domenica 8 novembre 2020

SI RICOMINCIA

Confesserò che da qualche tempo ho in mente il post con cui chiuderò l'esperienza di questa pagina.

I motivi?
Stanchezza, nel vedere gli stessi meccanismi ripetersi uguali senza mezzo ripensamento. I ruoli si scambiano, cambiano le poltrone e le posizioni, ma le dinamiche rimangono assolutamente identiche.
Disgusto, per il dilagare inarrestabile di un moralismo di infima lega che si spaccia per etica, o addirittura per scienza, per sistemi autoreferenziali e intrinsecamente stupidi che sanno sempre trovare il PR man o la PR woman di turno (e una folla di volenterosi candidati al ruolo è sempre disponibile).

Poi ho visto un tweet di David Carretta (https://twitter.com/davcarretta/status/1322848436463558657), che non mi trovava d'accordo, ma quello che mi ha illuminato è stato un commento a quel tweet: "contribuisci a una narrazione molto pericolosa. Quindi non sei soltanto patetico, sei una merda."
Che stupido che sono. Quante volte l'ho detto che era di nuovo 2017? La lotta per l'egemonia della narrazione. Di questo si tratta, e tutto quello che non è funzionale alla narrazione, vero o no, fondato o no, è da combattere perché pericoloso. Mentre, di nuovo, qualsiasi cazzata funzionale alla narrazione va benone, perché è comunque "giusta" (e di individui con titolo o cattedra pronti a contribuire non c'è mai carenza).

Poi mi fanno notare che sotto certi post "scientifici e responsabili" (leggasi: catastrofisti) convivono felicemente troll, star di pubpeer, accademici e medici che rilanciano quelle barzellette che Corvelva volle spacciare per analisi.
E allora scusate, se il gioco è questo, io non condivido la fiducia di Silvestri nei mAB ma sono contento che finisca in prima pagina. Per qualcuno è "narrazione pericolosa e sbagliata"? Ottimo! ( in realtà qui non si è mai ragionato così e non si ha intenzione di cominciare).

Poi mi sono ricordato che su Nature, NEJM, Science per motivi politici si è incominciato a prendere a calci nei denti quel che rimane del gold standard della regolazione farmaceutica occidentale, con il plauso di chi è politicamente allineato. E che la cosa ha trovato ampi consensi in Europa e da noi, dove è da un pezzo che ci si porta avanti con il lavoro.

Poi mi arrivano messaggi da alcuni dei famosi "sanitari in prima linea", che esprimono gratitudine da una parte e costernazione sui protocolli farmacologici che vedono in opera dall'altra.

Poi mi arriva un messaggio da un parlamentare, che dice che sta provando a spiegare cosa sia EC50 a una platea di medici (è dura, anzi, durissima).
C'è un focolaio di sostenitori di idrossichinolina, a Montecitorio. Lui dice che deve fronteggiare roba così: "ESITI: ricoveri 22 (6.4% del campione), deceduti 9 (2.6%) Casi attesi per ricovero in base a OMS/ISS: 68 di cui almeno 4 in rianimazione (20%)." (Ovvero, a che serve un gruppo di controllo? Prendiamo una media da qualche parte come riferimento, che va più che bene). Ma del resto se senti diversi medici dire "i numeri sono numeri, la clinica è un'altra cosa" prendi atto: buona parte del sistema è rimasta con la testa nel XIX secolo (e poi tutti a riempirsi la bocca di "scienza", che fa figo).

Poi mi parlano di corsi di formazione su COVID, oggi, dove il docente decanta le virtù di oseltamivir e lopinavir, e di medici che vogliono, di nuovo, prescriverli ai pazienti COVID. Ondata epidemica nuova, ma il letame è quello di sempre.

E quindi, ripercorrendo lirici arcaici, ritrovo le parole che servono.


Ciò che disse la mia anima a me:
«Butta la lamentela sul piolo(?),
camerata e fratello,
fa’ offerte sul braciere,
attaccati alla vita come ho detto.
Desiderami qui,
rinvia per te l’Occidente.
Quando giungerai all’Occidente
dopo che il tuo corpo si sarà unito alla terra,
mi poserò quando sarai stanco
ed allora abiteremo insieme».
(Dialogo del disperato con la sua anima, Papiro 3014, Museo di Berlino)

venerdì 30 ottobre 2020

PAUSA

"La storia si ripete sempre due volte: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa", ebbe a scrivere un tipo barbuto. La stessa cosa vale per le ondate epidemiche, si direbbe.
Quando a gennaio parlai per la prima volta di remdesivir dissi chiaramente che era impossibile capire se sarebbe stato approvato o no (ma che in una situazione di emergenza era uno dei pochi strumenti promettenti a disposizione, a differenza dei farmaci che furono più usati).
BENE FARE CHIAREZZA: il 22 ottobre remdesivir ha ottenuto l'approvazione DEFINITIVA da parte di FDA (https://www.fda.gov/…/fdas-approval-veklury-remdesivir-trea…)
BENE FARE CHIAREZZA II: SOLIDARITY (c'è anche chi non riesce a scrivere correttamente il nome), fosse pure stato disegnato da Dio in persona, e non è certo il caso, anzi, è un trial. UNO. Chi oltre a citare quello non cita RECOVERY, ACTT-1 e ACTT-2 non è che se ne scorda: o non sa quello dice (è il caso del 99% dei giornalisti) o vi sta scientemente prendendo per il culo, o perlomeno ci prova.

Quanti si stracciano le vesti per politiche che mettono a repentaglio i più anziani si rifiutano di prendere in considerazione qualcosa in grado di ridurre i decessi di un terzo, e cercano di dipingerlo nel peggiore dei modi.
E' meglio non finirci, in ospedale?
Grazia Graziella etc.
E quanti ci sono ora e ci finiranno domani? Peggio per loro?

Dato che il tutto si ripete nello stesso modo, finirei per ripetermi io pure. Tutto quello che ho detto tra marzo e maggio sarà riciclabile senza quasi cambiare una virgola o quasi riguardo a quel che succederà se non nei prossimi due-tre mesi almeno nei prossimi dieci giorni.
E la ripetizione provocherebbe nuove reazioni che però sarebbero sempre le solite: indignate, pretestuose o semplicemente STUPIDE.
Dato che ripetermi mi annoia, e che sarebbe futile, la pagina si prende una pausa di circa una settimana. Se qualcuno ne sentisse la mancanza può rileggersi i post del blog da gennaio a oggi, tanto il film è lo stesso.
Visto che si va verso il giorno dei morti, mi limito a ricordare che ogni morte è certa (cit.) e che

Age after age shall be
As age after age has been,
(From man's changeless heart their way they win);
And death be busy with all who strive—
Death, with silent negative.

(H.Melville, The Conflict Of Convictions)

 

 

 

PS: Questo stop è stato pianificato giorni fa, e non è in alcun modo correlato alle vicende di ieri. A mente fredda non lo so se sono nate in certi covi di piattole o se le cause sono altre. Quasi un anno fa sospesi il giudizio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/la-lotta-alle-fake…), poi qualcuno si sentì in dovere di metterci la firma, su quella storia. Quello che so di per certo è che il tasso di insofferenza verso questa pagina è aumentato in modo del tutto sproporzionato alla sua visibilià.

giovedì 29 ottobre 2020

FARMACI ANTICOVID: TRIAL SU TRIAL, CHI SALE E CHI SCENDE


Legge del settore: è molto probabile (90%) che un candidato farmaco fallisca durante lo sviluppo clinico invece che essere approvato.
Per unmet medical needs le maglie sono un poco più larghe e le cose un poco più semplici, e COVID-19 ora come ora è il mostly unmet medical need per eccellenza. Ma solo un poco.
Qualcuno si è perso l'implicazione più immediata di "remdesivir Standard Of Care": ora come ora i nuovi farmaci antiCOVID per avere una chance di essere approvati o devono mirare a indicazioni non coperte da remdesivir oppure fare meglio di remdesivir.
Per mancanza di esperienza professionale tendo a non esprimere giudizi su biologici o vaccini prima di vedere dati clinici (o preclinici significativi), con le le piccole molecole le cose sono un po' diverse, ma il gioco resta lo stesso: devi aspettare la fine della fase III: sulla base dei risultati delle sole fasi II l'alzheimer sarebbe trattabile da anni, per fare un esempio.
Negli interim di fase II, infatti, gli anticorpi monoclonali anti SARS-CoV-2 di Lilly apparivano piuttosto promettenti (https://www.nejm.org/doi/full/10.1056/NEJMoa2029849).
Ma poi sono arrivate le fasi III e oggi Lilly dopo aver fermato per mancanza di efficacia il trial sul suo combo di anticorpi (LY-CoV555/LY-CoV01) in pazienti COVID ospedalizzati vede NIAID che ferma ACTT-3, dove il combo veniva usato assieme a remdesivir: nessun effetto aggiuntivo rispetto al solo remdesivir.
Restano in ballo altri trial, ma, a parte quelli che riguardano l'uso in profilassi, non ci spererei troppo. Pare che al momento quanto ad anticorpi monoclonali in avanzata sperimentazione clinica resti davvero in pista soltanto il combo Regeneron: incrociamo le dita (gli anticorpi antivirali sono una core competency di Regeneron, cosa che di solito garantisce migliori chances).
Una nota: gli anticorpi Lilly sono diretti contro la proteina Spike di SARS-CoV-2 e il meccanismo dovrebbe essere ovvio: l'anticorpo si coordina alle "punte" del virus che così non possono legarsi al recettore ACE2 delle nostre cellule per poi entrare al loro interno e iniziare a riprodursi.
Ma per qualche motivo mi girano gli sproloqui di qualcuno che li descrive come anti ACE2: notevole, servivano giusto altre idiozie casuali in campo. Se non è chiaro: la proteina Spike è una proteina del virus, ACE2 invece è un recettore delle nostre cellule (quello a cui la proteina Spike del virus si aggancia). Tutti i farmaci antivirali in sviluppo clinico, anticorpi compresi, sono diretti contro proteine del virus, non contro una delle nostre, e tra le due cose c'è una differenza enorme.
"Gli anticorpi antiACE2 di Lilly" se la gioca con "I nuovi antiretrovirali contro COVID" (gente che magari si prende anche il like di chi è uso lamentarsi della qualità del dibattito... bah).

Nel mentre si vedono i primissimi numeri di ACTT-2 (remdesivir+baricitinib) e qua l'effetto c'è: la riduzione di mortalità si assesta sul 35 % rispetto al solo remdesivir (https://www.contagionlive.com/…/remdesivir-plus-baricitinib…). Non è un effetto aggiuntivo assolutamente eclatante, ma resta comunque un bel passo avanti e ACTT-2 si aggiunge alla lista dei trial con risultati positivi per remdesivir, confermando inoltre l'ipotesi di prevalenza dell'asse IL-6/JAK nelle polmoniti COVID. Speriamo di vedere velocemente il dettaglio dei numeri.
Scott Gottlieb, ex commisioner di FDA, commenta: questa è la prima generazione di farmaci, tirata fuori come reazione alla pandemia, non potevate aspettarvi un home run. Sacrosanto: la riduzione del danno è già comunque significativa e velocità ed efficacia di reazione a questa pandemia non hanno precedenti storici, quanto a ricerca farmaceutica.
Con tutta probabilità, dati i problemi mostrati dai mAB, la soluzione più accessibile nel tempo più ridotto potrebbe essere un cocktail inibitore RdRp/inibitore di proteasi/altro antivirale, sulla scia di quanto in uso contro HIV e HepC.
Resto della convinzione che risultati buoni o no, qua non si vedrà nulla, se non marginalmente, e questa è una ragione in più per evitare in ogni modo di finire in ospedale.
Qua eparina, desametasone e Dio riconoscerà i suoi. Chi si contenta crepa, ma meno che in primavera (speriamo).

https://www.fiercepharma.com/…/coronavirus-tracker-novavax-…

 

mercoledì 28 ottobre 2020

L'IRRILEVANZA

 



FDA ha approvato in via di definitiva remdesivir?
Irrilevante.
Remdesivir non esiste, e se esiste non funziona.

SOLIDARITY, il trial di OMS, è stato fatto con quel che c'era (poco o niente) e come veniva, open label e con un evidente sbilanciamento tra trattati e controllo, un controllo (circa 4000) per 4 rami trattati (circa 11.000), randomizzato alla sperindio.
"They are simply aggregating a huge amount of data and p-hacking it to death with ad hoc interim analyses that they perform whenever they feel like it", come ha scritto qualcuno, citando gli invece rigorosi criteri di FDA per i trial adattativi.
Irrilevante.
OMS ha detto che remdesivir non funziona, quindi non funziona.

Azar vorrebbe rimuovere Hahn perché non è pronto a realizzare i desiderata di Trump in materia di approvazione di vaccini?
Irrilevante.
E' inutile che Hahn dopo gli scivoloni su idrossiclorochina e plasma abbia fatto di tutto per rimediare e ripristinare la credibilità dell'agenzia. FDA è diventata un burattino di Trump, e qualsiasi cosa faccia è eterodiretta.

FDA chiude la porta a una Emergency Use Authorization per vaccini antiCOVID? (https://www.statnews.com/…/fda-shows-signs-of-cold-feet-o…/…). EMA ha iniziato la rolling review dei vaccini AZ e Pfizer-Biontech ma non ha mai parlato - per ora- di sperimentazione abbreviata?
Irrilevante.
Vaccino per Natale, o a gennaio.

A questo giro avrei parlato di quel che è venuto fuori dal trial ACTT-2 (remidesivir+baricitinib), ma ho deciso di non farlo. Perché? Perché sarebbe del tutto...
irrilevante.

Cos'è rilevante?
L'alta etica degli amici di Nonno Speranza (con le loro buone cose di pessima riuscita).

https://www.fiercepharma.com/…/hhs-secretary-azar-discussed…

martedì 27 ottobre 2020

ABOUT BUTTERFLIES AND CIRCLE JERKS



"Il battito di ali di una farfalla a Pechino può provocare un'uragano in Florida" già di suo non era gran che. Ma di fatto è l'unico modo con cui il vasto tema etichettato "Teorie del caos" è entrato nella cultura popolare (https://it.wikipedia.org/wiki/Effetto_farfalla).
In realtà alla base di tutto il tema c'è la retroazione (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/05/feedback-caos.h…), che però è molto meno digeribile o comprensibile. La colpa della popolarità dell'effetto farfalla è in larga parte di Spielberg col suo Jurassic Park, perché Crichton, come al suo solito, era rimasto molto più sul pezzo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/dinosauri-e-biforc…).
Se qualcuno non ci è arrivato, parlo di effetto farfalla a proposito dell epidemia SARS-CoV-2 in corso: perché la dinamica delle malattie infettive è descritta (quando descrivibile) da sistemi con feedback, tra cui lo stracitato modello SIR (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/oscillatori-chimic…).
Quelli che usano SIR e altri modelli compartimentali come nulla fosse, cioè come in grado di prevedere il futuro, se ne scordano regolarmente: piccole variazioni nelle condizioni iniziali, grandi variazioni nel comportamento a medio-lungo termine del sistema, e quindi imprevedibilità (poi ci sono quelli del SIR alla salumiera, che "è un etto e mezzo, che faccio, lascio? Perché non c'è spazio, per le fasi").
Ah, per gli immancabili "che ne può sapere un chimico di queste cose" (a volte ritornano), il modello SIR è isomorfo alla cinetica di una reazione autocatalitica (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/isomorfismi-caos.h…).

Esiste una variante popolare e attuale di effetto farfalla usata in senso assertivo: un asintomatico senza mascherina a fine luglio provoca un aumento esponenziale dell'occupazione delle terapie intensive ai primi di ottobre. Che è puro laqualunquismo magico, e dimostra molto bene l'omogeità concettuale delle due bolle gemelle, proscienza e antiscienza. Perché è il solito pochissimo invisibile e non provato che provoca effetti devastanti: puro pensiero magico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/il-fantasma-dellef…)

(Con un pensiero per quelli "la comunicazione", che si metteranno a googlare "circle jerk")

 

lunedì 26 ottobre 2020

LA CURVA E LE SUE DERIVATE

L'immagine può contenere: il seguente testo "800 700 Terapia intensiva 600 500 400 750 300 200 100 358 20 ទទទនខខ 。 22/9 26/9 30/9 4/10 Elaborazione GIMBE da casi confermati dalla Protezione Civile Aggiornamento: 18 ottobre 2020 8/10 12/10 16/10 GIMBE EVIDENC OR HEALTH"

C'è stato un epico clash of titans la scorsa settimana, su twitter: Cartabellotta si aggiungeva all'ashtag #Locatelli ,che aveva parlato di crescita lineare dell'occupazione delle terapie intensive, ribadendo "esponenziale!" e postando il grafico che vedete (https://twitter.com/Cartabellotta/status/1317867886539608064).
Tutto molto bello.
In realtà a settembre la crescita era lineare, dai primi di ottobre è diventata esponenziale.
Se si racconta questa roba con le progressioni numeriche pare che all'inizio le due serie coincidano:
lineare: 1,2,3,4
esponenziale: 1,2,4,8

Non c'è modo di distinguere tra le prime due metà delle serie. E quindi non si distingue tra l'inizio di una crescita lineare e quello di una crescita esponenziale?
E' così, dicono molti, ma è un trucco.
C'è una questione di derivate. Una retta ha la derivata prima costante (la sua pendenza) e quindi la derivata seconda nulla.
Un'esponenziale invece ha la derivata prima crescente (derivate notevoli, d(e^x)/dx= e^x , il che significa che la pendenza di un'esponenziale cresce esponenzialmente).
Guardate bene il grafico: a settembre l'occupazione delle terapie intensive ha una crescita lineare. Dai primi di ottobre le cose cambiano, invece: la pendenza della curva aumenta velocemente. La sua derivata seconda passa da 0 a valori maggiori di 0. Attorno al 4 ottobre abbiamo un punto in cui cambia la concavità della curva (che passa da "piatta" a convessa).
Ma con la massima disinvoltura si va in giro a dire che la crescita esponenziale è cominciata ai primi di settembre, o addirittura a metà agosto: quale esponenziale non ha un punto in cui la derivata seconda è 0?
Breviter, chi gridava "al lupo, al lupo" in agosto (al solito indicando un colpevole, voi) erano i soliti con la solita cognizione di causa.
Se serve lo ripeto più chiaramente, e chi parla oggi di crescita esponenziale iniziata ad agosto in Italia è un settario ignorante o in perfetta malafede.

Al 25 ottobre l'occupazione delle terapie intensive è al 23% del totale nazionale ( https://www.lastampa.it/…/coronavirus-in-italia-il-bolletti…), e destinata a crescere almeno nel breve periodo e probabilmente anche nel medio. Inutile dire che del grande assente che ridurrebbe il carico non si si dice nulla, in compenso Zaia parla di tenere la gente a casa con cortisone e idrossoclorochina. Olè. Le repliche se si fanno vanno fatte bene.



sabato 24 ottobre 2020

CHEAP IS GOOD, AND THE CHEAPEST THING IS YOU

 



Non è il momento delle polemiche (un beato di beep di niente), quindi affermerò che cosa succede ad affrontare un'ondata epidemica con spago e fil di ferro lo abbiamo già visto, a marzo. Ma allegri: per la seconda ondata invece abbiamo spago, fil di ferro e nastro adesivo.
Però il nauseabondo scaricare la responsabilità unicamente sui cittadini è sempre lo stesso.
Siccome siamo alla seconda ondata, che i comportamenti devono essere responsabili dovrebbero averlo capito anche i sassi. Il che non vuol dire necessariamente avere su la mascherina quando si cammina da soli in strada. Però, per esempio, si dovrebbero evitare i mezzi pubblici sovraffolati. Il problema è che la stragranda maggioranza degli utenti di mezzi pubblici li usa perché non ha alternative, non ne possono fare a meno. Miserabili incoscienti che mettono a rischio sé stessi e gli altri!
Si spinge sulla responsabilità del singolo perché ha costi immediati nulli. Le misure efficaci e onerose, per lo stato, beh, per quelle c'è sempre tempo. Facciamo all'anno mai, ok?
Condivido da Pillole di Ottimismo (https://www.facebook.com/pillolediottimismo/posts/191487635925049)
 

DI RESPONSABILITÀ, RITI MAGICI E MARKETING DELL’INEFFABILE

Di Francesca Capelli
(Sociologa, ricercatrice, giornalista – Università del Salvador, Buenos Aires)
Foto di Graham Covington/Unsplash

Che cos’è la responsabilità per i cittadini? L’onore di comprendere, valutare e partecipare o l’onere di doversi addossare tutti i carichi della pandemia?

💊💊💊

Quello della responsabilità è uno dei concetti più abusati durante la pandemia. Responsabilità come sinonimo di colpa, che cancella il caso dalle nostre vite. Chi si ammala non è mai in una posizione neutra: o è vittima dell’irresponsabilità altrui o è a sua volta un irresponsabile che diffonde l’infezione, in quanto incapace di “sacrificarsi”. Come se essere contagiato da un lavoratore essenziale, da un medico durante una visita per tutt’altra causa, da un familiare convivente o da un amico con cui ci si è fermati a chiacchierare per strada cambiasse qualcosa ai fini del decorso della malattia. In realtà, dal punto di vista morale, permette di stabilire chi, di volta in volta, è il “colpevole”, l’irresponsabile. Chi, è vittima innocente e chi, insomma, un po’ se l’è cercata.


“Chi se la cerca” ha un capitale elettorale altissimo: permette agli amministratori pubblici di distogliere l’attenzione dal fatto che se in un ospedale si rompono gli ascensori perché non si fa manutenzione ordinaria (ordinaria), poi succede che le lettighe con i malati Covid salgono nello stesso ambiente di quelle con i malati non Covid, tanto per dirne una.

Non solo. L’irresponsabile è una figura chiave del “marketing dell’ineffabile”, tecnica che le religioni conoscono e applicano benissimo. Se compro un televisore e, quando arrivo a casa, non funziona, torno al negozio e me lo faccio cambiare o restituire i soldi. Ma se prego e non accade il miracolo, è perché non ho pregato abbastanza, non ho fatto abbastanza fioretti e la mia fede non è sufficientemente forte. E così provvedimenti che dovrebbero essere pragmatici, ossia mezzi per raggiungere uno scopo, diventano essi stessi lo scopo. E non basta seguirli, bisogna farlo intonando gioiosamente lodi alla divinità, come i martiri dell’agiografia cristiana. Non basta l’obbedienza, serve la voluttà nella macerazione della carne, roba da fare impallidire i digiuni di Santa Caterina da Siena e le estasi di Santa Teresa (tutte e due, quella di Avila e quella di Lisieux).

Qualcosa di simile avviene in economia da 40 anni: le politiche neoliberiste non risolvono problemi, anzi ne creano o li aggravano, ma gli organismi internazionali come il Fondo monetario internazionale insistono che è la strada giusta, basta solo applicarle con più convinzione. Come dire che, se un farmaco non serve o ha effetti collaterali mortali, non si cambia farmaco, ma si aumenta la dose.


In un’intervista dell’8 ottobre al Corriere della sera, il ministro Francesco Boccia afferma che “la misura contenuta nel nuovo decreto responsabilizza un paese intero”, utilizzando il verbo in modo ambiguo.

Responsabilizza nel senso che tratta i cittadini da adulti, in grado di comprendere semplici informazioni e agire di conseguenza? O responsabilizza nel senso che addossa colpe, punta il dito, chiama in causa, dice “sei stato/sarai tu”. Sei tu il responsabile dell’impennata della curva dei contagi, ma anche della tua stessa punizione.

Un concetto ripetuto continuamente nel discorso pubblico di amministratori locali come De Luca e che rimbalza sui social. Dove si moltiplicano i post che inneggiano al pugnodurismo, con la postilla che, sì, se fossimo tutti più responsabili certi provvedimenti non sarebbero necessari, ma che lo diventano “per colpa di quelli che”. Ben venga dunque – ultimo casus belli – la mascherina da portare tutto il tempo, anche all’aperto senza assembramenti se serve a “responsabilizzare, “a tenere alta la guardia” (parole di Andrea Crisanti).

Di nuovo, la funzione che aveva il cilicio ai tempi di Iacopone da Todi: memento mori, strumento di penitenza, a memoria della propria natura corruttibile. Peccato che fosse il ‘200.

Per provare a problematizzare la nozione di responsabilità in modo che si trasformi da gioco lose-lose a win-win, chiediamo aiuto a tre filosofi molto diversi tra loro.

Il concetto è abbordato da Immanuel Kant nel suo saggio “Che cos’è l’Illuminismo”. Secondo il filosofo, “l’Illuminismo è l’uscita dell’uomo dallo stato di minorità di cui egli stesso è colpevole. Minorità è l’incapacità di servirsi della propria intelligenza senza la guida di un altro”. In altre parole, l’Illuminismo esiste, ma mancano gli illuministi, ossia l’umanità non è ancora abbastanza matura per essere libera di servirsi della propria intelligenza. Un’umanità adolescente, che morde il freno, ma che ha ancora bisogno di guide. A questo punto entra il ballo il “precettore ganzo”, “l’intellettuale non allineato”.

Quello che si prende la responsabilità di dire che “il re è nudo” e di traghettare l’umanità verso l’Illuminismo (Aufklärung). Non un professor Keating, più adolescente dei suoi stessi studenti, manipolatore e incapace di assumersi la responsabilità (ancora questa parola) di ciò che ha smosso (che no, non va nella direzione dell’Illuminismo). E nemmeno il prete appena ordinato, responsabile della pastorale dei giovani, quello che gioca a calcio e suona la chitarra, ma sempre prete resta, messo lì a sorvegliare che nessuno si perda, in nome di una pedagogia e di una politica di impostazione ortopedica, che se il cittadino non lo raddrizziamo subito, chissà come si storce, manco fosse una pianta.

Kant incita l’umanità a liberarsi dalla minorità, con parole che sembrano scritte apposta per questi tempi: “È dunque difficile per il singolo uomo tirarsi fuori dalla minorità, che per lui è diventata come una seconda natura” scrive. “È giunto perfino ad amarla, e di fatto è realmente incapace di servirsi della propria intelligenza, non essendogli mai stato consentito di metterla alla prova. Precetti e formule, questi strumenti meccanici di un uso razionale, o piuttosto di un abuso, delle sue disposizioni naturali, sono i ceppi di una permanente minorità”.

E più avanti, in un passaggio quasi profetico, aggiunge: “Ma sento gridare da ogni lato: non
ragionate! L’ufficiale dice: non ragionate, fate esercitazioni militari! L’intendente di finanza: non ragionate, pagate! L’ecclesiastico: non ragionate, credete! (Un unico signore al mondo dice: ragionate quanto volete e su tutto ciò che volete, ma obbedite!)”.

Il pensiero di Kant, dunque, è l’opposto di quello dei pugnoduristi, dei blastatori, di chi fa valere il principio di autorità (che spesso è solo un principio di notorietà) sui dati scientifici.


Non meraviglia che Michel Foucault abbia dedicato al saggio di Kant non una, ma due conferenze. Dove sottopone a critica la stessa ragione illuministica, il cui uso illegittimo “fa nascere, insieme all’illusione, il dogmatismo e l’eteronomia”. Ma questo non significa, per il filosofo francese, che si debba per forza essere pro o contro l’Illuminismo. Anzi “si deve rifiutare tutto ciò che assume la
forma di un’alternativa semplicistica e autoritaria: o accettate la Aufklärung e restate nella tradizione del suo razionalismo (il che è considerato da alcuni come positivo e da altri, invece, come un rimprovero); o criticate la Aufklärung e allora cercate di sfuggire a questi princìpi di razionalità (il che, ancora una volta, può essere considerato un bene o un male)”. Che è ciò che hanno tentato di fare in questi mesi molto intellettuali e scienziati, strattonati o insultati da una parte e dall’altra.


È possibile uscire dal paradosso? Non per Foucault, ma per Hannah Arendt sì. L’autrice di “La banalità del male” distingue, quando parla della Shoah, tra responsabilità politica e responsabilità morale. Quest’ultima è personale ed è la colpa, da attribuire solo a coloro che si sono macchiati di delitti o che hanno contribuito a perseguitare gli ebrei o anche sono stati indifferenti.

Ma c’è un altro livello di responsabilità, politica, collettiva, che riguarda – dice Arendt – tutti i tedeschi, compresi quelli che non hanno aderito al Nazismo o addirittura lo hanno combattuto, pagando magari con la vita. Deriva dal fare parte di una comunità, nella consapevolezza che il grado zero di responsabilità non esiste, per il solo fatto che gli esseri umani agiscono e le loro azioni sono imprevedibili, irreversibili e illimitate, cioè producono conseguenze.

Arendt è la teorica dell’azione, intesa come attività con la quale gli esseri umani entrano in rapporto tra loro, ma anche come manifestazione della pluralità del mondo, del fatto che l’umanità è costituita da uomini (uso il plurale inclusivo al maschile per una quesitone filologica) e non da un solo uomo. Se l’azione fa parte della natura umana, l’agire insieme è la politica.

L’agire politico non è eseguire, fare senza chiedersi perché, obbedire senza mettere in discussione, rinunciando alla razionalità. Come se rigare dritto fosse la garanzia della felicità (non ce lo ripete continuamente il marketing dell’ineffabile?). Come se inginocchiarsi non fosse un modo come un altro per dire “io”.

Nelle “Città invisibili”, Italo Calvino scrive che l’unico modo per salvarsi dall’inferno è accettarlo o riconoscere, nell’inferno stesso, ciò che inferno non è. Analogamente, potremmo dire che per salvarsi da ogni totalitarismo è necessario riconoscere, nel paradiso, ciò che paradiso non è. E riconoscerlo in fretta, prima che sia troppo tardi.


Bibliografia
Hannah Arendt, “La banalità del male: Eichmann a Gerusalemme” (Feltrinelli, 2019)
Hannah Arendt, “Religione e politica” (Feltrinelli, 2013)
Immanuel Kant, Michel Foucault, “Che cos’è l’Illuminismo?” (Mimesis, 2012)
Italo Calvino, “Le città invisibili” (Einaudi, 1972)

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...