lunedì 9 marzo 2020

QUESTIONE DI CONTENUTI, FORSE

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/2009-houston-we-have-problem.html



Questa pagina, restando ferocemente attaccata al suo anonimato, pare si sia costruita una certa credibilità esclusivamente con i contenuti. Non si spiega altrimenti il fatto che, dati gli eventi delle ultime settimane, ci sia stata una pioggia di domande dirette e indirette, qui e su altre piattaforme.
I post degli ultimi giorni sono stati post di rapida stesura, perché tutto quello di cui si discute ora è materia di cui, di fatto, si discuteva a gennaio, quando la situazione appariva limitata alla Cina (e di altre faccende ampiamente ho parlato ormai tre anni fa, ai tempi del morbillo 2017 - certe cose non cambiano, mai).
Di fatto le coordinate del problema, su cui costruire una risposta, c'erano già tutte più di un mese fa. Non ho intenzione di continuare a ripetere quanto già scritto.

Se si è fatto quel che non si doveva fare e non si è fatto quel che si doveva fare i motivi ci sono e anche quelli sono stati discussi.
Questa vicenda ha testato il sistema sanitario italiano (e non solo, basta attendere) facendo risaltare ogni singolo aspetto critico che sia stato rilevato qua sopra in quasi tre anni.
In particolare in molti mi chiedono "Perché quaggiù o laggiù non si sperimenta remdesivir?"
Su questo aspetto in particolare provo a sintetizzare quello che è di fatto stato già scritto in innumerevoli post: le politiche sanitarie globali (e OMS) hanno creato da una decina d'anni a questa parte un clima ostile alla ricerca farmaceutica. La ricerca farmaceutica non ha a che fare con gli articoli che spuntano sui giornali ogni tre per due dove qualche accademico parla di "Presto una cura", La ricerca farmaceutica è un fatto di know how industriale, al 98%, e quindi un fatto privato (e costoso), al corrente stato dell'arte. E da una decina d'anni a questa parte si è disposti a pagare per la prevenzione ma molto meno per le cure: la ricetta globale di OMS, vaccini e generici cinesi (ricetta che crolla quando un vaccino forse non sarà mai all'orizzonte e l'approvviggionamento di attivi farmaceutici dalla Cina diventa difficile).

Questa pagina non intende diventare un bollettino giornaliero sull'epidemia o su quel che si fa o non si fa per contenerla o gestirla, anche perché niente parla di un'inversione di tendenza prossima ventura: sul quadrato la squadra quella è, e da quella squadra altro non ci si può attendere.
Quindi se avete domande nei prossimi giorni, prima scorrete i post della pagina o quelli del blog. Probabilmente la risposta la troverete lì.

sabato 7 marzo 2020

CORONAVIRUS: CODOGNO+17 GIORNI

Non eravamo preparati e lo sapevamo. Ma che a una settimana da Codogno buona parte del sistema non si fosse ancora mossa, beh questo è notevole.
Tutte le contraddizioni di gennaio sono ancora all'opera. Dalla prima all'ultima.
Avete presente la questione vaccinale? La cosa viaggiò dall'OMS all'Europa all'Italia (non senza deformazioni tra un passaggio all'altro). Lasciamo un attimo da parte valutazioni di merito su questa "catena di comando", limitiamoci a prenderne atto.
Beh, OMS è stata ondivaga fin dall'inizio, troppo dipendente dai dati cinesi, e la questione cinese era al centro del dibattito e della comunicazione ufficiale sul nome della malattia. Strada facendo nei fatti si produceva in un endorsement dei protocolli cinesi per trattare COVID-19, centrati sugli inibitori di proteasi dell'HIV (bah). Ma un protocollo raccomandato non esisteva, ci si è limitati a "non ci sono cure", che è stato una specie di tana libera tutti: lopinavir, tamiflu, ribavirina, interferone, medicina tradizionale cinese, clorochina in pasticche.
Comunque lunedì scorso qualcuno aveva fatto partire #milanononsiferma, e poi...
A qualcuno viene in mente di render pubblica la bozza di decreto con cui il governo renderebbe zona rossa tutta la Lombardia. Le conseguenze sono immediate https://milano.repubblica.it/cronaca/2020/03/08/news/coronavirus_la_lombardia_sara_zona_rossa_fuga_da_milano_in_treno_e_in_auto-250603359/   Il fatto si commenta da solo, da solo dà un giudizio sulle capacità di questo governo nella gestione della crisi.


È trasparenza diffondere una bozza di decreto di questa portata, con conseguenze ampiamente prevedibili, tali da...
Pubblicato da Roberta Villa su Sabato 7 marzo 2020

Alla fine la questione "chi ha spifferato" si chiude così, in meno di 48 ore






MI RACCOMANDO, IN ORDINE SPARSO

La scorsa settimana a una conferenza stampa l'assistente del direttore generale di OMS ha detto "C'è un solo farmaco che pensiamo possa essere efficace e questo è remdesivir" (https://www.pharmaceutical-technology.com/news/who-gilead-remdesivir-coronavirus/).
Una dichiarazione ad una conferenza stampa non è la pubblicazione di una linea guida ma è già qualcosa (ricordiamo che due settimane fa invece OMS avallava l'Hail Mary Protocol, dicendo di attendere i risultati dei trial, probabilmente per non urtare la sensibilità cinese, visto che la Cina lo usava massicciamente fin dall'inizio).

Il risultato? Che HMP è molto più accreditato di remdesivir. Una delle cose belle di questa pandemia.
Quando a Careggi dicono "non c’è nessuna indicazione che preveda il trattamento dei pazienti con questo farmaco" dicono la verità. Nonostante quanto detto in conferenza stampa a Ginevra non esistono linee guida, non esistono protocolli, non esistono direttive. E' un punto di vista legittimo. Poco ultile ai pazienti, anzi, dannoso, ma legittimo.


IL RAZIONALE DELL'HAIL MARY PROTOCOL...

... fa cadere le braccia.
Raffaele Bruno è tra i medici in trincea contro COVID-19, al Policlinico San Matteo di Pavia, "culla dell' Infettivologia italiana". E in queste parole al Corriere che lo intervista c'è la chiave, c'è la risposta alla domanda che mi hanno fatto innumerevoli volte in questi giorni: "perché l'Hail Mary Protocol?".
"Il principio attivo è il Lopinavir, un antiretrovirale che appartiene alla classe degli inibitori della proteasi, un enzima presente sia nell' Hiv sia nel Coronavirus".
Poi magari la proteasi di HIV è, per così dire, quadrata, mentre quella di SARS-nCOV-2 rotonda. Ma sempre proteasi è, no?
La risposta è, ovviamente, no, non è lo stesso. E per questo lopinavir in vitro sulle infezioni avanzate sfoggia un deprimentissimo EC50 dell'ordine di 100 uM (concentrazione, uM sta per "micromolare").
Lasciando perdere considerazioni naturali per chi sappia qualcosa di rational drug design, ci sono comunque le evidenze cliniche, o almeno uno se lo immagina giusto?
"Ci sono statistiche sul tasso di successo di questi farmaci?
«Al momento dobbiamo accontentarci dei risultati preliminari che sono incoraggianti. Un follow-up a lungo termine non c' è ancora. Sono cure che si sono dimostrate efficaci in laboratorio. E che già hanno usato in Cina e in Corea»"

No, nessuna evidenza clinica. Semplicemente un "fanno così". E "cure dimostrate efficaci in laboratorio"; quando in laboratorio è stato dimostrato che no, ben lontane da una qualsiasi efficacia utile a fini terapeutici. E questo è quanto.
Vogliamo dirlo che in questa cosa, a scendere, una qualche responsabilità di OMS, EMA, Ministero, AIFA c'è? Perché il Dr. Bruno si sta spezzando la schiena in condizioni difficili, e nessuno gli ha detto "Guarda, fai così, la linea guida è questa". Perché in realtà la linea guida non esiste.

NOI, LA GERMANIA, IL VIRUS
Un commento che di fatto ha chiuso la questione


GLI SCIROCCATI, LE CONVERGENZE, I VITAMINOFILI

La commistione e la confusione tra il fronte fulminati cronici (spacciatori e drogati di informazione funzionale "anti") e il fronte minimizzatore io, fossi membro di uno dei due club, l'avrei trovata imbarazzante. 
Queste parole potrebbero essere benissimo di Bassetti, Gismondo, Ricciardi.
Ma in realtà sono del gran vescovo della nanochiesa (Montanari). Come D'Anna (presidente dell'Ordine Nazionale dei Biologi) segue il filo del complotto, virus sintetico da fusione tra HIV e SARS sfuggito o fatto uscire di proposito da un laboratorio cinese o americano, però provoca una normale influenza. Un complotto sì, ma leggero leggero, un complottino da niente.
E dalla stessa area viene fuori che in Cina trattano COVID-19 con vitamina C endovena. Ovviamente la cosa ha gasato i vitaminofili. Non li capisco, i vitaminofili, non ci riesco proprio.
Anche la posizione "quarantene eccessive" è trasversale. E alle volte sembra proprio che le quarantene dei cinesi fossero sacrosante, quelle in Italia una violazione dei diritti democratici.

TOCILIZUMAB

E Tocilizumab? (https://www.ilmessaggero.it/salute/medicina/coronavirus_farmaco_cura_napoli_tocilizumab_artrite_gente_guarisce_davvero_perche_cosa_succede_spiegazione_8_marzo_2020-5099239.html)
E' un immunosoppressore di quelli approvati per il trattamento dell'artrite reumatoide. Quindi il virus non lo tocca, essendo un antagonista del NOSTRO recettore dell'interleukina 6. Il fatto che a Napoli vedano qualche effetto può testimoniare in favore della tesi che le polmoniti da COVID-19 costituiscano una reazione immunitaria eccessiva nei confronti del virus. Ma... è saggio dosare immunosoppressori in una situazione del genere (tra l'altro dosandoli assieme ai soliti antiretrovirali che non funzionano)? Vogliamo scambiare una polmonite virale con una da MRSA o klebsiella?

venerdì 6 marzo 2020

CORONAVIRUS- BERSAGLI



Cioè target. Che sarebbero i processi biochimici da colpire per avere un effetto terapeutico.Il più delle volte si tratta di singole proteine o recettori.
Il target è la radice del cossidetto rational drug design. Il rational drug design è una cosa relativamente "nuova". Nella storia della farmaceutica i grandi passi avanti fino agli anni 80 sono stati fatti sulla base di quello che oggi si chiamerebbe screening fenotipico: avendo notato che un composto ha un effetto, ne realizzi una serie di analoghi per individuarne uno che funzioni al meglio.
L'uso off label di farmaci si basa di fatto sul saggio fenotipico più avanzato che possa esistere: il dosaggio sull'uomo. Ma se in un saggio fenotipico è indispensabile un controllo, per rilevare le differenze tra il trattato e il non trattato (o il diversamente trattato) in clinica serve un trial su un campione significativo con un gruppo di controllo. E questo è quello che ad ora manca per l'uso di lopinvir-ritonavir e clorochina (o simili) per il trattamento di COVID-19.

Detto ciò, torniamo al rational drug design. Per avere un antivirale che abbia possibilità di funzionare occorre individuare un meccanismo necessario al virus per replicarsi (non essendo il virus "vivo" non può essere "ucciso", a differenza dei batteri). I meccanismi più popolari riguardano l'ingresso del virus dentro la cellula, la replicazione del suo genoma, la maturazione delle proteine virali all'interno della cellula infettata (qua entrano in gioco gli inibitori di proteasi di cui tanto si sta parlando).
SARS-CoV-2 è un virus RNA (e questo non vuol dire che sia un retrovirus, come tanti hanno inteso, concludendo che è un parente di HIV).
Una volta entrati nella cellula, i virus RNA per costruire copie di sé stessi devono duplicare il proprio RNA, Per farlo usano RNA polimerasi RNA dipendente (RdRp), un enzima che catalizza la sintesi di un nuovo filamento RNA dallo "stampo" RNA del virus originario (qualcuno abbastanza sveglio avrà capito che questo è il passaggio in cui possono essere ottenute mutazioni del virus).
RdPd per costruire la nuova catena RNA lavora usando i mattoni che ha a disposizione nella cellula ospite.
Remdesivir è un inbitore nucleosidico di RdPd, cioè usa la tattica del "mattone sbagliato" che inceppa la macchina, interrompendo la replicazione virale.
Ed è un inbitore nucleosidico costruito secondo il modulo ProTide (https://en.wikipedia.org/wiki/Protide). ProTide è stato un'importante passo avanti. Le cellule eucariotiche (cioè anche le nostre) si sono evolute per non assorbire dall'esterno materiale genetico. e la cosa è largamente estesa ai mattoni che lo compongono (che la cellula sintetizza al suo interno). Quindi l'uptake cellulare di un nucleoside spesso non è entusiasmante.il modulo ProTide è una tecnologia che serve a superare questo ostacolo, garantendo un uptake ottimale. E' la tecnologia che ha rivoluzionato il trattamento dell'epatite C con il primo farmaco che l'ha resa curabile (sofosbuvir). Ed è anche la tecnologia che ha costruito quella che al momento sembra l'opzione più promettente per il trattamento di COVID-19, remdesivir.

giovedì 5 marzo 2020

WUHAN, ITALIA






Il balletto sulla chiusura delle scuole di due giorni fa, finito pure sulla stampa internazionale, è solo l'ultimo episodio.
Pessima cosa affrontare un rischio pandemico governati da un esecutivo traballante completamente immerso in una logica da trincea.
In questa logica è ormai chiaro che nel bunker fino a pochissimi giorni fa si pensava che la pandemia COVID-19 fosse un'arma del nemico (e poco importava che in realtà il "nemico" collezionasse una serie di autogol grotteschi e imbarazzanti).
Poco da fare. più ci si appellava all'unità più le scelte operate potevano essere lette unicamente in chiave partitica, perché secondo altri criteri di analisi risultavano completamente irrazionali.
C'è bisogno di una gestione centralizzata e di una chiara catena di comando? Certo, fin troppi sono stati gli episodi che ne hanno denunciato la mancanza, e in primis quella tragicamente carente è stata l'azione del Ministero della Salute (linee guida discutibili che cambiavano in modo impacciato e incoerente, dalle quarantene alle autoquarantene fino ai dispositivi di protezione personale per gli operatori sanitari).
Ma dopo la prima settimana di quarantene in Lombardia e altrove subito si sono levate le voci "Torniamo alla normalità", e spiace dire che queste voci hanno un univoco colore partitico, a Milano (https://www.repubblica.it/politica/2020/02/27/news/coronavirus_zingaretti_contro_il_panico-249718891/) come a Firenze (https://corrierefiorentino.corriere.it/firenze/notizie/cronaca/20_febbraio_28/musei-civici-gratis-contro-paura-coronavirus-2c2031f0-5a32-11ea-aed0-3b73806ae468.shtml).
Poi siamo arrivati al decreto coronavirus, con cui il governo rischia il backfire (diventando univocamente responsabile di qualsiasi peggioramento della situazione) e il paese rischia il peggio, perché tutti i modelli di progressione esponenziale devono essere letti in questa chiave: SE la fase di progressione continua, il sistema collassa (anche se pare che al momento il "modelli esponenziali" abbiano decisamente sovrastimato - che strano - https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-italia-domande-e-risposte-1.5057158?fbclid=IwAR0jV0aD3xB88dhImoZSZJEZ2-WvCwhJIKewbCCb_mMyohRpfbwhuW3mLE0).

Voci ben più ascoltate (e competenti) della mia, che avevano previsto questo scenario, un mese fa, sono state apertamente osteggiate.
Oggi siamo ancora in tempo per evitare un'ulteriore peggioramento della situazione.

DA DOVE VIENE IL VIRUS?



La risposta è ovvia: dalla Cina.
Ma da quando al Sacco hanno completato l'analisi del virus che circola in Lombardia sono aumentati gli interrogativi, perché non era direttamente collegabile alla Cina.
Questo semplice dato è stato giocato dalla comunicazione globale nel modo più bieco: la Cina ha potuto dire "Noi abbiamo un problema, ma non abbiamo originato un problema". In giro per il mondo sono cominciati ad apparire codognesi untori all'origine di nuovi casi e focolai, fino ad arrivare ad un'infografica CNN piuttosto infame, con l'Italia fonte del contagio globale.

Ma Trevor Bedford, genetista del Fred Hutchinson Cancer Reasearch Center di Seattle, analizza i genomi dei vari ceppi condisi in tempo reale su https://nextstrain.org/ncov?c=gt-nuc_241&dmin=2020-02-01&r=country .
E traccia l'albero genealogico del ceppo lombardo. Il legame con la Cina c'è, eccome, ma è indiretto. Il ceppo diffuso in Lombardia è direttamente collegato a quello isolato a Monaco di Baviera, che a sua volta è direttamente collegato alla Cina.

Già, la Germania. In Germania i giornali hanno parlato di un inusitato picco influenzale con un anormale numero di casi gravi. Ma non c'era verso di conoscere il numero di polmoniti virali tra gli ospedalizzati.
Alla fine, giusto ieri, il ministro della sanità di Berlino l'ha detto: c'è COVID-19, in Germania, e i casi registrati stanno crescendo (ma sui social la paranoia era cresciuta ed è radicata la convinzione che siano molti di più di quelli dichiarati dal governo) https://www.dw.com/en/coronavirus-is-now-a-worldwide-pandemic-german-health-minister-says/a-52634082
Ma la versione ufficiale è che un cittadino tedersco va a sciare in Alto Adige e il virus lo prende lì.
Germany/BavPat1/2020 è stato nascosto sotto il tappeto.

lunedì 2 marzo 2020

OUTBREAK, CRESCITA ESPONENZIALE ETC




La gente ha la memoria corta, oppure non ne ha proprio. Qualcuno si ricorda che tra le varie idiozie del 2017 giravano modelli dei casi di morbillo a crescita lineare e soprattutto a crescita esponenziale?
La cosa non aveva a che fare con la scarsa dimestichezza con i modelli dinamici delle malattie infettive. No, perché con l'influenza da anni quando si commentavano i dati si attendeva il picco epidemico, dopo il quale il numero di casi avrebbe cominciato a scendere. Ma per qualche motivo "l'emergenza morbillo" (che emergenza non era) nella testa di molti non si sarebbe conformata alla dinamica del fenomeno, non avrebbe raggiunto un massimo di casi per poi scendere: i casi avrebbero continuato a crescere nel tempo.
Questa cosa è favorita da un vezzo comune: la valutazione del tempo di raddoppiamento dei casi: i casi raddoppiano ogni x giorni.
E' esattamente quello che si dice oggi per COVID-19: i casi raddoppiano ogni due giorni, la progressione è esponenziale.
Questo perché si prende in esame un modello ad albero, come quello dell'immagine. E' esattamente il modello di cui si parla in questo articolo del corriere: https://www.corriere.it/cronache/20_febbraio_25/matematicadel-contagioche-ci-aiutaa-ragionarein-mezzo-caos-3ddfefc6-5810-11ea-a2d7-f1bec9902bd3.shtml
"Per visualizzarlo, basta immaginare che i contagiati siano delle biglie. Una biglia solitaria, il famigerato paziente zero, viene lanciata e ne colpisce altre due. Ognuna di queste ne colpisce altre due, che a loro volta ne colpiscono altre due a testa. Eccetera. È quella che viene chiamata una crescita esponenziale, ed è l’inizio di ogni epidemia. Nel primo periodo, sempre più persone vengono contagiate sempre più velocemente. Quanto velocemente, dipende dalla grandezza di R0 e da un’altra variabile fondamentale di questa matematica trasparente e decisiva: il tempo medio che intercorre tra quando una persona viene infettata e il momento in cui quella stessa persona ne infetta un’altra — una finestra temporale che, nel caso di Covid-19, è stimata a circa sette giorni."
Quella che viene descritta è una reazione a catena, e con R°=2 alla generazione n gli infetti I saranno:

I=2^(n+1)-1

Voilà: semplice semplice, esponenziale, infinitamente crescente. E sbagliata.
Perché? Qualitativamente dovrebbe apparirvi ovvio: il comportamento descritto è diverso da quello di un'ondata epidemica, che ha un andamento a campana: cresce piano, poi più velocemente, poi rallenta, raggiunge un massimo e decresce. La funzione esponenziale cresce e basta, rapidamente, senza fermarsi. Può essere usata per descrivere una limitata fase temporale, quella appunto in cui i casi raddoppiano ogni due giorni. Ma non è assolutamente in grado di dirti quanti saranno tra due, quattro o sei giorni. E' come stimare la posizione di un'auto in funzione della sua velocità ipotizzando che vada sempre a diritto, mentre in realtà potrebbe sterzare da un momento all'altro.
Se una funzione continua parte da zero, raggiunge un massimo e poi scende tra lo zero e il massimo ci sarà un punto, detto di flesso: è il punto in cui la crescita del valore inizia a diminuire (e la derivata seconda della funzione è zero). E un'esponenziale di flessi non ne ha.
Guardate il grafico dei casi in Lombardia: di flessi se ne osservano ben 2. Per ben due volte è sembrato che a livello regionale stessimo per raggiungere il massimo del picco. Questo succede perché la realtà di una regione in circostanze dei questo genere non è facilmente modellabile da una soluzione di un sistema di equazioni differenziali non lineari. Ma dalle soluzioni dei modelli compartimentali (di cui SIR è il più semplice), e sopratutto da anni di osservazioni di fenomeni analoghi, sappiamo che il picco epidemico arriverà. Forse tra due giorni, forse tra una settimana, forse tra due, ma arriverà.

PS: Giustamente un matematico mi fa notare delle imprecisioni: parlando della campana epidemica dovrei specificare che la funzione che la descrive è C2. Ma la curva epidemica non è un modello, è data dai casi registrati. Il termine flesso, applicato al fenomeno reale, è improprio, ma si riferisce comunque a un
punto in cui ΔI/Δt smette di crescere. Di sicuro prima di arrivare al picco epidemico si osserverà un numero dispari di punti del genere...

sabato 29 febbraio 2020

CORONAVIRUS - SETTE GIORNI DAL PAZIENTE 1

LE COSE SERIE


In Francia sono convinti che la cura per COVID-19 ci sia e costi poco (clorochina fosfato, l'antimalarico) quindi il problema non esiste, perché lo dice Didier Raoult (https://fr.wikipedia.org/wiki/Didier_Raoult). Raoult e fan della clorochina si appoggiano ad uno studio cinese (https://t.co/7xqFWCWr5s?amp=1). "Expert consensus recommen chloroquine phosphate tablet, 500mg twice per day for 10 days for patients diagnosed as mild, moderate and severe cases of novel #coronaravirus pneumonia and without contraindications to chloroquine. ", twitta un medico messicano.
Eccellente. Un grammo di clorochina a giorno per os e forse si osserva una mitigazione della polmonite virale.
Possiamo aggiungere la cosa all'elenco delle buffonate (lopinavir/ritonavir, tamiflu, le 14 erbe cinesi, etc).
Nel frattempo è iniziato un altro trial su remdesivir in territorio americano, sponsorizzato da National Institute of Allergy and Infectious Diseases (NIAID), agenzia di NIH. Per dire che mentre qua si minimizza variamente, si lamentano le quarantene come misura eccessiva, si parla di "virus che non conoscono frontiere" (parole del Ministro della Salute), si scaricano responsabilità su sanitari colpevoli di non aver applicato protocolli inesistenti o non pervenuti, oltreoceano il tema è strategico e il governo federale interviene direttamente.


L'URGENZA POLITICA: SCARICARE LA RESPONSABILITA'

Questi sarebbero i tempi in cui le osservazioni politiche sono sterili e controproducenti, giusto? “È il momento dell’unità, non della polemica” (https://tg24.sky.it/politica/2020/02/26/coronavirus-italia-conte.html?social=twitter_skytg24_photo_null), ma il vero imperativo etico pare che sia salvarsi le terga (o la poltrona).
Ok, oggi ormai ci saranno i pontieri all'opera, ma ieri?
Ieri i NAS negli ospedali del lodigiano "per accertamenti riguardanti le dinamiche e le eventuali cause della diffusione dell’epidemia di coronavirus." (https://www.ilcittadino.it/cronaca/2020/02/26/coronavirus-controlli-dei-nas-negli-ospedali-di-codogno-e-lodi/slMGNrXTkki5xjrWJr9yx3/index.html e ricordo che i NAS sono alle dipendenze di MinSan).
Sarebbe a dire, non un team di ispettori ministeriali (magari infettivologi con esperienze di outbreak epidemici).
I NAS. La lettura dell'articolo sul Fatto è allucinante: le disposizioni cambiavano (non venivano aggiornate, cambiavano) nello stesso fatidico giorno 20, in cui venivano prescritte le mascherine FFP2, mentre prima andavano bene quelle chirurgiche (https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/26/coronavirus-procura-di-lodi-indaga-su-ospedali-dopo-notizie-di-stampa-e-parole-delle-istituzioni-lazienda-sanitaria-paziente-uno-non-era-sospetto-abbiamo-contenuto-il-contagio/5718016/?utm_medium=Social&utm_source=Twitter#Echobox=1582736970)
Una nota sulle maschere: oggi (ma forse le disposizioni sono cambiate ancora) sono FFP2, da noi, ma CDC prescrive le N95, che corrispondono a FFP3.
L'intervento dei NAS, inappropriato ai fini sanitari, per qualcuno forse efficiente ai fini politici. Perché il Presidente del Consiglio lo ha fatto intendere chiaramente: il governo non c'entra, è colpa dei sanitari. E si è lanciato in un' offensiva mediatica che è rimasta sullo stomaco a più d'uno (https://m.dagospia.com/voci-colle-furente-sovraesposizione-conte-ha-alimentato-228074)
Nel frattempo c'è chi ironizza sul fatto che una collaboratrice di Fontana sia positiva al virus e che lui stesso sia in quarantena, come se la cosa abbia un qualche significato. Bah.
L'unica cosa che dimostra è che il virus è democratico e non distingue tra ricchi e poveri, politici e comuni cittadini. E' quel che ha detto in un discorso il sottosegretario alla salute iraniano Iraj Harirchi, malato di COVID-19 (https://www.bbc.com/news/world-middle-east-51628484). In Iran la situazione è molto seria, e di COVID-19 è morto il primo sanitario, un'infermiera. E non era anziana.


PENSIERO MAGICO E PLACEBO A PALLA

L'epidemia COVID-19 ha prodotto due epidemie secondarie (e intrecciate): una di idiozia fulminante, l'altra di pensiero magico.
Ne abbiamo già viste diverse, del genere: l'Hail Mary Protocol, la clorochina in pasticche, le erbe cinesi.
E ogni giorno che passa viene superato un limite.
Ricciardi dice che i bambini sono meno sensibili al coronavirus perché protetti dalle vaccinazioni. Quale vaccinazione li protegge dal coronavirus? Tutte? Boh. Evidenze? Nessuna. Razionale? Manco a chiederlo.
Contemporaneamente si passa oltre l'a-razionale per sconfinare nell'irrazionale più puro: Pregliasco dice che l'antiinfluenzale non protegge dal coronavirus ma... impedisce di avere paura.
Evidenze? Nessuna, ovviamente (che poi ti ci voglio, a dimostrarlo). Ma prendiamola per buona: effetto placebo a palla! E allora palline di zucchero come se piovesse, che tanto è uguale.
E' in questo modo, tra un'amenità e l'altra, che si chiude la finestra delle opportunità. Meglio così, le correnti d'aria provocano malanni di stagione.



I MORTI DI SFIGA


L'ultima frontiera della minimizzazione è il negazionismo, e trova casa sul Corriere.
La presente ondata influenzale, si dice, riguarda 700.000 persone e ha fatto 300 morti.

Ecco, a fare 300 morti di COVID-19 potrebbero bastare 15.000 casi di coronavirus (che farebbero collassare il sistema sanitario), quindi è bene non arrivarci (https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_febbraio_24/coronavirus-vittime-sono-davvero-morte-covid-19-7b733736-56e8-11ea-b89d-a5ca249e9e1e.shtml).
C'è un partito dei minimizzatori che lamenta l'eccessività delle misure di contenimento, sventolando striscioni con su scritto "Misure eccessive, contenimento inutile". Ed è un partito appoggiato da un partito politico in carne e ossa, uno a caso... Questa cosa ha provocato la perplessità e la reazione anche di commentatori che fino all'altro ieri si preoccupavano in primis dell'allarmismo (e ad una settimana dall'arrivo del paziente 1 all'ospedale di Codogno devo dire che avevano ragione a preoccuparsi)

Il partito dei minimizzatori ha trovato il suo portabandiera ufficiale, che non è la dottoressa Gismondo ma il Dott. Bassetti (https://www.quotidiano.net/cronaca/coronavirus-mortalita-1.5049364): non ci sono morti per coronavirus! Ci sono solo morti CON il coronavirus. Questa cosa a me ricorda molto "HIV non provoca AIDS, ci sono solo malati di AIDS con HIV".
E quindi?
In Cina hanno cominciato a venir fuori polmoniti gravi a dicembre. Ma non era un nuovo coronavirus, bensì sfiga. Sfiga contagiosa, visto che se l'è presa pure Li Wenliang, il medico cinese che per primo notando queste polmoniti gravi e atipiche diede l'allarme (e mal gliene incolse https://www.corriere.it/esteri/20_febbraio_06/coronavirus-ha-ucciso-li-wenliang-dottore-che-primo-aveva-l-allarme-ed-era-stato-censurato-fed0fee6-48f2-11ea-91e8-775bd36e4cb6.shtml).
Quindi il coronavirus c'è, ma non provoca né patologie né morti. E' la sfiga che è letale.

E IL BESTIARIO? E IL CEPPO?

Topi vivi, pipistrelli, pangolini, serpenti e cani, codognesi che spuntano come funghi in qualsiasi parte del mondo venga rilevato il virus, mascherine davanti alle telecamere, ambasciate etc... No, il bestiario si commenta da solo.Anche il "ceppo italiano" si commenterebbe da solo, non fosse al centro di una colossale operazione di rebranding: SARS-2-CoV made in Italy. Che fa francamente schifo.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...