sabato 16 ottobre 2021

PUNTATE SULLO 0 - By Starbuck




P. litiga con la sedia della sedia riunioni, ergonomica ma non troppo visti i suoi chili in più. "L'immobilità forzata a casa dello scorso anno ha peggiorato la situazione", commenta sconsolato.
Quando era rientrato fisicamente al lavoro l'estate scorsa, dopo lo smartworking a cui da bravo analista di dati era stato relegato, entrando nel mio ufficio aveva esordito con un "Sto diventando complottista". Ed aveva argomentato che la gestione pandemica, i modelli ed i numeri non gli quadravano. "Sai ho avuto tempo, e due modelli li so fare anche io...". Superfluo dire "certo caro, è il tuo mestiere", superfluo aggiungere "non sei il primo che me lo dice", o meglio, non sei il primo che me lo sussurra, convinto che il suo pensiero "alternativo" sia al sicuro con me.
Non pago P. aveva insistito, "ma senti io ne ho provato a parlare, ma qui, non se ne rendono conto? cioè voglio dire...son tutti PhD, ci lavorano anche loro con i dati...?". Io avevo allargato le braccia e consigliato di tenere un profilo basso perché quando sei dentro un sistema la prima regola è sopravvivere: "Sai alle volte è più semplice leggere La Repubblica e attenersi alla linea: qua la maggior parte fa così...".
Passato un anno siamo ancora allo stesso punto e P. non si consola, mentre lotta con le leve della sedia. "Ma scusa questi hanno studiato, c'hanno i dottorati, ma le domande non se le fanno?".
La risposta è d'obbligo, con le dovute spiegazioni: no, proprio perché hanno studiato le domande non se le fanno. Il percorso scolastico, gli studenti quelli bravi, questo fanno: danno le risposte giuste e passano esami. "Per passare un esame, non devi capire, devi...dare le risposte giuste. E questo vale per tutto il percorso scolastico. Quanti esami invece che la materia studiavi il professore? Quante volte gli rispondevi quello che voleva sentirsi dire? Dì la cosa giusta, fa la cosa giusta, rispetta le regole nel sistema e vai avanti. Vai avanti anche contro il senso logico. Vuoi una visione disincantata di cosa sta succedendo? Parla con il meccanico, con i macellaio, gente che da una vita, nella loro piccola officina o bottega, prende decisioni che hanno una conseguenza pratica e immediata. A loro le favole interessano poco quando cozzano con la realtà dei fatti"
Già perché "quelli studiati" spesso e volentieri si trincerano dietro i loro titoli e smettono di elaborare. Titoli. Attestati, Esami passati. Idoneità. La pila di carta che si alza senza necessariaemnte un contenuto dietro.
Ed lo dico perché ho una discreta abilità nella "collezione dei pezzi di carta", e con l'andare degli anni ho collezionato sempre di più investendo sempre di meno, stante un costante abbassamento del livello generale.
La borghesia contemporanea, il perbenismo, l'ipocrisia di una classe media si basano su questo, si auto sostengono sulla base della pila di carta che spesso si autoconferiscono, senza porsi troppe domande. Anzi, ponendosi meno domande possibili. I servizi rivoluzionari sono quelli di Report e delle Iene, e tu ti chiedi come facciano a parlare di quello senza riuscire a trarre mezza considerazione dal lavoro che fanno giornalmente.
Con questi occhi qui osservo le dichiarazioni, di una semplicità disarmante, di una logica scevra da compromessi di chi mette in gioco il poco che ha in uno sciopero a oltranza per chiedere la rimozione del green pass.
Serviva qualcuno con un lavoro reale, fatto di carichi sospesi, turni massacranti, conti da far tornare a fine mese.
Un lavoro che si tocca, condiviso con persone in carne ed ossa, che hanno una vita simile alla tua, per riportare il discorso dal virtuale al piano della realtà.
Perché a loro di una propaganda del vaccino fatta a scapito del loro lavoro non importa un granché. Vedono già cosa c'e' oltre, cosa c'e' dietro.
E così nella roulette del passaporto verde, dove c'è in ballo molto più di "farsi un vaccino", non si trova posto per scommettere né sul Nero né sul Rosso. Per necessità non ci resta che provare a puntare quello che ci resta sullo 0.

 

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