lunedì 10 aprile 2023

LA FINE CHE NON SAREBBE MAI ARRIVATA

Starbuck mi invia questo screenshot e non è che la conferma ennesima di quello che sta avvenendo a livello istituzionale da un paio di mesi in molti paesi occidentali. Ma per l'Italia si è verificata la profezia di Peter Doshi: la fine della pandemia non è stata annunciata in tv in prima serata (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/la-fine-della-pandemia-la-decidiamo-noi.html). 

Piuttosto si è passati con disinvoltura da un'emergenza all'altra (la guerra). Giusto per mantenere il pubblico focalizzato, sul pezzo. E allora forse chi parlava dell'emergenza come metodo di governo non era l'ennesimo complottista negazionista etc etc, forse semplicemente si limitava a constatare un semplice fatto. E il fatto è che almeno dal 2017 (morbillo) a oggi la politica italiana salta agevolmente da un'emergenza all'altra senza soluzione di continuità - e non scordiamoci l'emergenza della crisi dei debiti sovrani, la cui gestione lasciò sul terreno morti e feriti e invalidi che neanche una guerra (espressioni figurate fino a un certo punto).

L'emergenza come metodo di governo pare essere la soluzione per eccellenza al grande problema di fondo per eccellenza: la sfiducia nei confronti delle istituzioni. 

C'è un vocabolo inglese che non ha un preciso riscontro in italiano: accountability (so much for the "no english stuff", guys). "Responsabilità" non lo traduce appieno, perché accountability ha letteralmente a che fare con il "render conto", e nella storia politica italiana del dopoguerra l'unico momento in cui qualcuno ha reso conto, obtorto collo, è stato Mani Pulite - e quanto l'operazione fosse strumentale è materia per storici, perché sicuramente non tutti resero conto in egual misura. Ma al di là del "render conto" collettivo (una cosa confinata nel territorio della pura teoria perché strettamente legata al concetto di responsabilità politica), anche il render conto individuale in Italia è fatto assolutamente virtuale, quando si parla di potere. Fin troppo facile prevedere l'esito della Commissione Parlamentare di Inchiesta sulla gestione della pandemia: un nulla di fatto. Il potere politico in Italia è unaccountable per lunga e continuata prassi, dal dopoguerra (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/god-save-king.html). E qui si arriva al punto, perché unaccountability e sfiducia vanno di pari passo. Il gioco politico che da almeno 25 anni scaglia l'unaccountability sull'avversario al governo  non aiuta anzi, ha permeato le istituzioni. Quindi il passaggio dalla sfiducia nel potere costituito alla sfiducia nelle istituzioni è naturale. E parlando di gestione italiana della pandemia COVID19 distinguere tra politica e istituzioni è stato veramente impossibile. Ricordiamoci la difesa di Magrini che è stata largamente ispirata non al suo operato, ma all'area politica di appartenenza, per fare un'esempio tra tanti (eppure un giudizio puramente tecnico sull'operato dell'ex DG AIFA è fin troppo facile  https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/a-mai-piu-rivederti-mr-3.html).

Tutto questo non può che aumentare il livello di sfiducia nelle istituzioni in teoria democratiche, in quanto istituzioni di uno stato teoricamente democratico. L'unica risposta possibile da parte del sistema politico-istituzionale è il governo tramite emergenza, con crescita della sfiducia e via così, una spirale infinita. Da inserirsi in questo quadro tutto il dibattito (anticostituzionale) sui prerequisiti di accesso al voto politico. Perché quando il livello di sfiducia è alto e si va a votare di solito chi detiene il potere perde le elezioni, a meno di brogli, e questo può essere un problema serio (vedere alle voci Trump e Brexit). E' un fatto puramente materiale: c'è chi paga il conto delle politiche agite, sempre. E quando può vota contro chi quelle politiche le ha volute. Derubricare quei cittadini a ignoranti che non dovrebbero votare è cronicizzare il problema e ho perso il conto delle volte in cui è stato fatto. Scordandosi, per esempio, che le folle del voto che fondò la Repubblica Italiana erano meno alfabetizzate e senza dubbio meno scolarizzate...

Secondo la mia modesta opinione questa, oggi, è la più importante chiave di lettura dei "dibattiti" che vanno per la maggiore e mutuano dalla politica gli stessi meccanismi. Esempio recente, chi ha detto che la pandemia non sarebbe finita in due anni. Ma se il potere politico-istituzionale italiano è unaccountable, i media lo sono molto, molto di più. Ma mi raccomando, non perdete la discussione sugli orsi in Trentino, che quello sì che è importante.

sabato 8 aprile 2023

RESURREZIONE

 

Ricordo di aver parlato un paio di anni fa di un "partito dell'eterna quaresima". Ebbene, la quaresima pandemica è finita per tutti e ai delusi da questo fatto va la mia compassione (in dosi omeopatiche). Passati i tempi della caccia all'ultima variante di virus il partito dell'eterna quaresima non si è disciolto, ma ha cominciato a trovare nuovi obiettivi di alto profilo, le carni rosse, il vino. La salvezza dei corpi è l'irrealizzabile promessa- la salvezza dei corpi ma non il benessere degli individui a cui appartengono e men che mai il welfare come è comunemente inteso. Bigottismo medico in purezza.

Io non credo che moralismo o bigottismo possano salvare niente e nessuno e soprattutto non si è mai vissuto di solo pane, specialmente se nero e scondito. Il crocifisso e risorto qualche pacata parola di critica verso i bigotti ebbe a spenderla, durante la sua predicazione (Vae vobis, scribae et pharisaei hypocritae... Mt 23,27-32).

Auguro ai credenti e ai non credenti di vivere il significato del rinnovamento pasquale, perché il suo valore non è solo religioso: la collocazione della data di Pasqua non è casuale, coincide con la promessa di vita e rinnovamento che ogni primavera porta con sé.


E i miei auguri ve li faccio proponendovi un maestro che interpreta sé stesso (quindi si può parlare di interpretazione autentica).


mercoledì 5 aprile 2023

BACK IN THE MADDING CROWD

Ci sono cose che non cambiano. Ci possono essere 5°C in un mattino d'aprile, ma il cespuglio di Euryops si è riempito di giallo, e le rose sono fiorite.

Ci sono altre cose che non cambiano. 

In primo luogo gli sfascisti al governo ed è una roba che dura da anni, anni e anni.

In secondo luogo la qualità dell'informazione, nei secoli costante


Le simpatiche voci del governo (e dell'opposizione) sono sempre le stesse, apartitiche, aconfessionali, a...


Quindi la fine delle vacanze pasquali non sarà una tragedia.

Ah, già. Buona Pasqua a tutti.

lunedì 3 aprile 2023

PERCHE' SI TROVA LAVORO FUORI E SI ESPATRIA, SE SI PUO'

Se ne parla molto poco ma da anni:

Una delle maggiori criticità che affliggono l’economia italiana è il ridotto potere d’acquisto del denaro. Questo è dovuto non solo all’inflazione (12,8% su base annua, come riportato dall’Istat), che peraltro è comune a tutti i Paesi occidentali, bensì soprattutto ai salari praticamente bloccati da oltre 30 anni. Rispetto all’anno 1990, l’Italia è infatti l’unico Paese UE con salari addirittura decrescenti (-2,9%), a fronte di incrementi corposi nelle altre economie mature. A dispetto di facili conclusioni, questa situazione non è imputabile né al lockdown dovuto alla pandemia, né alla rottura delle global value chain in seguito ai recenti sconvolgimenti macroeconomici. È lecito domandarsi, dunque, come sia possibile che in un mercato occidentale volto al libero scambio, l’equalizzazione dei prezzi dei fattori produttivi non abbia influito positivamente anche sui salari italiani; analogamente, sembra controintuitivo vedere dei saggi di crescita tanto corposi in economie più avanzate -o “più mature”- di quella italiana (Francia, Germania e Svezia su tutte) (https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2022/12/05/questione-salari-italia/?refresh_ce=1)


Noterete che nel grafico manca UK: beh, da novembre '22 a gennaio '23 i salari nel Regno Unito sono cresciuti del 2,4% al netto dell'inflazione (https://www.statista.com/statistics/933075/wage-growth-in-the-uk/). 

Mi capita abbastanza spesso di parlare con expats provenienti dal fondo dela classifica salariale. I motivi che spingerebbero a tornare indietro sono sempre gli stessi: difficoltà o impossibilità ad integrarsi socialmente al di fuori del lavoro, nostalgia, clima, cibo. Quanto al cibo la scelta di abitare quanto più possibile vicino alla zona industriale dove si lavora non aiuta per niente (io questa scelta non l'ho fatta). Ma ci sono fattori piuttosto potenti che fanno rimanere lontano da casa. 

In primo luogo il posto di lavoro, che magari in patria non ci sarebbe.

In secondo luogo il salario, che in patria sarebbe molto più basso senza costo della vita parimenti ribassato (questo nel caso dell'Italia).

Sento che il mio settore in Italia dà segni di vita, al di là dei numeri piccolissimi. Quindi quel che rimane dell'industria chimico farmaceutica in Italia qualche posizione la offre. I problemi sono la tipologia delle posizioni offerte e le retribuzioni. Ammettendo fosse offerta una posizione analoga a quella che occupo al momento accettandola rinuncerei a circa il 30% delle mie entrate annuali, e questo anche considerando la legislazione  italiana sul rientro dei lavoratori dall'estero (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/skills.html).

Perché ho parlato di "quel che resta", riguardo al settore chimico farmaceutico italiano? Mi ripeterò, ma visto che è storia non scritta magari è opportuno. Già, una storia non scritta con vittime invisibili (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/07/invisibili-quindi-inesistenti.html).

Il 3 giugno 2008 la cronaca del Lazio di Repubblica titolava "Farmaceutica, fuga dal Lazio, fine di un sogno da 7 miliardi. Un polo industriale storico sulla via dello smantellamento"

È una pillola amara quella che l´industria chimico-farmaceutica laziale sta confezionando in questi giorni. La cura ricostituente di un polo industriale da 7 miliardi di euro passa infatti attraverso la via dolorosa di licenziamenti, cassa integrazioni, mobilità collettiva. Di addio si può parlare per la Pfizer, che dopo 51 anni ha confermato l´intenzione di vendere lo stabilimento di Latina...«Il 33% del pil di Latina – spiega Armando Cusani, presidente della provincia – deriva dalle attività di queste aziende. Qui operano 11 multinazionali: è un problema non territoriale, ma nazionale».(https://roma.repubblica.it/dettaglio/farmaceutica-fuga-dal-lazio-fine-di-un-sogno-da-7-miliardi/1471275)

Inutile dire che il problema non divenne mai un problema nazionale, forse perché a Latina sono fasci, oppure perché la chimica inquina, chissà. E non che fuori dal Lazio le cose andassero diversamente (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/cronistoria-dell-apocalisse-della.html). Quando il post fu pubblicato alcuni accademici di provincia la presero molto male, perché pensavano che la chimica farmaceutica italiana fosse quella che loro insegnavano nelle loro facoltà, mentre io parlavo di industria. Ma a loro di centinaia di posti di lavoro persi non interessava. Gente così, che magari si ritiene di sinistra.




mercoledì 29 marzo 2023

A PROPOSITO DI "STUDIA!" (E "LEGGERE LIBRI")

"Studia. Non farlo perché ti dicono che devi: fallo per te. Fallo per riuscire a leggere un post e capire davvero quello che dice" (https://www.donboscoborgo.it/se-vuoi-fregare-il-sistema-studia/). Sarebbe a dire che si deve studiare per comprendere un post su un social network? Cioè "studia, non essere un analfabeta funzionale"?

Questa sconcertante frase è di Enrico Galiano, insegnante e scrittore (https://it.wikipedia.org/wiki/Enrico_Galiano), che nello stesso brano dice di essere figlio di venditori ambulanti, ma ha studiato e quindi...

Il punto è complesso e sfaccettato. Cominciamo da "Leggere libri". Benissimo. Quali?

La prima cosa che mi verrebbe in mente, così, di getto, è questa

 

E no, temo che non ci siano i libri di Hawking, per dirne uno. Leggere e cosa leggere non è materia neutra. Dietro al mio ricordo di Hesse c'è una considerazione generale. Quando si parla di leggere si parla di cultura, che come diceva qualcuno è quello che rimane quando si è scordato tutto il resto. E vengo da un tempo in cui perlopiù si riteneva che una cultura personale dovesse essere fondata sui classici. Cos'è un classico? Un'opera che non perde di valore e significato nel tempo, che nel passare dei decenni o dei secoli continua a trovare lettori e apprezzamento. Un classico riesce ad essere contemporaneo, anche se spesso con quel che è ritenuto contemporaneo ha ben poco a che fare.

Una delle caratteristiche dei tempi recenti è che la produzione di contenuti è proliferata all'inverosimile, grazie alle piattaforme digitali. E il 99,9% di questa produzione è destinata ad essere dimenticata in tempi molto veloci. In questa produzione di contenuti usa e getta è chiaro che la classicità ha un posto limitato, anzi, il rapporto con classicità diventa difficile (basta pensare alle recenti vicende di "riscrittura" o correzioni di classici, da Dahl a Agata Christie). Questa cultura dell'effimero è perfetta per la diffusione di ideologie parimenti usa e getta, e in questo quadro secondo me è da interpretare "Studia. Non farlo perché ti dicono che devi"., considerando dove va a parare. Da qualche anno ormai il "leggere" e lo "studiare" sono usati politicamente: ci sono "giusti" che "leggono" e "studiano" e che scagliano addosso all'avversario politico/ideologico lo stigma dell'ignoranza, dell'analfabetismo funzionale o del rossobrunismo etc etc. Ma la triste realtà che ho percepito in cinque anni di presenza social è che l'ignoranza è distribuita in modo equilibrato tra le due fazioni (e per l'intelligenza vale lo stesso).

Da cui quando si invita a leggere o studiare di solito si invita a leggere e studiare ciò che è "giusto", cioè quello che è funzionale al sistema di credenze di quanti, polemicamente, lanciano questi inviti. Quindi?

Quindi forse per "non farsi fregare" è meglio studiare Kant e leggere Dickens, Kafka, Melville, Joyce, Musil, Dostoevskij, Bianciardi, Anna Maria Ortese, Svevo. Ma qua casca l'asino, perché la formazione media dell'individuo medio non consente di capire Kant e rende difficile leggere anche Dickens. E anche per questo quando costoro si allargano alla "scienza" è mediamente un disastro, altro che criticare l'altrui comprensione del testo...

Quanto a Galliano, che come la maggioranza dei soggetti che pubblicano libri oggi ben difficilmente diventerà un classico, la parabola del figlio di ambulanti che ha studiato e quindi ce l'ha fatta è il classico caso di aneddotica ad hoc, per quanto sia comprensibile il suo personale orgoglio per "avercela fatta". In primo luogo perché di gente che ha studiato e non ce la fa ce ne è sempre stata tanta (e oggi più che mai), in secondo luogo perché questi argomenti vengono usati regolarmente per distogliere dallo sfascio del sistema scolastico italiano, che è quello che dovrebbe formare gli individui con le basi dell'istruzione, basi il cui livello è in caduta libera da una trentina di anni. Già, lemaledettebasi, queste sconosciute... 

Ricordatevi di chi si scandalizzò per l'Ecclesiaste, καιρὸς τοῦ περιλαβεῖν καὶ καιρὸς τοῦ μακρυνθῆναι ἀπὸ περιλήμψεως "un tempo per abbracciare, un tempo per astenersi dagli abbracci". Oggi il tempo per abbracciare è tornato da un bek po' e questa è una delle ragioni per cui l'Ecclesiaste è un classico mentre chi oggi chi scrivediscienza e allora si scandalizzava non lo sarà mai.



martedì 28 marzo 2023

NOSTALGIA CANAGLIA

 

Ci si ride sopra, ma due mesi fa i nostalgici rilanciavano, un temerario all in: la variante Kraken (diciamolo, per scommettere su un nome così ci voleva del bel pelo sullo stomaco). 

Come poi è andata a finire lo sanno tutti, quindi non credo che spunterà una variante Yog Sothoth o roba del genere, e chi diceva "una pandemia è per sempre, mica penserete di cavarvela in due anni, eh?", beh... 

il vaiolo delle scimmie è stato velocemente archiviato, ma ci si può consolare con la guerra in Ucraina e la geopolitica e lo si fa, a giudicare da una veloce esplorazione della websfera italiana.

Si ride e si scherza, con sollievo, mentre c'è chi fa tutt'altro per evitare il sollievo (e evitarvelo). Ma mentre va in scena un'inutilissima commissione parlamentare, ci si scorda che il green pass all'italiana non ha avuto niente di corrispondente nei paesi occidentali (non ti vaccini, o non ti fai la seconda o la terza dose e non lavori né prendi stipendio). L'unica misura simile fu quella australiana del "No jab, no pay", ma stiamo parlando di una nazione, nel bene o nel male "built for convicts", come dice qualche inglese.

Me li ricordo bene i probiviri e le bravedonne a dire che le misure italiane non erano niente di che. Quando era evidentissimo che il green pass all'italiana era una misura senza alcuna ragione scientifica, perché nessuna agenzia regolatoria ha mai approvato un vaccino anticovid dicendo che poteva frenare i contagi. Né FDA né EMA hanno mai scritto questo di nessun vaccino, neanche usando il condizionale.

Ed era inutile ricordare ai falsificatori seriali della realtà (ma a fin di bene, eh) come era stato accolto il debutto del green pass tricolore dalla stampa anglosassone, quando ancora nessuno si immaginava che ne sarebbero venute fuori versioni super e rafforzate: 

l'Italia si è spinta in un nuovo territorio per una democrazia occidentale, mettendo in opera una direttiva per l'obbligo di vaccinazione sui posti di lavoro che ha modificato il patto sociale quando il turno del giorno successivo è iniziato. Ovunque dagli uffici alle fabbriche i lavoratori hanno affrontato un nuovo requisito per entrare e guadagnarsi la busta paga: hanno dovuto prima esibire il QR code del pass vaccinale voluto dal governo (https://www.washingtonpost.com/world/europe/italy-vaccination-mandate-workers/2021/10/15/d1b045e2-2d99-11ec-b17d-985c186de338_story.html)

E c'era chi oltremanica , dopo mesi di green pass all'italiana, ribadiva il suo punto di vista su "L'inutile tirannia del covid pass italiano" (https://www.spectator.co.uk/article/the-pointless-tyranny-of-italy-s-covid-pass) Ma andava tutto bene, non c'era da preoccuparsi. Erano cose di nessun conto, la perfida Albione era uscita dall'Unione Europea e, molto peggio, fuori dall'Unione voleva restarci. 

Il green pass tricolore è stato il più malsano e deleterio frutto del duumvirato politica-medicina istituzionale. Sarebbe bene ricordarselo, per ricordarsi a chi si deve andare contro alla prossima occasione, che tanto prima o poi arriverà (il GP tricolore ha creato un precedente incredibilmente pesante e all'occasione sarà fatto pesare).


lunedì 20 marzo 2023

C'E' UN MOTIVO SE...

... Mad Max è diventato un'icona, mentre Waterworld (1995) no. All'epoca fece notizia come manifesto ispirato al cambiamento climatico ma forse per l'allegoria smaccata e gli intenti propedeutici è invecchiato male quanto le profezie di Al Gore.


Con questo non si intende sostenere che non sia in corso un cambiamento climatico etc etc. Però occhio all'advocacy, specie quando si maschera da "scienza", perché la reazione negativa è assicurata e le sue conseguenze non possono essere curate con più advocacy. Specie quando si è iniziato ad "esagerare un po' " da fin troppo tempo. Non condivido l'entusiasmo per i social e youtube di Sabine Hossenfelder, ma ne apprezzo lo spirito critico. E sì, onestamente anche io avevo capito male l'effetto serra. 

Riguardo le "leggere imprecisioni" di Al Gore, anche oggi modello che prendi e quantità che trovi (temperature, tempo), quindi figuratevi nei '90. Lo ricordava sempre la Hossenfelder in un articolo sul NYT: è un problema, diciamo così, di risoluzione, e ancora oggi non abbiamo la potenza di calcolo per modelli di risoluzione maggiore (https://www.nytimes.com/2019/06/12/opinion/climate-change-supercomputers.html?fbclid=IwAR1HXE2pR-O4urGw88B44q0VOovparPqD2-BXXhFoC3F9SgnivNrO0Ugo2w). Qundi le previsioni per il 2030, beh... ci possono stare, oppure finire come la profezia di Gore, magari con meno clamore (poi c'è la questione dei dati grezzi, passate un po' di tempo con qualcuno che ci lavora "leggermente a disagio" e vi renderete conto che non sono esattamente oro colato).

Mi chiedo se davvero per spingere verso alternative ai combustibili fossili (o per promuovere le vaccinazioni) ci sia necessariamente bisogno di una collossale montagna di stronzate. I risultati direbbero di no, perché se metti fuorilegge il catorcio euro 2 del poveraccio che non arriva alla fine del mese l'unica risposta che avrai sarà una giustificata e feroce avversione, idem se obblighi all'adeguamento energetico delle case, specie nei paesi ricchi di città con un centro storico. Nel mentre ci sono processi, come il record delle energie rinnovabili (https://www.iconaclima.it/energia/energia-europa-rinnovabili-2022/) in cui l'advocacy non ha contato un tubo, mentre la geopolitica ha pesato immensamente (la nuova guerra per niente fredda, ormai).

Il problema continua ad essere lo stesso di sempre: se in un modo o nell'altro chi pratica l'advocacy (di solito autodefinita divulgazione) ne ha un ritorno, monetario o no che sia, ci ritroviamo nella fattispecie dell'oste che giudica il suo vino, con la differenza che nel caso del cambiamento climatico non c'è misura che sia sufficiente ed è sempre e comunque troppo tardi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html). E tutto questo mai, mai, mai, mai guardando all'elefante nella stanza (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/la-produzione-mondiale-di-co2-questione.html). Ogni volta che leggo o sento certa roba sui media mi dico "Per mia fortuna non campo facendo quel lavoro lì".

C'è poco da fare o da dire. Per fare un esempio nessuno si ricorderà del processo Fischer-Trops. Io invece lo studiai ai tempi dell'università: idrocaburi leggeri da syngas (CO e idrogeno), e il syngas ai tempi si produceva dal coke, e quindi dal carbone (oggi le cose sono un po' diverse). Il processo è ancora usato, ma nella storia si ricorse al Fischer-Trops quando l'approvvigionamento di idrocarburi diventava problematico per una nazione e l'esempio più noto è quello della Germania nazista, ma ci fu anche il Sudafrica ai tempi dell'embargo. Considerando questi esempi il deterioramento delle relazioni est-ovest può promuovere in occidente l'impiego di energie rinnovabili, e lo sta facendo. Che effetto questo avrà globalmente non credo che nessuno possa dirlo.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...