mercoledì 3 febbraio 2021

UN SUCCESSONE (ANTICORPI MONOCLONALI E REMDESIVIR)

 



Il solo Bamlanivimab, l'anticorpo monoclonale antiCOVID di Lilly, ha venduto per 871 milioni di dollari nell'ultimo quadrimestre del 2020 (https://www.fiercepharma.com/.../lilly-picks-up-871m...).
O chi ha acquistato si divide tra idioti, ignoranti e corrotti, o a Lilly sono maghi della truffa, oppure qualcosa c'è (per dire, pure OMS ha preso accordi per una produzione low cost in uno stabilimento greco).
Anche remdesivir non è andato malaccio: ad ottobre 2020 le vendite avevano superato gli 800 milioni di dollari (del resto visto che non funziona non lo compra nessuno https://www.fiercepharma.com/.../remdesivir-sales-hit...).
Sicuramente qualcuno dirà "speculano sulla pandemia vendendo farmaci inutili". Però quando Pfizer faceva quattro miliardi e mezzo con Prevnar-13, vaccino antipneumococcico (non esattamente un fulmine di guerra negli over 65) non c'era problema...
PS: parte di questi soldi sono finiti in Italia (in Lombardia per remdesivir e in Lazio per Bamlanivimab). Ma un po' di linfa nella produzione di attivi farmaceutici italiana, un tempo eccellenza mondiale, è senza dubbio una pessima cosa, vero?

lunedì 1 febbraio 2021

QUANTA POLITICA NELLA POLITICA FARMACEUTICA? TROPPA

"Ricapitoliamo. Secondo il comunicato stampa di AIFA del 22-12-2020, AIFA non approvò la proposta sperimentazione degli anticorpi monoclonali anti-COVID di Eli-Lilly in quanto: "Gli anticorpi monoclonali necessitano di un’approvazione europea, mentre l’azienda Eli Lilly ha proposto una procedura di approvazione del farmaco in deroga a tali procedure. (...) AIFA ha espressamente suggerito all’azienda l’opportunità di presentare una richiesta di autorizzazione all’EMA."
Eppure già nei giorni scorsi l'ex Direttore Generale di AIFA, il Prof. Luca PANI, aveva smentito questa versione, dicendo testualmente: "L’AIFA poteva far presente al Ministro la necessità di autorizzare questi anticorpi ex comma 3 art. 5 del Dlgso. 219/2006 esattamente come aveva già fatto nel caso dell’infezione da Ebola nel 2015. Ovvero in una situazione milioni di volte meno complicata di quella presente. Personalmente autorizzai e firmai 6 ordinanze per altrettanti farmaci salvavita non autorizzati e non in commercio in quel momento. Ci vollero 48 ore." "
 
AIFA non è FDA. Se FDA nel 2020 ha mostrato una resistenza pazzesca, col commissioner Hahn che teneva diritta la barra del timone sulle approvazioni di emergenza di vaccini mentre Trump e Azar pubblicamente chiedevano la sua testa e provavano a ridimensionare il suo ruolo, da tempo immemore AIFA è vaso di coccio tra i vasi di ferro. Luca Pani nei confronti dei suoi successori fa la figura del gigante, ma anche lui si dovette piegare, per esempio sulla faccenda Avastin-Lucentis (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/11/lideologia-delloff-label-finira-in.html).
Ma di che politica stiamo parlando?
Da una parte ci sono le beghe e gli intrecci di interessi locali (vedasi alla voce vaccino Reithera). Dall'altra c'è una continuità di indirizzo (politico) innegabile, negli ultimi anni: l'ostilità verso l'innovazione, perché l'innovazione costa (e anche Pani si è conformato a questo indirizzo, vedasi la sua polemica contro Gilead all'approvazione di Sovaldi e Harvoni). E' da quasi un anno che viviamo una situazione di emergenza, e le risposte di AIFA nei confronti delle possibili soluzioni più avanzate per la riduzione del danno sono state sempre "no". No a remdesivir: mentre EMA esprimeva parere favorevole all'uso compassionevole AIFA prima lo limitava ai trial e poi, dopo la sua approvazione (ancora condizionale in Europa, definitiva in USA) lo ha contingentato.
No baricitinib (approvazione di emergenza in USA). No anticorpi Lilly e Regeneron (approvazione di emergenza in USA).
Ora, per qualcuno questi "no" sarebbero "sanità seria": non si usano farmaci la cui utilità non sia provata (e ovviamente è la "sanità seria" che decide cosa è utile e cosa non lo è, quel che dicono EMA e FDA è irrilevante). Diamola per buona, per assurdo. Ma con i "sì" come la mettiamo?
Perché AIFA ha anche detto più volte sì: sì a lopinavir (che non poteva funzionare) sì a interferone (poi una veloce inversione di marcia), sì a idrossiclorochina (poi no, poi ni) etc etc etc.
La "sanità seria" ha detto qualcosa, al riguardo? Non mi risulta. Lopinavir e idrossiclorochina sono stati i farmaci più usati, nella primavera del 2020 - i bei risultati sono stati davanti agli occhi di tutti. Qualcuno pensa che in AIFA ci sia un problema di Direttore Generale - e sottoscrivo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/05/il-direttore-aifa-remdesivir-il-3-e-la.html) - ma non è che con il Comitato Tecnico Scientifico dell'agenzia siano rose e fiori...
In breve se costa poco ok (e se non funziona pazienza). Se è costoso o *minaccia di esserlo in futuro* no, non si usa neanche se resuscita i morti.
E questa sarebbe serietà? A naso è qualcos'altro, sempre che per "sanità seria" non si intenda "sanità sostenibile", cioè quella delle risorse scarse (sarebbe a dire la radice marcia di tutto il maledetto sistema https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../la-radice...).

domenica 31 gennaio 2021

IVERMECTINA: NON IMPARANO MAI

 

Sono mesi che si parla di ivermectina e COVID-19, ma di recente mi hanno girato un "miracolo! NIH autorizza l'uso di ivermectina per COVID-19".
A parte che NIH non "autorizza", al limite può raccomandare, il punto è che non ha raccomandato niente, anzi: "dati insufficienti per raccomandare o sconsigliare l'uso di ivermectina per COVID-19" (https://www.covid19treatmentguidelines.nih.gov/statement.../).
Ma qua il punto non è cosa fa o non fa NIH al riguardo. Il punto è che siamo alle solite. Ivermectina, che è un vecchio e noto antielmintico, è stata definita "attiva" contro SARS-CoV-2 (https://www.sciencedirect.com/.../pii/S0166354219307211...). E qui casca l'asino, al solito: con un EC50 di decine di micromoli nessuno nel ramo drug development direbbe "attivo". Ma al dipartimento di Biochimica e Biologia Molecolare dell'università di Monash (Australia) no, non si fanno problemi e parlano di "effetto antivirale a largo spettro". Una "attività" che non verrebbe presa in considerazione da nessuno sviluppatore (né da FDA o EMA) viene invece presa per buona da vari medici che iniziano ad usare ivermectina su pazienti COVID. Un triste classico. Un triste salto da "buono per un articolo" a "buono per i pazienti" che nessun altro si sognerebbe di fare tranne gli idioti che ritengono che "i farmaci si approvano dopo pubblicazione peer reviewed".
Abbiamo visto roba del genere fin dall'inizio di questa vicenda pandemica. Lopinavir, stando ai dati in vitro, non c'era verso che funzionasse: è stato usato a fiumi finché verso giugno 2020 ci si è rassegnati a quel che si sarebbe dovuto sapere fin dall'inizio, cioè che non avrebbe funzionato. Idem per l'idrossiclorochina in funzione antivirale.
Perché? Perché i medici non studiano farmacologia sul Foye's (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../il-foyes-e-i...).

sabato 30 gennaio 2021

L'APPROVAZIONE DELLA DISPERAZIONE

 

 
EMA dà una Conditional Marketing Authorization al vaccino Oxford/AZ, e la dà nei termini che ci si poteva aspettare: due dosi intere (https://www.ema.europa.eu/.../ema-recommends-covid-19...). Questo significa efficacia del 59%, di poco superiore a quella del vaccino Sinovac (52%).
Il processo che avrebbe portato all'approvazione del vaccino con la prima dose dimezzata (cioè il regime più efficace, con un'efficacia di circa il 90%, che richiede un trial addizionale) si è dimostrato troppo lungo rispetto all'urgenza politica di avere quanti più vaccini disponibili nel minor tempo possibile (ma ricordiamo che AZ era stata la prima a firmare un contratto con la commissione, nel luglio dell'anno scorso, comprendente il famigerato scudo legale).
Sono pronto a scommettere che il vaccino verrà usato contro le indicazioni EMA, cioè con la prima dose dimezzata.
La storia del vaccino AZ ha avuto inciampi pazzeschi, largamente ricollegabili alla fase iniziale del suo sviluppo, quando Oxford e IRBM facevano da soli (e molto male https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../dilettanti...). Quando la cosa era venuta fuori Soriot, CEO di AZ, aveva festeggiato la serendipity (dimezzando il dosaggio della prima dose ci allineiamo all'efficacia di Moderna e Pfizer), e AZ con FDA "ci aveva provato", incassando un secco due di picche (https://www.facebook.com/chimicoscettico.blogspot/posts/2887930388092496).
Il caos regna sovrano, come da copione.


venerdì 29 gennaio 2021

CREDERE NELLA SCIENZA (OBBEDIRE E COMBATTERE? COSA? PER CHI?)





Le parole sono importanti, diceva uno (dopo aver mollato un ceffone a una che le parole le usava malissimo).
Una lettrice di questa pagina, su twitter, faceva notare che "A quanto capisco è in corso una battaglia sul verbo "credere". Visto che la si butta in politica - e per divertimento - sostengo che il fronte scientifico-progressista italiano sta assumendo il linguaggio del Ventennio. Immagino tireranno dritto."
Nelle scienze e nel progresso delle stesse si può aver fiducia, al massimo. Se si parla di "credere" si scivola in equivoci. Credere nelle scienza può significare che le scienze sono meritevoli di fiducia, ma perlopiù suona come "Ho fede nella Scienza". E tra fede e fiducia, perlomeno in italiano, c'è una bella differenza (con trust, in inglese, è più sfumato ed ambiguo).
Poi si finisce per identificare Scienza con medicina e medici e il discorso diventerebbe fin troppo lungo.
Ma dato che è di nuovo 2017 ma peggio, "credere nella scienza", pur essendo un nonsenso epistemologico, è un essenziale motivo propagandistico. E' un nonsenso in quanto le scienze sperimentali nascono con Galieleo, ma proseguono con "Nullius in verba", iscritto sullo stemma della Royal Society: abbreviazione della citazione oraziana "Nullius addictus iurare in verba magistri", nessuno è tenuto a giurare sulle parole del proprio maestro. Cioè la diretta negazione del "credere nella scienza" (il che non vuol dire avallare il culto del dubbioh ilchimicoscettico.blogspot.com/.../il-dogma-le...).
E in un certo senso al credere si sono affiancati l'obbedire (tutti i discorsi sull'obbligo vaccinale anche se non ha senso farli, tipo oggi) e il combattere (www.facebook.com/.../a.19716298.../2255417018010506/).
Quando si parla di "credere nella scienza" si gioca una certa partita, consapevolmente o meno: si tira la volata alla Scienza con la "S" che Isabelle Stengers identificava come "il terzo ladro" in "In catastrophic times" (è un tema di questa pagina fin dall'inizio ilchimicoscettico.blogspot.com/.../segui-la...).
La Scienza profetica che produce i vaccini messianici, la Scienza che salverà il mondo (www.ilfoglio.it/scienza/2021/01/25/news/la-scienza-che-salvera-il-mondo-1732243/) : come si può notare si scivola senza difficoltà in un contesto religioso-fideistico.
Ma volendo, quanto a messianismo, i germi c'erano tutti già nel 2017, quando certo talebanesimo proscienza, che di scientifico niente aveva, sembrava basarsi su testi sacri tutti suoi, come la sura detta "Del Vaccino":
1 Nel nome de lascienza, una, sola, perfetta ed incorruttibile
2. Quando vi avvolse nel sonno come in un rifugio da parte Sua, fece scendere su di voi Vaccino dal Ministero, per purificarvi e scacciare da voi ogni patologia, rafforzare i vostri sistemi immunitari e rinsaldare i vostri passi.
3. E quando Sua Eminenza ispirò agli ordini dei medici: “Invero sono con voi: rafforzate coloro che credono nel Vaccino. Getterò il terrore nei cuori di chi critica il Decreto: colpiteli tra capo e collo, colpiteli su tutte le falangi!"
(ovviamente questa era la facile ironia che il clima dell'epoca ispirava, difficile da trattenere quando leggevi medici parlare della vaccinazione come "sacramento laico", roba che a dirla in altri tempi la gente gli sarebbe scoppiata a ridere in faccia).

 

giovedì 28 gennaio 2021

THE ENDLESS SEARCH FOR THE 50 CENTS SOLUTION



Ah, la colchicina. Nota a chi soffre di gotta, il più lo ha dato nella ricerca in campo oncologico: è servita ad individuare "il sito della colchicina", uno dei bersagli più importanti per i destabilizzatori di microtubulo - tra i più noti gli alcaloidi della Vinca, vinblastina e vincristina, che proprio si legano al sito della colchicina (il vero passo in avanti fu fatto con il tassolo negli anni 90, che anch'esso mira al microtubulo ma con un meccanismo diverso). Ah, come la colchicina tutti composti naturali, ma per niente "gentili".
L'effetto antitumorale è visibile in vitro ad alte concentrazioni, e data la forte citotossicità del composto non è stato possibile trovare un'uso in questa area terapeutica.
Ma il suo effetto antiinfiammatorio è principalmente collegato alla destabilizzazione del microtubulo nei leucociti (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4656054/). Poi chiaramente una serie di altri effetti tramite altri meccanismi (in breve, polifarmarcologia).
E ora arriva un preprint (https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.01.26.21250494v1) che in un amen rimbalza su tutti i media: riduzione del 25% dell'ospedalizzazione, del 50% del bisogno di ventilazione meccanica, del 44% della mortalità. Il trial, su pazienti non ospedalizzati, è randomizzato e in doppio cieco (colchicina vs placebo) e di dimensione adeguata (4488 soggetti).
Alcune note sul preprint:
1) Gli arruolati pazienti non ospedalizzati con COVID-19 diagnosticato via PCR O TRAMITE CRITERI CLINICI (prima fonte di errore)
2) gli intervalli di confidenza sono abbastanza larghi, ma per le ospedalizzazioni sono larghissimi: OR 0.50 (95% CI, 0.23 to 1.07)
3) Ovviamente la diarrea è doppia nel gruppo colchicina rispetto al gruppo placebo, e questo è il dato statisticamente più solido.
4) la colchicina costa poco (fuori dagli USA), attorno ai 10 cent a compressa: e se questa non è la motivazione principale di questo studio...

Quindi per ora è un po' un "mah, vediamo". Perché? Perché antiinfiammatorii/immunosoppressori che funzionano all'incirca tanto quanto e con un razionale più solido (azione anti IL-6) esistono e sono già in uso: deidrocortisoni, con il desametasone in prima fila.
Il problema sull'uso di questo tipo di composti nei pazienti diagnosticati e non ospedalizzati: nella fase iniziale dell'infezione nella maggior parte dei casi il sistema immunitario del paziente basta a far fuori il virus, è quando la reazione immunitaria va fuori controllo che serve l'antiinfiammatorio/immunosoppressore, che nel caso precedente farebbe soltanto danni.
 
PS: come già detto mesi mesi fa il confine tra azione antiinfiammatoria e immunosoppressione è abbastanza labile. Per dire, antagonismo IL-6, inibizione JAK e inibizione COX-1/COX-2 hanno tutti effetto inibitorio su NFkB, che ormai da 25 anni è sinonimo di "infiammazione", ma antagonismo IL-6 e inibizione JAK starebbero più nel campo "immunosoppressione".
Qua sopra riguardo a trattamenti per COVID-19 si è parlato di antiinfiammatorii steroidei e assimilabili. Gli inibitori COX-1/COX2, cioè gli antiinfiammatorii non steroidei (aspirina, ibuprofene e simili) non hanno effetto immunosoppressore. Sono quelli indicati come antipiretici nel COVID-19 mild e chiaramente a loro non si applica il discorso fatto sopra.
 


 

LA LETTERATURA SCIENTIFICA, LA POLITICA, LA PANDEMIA

https://science.sciencemag.org/content/371/6527/331...
 
Non mi ricordo chi ebbe a dire che un'epidemia è un fatto politico con risvolti sanitari, ma COVID19 gli dà ragione.
Non mi ricordo di un'occasione in cui si siano politicizzati farmaci il cui uso non avesse risvolti etici (classico esempio RU-486, la "pillola abortiva).
Per i tanti che ormai Contagion lo conoscono a memoria, non è questione di Forsythia (la "cura" sponsorizzata dal blogger complottista). A questo giro siamo andati un pezzo in là, fino a leggere di remdesivir, anticorpi regeneron "trumpiani" o "sovranisti".
Ma il farmaco "sovranista" per eccellenza continua ad essere l'idrossiclorochina.
Alla domanda "l'idrossiclorochina funziona?" la risposta è: no. Perché "no" lo ha detto ogni trial serio che sia stato svolto - e per trial serio si intende trial randomizzato, con braccio di controllo, in doppio cieco, per cui SOLIDARITY OMS è escluso dalla categoria.
Ma a un certo punto molti si sono sentiti in dovere di dare addosso ad HCQ non per questo motivo, ma in quanto "trumpiana" o "sovranista". E finché si parla di chiacchere da social vabbè, ma quando la cosa finisce una delle riviste mediche più importanti del globo...
Lancet pubblicò una metaanalisi su base di dati fornita da tale Surgisphere, e i dati di Surgisphere erano tarocchi. Ma talmente tarocchi che lo scandalo è scoppiato a stretto giro.
Però evidentemente per gli editors di Lancet l'articolo era troppo ghiotto per non essere pubblicato: inchiodava HCQ "trumpiana". A nessuno è passato per la mente di chiedere "Who the hell are these guys at Surgisphere?", o se gli è passato per la mente ha deciso che comunque andava bene così. E così facendo ha collezionato ad ora il più grosso scandalo della pandemia 2020, ottenendo esattamente l'effetto opposto, perché i fedeli dell'idrossiclorochina da allora hanno cominciato a dire "Lo studio che diceva che non funziona è stato taroccato". Ovviamente l'articolo è stato ritirato, ma... Continua ad essere citato (e in senso "positivo", non come retracted paper). Che dire...


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...