lunedì 31 luglio 2023

L'ELEFANTE NELLA STANZA (CLIMA)

 

https://globalcarbonatlas.org/emissions/carbon-emissions/

E' facile notare come, a dati aggiornati, le cose non siano cambiate negli ultimi 5 anni. In realtà ora si può ben vedere che la produzione europea di CO2 è in costante calo (un calo lento ma persistente). Questo calo è vanificato dalla crescita velocissima di emissioni a carico di altri soggetti. E la produzione di CO2 cinese è talmente enorme e crescente che qualcuno si dovrebbe chiedere per quale motivo quando si parla di emissioni di gas serra non si parla di loro. Una possibile spiegazione la dette Al Gore: loro rispettano gli accordi di Parigi (andiamo bene, e se non li rispettavano che succedeva?). Se è vero che la Cina rispetta gli accordi di Parigi l'efficacia degli stessi è ben sintetizzata dal grafico.

Ma il grafico ci dice anche un'altra cosa: ci dice che la questione clima è in primis una questione geopolitica. L'impennata di produzione CO2 cinese è cominciata con il suo ingresso nella World Trade Organization. Se si decidesse quello che nessuno vuole decidere (buttarla fuori da WTO, per esempio) un probabile risultato sarebbe una guerra mondiale. Non è esattamente un segreto che l'altro grande produttore di CO2, gli USA, strillano Russia ma valutano confronti militari con la Repubblica Popolare Cinese. E Taiwan è lì, un innesco che nessuno vorrebbe accendere, ma gli incidenti capitano - e a volte c'è qualcuno che li vuole far capitare.

Mi ripeterò: le policy ambientali internazionali sapevano essere efficaci, nel mondo preglobalizzato. Le piogge acide e il marmo dei monumenti striato di nero sono ricordi lontani, ormai, come la mucillaggine nell'Adriatico. Il bando degli ozone depleters veramente era riuscito a chiudere il famigerato Buco dell'Ozono. Poi la Cina è entrata nel grande gioco economico assieme ad altri e tutto quel lavoro rischia di andare perso (https://edition.cnn.com/2021/02/11/world/ozone-layer-china-emissions-intl-scn/index.html).

Sono abbastanza vecchio da ricordarmi bene il pacchetto di propaganda e propagandisti post Kyoto: le emissioni CO2 pro capite, il nauseante "noi siamo cresciuti e abbiamo fatto il danno, non possiamo chiedere a loro di non crescere, dobbiamo decrescere noi" (che camuffava il fatto innegabile che sulla "loro" crescita il capitalismo occidentale realizzava profitti folli, a spese delle classi lavoratrici occidentali).

Quantitavamente il quadro continua ad essere quello che vedete nell'immagine. Un'Europa carbon neutral, se realizzata, lo cambierebbe ben poco, quasi niente. Questo non vuol dire che non vadano incentivati processi virtuosi, affatto. Ma incentivarli è una cosa, pianificarli a carico dei soliti noti (i più) mentre gli altri soliti noti (i pochi) ci guadagnano, al grido "Salviamo il pianeta!" no. Assolutamente no. Fosse per me MAI.

giovedì 27 luglio 2023

GENERICISTI INDIANI, STAMPA INDIANA: C'E' UN PROBLEMA (SAI CHE NOVITA'...)

 

https://www.thehindu.com/business/Industry/explained-why-are-indian-drugmakers-under-the-lens/article67032025.ece

Quando i nodi vengono al pettine anche a casa.  Su questo ritaglio sono inciampato su likedin la scorsa settimana (per datare il testo). E questa è la traduzione:

Da ottobre dell'anno scorso le farmaceutiche indiane sono sotto la lente di ingrandimento internazionale per aver esportato farmaci sospettati di essere contaminati che avrebbero portato alla morte dei bambini.  Recentemente la Nigeria ha lanciato l'allarme riguardo a due farmaci a somministrazione orale. Anche il Camerun ha lanciato l'allarme riguardo uno sciroppo per la tosse che avrebbe ucciso diversi bambini. Sri Lanka ha ritirato dal mercato due farmaci Made in India collegandoli a reazioni avverse in diversi pazienti. Da ultimo il Gambia ha dichiarato che dal primo Luglio sta conducendo rigidi controlli di qualità su tutti i farmaci prima che partano dall'India. 

Subito dopo che il Gambia ha riportato la morte di almeno 70 bambini dovuta a uno sciroppo per la tosse contaminato made in India, nel dicembre dell'anno scorso sono venuti fuori rapporti dall'Uzbekistan di almeno 18 bambini morti dopo aver consumato sciroppo per la tosse contaminato da alti livelli di glicole dietilenico. L'azienda farmaceutica, Marion Biotech, ha avuto la licenza revocata in marzo dall'agenzia nazionale, la Central Drugs Standard Control Organisation (CDSCO) . Ma il Ministero della Saluta e del Welfare Familiare non ha risposto ad alcuna domanda.

Il glicole dietilinico nello sciroppo rimanda a un notorio predente storico, la faccenda dell'Elisir Sulfanilamide (https://en.wikipedia.org/wiki/Elixir_sulfanilamide): era il 1937, lo sciroppo a base di sulfamidici con dentro il glicole dietilenico causò un avvelenenamento di massa e sull'onda del clamore per l'incidente nacque FDA. In breve questa faccenda non ha a che fare con la compliance (o con la non compliance) GMP - Good Manufacturing Practice, le norme di buona fabbricazione che in occidente garantiscono piuttosto bene la sicurezza dei farmaci in commercio. Qua siamo al livello più basso, quello prima della nascita della regolazione farmaceutica.

Del lungo fastidio dei produttori asiatici nei confronti della regolazione farmaceutica occidentale qua sopra si è parlato più di una volta (per esempio qui https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/i-grandi-classici-il-trinciacarte.html e qui https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/11/differenze.html). Ma questa faccenda testimonia un livello di alienità al sistema regolatorio che Europa, USA, Giappone, Canada etc si sono lasciati alle spalle nel secolo scorso e per buone ragioni: il farmaco deve trattare, non uccidere.

Viene da considerare anche un altro aspetto più disturbante: i mercati di destinazione del farmaco. Dopo anni e anni sembra che in certi casi l'attitudine sia quella di certi dirigenti di Ranbaxy al centro di una notoria vicenda:

La cultura aziendale prevedeva che il management dettasse i risultati desiderati e che quelli sottostanti piegassero il processo per raggiungerlo. Ha descritto come Ranbaxy si sia presa le sue maggiori libertà nei mercati in cui la regolamentazione era più debole e il rischio di scoperta era minimo. Ha riconosciuto che non c'erano dati a sostegno di alcune delle domande di autorizzazione di Ranbaxy in quelle regioni e che la direzione lo sapeva, secondo Thakur. 

(https://fortune-com.translate.goog/2013/05/15/dirty-medicine/?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc&_x_tr_hist=true)

Storie ormai vecchie e poco interessanti da noi, ma a quanto pare ancora terribilmente attuali in Africa e nei mercati in cui la regolamentazione è più debole e il rischio di essere scoperti minimo. Eppure io mi ricordo bene di quanti hanno santificato i genericisti indiani (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/05/farmaci-brevetti-hiv-nel-2001-si.html). Ma con medici e farmaci è così: mediamente la categoria ha zero competenze per parlare di produzione e regolazione farmaceutica, ma lo fa, imperterrita.

martedì 25 luglio 2023

SCALE TEMPORALI

Ve la ricordate la Professoressa Bignumska? (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/05/la-narrativa-dei-numeri-e-due-cose.html) Mi veniva da pensare che le scale temporali sono un po' come le scale di energie: c'è solo un ristretto intervallo (finora) per cui esiste la vita come la conosciamo, cioè anche la vita umana. 

Ma una particolarità degli umani è quella che chiamiamo storia. Se pensate in termini di vite umane (specialmente di vite umane del tempo) l'Egitto dinastico durò un'eternità (ed ebbe le sue terribili crisi).

In tempi più recenti anche i Re di Roma durano molto. Ci fu un bel po' di gente che visse in una Roma governata da re, ben più di una generazione. 

Alessandro Barbero (https://www.youtube.com/watch?v=6RLa0Lxk37A) ci ricorda che in una delle pagine meno considerate della storia italiana, il periodo longobardo, bastò poco, iniziò con "gente" che si considerava "cives romanus" e finì con gente del tutto simile, i loro discendenti, che si consideravano "lumbard". L'Impero Carolingio (che mise fine all'Italia Longobarda) durò anche di più. E quello degli Ottoni?

Il Regno crociato di Gerusalemme durò quasi due secoli, e quasi un secolo nella sua pienezza (dal 1099 alla battaglia dei corni di Hattin (https://it.wikipedia.org/wiki/Battaglia_di_Hattin): in molti vissero l'intera vita sotto quel regno, e i loro figli fecero altrettanto. Prima e Seconda Guerra Mondiale, se per intensità non sono paragonabili, durarono niente rispetto alla Guerra dei Cento Anni e alla Guerra dei Trent'anni. In realtà, mutatis mutandis, la devastazione e lo spopolamento conseguenza delle Guerre Gotiche (20 anni) e della Guerra dei Trent'anni non hanno rivali, nemmeno tra le guerre del 900. Qualcuno di recente mi ha fatto notare che la densità di popolazione di certe regioni dell'Italia adriatica è decisamente inferiore a quella dell'Italia tirrenica, e forse per queste differenze ci sono ragioni millenarie.

Eh, già, la storia - e la storiografia - sono un bel problema. Per epoche preistoriche abbiamo dati su temperature e concentrazioni di anidride carbonica nell'atmosfera e altro da fossili, carotaggi di ghiaccio artico, sezioni di alberi secolari etc etc. Ma non abbiamo la storia, che è cosa eminentemente umana e inerente l'uomo, quella historia magistra vitae che avrebbe dovuto insegnare a tutti, ma i più erano variamente giustificati o semplicemente assenti senza giustificazione. Già, l'uomo. Di questi tempi perlopiù ci si scorda che quello che un po' troppa umanità pone fuori e sopra di sé, "la scienza", è fatto umanissimo perché praticato da umani. Oggi troppi pongono "la scienza" sopra l'uomo esattamente come qualche secolo fa (e da alcune parti tutt'ora) si poneva sopra l'uomo un dio. Pare che viga una legge di "conservazione delle fedi": se i più non credono più a una, allora credono ad un'altra cosa, come disse Chateaubriand, poi riecheggiato da Chesterton.

Ma torniamo alle scale di grandezza. Se per catturare per l'occhio umano fenomeni che avvengono in brevissimi lassi di tempo si richiede una fotografia ultraveloce, per catturare per lo stesso occhio fenomeni che richiedono decenni, secoli, o milioni di anni servirebbe una fotografia più che ultralenta, e si porrebbe molto seriamente il problema della durata in funzione dell'apparato che rileva o, più in generale, della durata dell'osservatore. Perché tra alta energia e tempi molto lunghi ci sono alcune differenze: un osservatore nel presente può osservare tempi molto lontani solo se molto lontani nello spazio, ma non può osservare per tempi più lunghi della sua vita. Un sistema di successione degli osservatori può durare di più, ma i sistemi umani non hanno durata molto lunga (di questi tempi, per esempio, basta un taglio di fondi a farli finire). Ma ancora, parlando di umani, grazie a Dio abbiamo la storia.

Parlando di storia quanto al passaggio delle Alpi da parte di Annibale abbiamo uno storico contemporaneo, che scriveva in greco di faccende romane. Eh già. Ricevo una mail indignata in cui mi si racconta che il direttore di Focus, ops, pardon, Le Scienze, avrebbe sostenuto che quando Annibale passò le Alpi passò sui ghiacciai e per questo perse molti uomini. "E Polibio???" si chiede nella mail. Ah, beh, Polibio che io sappia non ha H-Index e i 40 libri delle sue storie non sono pirreviued. Infatti Polibio, negazionista ante litteram, non parla di ghiacciai ma di neve che inizia cadere (e prima della neve di Allobrogi http://www.maggiofilosofico.it/1247/). Ma sono appunto dettagli insignificanti: Polibio non ha alcuna validità scientifica (ma c'è proprio bisogno, per il ben della causa, di prodursi in cazzate così facilmente sputtanabili dal primo che si ricorda quel che ha studiato al liceo?).

Di questi tempi ho pensato spesso a meteo e clima e a epidemie. Meteo, veloce. Clima, lento, epidemie, veloci, ma in ogni caso si tratta di fenomeni non lineari. Di prima verrebbe da dire che è più facile sbagliare le previsioni su fenomeni veloci (si è visto molto bene in tempi di morbillo prima, di COVID poi) che su fenomeni lenti (clima). Però quanto a clima globale i duecento anni di dati sono la replica in scala di una settimana di dati COVID. Il senso di questa osservazione è che in questo caso "l'esponenziale" dei tempi di COVID, che reggeva sì e no un paio di settimane, potrebbe reggere una decina d'anni o più (lo sapremo quando lo vedremo).

La scala dei tempi dei fenomeni ci garantisce rispetto a COVID tempi più lunghi per le possibili azioni correttive, globali e locali (vedere Kyoto e Parigi, peccato siano partite male e continuate peggio). Riguardo le azioni globali non ho speranze: il modello economico globale non si tocca, e questo è il peccato originale di Kyoto e Parigi (ah, non scordiamoci quella genialata che è stata la finanziarizzazione delle quote CO2) . 

Se considerate che l'aumento degli ultimi 30 anni di concentrazioni di gas serra è dovuto in primis agli sweat shop asiatici e del sud del mondo creati dalla globalizzazione, si dovrebbe deglobalizzare. E al di là di discorsi fighetti sul "chilometro zero" (che supporto per ragioni del tutto differenti), deglobalizzazione e accorciamento delle distanze fisiche tra i punti delle filiere è una bestemmia in chiesa, il più delle volte. 

Le soluzioni locali, che sarebbero mitigazione più che soluzione, guarda caso, negli ultimi tempi sono roba da negazionisti e terrapiattisti. Se si prevede una maggiore frequenza di eventi metereologici estremi da subito dovresti mettere mano al dissesto idrogeologico del territorio. Ma questo per la solita banda di animebelle (cioè sepolcri imbiancati) è roba da negazionisti. Del resto da chi continua  votare per quelli che per vent'anni hanno pensato che fosse una figata la "valorizzazione del waterfront" che ti vuoi aspettare? I benefici di quella valorizzazione e della copertura di canali e corsi d'acqua non si discutono. Soluzioni moderne, mobilità elettrica etc, ci sia o no l'infrastruttura necessaria, e basta, non si discute. Chissà che insegna chi insegna ai corsi universitari di "Scienza della mitigazione dei danni da cambiamento climatico". Tutto bene, qualsiasi cosa insegni è comunque scienza.



domenica 23 luglio 2023

IL MONACO GUI GOU E I RECORD DI TEMPERATURA

In una giornata di sole cocente, il maestro Zhaozhou sorprese il monaco Gui Gou sdraiato su un lettino da spiaggia, in costume da bagno, con gli occhiali scuri, che sorseggiava una bevanda ghiacciata sotto un ombrellone piantato al centro del giardino Zen.

Che diavolo stai facendo Gui Gou” urlo` Zhaozhou. “Dovresti essere a meditare!”

Perdonami, Maestro! Non riesco proprio a meditare. Non e` mai stato cosi` caldo”, rispose Gui Gou.

Non sei mai stato cosi` idiota!” replico' Zhaozhou. E divelto l’ombrellone, lo colpi` violentemente sul capo.

In quel momento il monaco Gui Gou raggiunse… l’insolazione!


 
(Felice di ispirare il Monaco, anche se contro la sua volontà)

Il Panda Acquasilente di John J. Muth



venerdì 21 luglio 2023

QUANDO TORNA BENE (TEMPERATURE MASSIME ETC)

 


Il "qua" ovviemente non è in Italia, ma un pezzo più a nord. E si sono viste a fine luglio minime di 10 (!) gradi. Giusto per precisare. L'informazione funzionale ha avuto molti critici, ma quando serve non fa schifo a quasi nessuno.

Poi qualcuno del branco finirà per sostenere che il 100% di auto elettriche in Andorra ha salvato il pianeta. Così, tanto tutto fa, come diceva quello che pisciava in Arno.

Invece di fare confronti con controlli ipotizzati (per non dire immaginari (https://www.valigiablu.it/clima-ondate-di-calore/) un'analisi della frequenza potrebbe essere più utile (ops, che sarà mai un'analisi della frequenza - e di solito si parla di analisi spettrale, che suona molto più esoterico). Non è che chi lavora nel campo dell'attribution science non se ne renda conto. Si rende conto anche di molte altre cose, tipo che hanno un problemino di qualità dei dati: One of climate attribution science’s challenges is the limited availability of high-quality observational data (https://blog.ucsusa.org/delta-merner/from-research-to-action-the-growing-impact-of-attribution-science/). Che è un modo per dire che purtroppo elaborano dati discutibili e quindi Garbage In, Garbage Out questa discplina lo ha scritto nel DNA. Ma del resto è facile capire (dal link, per esempio) che qua più che di ricerca si tratta di militanza. In perfetto stile con lo spirito del nuovo millennio. Benvenga chi oltreoceano vuol far pagare le compagnie petrolifere per il clima, beninteso. Ma dall'altra parte dell'atlantico l'impressione è che le politiche vadano verso la solita direzione: far pagare i più, che di soldi non ne avranno molti ma sono tanti.

Quando un biologo parla di modelli  mettete mano alla pistola. Quando lo fa un laureato in Scienze Naturali cercate il lanciagranate.

Scordavo: c'è una disinformazione "buona" e una "cattiva". A voi la scelta (l'unica razionale è "no, grazie, non gioco").

PS: Ricordiamoci la fine di certe previsioni (errore: ± 100 anni). Sorragazzi, e poi tocca fare tanto lavoro per ripulire casa (https://www.factcheck.org/2023/06/viral-posts-distort-greta-thunberg-tweet-warning-about-climate-change/). Questo non è "sorpresona, siamo sempre qua". Ma che sarebbe meglio un po' più di serietà. Altrimenti un'istanza finisce seppelita da tonnellate di strame. Ma soprattutto, come diceva Chico Mendes (https://it.wikipedia.org/wiki/Chico_Mendes), l'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio. Oggi più che mai. Mendes non l'avrebbero mai invitato a Davos e se l'avessero invitato sono sicuro che avrebbe rifiutato. 

PPS: Preferisco rileggermi Heavy Weather di Bruce Sterling, che ha un senso, che ascoltare  "informazione/divulgazione" tricolore sul tema, che non ha senso ma i soliti motivi identitari. COVID, clima: una faza una raza (e neanche cambiano il cast, come se la stagione precedente fosse stata un successo).

mercoledì 19 luglio 2023

SOTTOCORONA VS LA SOLITA MANICA DI...

 

https://www.repubblica.it/cronaca/2023/07/18/news/sottocorona_meteorologo_negazionista-408171237/

La solita manica di "leggere imprecisioni", che credevate? 

Io non comincerò con un "non sono questo, non sono quell'altro". Per gli ultimi arrivati la posizione di chi scrive è che se domani l'Europa tutta (isole incluse) dovesse sparire d'incanto, il livello di emissioni di anidride carbonica continuerebbe a crescere imperterrito (e questo è nei fatti). Quindi la paccottiglia moralistica sui comportamenti CO2 neutri appena mi arriva la dispongo nel rifiuto indifferenziato. Quanto a paccottiglia moralistica il cancro principale del "dibattito" sul cambiamento climatico, le quote CO2 pro capite, è sempre stato sul podio. Purtroppissimo è la somma che fa il totale, come diceva qualcuno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/04/politica-gas-serra-e-rape.html), e la somma continua a essere la stessa da anni: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/04/la-produzione-mondiale-di-co2-questione.html

Ma torniamo a Sottocorona. Povero Sottocorona, non ha capito che le cazzate a fin di bene sono molto più importanti dei dati. Basta che siano le cazzate giuste, cioè quelle edificanti, che devono educare il pubblico. E poi facendo così fornisce un assist ai negazionisti etc etc etc. Ormai lo schema si ripete all'infinito. Infatti, ta-da...

https://www.open.online/2023/07/18/paolo-sottocorona-caldo-cambiamento-climatico-fc/

Ok, ve lo do io il contesto. Il contesto è che precisare questo e quello lo puoi fare se l'argomento non fa parte dell'agenda dei grandi media. Se invece l'argomento è di quelli "caldi" no, non si fa, non sta bene. Perché si rischia di incrinare la credibilità di chi ne parla (giornali, tv), e il meteorologo invece l'ha fatto, senza nascondere la sua indignazione per certe "leggere imprecisioni" sulle prime pagine e nei titoli di testa (moccolone, ho perso il conto delle volte che quelli "dalla parte della scienza" hanno decontestualizzato contenuti di questo blog - ci sono decontesualizzazione buone e decontestualizzazioni cattive, evidentemente).

E' facile immaginare che chi "comunica scienza" non abbia gradito l'uscita di Sottocorona, perché anche se i dati sono quelli il messaggio è completamente sbagliato. Qualcuno mi ha ricordato che anni fa, ai tempi de "la scienza non è democratica" il sottoscritto con chi "comunica scienza" ci parlava. Già, perché ero "socialmente" ingenuo, e perché ho colpevolmente creduto che l'avversione alla polarizzazione della categoria fosse onesta. Invece era strumentale, poi con la pandemia è venuto il loro turno e hanno scoperto tutti i vantaggi (personali) della "polarizzazione giusta", cioè quella del "messaggio giusto", alias la cazzata a fin di bene (del bene di chi, poi?).

Io ho sempre avuto in gran sospetto i cautionary tales, specie quando con i dati ci fanno un po' quello che gli pare (questi dati sì, quesi altri no) - e di solito la pratica è proprio quella, quella che nei loro avversari bollano come cherry picking. Perché? Perché sono anni e anni e anni che ho ha che fare con le belle parole, le dichiarazioni di intenti e tutto il resto, essendo poi quello che al di là di tutto il detto e il non detto doveva tirare fuori soluzioni funzionanti. Non edificanti o scintillanti, funzionanti. Quindi veder diventare policy europea robaccia non funzionante ma molto scilntillante e edificante mi provoca una nausea violenta.

Vi racconterò un segreto (un segreto di Pulcinella). C'è in atto un reshoring di una certa importanza. Cos'è il reshoring? Riportare indietro, a casa, quelle funzioni industriali (produzioni o altro) che erano state spostate altrove (per esempio in Cina) con una ventina di anni di offshoring. La cosa è dettata da considerazioni geopolitiche. Ci sono grandi aziende che non si sentono più molto sicure ad avere funzioni industriali collocate in Cina.

Ecco, questo fenomeno non pianificato, non determinato da nessuna policy, probabilmente farà più per la crisi climatica della somma di idiozie che stanno provando a vendervi come soluzione o atti inevitabilmente necessari.

Ora smetto di frugare nella websfera italiana, altrimenti mi viene voglia di raccogliere scarti di PVC e dargli fuoco in uno spazio verde.


I BEATI E LA BELLADONNA


Einhart (noto anche come Eginhard, latino Eginardus) fu direttore della Schola Palatina e consigliere di Lotario, primogenito di Ludovico il Pio. Ludovico gli conferì abbazie (Saint Waindrille, San Bavone di Gand, San Servais di Maastricht). Una breve nota su questi santi nordeuropei: Waindrille (Vandregisilo) fu un santo monaco franco del VII secolo. Bavone (Bavo di Ghent) altro franco del VII secolo, nobile di nascita, che dopo una gioventù dissoluta rigettò la vita materiale prendendo la tonsura. Servais (o Servatius, Serbatius o Aravatius, meglio noto come Servaas) fu un uomo di chiesa armeno del V secolo che finì per diventare il primo vescovo di quelle che oggi sono le Fiandre.

Tornando a Einhart, Ludovico il pio gli donò anche possedimenti nelle sue terre di origine, al confine tra Assia e Baviera. Einhart era entrato in possesso di alcune reliquie dei santi Marcellino e Pietro l'Esorcista.

Marcellino e Pietro erano stati martirizzati a Roma nel 304, durante le persecuzioni di Diocleziano. Una matrona romana a nome Lucilla ne aveva ricomposto le spoglie, seppellendole in una catacomba presso l'attuale Torpignattara. Qualche secolo dopo le loro reliquie furono quasi completamente trasferite oltralpe e alcune in qualche modo finirono nelle mani di Einhart, che nel 828 fondò sul Meno l'abbazia di Seligenstadt trasferendovi i resti -  da cui il nome del luogo, Seligenstadt sta per "città dei beati".

L'abbazia tutta, diventata benedettina, fu ampiamente rimaneggiata in epoca barocca. A quell'epoca si deve anche la risistemazione e l'espansione del chiostro in un giardino con alberi da frutta potati in modo da restare poco più che bonsai. Non so se il giardino dei semplici (https://it.wikipedia.org/wiki/Monastero#Architettura) esistesse nelle epoche precedenti, ma direi che sia leggittimo ipotizzarlo. Vederlo seguito e curato oggi mi ha fatto un certo effetto - il gran festival dei metaboliti secondari. Come portabandiera del giardino dei semplici scelgo questa


La Belladonna, dal significativo nome inglese Deadly Nightshade, è una fonte di alcaloidi tropanici. La classe di composti, vicini strutturalmente alla cocaina, comprende scopolamina, hyoscina e atropina, in particolare propria della Belladonna. 


Di base l'atropina è un antimuscarinico, quindi tra l'altro miorilassante (https://en.wikipedia.org/wiki/Muscarinic_antagonist) e in passato era usata anche in protocolli di rianimazione. Ma il complesso vegetale vede una serie di usi autorizzati: per dire, AIFA lo inserisce non solo tra gli antimuscarinici, ma anche tra gli antiemorroidali lenitivi. 

Nell'orto non poteva mancare la Digitale Purpurea, che grazie al suo contenuto di digitossina ha trovato da secoli impiego negli scompensi cardiaci.

E non poteva mancare una Vinca, in particolare una Vinca Minor. In questo caso credo che si tratti di un'aggiunta recente al giardino, perché il genus Vinca deve la sua fama principalmente al Catharanthus Roseu, membro africano della famiglia e sorgente più nota degli alcaloidi della Vinca, molti dei quali sono stati autorizzati da tempo come antitumorali (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3883245/).

Il giardino dei semplici dell'abbazia di Seligenstadt è ampiamente bordato di timo. Per me il timo selvatico è quello che dà l'aroma irresistibile alla zuppa, che in certe parti della Toscana viene chiamata minestra di pane. Ma il suo uso va ben oltre la cucina e ha radici antichissime. Per esempio gli egizi usavano l'olio essenziale di timo come uno degli ingredienti per gli unguenti dell'imbalsamazione. Azione antibatterica, quella del timo, dovuta principalmente al suo contenuto di timolo.

Non intendo dire che era già tutto lì, nel giardino dei semplici di Seligenstadt e di cento altre abbazie. Me ne guardo bene.

Ma guardano a questo giardino con gli occhi di oggi percepisco un alto grado di continuità. Se l'etnobotanica ha costituito un capitolo importante dello sviluppo farmaceutico moderno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/il-serpente-e-la-tetrodotossina.html) la nostra stessa erboristeria, i nostri giardini dei semplici sono stati una delle fonti più importanti delle attuali farmacopee.

Verrebbe da fare un'ultima considerazione riguardo tutte le chiacchere su "naturale" e sintetico. Per fare un esempio, c'erano in circolazione antociani di sintesi molto più puri di quelli ottenuti per estrazione da vegetali. Mi vengono in mente anche tanti discorsi sulle "innaturali chemoterapie" che invece erano spesso a base di composti "naturalissimi" (alcaloidi della vinca, appunto, e tassani).

"Naturale" non è mai stato buono a priori. Guardate bene la foto dell'Atropa Belladonna: il cartellino ha un teschio con tibie incrociate - è una pianta velenosa (eppure utile). Ancora una volta mi viene da pensare che certe credenze - "naturale" vs "non naturale" - derivino principalmente dalla medicina di massa, cioè la medicina odierna, che quasi sempre ha solo vaghe cognizioni sui farmaci che usa e che è perlopiù  ispirata al principio "Fatto, avanti un altro". Una medicina spersonalizzata e impersonale, che come effetto collaterale produce individui sfiduciati o colti da da una cronica sindrome di rigetto nei confronti dei suoi metodi. Il problema principale è che sfiducia e rigetto trovano rifugio troppo spesso nella ciarlateneria. I fallimenti del sistema generano mostri, e l'unica risposta che il sistema pare conoscere sia lo stigma. Il risultato finale è una cancrena apparentemente incurabile.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...