venerdì 3 febbraio 2023

AGILITATE PLEBEM IMPERITAM CIRCONVENIUNT

 

Non mi ricordo il titolo di questa secentina da cui presi la foto. Del resto sono passati sei anni. Ma la prendo come punto di partenza di una riflessione.  Quanta gente su isocial ha raggirato la plebe inesperta negli ultimi anni? A molti verranno in mente quelli che raccoglievano sottoscrizioni per finanziare un microscopio elettronico (che curiosomente costava quanto il gettito fiscale di un piccolo comune), o quelli che invece si curavano la fanbase pagante, perché senza fanbase pagante non riescono a portare la pagnotta a casa. Ma dall'altro lato le cose non erano forse le stesse, i meccanismi i medesimi? Il gioco è esattamente lo stesso. Ti cresci la fanbase perché con la fanbase ci campi, promuovendo libri, articoli, conferenze, eccetera (massimo disprezzo da parte mia, le eccezioni si possono contare sulle dita di mezza mano). 

La regina Mab faceva sognare ai prelati "prebende ed offerte", e si parlava esattamente della tipologia che oggi, online e sui media tradizionali, ha venduto e continua a vendere cautionary tales sulla pandemia COVID e tutto il resto. Cautionary tale può essere tradotto come "monito, ammonimento", ma è anche un racconto del folklore con un certo tipo di morale, una storia in cui un personaggio ignora degli avvertimenti e mal gliene incoglie (mai ricordandosi che i fenomeni naturali non hanno una morale, a meno che non si pensi che siano determinati dalla mano di Dio, esattamente come nella lettera del Vecchio Testamento).

Perché citare il prelato nel celebre monologo di Mercuzio (Shakespeare, Romeo e Giulietta https://www.youtube.com/watch?v=VsRQSazjl4U)? Perché la tipologia combacia. La maggior parte della "divulgazione" (e del debunking, e del fact checking) vende verità, verità della stessa natura di quelle di un maturo prevosto del XV secolo, e vendendole si guadagna il pane, oppure solo un poco di condimento, direttamente o indirettamente. E' un mestiere socialmente utile? Nell'ottica dell'ancient regime sì, senza dubbio.  

Il vendere o elargire verità agli sprovveduti non è quindi certo una novità. E a ben vedere il contesto non è poi così diverso da quello del XVII secolo. Anche per questo al tempo il nome di pagina e poi blog fu mutuato da The Sceptical Chymist; or Chymico-Physical Doubts & Paradoxes di Robert Boyle: le affinità del contesto determinavano la necessità di ripescare "Nullius addictus iurare in verba magistri" contro il dilagante e deteriore uso del principio di autorità. Un'autorità "scientifica" la cui natura sconfinava in quella dell'autorità religiosa, con tutto il suo armamentario: i fedeli, le investiture, le scomuniche.

C'è un filmetto, su una popolare piattaforma di streaming, Three Thousand Years Of Longing. All'inizio c'è una parte di sceneggiatura che non è male: nella conferenza iniziale si parla di mitologia e di scienza. Nell'antichità si spiegavano i fenomeni naturali con gli dei (o con un singolo dio), oggi non ne abbiamo bisogno perché la scienza ci dà le risposte a quelle domande. Il che è verissimo. Oggi la maggioranza crede nella scienza come 5000 anni fa credeva agli dei e come mille anni fa credeva in Dio o in Allah (e in entrambi i casi gli eretici venivano perlopiù bruciati). I fedeli pensano che non sia un paragone nemmeno lontanamente ammissibile perché la scienza e il metodo scientifico etc, ma in realtà se andate a sondare la loro familiarità con la pratica scientifica troverete il vuoto spinto (o alcune ppm, nei casi meno disgraziati).

Io non ho assolutamente niente contro le religioni. Ma credo ormai che la "scienza" popolarizzata sia la forma religiosa deleteria e decadente dell'occidente, come talebanesimo e jihadismo lo sono dell'Islam. Mutatis mutandis le fenomenologie sono del tutto analoghe. Un esempio d'archivio?

"la Scienza, una, sola, perfetta ed incorruttibile è l’oggetto dello studio della comunità scientifica"

Un pensiero che ti aspetteresti in altri contesti, tipo "Colui all'infuori del Quale non c'è altro dio,  il Compassionevole, il Misericordioso, il Santo". E se non sono state lanciate vere e proprie fatwa, in occidente, negli ultimi tre anni, io sono Iron Man. 

In un contesto del genere, per esempio in Italia, chi si è voluto ergere a sacerdote o sacerdotessa non si conta, nel panorama mediatico esteso (isocial inclusi). Un tempo qualcuno diceva che la religione è l'oppio dei popoli. Di sicuro oggi il nuovo oppio di molti è lascienza (e il suo contrario l'oppio di tre gatti). In tutto questo la responsabilità dei grandi media, in Italia, pesa come un macigno. Come del resto quella di chi è campato, campa o vorrebbe campare di popolarizzazione delle scienze (il cui prodotto è lo scientismo pop ).

" Divulgazione al minimo comune denominatore e in compenso uno si deve ingoiare le loro uscite da scrittori frustrati. Come dico sempre, dietro un "popolarizzatore della scienza" italiano c'è sempre uno scrittore fallito", mi ha scritto un amico al riguardo. Per contrappasso mi sono ricordato di un chimico norvegese, un accademico che ha dato moltissimo all'industria. Nell'introduzione alla seconda edizione di un suo libro (per me fondamentale) ricordava che tutta la chimica è fatta di modelli e che i più fortunati diventano "leggi della natura". Dopodiché citava George Box, "All models are wrong but some are useful". Si può dire che questa impostazione era parte della della temperie culturale della mia disciplina ai tempi in cui ho studiato, mi sono laureato e ho iniziato a lavorare: un periodo in cui la disciplina, culturalmente, era molto più evoluta di quanto sia oggi. Per i più curiosi: se non lavorate nel campo lasciate perdere.

Al contrario, rigettando anche la sola possibilità di concetti del genere, non è difficile notare quanta parte della casta medica abbia giocato a barattare il ruolo sociale della professione per quello, molto più solido, di casta sacerdotale. Un tempo si parlava di potere spirituale e potere temporale. Guardando all'Italia degli ultimi tempi si direbbe che abbia vissuto il duumvirato di poteri esecutivi e poteri medici. E i veri fedeli continuano ad essere davvero troppi.

Per formazione, una cosa la so bene: poche tra le fedi incrollabili reggono quando il peso della realtà si fa insostenibile e va contro il loro credo. E questo sarà forse per buona parte  del popolo dello stivale l'orizzonte dei prossimi dieci anni. Ma non c'è problema, il cambio di casacca veloce al cambio del vento è inscritto nel genoma di buona parte della popolazione. Avevo un lontano parente che durante quel certo ventennio era stato comunista. Dopo la liberazione, sollevato, volle andare alla Casa del Popolo (che era la vecchia Casa del Fascio). Guardandosi in giro vide alcuni volti a lui fin troppo noti e prese da parte un suo vecchio amico. "Ma lui, luilà e quell'altro non andavano in giro con randelli e olio di ricino anni fa?" "Che vuoi" disse il suo amico "Si sono ravveduti".


mercoledì 1 febbraio 2023

MEDITERRANEO: SCORFANO, ALLORO, TERPENI

Cattiva fama, quella dello scorfano.  "Popo' di scorfano/a" in un certo territorio era  usato per commentare soggetti notevolmente brutti. Eppure senza scorfano un cacciucco non viene come si deve.

Marsiglia alcune affinità con Livorno le ha. E ha anche una zuppa di pesce "cugina" e molto nota. Con qualche differenza (aceto e peperoncino da una parte, finocchio dall'altra) .

Ma lascerei la parola a un marsigliese:


La Rascasse, poisson, certes, des plus vulgaires ;

Isolé sur un gril, on ne l'estime guère,

Mais dans la bouille-abaisse, aussitôt il répand

De merveilleux parfums d'où le succès dépend

La Rascasse, nourrie aux crevasses des syrtes,

Dans les golfes couverts de lauriers et de myrtes.

Ou devant un rocher garni de fleurs de thym,

Apporte leurs parfums aux tables du festin. 

(Joseph Méry 1797-1866)

Alloro, timo e mirto: mediterraneo. E alle volte, vivendo dove l'orizzonte marino è costituito dal Mare del Nord e dal nord Atlantico, scambierei haddock, merluzzo fresco, kipper e sgombro affumicato per un solo scorfano.


L'alloro ha un'essenza che è il gran festival dei terpeni: eucaliptolo, linealolo, terpinoli, acetato di terpenile, tuiene e pinene.
Il pinene: odore di pino, avete presente? L'alfa pinene viene emesso dalle conifere ed ha una serie di effetti: reagisce con "i radicali liberi" presenti nell'aria e con altri inquinanti (ossidi di azoto, ozono). "L'aria pulita dei boschi di pini" quindi non è una scemenza popolare. E' un terpene. I terpeni sono una classe di molecole molto abbondanti nel mondo vegetale, che ho sempre trovato interessante. E' un terpene il tujone, il componente psichedelico dell'assenzio che è' quindi strettamente collegato con l'anetolo, che terpene non è, il componente essenziale dell'anice verde. Penso ai terpeni e mi viene in mente la lattescenza verdastra di un Pernod allungato con acqua fredda, o di un ouzo o di un raki a cui sia stato riservato lo stesso trattamento. Il pinene ha una qualche attività sui recettori dei cannabinoidi? Ni. E' riconosciuta la sua stimolazione dei recettori GABAA (e quindi un'attività simile a quella delle benzodiapine, cioè calmante). Ed è stato usato per un potente agonista CB2, HU-308, che non è mai diventato un farmaco. Il pinene ha anche una moderata attività broncodilatatoria. Quindi se qualcuno trova rassicurante l'odore di pino (o quello di alloro) ci sono ottime ragioni.

Parlando di mediterraneo e terpeni mi vengono in mente le anisette mediterranee, come già detto, quelle da diluire con acqua ghiacciata... argomento estivo per eccellenza, per me, condito di ricordi - ouzo e tzatziki al tavolino di un bar al porto, a La Canea...) Bandito per più di un secolo, riemerso in sordina poi tornato una piccola moda, da un po' l'assenzio è diventato DOC (https://www.dagospia.com/rubrica-29/cronache/silenzio-assenzio-39-unione-europea-riconosce-rsquo-etichetta-211818.htm - con la moda è arrivata una modalità di consumo giovanile davvero barbara: niente zucchero, niente acqua, uno shot liscio e amarissimo). Consiglio al riguardo la lettura di un vecchio articolo su Le Scienze, che all'epoca rimase ben impresso nella mia memoria (http://download.kataweb.it/mediaweb/pdf/espresso/scienze/1989_252_8.pdf). La neurotossicità dell'assenzio è stata attribuita al tujione, un terpene che agisce come GABA antagonista, ma la sua concentrazione nel distillato sarebbe troppo bassa per provocare questi effetti (mi verrebbe da dire che comunque essendo il tujione estremamente lipofilico, effetti di accumulo non sarebbero da scartare, da un punto di vista teorico). Per modalità di consumo prevalenti, l'assenzio è accorpabile alla vasta famiglia delle anisette mediterranee/medioorientali: in particolare Pernod, Ouzo, Raki (turco), Arak (medio oriente) prevedono il rituale consumo previa diluizione con acqua ghiacciata (e spesso accompagnamento di antipastini vari tipo insalata di polpo fatta con lo yogurt, filetti di acciuga marinati etc). La diluizione provoca il noto intorbidamento, dovuto alla formazione di un'emulsione da parte dei componenti degli olii essenziali (di anice e/o assenzio) insolubili in acqua. Nel caso del Pernod la colorazione verde, artificiale, fu introdotta per ricordare l'assenzio quando quest'ultimo distillato fu bandito. Ho sempre trovato le anisette più inebrianti rispetto ad altri distillati. Una faccenda di terpeni?

Ma torniamo all'alloro. Da dove vengo, fa spesso rima con la carne di maiale. Quindi per ritrovare aromi del territorio natio compro un filetto di maiale (le volte che lo trovo quello denominato "filetto corto",  che costa di meno) e un vino rosso da poco, un Nero D'Avola o un pinot sudafricano di quelli con il tappo a vite. Ammollo i fagioli bianchi secchi per almeno 8 ore e poi, scolati, li bollo con una cipolla e una carota grossa per poco più di un'ora. Dopodiché rosolo il filetto tagliato a pezzi in olio d'oliva con uno spicchio d'aglio. Quindi aggiungo mezza bottiglia di vino rosso, una foglia d'alloro e un paio di pomodori maturi a pezzi. Deve cuocere a fuoco basso, coperto, per almeno un'ora mezza.

A questo punto si aggiungono i fagioli, scolati, si sala, si pepa, e si cuoce per circa un'altra mezzora scoperto, fino ad evaporare quanto basta i liquidi.

Credo che questa sia una vecchia ricetta garfagnina, e probabilmente viene da qualche lontano congiunto con quelle origini, o da un quaderno scritto a mano o forse da un vecchio libro, roba del genere. La realizzazione è lunga, come quella della maggior parte degli stufati, ma alla fine c'è un inequivocabile "profumo di casa", mentre cuoce. Ovviamente l'alloro non lo compro qua, me lo porto da casa.

 

domenica 29 gennaio 2023

I SOLDATI DELLA VERITA' IN GUERRA CONTRO IL NEGAZIONISMO

 

https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/confutare-un-negazionista-scientifico-e-vivere-felici-come-farlo-bene/

La prima cosa che mi viene in mente è: perché? Perché qualcuno si picca di andare a cercare i negazionisti per confutarli guardandoli in faccia? Trova la cosa così soddisfacente? Forse perché lo zelo per lascienza lo divora (semicit)? 

Quel che intendo è che andare a confutare i negazionisti scientifici alle loro riunioni non è molto diverso dai Testimoni di Geova che bussavano alla porta per venderti la Torre di Guardia e convertirti.

Il professore dice che almeno riesce a mostrar loro le loro contraddizioni. Come no, quando si tratta di motivi identitari (o di fede, se volete) da sempre far cadere in contraddizione l'interlocutore gli ha fatto bruciare i suoi sacri testi di riferimento. Piuttosto la natura dell'operazione è di altro tipo: guarda quanto sono giusto io e quanto sono scemi loro. Esattamente come il debunking, che come operazione è meno estrema perché di solito non va a bussare alla porta del terrapiattista. 

Comunque sta roba è di un deja vu pazzesco

La post-verità è peggio che mentire” osserva McIntyre. “Mentendo almeno rispetti il tuo pubblico abbastanza da cercare di convincerlo che una cosa falsa è vera. Con la post-verità, non ti interessa davvero se la gente ci crede veramente. Non ti sforzi nemmeno di convincerla. Ma attraverso il controllo politico cerchi di imporre per legge che certe cose false siano credute vere”...

“Credo che fosse esattamente questo ciò che Trump stava cercando di fare negli Stati Uniti” commenta McIntyre. “Per questo, non possiamo permetterci di ignorare i negazionisti. Si potranno rinnovare le regole con cui i social media diffondono e alimentano la diffusione di falsità e si potrà incrementare l’insegnamento dell’alfabetizzazione mediatica. Tutto giusto. Ma il primo passo per vincere la guerra alla verità è accettare il fatto che c’è un attacco in corso. Il secondo è la necessità di impegnarsi in prima persona per contrastare la disinformazione”

E io che pensavo che Trump fosse roba d'archivio ormai (quest'articolo è del novembre scorso). A me personalmente sentir parlare di una "guerra per la verità" mette la pelle d'oca: perché ogni verità sa sempre scegliersi nemici a cui scagliare addosso il macigno del falso. E non sto parlando di terrapiattisti, per intenderci: guardate gli ultimi due anni e quel che è stato scaricato addosso a Ioannidis e a molti altri. Avendo avuto un presenza su isocial ne so qualcosa per esperienza diretta.

La cosa bella dell'essere fuori da isocial è che apparentemente non si esiste nel mondo virtuale (e non si ha a che fare con una torma di idioti, militanti o meno). C'è chi pensa esattamente il contrario o chi fa finta che non sia così, che i social media siano un'immagine fedele del reale, anzi, qualcosa di molto di più: qualcosa che il reale lo può influenzare in modo determinante. E quindi la guerra per la verità va condotta lì, in primo luogo, perché lì il pericolo è maggiore e il nemico più forte.

Io non ho difficoltà a credere che la fabbrica dei troll di Putin esista. Come del resto esistevano i 300 spartani del PD, se qualcuno si ricorda, o la macchina social di Salvini. Invece ho seri problemi a credere che tutto ciò possa essere stato determinante nel spostare equilibri politici. Ripetendomi se, come un rapporto Censis avrebbe voluto certificare nel 2021, una fetta cospicua degli italiani condivideva certe idee poi raccolte e fatte bandiera da Italexit, perché il detto partito non ha superato lo sbarramento alle ultime politiche? Complottone dei poteroni fortssimi? Nun credo.

E quindi davvero il trollismo putiniano e la minaccia negazionista hanno determinato Brexit e l'elezione di Trump? A molti piace crederlo. In primo luogo si dovrebbe spiegare perché per colpa de isocial e dei negazionisti ignoranti Brexit e Trump hanno avuto successo mentre Italexit no - e sono sicuro che ci siano molti volontari dispostissimi a spiegarlo, a suon di tabelle e grafici, perché se le scienze alle volte sono controintuitive lascienza è controintuiva come niente sa esserlo. Piccolo particolare: le teorie al confronto della realtà hanno il più delle volte le gambe molto corte. Lasciate perdere gli sciroccati: in giro c'è troppa gente che sostiene che Cristo morì di sonno, e lui lo sa perché era proprio lì a guardare. Chi con le discipline scientifiche ci lavora invece lo sa che la realtà ha sempre l'ultima parola, qualsiasi siano le tue certezze.  

PS: parlare di postverità è l'ultimo rifugio etc etc

venerdì 27 gennaio 2023

I MUTAFORMA (1998)

https://www.chemistryworld.com/features/the-shape-shifters/3004850.article
 

Ritonavir è l'altro ingrediente di paxlovid, quello che serve ad aumentare la biodisponibilità di PF-07321332, l'inibitore della proteasi virale 3CL. Nel folklore e nella mitologia, nonché nella letteratura fantastica e nella fiction, lo shapeshifting è l'abilità di mutare il proprio aspetto fisico, grazie a poteri sovrumani, intervento divino o demoniaco, stregoneria, incantesimi e... Ops, sbagliato. Qua si parla di polimorfismo, che sarebbe la possibilità di un composto chimico di presentarsi allo stato solido in forme cristalline differenti. Certi dizionari indicano allotropia e polimorfismo come sinonimi. Ma diamante e grafite, forme allotropiche del carbonio, sono chimicamente differenti (nel primo il carbonio è ibridato sp3, nel secondo sp2), anche se entrambe sono costituite da carbonio. Possiamo invece trovare esempi di polimorfismo nel mondo minerale: il carbonato di calcio si trova come calcite (cristalli scalenoedrici) e aragonite (cristalli rombici), che a vedersi sono assai diverse. Cosa ha a che fare questo con i principi attivi farmaceutici? Molto. 

Ritonavir, per esempio, cristallizza in due diverse forme, la I e la II. Nel 1998 Abbot dovette ritirare ritonavir dal mercato. Perché? 

Perché nella produzione commerciale del principio attivo era comparsa la forma II, mai vista prima. La forma II era meno biodisponibile, rendeva il farmaco inefficace, ma soprattutto non riuscivano più ad ottenere la forma I nei batch di produzione. E ci misero un po' a risolvere il problema. Ecco, al di là di tutte le considerazioni sul GMP (questo sconosciuto https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/equivalenti-1.html), questo dovrebbe dirvi qualcosa su tutti quelli che "in nome della scienza" andavano dicendo che generico e farmaco originale sono la stessa cosa "perché la molecola è stessa", oppure che "le analisi vanno bene" (a distanza di quasi vent'anni poi il tema "generici" è diventato talmente complesso che spesso si fa fatica a distinguere l'origine non solo del principio attivo, ma anche dei formulati tra farmaco "griffato" e non). 

A differenza di fin troppi che sono in cattedra a insegnare farmaci e dintorni, chi di mestiere mette su le prime produzioni di un nuovo principio farmaceutico lo sa bene: ci sono trappole dietro ogni angolo. Quel che andava bene in laboratorio sull'impianto pilota non funziona. Era tutto perfetto, ma quando si è deciso di produrre il primo batch da dieci chili è venuta fuori un'impurezza mai vista prima. Era andato tutto bene fino al primo lotto commerciale, quando è venuto fuori il polimorfo sbagliato. E perché è venuto fuori? Magari perché fino a quel momento si erano viste forme metastabili, poi col lotto grosso quando si è arrivati all'essicamento c'è voluto molto più tempo et voilà: per la prima volta su questi palcoscenici, ecco a voi il polimorfo stabile. 

E' il mondo completamente ignoto al grande pubblico, perché ... perché la comunicazione. E' facile dire tizio (o il gruppo di tizio) ha scoperto il gene che o la molecola che. Invece spiegare che tizio poteva anche aver scoperto l'elisir di lunga vita, ma che non c'era verso di produrne batch da 25 Kg perché fosse disponibile per qualche migliaio di persone, beh, questo è molto più difficile.  E per alcuni è molto più facile dire che i cattivoni tengono nascosta la cura per il cancro.


mercoledì 25 gennaio 2023

SONO RIMASTI A LUI

La cosa buona di Tony Blair, a parer mio, è che è scomparso dalla scena politica che conta. Colui che, storicamente, spostò il Labour da sinistra al centro, strettamente legato al magnate dei media Rupert Murdoch, ha peso politico nullo nell'UK post Brexit - che dopo l'uscita non è diventata una nazione del terzo mondo, stranamente .

Ma Blair non è irrilevante nei soliti circoli transnazionali, grazie al suo Institute For Global Change (https://en.wikipedia.org/wiki/Tony_Blair_Institute_for_Global_Change), a cui tra l'altro preme la ricostruzione del centro politico (come concetto generale). Ed è sicuramente per questo che a Davos è benvoluto.


E a Davos a questo giro cosa ha sparato? Database globale per sapere chi sia vaccinato e chi no.

Pensandoci bene l'Italia è un magnifico risultato di applicazione degli indirizzi blairiani: nell'arco parlamentare c'è solo centro politico, con poche irrilevanti diverse sfumature.

Io la stagione in cui si diceva a gran voce che le elezioni si vincevano al centro (e poi venivano perse a sinistra) me la ricordo bene. Veltroni, ve lo rammentate? Ebbene ogni singolo scampolo di sinistra parlamentare italiana è rimasta lì, a Blair (e a Zapatero, quello di una delle più spettacolari bolle immobiliari nella storia del continente europeo). Beninteso, è rimasta a loro nella prassi. Perché quanto a parole, tra momentanee folgorazioni per l'austerità espansiva e aumenti di budget della sanità mentre il budget veniva in effetti tagliato beh, nessuno si è mai fatto mancare niente. Oggi paradossalmente qualcuno sembra voler tornare, nel nome, alla difesa del lavoro - ma pare che nessuno si ricordi come si fa, a difendere il lavoro.

Pochi si ricordano una prima pagina storica del Manifesto (quando quel giornale aveva ancora un residuo di dignità), che ai tempi di Prodi titolò "Presi per il cuneo", rilevando l'inconsistenza della promessa riduzione del cuneo fiscale. Beh, da allora in poi e specie da quando hanno smesso di vincere chiaramente le elezioni ma al governo ci sono finiti lo stesso l'andazzo è stato sempre quello. Sempre parlando di irrilevanza, mi ricordo il rapporto Censis del '21, che dipingeva gli italiani irrazionali e ingrati, sovranisti psichici, terrapiattisti antivaccinisti che non sapevano riconoscere la bontà delle spinte all'economia e del PNNR (era stata la migliore gestione, analfabetacci funzionali!). Un anno dopo invece erano tutti post-populisti preccupati dell'inflazione, dell'economia che non va, del caro bollette, della guerra. Che c'entra? Che forse le promesse splendide sorti della fine del '21 sono miseramente naufragate (presi per i ristori?). Poi le elezioni le hanno vinte i "fascisti", in tutte le agende che contano non è cambiata una mazza e si va avanti così.

Sarebbe bello se la "sinistra" italiana volesse rinnegare quel che ha fatto negli ultimi 30 anni e soprattutto l'impostazione che ci stava dietro. Ma non lo farà. Troppa fatica, troppo da perdere. Meglio sognare l'anagrafe dei vaccinati e soprattutto, dei NON vaccinati. Santo Green Pass docet.


lunedì 23 gennaio 2023

A MAI PIU' RIVEDERTI, MR 3%

 


AIFA ha una lunga storia di vaso di coccio tra i vasi di ferro della politica. Ma niente di peggio di Magrini poteva trovarsi nel ruolo di Direttore Generale dell'agenzia nel tragico 2020. Occorre dire che nel momento della grande prova non poteva trovarsi con un Comitato Tecnico più inadeguato: gatti di marmo che nel momento della grande crisi diventavano ancora più marmorei e lui, "Santo Cortisone" Ippolito (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/reithera-dalla-prefica-ippolito-alla.html). Con tutte le attenuanti del caso, fare di peggio era un'impresa pressoché impossibile:

• 30% che diventava 3% (remdesivir https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-direttore-aifa-remdesivir-il-3-e-la.html e qualcuno che i conti invece li sapeva fare li fece https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/remdesivir-limpatto-costo-efficacia.html), tranne poi mettere il segreto sui dati del Registro Veklury.

• Il sì ai trial per Avigan, Interferone, Colchicina.

• L'endorsement a lopinavir (mentre chi ne capiva qualcosa https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-gli-antiretrovirali-non.html)

• Il no ai mAb anticovid quando potevano servire - c'è gente che non capirà mai e poi mai il concetto dell'approvazione di emergenza: visto che siamo in emergenza usiamo quel che può servire ora per ridurre il danno (dopo sei mesi non servivano più? SAI CHI SE NE FOTTE tra quelli che quando potevano servire non ha avuto accesso e loro famiglie?).

• L'endorsement al "vaccino italiano Reithera" - non un endorsement entusiastico? Trascinato lì da Ippolito? Beh, lì alla presentazione del (fallito) vaccino tricolore lui c'era, eccome, e ci sono i filmati.

Verrebbe da dire che Magrini era il perfetto rappresentante della maggioranza dei decisori nella sanità pubblica italiana, a cui il giudizio sul DG AIFA deve doverosamente essere esteso.

Non so quale sia il curriculum di chi gli succede, ma per fare peggio occorrerrebbe un talento spettacolare nel topparle tutte, un'incredibile quantità di sfiga o una loro combinazione. Quindi che si vada sul peggio è altamente improbabile.

EDIT: mi dicono che il PD lamenta la rimozione di Magrini. Perché? Perché lo ritengono "uno dei loro", ovviamente, e deplorano che il suo posto sia preso da "uno degli altri". Dimostrazione ennesima che la politica sanitaria italiana non ha speranze. Perché a sentir parlare di "scienza" riguardo l'ex DG viene da piangere. Amaramente.

domenica 22 gennaio 2023

I GRANDI CLASSICI: IL TRINCIACARTE (GENERICI, FDA)

 

https://www.fiercepharma.com/manufacturing/burn-after-reading-fda-blasts-intas-cascade-failures-after-investigators-find-heaps
 

Scritto più di una volta, qua sopra: il regolatore farmaceutico garantisce la compliance cGMP in primo luogo con le ispezioni. In materia di generici le uscite del medico o dell'accademico che di tanto in tanto viene fuori dicendo "Le analisi sono ok" ( o l'immarcescibile "la molecola è la stessa") dimostrano solo la sua basilare incompetenza (si può essere incompetenti in cattedra, eccome, vedi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/basterebbe-aprire-un-libro-o-no.html ). Probabilmente è bene ripeterlo: un farmaco "buono" è un farmaco prodotto da un sistema conforme alla Good Manufacturing Practice. Un famaco prodotto da un sistema non conforme non è "buono", e non c'è analisi o "ma è efficace in clinica" che tenga.

Qualche mese fa dove lavoro è arrivata l'ispezione. Non è stato un evento drammatico, per niente, e il certificato cGMP è stato velocemente rinnovato. Ma non ovunque le cose vanno in questo modo, specie quando si esce dai confini occidentali. La cosa ha ragioni profonde, culturali e di cultura industriale. Per questo in passato qua sopra si è parlato di differenze (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). E proprio a causa della mia cultura professionale che se leggo qualcosa del genere lo trovo esilarante:

Nel primo giorno dell'ispezione FDA aveva notato personale Intas del controllo qualità e della produzione distruggere documenti "riguardanti i registri originali e i raw data facendoli a pezzi". Il personale poi li aveva buttati nei cestini del laboratorio controllo qualità e nei rifiuti dei parenterali. 

(e questo è solo l'inizio della storia)

Qualcuno potrebbe pensare che in fondo è solo carta. Ma guarda caso la documentazione del processo produttivo e dei controlli qualità è uno dei cardini del GMP (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/07/good-manufacturing-practice-generici-e.html). Forse non inutile specificare che in caso di risultati analitici non conformi il prodotto deve essere rigettato e collocato in area stoccaggio di quarantena, e in caso di risultati analitici aberranti deve essere aperta un'indagine documentata che stabilisca se il risultato è davvero aberrante e le sue cause. Detto ciò potete farvi un'idea di cosa la mancata esecuzione di queste procedure e sacchi dell'immondizia pieni di documenti fatti a pezzi possano significare.

Intendiamoci, questa è una buona notizia: dopo risultati ispettivi come questi l'Import Alert è immediato e la Warning Letter tombale. I prodotti Intas non arriveranno più sul mercato americano. E in teoria anche su quello europeo, perché tra FDA e EMA vige un accordo di mutuo riconoscimento delle ispezioni (https://www.ema.europa.eu/en/human-regulatory/research-development/compliance/good-manufacturing-practice/mutual-recognition-agreements-mra). Ma il sistema europeo, con i suoi due livelli centrale e nazionale, è più lento e macchinoso. E al momento le autorizzazioni all'importazione AIFA inerenti prodotti Intas sono ancora al loro posto, come se niente fosse successo.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...