mercoledì 29 maggio 2019
TECHNOCRACY - 1 - DDL 770, L'EUROPA
(By Starbuck)
Faceva caldo quando sentii parlare per la prima volta della proposta Pautuanello-Romeo. Faceva caldo, ma avrei volentieri fatto a meno della doccia fredda alle 7.30 di mattina. Mentre da dietro la colazione mi si chiedeva “ Ma l’hai letto l’articolo 5?” traevo la conclusione che le domande retoriche sono sempre foriere di pessime notizie, da queste parti.
Questo siparietto si svolgeva il 7 agosto, quindi un pezzo fa, e nel pieno delle vacanze estive. Il NeoGoverno aveva tranquillizato gli animi pochi giorni prima con un “a settembre tutti a scuola grazie al milleproroghe”, per cui eravamo (quasi tutti) altamenti distratti. Non il parlamento che attentissimo chiudeva in sordina con questa mirabolante proposta di legge: il DDL 770. Un “provvedimento”, si dirà nel testo, “ volto a RIMODULARE” la materia della prevenzione vaccinale, ovviamente “nell’ambito degli ACCORDI INTERNAZIONALI” attraverso anche lo “stabilimento di un’ANAGRAFE VACCINALE” e prevedendo “interventi in caso di emergenza sanitaria e di COMPROMISSIONE DELL’IMMUNITA’ DI GRUPPO”. Insomma, da cominciare a tirare bestemmie ancor prima di arrivare all’articolo 1. “Nell’eventualità in cui si verifichino emergenze sanitarie o specifici episodi epidemici” c’era scritto nel preambolo “resta fermo il potere di attivare l’Unità di crisi […] e dell’autorità sanitaria di adottare interventi urgenti ai sensi dell’art. 117 del DL 31 marzo 1998, n. 112”. Per chi non se lo ricordasse, il DL 112/98 regola le deleghe stato regioni ed enti locali e l’art. 117 stabilisce che “In caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal sindaco, quale rappresentante della comunità locale.”
C’era abbastanza di cui preoccuparsi, insomma. Ma era estate e la proposta di legge è passata … distrattamente. Perché leggerla? Il fulcro era “autocertificazione si/autocertificazione no”. Il fulcro era “sui 0-6”, sul contingente, non sul dopodomani. Poi alle elezioni, non avevamo “vinto noi”?
Il DDL 770 va letto più volte per assaporare in pieno il fumo fitto in cui è avvolto. Ti dice tutto e non ti dice niente: nessun errore marchiano alla Lorenzin su cui attaccarsi. Niente distrazioni: non si parla da nessuna parte di vaccini monovalenti, di non vaccinare per qualcosa per cui si è già immunizzati. Niente, nisba, scordatevelo. Un bel legalese fluido, dove chi scrive sa quello che vuole. E cosa vuole?
Vuole, all’art. 4, un’anagrafe vaccinale, e che i suoi dati siano utilizzati per “la raccolta e lo scambio di informazioni con gli organismi europei ed internazionali”, verstanden?
Vuole, all’art. 5 che capiate che il vaccino va fatto per il bene comune. Le coperture calano sotto la soglia (95% politico per tutti, of course, tetano included, tabelle dettagliate ne trovate in giro a iosa) per uno qualsiasi dei vaccini del PNVP? No problem, paghi la multa e tuo figlio (untore) se ne sta a casa da scuola finché il magic number (sempre 95%) non viene ripristinato. Scuola di qualsiasi ordine e grado. Così per periodi random, in posti diversi e casuali. Con una discrezionalità del Sindaco nel dichiarare l’emergenza (in base al DL 112/98, art. 117) che la conta lunga su cosa vedremo accadere. E no, non sono ottimista come altri che il processo per decretare l’emergenza sarà lungo e laborioso… perché il concetto di emergenza si può ridefinire, come fu ridefinito ad hoc quello di epidemia e pandemia dall’OMS e perché aleggia già un progetto di deroga dello stato alle regione in tema sanità, verstanden?
Gli articoli non soppressi del DL 119/17 sono solo quelli relative alle coperture economiche e quelli relative all’indennizzo per danni che, cherry on top, viene esteso a tutti i vaccini indicati nel PNVP.
E qua sembrerebbe che siamo arrivati in fondo alla storia: sfogo, urla, sipario.
Ma no, proprio no. Qua dobbiamo ancora iniziare a capirci qualcosa in realtà sul DDL 770. Ed a parer mio forse è ancora immaturo il tempo per apprezzarne appieno la portata.
Quando mi sfugge una cosa, e del DDL 770 mi sfugge molto, uso uno schema classico: mi allontano da essa, dall’oggetto, dal fenomeno, ed lo osservo. Lo osservo e basta. Per un po’. E se la risposta ancora non arriva ancora, magari volgo gli occhi al cielo. Potrebbe capitare, come accade ora, che la notte sia di un limpido blu e che 12 stelle mi ricordino il mito di Europa, e che d’improvviso trovi la rotta d’interpretazione.
Già, per capire la palta in cui ci troveremo da qui a breve dobbiamo guardare a “l’Europa” (e forse anche oltre) ed ai suoi esperti. Che poi sono i nostri.
Più precisamente dobbiamo guardare ad un caro vecchio amico, DG SANTE ed uno dei suoi expert panel. Accade infatti che, in risposta ad una richiesta della Commissione Europea (https://ec.europa.eu/…/files/vacci…/docs/com2018_2442_en.pdf) (affatto coincidente con la posizione del Parlamento europea a riguardo http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do… ) a settembre si esprima l’ Expert Panel on effective ways of investing in Health (EXPH) (che lavora alacremente per noi, tutto l’anno, sappiatelo) riguardo “Vaccination Programmes and Health System in Europe”. Il rapporteur del EXPH è un bocconiano attualmente di stanza all’University of York, tale Luigi Siciliani. Bocconi, Bocconi…aspetta con chi ha pubblicato a settembre Ricciardi, un paper sul morbillo? Ah sì, con qualcuno della Bocconi. Vabbè coincidenze. BTW, nella commissione EXPH, c’è anche lui, il nostro Walter nazionale. E non solo! Siatene orgogliosi: molti altri dei nostri ricercatori sono ben tenuti in considerazione dal EXPH, perché nella bibliografia ritroviamo Lopalco, D’Ancona, Rappuoli e compagnia cantante (applauso, reggiseni che volano in sala anche qualche sospensorio per par condicio).
L’opinione adottata dall’EXPH la potete ritrovare qui: https://ec.europa.eu/…/exp…/files/020_vaccinationpgms_en.pdf e per i più volenterosi, c’è anche un bel video di un ora e mezzo della discussione (potete corrompermi con cornetto e cappuccino e vi posto il link, guardatelo a tarda ora, quando I bimbi sono a letto). Per i meno volenterosi invece vi riassumo i desiderata del papello. Gli EXPH si auspicano una bella “registrazione della popolazione target”: “Senza un accurato e aggiornato registro basato sulla popolazione e’ impossibile gestire un programma basato sulla popolazione e stabilire la copertura vaccinale […] Idealmente il sistema non dovrebbe comprendere solo il numero delle persone ma anche alcune informazioni sulle caratteristiche note per essere correlate con una bassa diffusione”. Beh allora la nostra anagrafe vaccinale gli tornerà incredibilmente utile! Soprattutto perché “la valutazione delle performance del programma di immunizzazione richiede un sistema di sorveglianza, basato su una conoscenza accurata sia della popolazione target sia del numero di immunizzati”.
Ma procediamo con la lista dei desideri, quali “la creazione di quadri legislativi all’interno dei quali le politiche vaccinali possono essere sviluppate determinerà se la vaccinazione è OBBLIGATORIA, o volontaria, e se OBBLIGATORIA, se ci sono esenzioni, e dovranno provvedere un meccanismo per creare DETERMINATI INCENTIVI per massimizzare la diffusione”. Cominciate ad avere i brividini, perché finora in Europa si é sempre parlato prima di raccomandazione e poi, molto poi, praticamente mai, di obbligo. Ed anche qui direi che col DDL 770 siamo perfettamente in linea con quello che ci chiede l’Europa: registrate tutti, tenete le coperture alte, e se calano, non c’è problema se inserire un obbligo
I punti di contatto non finiscono qua comunque: l’educazione sanitaria invocata di recente in Italia? Ci hanno pensato anche loro su a Bruxell. Poi ovviamente andrà monitorata l’attitudine pubblica. Nella discussione si sottolineava come i media dovessero passare i vaccini come messaggio positivo, la parte estesa sulle strategie comunicative ve la risparmio, almeno per ora.
Ma questo documento E uropeo, ci dice ancora tante cose. Ci siamo chiesti per un anno e passa “ma perché l’Italia?” Bene, sappiate che dalle elaborazioni di SAGE working group (Strategic Advisor group of Expert, OMS) dai dati del “State of Vaccine confidence project 2016” emerge che gli Italiani sono quelli che meno di tutti credono che i vaccini siano importanti per i bambini e che siano efficaci. Mentre scivolano al quarto posto se si parla di sicurezza vaccinale: peggio di noi nel complesso in Europa non riesce a fare nessuno. Da dove volevate che partissero? Ed adesso che ci guardano ad un anno di distanza, gli esperti, dicono che l’obbligo ha funzionato alla stragrande in Italia proprio come funziona il “no jab, no play”in Australia. Aspetta: ho detto Australia? Ma che centra con l’Europa? C’entra c’entra, non era proprio qualche giorno fa che qualche australiano era in conferenza al senato? Con Walter e GSK… Si dai, proprio quando si discuteva…aspetta aspetta..il DDL 770. Guarda te le coincidenze.
In ogni caso questo riguarda solo il primo set di misure da adottare, ne abbiamo anche un secondo che prevede : “social marketing (ad es. raccomandazione dei vaccini), rimozione delle barriere del prezzo” ed ottenimento di omogeneità dei programmi vaccinali su tutto il territorio Europeo.
Ma la cosa più scoraggiante è che questo lo si sapeva già da agosto almeno. E niente si è mosso fino ad ora.
Qualche domenica fa seduta sui gradini di un Nettuno più stanco di me, ho sentito qualcuno inneggiare alla guerra, mentre nell’agorà virtuale qualcun’altro invocava il politico di turno a non cedere sulla linea del Piave (aka il DDL 770). Ho provato a tirarmi in piedi ed osservare come stavamo messi, ma ho visto solo che al “fosso di Helm” stanno distribuendo spade arrugginite a quelli con troppe lune o troppo poche e … personalmente non ci conto troppo su quella promessa di guardare ad EST all’alba del quinto giorno.
(to be continued)
(NdCS: io non ho pensato "abbiamo vinto noi" e non ho un "noi" politico di riferimento )
martedì 21 maggio 2019
BMJ O NON BMJ?
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https://blogs.bmj.com/bmj/2019/05/17/eleanor-draeger-we-have-reached-the-point-where-we-should-consider-compulsory-vaccination/ |
No, non è "Il BMJ", bensì un'opinione espressa su blog del BMJ. Ma si sta diffondendo come "Il BMJ", come uno-due anni fa delle lettere a Lancet diventavano "Lancet" o "articoli su Lancet", e stessa cosa con Nature (per tenere alto il livello, ovviamente). Beninteso, non è che le riviste citate pubblichino tutta la posta di lettori qualunque, ma una corrispondenza è una cosa ben diversa da un articolo perché non deve contenere "risultati primari di una ricerca" e non è peer reviewed
Quindi materiale citabilissimo, sì, ma per quello che è, senza volerlo far passare per qualcosaltro, tipo, per fare un esempio a caso, Verità Scientifica.
Comunque questa cosa dell'obbligo vaccinale è diventata globale in un amen.
A questo punto davvero non aveva tutti i torti chi diceva che l'Italia nel 2017 era diventata il terreno di un esperimento. Solo che non si trattava di un esperimento medico, ma di un esperimento politico.
Siamo stati i primi a sperimentare l'azione propagandistica mirata all'obbligo vaccinale. A seguire la Francia, ora Argentina, Germania e UK (per tacere delle vicende americane, e di sicuro mi scordo qualcosa).
Nel post del blog del BMJ l'armamentario retorico è sempre il solito degli ultimi tempi (e L'UNICEF, e gli immunodepressi, e il vaiolo etc). Ma come, l'UK ha problemi di basso uptake vaccinale quando l'altro ieri si festeggiava (precipitosamente?) il successo della vaccinazione anti HPV in Scozia? Quando un anno fa loro erano a posto, e c'erano invece i cattivissimi italiani che portavano il morbillo sul suolo di Albione?
Curioso.
In UK più di 30 anni fa qualcuno un po' più qualificato dell'autrice si era pronunciato per l'obbligo quando un centinaio di bambini morti di pertosse era un fatto ancora recente, e il vaccino disponibile si era procurato una cattiva fama (in tempi non solo pre social, ma pre-rete https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/la-logica-della-vaccinazione-1982-uk.html). Ma poi l'obbligo non fu stabilito. Chissà come andrà a finire in UK a questo giro.
Addendum: "alcuni vaccini hanno il ferro-nichel-cloro presenti nell'acciaio... in base a dove vanno a finire queste particelle si ha una reazione diversa. Si deve sperare che non vanno nel cervello."
In commenti del genere che potete trovare in variamente in giro c'è l'imprinting della nanochiesa (anche se non credo che il nanoduo si sia spinto fino alle notorie "particelle di di cloro" che vengono dall'acciaio).
Queste cose qua sono poca roba. Sono ingigantite dalla rete? Si, ma fin dall'inizio sono state ingigantite da chi le ha prese a bersaglio per farne "La minaccia novax". Credete che esageri? "La nuova legge italiana sull'obbligo vaccinale come strumento contro il movimento antivaccinista", questo il titolo di un articolo dell'anno scorso su "Annali di igiene, medicina preventiva e di comunità", rivista della Società Italiana di Igiene (Ann Ig 2018; 30: 251-256).
Una legge che riguarda tutti concepita come strumento contro l'1% circa della popolazione: qualcosa di assolutamente abnorme. Ma anche con questa impostazione abbiamo dato l'esempio.
domenica 19 maggio 2019
NEUROCHIMICA DELLA FINE
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Hieronymous Bosch, "Ascesa all'Empireo", particolare |
"La neurologa Jimo Borjigin dell'univesità del Michigan, Ann Arbor, si è interessata alle esperienze di pre-morte nel corso di un'altro progetto - la misurazione dei livelli ormonali nei cervelli di roditori dopo un infarto Alcuni degli animali da laboratorio erano morti in modo inatteso, e le sue rilevazioni avevano registrato un picco di neurotrasmettitori al momento della loro morte. Precedenti ricerche su roditori e umani avevano dimostrato picchi di attività elettrica del cervello in corrispondenza dell'arresto cardiaco, a cui seguivano encefalogrammi piatti per alcuni secondi. Senza alcuna evidenza che questo lampo finale contenga alcuna attività cerebrale con un significato Borjigin dice “ E' forse naturale per la gente pensare che le esperienze di pre-morte vengano da qualche altra parte, da origini soprannaturali”. Ma dopo aver visto questi picchi di neurotrasmettitori nei suoi animali si è fatta domande riguardo a quegli ultimi secondi, ipotizzando che anche esperienze percepite con una durata di giorni possano originare da un breve riflesso condizionato del cervello morente."
Il quadro complessivo sembrerebbe suggerire il coinvolgimento del sistema serotoninergico, ed in particolare di 5-HT2A (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/5-ht-da-sessanta-anni-nebbia-tanta-luce.html). Con tutti i "se, ma, però" dei modelli animali su roditori in materia di CNS, sarebbe veramente affascinante indagare puntualmente i neurotrasmettitori coinvolti.
Qualcuno potrà dire che tutto ciò disegna un'interpretazione meccanicistica di uno dei momenti sacri per eccellenza nell'esistenza di un essere umano.
In realtà le due cose viaggiano su binari paralleli. Sappiamo cosa implica avere più o meno dopamina, serotonina o anandamide in circolo, per esempio, ma siamo ormai coscienti (o dovremmo esserlo) che il tutto è infinitamente più complesso e che al momento elude qualsiasi tentativo di ulteriore sondaggio complessivamente significativo. E poi c'è il punto chiave, ovvero il senso.
Per citare Mircea Eliade, con le parole che usa alla fine di un saggio sui fosfeni (quei lampi di luce già citati, in "Occultismo, stregoneria e mode culturali", 1982 ):
"Cio che importa, in definitiva, è il significato religioso dell'esperienza di luce interiore. In altre parole, l'origine dei fotismi religiosamente significativi non va cercata nelle "cause naturali" dei fosfeni, o nell'esperienza dei fosfeni spontaneamente o artificialmente indotta... Ciò che interessa lo storico delle religioni e di fatto dello storico tout court sono le innumerevoli valorizzazioni delle esperienze di luce, vale a dire la creatività della mente umana"
Che alla fine, al di là dell'appartenenza o della non appartenenza religiosa, è quello che ha senso e costruisce senso per ognugno di noi.
venerdì 17 maggio 2019
INIEZIONI LETALI 2
Tubocurarina |
Ma ci sono eventi analoghi che riguardano gli animali domestici, e che spesso coinvolgono un'iniezione letale, e pare che anche in quei casi il 90% dei proprietari preferisca non assistere (https://www.lastampa.it/2018/09/12/societa/veterinario-rivela-che-cosa-fanno-gli-animali-prima-di-essere-soppressi-cercano-disperati-chi-amano-wc17vmsosazvrCkh8nLNjI/pagina.html).
Quando ho chiesto al veterinario riguardo la procedura, mi ha detto che veniva usato un derivato del curaro. In un certo senso era corretto.
Il componente attivo del curaro è la tubocurarina, alcaloide presente in varie menispermacee e in particolare nella corteccia della liana Chondrodendron tomentosum. E' di fatto il prototipo degli agenti bloccanti neuromuscolari non depolarizzanti (https://en.wikipedia.org/wiki/Neuromuscular-blocking_drug#Non-depolarizing_blocking_agents), e fu usata in anestesia totale per diversi anni alla metà del secolo scorso, seguita dal suo derivato tetrametilato (Metocurina Ioduro) e poi nei due decenni successivi da vari altri.
Il Tanax, unica formulazione per l'eutanasia veterinaria approvata in Italia, contiene mebenzonio ioduro, che è un bloccante neuromuscolare dalla struttura molto semplice (e non ha uso nell'uomo). Contiene anche embutramide, un oppioide sintetico che anch'esso non ha trovato uso farmaceutico a causa della stretta finestra terapeutica (e l'overdose provoca depressione respiratoria e blocco cardiaco). Più la tetracaina, che è un anestetico locale.
La morte dell'animale avviene per blocco cardiaco, ed i veterinari più professionali disattendevano le istruzioni di impiego del farmaco, che prevedevano un'iniezione intrapolmonare, con conseguenze atroci (http://animalex-italia.blogspot.com/…/tanax-la-dolce-morte.…). Mi segnalano che il produttore ha aggiornato in questo senso il foglio illustrativo, che oggi prescrive l'anestesia prima dell'uso (grazie ad Anna Giulia Lupi). Io ho visto procedere ad una sedazione totale prima della somministrazione intramuscolo del Tanax.
E così alla fine la vecchia signora (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/11/dopamina-catecolammine-fosfolipidi.html )se ne è andata in pace, con i suoi cari attorno a lei (perché alla fine un tumore che comprime il midollo spinale all'altezza delle vertebre cervicali non lascia speranze).
mercoledì 15 maggio 2019
IL MAINSTREAM NELLE SCIENZE - LA VISIONE DI UN NOBEL
"Se tutto va bene, perché sventolare la bandiera galileiana? La ragione è perché condividiamo la preoccupazione espressa da molti scienziati che l'attuale irregimentazione della scienza tende a soffocare le ricerche sperimentali che sono veramente innovatrici e che possono profurre scoperte fondamentali. Questa situazione è dovuta al fatto che i fondi per la ricerca sono controllati dalla burocrazia governativa. E' difficile dire se questa strategia sia adottata dalla burocrazia per necessità o convinzione, ma riteniamo che sia basata su una visione molto diffusa di come si fa la scienza e che sia rafforzata da una sempre maggiore divergenza tra teorici e sperimentali. Tale divergenza non è dovuta tanto a divergenze filosofiche quanto a malintesi causati da convenzioni sociali e dalla crescente specializzazione..."
Così Riccardo Giacconi nel secondo capitolo de "L'Universo a Raggi X" (https://www.amazon.it/Luniverso-ricerca-cosmico-spazio-intergalattico/dp/8804520140). Ne ho già parlato qua, di questo libro: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/10/democrazia-della-scienza-e-paradigmi-la.html .
Il passaggio è significativo. Giacconi parla ovviamente della sua materia, e ha in mente principalmente gli USA. Ma quello che Giacconi notava è sintomatico di una situazione più estesa. Le metriche (per esempio H-index e simili) se per le comunità a cui si riferiscono possono avere questo o quel significato, per il decisore ne hanno un altro: sono uno strumento per orientare scelte su temi in cui non ha una vera cognizione di causa. Nella ricerca, ma anche nelle politiche sanitarie, sono le metriche che definiscono il mainstream, o vengono definite per avvalorarlo. Già, poiché in realtà il decisore alla fine ha sempre un ruolo politico (in senso lato) le metriche le può anche scegliere secondo il bisogno dell'azione desiderata (in Italia per università e scuola si è discusso moltissimo di metriche impopolari, ma spesso queste discussioni si fermavano alla critica della metrica senza toccare il suo reale scopo).
Ah, il decisore più politico in più è influenzato dall'hype, mentre come ha osservato Sabine Hossenfelder "Scientific communities are ideal breeding ground for social reinforcement". Shakerare con cura, e avrete la ricetta delle scienze nel nuovo millennio, dove troppo spesso meno si quaglia più si viene promossi (o ci si promuove), sempre che si segua il solco e si stia dietro alla moda del momento.
Così Riccardo Giacconi nel secondo capitolo de "L'Universo a Raggi X" (https://www.amazon.it/Luniverso-ricerca-cosmico-spazio-intergalattico/dp/8804520140). Ne ho già parlato qua, di questo libro: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/10/democrazia-della-scienza-e-paradigmi-la.html .
Il passaggio è significativo. Giacconi parla ovviamente della sua materia, e ha in mente principalmente gli USA. Ma quello che Giacconi notava è sintomatico di una situazione più estesa. Le metriche (per esempio H-index e simili) se per le comunità a cui si riferiscono possono avere questo o quel significato, per il decisore ne hanno un altro: sono uno strumento per orientare scelte su temi in cui non ha una vera cognizione di causa. Nella ricerca, ma anche nelle politiche sanitarie, sono le metriche che definiscono il mainstream, o vengono definite per avvalorarlo. Già, poiché in realtà il decisore alla fine ha sempre un ruolo politico (in senso lato) le metriche le può anche scegliere secondo il bisogno dell'azione desiderata (in Italia per università e scuola si è discusso moltissimo di metriche impopolari, ma spesso queste discussioni si fermavano alla critica della metrica senza toccare il suo reale scopo).
Ah, il decisore più politico in più è influenzato dall'hype, mentre come ha osservato Sabine Hossenfelder "Scientific communities are ideal breeding ground for social reinforcement". Shakerare con cura, e avrete la ricetta delle scienze nel nuovo millennio, dove troppo spesso meno si quaglia più si viene promossi (o ci si promuove), sempre che si segua il solco e si stia dietro alla moda del momento.
martedì 14 maggio 2019
INIEZIONI LETALI
Di questi tempi se si parla di morte indotta con farmaci solitamente si pensa all'eutanasia.
Ma ci si scorda che l'iniezione letale è usata come unico metodo per l'esecuzione di condanne a morte in 17 stati americani.
E in questo decennio si è svolta una controversia che ha dell'incredibile.
I due farmaci maggiormente usati allo scopo sono due barbiturici, il pentobarbital e tiobarbital sodico.
I barbiturici sono tra le più vecchie molecole di sintesi ad uso farmaceutico. Il capostipite, l'acido barbiturico, fu sintetizzato per la prima vola da Adolf Von Baeyer nel 1864 (https://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_von_Baeyer) e il primo derivato, il barbital, fu immesso in commercio nel 1903. I barbiturici (in tutto una ventina di principi attivi approvati, negli anni) sono depressivi del sistema nervoso centrale con effetto sedativo e sonnifero. Ma i loro svantaggi sono noti da un secolo: finestra terapeutica stretta (quindi facile da raggiungere l'overdose con effetti letali) e molto usati dai suicidi; creano dipendenza, anche se la frequenza delle dipendenze non è alta; da ultimo a fine effetto lasciano un "hangover" del tutto simile a un dopo sbornia. Sono tuttora usati in anestesia generale e per pochissime indicazioni (emicranie a grappolo, epilessia ) e ovviamente eutanasia; per le altre indicazioni sono stati rimpiazzati dalle benzodiazepine.
Ovviamente i barbiturici sono generici da anni e anni (cioè da quando per legge sono stati introdotti i generici).
E sono stati soggetti a quesi fenomeni che hanno riguardato tanti altri principi attivi a partire dalla seconda metà dello scorso decennio. Gli europei smettevano di produrli sotto i colpi della concorrenza asiatica, alcuni prodotti relativamente di nicchia finivano nelle mani di uno o due produttori indiani o cinesi. Arrivava FDA, ispezionava quei due produttori e scattava l'import alert. E dall'oggi al domani non c'era più prodotto autorizzato sul mercato USA.
Così accadde in Arizona che un pluriomicida condannato a morte vedesse rimandata la data della sua esecuzione perché non c'era farmaco "in regola" a disposizione (
https://www.reuters.com/article/usa-execution-drugs/us-regulators-block-texas-arizona-over-import-of-execution-drug-idUSL8N1HS7BO).
Poi nel 2011 l'Unione Europea ha proibito l'esportazione verso gli USA dei barbiturici usati nelle iniezioni letali, poi varie aziende, tra cui Pfizer (quanto sono umani!) si sono rifiutati di venderli alle amministrazioni penitenziarie e quindi è stata esercitata una certa pressione contro questa pratica.
Con alcuni risultati notevoli, tipo in Tennessee, dove si offriva al condannato la scelta tra iniezione letale e sedia elettrica. E dove è passata una legge che decreta che qualora l'iniezione letale dovesse risultare incostituzionale o qualora i farmaci fossero irreperibili, l'unica opzione sarà la sedia elettrica (https://www.washingtonpost.com/news/post-nation/wp/2014/05/23/tennessee-has-long-had-the-electric-chair-but-now-its-going-to-be-available-for-more-executions/?utm_term=.12706e9e4ee1)
Ref: Lednicer, Mitscher "The Organic Chemistry Of Drug Synthesis", Wiley, 1977
Ma ci si scorda che l'iniezione letale è usata come unico metodo per l'esecuzione di condanne a morte in 17 stati americani.
E in questo decennio si è svolta una controversia che ha dell'incredibile.
I due farmaci maggiormente usati allo scopo sono due barbiturici, il pentobarbital e tiobarbital sodico.
I barbiturici sono tra le più vecchie molecole di sintesi ad uso farmaceutico. Il capostipite, l'acido barbiturico, fu sintetizzato per la prima vola da Adolf Von Baeyer nel 1864 (https://en.wikipedia.org/wiki/Adolf_von_Baeyer) e il primo derivato, il barbital, fu immesso in commercio nel 1903. I barbiturici (in tutto una ventina di principi attivi approvati, negli anni) sono depressivi del sistema nervoso centrale con effetto sedativo e sonnifero. Ma i loro svantaggi sono noti da un secolo: finestra terapeutica stretta (quindi facile da raggiungere l'overdose con effetti letali) e molto usati dai suicidi; creano dipendenza, anche se la frequenza delle dipendenze non è alta; da ultimo a fine effetto lasciano un "hangover" del tutto simile a un dopo sbornia. Sono tuttora usati in anestesia generale e per pochissime indicazioni (emicranie a grappolo, epilessia ) e ovviamente eutanasia; per le altre indicazioni sono stati rimpiazzati dalle benzodiazepine.
Ovviamente i barbiturici sono generici da anni e anni (cioè da quando per legge sono stati introdotti i generici).
E sono stati soggetti a quesi fenomeni che hanno riguardato tanti altri principi attivi a partire dalla seconda metà dello scorso decennio. Gli europei smettevano di produrli sotto i colpi della concorrenza asiatica, alcuni prodotti relativamente di nicchia finivano nelle mani di uno o due produttori indiani o cinesi. Arrivava FDA, ispezionava quei due produttori e scattava l'import alert. E dall'oggi al domani non c'era più prodotto autorizzato sul mercato USA.
Così accadde in Arizona che un pluriomicida condannato a morte vedesse rimandata la data della sua esecuzione perché non c'era farmaco "in regola" a disposizione (
https://www.reuters.com/article/usa-execution-drugs/us-regulators-block-texas-arizona-over-import-of-execution-drug-idUSL8N1HS7BO).
Poi nel 2011 l'Unione Europea ha proibito l'esportazione verso gli USA dei barbiturici usati nelle iniezioni letali, poi varie aziende, tra cui Pfizer (quanto sono umani!) si sono rifiutati di venderli alle amministrazioni penitenziarie e quindi è stata esercitata una certa pressione contro questa pratica.
Con alcuni risultati notevoli, tipo in Tennessee, dove si offriva al condannato la scelta tra iniezione letale e sedia elettrica. E dove è passata una legge che decreta che qualora l'iniezione letale dovesse risultare incostituzionale o qualora i farmaci fossero irreperibili, l'unica opzione sarà la sedia elettrica (https://www.washingtonpost.com/news/post-nation/wp/2014/05/23/tennessee-has-long-had-the-electric-chair-but-now-its-going-to-be-available-for-more-executions/?utm_term=.12706e9e4ee1)
Ref: Lednicer, Mitscher "The Organic Chemistry Of Drug Synthesis", Wiley, 1977
BASTA CON LE ROTTURE DI CANNABIS
Una crociata contro la cannabis legale lanciata in campagna elettorale si commenta da sola.
Argomento divisivo da sempre, la cannabis con i suoi derivati, anche quando si tratta di una varietà a contenuto trascurabile di THC quale la cannabis finora di libera vendita.
Per qualche motivo si tende a fare confusione con la cannabis terapeutica, quella il cui estratto è prescrivibile e reperibile in farmacia dal 2006 (in modo estremamente condizionato) e sulla base delle vicende di attualità qualunque idiota si è sentito in dovere di dire la sua a proposito delle proprietà farmaceutiche dei composti contenuti nella cannabis.
I recettori dei cannabinoidi sono storia vecchia, lunga e tormentata, per la chimica farmaceutica, che fondamentalmente è sfociata in un "off limits" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/quando-venne-sperimentato.html). Ma quando si vedono possibili applicazioni terapeutiche della cannabis e dei suoi derivati, beh... è un materiale con cui gli esseri umani hanno una certa confidenza da anni, e serie complicazioni a livello sistema nervoso centrale (tipo istinti suicidi, per intenderci) non se ne sono mai viste. Quindi, ben venga l'uso terapeutico della cannabis, che è rivolto prevalentemente al trattamento del dolore cronico , e se il precedente Consiglio Superiore della Sanità ha espresso dubbi il ministero invece ha fatto partire un progetto pilota di cannabis ad uso terapeutico prodotta dall'Istituto Farmaceutico Militare nel 2017.
M'è caduto sott'occhio un pezzo di un tale (che ho bloccato su twitter tempo fa) che pontifica riguardo la mancanza di solide evidenze per l'uso medico della cannabis, allargandosi al CBD, che sarebbe il cannabidiolo, principale principio contenuto nella cannabis oltre il THC, e presente anche nella cannabis legale.
Sono talmente scarse le evidenze che FDA l'anno scorso ha approvato CBD (nome commerciale epidiolex).
Indicazione: convulsioni in pazienti con sindrome di Dravet o di Lennox Gastaut.
https://www.accessdata.fda.gov/drugsatfda_docs/nda/2018/210365Orig1s000TOC.cfm
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