venerdì 24 luglio 2020

LE RAPE? CRESCONO SUGLI ALBERI




"Meno di mezz’ora dopo, un vecchio signore dalla barba fluente e dal viso aristocratico, ma piuttosto severo, entrò e al mio invito si accomodò a sedere. Sembrava che avesse qualcosa che lo preoccupava. Si tolse il cappello e, posatolo sul pavimento, ne trasse fuori un fazzoletto rosso di seta e una copia del nostro giornale. Si mise in grembo il giornale e, mentre puliva gli occhiali col fazzoletto, disse: «Siete voi il nuovo direttore?». Dissi di sì. «Avevate mai diretto un giornale d’agricoltura prima?». «No – dissi io – è il mio primo esperimento». «Molto verosimile. Avete mai fatto nessuna esperienza in agricoltura pratica?». «No, credo proprio di no». «Una specie di istinto me lo diceva – dichiarò il vecchio signore, mettendosi gli occhiali e guardandomi al di sopra di essi con una certa durezza, mentre ripiegava il giornale nella maniera più opportuna. – Vorrei leggervi quello che deve avermi dato questa sensazione. È stato questo articolo di fondo. State a sentire, e ditemi se siete stato voi a scriverlo: “Le rape non debbono essere mai strappate, perché questo le danneggia. È molto meglio mandar su un ragazzo a scuotere l’albero”. Che ne pensate di questo? Perché, realmente, suppongo che siate stato voi a scriverlo». «Che cosa ne penso? Diamine, penso che è ottimo. Penso che è una cosa molto sensata. Non ho alcun dubbio che ogni anno milioni e milioni di quintali di rape vadano perduti in questa città solo perché sono state strappate quando non erano ancora completamente mature, mentre se fosse stato mandato su un ragazzo a scuotere l’albero …». «A scuotere vostra nonna! Le rape non crescono sugli alberi!». «Ah, no? Ebbene, chi ha detto questo? Quella era un’espressione di linguaggio figurato, assolutamente figurato. Chiunque s’intenda di qualche cosa avrà capito che intendevo dire che il ragazzo doveva scuotere la vite». Allora quel vecchio si alzò e strappò il giornale in pezzetti minutissimi, li pestò con i piedi, e ruppe un mucchio di cose col suo bastone, gridando che io ne sapevo meno di una vacca; poi se ne andò sbattendosi velocemente dietro la porta, e da tutto il suo comportamento mi fu chiaro che qualche cosa doveva essergli dispiaciuta. Ma non sapendo che cosa lo turbasse, non potei essergli di alcun aiuto."
(Mark Twain, "How I edited an agricoltural paper once")

I classici sono tali per la loro attualità, e Mark Twain è a tutti gli effetti un autore classico.
C'è stato un po' di movimento, negli ultimi giorni, anche sotto la mozione d'ordine n. 2 (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2044160479136162&id=1971621999723344), dove alcuni brillantissimi commentatori si sono espressi sul tema "scienza e democrazia".
Ora, immaginatevi se Mark Twain, essendo attivo al giorno d'oggi, avesse redatto il suo giornale di agricoltura online.
E immaginatevi se, tra le tante reazioni indignate, avesse raccolto dei sostenitori, pronti a difendere il suo operato in nome della "democrazia dell'agricoltura".
Vi sembrerebbe ridicolo? Giustamente.
Ecco, in realtà è quello che succede con tanti che parlano di "democrazia della scienza": sostengono la legittimità dell'asserzione "Le rape crescono sugli alberi", o meglio il suo pari diritto ad essere rispetto a "le rape sono radici". Inutile specificare che in questo modo alla "democrazia della scienza" fanno un pessimo servizio.
E che dire se, in una situazione di obbligo di rapa, si legasse indissolubilmente l'opposizione a detto obbligo alla legittimità di "Le rape crescono sugli alberi"?
Sarebbe una scelta suicida, perdente in partenza (e infatti...).
Ma probabilmente la cosa non avrebbe peso, perché "le rape crescono sugli alberi" sarebbe diventato un motivo identitario (cosa che consentirebbe tra l'altro al giornale di agricoltura online di raccogliere sottoscrizioni e donazioni).
Ora, a molti non sembrerà, ma qua alcune volte capita di spiegare che le rape non crescono sugli alberi, e quando capita di solito esce qualcuno a dire che ciò è antidemocratico...

PS: Avevo già postato questo brano di Mark Twain, più di un anno fa, senza commentarlo, ma era oppurtuno riproporlo così. Ah, non sono uno di passaggio, nel "dibattito", quindi non si provi neanche a dire "Io non ho verità, solo dubbì" perché non mi si frega: il DUBBIOH (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/il-dogma-le-scienze-lascienza-il-dubbioh.html) è solo un'altra Verità con la maiuscola, e chi predica il DUBBIOH di questa Verità non dubita mai - certi punti di riferimento politici dell'area del DUBBIOH hanno provato ad arruolarmi, nel tempo, e la risposta è sempre stata un due di picche, con ragioni più che solide (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/10/non-e-vero-che-me-ne-frega-e-utile-si.html), ragioni di serietà.

mercoledì 22 luglio 2020

LA RANA DALLA BOCCA LARGA


https://www.globalist.it/science/2020/07/16/gismondo-accelerare-il-vaccino-moderna-ci-fa-correre-il-rischio-di-diventare-ogm-umani-2061938.html?fbclid=IwAR2T86KxVoo7umW6q1LKBNwVo_aGnQlXTw_A2kDGC92NbxyOvpeU4tv5XtI
Complimentoni vivissimi a The Globalist che mette sta roba alla voce "Scienza". Ma lebbasi, lemaledettebasi sono uccel di bosco ovunque? Non ci sarebbero parole, per roba del genere, ma solo moccoli, di quelli lunghi, articolati che finiscono con...

Sembra di sentire la Gatti: "Si tratta a tutti gli effetti di una terapia genica".
Peccato che a tutti gli effetti il vaccino sperimentale Moderna con una terapia genica non abbia niente a che fare.
Una terapia genica è una terapia che modifica il DNA di una popolazione di cellule più o meno grande. Per modificare DNA in vivo occorre mettere assieme un pazzesco armamentario che tra l'altro non è detto che funzioni come si vorrebbe (altrimenti ogni malattia genetica già avrebbe una cura).
Può darsi che qualcuno inserisca nelle terapie geniche anche siRNA e farmaci antisense, ma questi fanno altro, ovvero silenziano questo o quel gene (quindi non modificano il DNA) e anche qua non è affatto facile (pochissimi farmaci approvati in 30 anni, e qualcuno velocemente ritirato).
Ecco, il vaccino sperimentale moderna non fa né l'una né l'altra cosa: fa quel che farebbe un virus RNA ma senza il virus e tutto il suo arsenale di proteine per la replicazione, cioè trasferisce un filamento di RNA in alcune cellule adiacenti al sito di inoculo. All'interno del citoplasma questo RNA viene usato dai ribosomi della cellula per sintetizzare una proteina di SARS-CoV-2. Non è dato sapere come questa proteina esca dalla cellula, ma una volta uscita questa simulazione di infezione virale provoca una reazione immune contro la proteina di SARS-CoV-2.
Per trasformare RNA in DNA e trasferirlo nei cromosomi di una cellula ci vorrebbero una trascrittasi inversa e un'integrasi, e forse la Dr.ssa Gismondo lo dovrebbe sapere, visto che sono i principali tools of the trade di un retrovirus piuttosto noto (HIV). Beh, queste due proteine nel vaccino Moderna non sono incluse, guarda caso...


martedì 21 luglio 2020

LA CONTESSA BATHORY E' VIVA E LOTTA INSIEME A AMBROSIA (INC)

https://nypost.com/2018/09/10/young-blood-could-be-the-secret-to-long-lasting-health-study/?utm_source=NYPTwitter&utm_medium=SocialFlow&utm_campaign=SocialFlow

Possiamo tranquillamente dire che dall'inizio del millennio tutto quello che è stato fatto nel campo dell'indagine su prolungamento della vita e dintorni è stata ricerca forzata dall'hype e dai finanziamenti che è sfociata in vendita o tentativi di vendita di "olio di serpente", spesso dalle pagine di grandi giornali o da quelle patinate di riviste alla moda (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/fior-di-giglio-intascare-700-milioni.html).

Questo del NYP è un articolo che dimostra che fine ha fatto quello che una quindicina di anni fa era ancora travestibile da attivazione di SIRT 1 e 2 e dintorni, quindi "roba scientifica". Al di là degli articoli citati un po' a casaccio è abbastanza facile risalire alla fonte di questo rumore sensazionalistico: Ambrosia (https://www.ambrosiaplasma.com/).
Ambrosia (scelta del nome tuttaltro che casuale, per la società) da quattro anni vende un tipo particolare di servizi medici: la trasfusione di plasma di soggetti giovani (tra i 16 e i 25 anni).
Da quattro anni dice che "ci sono trial in corso", e ogni anno che passa continuano ad essere in corso.
Se vi sembra eclatante, beh, è sembrato eclatante anche a FDA, che nell'estate dello scorso anno ha chiuso le operazioni di Ambrosia (https://www.businessinsider.com/young-blood-transfusions-ambrosia-shut-down-2019-6?IR=T). Ma dopo poco il business, sopravvissuto per qualche mese con un'altra ragione sociale, è tornato al brand originale e a oggi è ancora lì.
Ambrosia non è l'unica società nel ramo (https://en.wikipedia.org/wiki/Young_blood_transfusion), e praticamente queste startup hanno origine da... No, non nascono da squali stile "Wolf of Wall Street", ma la loro origine è nel lavoro di un gruppo di ricerca dell'università di Stanford (https://www.nature.com/news/ageing-research-blood-to-blood-1.16762).
E così, dopo la riapertura delle operazioni di Ambrosia nello scorso autunno, si arriva ad un articolo da clickbait del New York Post, dove ancora una volta entrano in gioco gli scienziati dell'allungamento della vita e dell'eterna gioventù: ci sono ancora investitori da gabbare, e ricchi anziani a cui vendere plasma di giovani - fino al prossimo intervento di FDA.


domenica 19 luglio 2020

LA PANDEMIA POLITICAMENTE SCORRETTA



Cinque mesi dallo scoppio del casino in Italia. E ricordare le posizioni prese pubblicamente a gennaio e febbraio pare maleducato, di cattivo gusto. Eppure ricordarle è utile, molto utile, perché aiuta a definire alcuni principi generali.
Qua e là, oggi, si continua a dire che da sempre le epidemie sono un fatto politico. Beh, esistono alcuni orientamenti politici deteriori, nell'affrontarle.

A gennaio-febbraio, la vera epidemia era il razzismo, per certuni, e ci si doveva comportare di conseguenza. Per questo, tra l'altro, Enrico Rossi, in Toscana, mise i bastoni tra le ruote alle quarantene autogestite della comunità cinese. Sono sicuro che in primavera il razzismo non ha fatto 34.000 morti.
Ora che il problema nei fatti non esiste quasi più si ritorna si nuovo sul razzismo. Imparare qualcosa? See... erano nel giusto prima, sono nel giusto ora.

Confini chiusi/aperti: al di là che le misure funzionassero o meno, grandi anatemi da una certa area di opinione nei confronti delle sospensioni dei voli dalla Cina operate da Italia e USA, e in generale sui controlli in ingresso. "Il virus non conosce confini!" si diceva, e un'incredibile quantità di gente ha aderito a questa immensa idiozia. Il virus viaggia con gli esseri umani, e non viene trasportato dal vento, come qualcuno ha provato insistentemente a dimostrare, tra correlazioni scambiate con rapporti causali e pedestri analisi di PM10 (la "scienza" guidata dall'ideologia, tanta roba, fin dai tempi del III Reich).
Oggi abbiamo una lunga lista di voli sospesi da paesi a rischio, USA compresi, e quasi nessuno dice niente. Chi arriva in UK deve sottoporsi ad un'autoquarantena di due settimane, e anche qua nessuno dice niente. Quanto a immigrazione irregolare, l'ingresso di positivi è ormai un fatto non isolato, e non ci si dovrebbe stupire della cosa (https://www.theguardian.com/world/2020/jul/09/south-africa-warns-of-coronavirus-storm-as-outbreak-accelerates-across-continent?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=8f6d267e81-briefing-dy-20200713&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-8f6d267e81-44112225). E anche qua nessuno ha niente da obiettare, anche se non si capisce per quale motivo episodi del genere dovrebbero essere irrilevanti rispetto a quello che vede un'imprenditore veneto comportarsi dissennatamente dopo aver contratto il virus in Croazia.

La pandemia sarà anche un fatto politico, ma è nei fatti politicamente scorretta: insensibile a wishful thinking, buoni sentimenti, priorità politiche, che se vengono messi avanti fanno soltanto danni.
Come ci si può fidare di chi ai primi di marzo diceva "tutto sotto controllo" e ora parla di pericolo grave, presente e costante?

venerdì 17 luglio 2020

LA MATEMATICA LOGORA (CHI NON LA SA)


Se non lo sapete, chi gestisce una pagina fb ha un quadro delle reazioni negative a un post; vengono contate le seguenti azioni: nascondi post, nascondi tutti i post, segnala come spam.
Di solito queste azioni sono poche (segnala come spam è rarissima), massimo due o tre per i post che trattano i temi più divisivi (mascherine, rischio COVID, vaccini, politiche governative antipandemiche).
Mi ha stupito che siano apparse sotto al post "A che serve la matematica?" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/a-che-serve-la-matematica.html)
Come è che un post del genere abbia avuto reazioni negative così viscerali?

C'è da mettere in conto il classico comportamento da social, cioè leggo il titolo, non leggo il post né i link, lo interpreto secondo il mio pregiudizio (domanda retorica, la risposta è "la matematica non serve"), reagisco.
 
Ma ho la netta impressione che ci sia altro.
Inutile dirlo, perlopiù i post con trattazione matematica qua sopra sono stati in genere tra quelli meno letti di sempre. Ma... le reazioni a certa matematica riguardo due temi (omeopatia, dinamica delle malattie infettive) sono state forti. Il tipico medico/biologo/qualsosainscienzedellavita matematicamente analfabeta (e spesso militante nel frontismo proscienza) reagiva malissimo, perché la trattazione analitica urtava violentemente contro la sua concezione (ideologica) di questo o quel tema, finendo per esempio per giustificare errori di un ordine grandezza nei conti della sua bibbia (noto bestseller di noto virologo).
La matematica logora chi non la sa, specie se non sapendola ne cita a sproposito i risultati. E quando i risultati hanno a che fare con le dinamiche di questo o quel fenomeno (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/01/dinamiche-equazioni-differenziali.html) o con i modelli continui (e funzionanti) che hanno costruito le basi della chimica (https://onlinelibrary.wiley.com/doi/book/10.1002/9781118698723) la reazione avversa può essere viscerale.

giovedì 16 luglio 2020

COMPOSTI NATURALI E CONIUGATI FARMACO-ANTICORPO

Storia della chimica farmaceutica e indagine sui composti naturali hanno fatto assieme molta, molta strada. Dai procarioti a piante e animali, molti esseri viventi in miliardi di anni hanno elaborato un arsenale di composti chimici, i cosiddetti metaboliti secondari, per usarli nella lotta per la sopravvivenza. L'uso medicinale di molte piante è attestato fin nelle civiltà più antiche. Poi, in età moderna, i primi antibiotici li abbiamo presi da muffe e batteri, la prima grande rivoluzione in campo oncologico fu costituita dai tassani (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/taxus-brevifolia-antitumorali-la.html), l'ultima generazione di antimalarici la dobbiamo a un terpene dell'artemisia annua  etc etc: l'elenco è lunghissimo.
Oggi abbiamo una serie di strumenti analitici inimmaginabili nell'age d'or della chimica dei composti naturali (anni 50-60): con la microscopia elettronica abbinata a diffrazione di elettroni, per esempio, possiamo determinare la struttura di una molecola anche complessa in modo univoco e veloce (le molecole grandi possono essere addirittura "viste"). Ma ai tempi di Woodward (https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=2136542836564592&id=1971621999723344), quando il massimo che si poteva avere erano uno spettro infrarosso, uno ultravioletto e una diffrazione RX, la chimica dei composti naturali conosceva pochi concorrenti nelle discipline scientifiche quanto ad intensità intellettuale . Le ipotesi sulla struttura di un composto naturale erano confermate ricostruendolo per sintesi totale, ed i passaggi sintetici dovevano dare risultati univoci costruendo la struttura molecolare in modo esatto non solo come ordine di concatenazione degli atomi ma anche come loro disposizione nello spazio. Se il risultato della sintesi si dimostrava uguale al composto naturale, estratto e purificato dalla pianta, dal batterio o che altro, la struttura era confermata. Per questo Woodward e Corey furono guardati come giganti (Woodward di più).
Tra i composti naturali oggetto di particolare studio e interesse ci furono, specialmente negli anni 80, gli enediini, antibiotici antitumorali caratterizzati da una struttura con triplo legame, doppio legame, triplo legame coniugati.
Isolati da vari ceppi batterici (da cui l'inserimento tra gli antibiotici), il loro gruppo funzionale caratteristico, perlopiù arrangiato in un anello tensionato (e quindi instabile) costituisce la lama di coltello con cui tagliano a pezzi il DNA con cui vengono a contatto. E' la loro "warhead", analoga a una testata con esplosivo e spoletta: si coordina al minor groove di una spirale di DNA, la spoletta viene così attivata e boom...
Il più noto di questi composti è la calicheamicina  γ1, l, la cui storia cominciò agli inizi degli anni 80, quando un biologo in gita in Texas raccolse alcune rocce gessose vicino ad un'autostrada. Queste rocce avevano in superficie un batterio,  Micromonospora echinospora, che fu coltivato in laboratorio. All'epoca ancora si cercavano attivamente nuovi batteri da cui ottenere nuovi antibiotici, e così fu fatto: si scoprì che Micromonospora echinospora produceva una miscela di composti incredibilmente potente contro varie cellule tumorali, in vitro. Il più potente fu isolato e caratterizzato: era la calicheamicina  γ1. Una sua sintesi totale venne pubblicata dal gruppo di K. Nicolau nei primi 90 (https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/ja00051a063).
calicheamicina  γ1 - il cerchio rosso evidenzia la warhead
Il problema di questa classe di composti, come di alcune altre, è costituito dall'eccessiva tossicità da una parte, e dalla bassa specificità dall'altra. In breve si tratta di citotossici estremamente potenti con cui non si trovava la quadra per quanto riguardava il loro sviluppo in farmaci.
Ma sul finire degli anni 80 eravamo anche all'alba della ricerca sugli antitumorali targeted: venivano isolati EGFR e VEGFR, per parlare dei due target divenuti poi più popolari. Ed era anche l'alba del biotech: si iniziavano a studiare e costruire anticorpi monoclonali mirati contro un primo set di interessanti bersagli extracellulari: EGFR e VEGFR, appunto, ma anche TNFalfa e non solo.Vennero per esempio individuati target specifici della leucemia mieloide acuta, CD22 e CD33. E una collaborazione tra Wyeth e Celltech si focalizzò sull'idea di coniugati farmaco-anticorpo: ho composti molto potenti ma molto tossici perché poco selettivi, e anticorpi che vanno ad "attaccarsi" a proteine caratteristiche perlopiù di certe cellule tumorali: "leghiamoli" assieme in modo che
l'anticorpo "consegni" il famaco alle cellule giuste. Il "piccolo" problema è che il ponticello che collega l'anticorpo al farmaco deve essere generalmente stabile, ma in grado di rompersi solo una volta che l'anticorpo si sia attaccato alla cellula tumorale. Facile a dirsi, a farsi molto meno, specialmente se ti devi inventare tutto da zero e nessuno ha mai fatto niente del genere prima di te.
Gemtuzumab Ozogamicina
Il primo candidato farmaco, Gemtuzumab Ozogamicina coniugava un anticorpo anti CD22 con un parente stretto della calicheamicina. E non ebbe vita facile. Approvato nel 2000 da FDA con procedura abbreviata e sulla base di endpoint surrogati per pazienti sopra i 60 anni con AML refrattaria ad altre terapie. Pure con questo uso piuttosto limitato negli anni si accumulano evidenze di effetti tossici anche fatali (e nel frattempo Celltech viene comprata da UCB, Wyeth da Pfizer, evento apocalittico). Su richiesta FDA, nel 2010 Pfizer ritira dal mercato il farmaco, per poi averlo riapprovato nel 2018 con indicazioni più stringenti, sulla base di nuovi trial.

Gli Antibody Drug Conjugates (ADC) non furono la "next big thing" in campo oncologico negli anni 90, che furono perlopiù gli anni dei tassani, degli stabilizzatori/destabilizzatori di microtubulo e dei veleni delle topoisomerasi I e II. E non furono neanche la next big thing degli anni 2000, decennio di anticorpi monoclonali e inibitori di chinasi (di TK, per la precisione https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/i-passi-avanti-della-farmacologia.html). Ma questa classe non venne abbandonata, e altri farmaci furono approvati, negli anni: ma l'avanzamento del know how sui MAB (Monoclonal AntiBodies) non ha impattato in modo evidentissimo sugli ADC. Il problema cardine resta la progettazione del ponticello (bridge), come dice chi ci lavora, e per quanto le cose siano molto migliorate siamo ancora lontani dal bridge perfetto.

C'è un capitolo molto particolare, nella chimica dei composti naturali, che è quello dei composti di origine marina. Molti di questi composti sono stati indagati, prevalentemente in oncologia, tanto per cambiare. In Giappone questo campo viene indagato più che altrove - lunga storia quella Giappone con le tossine marine, basti pensare al pesce palla e alla tetrodotossina. A Eisai nel nuovo millennio è stato svolto un lavoro monumentale sull'halicondrina B, estratta dalla spugna Halichondria okadai. Il risultato è stato l'eribulina (https://en.wikipedia.org/wiki/Eribulin).
Invece in occidente il discodermolide, un polichetide ottenuto dalla spugna abissale Discodermia dissoluta, segnò di fatto la fine dei grandi sforzi nel campo dei composti naturali. Era uno stabilizzatore di microtubulo estremamente potente, e si pose lo stesso problema che si era presentato con il tassolo più di una decina di anni prima: non si poteva estrarre dalla fonte naturale, troppo scarsa, non venne trovato alcun modo per ottenerlo per via fermentativa, e con un colossale sforzo a Novartis il materiale per i trial clinici venne prodotto per sintesi totale (qualcuno che era passato di là, all'epoca, mi raccontò di colonne cromatografiche stile Cannoni di Navarone). E i trial fallirono (tossicità eccessiva).

Shishijimicina A

Questi due temi mi sono tornati in mente grazie a un recente articolo su JACS (https://pubs.acs.org/doi/10.1021/jacs.0c06554):"Synthesis and Biological Evaluation of Shishijimicin A‑Type Linker-Drugs and Antibody–Drug Conjugates". Perché?
Chiaramente c'è la faccenda ADC. La Shishijimicina A è un antibiotico enediinico, ma è anche un composto di origine marina, estratto da Didemnum proliferum, un tunicato. E fa piacere vedere segni di vita in questa area disciplinare.
Colonia di Didemnum


IL MISTERO SI INFITTISCE


Vaccino Oxford/Astra Zeneca: probabile autorizzazione speciale di EMA a dicembre prima della fine della fase III (pervista per aprile 2021), e si tratta per lo scudo legale. Il 14 luglio questa notizia veniva data da La Stampa, da Il Sole 24ore, da quotidiano sanità (http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=87005). A stretto giro il 15 luglio Guido Rasi, direttore di EMA, fa indirettamente sapere che loro non ne sanno niente, perché loro non hanno neanche un dossier aperto, su vaccini antiCOVID. (https://www.lastampa.it/topnews/primo-piano/2020/07/15/news/coronavirus-guido-rasi-l-allerta-deve-rimanere-alta-c-e-il-rischio-di-gravi-ricadute-1.39082864 e francamente non si capisce che dati dovrebbe condividere un'azienda con un'agenzia presso cui non ha istruito una pratica).

Che sta succedendo? La notizia "vaccino a dicembre prima di fine faseIII" si limita alle testate citate, da lì rimbalzata su altre testate italiane e basta. Fuori da patrii confini non esiste. Il 15 luglio viene pubblicato dalla Commissione una comunicazione al Parlamento Europeo su "Short-term EU health preparedness for COVID-19 outbreaks" (https://ec.europa.eu/info/sites/info/files/communication_-_short-term_eu_health_preparedness.pdf) e non si fa mezzo cenno a niente di tutto questo. Si potrebbe pensare come fonte ad un italiano che a Bruxelles sia stato direttamente o indirettamente coinvolto in queste non meglio definite trattative (chi starebbe trattando e con chi?). Di sicuro il tutto si svolge ben lontano dal Parlamento, dove il presidente di ENVI Pascal Canfin si lamenta a gran voce del fatto che gli sviluppatori di vaccini li snobbano (https://www.aboutpharma.com/blog/2020/07/14/vaccini-covid-19-il-parlamento-invita-le-aziende-a-discutere-e-i-ceo-non-rispondono/) - il che la dice lunga su quanto peso venga dato a ENVI. Chi è la gola profonda? Perché dopo questa sparata nessuno ancora dice niente al riguardo, né per confermare né (si spera) per una categorica smentita?
Sento quell'odore caratteristico dell'attuale politica italiana, così ben distinguibile...

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...