come necessario per ripristinare la realtà dell'esistenza. Secondo Heidegger, la mente moderna è caduta in un modello di pensiero scientifico matematico. Il ragionamento trova la sua forma pura nella formulazione matematica della realtà che accelera la sua unificazione, facilitando così il processo di sottomissione alla dittatura della volontà. Heidegger chiede sempre di separarsi da questa mentalità perché è l'arcinemico del pensiero.

Heidegger respinge l'idea popolare secondo cui la tecnologia moderna ha avuto origine dall'applicazione della scienza naturale alla realtà. Secondo Heidegger, la scienza moderna non è la base della tecnologia. Piuttosto, la tecnologia è la base della scienza moderna. È vero che l'emergere delle scienze moderne precedette, in termini di "calcolo cronologico", il dominio della tecnologia. Tuttavia, lo spirito della tecnologia moderna ha dominato queste scienze fin dalla loro origine, e senza di esso i loro risultati non sarebbero stati applicati tecnicamente.

Considerazioni in larga parte ancora attuali. Ma la cifra della presente post-postmodernità, basata sulla sua osservazione, deve piuttosto emergere dall'analisi sociologica e politica del discorso pubblico. Fino a tutti gli anni 80 l'egemonia del discorso tecnico è stata assoluta e fondata tanto sulla potenza teorica di relatività generale e meccanica quantistica quanto sulle applicazioni della fisica del novecento, prima tra tutte l'arma nucleare. L'arma nucleare è stato il centro politico della storia fin dal dopoguerra, ha plasmato tanto la guerra fredda quanto la distensione. Un peso senza precedenti, che superava di gran lunga quello dell'introduzione delle armi da fuoco. Se si fosse cercato un fondamento più potente per il "discorso scientifico" non si sarebbe potuto trovare.

Invece i due primi decenni del nuovo millennio presentano un panorama assai diverso, perché di discorso scientifico in senso heideggeriano non si può più parlare, nel "dibattito pubblico". Se parliamo di discorso scientifico come lo intendeva Heidegger (scientifico-matematico) è qualcosa che perde di visibilità a partire dagli anni 90. per quanto l'etichetta sia rimasta la stessa. La breve finestra di popolarità delle teorie del caos, che rimanevano nell'ambito del vecchio discorso scientifico-matematico, fu chiusa dalla pecora Dolly (1996) e dalla mappatura del genoma umano (2000).

Con l'avvento del primato delle life sciences lo stesso concetto dietro l'etichetta "pensiero scientifico" è mutato, in un passaggio che rimuoveva le basi matematiche per lasciare il passo a un descrittivismo neotassonomico, inerente non più specie e razze ma geni, proteine, pathways cellulari (emblematico il passaggio da biochimica a biologia molecolare). Intendiamoci, da un punto di vista tecnico il processo ha permesso grandi passi in avanti (in primis gli antitumorali targeted). Ma parlando di pensiero questo può essere visto come un  dubbio frutto dei trattati START (https://it.wikipedia.org/wiki/Accordi_START) e del dissolversi dell'incubo di un conflitto termonucleare globale (gli anni 90 non furono anni di riflettori puntati sulla fisica). In un processo di autofondazione, la mappatura del genoma umano e le manipolazioni del DNA furono investite dello stesso potere simbolico che era stato in predecenza del fuoco nucleare. E divenne parimenti "scienza", per quanto il discorso delle scienze hard e quello delle scienze soft avessero un grado di isomorfismo assai basso.

Ed è finita che oggi quando si parla di "discorso scientifico" o "pensiero scientifico" si parla nella migliore delle ipotesi di una nuova teologia morale, non certo di qualcosa di scientifico-matematico. Nella maggior parte dei casi si tratta di un catechismo deteriore e retrogrado. L'autorità metafisica della tecnologia sull'uomo di cui parla Heidegger è mutata nella "scienza" come autorità neoreligiosa, in cui la "comunità scientifica" viene invocata come veniva invocata la comunione dei santi (ed è altrettanto trascendente). "Lo dice la scienza" ha sostituito l'antico "Deus Vult!". Inutile ribadire che tutto ciò non ha niente a che fare con la pratica di una qualsiasi disciplina scientifica (cfr Isabelle Stengers).

E nello stesso spirito in tempi recenti abbiamo visto come geopolitica e analisi strategica siano state imbracciate da chi fino a poco prima aveva imbracciato la "scienza" e nello stesso modo, in fin dei conti con lo stesso fine: quello di avallare e diffondere l'agenda politica del momento, quale che sia.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...