martedì 8 aprile 2025

I VALORI DELL'OCCIDENTE: LA LIBERTA' ACCADEMICA (?)

https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/04/05/epidemiologo-ioannidis-effetti-lockdown-covid/7938854/

L'articolo di Gandini e Bartolini merita la lettura, ma più merita l'intervista di Ioannidis:


Riguardo il clima del dibattito scientifico nel 2020:

Era un ambiente altamente tossico, credo, per chiunque volesse contribuire al dibattito presentando dati e evidenze ragionando su cosa stessero a significare. Molti hanno preso posizioni molto forti, c'era una polarizzazione molto forte, molta partigianeria e la sensazione che fosse l'ideologia a mandare avanti il tutto. Non le migliori condizioni per l'attività scientifica, specialmente per chi non aveva ideologia politica e che non voleva soddisfare una o l'altra narrativa. Le minacce di morte erano frequenti... Credo che l'ambiente fosse così tossico che la maggioranza degli scienziati che avessero una qualche esperienza rilevante in campo epidemiologico si è autosilenziata. In molti mi hanno detto: John, è incredibile, non possiamo credere che stia accadendo, se tu sei attaccato in tal modo se tentassimo di dire qualcosa noi saremmo completamente annientati.

Vi consiglio caldamente la visione di tutto il video, ma vorrei espandere questo punto. Il "caso Ioannidis" ha riguardato anche il pubblico generale e la politica, ma l'aspetto per me più significativo è stata la reazione della "comunità scientifica" e delle sue estensioni comunicative. Se ne occupò un pezzo sul BMJ:

John Ioannidis è un professore della Stanford riconosciuto ampiamente come uno dei più importanti scienziati medici del nostro tempo; molti dei suoi studi e delle sue analisi sono tra i più citati in medicina e sanità pubblica. Tuttavia, nell’ultimo anno è diventato anche bersaglio di attacchi intensi, e spesso ad hominem, a causa dei suoi scritti, interviste e ricerche sul covid-19. Sebbene ci siano chiaramente critiche valide a uno studio sulla prevalenza del covid-19, di cui era coautore secondario, molti degli attacchi rivolti a Ioannidis hanno distorto la sua posizione complessiva e hanno anche affermato, senza alcuna prova, che la sua opinione fosse basata su simpatie politiche pro-Trump e/o su un conflitto di interessi economico personale.

Jeanne Lenzer e Shannon Brownlee hanno descritto gli attacchi a Ioannidis in un articolo d’opinione (e un box di approfondimento) su Scientific American, in cui riportano anche che un’indagine indipendente a Stanford non ha trovato alcuna prova a giustificazione di tali attacchi. Inoltre, hanno lanciato un appello ragionato alla comunità sanitaria affinché si evitasse di inquadrare le opinioni sul covid-19 in termini politici, sostenendo non solo che è di importanza cruciale affrontare questa pandemia da scienziati, ma anche celebrando un recente incontro alla Johns Hopkins in cui gruppi con visioni inizialmente molto diverse hanno riconosciuto i modi significativi in cui in realtà erano d’accordo, indicando così una strada promettente per il futuro. In sostanza, chiedevano che le divergenze venissero affrontate come colleghi, e non come inquisitori moralisti, per poter collaborare alla ricerca del miglior modo di proteggere la salute pubblica.

Lenzer e Brownlee, a loro volta, sono state attaccate personalmente dopo la pubblicazione del loro saggio, non solo sui social media, ma – cosa più rilevante – anche tramite comunicazioni inviate a organizzazioni di cui fanno parte e a riviste per cui avevano scritto in passato, con richieste affinché non fosse più permesso loro di pubblicare. Questo ha portato alla rimozione di Brownlee dal comitato consultivo della rivista Undark, nonché alla pubblicazione di emendamenti critici agli articoli originali sia su Undark che su Scientific American, i quali suggerivano che le due giornaliste avessero un conflitto di interesse non dichiarato, e le rappresentavano come se avessero fuorviato le redazioni. Queste accuse si basavano sul fatto che Ioannidis era stato coautore di un piccolo numero di articoli di revisione scritti da una o l’altra di loro. Lenzer e Brownlee contestano tale interpretazione generale e molte delle “correzioni” specifiche; affermano che la loro risposta non sia stata adeguatamente considerata da nessuna delle due pubblicazioni.

L’ironia evidente di tutta questa vicenda è sia sconvolgente che demoralizzante—Lenzer e Brownlee sono state attaccate per aver scritto un articolo che ci invitava a non attaccare qualcuno solo perché ha assunto una posizione impopolare.

La libertà accademica al suo meglio, vero? Notare le "comunicazioni alle istituzioni". La delazione/denuncia alle istituzioni in cui lavoravano i bersagli dell'indignazione proscienza è un qualcosa che è iniziato ai tempi del morbillo 2017 in Italia ed è lievitato a dismisura in tempi pandemici. Delazioni e denunce il più delle volte surrettizie, contestanti qualcosa di fin troppo simile a un attentato all'ordine morale dello Stato (fascismo) o al comune sentire del popolo (nazismo). Alla voce "quanto ne siamo usciti migliori".

Oggi a ragione si parla delle politiche di Trump nei confronti della ricerca pubblica e delle università USA come un attacco contro la libertà accademica. Ma chi lo lamenta molto probabilmente faceva parte della torma dei linciatori di Ioannidis, che oltreoceano erano una solida maggioranza nel mondo scientifico. Come ogni libertà, anche la libertà accademica non è mai quella degli altri.

domenica 6 aprile 2025

USA:DAZI SENZA PRECEDENTI? NON PROPRIO.

Confesso che non sono riuscito a rintracciare la fonte di partenza, che sarebbe stata un articolo di Chemical & Engeneering News (troppo vecchio), quindi vi tocca fidarvi della mia memoria, se vi pare: una venticinquina di anni fa ci fu il boom del biodiesel. Per chi non se lo ricorda, si trattava di carburante diesel ricavato da olii vegetali (di colza, soprattutto). E l'Europa, in particolare l'Italia, non se lo fece sfuggire. Tra l'altro c'era un cliente molto, molto importante: l'esercito degli Stati Uniti d'America. La chimica dietro la produzione era semplice: gli olii vegetali, con una frazione rilevante di trigliceridi (esteri di acidi grassi e glicerina) vengono mescolati con metanolo e una base (di solito NaOH) per ottenere l'esterificazione della frazione di acidi grassi e transesterificazione degli esteri già presenti (della glicerina, per esempio) per ottenere esteri metilici.

https://it.wikipedia.org/wiki/Produzione_del_biodiesel

Quindi c'era un grande compratore di biodiesel, gli USA, e una grande produzione europea. Una grande produzione europea il cui sottoprodotto era glicerina. La glicerina ha un mercato, costituito per esempio da chi produce saponi, e visto che era un sottoprodotto all'improvviso venne venduta (ed esportata) a prezzi ridicoli. La glicerina europea era sul punto di sterminare i produttori di glicerina americani e una amministrazione USA (non ricordo quale) mise un dazio sulla glicerina europea.

Più noti e documentati furono i dazi dell'amministrazione di George W. Bush (2002): un precedente non incoraggiante per l'attuale amministrazione USA, visto che furono revocati dopo un anno. Furono revocati perché gli effetti positivi non si erano visti ma quelli negativi sì: flessione del prodotto interno lordo e del tasso di occupazione. Ma ci sono esempi più recenti, costituiti dalla prima amministrazione Trump. Al riguardo la faccenda diventa fumosa. Se negli anni recenti nel discorso pubblico è stato arduo distinguere tra "scienza" e politica, non mi ricordo che tra economia e politica sia mai stata fatta una differenza. Quindi allo stato attuale, riguardo ai dazi della prima amministrazione Trump, il consenso è che abbiano avuto conseguenze negative in termini di inflazione e PIL o nessun effetto del tutto. Ma il fatto curioso è che l'amministrazione Biden mantenne buona parte di quei dazi, con una progressiva estensione di quelli contro la Cina.

Per quel che riguarda il settore chimico farmaceutico europeo ho già trattato il presente.
La mia vita lavorativa l'ho passata perlopiù in aziende che esportavano soprattutto in USA, quindi cambio con il Dollaro americano e tasse doganali (dazi) erano argomenti importanti e piuttosto sentiti. E sulla base di questa mia esperienza la mia opinione è che se il più grande mercato di riferimento del globo decide di ristrutturare le sue importazioni, beh, non è che ci si possa fare gran che. Ma in passato, appunto, non fu solo questione di dazi, affatto. La più grande ristrutturazione della filiera farmaceutica mondiale fu brutale e cominciò a fine 2005, quando il cambio arrivò a 1.30 dollari per euro: le grandi farmaceutiche globali nel giro di pochi mesi sganciarono la maggioranza dei partner europei (sostituendoli con asiatici che lavoravano in dollari). Questo per quello che riguarda i servizi. Sul fronte dei prodotti la situazione provocò un ulteriore shock alle aziende che si ritrovarono ad abbassare i prezzi in EUR o a firmare ordini o contratti in dollari, sacrificando i ricavi per mantenere quote di mercato. E mi immagino che per gli altri settori che esportavano negli USA le cose non fossero molto diverse. Il problema principale era costituito dalla mancanza di un vero mercato di riferimento alternativo: l'Europa non poteva assorbire le quote dell'export destinate agli USA, non per dimensione (che c'era) ma per politiche di repressione della spesa interna. Fu nel 2009, mi pare, che sentii un executive di una grande azienda dire che l'Europa per i farmaci non era più un mercato interessante.

Quindi vorrei provare, da non economista, a fare una constatazione: non c'è molta differenza tra un dazio del 25% a parità di cambio e un cambio di 1.3 dollari per euro (2005) in assenza di dazi. Ed in entrambi i casi sono dolori.

E allora, al di là delle vuote propagande? Da questo lato dell'oceano si può solo sperare che succeda come successe ai tempi di George W. Bush e che tra un anno o prima tutto sia revocato. Ma potrebbe non essere questo il caso. 

ADDENDUM: 

Nel "terribile" mercoledì in cui i dazi vngono applicati la confusione è massima sotto il cielo.

https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-04-08/trump-dismisses-last-gasp-eu-push-to-stop-tariffs-kicking-in

 
ma  Milano Finanza fa sapere che:
 
Non sono colpite dai nuovi dazi reciproci le seguenti categorie merceologiche: il settore automobilistico e le loro componenti su cui già si applicano le nuove aliquote su acciaio e alluminio; prodotti farmaceutici; rame; semiconduttori; componenti e ricambi di settori strategici statunitensi (aerospaziale, difesa) che rientrano in specifiche esenzioni; alcune materie prime non disponibili in quantità sufficiente sul mercato interno Usa, come determinati minerali e terre rare; legname 

Buon lavoro giornalistico, infatti è quel che dice l'ultimo fact sheet della Casa Bianca (o il penultimo, o il terzultimo, quando leggete). Quindi il farma è escluso, anche se qualcuno fa osservare che i codici doganali colpiti non sono ancora stati specificati. Ma la rincorsa dell´euro sul dollaro, cominciata a febbraio, ha avuto nuovo impulso dalla faccenda dei dazi. E esenzioni o no se lo scivolamento del dollaro continua gli scenari sono quelli di cui ho già parlato. Nel frattempo qualcuno da fuori inizia a piazzare nuovi investimenti negli USA, just in case, come si dice.

https://www.indianpharmapost.com/news/sumitomo-chemical-establishes-a-cro-for-oligonucleotide-cdmo-business-in-us-16992

 

 

mercoledì 2 aprile 2025

A CHI CONVIENE RIARMARE L'EUROPA?

 Troppo facile, a loro:

https://www.bloomberg.com/news/articles/2025-04-01/surging-defense-stocks-led-europe-s-quarter-of-us-outperformance

 

Un quadrimestre storico che ha visto l'affettuoso abbraccio tra la "sinistra" italiana, quella voluta in piazza a Roma da Michele Serra, e l'industria bellica tedesca. Un nuovo commovente capitolo dell' Asse Roma-Berlino.

domenica 30 marzo 2025

I VALORI DELL'OCCIDENTE (EUROPEO)?

Sono cresciuto in un contesto in cui "i valori dell'occidente" erano perlopiù "i valori dell'occidente cristiano" ed erano una rivendicazione politica della destra estrema, fascista e postfascista. 

Sempre più vero che se vivi abbastanza ne vedi di tutti i colori. Ripensavo a Vecchioni e al suo discorso rivolto a quella piazza voluta da Michela Serra.



Lasciamo perdere il disgusto etc, faccende che riguardano le reazioni a caldo. Guardiamo piuttosto ai significati profondi.

Chi al tempo rivendicò i valori dell'occidente, per ragion ideologica, metteva in disparte i valori dell'occidente greco, per esempio - anche se in realtà parlare di occidente greco è un controsenso, perché l'area della lingua greca è stata più mediterranea che europea, essendosi estesa ai suoi tempi prevalentenemente in Asia (Anatolia, Medio Oriente) e nord Africa (Egitto).  E anche l'occidente latino veniva lasciato cadere in disparte con i suoi impresentabili Plauto, Catullo, Apuleio e Giovenale.

Nello stesso modo Vecchioni fa finta di scordare fin troppe cose (l'algebra e la filosofia arabe, la matematica indiana, la letteratura cinese), compresi gli americanissimi Melville, Hawthorne, Poe, Hemingway e tanti, tanti altri. Poi se vogliamo guardare al "nemico", la grande letteratura e la grande musica russe sono patrimonio della cultura universale, da Pushkin a Shostakovich e Prokofiev-  considerata l'insistente presenza di Prokofiev nei nostri media fino all'altro ieri la cosa è particolarmente grottesca.

Il vecchio cantautore ha volutamente scordato molte cose, compreso il fatto che il vero prototipo delle democrazie moderne non fu Atene, ma furono hgli Stati Uniti d'America alla loro nascita. Con questo non voglio sminuire la Rivoluzione Francese, ma fatto sta che, mentre il congresso di Vienna ridisegnava l'aspetto monarchico del vecchio continente dopo gli anni napoleonici, dall'altra parte dell'oceano c'era una repubblica federale il cui presidente era James Madison, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, uno che aveva partecipato alla stesura della loro Costituzione. E pure la prima Carta dei Diritti dell'uomo fu a stelle (poche) e strisce.

Volendo mettere i puntini sulle i, poi, almeno in Italia, senza il contributo di un Partito Comunista Italiano le conquiste sociali degli anni '70, dallo Statuto dei Lavoratori al Sistema Sanitario Nazionale, ce le saremmo sognate. E il PCI, come gli altri partiti comunisti, aveva le sue radici nella Rivoluzione d'Ottobre, una rivoluzione russa. Senza PCI certi tintinii di sciabole recentemente descritti come marginali avrebbero forse avuto la meglio. Il PCI non era privo di difetti anche gravi, ma confrontato al suo attuale discendente, il PD, appare come l'esempio di un fulgido passato ormai dimenticato. Non riesco a scordarmi le parole di Occhetto sulla nascita del PD: il peggio del PCI e del socialismo più il peggio del cattolicesimo. Ai tempi fu buttato il bambino e tenuta l'acqua sporca, e i risultati negli anni sono stati sempre più visibili: il divorzio dalle classi lavoratrici e produttive, le cui istanze e le cui proteste vennero progressivamente omologate ai populismi, fino al capolavoro dei capolavori: il consegnare a un partito come la Lega il voto dei distretti industriali morti o moribondi e quello dei quartieri popolari (una cosa durata poco, perché i più possono essere ignoranti, ma non completamente scemi). Una sedicente sinistra che anche quando dice il contrario si è saldamente schierata dalla parte di chi la lotta di classe l'ha vinta (il capitale). Se non credete a me credete a uno che di capitale qualcosa ne capisce, Warren Buffett.

Niente di più proficuo per la sinistra parlamentare che il trasformasii in un insieme di gruppi di potere irrimediabilmente autoreferenziali, inteprete vocale della cultura delle idiozie progressive, la cui progenitura europea fu di Zapatero: i diritti a costo zero. E a nessuno passò per la testa che se non costa (cio se non paga lo Stato e se non paga il capitale), beh, allora non ha un valore serio, è una mancia in moneta falsa, non il proverbiale free lunch ma un cibo gratuito che non sfama o nutre (un pezzo di questi eventi lo ho visto da vicino, dentro i cosiddetti "corpi intermedi").

I frutti delle lotte di 50 anni fa furono neutralizzati nei progressivissimi anni '90, quelli in cui Tony Blair divenne un modello per troppi. I frutti di quelle lotte furono annullati anche anche grazie a quella particolare Europa a cui si inneggiava in quella piazza romana . E oggi la democrazia in generale, specialmente in Europa, non è messa bene. In Europa da anni c'è tanfo di ancien régime.

Quindi perché questa narrativa con i suoi oculati vuoti di memoria? Perché c'è un'agenda politica da sostenere e per sostenerla va benissimo che le rivendicazioni suonino ormai come quei "valori dell'Occidente" di cui parlavo all'inizio, con sfumature appena più attuali, dalla "scienza per il riarmo" a Scurati che piange l'assenza di "guerrieri" in Europa.

https://www.repubblica.it/cultura/2025/03/04/news/guerrieri_europa_scurati_guerra-424041770/

(Curioso che la redazione per l'articolo abbia preso un'immagine dei tempi della Guerra dei Trent'Anni, un periodo di paurose mattanze come pochi - mattanze molto, molto europee). 

Tutto questo bellicismo verbale è un'isterica cortina fumogena che prova a nascondere una banale evidenza: l'Europa, oggi, non è al centro di niente. Il punto di vista geopolitico è spietato:

Al di là delle sue declinazioni italiane tutti questi discorsi di "riarmo difensivo" fatti in un momento in cui la classe dirigente europea ha perso tutte le sue scommesse politiche e la base su cui i suoi piedi poggiavano (il potere USA) fanno venire in mente un Chomsky che in un modo o nell'altro rimandava ad Orwell:

If you want to control a people, create an imaginary enemy that appears more dangerous than you, then present yourself as their savior

venerdì 28 marzo 2025

TROPPO TARDI

 

I numeri reali sono chiamati così perché sembrano fornire la grandezza necessaria per la misura di distanza, angolo, tempo, energia, temperatura o di innumerevoli altre quantità geometriche e fisiche, Comunque la correlazione tra l' astratta realtà dei numeri detti reali e le grandezze fisiche non è nitida come può sembrare. i numeri reali sono un'astrazione matematica e non una qualsiasi quantità fisica oggettiva. Il sistema dei numeri reali per esempio ha questa proprietà: tra due di loro, indipendentemente da quanto siano vicini, ce n'è un terzo. Non è chiaro se distanza fisica o tempo abbiano questa proprietà. Se continuiamo a dividere una distanza fisica raggiungeremo scale così piccole che lo stesso concetto di distanza come lo concepiamo perde di significato.

Anni fa postai questo, senza dire che era una citazione e da dove era presa. Ovviamente non mancò chi, fisico con cattedra e incarichi vari, commentò che non capivo nulla della cosa. Commento che realizzò qualche reazione positiva. Si trattava dell'inizio del capitolo "La realtà dei numeri reali" in "La mente nuova dell'imperatore" di Penrose. Magari Penrose non è perfettamente al di sopra di qualsiasi critica su certune delle sue posizioni, ma ritengo che nella sua non tarda età (quendo scrisse quel libro) avesse un'idea piuttosto chiara su cosa siano i numeri reali. E quando dichiarai la fonte del testo ci fu un convulso arrampicamento sugli specchi.

Nella mia esperienza questa piccola, insignificante vicenda ha un suo valore intrinseco. E' un buon emblema dell'odierna attualità: non si può tornare indietro su una narrazione mediatica o politica dicendo "ci siamo resi conto che quanto detto/deliberato non era un'opzione praticabile". No, perlopiù si rilevano due distinte linee di narrazione e azione: 

1) Non abbiamo mai detto questo (Presidenza del Consiglio italiana, che a sentirla non si è mai detta con una parte in guerra fino alla vittoria)

2) Anche se non regge comunque rilanciamo: Rearm Europe o come è stato ribattezzato, truppe europee di interposizione (commissione UE senza dietro tutta l'UE più Francia e la un tempo perfida Albione del Brexit - tutto scordato, tutto perdonato)

In tempi remoti uno dei valori della cultura europea era la coerenza. A quanto pare ce ne siamo sbarazzati, con grande sollievo.

lunedì 24 marzo 2025

IL FALLIMENTO DEL SOCIAL GENETICO ARRIVA, MA ANCHE TROPPO TARDI


23andMe era una società statunitense quotata al NASDAQ che si occupava di genomica e biotecnologia. Forniva test genetici e servizi collegati, tra cui una piattaforma social che permetteva di mette in contatto utenti con patrimonio genetico in comune. Se l'idea di un social network genetico che detiene il vostro genoma vi sembra demenziale, beh, forse è perché lo era. Non solo demenziale ma pure  non proprio sicura.

https://www.djournal.com/news/national/23andme-customers-warned-to-delete-data-on-bankrupt-companys-website/article_bd8cf6b3-9b9f-5f18-97dc-d0536e78066a.html
 

Ovviamente la piattaforma dell'azienda garantiva sicurezza e privacy a prova di bomba, ma quando la bomba è scoppiata il castello di carte è crollato: nel 2024 23andMe ha perso una causa contro i clienti che ha mancato di tutelare. 30 milioni di dollari per patteggiare, essendo stata provata in sede giudiziale la sua incapacità di proteggere i dati di 6.9 milioni di utenti durante un attacco hacker. L'azienda non ha retto l'urto della sentenza e del relativo esborso. 

Occorre dire che 23andMe ha avuto una storia burrascosa con FDA, da quando una decina di anni fa cominciò a vendere servizi di diagnostica genetica che avrebbero detto all'utente se era predisposto all'insorgenza di patologie. FDA aveva bloccato tutto, perché di fatto l'azienda stava vendendo un servizio diagnostico senza trial che ne dimostrassero la solidità, senza alcuna certificazione dei suoi laboratori di analisi etc etc.

E occorre dire anche che, preda della classica idiozia di Silicon Valley, l'azienda aveva anche bruciato molte risorse in un'attività di drug discovery che ha prodotto 0. Viene fuori regolarmente a Silicon Valley qualcuno che, non avendo la minima idea di quello che dice, sostiene di poter fare meglio e più velocemente di quanti lavorano nella ricerca e sviluppo farmaceutica, e altrettanto regolarmente il genio di turno fallisce. La CEO di 23andMe, Anne Wojcicki, nel suo delirio di onnipotenza aveva dichiarato che l'azienda aveva non uno, non due, ma 50 candidati farmaci nella pipeline (cioè in fase di sviluppo più o meno avanzato). Solo chi non sapeva nulla dell'argomento poteva crederle e gli credette, tra cui alcuni investitori (79 milioni, sborsarono). Oggi quegli investitori devono essere contenti matti, davvero. 

Ma questo esito era nell'aria da più di 10 anni: già nel 2013 Matthew Herper su Forbes si chiedeva: "23andStupid: 23andMe si vuole suicidare?". E ora un giudice californiano avvisa gli utenti di 23andMe: meglio che cancellino tutti i loro dati, perché in seguito al fallimento non si può dire in che mani potrebbero finire (legalmente).

Citando un vecchio amico: "Benissimo. Devono fallire miseramente e tutti quelli che li hanno supportati devono pagar dazio".

 


 

domenica 23 marzo 2025

I SETTE SAGGI, LA DEMOCRAZIA, L'EUROPA

I Sette Saggi: avete presente γνῶθι σαυτόν? (Conosci te stesso)

La serietà e l’importanza dell’enigma in questa età arcaica potrebbero ricevere un’ampia
documentazione; in un’epoca appena più recente, nel settimo e nel sesto secolo a.C., si estende la
formulazione contraddittoria dell’enigma, e la cosa coincide con il completo umanizzarsi di questa sfera.
Così si trovano formulazioni di enigmi sin dai poemi omerici e da Esiodo, e poi nell’epoca dei Sette
Sapienti - dove la fama di Cleobulo e soprattutto di sua figlia Cleobuline deriva appunto da raccolte di
enigmi - e nella poesia lirica, da Teognide a Simonide.
Più tardi, nel quinto e nel quarto secolo, tutto ciò va gradualmente attenuandosi. Dopo Eraclito, nel
cui pensiero l’enigma è qualcosa di centrale, i sapienti si rivolgono a ciò che consegue dall’enigma
piuttosto che all’enigma stesso

(Giorgio Colli, La Nascita della Filosofia)

Tra i Sette Saggi ci fu Bias di Priene che di fatto fu un avvocato. A lui è attribuito il detto:

οἱ πλεῖστοι ἄνθρωποι κακοί

"la maggioranza degli uomini è cattiva", detto che finì anche scolpito nella pietra. I detti dei Sette Saggi furono un patrimonio di tutta la Grecia. E il detto di Bias di Priene ha avuto una tale profonda influenza che anche gli scritti del cristianesimo degli inizi ne portano traccia. 

Questi elementi profondi e persistenti nella cultura greca non impedirono lo sviluppo di forme di democrazia - Atene ma non solo, visto che il governo di Sparta, noto come oligarchia, aveva forti elementi democratici - consiglio vivamente di leggere questa voce scritta da Luciano Canfora per il Dizionario di Storia (2010) di Treccani. Ma, visto che è attualità recente, merita ricordare un brano chiave del Discorso di Pericle agli Ateniesi, come riportato da Tucidide (che, intendiamoci, non fu una voce super partes):

Qui ad Atene noi facciamo così.
Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.

(un incipit evidentemente sfuggito al presidente del consiglio di una sedicente repubblica mediterranea)

Se la maggioranza degli uomini sono cattivi (ignoranti, nell'odierna accezione di chi crede di sapere pur non conoscendo), la democrazia è un controsenso: meglio l'epistocrazia, il governo di chi sa (o di chi crede di sapere, o di chi si crede che sappia). Ma la demochrazia, quella orginaria, non quella predicata come alibi dalla propaganda, è una scelta di campo precisa. I suoi oppositori moderni, i critici del suffragio universale, volenti o nolenti si accodano alla visione antidemocratica, fascistissima, di Pino Rauti. Non solo: è impossibile non notare che l'EU qualche serio problema con la democrazia ce l'ha:

Non mi sembra che tutti i giorni la Commissione Europea debba andare in parlamento con il rischio di cadere e se ne deve fare una nuova...

Ed è assai difficile non notare come dall'Unione queste pratiche non democratiche siano filtrate nelle nazioni che ne fanno parte. Negli ultimi mesi siamo arrivati al parossismo in questo senso, con la vicenda delle elezioni rumene e gli aumenti delle spese per la difesa che, a livello nazionale, vanno avanti evitando i passaggi parlamentari. La Commissione ha annusato il problema e ha deciso di trattarlo come una questione di immagine.

https://it.euronews.com/my-europe/2025/03/21/bruxelles-ribattezza-rearm-europe-dopo-le-critiche-di-italia-e-spagna

Per questo e mille altri motivi oggi la democrazia è una scelta di campo, nonché il grande problema dei nostri tempi.

La crisi dell’ordine neoliberale ha portato alla luce un’altra struttura necessaria della politica moderna, un’altra opacità non compatibile in linea di principio con la democrazia, con cui pure questa deve convivere... l’accesso a ciò che è fuori della norma può anche essere addomesticato, civilizzato, inserito nell’ordine esistente come interna variante; può paradossalmente divenire fattispecie, caso straordinario ma non imprevisto né distruttivo quanto piuttosto trasformativo. Può prendere l’aspetto, meno drammatico, dell’emergenza. Che dall’eccezione differisce perché nell’emergenza emerge qualcosa – una struttura essenziale – mentre nell’eccezione sprofonda tutto l’ordine. Ovvero, il segreto dell’emergenza è il primato dell’ordine sul soggetto, l’esigenza dell’ordine di perpetuarsi, come il segreto dell’eccezione è la nullità originaria...l’emergenza appartiene invece al repertorio della Ragion di Stato di Antico regime, e di lí transita fino ai giorni nostri con mirabile continuità.

(Carlo Galli. Democrazia, ultimo atto?
)

Da quasi dieci anni si passa quasi senza soluzione di continuità da un'emergenza all'altra. Un'emergenza dopo l'altra l'Ancien Regime avanza di un pezzo, in questo secolo ancora giovane. Il paragone di Barbero con la corte imperiale di Vienna all'inizio dell'800 da questo punto di vista è molto calzante.

Democrazia come scelta di campo, la discriminante tra chi ritiene che la volontà della maggioranza debba comunque esere considerata e chi pensa altrimenti. E da sempre chi non ritiene che la volontà di qualcuno non debba essere considerata ha una innata tendenza a schiacciarla, reprimerla, renderla penalmente perseguibile e tutto il resto. 

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...