giovedì 29 agosto 2024

FACCIAMO (S)CONTENTI I FAN DELL'APOCALISSE

 


C'è un però: il loro mantra è invariabilmente "Moriremo tutti molto male se non facciamo X". X è a piacere, di solito, non so se vi ricordate "se non stiamo chiusi in casa a tempo indeterminato". E' un discorso molto versatile e si presta ad essere diffuso e perpetuato da gente che il più delle volte non sa di cosa parla. Ed è un discorso che ogni volta prende di mira il singolo con istanze moralizzanti, che partono di solito da una professione di fede: se non professi la fede, qualsiasi siano i tuoi comportamenti, sei un reprobo. Raramente tutto ciò ha una reale e autonoma consistenza politica, ma spesso si presta ad appoggiare politiche "vere", in atto. Un esempio congcreto? A due anni circa dalla fine dell'emergenza COVID c'è ancora chi bolla con azioni amministrative chi non si è fatto l'ennesima dose di vaccino antiCOVID. Costoro continuano a sostenere che la vaccinazione antiCOVID in qualche modo impedisce la trasmissione del virus (e questo è un purissimo falso). 

COVID, guerre e global warming sono tre emergenze in cui invariabilmente si sono scaricati (o si tende a scaricare) i costi sui molti, il 99% che possiede l'1% delle ricchezze del pianeta. E questo è vero particolarmente in Europa e ancor più particolarmente in Italia. Esempio topico: oltreoceano si usa la scienza dell'attribuzione (diamola per buona) per intentare cause alle compagnie petrolifere. Da questa parte dell'atlantico invece i toni sono sempre stati quelli che hanno provocato reazioni ironiche, tipo "Il global warming e l'inondazione sono colpa mia e del mio pandino del '90". Chi ironizzava in questo modo semplicemente sottolineava quel che passava per la maggiore. Quel che puzza (molto) nel dibattito su ambiente e clima è che è stato politicamente sterilizzato, ed è sempre bene ripetere quel che diceva Chico Mendes: l'ambientalismo senza lotta di classe è giardinaggio. Ovviamente ho ben presente il nostrano movimento settario contro il global warming: completamente purgato da qualsiasi elemento di lotta di classe, ha preso di mira i cittadini (blocchi stradali) e le opere d'arte. Una strategia puramente mediatica, perché politicamente è (e si è rivelata) deteriore e alla fin fine suicida (ma mi ricordo più di un endorsemente da parte della "scienza" e della sua comunicazione - non è che ci fanno, ci sono proprio). Anche l'obiettivo inizialmente dichiarato da Ultima Generazione suonava "bene" e aveva il suo superficiale fascino: lo stop agli incentivi ai combustibili fossili. Sembra fighissimo, no? Guardiamoci dentro un po' meglio. Ammettiamo che il risultato fosse raggiunto: il risultato sarebbe un aumento del prezzo dei carburanti almeno corrispondente all'incentivo perso. Considerando la storia delle tasse sul carburante in Italia è inverosimile che lo stato neutralizzi l'aumento diminuendo il prelievo fiscale. Ne risulterebbe quindi un puro aumento del costo dei carburanti. C'è una dottrina abbastanza diffusa per cui se il prezzo di un bene sale la sua domanda cala. Guarda caso in Italia abbiamo due anni esemplari per vedere cosa succede nello stivale quando il prezzo dei carburanti cresce a dismisura:

Un incremento nel prezzo alla pompa significa trasporti più costosi, merci più care e, indirettamente, un aumento dei prezzi dei beni di consumo: mentre scrivo è la fine di Settembre 2023, mi sono fermato a fare gasolio in autostrada, pagandolo 2,7 euro al litro, qualche cosa di mai visto e totalmente fuori controllo.

(Non condivido le valutazioni sugli interventi governativi, pannicelli caldi per fare immagine)

E al consumo dei carburanti con i prezzi in corsa folle cosa è successo? 58,4 milioni di tonnellate nel 2022, 57,4 milioni di tonnellate nel 2023. Se ne conclude che un (improbabile) successo di Ultima Generazione nel conseguire gli obiettivi inizialmente dichiarati avrebbe prodotto inflazione, pagata di tasca dalle famiglie, senza produrre effetti significativi sull'emissione di gas serra. Complimenti vivissimi a tutto il progetto, a chi lo lo aveva così ideato e a chi lo ha aveva appoggiato quando queste erano le carte in tavola. Da un po', con il calo di esposizione mediatica, si registra un parallelo "incomprensibile" crescente fastidio dell'opionione pubblica nei loro confronti (hai preso a bersaglio il 99% e poi ti chiedi perché ce l'hanno con te? Complimentoni). Quindi la linea si è spostata verso la richiesta della creazione di un fondo di riparazione di 20 miliardi per i disastri climatici. Tutto molto bello, ma... prevenzione niente? Niente messa in sicurezza dei corsi d'acqua etc? Perché l'anno scorso è quello che ha fatto differenza quanto a danni tra una provincia e l'altra dell'Emilia. Bah. Quel che nasce torto difficilmente può crescer dritto, ma apprezziamo lo sforzo, anche se ne servirebbe un secondo perché l'impressione è che "Fondo di riparazione" non abbia la capacità penetrazione mediatica della prima fase. E la seconda impressione è che quando finaranno i finanziamenti finirà anche la ricreazione, mentre nel frattempo ci sono state regalate perle di puro settarismo. La cosa notevole è che sembra che avrebbero voluto tirarsi dietro la maggioranza della popolazione. Complimenti per il grande successo (essere una pippa da teenager non è tragico, poi si cresce - ma quando sei cresciuta/o...).

Tutto questo non ha niente a che vedere con le azioni storiche di Greenpeace, ed è roba distante anni luce da altre lotte per l'ambiente di cui in Italia è arrivata solo un'eco, quelle lotte indigene per fermare coloro che sventrano foreste, scavano miniere, invadono, rubano, inquinano, distruggono, e talvolta uccidono. Ironicamente gli unici analoghi europei di questo tipo di lotte sono state le proteste contro l'apertura di miniere di litio in Portogallo e in Serbia - mi pare che la "scienza" in questo caso non abbia avuto il coraggio di schierarsi a fianco del grande capitale (Rio Tinto) contro i contadini, preferendo un oculato silenzio.

Quanto all'Europa ci si è scordati che in occidente i grandi passi in avanti in materia di legislazione ambientale non sono stati frutto di individuali prese di coscienza ma di processi politici nazionali e internazionali che hanno finito per avere successo, un successo ottenuto senza pretendere dalle classi lavoratrici europee la proverbiale libbra di carne. Gli esempi da manuale furono l'insieme di leggi per eliminare il problema delle piogge acide e la regolazione degli ozone depleters.  E guarda caso mentre di piogge acide non si parla da decenni del buco nell'ozono, che era un problema risolto, si parla di nuovo. Perché? Perché con la globalizzazione in atto non potevi imporre alcunché ai giganti che stavano crescendo (Cina). E chi pensa che l'enfasi cinese sulle rinnovabili dei tempi recenti sia frutto degli accordi di Parigi è un povero ingenuo. Quindi da una parte ci sono problemi di politiche che non possono non essere internazionali ma che devono essere condivise da un mondo multipolare, dall'altra l'approccio moralizzante del predicatore o della setta di turno che punta il dito contro di te perché tu hai una carcassa euro 0. 

Ma più in generale, tornando a quello con cui ho iniziato, qualsiasi sia la X l'approccio moralizzatore ha un problema: l'individuo medio, se non è psicotico, preferisce vivere. E preferisce vivere non la "nuda vita", ma una vita che almeno in potenza possa essere gratificante e significativa. Quindi ogni preoccupazione collettiva per la "nuda vita" (la abbiamo vista in tempi di COVID), per quanto possa avere aspirazioni totalitarie non riuscirà mai ad essere universale, con tutto quel che ne consegue.  

PS: La questione delle professioni di fede è diventata fondamentale da anni su entrambi i fronti (pro e anti). Qua invece sin dall'inizio è stata espressa una posizione assolutamente laica. E forse di laicità si sente un crescente bisogno.

martedì 27 agosto 2024

IVERMECTINA: GLI SVERMINATORI *NON* VINCONO IN LOUSIANA, NESSUNA INVERSIONE A U

https://apnews.com/article/coronavirus-ivermectin-fda-doctors-lawsuit-bbc8d4fc726c08940ae4b0dad70170e0

Devo dire che negli anni ho perso il conto delle occasioni in cui un medico o un'associazione di medici o una società medica ha alzato la voce contro la regolazione farmaceutica, sostenendo le loro tesi contro le indicazioni e le linee guida delle agenzie e a volte riuscendo a imporle grazie a una sponda politica.

Le linee guida e sopratutto le indicazioni di FDA e EMA non sono frutto di decisioni arbitrarie o, come piace pensare a molti ignoranti in materia, di articoli peer reviewed, né tantomeno del dettato delle aziende farmaceutiche. Se è lo sviluppatore del farmaco che svolge i trial, il regolatore è quello che li controlla e ne giudica la qualità, bocciando il farmaco a priori quando ritiene che i trial siano fatti male (sull'inconclusività o meno dei trial il discorso è più complesso). E fin qui la teoria. Poi essendo le agenzie regolatorie un sistema umano capita che si allontanino dalla teoria per soddisfare pressioni politiche, ma generalmente direi che questi casi sono le eccezioni e non la regola. Il caso recente più eclatante di bocciatura dei trial riguarda FDA e il vaccino anticovid Astrazeneca. Questo controllo (piuttosto rigido) dei trial non esiste per i tanti studi clinici pubblicati per quanto peer reviewed. Detto questo passiamo all'Ivermectina

Le radici del fenomeno ivermectina (e di quello idrossiclorochina) sono da collocarsi nei primi mesi del 2020, quando ci fu uno screening disseminato su migliaia e migliaia di composti per trovarne uno attivo contro il virus. Non solo, ma sono pure italianissime, queste radici (CNR). In quei mesi arrivava anche un'articolo australiano che rilevava l'attività in vitro contro la replicazione di SARS-COV2: IC50 circa 2uM, che tradotto significa tra il lusco e il brusco, o se preferite forse che sì forse che no. Ripeto per l'ennesima volta che tra qualcosa attivo in vitro e qualcosa che funziona in clinica ce ne corre, in primo luogo perché il farmaco deve arrivare dove interessa che arrivi in concentrazione sufficiente a svolgere il suo lavoro.

Quella dell'ivermectina era all'incirca la stessa attività della clorochina (ma non dell'idrossiclorochina, qualcosa tipo 5-10 volte meno attiva). Sorvoliamo sull'attività di Lopinavir, il cui uso a fiumi fu giustificato come "razionale fino a evidenza contraria". L'evidenza clinica contraria arrivò nell'estate 2020, ma l'evidenza scientifica contraria era lì fin dall'inizio: lopinavir aveva un IC50 10uM, ritonavir 15 uM. Quindi ulteriori indagini sull'ivermectina erano giustificate, in quel contesto. E notare bene: ulteriori indagini non vogliono dire "La cura c'è!!!". Che è quel che è stato detto quando con attività borderline in vitro mancava l'evidenza clinica. Notare bene: quando l'evidenza clinica mancava, per farmaci ideologici tanto quanto l'ivermectina, cioè l'idrossiclochina, furono messi su siti che linkavano decine di studi osservazionali su campioni minuscoli e tutto questo tipo di monnezza. Perché questa era l'aria che tirava.

Il primo trial inerente l'ivermectina comincia nel 2020 e va avanti trascinandosi a lungo. Nel frattempo vengono fuori progressivamente antivirali ad attività in vitro maggiore. Remdesivir, che in vitro ha attività submicromolare, mostra una certa efficacia clinica per i pazienti appena ospedalizzati. Poi arrivano altri nuovi antivirali: paxlovid e molnupiravir. Ma mentre paxlovid ha un'indubbia efficacia se somministrato entro alcuni giorni dell'insorgenza dei sintomi, le evidenze cliniche su molnupiravir furono molto più traballanti. Nel frattempo le voci degli inossidabili supporter dell'ivermectina continuavano ad essere forti, molto forti sulla rete. La conseguenza fu che negli USA cominciarono ad arrivare in ospedale pazienti con intossicazione da ivermectina, perché avevano assunto dosaggi da cavallo, usando le formulazioni per uso veterinario. FDA iniziò una campagna sui social

Questa campagna è inerente la sentenza in Lousiana. Perché secondo tre medici che erano entusiasti sostenitori dell'ivermectina in funzione antiCOVID di fatto gli è costata il posto di lavoro o la reputazione.

Il tempo passò e alla fine nel 2022 arrivò la conclusione del trial sull'ivermectina iniziato nel 2020:

In this randomized trial, the administration of ivermectin did not result in a lower incidence of medical admission to a hospital or prolonged emergency department observation for Covid-19 among outpatients at high risk for serious illness.

In breve: inefficace.

Quel che è successo di recente è che a New Orleans un tribunale ha giudicato la campagna di FDA eccessiva: quindi l'agenzia ha cancellato tutti quei tweet in uno scambio in cui i querelanti non si vedevano riconosciuto alcun indennizzo. 

The ruling acknowledged FDA’s receiving reports of some people requiring hospitalization after self-medicating with ivermectin intended for livestock. But the ruling said the campaign — which at times featured the slogan “You are not a horse!” — too often left out that the drug is sometimes prescribed for humans.

(Prescritta alle volte come antielmintico).

Questa cosa si è tradotta su isocial mondiali in una valanga di cazzate sull'inversione a U di FDA a proposito dell'ivermectina. Ma non c'è stata nessuna inversione, le indicazioni sono rimaste esattamente le stesse, cioè: no, l'ivermectina non funziona per il COVID.

PS: Se definisco "gli sverminatori" e ho definito gli "ivermectinologi" i più invasati medici che sostenevano e sostengono l'uso di ivermectina in funzione anticovid  è perché invariabilmente il pacchetto includeva "i vaccini e gli antivirali uccidono". Insomma, lo stesso tipo di fauna che potevate trovare tra il 99% dei sostenitori dell'idrossiclorochina. Quindi non piango alcuna lacrima per quelli che in ragione delle loro convinzioni ideologiche hanno perso il posto: la loro ideologia ha in primo luogo danneggiato i loro pazienti quindi sono stati in prima fila nel mandare al diavolo lo stracitato "primum non nocere". Quanto a antielmintici vorrei ricordare che nei "giri bene" ci fu un certo entusiasmo per la niclosamide in funzione anticovid (a differenza dell'ivermectina la niclosamide era un farmaco ideologicamente accettabile). Utile ricordare un'altra volta come è finita. Eh, questi "grandi scienziati", una vera e propria garanzia.

PPS: Un caro saluto a quanti avevano studiato sul Manuale del Piccolo Idrossiclorochinista.

domenica 25 agosto 2024

IL VIZIETTO

 

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/08/20/scuole-chiuse-fino-a-ottobre-sono-sconvolta-dai-tanti-favorevoli/

Se la polemica sul caldo nelle aule era corretta, imbarazzante e assurda è stata la “soluzione” proposta. Ovvero quella di chiudere le scuole fino a ottobre. È incredibile. Ritorna qui ancora una volta, ma tanto più grave da parte di chi si occupa di scuola, la convinzione che la scuola sia opzionale, che non serva a nulla e non sia essenziale. Altrimenti, non sarebbe potuta nascere una simile idea. Mi è venuto in mente il periodo del Covid-19, quando le istituzioni nazionali e regionali chiudevano le scuole con nonchalance, inconsapevoli appunto, governi come governatori, della funzione essenziale della scuola. Anzitutto, e per prima cosa per gli alunni, perché e l’alfabetizzazione e la didattica più in generale sono fondamentali come mangiare e bere. In secondo luogo, per i genitori, che devono pur lavorare.

Ormai è un vizio, qualsiasi "emergenza" viene scaricata sulla scuola a priori, con chiusure più o meno lunghe. Tra l'altro come si fa ad essere certi a metà agosto del meteo fino a fine settembre su tutto il territtorio nazionale, dando per certo che sarà uniformemente caldo?

Ai miei tempi succedeva solo a posteriori. Arriva un'ondata di freddo e il riscaldamento non funziona? A casa finché non è riparato. C'è una nevicata, fenomeno raro da quelle parti, e i bus non circolano? A casa. Mini epidemia di varicella? Malati in quarantena e scuola aperta. Ma del resto erano tempi barbari, con l'ascensore sociale che ancora funzionava (orrore!) e un welfare funzionante (doppio orrore! Una vergogna!).

mercoledì 21 agosto 2024

KAMALA HARRIS: SE UN VACCINO VIENE APPROVATO SOTTO TRUMP NON LO FARO'

 

A proposito della convention di Chicago, diciamolo: non sono alla frutta, è passato anche il tempo dell'ammazzacaffé . 

Vaccini approvati con Trump presidente:

Moderna

Pfizer

J&J (Jannsen)

Novavax

Che dire ? (e non sono assolutamente un fan del riporto improbabile)

Forse forse s'è fatta un vaccino cinese oppure lo Sputnik. Oppure s'è fatta un volo da quelche parte per farsi AZ, il vaccino della vergogna.

 

domenica 18 agosto 2024

PHARMA & FORD vs FERRARI, ANCORA

Cammino in un grande parco industriale, oggi ribattezzato Science Park (come alcuni altri). Non so come è cominciato, forse con Imperial Chemical Industries, forse con Merck, non saprei. In ogni caso loro e i loro discendenti non sono più qui (The nymphs are departed, verrebbe da citare con un amaro sarcasmo). Ma non è deserto, anzi. Altri sono arrivati, rilevando gli edifici e a volte tutto il resto ("Big pharma labs, great stuff" mi ha detto qualcuno). C'è chi sta facendo lavori in uno degli edifici, per riadattarlo. Mi chiedo se sia il segno di una vera ripartenza o solo uno strascico, una coda, contratti firmati più di un anno fa da cui non si poteva scappare, che andavano onorati in ogni modo. Da un certo punto di vista è il medioevo di questa industria, qui e in altri posti del genere. Si stanno usando i pezzi dell'età classica come ai tempi si usavano i marmi dei monumenti antichi per costruire chiese o palazzi. Eppure nonostante tutto in uno solo di questi edifici continua ad esserci quanto a chimica e farmaci più know how scientifico di quello che potete trovare nell'intero sistema mediatico italiano social inclusi. Qua di carta se ne produce tanta perché chi ha tradotto GMP come Gimme More Paper non aveva tutti i torti e di solito i deliverables comprendono altrettanta carta. Ma se oltre alla carta non ottieni il prodotto, che sia il batch clinico di una Investigational New Drug o il composto con una buona attività e un buon profilo, sei nei guai, guai seri, anche se in giro ci sono i maghi dello scope management (in poche parole quelli capaci di trasformare rospi duri da buttar giù in scatole di cioccolatini - alle volte i loro giochi di prestigio funzionano, altre volte no).

Mi chiedo se tutto questo reggerà nel nuovo mondo multipolare, se reggerà quando gli USA non potranno più essere il mercato di riferimento (nell'Europa, quanto a mercato per farmaci innovativi, non c'è da sperare). Resta la constatazione che in questi edifici si è fatto un pezzo della storia del settore, una storia ignorata dai più e ormai anche da chi ci lavora: acqua passata. Io invece la ricordo perché ho avuto la fortuna di lavorare con chi un po' di quella storia l'ha fatta.

Di cosa ho nostalgia della not-so-big-awesome-drug-factory? Del gruppo alla macchinetta del caffé. Le nostre strade si sono separate da un po', ormai, ma sono stati i momenti migliori, assieme a quelli "all hands on deck", quando le cose vanno di traverso e tutti guardano a te aspettando la tua decisione. Per il resto la solita vita dura , quella di chi lavora in un certo ramo di industria che va a cicli, in mano a un capitale che ragiona nei termini in cui da sempre ragiona il capitale (puro profitto). Nel senso che questa industria ha saputo bruciare know how come poche, anche se non molti si ricordano le grandi ristrutturazioni (licenziamenti) che ci furono attorno al 2010 (e in effetti rispetto ad allora la presente crisi per ora è abbastanza poco). Ne ho parlato di recente con un Direttore Drug Product, scambiandoci i racconti di quel che era successo all'epoca sul mio fronte e sul suo. Eh, già, i tempi in cui si scriveva in occidente di sovracapacità di produzione GMP (le norme di buona fabbricazione per i principi attivi farmaceutici). Perché c'era la Cina, perché c'era l'India. Posti dove non c'era precisamente quella cultura industriale nata per la salvaguardia dei pazienti, ma in fondo chi se ne fregava: il tutto si risolveva con tagli di costi e aumento dei profitti - nel breve termine. il comparto finanziario ha sempre preso nel  verso sbagliato quel detto di Keynes, "nel lungo periodo saremo tutti morti". Per tacere di Europa e specialmente Italia, dove si magnificava la riduzione della spesa per farmaci a brevetto scaduto. Qua sopra si è parlato spesso di generici e se il tema vi interessa potete scorrere quei post. Ci troverete qualcosa di leggermente diverso da quanto si dice di solito.

L'illusione dell'higher management standard è sempre la stessa: che il know how sia nel sistema e non nelle persone che ci lavorano. Sono 50 anni e più che le dimostrazioni del contrario arrivano puntualmente ma niente cambia. Scriveva un ingegnere che i vertici non vogliono problemi e se si manifestano provano a schivarli in ogni modo pur di non affrontarli o lavorare a risolverli. E poi, per quanto molti si pubblicizzino come attrattori di talenti e molti parlino di talent management o abbiano sostituito talent management a HR nel nome dell'ufficio, alla fine più le cose cambiano più rimangono le stesse: il sistema resiste al cambiamento e la maggioranza degli individui in un'azienda è abituata ad una ben precisa tensione superficiale dell'ambiente, per così dire. I talenti tendono a romperla, la tensione superficiale, e questo ai più non va bene. Avendo al mio attivo una quantità sufficiente di anni in aziende con alcune migliaia di dipendenti in giro per il mondo ho una qualche cognizione di causa riguardo le dinamiche sociali non sempre limpide in contesti del genere, tipo le guerre di pettegolezzi e voci che seguono il passaggio a un ruolo più alto o la decisione per una nomina. Possono essere abbastanza schifose, ma sono parte del gioco. E sopratutto in ballo ci sono poste estremamente concrete, tipo l'entità della tua busta paga, e io mi sono sempre ritenuto un individuo pragmatico. Essere pragmatici in questo contesto significa anche avere interiorizzato il fatto che risultati e KPI (Key Performance Index) allo stesso tempo possono contare e non contare, a seconda del vento che tira e di svariati altri fattori. Un caso di scuola in questi contesti è la mela avvelenata: la missione impossibile, quello che altri  hanno provato a realizzare senza successo. Perché nel senso comune sei destinato a fallire e se fallisci, beh, sei solo uno come tutti gli altri. Quindi tutti pensano che fallirai. Ma, guarda caso, c'è chi ha esperienza, numeri e lealtà della squadra sufficienti per non fallire. E allora è molto peggio, perché il successo non era previsto e con il successo alcune persone hanno fatto la figura di quelli che non ce l'hanno fatta quando era possibile farcela. Per quanto il contesto sia completamente diverso (settore e epoca) e Leo Beebe sia un personaggio di pura invenzione in un film che vuole essere in qualche modo storico, Ford vs. Ferrari racconta di dinamiche aziendali che sono largamente attuali.

Allora, facciamo finta che tu abbia tutti i soldi del mondo e tutto il tempo del mondo. Davvero pensi che Ford ti faccia costruire l'auto (da corsa, NdCS) che vuoi nel modo che vuoi? Ford Motor Company? Quelli lì? Sei mai stato a Detroit? Hanno piani e piani di avvocati e milioni di tipi del marketing e tutti vorranno incontrarti. Vorranno una foto con i grande Carol Shelby, ti baceranno e tornerano ai loro begli uffici e si metteranno a immaginare nuovi modi per fotterti. Perché? Perché non possono fare altrimenti. Perché vogliono compiacere il loro boss che vuole compiacere il suo boss che vuole compiacere il suo boss, e si odiano per questo. Ma nel profondo quelli che odiano anche di più sono i tipi come te, perché non sei come loro, perché non pensi come loro, perché sei differente. (Ford vs Ferrari)


giovedì 15 agosto 2024

EMERGENZA MPOX (IN CONGO)

Dite la verità, qualcuno di voi si è fatto fregare da chi ha parlato o parla di pandemia MPox del 2022, quella che in occidente non c'è mai stata, vero? Perché nel '22 l'OMS aveva proclamato l'emergenza globale per il vaiolo delle scimmie:

https://it.euronews.com/2024/08/14/vaiolo-delle-scimmie-loms-dichiara-lemergenza-sanitaria-globale

Ma un'emergenza globale non fu, perché in occidente la situazione fu tutto tranne che emergenziale. La cosa strana fu che nel '22 pure Repubblica si ricordò dell'esistenza di tecovirimat:

https://www.repubblica.it/salute/2022/08/22/news/vaiolo_delle_scimmie_farmaco_tecovirimat-362268935/

(Non si può chiedere troppo a Repubblica, FDA ha approvato tecovirimat per uso umano nel 2018)

Oggi di nuovo OMS dichiara l'emergenza:

https://www.rainews.it/articoli/2024/08/vaiolo-delle-scimmie-oms-dichiara-lo-stato-di-emergenza-internazionale-1f2ed000-feb5-4e3d-81dc-7b5158f4b3b6.html

Amnesia totale sugli antivirali (che in realtà sono due) e anche sull'esistenza del vaccino (in occidente finora la trasmissione si è verificata prevalentemente per rapporti sessuali tra maschi sotto i 40, quindi i soggetti a rischio dovrebbero prenderlo in considerazione).

Rischio basso per l'Europa ma anche chi si tiene alla larga dai social ha percepito il brivido da adrenalina dei pandemiofili. E ritornano quelle paranoie sui nomi, a quanto pare. La "mia inviata su X" mi inoltra questo:


Impeccabile. Sia mai che si discriminino le scimmie (pun intended).  Il mio sarcasmo si ferma davanti al fatto che dove non hanno occhi per piangere ogni episodio del genere è un disastro - e al fatto che pure in Italia la sanità non ha occhi per piangere, per cui può esistere qualsiasi farmaco ma sarà usato solo in rari casi e con grande parsimonia. Ricordiamoci che durante l'emergenza COVID I limiti alla spesa per farmaci sono rimasti immutati al loro posto e guai a toccarli. Salvare vite, ma senza sforare il budget, il resto niente, amen, pace all'anima loro. Sarebbe il caso di cominciare a dirlo alle famiglie: "Scusate tanto, avremmo potuto salvarlo/a ma abbiamo finito i fondi l'altro ieri".

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...