lunedì 8 marzo 2021
COVID19: REMDESIVIR E MOLNUPIRAVIR
domenica 7 marzo 2021
HANNO VOLUTO EVITARE IL RISCHIO NOVAX?
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https://www.ilfoglio.it/.../sui-vaccini-l-ue-ha.../ |
giovedì 4 marzo 2021
ARTI PERDUTE (E PRATICHE CORRENTI)
mercoledì 3 marzo 2021
A DIRE "SCIENZA, SCIENZA..."
... finisce in un tutto
indistinto in cui l'agrario o il laureato in scienze naturali (magari
con la laurea breve) si sente in diritto di discutere di astrofisica,
rocket science o di farmacologia, tanto è tutto "scienza". E invece non
funziona così.
Abbiamo avuto eloquenti dimostrazioni di come
(spesso) succeda che chi in ambito accademico fa ricerca su farmaci o
vaccini poi non abbia le idee chiare, per usare un'eufemismo, su quel
che serve per mandare avanti lo sviluppo del prodotto (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/…/dilettanti-allo-sb…).
E ci sono casi evidentissimi di "scienziati" accademici che quando
parlano di sviluppo farmaceutico, produzione industriale o regolazione
farmaceutica letteralmente non sanno quel che dicono (e dicono, eccome
se dicono).
Nel "mondo vero" quando si parla di "drug development" nell'industria le competenze non sono interscambiabili: mediamente hai le idee abbastanza chiare su come funziona il processo, dal preclinico al clinico, aspetti regolatorii compresi, specie se hai fatto project management. Ma questo non significa che potresti metterti a fare il ricercatore clinico, o il responsabile del regolatorio, o il metodo di azione di un composto: quelli sono i territori di specifiche competenze, di cui discuti e coordini l'attività e i risultati. Multidisciplinarità al suo meglio, ma compartimentata.
Nel magico mondo della comunicazione invece troppo spesso una qualunque laurea scientifica, PhD, magistrale o breve che sia, si sente in diritto di dibattere con cognizione di causa qualsiasi cosa sia "scienza", approvazioni di farmaci o vaccini comprese. Ovviamente senza avere la benché minima idea di come la cosa funzioni, ma fidandosi di ripetere quello che dicono quelli "giusti", specie quando sparano solenni castronerie. Tipici su tutti, quelli che non sanno o fanno finta di non sapere che i famaci non li approva o valida "la comunità scientifica" ma le agenzie regolatorie (e l'OMS non è una di quelle). Tra l'altro la gamma di dati esaminati dal regolatore è assai più vasta di quella degli stracitati articoli di Lancet o NEJM.
PS: Qua sopra in fin dei conti si è anche provato a raccontare qualcosa di una pratica scientifica, quella reale, in opposizione alla favola bella che tanti raccontano e che a tanti dà l'illusione di capirci qualcosa - una cosa avvilente. In ormai quasi quattro anni alla fin fine qua si è anche provato a spender due parole per il buon nome delle scienze, troppo spesso svilite da chi dice di volerle seguire o promuoverle.
martedì 2 marzo 2021
COVID, VACCINI: 2021, FUGA DA BRUXELLES
lunedì 1 marzo 2021
COVID19: MOLLATI I VACCINI MERCK PUNTA SUI FARMACI
UN PROBLEMA CULTURALE, E MOLTO SERIO
Si potrebbe facilmente ironizzare su certa ricerca pubblica italiana che anni fa brevettò un "vaccino antialzheimer" i cui anticorpi non arrivavano al cervello (non passava la barriera ematoencefalica). Sì ricerca di base pubblica che brevetta, pensa un po'. E si potrebbe ironizzare su chi, dalla ricerca pubblica, spara sull'industria (che solo casualmente è privata) mentre riempie il proprio profilo facebook di lui che va in barca a vela (buon per lui). Ma passiamo alle cose serie, perché serie sono...
La ricerca pubblica avrebbe tirato fuori un prodotto approvato se pur in via emergenziale con mezzo miliardo? Neanche morta. "Ma è scienza" dice l'idiota standard. No, è know how. Know industriale, che né la ricerca pubblica né quella accademica, privata o pubblica che sia, possiede. E questo è un fatto. Dopodiché sottopongo alla vostra attenzione uno scambio fin troppo significativo.
Il chimico scettico Già in parte le è stato risposto. Aggiungo a proposito di Pfizer/BioNtech, che Pfizer ha beneficiato di due miliardi di dollari (operazione Warp speed) dal governo americano per la produzione e consegna su larga scala di 100 milioni di dosi. Inoltre il suo partner tedesco BioNtech ha ricevuto 445 milioni dal ministero tedesco della ricerca. A questi 2,4 milioni di dollari concessi a Pfizer/bioNtech prima ancora di avere un vaccino sicuro ed efficace si aggiunge il prestito di 118 milioni di dollari concessi a BioNtech dalla BEI. Inoltre CEPI (fondazione internazionale che riceve soldi dai governi) ha finanziato tra gli altri Astra Zeneca (che ha ricevuto soldi anche dal governo inglese) con 402 Ml e Novavax (388 ML). Johnson and Johnson ha ricevuto 1,5 miliardi dal Barda (autorità americana per lo sviluppo di programmi innovativi). Insomma si può anche fare ricerca nel pubblico e sapere di cosa si parla. Detto ciò ripeto che il problema dei brevetti è piu complesso , non si liquida con delle battute come fa Lei e la sua messa in discussione non è in questo momento prioritaria per l'emergenza che c'è in Italia riguardo l'approvvigionamento.
CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)
Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...
