mercoledì 16 agosto 2023

LICENZIAMENTI: NON SE NE SENTIVA LA MANCANZA

 

Le politiche dettate dalle quadrimestrali o trimestrali di cassa: un grande classico

Non si tratta di tagli massicci come ce ne furono tra il 2005 e il 2011 (a livello mondiale la stima fu di decine di migliaia), ma questi licenziamenti non riguardano solo le piccole biotech (una mezza strage, tra quella popolazione, innescata dai rialzi dei tassi da parte delle banche centrali). Nella lista ci sono anche BMS, Genentech, Biogen, J&J etc etc https://www.fiercebiotech.com/biotech/fierce-biotech-layoff-tracker-2023). 

Tutti aspettano settembre. La prima settimana di settembre per molti sarà determinante - cosa farà la FED? Che si dirà alla J.P. Morgan Healthcare Conference? E via dicendo.  

Intanto questa lenta emorragia pare procedere instancabilmente. Non è un fenomeno generalizzato ma rimane preoccupante. Che da entrambi i lati dell'oceano gli strumenti classici di lotta all'inflazione avrebbero fatto morti e feriti era abbastanza chiaro ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/06/le-ricette-standard-le-clave-e-lo.html). La netta impressione è che l'inflazione sia rimasta dove era, da questo lato dell'oceano, ma la lista dei danni si stia allungando a dismisura.

Poi per quello che riguarda questo settore la fine dei lockdown cinesi ha pesato e una buona fetta di chimica sintetica standard, che era rientrata in Europa, ritorna nel colosso asiatico. 

Ma tutto questo non ispira alcuna forma di "mal comune mezzo gaudio", anche se ho sentito qualcuno del global management parlare in questi termini (come dire: noi non abbiamo alcuna colpa, è il mercato, baby). Guardando meglio attorno le cose non stanno esattamente così. Però sicuramente l'equilibrio tra offerta di posizioni e forza lavoro disponibile si sta già alterando, e non a favore della forza lavoro.

Intendiamoci, se le vacche magre sono queste io personalmente ci metterei la firma (una decina di anni fa ci furono extinction  level events che hanno letteralmente cambiato la morfologia del settore farmaceutico mondiale, e io sono uno di quelli che ci sono passati attraverso). Intorno a me vedo gente che, data l'aria che tira, se ne va per un'altra posizione altrove: chi Astra Zeneca, chi Roche, chi Novartis. Non fosse tragico, per tanti che conosco, sembrerebbe quella storia delle porte girevoli. E rimanendo in tema capita che tu chiuda una porta perché si è spalancato un portone.

Viene da rifare una considerazione che ho già scritto più volte e che riguarda in generale le conseguenze delle politiche dettate dalle trimestrali di cassa. Non mi ripeterò su chi perlopiù galleggia nelle crisi aziendali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/thanks-for-nothing-700000-times-and-more.html), ma resta il fatto che diversi management al vertice esibiscono in questo settore comportamenti di fatto schizofrenici: tipo con una campagna di acquisizione di talenti ancora pubblicizzata farsi sfuggire i talenti già acquisiti con i tagli (che generano fuga, anche di chi non vorresti veder fuggire). In un contesto in cui, originariamente, l'acquisizione di talenti dovrebbe finire per accrescere il know how aziendale in modo o nell'altro questo non succede. Quello che invece succede è che la faccenda "talenti" diventa un tema del marketing mentre dall'altra parte i suddetti talenti fanno le valige e se ne vanno verso altre destinazioni dove sono in condizioni contrattuali più solide o semplicemente migliori. 

Come ho detto più di una volta a chiudere un centro ricerche ci vuole pochissimo, a ricostruirlo ci vogliono anni. Essendo uno che il mercato del lavoro lo osserva mi viene da ghignare quando vedo una delle grandi che cerca con estrema fatica di ricostruire un centro che una quindicina di anni fa aveva chiuso con un'azione al limite dello "scorched earth" - in effetti certe chiusure dell'epoca avevano scritto nelle loro modalità un vero e proprio odio dei vertici aziendali nei confronti delle loro strutture di ricerca e sviluppo. Erano i tempi dell'ormai dimenticato patent cliff del 2012 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/2009-houston-we-have-problem.html), un appuntamento a cui tutte le grandi erano arrivate in braghe di tela e il cui conto fu pagato appunto dai soliti noti - e alle volte fu pagato letteralmente con lacrime e sangue. Il fatto notevole è che il grosso della spesa dello sviluppo farmaceutico sono da sempre i trial clinici. Al confronto dei miliardi di spesa in trial le decine di milioni di costi della struttura di R&S sono sempre state poca cosa. Eppure ai tempi lì si tagliava, lì si faceva terra bruciata e gli investitori applaudivano (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/dinamiche-della-farmaceutica.html). Poi dopo qualche anno si chiedevano se la grande farmacutica X fosse ancora in grado di sviluppare un numero consistente di nuovi farmaci, dopo aver ridotto a 1/5 delle precedenti le proprie strutture di ricerca - quando si dice la razionalità dei mercati...

Non ci posso fare niente, in questo settore ci vivo da un quarto di secolo e qualcosa. Non riesco a non osservare quello che succede, mentre lo sguardo di molti miei colleghi all'epoca non andava oltre quello che avveniva nel loro setup di reazione sotto cappa. Nel tempo questo, guardando a oggi, è stato un bene. O forse no, come direbbe il monaco di una famosa storia Zen.

PS: Scrivo queste righe mentre sento che Zuckerberg e Musk si affronteranno a Pompei - il che è la metafora definitiva dei nostri tempi.  In pratica Bullshit Death Match edizione globale Platinum.


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