https://www.ilriformista.it/scienziati-italiani-bocciati.../
Non ho mai dato peso particolare a H-Index e Impact Factor.
In
primis perché non sono un accademico. In secondo luogo perché quella
che per anni è stata la mia rivista di riferimento, Organic Process
Research And Development, aveva un Impact Factor molto basso e
pubblicava autori con H-Index bassissimi. Ma a cavallo tra fine anni 90 e
primo decennio di questo secolo era una risorsa irrinunciabile, a cui
contribuivano con una certa regolarità quei gruppi che nell'industria
mondiale costituivano l'eccellenza assoluta della chimica di processo.
Quindi
queste metriche non mi entusiasmano, anzi probabilmente sono un
elemento distorsivo della produzione di ricerca scientifica.
Con ciò in ambito biomedico contano, molto, mi e mi pare che in tempi recenti l'H-index logori chi non ce l'ha.
Poi,
ad essere cattivi ci sarebbe da chiosare che non c'è niente come
l'accoppiata tra H-Index basso e grande esposizione mediatica per
screditare una disciplina...
Detto questo, a giocare al "grande
scienziato" con numeri bassi ci si espone ad effetti boomerang di tal
fatta. E un bagno di realtà ogni tanto è il benvenuto.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.