giovedì 9 dicembre 2021
RIPERCORRERE LE RAGIONI DEL DISSENSO
martedì 7 dicembre 2021
SI', MA, FORSE, PERO'...
https://www.avvenire.it/.../un-ora-di-flebo-e-il-covid... |
La faccenda anticorpi
monoclonali anticovid in Italia è stata o no uno dei fulgidi esempi di
ideologia e politica in campo medico o no? Certo che lo è stata.
"i
frigoriferi pieni di monoclonali inutilizzati" certo. Perché non ci si
sapeva organizzare per usarli, o perché non si voleva farlo (c'è già
tanto da fare, troppo, per aggiungere inutili complicazioni?). Come si
può capire dall'intervista, se certe regioni davano via le scorte
inutilizzate in altre c'erano realtà in grado di agire e usarli.
Certo, sarebbe bene specificare quali mAb, ma faccio presente che fin
dall'inizio se ne è parlato indistintamente, anche perché se non erano
"quelli di Trump" erano quelli voluti "dallo zio d'America per
avvantaggiare gli amici".
Poi si è passati a "No, sì, ma, forse".
No, non è "amo solo le rose che non colsi e i farmaci che ancora non
esistono", è falsa modestia: imonoclonalinonfunzionano era passato
quanto basta. E del resto sicuramente l'intervistata è una signora
nessuno che non sa fare il suo mestiere e che è lì grazie ad amici degli
amici e tutte queste cose, giusto?
«Una sola dose di anticorpi monoclonali, somministrata al paziente con Covid-19 nei primi tre giorni di infezione, in una sola ora riduce di oltre l´80% il rischio di ricovero ospedaliero: non solo evita la malattia severa, quindi la terapia intensiva o addirittura il decesso, ma costa infinitamente meno di un ricovero. Eppure in Italia in alcune regioni i monoclonali non sono stati utilizzati, addirittura sono stati trasferiti in altre regioni per evitare che scadessero». Uno spreco incomprensibile, che però non avviene nei reparti gestiti da Evelina Tacconelli, 54 anni, professore ordinario di Malattie infettive e direttore della clinica di Malattie infettive dell’azienda ospedaliera universitaria di Verona, responsabile del gruppo di ricerca sulle infezioni resistenti agli antibiotici dell’università di Tübingen in Germania. «Chi è positivo ci contatta, lo valutiamo clinicamente e se pensiamo che per lui i monoclonali possano essere utili gli diamo immediatamente l’appuntamento. Da noi basta una telefonata per ricevere la terapia e tornarsene a casa poco dopo con un´altissima probabilità di non sviluppare il Covid-19»
Ma ancora, complimenti vivissimi: ci siete riusciti, i frigoriferi pieni e tutto il resto. E questo ha fatto il bene di tutti, di sicuro.
PS: uno degli argomentoni, quando si tratta di farmaci anticovid, siano mAb o altro, è tirare fuori la riduzione del rischio assoluto, e invariabilmente vengono fuori numeri bassissimi, un 30% diventa 5% o 7% e via dicendo. Molto bravi: ora fate la stessa cosa con le vaccinazioni anticovid pediatriche e negli adolescenti, che si ride.
venerdì 3 dicembre 2021
COME TI CAPITALIZZO LA FANBASE
martedì 30 novembre 2021
SPEZZEREMO LE RENI A...
https://www.governo.it/.../conferenza-stampa-del.../18643 |
lunedì 29 novembre 2021
ANCORA SULL' ANONIMATO
giovedì 25 novembre 2021
POI INGRANI LA SESTA E PRODUCI MENO CO2
DEVELOPING CHEMISTRY AND PEOPLE
E questo sarebbe uno dei rari post in cui parlo di fatti miei (che però mi inducono riflessioni di più largo respiro).
Developing chemistry and people: anche di questo si parlava nella
descrizione della posizione che ormai da qualche tempo ricopro, e questo
sto facendo. Developing people significa coaching, cioè "tirare su" gli
juniores, professionalmente parlando - cosa che il più delle volte mi è
venuta facile, come "costruire la squadra", quando il materiale umano era appena decente.
Si tratta di qualcosa che viene chiesto spesso ed esplicitamente,
ormai, nell'anglosfera. Perché, avendo avuto un periodo di
deindustrializzazione, e specialmente in campo chimico e chimico
farmaceutico, da qualche anno hanno cominciato a ricostruire e
continuano a farlo - mi è capitato più volte di dire che a chiudere un
centro ricerche basta qualche mese, ma per ricostruirlo servono anni e
anni. E chi decide di ricostruire non può pensare che i seniores
licenziati al tempo della chiusura dopo una decina di anni siano ancora
lì ad aspettare di essere riassunti: i più sono ormai pensionati, hanno
cambiato carriera, hanno nuova posizione che non intendono lasciare e/o
su quell'azienda ci hanno fatto una croce (per esempio non so di alcuno
pfired che abbia mai fatto i salti mortali per rientrarci).
In breve
in un certo ambiente industriale il fatto che il know how cammini sulle
gambe di donne e uomini è del tutto scontato e in più al know how si dà
valore.
In certi altri ambienti industriali invece gli over 40 non
sono valore, ma un costo (questo in Italia non so se sia un assioma
delle risorse umane o uno dei grandi Amministratori Delegati che le
risorse umane pongono in essere, ma alla fine il prodotto non cambia).
Per arrivare al dunque "tirerò su" britannici (inglesi e gallesi) e
indiani. La seconda categoria nel tempo andrà a rivendersi tutto ciò a
casa sua, e i britannici, beh, non credo se la giocheranno mai lontano
dalle proprie isole. Il che mi ha fatto pensare che sono soltanto uno
dei vari pezzi di una sistematica esportazione di know how italiano
all'estero. Da cui ovviamente l'Italia non ricava nulla (visto che le
mie tasse vanno perlopiù a un differente paese che mi ospita di buon
grado).
Quello che individualmente mi consola è il sapere bene che
alla mia nazione di origine di perdere know how non è mai fregato
niente, tanto in un modo o nell'altro si regge anche oggi, nonostante
tutto. Con meno mezzi e risorse rispetto a ieri, e domani si reggerà
ancora un po' meno, con ancora meno risorse e mezzi, ma per arrivare a
domani c'è tempo.
CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...
