lunedì 24 maggio 2021

VACCINI mRNA E SPIKE IN CIRCOLO

Sulla questione vaccini anticovid e effetti sul sistema vascolare è venuto fuori un nuovo interesssante articolo che rileva la spike prodotta dal vaccino nel plasma di soggetti vaccinati con il vaccino Moderna.
Se ne conclude frettolosamente che gli effetti collaterali dei vaccini anticovid sono da ricollegarsi a questa situazione.
Parlare di "pistola fumante" è largamente fuori luogo, perché in realtà l'articolo più che dare risposte apre a nuove domande.
Faccio notare che si misura una proteina nel plasma, il che significa che della proteina S1 prodotta dal vaccino va in circolo, non necessariamente che il vaccino viene diffuso con relativo uptake in tutto l'organismo. E la domanda è: quanta è la frazione solubile della proteina S1 vaccino indotta? Una mezza risposta ce la suggerisce lo stesso articolo, in quanto le concentrazioni rilevate sono di picogrammi per millilitro (tracce). Per dare un'idea, effetti di S1 sulla coagulazione del sangue in vitro sono stati rilevati a concentrazioni di nanogrammi per milliltro, cioè mille volte superiori (https://www.medrxiv.org/.../2021.03.05.21252960v1.full).
Altra domanda suggerita dall'articolo: cosa succede con i vaccini a vettore adenovirus? In quei casi è rilevabile S1 solubile? E se sì in che quantità?
Resta il fatto che i maggiori effetti avversi dei vaccini in uso continuano a riguardare la reazione immunitaria indotta dal vaccino, sia nel caso dei vaccini a vettore adenovirus (anticorpi anti PF4) che nei casi di vaccini mRNA (trombocitopenie, caratteristiche sia di infezioni virali che di altri vaccini - MMR).

 

COVID, MONOCLONALI: SOTROVIMAB

 

https://www.pharmastar.it/.../parere-europeo-positivo-per...

Si direbbe che la stagione delle Emergency Use Authorization (FDA) e delle Conditional Marketing Authorization (EMA) per i farmaci COVID sia conclusa.
E' facile capire quale sia il motivo: la disponibilità di vaccini e l'avanzato stato della campagna vaccinale in USA, da un lato, e quella europea che ha cominciato a prendere velocità (con quei due-tre mesi di ritardo). In più in USA sia le approvazione che le EUA in essere hanno fornito un primo set di strumenti farmacologici avanzati per trattare i pazienti COVID (che viene usato e i cui costi sono a carico dello stato federale). Quanto all'Europa, a parte la CMA a remdesivir dello scorso giugno, con i farmaci non c'è mai stata alcuna fretta.
GSK ha presentato per sotrovimab domanda di EUA negli USA a marzo, richiesta che è ancora "pending". EMA rilascia un parere positivo e si ferma lì, per ora, lasciando il resto ai singoli stati. Fatto destinato a generare una certa confusione, visto che in molti non riescono proprio a distinguere tra ciò che è approvato o autorizzato e ciò che non lo è, quanto a farmaci e vaccini. C'è anche chi ha insistito con clamorose balle in materia, sui grandi media, tipo che vengono approvati  farmaci dopo che i trial falliscono (grazie OMS, ma tra SOLIDARITY - che ora indaga l'aspirina - e RECOVERY non c'è paragone).
Sotrovimab è stato ottenuto a partire da un campione di sangue di un infetto SARS del 2003, e questo è rilevante. E' un anticorpo diretto contro una regione estremamente conservata dello spike, tanto conservata che è ben poco differente da quella di SARS-CoV. Questo fa ben sperare per la sua attività su varianti anche future del virus. Il consiglio di EMA non è per un uso profilattico, ma per pazienti COVID che non necessitano di ossigeno supplementare ma a rischio di decorso grave.
Il lato meno positivo è che si tratta di un altro anticorpo da somministrarsi per infusione endovena: siamo quasi a giugno 2021 e ancora di anticorpi monoclonali anticovid da somministrarsi per intramuscolo o iniezione sottocutanea non ce ne sono, di disponibili (BMS, Regeneron e Astrazeneca ci lavorano, ma è tutto work in progress).

sabato 22 maggio 2021

FUCK THEIR WAR, I'M SICK OF IT


 

 

(2018... e ditemi che non ha niente a che fare con quello che accade oggi)


C'è una guerra in corso. E' questo che dicono. E poiché è in corso una guerra, conta da che parte stai, non quello che dici. Piccolo particolare: sarebbe una guerra per la scienza, e questo rende le cose assai poco banali. Perché le scienze si basano su metodo ed evidenze sperimentali riproducibili. La letteratura scientifica classica con questo è costruita. Ed evidentemente nella guerra per lascienza metodo ed evidenze sono diventati subordinati al fine.
E', per l'ennesima volta, il meccanismo delle bolle all'opera, dove, citando Quattrociocchi, l'informazione non funzionale scompare, anzi, viene avversata.
I generali di brigata dell'esercito de Lascienza non possono essere criticati, se sparano una bestialità  scientifica a fini strategici fanno bene, perché serve (anche se spesso non lo fanno a fini strategici, ma semplicemente perché gli mancano lemaledettebbasi).
La cosa ovviamente va nei due sensi. I fedeli della nanochiesa mi accusarono di volermi fare un nome attaccando i loro sacerdoti (voler farsi un nome con una pagina gestita sotto pseudonimo è geniale). I pretoriani del Vate mi hanno accusato di non aver altri argomenti se non il "dargli addosso". Valutazioni gemelle per bolle gemelle, quando quel che è stato fatto qua sopra alla fin fine è stato spendere due parole per il buon nome delle scienze, che costoro calpestano e sviliscono in continuazione.
Una recente conversazione con qualcuno che mi ha spiegato quasi dieci anni di dinamiche proscienza-antiscienza sui social mi ha fatto capire tante cose, tra cui come la guerra provax-antivax sia semplicemente stata un nuovo fronte su cui una serie di vecchi veterani della polarizzazione estrema hanno trovato una causa per cui combattere e nuovi compagni d'armi. E in cui il grande game changer è stato Burioni, che ha contribuito ad esasperare i meccanismi della polarizzazione beneficiandone largamente. Nel fronte proscienza criticare o correggere il Vate è stato considerato alto tradimento (e quindi il mio zittirlo coi modelli dinamici delle malattie infettive era "infangare la competenza" - quale?).
Ma soprattutto mi ha fatto capire quanto questa pagina possa apparire ai loro occhi del tutto aliena e del tutto pericolosa, perché radicalmente avversa al meccanismo di base della polarizzazione che per costoro è vitale (anche perché se stai uscendo con un libro è essenziale consolidare la fanbase - e anche questo va nei due sensi).
La prostituzione intellettuale non è mai passata di moda, ma la cosa che non mi aspettavo era trovare alcuni professionisti ed accademici di buona o eccellente reputazione schierati in questa guerra evidentemente pro bono, e vederli che si mettono l'elmetto e la combattono secondo le suddette regole, pure partecipando ai gruppi fight club sui vaccini..
Ed è veramente buffo, ma del tutto conforme a quanto sopra, che un tale, che cura la pagina di un docente universitario, così si sia pronunciato riguardo a CS: "Tra la fuffa e il complottismo. Del resto da un tecnico che ti aspetti, mica pubblica e fa ricerca autonoma..." . Ovvero, non saper di che si parla, e non avere i mezzi culturali ed intellettivi per comprendere una frazione minima di quel che si scrive qua sopra e non volerlo riconoscere (da dopo due anni che ho cominciato a lavorare i tecnici ce li ho avuti come sottoposti, tra l'altro).
Ah, la "ricerca autonoma" , sul piedistallo perché produce carta (ops, scusate, conoscenza), e che spesso ora che il finanziamento pubblico è evaporato si genuflette appena arriva il privato col libretto degli assegni... La famosa ricerca autonoma che ha prodotto i maggiori avanzamenti farmacologici degli ultimi 20 anni, etc.
Non è certo mia intenzione sminuire il ruolo della ricerca pubblica (anzi), né tantomento le collaborazioni tra ricerca pubblica e industria (vitali) ma per pietà, non si faccia mostra qua sopra di guardare dall'alto in basso quella industriale esibendo superiorità scientifica o morale, non siamo più negli anni 70, non è il caso - la ricerca pubblica con cui ho collaborato io fu chiamata negli USA da una grande farmaceutica a spiegare ai loro top scientists i meccanismi di una farmacoresistenza oncologica, e non ha mai avallato gli schemi della crescente crisi di riproducibilità nelle life sciences né ha mai giocato a "Io sono la Scienza" (la cosa non gli ha precisamente giovato, a quel gruppo).
Di questa pagina si dice e si mormora, di questa pagina ci si chiede (sempre più senza mettere like o segui, in modo da apparire invisibili)..Poco condivisa su pagine gruppi e profili pubblici, mentre le condivisioni che non posso leggere salgono di numero. E la "scienza con l'elmetto" al riguardo esprime fastidio e disappunto,,,
 
(già nel 2018 i temi qua sopra proposti arrivavano dove dovevano arrivare - ovviamente senza la mia faccia e senza una citazione, ma dov'è il problema?)

giovedì 20 maggio 2021

REITHERA: DALLA PREFICA (IPPOLITO) ALLA FARSA (CAROFIGLIO)

https://www.ilfattoquotidiano.it/.../vaccino.../6200701/...

Il vaccino ad adenovirus Reithera ("il vaccino italiano") cade sotto una sentenza della Corte dei Conti che ne blocca il finanziamento da parte di Invitalia. Ma in realtà pare che i trial fossero arenati già da un po' (https://ilmanifesto.it/la-strana-storia-del-vaccino-made-in-italy-stoppato-dallo-spallanzani/) e l'azienda si apprestava a ripartire da zero con altre piattaforme (mRNA, https://www.aboutpharma.com/blog/2021/04/20/litalia-a-trazione-mrna-anche-reithera-ripensa-il-suo-vaccino/)

Da un certo punto di vista Ippolito è una garanzia (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/09/la-propaganda-politico-sanitaria.html). Di quale sforzo di sistema parla? In UK c'è stato uno sforzo di sistema. In USA c'è stato uno spettacolare sforzo di sistema. Quando Ippolito dice "sforzo di sistema" parla di contatti personali tra potenti, cioè di economia di relazione nella più classica salsa italiana, che nella fattispecie stava continuando a mettere spiccioli su un asset più che discutibile (il vaccino Reithera), ma con l'endorsement del DG AIFA Magrini - e ricordiamo che Ippolito è anche nel CTS AIFA. Pessima pagina per tutti gli attori pubblici coinvolti

"Sono stati formali peggio di un mandarino cinese quando si trattava di anticorpi monoclonali, ma nel caso di Reithera le regole evaporano, e si va all' "aumma aumma" peggio di Toto' e De Filippo. Davvero una pagina pessima per l'Italia, ed il fatto che nessuno o quasi parli di questo schifo la dice lunga sulla fibra morale del cartello politico-mediatico-accademico che gestisce il paese." , ha commentato Guido Silvestri ( https://www.facebook.com/chimicoscettico.blogspot/posts/3018710645014469 )

Questa storia non aveva bisogno di un finale farsesco, ma lo ha avuto. 



Qualcuno aveva bisogno del parere della Brigliadori o di Red Ronnie sui vaccini in genere? No.
E non c'è bisogno neanche di una recensione di Carofiglio sul vaccino Reithera (bella l'iniezione attraverso il pullover, dopo quelle con la siringa ancora incappucciata).

Poi potrei anche capire se Carofiglio fosse stato malato e si fosse ripreso dopo il farmaco X. Sarebbe comprensibile. Ma questo "funziona, ho tanti anticorpi" no, decisamente. Timbrare con "RESPINTO".

Ma la cosa non dovrebbe stupire, sono mesi che Carofiglio si è candidato a pastore del gregge dei fedeli (della scienza https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/01/limmunita-di-gregge-il-gregge-dei.html). Il problema della categoria è che la loro fede con le scienze, quelle reali, è del tutto immiscibile.


mercoledì 19 maggio 2021

SAREBBE ORA DI FINIRLA

https://www.facebook.com/groups/3082297638466078/permalink/4720188158010343/

Per qualche motivo qualcuno continua a pensare che minimizzare su episodi del genere sia doveroso. E invece è deleterio, anche se ormai le quotazioni dei televirologi sono ai minimi storici (cosa che in nessun modo impedisce una loro sovraesposizione mediatica).

Sui grandi media (e non solo) la pandemia ha generato mostri e grotteschi, e qua siamo esattamente in quel territorio (indimenticabile l'invito all'astinenza o al far da sé in funzione anticovid (https://www.adnkronos.com/covid-sesso-a-rischio-anche-in-coppia-stabile_46VUEP1CWg096CjR7DKFQP ) .

Ma l'aspetto più importante della questione è altro: il tentativo oltre ogni evidenza di portare avanti la narrazione "vaccini sicurissimi e perfettissimi". Questa linea ha plasmato molte discussioni, a cominciare da quelle sul vaccino Astrazeneca. In molti si sono sentiti in dovere di parlare sopra a EMA e FDA, tirando in ballo di tutto (da "comunicazione sbagliata" a "geopolitica vaccinale"). Per quale motivo non si poteva semplicemente prendere atto delle comunicazioni delle agenzie regolatorie, che invece sono state commentate in qualsiasi modo (da "più effetti collaterali con la pillola" a "il rischio è maggiore viaggiando in aereo")?

Perché la parola d'ordine era "tutti i vaccini anticovid egualmente validi", e il messaggio doveva passare per non mettere a rischio la campagna vaccinale. Perché criticare o sminuire l'utilità di un vaccino avrebbe significato criticare anche tutti gli altri. E' roba vecchia, questa, che viene direttamente dai tempi del decreto Lorenzin sull'obbligo vaccinale. Peccato che oggi più che allora non regga davanti ai fatti. Solo andando a vedere l'efficacia, i vaccini globalmente in uso non sono tutti uguali. E la cosa diventa eclatante sul campo, quando abbiamo da una parte le Seychelles (Sinopharm, Astrazeneca/India Serum Institute, 60% di copertura complessiva) che sperimentano una nuova crescita di casi (https://www.bbc.com/news/world-africa-56992121) e dall'altra Israele (Pfizer, 54% di copertura) che appare essersi lasciata alla spalle l'epidemia (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(21)01018-7/fulltext).

Ritornando al tema iniziale, quando da noi gli errori nella vaccinazione diventano due in pochi giorni (https://www.corriere.it/cronache/21_maggio_18/vaccino-il-caso-23enne-altro-errore-toscana-quattro-dosi-somministrate-una-60enne-c425d3d8-b7c4-11eb-add6-98a2b51489e2.shtml) il modo migliore per rassicurare è operare perché i protocolli siano rigidamente rispettati ed eventualmente rivedere li stessi, affinché ritmi da catena di montaggio non provochino altri episodi del genere.


martedì 18 maggio 2021

CRONISTORIA DELL' APOCALISSE DELLA CHIMICA FARMACEUTICA ITALIANA

 

Visto che altrove mi è stato chiesto di riepilogare la crisi della farmaceutica italiana, mi sembra il caso di procedere ad un riassunto. Sono fatti ormai lontani, nel tempo, ma le loro conseguenze permangono, e soprattutto alcuni dei fattori che li hanno determinati sono ancora in opera.

In Italia c'erano multinazionali con centri ricerche e realtà produttive perché il mercato era significativo e i costi in USD giustificavano l'impegno (Glaxo, SmithKline & Beecham, Wyeth, BMS, Parke Davis, Pharmacia etc ).
Non è inutile sottolinearlo: le aziende italiane che facevano ricerca (cioè avevano pipeline che andavano avanti) si finanziavano con i proventi di farmaci a brevetto scaduto, OTC, presidii medico-chirurgici, eventualmente royalties etc (mentre invece l'attività di ricerca delle strutture di multinazionali - GSK, Pharmacia - era strettamente collegata al costo in dollari e ai volumi di acquisti da parte del Sistema Sanitario Nazionale).
Pre 2005 la tipica "grande" farmaceutica italiana aveva fatturati tra uno e due miliardi (di un ordine di grandezza inferiori a quelli tipici delle grandi multinazionali del farmaco): con turnover del genere mandare avanti lo sviluppo clinico (costi mediamente dal miliardo in su) non è semplice, ma comunque più di un'azienda riusciva a farlo.

Al di là degli eventi congiunturali, il settore nel nuovo millennio fu dominato da un'insana attività di M&A (fusioni e acquisizioni). In particolare il più grande centro ricerche italiano, quello di Pharmacia, a Nerviano (già Carlo Erba) vide l'inizio del suo inesorabile declino con l'acquisizione da parte di Pfizer di Pharmacia, nel 2003 (e conseguente massiccia ristrutturazione). Anche il centro ricerche Lepetit di Gerenzano, specializzato in antiinfettivi, poi diventato Vicuron, rimane vittima di una crisi a cui segue un'acquisizione Pfizer nel 2005 (e pesante ristrutturazione anche lì). Il primo decennio di questo secolo per alcune multinazionali del farmaco è stato un "decennio perduto". Il patent cliff del 2012 incombeva, e alcune pipeline (insieme dei farmaci in via di sviluppo) offrivano uno spettacolo imbarazzante. Qualcuno decise di affrontare il problema con un cambio di paradigma (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/.../2009-houston...).
Su questo panorama inquieto si innestano i grandi eventi congiunturali.
Nel 2004 arriva la direttiva 2004/27/CE, che apre il mercato europeo a produttori di attivi farmaceutici non approvati o ispezionati da EMA; nel 2005, l'euro arriva a 1.35 sul dollaro e lo supera (botta alle esportazioni di prodotti e servizi, visto che il principale mercato di sbocco del settore sono sempre stati gli USA).
Poi entra in scena la crisi dei subprime, seguita da quella dei debiti sovrani europei. Si innesca un processo che porterà a un folle deleveraging (tradotto, molte banche riducono gli affidamenti e chiedono alle aziende clienti di rientrare velocemente). In questo quadro esce la direttiva 2011/62/UE che ribadisce la precedente e viene varato il Salvaitalia (principio attivo in ricetta, tagli programmati alla spesa sanitaria e farmaceutica), due fattori che danno il colpo di grazia.
Su tutto questo si inserisce un ulteriore evento che non ha origini politiche, ma i cui effetti la politica avrebbe potuto temperare (e non lo ha fatto): Pfizer nel gennaio 2009 acquista Wyeth. Alcuni analisti, col senno di poi, hanno scritto che quell'acquisizione ha distrutto valore per gli azionisti (https://www.ukessays.com/.../acquisition-of-wyeth-by...). Lasciando perdere gli azionisti, fu una strage dal punto di vista occupazionale, e nel panorama italiano poi fu un Extinction Level Event, perché Wyeth aveva programmi e contratti con molte realtà italiane, contratti che evaporarono con il relativo cash flow da mattina a sera o giù di lì.
Combinare il tutto con due o tre ulteriori round di credit crunch e il piatto è servito: nel 2005 il solo polo farmaceutico laziale fatturava 7 miliardi all'anno (https://drive.google.com/file/d/1ztYPJeFoSWBjxb22RKWVHxPgDqwIARoS/view?usp=sharing), due anni fa gli iscritti ad Aschifarma collettivamente faticavano ad arrivare a 4 miliardi. Il centro ricerche GSK di Verona, secondo solo a quello Pharmacia, per dimensioni, viene ceduto nel 2010 (e anche qua ristrutturazione), BMS smette di produrre betalattamici in Italia, Sigma Tau viene comprata da Alfa Wasserman e la nuova azienda Alfasigma fatica ad arrivare al 50% di quelli che erano stati i fatturati Sigma Tau prima della crisi, Rottapharm-Madaus, che aveva un fatturato consolidato sui 2 miliardi, viene svenduta e smembrata, etc etc etc.
Questa può sembrare una fredda analisi. Ma sono vicende che hanno stritolato vite e famiglie, tra esuberi, esodati e quant'altro. Migliaia di persone, di cui nessuno ha parlato, come nessuno ha parlato delle migliaia di persone colpite da vicende simili in altri settori industriali, se non per piangere poche lacrime di coccodrillo.

ERRARE E' UMANO, PERSEVERARE...


ECDC aveva pubblicato a marzo un modello per l'andamento epidemico in Francia in aprile (https://www.eurosurveillance.org/.../1560-7917.ES.2021.26...), ipotizzando una prevalenza della variante B.1.1.7. . Il modello stimava un 15% di riduzione di Rt dovuto al coprifuoco e prevedeva un'impennata dei casi, durante quel mese, un'impennata che nessuno ha visto. Da metà aprile i casi hanno continuato a scendere, e ancora continuano a scendere assieme a tutto il resto.
Un preprint (https://www.medrxiv.org/.../2021.03.25.21254330v1.full) stimava l'effetto su Rt del coprifuoco al 13%, sì, ma con 95% CI: 6-20%: intervallo di confidenza (cioè margine di errore) maggiore del valore stimato... statisticamente significativo? Forse a casa degli autori (e non solo perché la cosa riguarda spesso anche i valori di Rt pubblicati da ISS).
Il fatto è che stiamo vivendo una fedele replica della stessa stagione dell'anno scorso. I casi scendono nello stesso identico modo e vengono fatti esattamente gli stessi discorsi: il coprifuoco è indispensabile, gli scellerati della movida provocheranno un'impennata dei casi, le sciagurate riaperture provocheranno un disastro, etc etc. Una perfetta replica. Notare bene che la curva epidemica lo scorso anno se ne è fregata altamente di questi pareri, autorevoli o meno che fossero. Nonostante le varianti inglesi, sudafricane, brasiliane, indiane, nepalesi, kirghise e mongolo buriate ci ritroveremo esattamente nella stessa situazione, a giugno si continuerà ad esecrare i giovani che si ritrovano in strada o davanti a locali, a luglio qualcuno dirà "non ce n'è coviddì!" e apriti cielo, etc etc etc.
Ma intanto bene o male la campagna vaccinale un po' di strada l'ha fatta: già i numeri di contagi e decessi negli operatori sanitari sono crollati (https://www.infermieristicamente.it/.../covid-crollano-i...), e si spera che nel prossimo autunno il film sarà un bel po' diverso. Il film, per i commenti ci sono poche speranze.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...