mercoledì 11 settembre 2024

AGGRESSIONI AL PERSONALE SANITARIO: NON-SOLUZIONI DI DESTRA A UN PROBLEMA CHE LA DESTRA PEGGIORERA'

 

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=124131

Una proposta di legge di destra e autoritaria che piacerà molto a buona parte dei sedicenti democratici paladini dei diritti, perché per anni ho sentito invocare la revoca dell'accesso "gratuito" alla sanità per questa o quella categoria - e andando a memoria, questo tipo di invocazioni non venivano da "fascisti", anzi.

Ma è meglio partire dalle radici dei conflitti tra medico/sistema sanitario e pazienti. Il contenzioso sanitario in Italia è in crescita da anni, "Il numero dei contenziosi in ambito sanitario sembra essere in continua crescita, con circa 30 mila casi ogni anno. A fine 2022 sono stati registrati 3 milioni 829mila casi pendenti nei tribunali... Tra le azioni legali più comuni intentate, i pazienti lamentano negligenza medica, violazione della privacy, diffamazione, mancato rispetto degli standard di cura, frode sanitaria, omicidio colposo e molti altri aspetti." E' l'immagine di una crescente disfunzionalità che provoca un crescente attrito tra cittadini con il diritto costituzionale di essere curati e un sistema con il suo personale che queste cure riesce a garantirle sempre meno.

Ma quali sono le dinamiche del contenzioso?

Da cosa origina il contenzioso tra medico e paziente?

Anche la migliore gestione clinica non può impedire che emergano, talvolta, momenti di tensione tra medico e paziente.

In modo abbastanza ovvio, il contenzioso ha spesso origine da un errore tecnico del medico, in conseguenza del quale il paziente abbia riportato un danno obbiettivamente apprezzabile – abbia cioè accusato l’insorgenza di una nuova malattia, o il peggioramento di una malattia già sofferta – frequentemente enfatizzato come tale da colleghi senza troppi riguardi.

Frequentemente, tuttavia, il danno è solo valutato come tale, soggettivamente, dal paziente, il quale ritiene di aver subito – per un motivo o per un altro – un torto dal suo curante.


E questo in un sistema "normale" che normalmente funziona. Ma nella parte più sfasciata di un Sistema Sanitario Nazionale ridotto al lumicino? Che cosa può succedere quando si passa dal contenzioso alla collera e alla furia non mediate lo vediamo sulla cronaca.

Questo non è in nessun modo giustificare gli aggressori, ma semplicemente guardare in prospettiva un fenomeno che perlopiù è inerente alla parte del paese a sud di Roma. Ed è fin troppo facile prevedere che con l'autonomia differenziata la situazione delle aggressioni al personale sanitario non potrà che peggiorare. E guarda caso l'autonomia differenziata è una cosa che è stata voluta dalla maggioranza in cui sta chi propone questa legge.

Riguardo alla proposta di legge mi sembra l'ennesima deleteria sparata per fare immagine - nutro sempre forti dubbi nei confronti dell'introduzione di nuove fattispecie di reato per reati che sono già adeguatamente punibili (aggressione a pubblico ufficiale nel caso dei medici, per gli infermieri la cosa è più dibattuta). E poi notate bene il dettaglio in evidenza, riguardo la proposta di legge: senza costi per lo Stato. Sia mai che lo Stato Italiano spenda per qualcosa di diverso da armi e interessi sul debito pubblico...

E poi pensate a una cosa: pure un ergastolano ha diritto ad essere curato gratuitamente... ma forse anche questo è qualcosa a cui prima o poi si vorrà mettere rimedio.

lunedì 9 settembre 2024

VACCINI, PUGLIA: INIZIATIVE ILLEGALI

 

https://www.fpress.it/attualita/garante-privacy-alla-regione-puglia-rischi-da-legge-su-certificazione-hpv/


La scorsa settimana la risoluzione del Garante per la Privacy è finita sulla Gazzetta Ufficiale:

Il Garante per la protezione dei dati personali ha avvertito formalmente la Regione Puglia sui rischi di violazione della normativa sulla privacy connessi alla legge regionale che impone agli studenti di scuole medie, superiori e università di presentare all’iscrizione un certificato di avvenuta vaccinazione contro l’Hpv.

Secondo l’Autorità, se la Corte Costituzionale dovesse dichiarare l’illegittimità della legge pugliese, impugnata dal Governo, i trattamenti di dati effettuati dalla Regione Puglia risulterebbero privi di una base giuridica adeguata e, quindi, non conformi alle normative sulla protezione dei dati personali. Anche in assenza di una pronuncia di illegittimità, il Garante ritiene che questi trattamenti violerebbero comunque i principi di necessità e proporzionalità stabiliti dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr) dell’Unione Europea.

Il Garante, in particolare,  sottolinea che il trattamento dei dati sanitari è legale solo in presenza di una legge statale. Per un vaccino come quello contro l’Hpv, che non è obbligatorio ai fini dell’iscrizione scolastica, è necessaria una normativa uniforme a livello nazionale per autorizzare le autorità scolastiche a richiedere documentazione sanitaria agli studenti e alle loro famiglie.

L’avvertimento è stato pubblicato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è stato inviato al Presidente del Consiglio dei ministri e alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome. Inoltre, l’Autorità ha notificato all’Asl di Lecce alcune violazioni rilevate nel corso di un’indagine avviata nel giugno scorso, dopo che alcuni tirocinanti erano stati esclusi dall’accesso in ospedale perché sprovvisti della quarta dose del vaccino covid.

Niente male, considerando che il più in vista dei due firmatari della legge, nonché grande sostenitore dell'operato della ASL di Lecce (Lopalco), aveva detto che si trattava di cose velocemente sistemabili (a maggio, lo aveva detto, e siamo a  settembre inoltrato). E come noterete sarà un po' più complicato fare ricorso al'espediente del governo fascista antivaccinista, perché si continua a parlare di DIRETTIVE EUROPEE. Ah, questa Commissione Europea antivaccinista... o no? 

Notare bene la perfetta natura politica della faccenda, dietro il dettaglio tecnico: tutto questo richiedere certificati vaccinali per vaccini non obbligatori è al di fuori della legge perché non esiste nessuna legge nazionale che stabilisce l'obbligo per queste vaccinazioni. E che una legge del genere veda la luce con questa maggioranza è largamente improbabile. Con una diversa maggioranza le cose sarebbero probabilmente differenti. E non è una questione di scienza/vaccini contro antiscienza/fascisti, perché la scienza/vaccini come si è manifestata in questa vicenda è per l'ennesima volta un catechismo destinato a bimbetti con un serio ritardo nell'apprendimento. Un catechismo (comunicazione) che il più noto promotore delle leggi in oggetto ha cominciato a vendere, al settore pubblico - e si può immaginare al settore pubblico governato da politicamente affini. Il tutto imbarcando nella società in questione parenti stretti. Tutto molto italiano, nel senso deteriore del termine.


domenica 8 settembre 2024

SALVARE VITE: UNO SLOGAN POLITICO E PUBBLICITARIO

https://www.bizjournals.com/boston/news/2024/08/28/biosecure-act-boston-chinese-biotech-firms-ban.html

Il Biosecure Act va avanti e il CEO di Wuxi AppTec USA continua a fare campagna contro. Lo screenshot è da Linkedin, ed è intriso della retorica piuttosto stantia del "salvare vite". A regola la maggioranza di chi legge non dovrebbe avere idea di cosa sia WuXi e cosa faccia. Il suo business non è lo sviluppo e la realizzazione di trattamenti salvavita, come dice lui. E' uno dei tanti service provider della farmaceutica globale, e in particolare la sua casa madre cinese è nota per essere lo sweatshop  globale del settore (molto economica, se non si guarda alla qualità del lavoro). Perché questa uscita ora? Perché la legge potrebbe finire alla House of Representatives questa settimana. E pare che la la Camera sia intenzionata a farlo passare velocemente, perché il progetto di legge gode di un solido supporto bipartisan.

Chiaramente questo è un caso di Cicero pro domo sua e l'impatto del Biosecure Act è già in corso perché le grandi farmaceutiche mondiali hanno già iniziato a ristrutturare la loro rete di terzisti (cfr  Novartis). Se qualcuno pensa che tutto questo avrà una conseguenza sul prezzo finale dei nuovi farmaci vorrei ricordare che WuXi opera principalmente nel preclinico e che i costi dello sviluppo preclinico si misurano in milioni, mentre quelli dello sviluppo clinico sono centinaia di milioni (per le grandi tipicamente più di un miliardo). Quello che pare abbastanza sicuro è che sia iniziato il corso di una ristrutturazione globale della fornitura di servizi allo sviluppo farmaceutico, ma quanto andrà avanti non si sa e i suoi effetti sono mascherati dalla masiccia ondata di licenziamenti di inizio 2024. Non resta che stare a vedere come la situazione si evolve.

Resta un fatto: per un ventennio la globalizzazione è stata venduta da molti, e venduta come una legge di natura. Quel che sta succedendo oltreoceano dimostra che pezzi di globalizzazione possono essere cancellati con un tratto di penna del legislatore. Quindi addio alla definizione di "fenomeno naturale". Venti anni di globalizzazione hanno in primo luogo gonfiato i profitti del comparto finanziario occidentale e a spese dei soliti, cioè delle classi lavoratrici, in primis europee ed americane- sarebbe da ricordare, 20 anni fa, l'indegno vociare a vuoto sul futuro dello stivale nell'economia dei servizi, teso a coprire queste dinamiche e a far apparire quei pochi operai che protestavano contro la chiusura di uno stabilimento causa delocalizzazione i relitti obsoleti di una stagione conclusa e da dimenticare.

mercoledì 4 settembre 2024

IL POTERE, LA SCIENZA E...

 


Alberto Fernández, presidente argentino, chiuse il paese in un lockdown che durò sette mesi. Nel frattempo vedeva le sue amanti nel suo ufficio alla Casa Rosada e picchiava la moglie. E' il potere, potrebbe dire qualcuno, il potere corrompe. Oppure potrebbe essere qualcosa di diverso.

Prendiamo la "Scienza", quella predicata con la S maiuscola. "L’uso della Scienza come principio di autorità (il contrario della scienza) e con finalità di esercizio arbitrario del potere è un po’ come afferrare la testa di una donna e portarsela alle palle", mi scrive Francesca Capelli. Ma se di fatto l'autorità scientifica maschile configura un potere, c'è da stupirsi se si configura in quel modo? Una certa categoria di uomini, in generale, il potere lo concepisce così - se non include l'afferrare la testa di una donna e portarsela alle palle non è vero potere. Non so se ve lo ricordate, ma l'Italia è stata governata un po' troppo a lungo da un soggetto del genere. Ovviamente esiste una popolazione maschile che il potere non lo vive così, una popolazione che probabilmente include parricidi in pectore, edipi, soggetti con l'istinto del protettore, ma non si limita a loro. Una popolazione che può essere ridotta dagli altri a un problema di omosessualità latente (perché, di nuovo, gli altri sono fatti così e se non concepisci il potere come loro non hai le palle). Quando ho sentito considerazioni del genere ho sempre pensato che la lingua battesse dove il dente doleva ("Se una donna dicesse queste cose verrebbe lapidata", mi fanno sapere).

Ma torniamo alla "Scienza"... 

Qua sopra si è parlato bene di Lezioni di chimica (2023) una serie ambientata in USA alla fine degli anni '50 in cui un'abuso subito da una ricercatrice ne compromette la carriera. E' anche la storia della sua faticosa riscossa.

Si potrebbe pensare che più di mezzo secolo dopo in occidente le cose vadano in modo tutto diverso, invece... 

Dalla fiction alla realtà, ci sono enti di ricerca in cui una procedura per harassment è una cosa piuttosto seria. Ma c'è chi può collezionarne più di una andando avanti piuttosto tranquillamente per la sua strada. Mentre, parlando di accademia italiana, no, non ci sono situazioni del genere, c'è di peggio. L'accademia è un sistema di potere che include le discipline scientifiche e come vanno le cose in Italia?

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/03/08/molestie-e-abusi-nelle-universita-il-report-con-300-segnalazioni-i-luoghi-meno-sicuri-gli-studi-dei-docenti/7472981/

Non bene, a quanto pare. E il fronte mediatico-social della Scienza è in larga parte popolato da accademici. Pare che quanto a comportamenti nei confronti delle donne in RAI si dicesse che le virostar non fossero affatto immuni da certe attitudini, anzi, ma si sa, se sei divisivo e mediaticamente esposto le voci su di te dicono tutto e il contrario di tutto. Però certi atteggiamenti filtravano e anche qualcuno dei fan più affezionati rimase piuttosto urtato:

https://www.nurse24.it/infermiere/dalla-redazione/bravo-burioni-ma-per-altre-cose.html

Ma ricordiamo che non ci sono solo le posizioni di potere acquisite. C'è pure il potere perseguito, cercato. E poi c'è la fame, quella atavica, quella che annebbia la mente.

Mi fu raccontato un episodio significativo inerente un gruppo facebook di fisica. Non una di quelle cose deliranti a base di fantaboiate quantistiche, una cosa seria che vedeva coinvolto un campione dei "giovani" dell'accademia italiana (soggetti tra i quasi 30 e i 40 da poco passati), più tra i partecipanti studenti, dottorandi etc. Un ambiente a larghissima prevalenza maschile in cui a un certo punto viene ammessa una ragazza molto bella e evidentemente competente. E mentre in pubblico si parla ancora di fisica in privato comincia a succedere di tutto, come ci si potrà immaginare. Ma non solo: qualcuno, tra l'altro sposato, per lei perde letteralmente la testa in modo del tutto evidente e per niente discreto, tanto che la consorte lo viene a sapere da cui tragedie domestiche. Cose della vita, che possono succedere. E sarebbe puro gossip se non fosse per un particolare: la bella ragazza non era una bella ragazza ma un profilo fake gestito da un tipo.

Poi ci sono stati i gruppi che una valenza politica reale ce l'avevano eccome. E avevano tutti un problema che spesso chi fa partire l'iniziativa non è preparato a a gestire: il bandwagoning. Cioè la gente che vuole salire a bordo perché è di moda, perché si acquista visibilità, perché si pensa di poterne avere un ritorno di immagine o politico (nel senso deteriore del termine, leggasi poltrone e incarichi). E se va buca si diventa feroci critici dell'iniziativa, chiaro. C'era un aspirante bandwagoner, non ammesso a un gruppo del genere, dirigente medico lombardo, over 50 e sposato, in pubblico degnissimo castigatore di ogni voce dissenziente, che in privato era un "Pezzo da 90, grande maniaco che ci provava con tutte, pesantissimo" (squallidissimo un over 50 sposato con questi comportamenti).  E che dire di un frontista proscienza, ex Patto Trasversale per la Scienza, che sulla pagina facebook CS si qualifico per il vecchio puttaniere che era? ("Avendone i mezzi posso scegliermele con le misure che voglio") Chissà, forse era talmente idiota da avermi scambiato per un individuo affine. Come commentare poi quelle esibizioni di bicipiti, pettorali etc in discorsi sui social che avrebbero voluto essere scientifici? Le ho sempre trovate estremamente incongrue.

Questo è un campione di dimensioni ridotte ma piuttosto significativo (significativo, non rappresentativo) di una bella umanità. Una bella umanità che si dipinge come il pezzo migliore della specie, almeno in Italia, ma contiene una indefinita percentuale di soggetti del genere. Quanto a qualità umane della "Scienza" su isocial diciamo che il  colpo d'occhio, specialmente dietro le quinte, poteva non fornire uno spettacolo edificante (devo precisare che dall'altro lato della barricata a quanto mi dicevano le cose non adavano tanto meglio).

Forse uno che aveva parlato di sessismo riguardo a certi soggetti e certi ambienti non aveva mancato il bersaglio. E la componenente femminile della popolazione dei giusti nel giusto, anche quando vocalmente preoccupata dei diritti delle donne, taceva o copriva per amor della causa. O come mi dice Marilena Falcone, "Purtroppo ci sono alcune donne che per compiacere il maschio alfa di turno tradiscono volentieri il proprio sesso diventando anche più cattive e sguaiate di un maschio" (aggiungerei che, andando a memoria, spesso si tratta di alfa sì, hsolo nei loro sogni o forse su isocial, ma neanche).

(Questo post non sarebbe stato possibile senza i contributi di Marilena Falcone, Valeria Kapa e Francesca Capelli)

domenica 1 settembre 2024

DI PLASMA IPERIMMUNE, CURE, SPONDE POLITICHE E TRAGEDIE PERSONALI

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/29/covid-e-plasma-iperimmune-alcune-intuizioni-di-de-donno-nel-tempo-si-sono-rivelate-corrette/7670991/

C'è una cosa da premettere: in quella prima metà del 2020 chi somministrava lopinavir a fiumi aveva torto marcio, mentre i tentativi con il plasma detto "iperimmune" davano ragione a De Donno. Allora, in quella finestra temporale

Dopodiché vorrei precisare diverse cose e l'elenco è abbastanza lungo.

La prima riguarda il discorso "cura": il dettato della comunicazione nella pandemia dice "la cura non esiste". Ok, quindi non esistono cure anche per la maggior parte dei tumori - però gli avanzamenti terapeutici sono stati pazzeschi, negli ultimi 25 anni, e la diagnosi di diversi tumori non è più una sentenza di morte, oggi (in teoria, parlando di Italia, e altrove, per chi non si può pagare le terapie). E riguardo a COVID19, gia nella prima metà del 2020 strumenti terapeutici per la riduzione del danno sono stati velocemente individuati, poi se ne è limitato e irreggimentato l'uso solo e unicamente quando prefiguravano un costo (anticorpi anti IL6R, inibitori JAK, remdesivir), mentre per il desametasone, altro strumento di contenimento del danno (modesto, se usato da solo), nessun problema. La stessa cosa vale per gli anticorpi monoclonali anticovid nella finestra temporale in cui potevano funzionare e hanno funzionato (alcuni di più altri di meno, non c'erano solo quelli Eli Lilly). Tra l'altro stiamo parlando di indirizzi italiani completamente diversi da quel che accadeva altrove. In USA ogni strumento utile e scientificamente sensato, incluso il plasma iperimmune, all'epoca fu usato ogni volta che si era in condizioni di farlo (a carico del sistema federale) e in assenza di alternative migliori. Non che il plasma non avesse problemi: raccolta, conservazione, titoli anticorpali non uniformi. Ma in assenza di strumenti migliori, e di nuovo, in quella finestra temporale...

Chi ha paragonato il plasma iperimmune alla"terapia" Di Bella e a Stamina è stato semplicemente inqualificabile. Ricordiamo che FDA diede l'ok all'uso del plasma in chiave emergenziale, e che le posizioni espresse da esponenti della medicina italiana riguardo le approvazioni FDA del 2020 ("Voluta da Trump! Non funziona!") erano espressioni di pura faziosità ideologica. Per i risultati dell'ultima metaanalisi rimando all'articolo di Sara Gandini linkato in testa a questo post, e ripeto per l'ennesima volta che tutte le mie considerazioni rigurdano un periodo specifico, il 2020 . Nonostante tutto questo quando la vicenda umana di De Donno giunse al suo tragico termine in prima serata gli furono dedicati epitaffi altrettanto inqualificabili, come questo.  


De Donno non era il Principal Investigator dello studio sul plasma iperimmune: il Principal Investigator era il Dott. Massimo Franchini. Perché Franchini è rimasto fuori da ogni polemica? Perché ai tempi tenne un profilo estremamente basso. Ma nel 2022 si è sentito in dovere di raddrizzare le storture di una narrazione deviante, distorta e avvelenata.

https://www.gazzettadimantova.it/territorio-mantovano/noi-salvati-dalla-plasmaterapia-il-grazie-a-franchini-e-de-donno-1.11967976

A differenza di Franchini De Donno fu evidentemente tentato dai famosi 15 minuti di gloria mediatica, che finirono per coagularsi nel messaggio "la cura c'è ed è il plasma".  Non fu De Donno a coniare questo messaggio, neanche con l'accento sui pazienti che erano rimessi, ma non si preoccupò di correggerlo più di tanto. Questo gli fruttò un esercito di fan ("Il plasma è la cura") e una folla con la bava alla bocca che su isocial ne chiedeva la testa (tra i capiciurma dei linciatori virtuali non è possibile non ricordare Selvaggia Lucarelli). In questo clima e avendo a che fare con un medium in cui non si sapeva muovere (isocial), De Donno scelse l'ombrello politico che gli venne offerto dalla Lega, il che quanto a linciaggi mediatici non poteva non peggiorare le cose, anche perché la Lombardia a guida leghista stava offrendo la gestione più disastrosa che si potesse immaginare dell'emergenza.

Quindi De Donno, pace all'anima sua, è stato colpevole, sì.

E' stato colpevole di vanità quando ha cercato o accettato di buon grado i riflettori mediatici.

E' stato colpevole quando si è compiaciuto dei suoi risultati clinici e di una fanbase su isocial.

E' stato colpevole di ingenuità quando ha accettato un ombrello politico.

E ora, secondo questi metri, ditemi quanti altri medici avrebbero dovuto ricevere lo stesso identico trattamento (che per esser chiari è qualcosa che nessuno dovrebbe ricevere, mai).

PS: Sento qua e là nella websfera italiana che ci si straccia le vesti per 100 decessi per COVID alla settimana: è la dimostrazione che non c'è speranza, nello stivale, e non potrà che andare peggio, perché paxlovid è stato approvato da EMA nel gennaio 2022, ma la maggioranza dei medici di base, i pochi rimasti, a quanto pare non lo sa. Rassegnatevi, perché il tempo per montare in collera è scaduto vari anni fa.

giovedì 29 agosto 2024

FACCIAMO (S)CONTENTI I FAN DELL'APOCALISSE

 


C'è un però: il loro mantra è invariabilmente "Moriremo tutti molto male se non facciamo X". X è a piacere, di solito, non so se vi ricordate "se non stiamo chiusi in casa a tempo indeterminato". E' un discorso molto versatile e si presta ad essere diffuso e perpetuato da gente che il più delle volte non sa di cosa parla. Ed è un discorso che ogni volta prende di mira il singolo con istanze moralizzanti, che partono di solito da una professione di fede: se non professi la fede, qualsiasi siano i tuoi comportamenti, sei un reprobo. Raramente tutto ciò ha una reale e autonoma consistenza politica, ma spesso si presta ad appoggiare politiche "vere", in atto. Un esempio congcreto? A due anni circa dalla fine dell'emergenza COVID c'è ancora chi bolla con azioni amministrative chi non si è fatto l'ennesima dose di vaccino antiCOVID. Costoro continuano a sostenere che la vaccinazione antiCOVID in qualche modo impedisce la trasmissione del virus (e questo è un purissimo falso). 

COVID, guerre e global warming sono tre emergenze in cui invariabilmente si sono scaricati (o si tende a scaricare) i costi sui molti, il 99% che possiede l'1% delle ricchezze del pianeta. E questo è vero particolarmente in Europa e ancor più particolarmente in Italia. Esempio topico: oltreoceano si usa la scienza dell'attribuzione (diamola per buona) per intentare cause alle compagnie petrolifere. Da questa parte dell'atlantico invece i toni sono sempre stati quelli che hanno provocato reazioni ironiche, tipo "Il global warming e l'inondazione sono colpa mia e del mio pandino del '90". Chi ironizzava in questo modo semplicemente sottolineava quel che passava per la maggiore. Quel che puzza (molto) nel dibattito su ambiente e clima è che è stato politicamente sterilizzato, ed è sempre bene ripetere quel che diceva Chico Mendes: l'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio. Ovviamente ho ben presente il nostrano movimento settario contro il global warming: completamente purgato da qualsiasi elemento di lotta di classe, ha preso di mira i cittadini (blocchi stradali) e le opere d'arte. Una strategia puramente mediatica, perché politicamente è (e si è rivelata) deteriore e alla fin fine suicida (ma mi ricordo più di un endorsemente da parte della "scienza" e della sua comunicazione - non è che ci fanno, ci sono proprio). Anche l'obiettivo inizialmente dichiarato da Ultima Generazione suonava "bene" e aveva il suo superficiale fascino: lo stop agli incentivi ai combustibili fossili. Sembra fighissimo, no? Guardiamoci dentro un po' meglio. Ammettiamo che il risultato fosse raggiunto: il risultato sarebbe un aumento del prezzo dei carburanti almeno corrispondente all'incentivo perso. Considerando la storia delle tasse sul carburante in Italia è inverosimile che lo stato neutralizzi l'aumento diminuendo il prelievo fiscale. Ne risulterebbe quindi un puro aumento del costo dei carburanti. C'è una dottrina abbastanza diffusa per cui se il prezzo di un bene sale la sua domanda cala. Guarda caso in Italia abbiamo due anni esemplari per vedere cosa succede nello stivale quando il prezzo dei carburanti cresce a dismisura:

Un incremento nel prezzo alla pompa significa trasporti più costosi, merci più care e, indirettamente, un aumento dei prezzi dei beni di consumo: mentre scrivo è la fine di Settembre 2023, mi sono fermato a fare gasolio in autostrada, pagandolo 2,7 euro al litro, qualche cosa di mai visto e totalmente fuori controllo.

(Non condivido le valutazioni sugli interventi governativi, pannicelli caldi per fare immagine)

E al consumo dei carburanti con i prezzi in corsa folle cosa è successo? 58,4 milioni di tonnellate nel 2022, 57,4 milioni di tonnellate nel 2023. Se ne conclude che un (improbabile) successo di Ultima Generazione nel conseguire gli obiettivi inizialmente dichiarati avrebbe prodotto inflazione, pagata di tasca dalle famiglie, senza produrre effetti significativi sull'emissione di gas serra. Complimenti vivissimi a tutto il progetto, a chi lo lo aveva così ideato e a chi lo ha aveva appoggiato quando queste erano le carte in tavola. Da un po', con il calo di esposizione mediatica, si registra un parallelo "incomprensibile" crescente fastidio dell'opionione pubblica nei loro confronti (hai preso a bersaglio il 99% e poi ti chiedi perché ce l'hanno con te? Complimentoni). Quindi la linea si è spostata verso la richiesta della creazione di un fondo di riparazione di 20 miliardi per i disastri climatici. Tutto molto bello, ma... prevenzione niente? Niente messa in sicurezza dei corsi d'acqua etc? Perché l'anno scorso è quello che ha fatto differenza quanto a danni tra una provincia e l'altra dell'Emilia. Bah. Quel che nasce torto difficilmente può crescer dritto, ma apprezziamo lo sforzo, anche se ne servirebbe un secondo perché l'impressione è che "Fondo di riparazione" non abbia la capacità penetrazione mediatica della prima fase. E la seconda impressione è che quando finaranno i finanziamenti finirà anche la ricreazione, mentre nel frattempo ci sono state regalate perle di puro settarismo. La cosa notevole è che sembra che avrebbero voluto tirarsi dietro la maggioranza della popolazione. Complimenti per il grande successo (essere una pippa da teenager non è tragico, poi si cresce - ma quando sei cresciuta/o...).

Tutto questo non ha niente a che vedere con le azioni storiche di Greenpeace, ed è roba distante anni luce da altre lotte per l'ambiente di cui in Italia è arrivata solo un'eco, quelle lotte indigene per fermare coloro che sventrano foreste, scavano miniere, invadono, rubano, inquinano, distruggono, e talvolta uccidono. Ironicamente gli unici analoghi europei di questo tipo di lotte sono state le proteste contro l'apertura di miniere di litio in Portogallo e in Serbia - mi pare che la "scienza" in questo caso non abbia avuto il coraggio di schierarsi a fianco del grande capitale (Rio Tinto) contro i contadini, preferendo un oculato silenzio.

Quanto all'Europa ci si è scordati che in occidente i grandi passi in avanti in materia di legislazione ambientale non sono stati frutto di individuali prese di coscienza ma di processi politici nazionali e internazionali che hanno finito per avere successo, un successo ottenuto senza pretendere dalle classi lavoratrici europee la proverbiale libbra di carne. Gli esempi da manuale furono l'insieme di leggi per eliminare il problema delle piogge acide e la regolazione degli ozone depleters.  E guarda caso mentre di piogge acide non si parla da decenni del buco nell'ozono, che era un problema risolto, si parla di nuovo. Perché? Perché con la globalizzazione in atto non potevi imporre alcunché ai giganti che stavano crescendo (Cina). E chi pensa che l'enfasi cinese sulle rinnovabili dei tempi recenti sia frutto degli accordi di Parigi è un povero ingenuo. Quindi da una parte ci sono problemi di politiche che non possono non essere internazionali ma che devono essere condivise da un mondo multipolare, dall'altra l'approccio moralizzante del predicatore o della setta di turno che punta il dito contro di te perché tu hai una carcassa euro 0. 

Ma più in generale, tornando a quello con cui ho iniziato, qualsiasi sia la X l'approccio moralizzatore ha un problema: l'individuo medio, se non è psicotico, preferisce vivere. E preferisce vivere non la "nuda vita", ma una vita che almeno in potenza possa essere gratificante e significativa. Quindi ogni preoccupazione collettiva per la "nuda vita" (la abbiamo vista in tempi di COVID), per quanto possa avere aspirazioni totalitarie non riuscirà mai ad essere universale, con tutto quel che ne consegue.  

PS: La questione delle professioni di fede è diventata fondamentale da anni su entrambi i fronti (pro e anti). Qua invece sin dall'inizio è stata espressa una posizione assolutamente laica. E forse di laicità si sente un crescente bisogno.

martedì 27 agosto 2024

IVERMECTINA: GLI SVERMINATORI *NON* VINCONO IN LOUSIANA, NESSUNA INVERSIONE A U

https://apnews.com/article/coronavirus-ivermectin-fda-doctors-lawsuit-bbc8d4fc726c08940ae4b0dad70170e0

Devo dire che negli anni ho perso il conto delle occasioni in cui un medico o un'associazione di medici o una società medica ha alzato la voce contro la regolazione farmaceutica, sostenendo le loro tesi contro le indicazioni e le linee guida delle agenzie e a volte riuscendo a imporle grazie a una sponda politica.

Le linee guida e sopratutto le indicazioni di FDA e EMA non sono frutto di decisioni arbitrarie o, come piace pensare a molti ignoranti in materia, di articoli peer reviewed, né tantomeno del dettato delle aziende farmaceutiche. Se è lo sviluppatore del farmaco che svolge i trial, il regolatore è quello che li controlla e ne giudica la qualità, bocciando il farmaco a priori quando ritiene che i trial siano fatti male (sull'inconclusività o meno dei trial il discorso è più complesso). E fin qui la teoria. Poi essendo le agenzie regolatorie un sistema umano capita che si allontanino dalla teoria per soddisfare pressioni politiche, ma generalmente direi che questi casi sono le eccezioni e non la regola. Il caso recente più eclatante di bocciatura dei trial riguarda FDA e il vaccino anticovid Astrazeneca. Questo controllo (piuttosto rigido) dei trial non esiste per i tanti studi clinici pubblicati per quanto peer reviewed. Detto questo passiamo all'Ivermectina

Le radici del fenomeno ivermectina (e di quello idrossiclorochina) sono da collocarsi nei primi mesi del 2020, quando ci fu uno screening disseminato su migliaia e migliaia di composti per trovarne uno attivo contro il virus. Non solo, ma sono pure italianissime, queste radici (CNR). In quei mesi arrivava anche un'articolo australiano che rilevava l'attività in vitro contro la replicazione di SARS-COV2: IC50 circa 2uM, che tradotto significa tra il lusco e il brusco, o se preferite forse che sì forse che no. Ripeto per l'ennesima volta che tra qualcosa attivo in vitro e qualcosa che funziona in clinica ce ne corre, in primo luogo perché il farmaco deve arrivare dove interessa che arrivi in concentrazione sufficiente a svolgere il suo lavoro.

Quella dell'ivermectina era all'incirca la stessa attività della clorochina (ma non dell'idrossiclorochina, qualcosa tipo 5-10 volte meno attiva). Sorvoliamo sull'attività di Lopinavir, il cui uso a fiumi fu giustificato come "razionale fino a evidenza contraria". L'evidenza clinica contraria arrivò nell'estate 2020, ma l'evidenza scientifica contraria era lì fin dall'inizio: lopinavir aveva un IC50 10uM, ritonavir 15 uM. Quindi ulteriori indagini sull'ivermectina erano giustificate, in quel contesto. E notare bene: ulteriori indagini non vogliono dire "La cura c'è!!!". Che è quel che è stato detto quando con attività borderline in vitro mancava l'evidenza clinica. Notare bene: quando l'evidenza clinica mancava, per farmaci ideologici tanto quanto l'ivermectina, cioè l'idrossiclochina, furono messi su siti che linkavano decine di studi osservazionali su campioni minuscoli e tutto questo tipo di monnezza. Perché questa era l'aria che tirava.

Il primo trial inerente l'ivermectina comincia nel 2020 e va avanti trascinandosi a lungo. Nel frattempo vengono fuori progressivamente antivirali ad attività in vitro maggiore. Remdesivir, che in vitro ha attività submicromolare, mostra una certa efficacia clinica per i pazienti appena ospedalizzati. Poi arrivano altri nuovi antivirali: paxlovid e molnupiravir. Ma mentre paxlovid ha un'indubbia efficacia se somministrato entro alcuni giorni dell'insorgenza dei sintomi, le evidenze cliniche su molnupiravir furono molto più traballanti. Nel frattempo le voci degli inossidabili supporter dell'ivermectina continuavano ad essere forti, molto forti sulla rete. La conseguenza fu che negli USA cominciarono ad arrivare in ospedale pazienti con intossicazione da ivermectina, perché avevano assunto dosaggi da cavallo, usando le formulazioni per uso veterinario. FDA iniziò una campagna sui social

Questa campagna è inerente la sentenza in Lousiana. Perché secondo tre medici che erano entusiasti sostenitori dell'ivermectina in funzione antiCOVID di fatto gli è costata il posto di lavoro o la reputazione.

Il tempo passò e alla fine nel 2022 arrivò la conclusione del trial sull'ivermectina iniziato nel 2020:

In this randomized trial, the administration of ivermectin did not result in a lower incidence of medical admission to a hospital or prolonged emergency department observation for Covid-19 among outpatients at high risk for serious illness.

In breve: inefficace.

Quel che è successo di recente è che a New Orleans un tribunale ha giudicato la campagna di FDA eccessiva: quindi l'agenzia ha cancellato tutti quei tweet in uno scambio in cui i querelanti non si vedevano riconosciuto alcun indennizzo. 

The ruling acknowledged FDA’s receiving reports of some people requiring hospitalization after self-medicating with ivermectin intended for livestock. But the ruling said the campaign — which at times featured the slogan “You are not a horse!” — too often left out that the drug is sometimes prescribed for humans.

(Prescritta alle volte come antielmintico).

Questa cosa si è tradotta su isocial mondiali in una valanga di cazzate sull'inversione a U di FDA a proposito dell'ivermectina. Ma non c'è stata nessuna inversione, le indicazioni sono rimaste esattamente le stesse, cioè: no, l'ivermectina non funziona per il COVID.

PS: Se definisco "gli sverminatori" e ho definito gli "ivermectinologi" i più invasati medici che sostenevano e sostengono l'uso di ivermectina in funzione anticovid  è perché invariabilmente il pacchetto includeva "i vaccini e gli antivirali uccidono". Insomma, lo stesso tipo di fauna che potevate trovare tra il 99% dei sostenitori dell'idrossiclorochina. Quindi non piango alcuna lacrima per quelli che in ragione delle loro convinzioni ideologiche hanno perso il posto: la loro ideologia ha in primo luogo danneggiato i loro pazienti quindi sono stati in prima fila nel mandare al diavolo lo stracitato "primum non nocere". Quanto a antielmintici vorrei ricordare che nei "giri bene" ci fu un certo entusiasmo per la niclosamide in funzione anticovid (a differenza dell'ivermectina la niclosamide era un farmaco ideologicamente accettabile). Utile ricordare un'altra volta come è finita. Eh, questi "grandi scienziati", una vera e propria garanzia.

PPS: Un caro saluto a quanti avevano studiato sul Manuale del Piccolo Idrossiclorochinista.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...