domenica 5 novembre 2023

SCRIVERE DI SCIENZA?

https://archive.org/details/lescienze-160/mode/2up?view=theater

(La rete ha memoria, ma certe cose vanno riproposte a cadenze regolari)

C'era una volta "Le Scienze". Ci tenevano rubriche Douglas Hofstadter, che mi iniziò a feedback e ricorsività, e Martin Gardner, allora. E se scorrete le pagine di questo numero del 1981 vi renderete conto di quanto la proposta editoriale dei tempi fosse radicalmente diversa da quella odierna - indipendemente da considerazioni sullo spessore degli autori specie dell'edizione italiana, che sarebbero pure doverose... 

Ecco, se si parla di "scrivere di scienze" a me viene in mente uno standard delineato da Scientific American e New Scientist fino a tutti gli anni 80. Quanto a trattare argomenti scientifici d'attualità nel dibattito pubblico non posso non ricordare il magistrale classico di Robert May e Roy Anderson The Logic Of Vaccination (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/la-logica-della-vaccinazione-1982-uk.html). Un classico che segna l'abisso tra il livello e la qualità con cui allora vennero trattati questi temi e quello che perlopiù oggi si chiama "divulgazione" o science writing : nessuno specie in Italia negli ultimi cinque anni ha voluto né saputo trattare il tema "vaccinazioni" in questo modo, anzi, cinque anni fa, quando qualcuno ripropose questo testo, venne perlopiù tacciato di eresia (dai più imbecilli fu classificato come materiale obsoleto). Il fatto è che May e Anderson conoscevano e capivano bene la materia, perché ci lavoravano assieme da qualche anno. Lo science writer tricolore degli ultimi anni non solo non aveva una specifica conoscenza al riguardo, ma neanche gli strumenti concettuali per comprendere il tema, quindi si affidava ad una "comunità medica" che al riguardo, purtroppo, era altrettanto incompetente. E il risultato si è visto negli anni, dai tempi del furioso dibattito su morbillo e obbligo vaccinale fino agli ultimi due anni quando l'unico vocabolo ammesso è stato "esponenziale", che la curva flettesse o che calasse. E ogni increspatura della linea di fondo diventava l'inizio di un nuovo picco epidemico.

Ma torniamo allo "scrivere di scienze". Se leggo alcuni titoli suggeriti da Nature (https://www.nature.com/articles/d41586-022-04236-9?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=71486d0211-briefing-dy-20221202&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-71486d0211-44112225) non vedo niente che mi interessi (pandemie e clima sono questioni politiche, la scienza non c'entra niente), ma mi appaiono  significativi: seguono il mercato. Ma è a questo che ci si riferisce mediamente in Italia quando si parla di alfabetizzazione scientifica: educazione ai temi (e alla loro vulgata corrente), non educazione al metodo - nonostante la vasta platea di scientificamente incompetenti che "diffondono scienza" si riempiano la bocca di "metodo scientifico". Educare al metodo significa in primis educare alla pratica, e spiace dirlo, in tante scuole superiori il laboratorio di scienze era un relitto del passato in disuso già negli anni 80 dello scorso secolo.

Quando chi scrive di scienze viene dalla pratica scientifica di solito la cosa si capisce, o almeno io la percepisco bene. Un caso emblematico è "L'universo a raggi X" di Giacconi. Ma trovai anche affascinanti le doti di scrittura di Lisa Randall. Dimenticate per un attimo il contesto del suo "Passaggi Curvi" (2006), cioè le fazioni pro e contro teoria delle stringhe, gravità quantistica e tutto il resto. E dimenticate assolutamente il marketing del libro ("La Randall ha aperto le porte del multiverso"). Fu in primis un brillantissimo tentativo di scrivere la storia della fisica recente senza mezza equazione ma minimizzando la perdita di informazioni, e per me si trattò di un tentativo riuscito ( secondo altri , che poi si sono trovati perfettamente a loro agio con "Cinque Lezioni di Fisica" di Carlo Rovelli, il testo della Randall è molto difficile).

Il successivo "Bussando alle porte del cielo" (2012) uscì quasi in contemporanea con il rilevamento del bosone di Higgs a LHC. Il che costrinse l'autrice a scrivere una lunga in prefazione e una più lunga introduzione. Scrivere libri sulla fisica, contemporanea e in prospettiva storica in quel periodo era un lavoro estremamente rischioso. Forse anche per questo all'epoca il testo della Randall lì per lì mi deluse. A distanza di più di 10 anni lo ho riaperto e lo ho trovato significativo per più di un aspetto. 

Primo, il ribadire il ruolo che le leggi fisiche hanno, o non hanno, a seconda della scala su cui il fenomeno si verifica, tutt'altro che comune nella divulgazione scientifica, specie in Italia (trattai brevemente la cosa qua: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/10/chimica-gravita-posizione-del-sole.html ). Se si è perso il conto di quelli che si sono lanciati contro la meccanica quantistica tirata fuori a sproposito, dall'altra parte con balestre tese e compagnia bella si è caduti esattamente nello stesso schema, tirando in ballo Einstein dove la relatività non ha alcun ruolo significativo (i fenomeni descritti da meccanica e termodinamica classica). 

Secondo, il racconto dei rapporti dell'autrice con interlocutori al di fuori dal "mestiere della scienze": sceneggiatori, giornalisti, politici. Ed è qualcosa che ci ricorda che in USA certi fenomeni iniziano con una decina di anni di anticipo rispetto all'Italia (la difficoltà del rapporto con il "grande pubblico", che di solito recepisce le conoscenze scientifiche in modo malamente distorto) .

Terzo: l'attenzione alla parte sperimentale, dalla costruzione di LHC e degli esperimenti fino al problema dei dati e come trattarli.

Quarto: il piglio di chi con l'evidenza sperimentale si è misurato, rispettandola. E qua non posso non citare:

Fare previsioni precise e affidabili è un'impresa difficile. Anche quando ci si adopera per il meglio, per modellizzare tutto ciò che è importante, le variabili in ingresso e le ipotesi introdotte in un certo modello influenzano significativamente le conclusioni. Così la previsione di un rischio basso non ha senso se le incertezze associate alle ipotesi iniziali sono maggiori del valore di rischio calcolato. Se una previsione deve avere un qualche significato è importante che il problema delle incertezze introdotte nel calcolo sia pesato accuratamente e debitamente tenuto in conto.

Prima di passare ad altri esempi, lasciatemi raccontare un piccolo aneddoto che aiuta a inquadrare il problema. All'inizio della mia carriera di ricercatrice osservai che il Modello Standard, per una certa grandezza che si intendeva studiare, aveva un campo di valori più esteso di quanto si pensasse precedentemente: ciò era dovuto a un contributo quantistico, la cui entità dipendeva dal valore sorprendentemente alto della massa del quark top, come risultava da recenti misure. Quando in un convegno presentai i miei risultati mi si chiese di tracciare l'andamento dei nuovi dati previsionali in funzione della massa attribuibile al quark top. Mi rifiutai, perché sapevo che si sarebbero dovuti mettere in conto diversi contributi e che le incertezze residue comportavano una variabilità del risultato troppo ampia perché si potesse tracciare una tale curva, come mi era stato richiesto. Avvenne tuttavia che un collega "esperto" sottostimasse le incertezze e tracciasse un grafico del genere (non diversamente avviene nelle previsioni in ambito non fisico).

Il collega "esperto" fu smentito a breve dalle evidenze sperimentali e si esibì in un pattern comportamentale che non vi dovrebbe essere ignoto: avevo torto ma avevo ragione (e lei aveva ragione ma aveva torto). Quanto al "non diversamente avviene nelle previsioni in ambito non fisico"... beh, inutile rivangare le vicende di due anni di pandemia, dai modelli ai farmaci.

Trovo questo passo vecchio di 11 anni o giù di lì di un'attualità spaventosa. Sorvoliamo sulla differenza di peso specifico tra chi scrive di scienza per sentito dire e chi lo fa sulla base di competenza e esperienza. E' anche una questione di attitudine: nel breve periodo il rispetto dei dati non premia, il trattarli con nonchalance sì (cfr, ancora, due anni di pandemia). Qualcuno dovrebbe aver imparato, pure nel vasto caos del web e dei social media, a distinguere tra gli uni e gli altri, in tutte e due le categorie (hands on experience e sua assenza inclusa, intendo). Poi guardate a chi scrive di scienza sui social (o su Le Scienze oggi) e traetene le debite conclusioni, perché sarebbe anche ora.






venerdì 3 novembre 2023

FOSFORO BIANCO

Dedicai un ciclo di post alle armi chimiche (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/search/label/Armi%20chimiche) e me lo ricordo come una serie di post accolti con un misto di interesse, orrore (giustificatissimo) e disgusto (sacrosanto).

L'arma chimica è più presente nell'immaginario contemporaneo di quella biologica e ormai anche più di quella nucleare. Da diversi anni il suo ruolo è quello di arma di distruzione di massa del "poveri" (e da molti anni i "poveri" sono "il nemico"). E per questo sono diventate un oggetto retorico e per un lungo periodo uno degli strumenti favoriti della propaganda. Per questo motivo nel tempo le armi chimiche erano diventate un topic generatore di infinite cazzate sui media e su isocial, quando era opportuno, cioè quando si diceva che i tizi cattivicattivi le avevano usate. Questo cominciò seriamente con la guerra in Siria, il moderno prototipo delle guerre per procura. dai più dimenticato - eppure c'era tutto, e continuo a chiedermi: ma quei forni crematori di Assad, che fine hanno fatto? Rimasti lì come una delle tante cose che non conviene smentire o ritrattare, tanto tutto fa? Per me è stata una delle più smaccate e sfacciate operazioni di guerra mediatica, tipo un upgrade della fialetta con la polvere bianca agitata da Colin Powers all'ONU per dire "Hanno l'antrace!".

La cosa che al tempo mi colpì, rivedendo i trattati e la loro storia, fu lo status del fosforo bianco che, a tutti gli effetti, rientrerebbe nella definizione di arma chimica anche se non è un gas asfissiante o assimilabile. Il fosforo bianco di fatto è stato assimilato al napalm e quindi è stato posto nella categoria delle armi incendiarie cioè in una categoria non inerente tutti i trattati internazionali inerenti le armi chimiche.

Ma il fosforo bianco non è una semplice arma incendiaria, cioè non si limita a provocare incendi. Il fosforo bianco, per meccanismo di azione, dovrebbe essere inserito nella categorie armi chimiche. Il suo status di arma incendiaria è forse è collegato all'uso storico nella manifattura di fiammiferi. Il fosforo bianco è uno dei vari allotropi del fosforo (gli altri sono vari, il rosso, il violetto, il teorizzato difosforo etc). Argomento affascinante, gli allotropi del fosforo, che ha molto a che fare con l'appartenenza del fosforo al terzo periodo della tavola degli elementi. Ma all'atto pratico quel che conta è che questo specifico allotropo è estremamente reattivo nei confronti dell'ossigeno (quindi piroforico, da cui l'uso nei fiammiferi e come arma incendiaria). Ma la cosa non finisce qui, Reagendo con l'ossigeno dell'aria il fosforo bianco forma anidride fosforica. L'anidride fosforica reagisce violentemente con l'acqua, e sublima (passa da solido a gas) a 360 °C, quindi la temperatura e la forza meccanica di un'esplosione sono più che sufficienti a vaporizzarla, nebulzzarla etc. E a questo punto funziona come un gas asfissiante, anzi, peggio: ustioni sulla pelle per contatto, estese in caso di esposizione massiccia, nei casi peggiori ustioni paragonabili riguardanti l'endotelio dell'apparato respiratorio. 


https://www.nzherald.co.nz/world/witnesses-report-return-of-white-phosphorus-as-weapon-of-war/LTQKP7EQXWLTDCB53OZTTAOW2Q/

Il munizionamento a fosforo bianco è stato largamente usato fin dalla prima guerra mondiale. E si è continuato a usarlo. 

Ma che dire del suo uso in un territorio densamente popolato di civili? (https://www.aa.com.tr/en/middle-east/amnesty-international-shares-proof-on-israels-use-of-white-phosphorus-in-gaza/3020340). Israele non è nuovo all'uso di munizioni al fosforo bianco, le usò in Libano nel 2006 (http://news.bbc.co.uk/2/hi/middle_east/6075408.stm). L'uso in un territorio densamente popolato dovrebbe essere catalogato come "crimine di guerra". Un crimine tuttora in corso, si direbbe.

Detto questo, mi pare doveroso riportare quanto ha disegnato Zerocalcare in risposta alla sua assenza a Lucca Comics a causa del patrocinio dell'ambasciata israeliana alla manifestazione (https://www.internazionale.it/reportage/zerocalcare/2023/11/03/zerocalcare-lucca-comics-fumetto?fbclid=IwAR0jkgH9W7UlxyFPdI4y1m8rlBIjhtw_XmVHaAUWkHMhRQAIPwDHbIktiII).









E il resto ve lo leggete nel link.

PS: L'anidride fosforica la conosco molto bene... e mi ricordo come ero bardato, a temperatura ambiente. E mi ricordo come erano conciati i fustini di ferro svuotati dopo un giorno. Pensarla nebulizzata (direttamente o indirettamente) mi dà i brividi.

domenica 29 ottobre 2023

PRENDERSI CINQUE MINUTI

 ... o una settimana, oppure due, chissà.

(sempre diffidato di chi non ha senso del ritmo)


venerdì 27 ottobre 2023

CONSIDERAZIONI A MARGINE, A UN ANNO DI DISTANZA

Come passa il tempo... (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/10/cinque-anni-e-spicci-di-una-pagina.html)

Immaginate di essere uno di quelli che fanno sì che i nuovi farmaci arrivino sul mercato, il che vuol dire coordinare una quantità di diverse funzioni e coordinarsi con altre. Non preccupatevi di pensare al dettaglio delle singole funzioni tranne riguardo a una: il regolatorio. Il regolatorio è quello che si preccupa di rivedere ogni cosa al fine che poi il pacchetto "nuovo farmaco" sia valutato al meglio da FDA e EMA (al meglio in quanto privo di violazioni di qualsiasi ordine di grandezza delle linee guida ICH https://www.ich.org/page/ich-guidelines)

Immaginetevi tutto questo, o almeno provateci.

E poi immaginatevi Pinco/a.

Pinco/a, che non ha idea di quello che fate, di come funziona e di cosa serve per farlo funzionare. Pinco può essere un drop out del sistema accademico che ha trovato una strada per raccattare due spicci sui social, un accademico, un medico o il bidello della scuola frequentata dai vostri figli. Di fatto non c'è differenza, perché di fatto tutti e tre non ne hanno idea.

E Pinco/a vi viene a raccontare come è, come dovrebbe essere e per quale motivo tu non capisci un tubo.

La risposta di getto sarebbe: oh Pinco/a, facciamo una cosa, prendi il mio posto e una settimana dopo mi dici come è andata (al netto di eventuali problemi con lo spoken english).

Eppure Pinco/a non ha avuto limiti di azione dove competenze e qualifiche concrete non contano, cioè sui  media italiani. Quindi Pinco/a discuteva non dell'uso del nuovo farmaco nella vita vera, che sarebbe perfettamete comprensibile.  No, Pinco/a ha discusso su come il nuovo farmaco non avrebbe dovuto mai essere disponibile. Pinco/a, che le linee guide ICH in alcuni casi le sente nominare per la prima in questo post, o che le conosce per sentito dire o avendo letto qualcosa. Però si sente in dovere di parlarne; non ha mai discusso con il regolatorio il contenuto del pacchetto "nuovo farmaco", mai ha scritto qualcosa nel dossier da presentare a EMA o FDA. Però ne parla per i più vari motivi. Tipo perché insegna da qualche parte e deve darsi un tono. Tipo perché scrive su un qualche giornale e deve darsi un tono. Ma soprattutto perché Pinco/a si etichetta ed è etichettato come "scienza". In larga parte questa "scienza" (che invece è politica) è stata l'oggetto di cinque anni di attività CS sui social.  Cinque anni che mi hanno convinto che il 99% di quelli del fronte "scienza" sui social sono perfetti idioti, ignoranti e settari con cui non val la pena di discutere (titoli o meno)

L'unica risposta razionale che puoi dare a uno che sostiene che le procedure di approvazione di farmaci e vaccini sono superate perché glielo ha detto il suo medico è "Ma ripigliatevi, te e il tuo medico!".

L'unica risposta razionale che puoi dare a uno studente del primo anno di medicina o biologia o CTF che sostiene di conoscere meglio di te la termodinamica classica e la cinetica chimica e pure senza analisi matematica è "So long, sucker" (risposta data molto spesso).

Quando la studentessa di medicina che non credeva alla dinamica delle malattie infettive chiese la bibliografia e la ebbe (sta qua dentro https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2019/09/la-cosa-triste-piu-la-bibliografia.html) si lamentò che non andava bene, servivano i link: incapace di recuperare un riferimento bibliografico e parlava di scienza.

Ma del resto si trattava di gente che si credeva "studiata" perché stava dietro a quelli che comunicano scienza di mestiere, magari con titoli onorari. E se gente del genere parla di elettroni che ruotano attorno al nucleo di un atomo beh, è facile da capire ed è "scienza" (alla faccia di Bohr e Heisenberg, povere bestie). Se invece si parla di funzioni d'onda e densità di probabilità invece è roba astrusa, da tecnici (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/le-traiettorie-oggi-sigh.html).

Lasciamo perdere l'altro fronte, con cui discutere è anche più inutile: mi ricordo due o tre che continuavano a dire che CS aveva sponsorizzato la terza dose di vaccino antiCOVID o un qualche tipo di obbligo vaccinale. Uno dovrebbe restare su un social per controbattere alle cazzate sparse sul suo conto da qualche vuoto a perdere settario e falsificatore?  No di certo.Tempo e banda sprecati. Lo sapevo che c'era una ragione per questo (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/it-aint-me-reloaded.html). Tragici eventi non troppo lontani nel tempo mi hanno fatto riflettere: chi mi poteva dire che dietro le uscite più deliranti non ci fosse davvero la tragica, reale, patologia mentale, o il soggetto borderline? E no, non sono qualificato per trattare con cose del genere. Comunque in 5 anni di presenza social quelli che ho incrociato e che si sono saputi tirar fuori dalla trappola polarizzazione si contano forse sulle dita di una mano. Ovviamente gli "anti" sono arrivati ultimi anche quanto a colossali balle su CS, il primo posto andava all'altro fronte.

Ma è stata comunque un'esperienza interessante. Mi ha messo in contatto con i medici ideali (per me) e con gli infermieri ideali (per me). Gente che stava operando nel SSN vedendone tutte le storture dominanti e che nel suo soggetivo e non solo provava a fare qualcosa al riguardo. E gli altri, quelli molto attivi sui social, quelli che speri di non incrociare mai se mai dovessi finire in un ospedale italiano. Poi l'università italiana, la ricerca pubblica italiana, annessi e connessi. Beh. che dei perfetti imbecilli potessero arrivare dove non sarebbero mai dovuti arrivare lo sapevo da tempo (la cosa non riguarda solo la politica). Toccare il fenomeno con mano (virtuale) è stata solo una conferma, niente di più (eccettuate vane minacce di querele e simili). Ma, ancora, quelli che postano bestialità sui social pensando che sia un modo per adempiere alla terza missione sono, fortunamente, solo una minoranza rumorosa. Molto peggio di loro è quella involuzione sistemica che istituzionalmente censurava gli accademici "non conformi" - quello sì che mi ha fatto pensare al fascismo e al conformismo che ne ha costituito le basi. Poi... poi quanto a follower etc tanti ne ho acquisiti, tanti ne ho smarriti per strada. Il più delle volte è stato un bene. Ma non si può piacere a tutti per sempre.

Qualcuno che ho incrociato in quei cinque anni continuo a sentirlo o si fa sentire. Qualcuno di loro vorrebbe un ritorno di CS sui social. Ogni volta ripeto che la decisione di stare fuori dai social media è una decisione irrevocabile e dettata da motivi precisi, tra i quali il non lasciare all'avversario la scelta del campo di battaglia.  Un campo che tra l'altro con le nuove proprietà e le nuove regole delle piattaforme sta entrando in crisi (https://www.wired.it/article/social-network-hanno-finito-le-idee/). Per me giocare a quello specifico gioco della "comunicazione", oggi, non ha più alcun significato politico, sarebbe unicamente un esercizio di vanità, nel senso in cui il vocabolo è usato in Qoelet: vanitas vanitatum et  omnia vanitas. A heap of broken images where the sun beats (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/05/alta-considerazione-il-quinto.html)

Dopodiché: perché continuare con questo blog?

Perché in un modo o nell'altro, incredibilmente, senza controparti social (pagina fb, account tw), pare che riesca ancora a trasmettere spunti critici. Alla fine CS è sopravissuto alla fine delle presenze social. Dopo un anno. La cosa non è così comune. Sono piuttosto sicuro che alcuni post abbiano dato la solita acidità di stomaco ai soliti noti. Solo che, non esistendo sui social, si fa come se non esista. Molto meglio così, per quanto mi riguarda La cosa non era assolutamente scontata. E non crediate che non mi sia accorto perché c'è gente che migra su Substack. Ma se mi devo ripetere, alla fine, mi importa una...

PS; "Il metodo scientifico" è l'espressione più usata da quanti non hanno né cognizione né pratica di alcuna disciplina scientifica, ma che pensano che "la scienza" sia con loro. E per citare...

mercoledì 25 ottobre 2023

FAZIOSITA'

 

Avete presente la storia del network professionale che negli anni è diventato un'altro social? (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/cera-una-volta-un-network-professionale.html). Ecco, può capitare che tu lo apra per farci quello che ci hai sempre fatto e la prima cosa che vedi è questa roba qua, ripostata da un tuo contatto italiano. Di prima mi è venuto: e infatti le parole della socia in affari sono sempre state fiori delicatissimi. Poi mi sono venute in mente queste cose qua (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/12/questo-non-e-hate-speech.html) e alcuni dei suoi ospiti più o meno fissi sono nell'elenco delle parole d'odio che non erano di odio perché questo e quello (soprattutto perché venivano da "giusti" o, peggio, da "eroi").

Il diritto di parola ha limiti legali molto precisi e circostanziati. Al di fuori di questi limiti la libertà di parola resta un diritto costituzionale che ovviamente i fabiofazi vorrebbero vedere ristretto all'inverosimile (per gli sgraditi). Per i graditi, porte spalancate: i primi ad usare la libertà di parola senza senso di responsabilità ma con fini precisi sono stati suoi ospiti fissi o occasionali (Gramellini con i nazisti tanto buonini ve lo ricordate?).

E' chiaro che per una faccenda di divergenze in materia di colori della merce al mercato della politica italiana FF non sarebbe sopravvissuto al governo cantalupi. Ma come si vede c' è mercato per quello che FF offre. Mercato inteso come gente disposta a pagarlo perché continui ad offrirlo. E dovrebbe essere abbastanza chiaro il perché.

Dopodiché ho googlato, e ho trovato i quotidiani dell'altro colore che urlano scandalizzati. Ma solo perché FF gli sta sui cosiddetti, perché se si guarda alle agende politiche, quelle vere, quelle che contano sul serio... guys, you're on the same page, dont'you see?

Ora, il network professionale di cui sopra non è come fb o twitter. Non posso buttare fuori dalla mie rete di contatti uno che tra l'altro professionalmente stimo per non vedere roba di questo genere. Ma del resto non sono un advanced user, qualche opzione di defollow socialmente neutra ormai ci deve essere per forza.

lunedì 23 ottobre 2023

CUCINA DA EXPAT: STUFATO DI PROSCIUTTO DI MAIALE, LENTICCHIE VERDI E SEDANO RAPA

 

Neanche te ne accorgi e si fa più buio al mattino.

C'è poco da fare. Chi viene dal sud Europa e finisce a vivere nel nord del continente (isole comprese) alla fine si ritrova alle prese con alcuni problemi. Il primo è probabilmente la luce, perché siamo abituati a più ore di luce. E c'è la primavera. In Italia centrale le prime fioriture, per esempio i narcisi, si vedono già a febbraio. Più a nord le prime fioriture arrivano a maggio, e fino a maggio-giugno la maggior parte degli alberi cedui resta spoglia. Tutto questo più vieni da sud più pesa.

L'altro aspetto è il cibo. Vero che rispetto a 20-30 anni fa il nord Europa è migliorato molto, ma il punto di partenza, da un punto di vista italiano, era molto arretrato (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/02/the-swede.html). Poi i tempi cambiano e gli asparagi si trovano regolarmente (i carciofi no, assolutamente), e pure le melanzane, oggetto estremamente esotico. Cercare di spiegare a un in indigeno "how to deal with" con una melanzana può essere surreale."Bollita?" Nooooo! Fritta, semmai" "Con uovo farina e granella di pane?" "Già meglio, ma alla fine non servono né uova né pangrattato e neanche la farina".

Ricordo che si tratta di contesti in cui è ancora popolare il test "lancia lo spaghetto contro il muro: se resta attaccato alla parete è cotto".

Comunque si va verso la fine di ottobre, e rape e swede non sono ancora venute fuori sui banchi del mercato, ma il sedano rapa non manca mai. Quindi variazione sul tema. Questa ricetta viene meglio (molto meglio) con le lenticchie del Colfiorito, per esempio. ma qualsiasi altra lenticchia verde risulta accettabile.

300 g di fette di prosciutto di maiale (fresco, le fette alte almeno un paio di centimetri)

olio extravergine di oliva (4 cucchiaia)

500 ml di una pilsener a scelta

uno spicchio di aglio

una foglia di alloro

150 g di lenticchie verdi secche

200 g di sedano rapa a cubetti

sale e pepe

La procedura è quella standard dello stufato che potete trovare nel link più sopra, ma questo viene meglio se, tagliato il prosciutto a cubetti, li fate rosolare molto, molto bene nell'olio con uno spicchio di aglio. Poi aggiungete la foglia di alloro e la birra, e fate andare scoperto a fuoco medio per un'ora. A quel punto aggiungete le lenticchie secche (deve essere rimasto un po' di liquido, nel caso aggiungete acqua quanto basta). Salare e pepare. Dopo 30 minuti aggiungere il sedano rapa a cubetti all'incirca di due centimetri di spigolo. Tempo totale di cottura 2 ore, e alla fine non deve rimanere troppo brodoso. In questo modo il sedano rapa prende un delicato tocco di amaro. Ovviamente questa è una variazione su cotechino con lenticchie, zampone con lenticchie, spalla di maiale con lenticchie etc. Ma con fette di prosciutto più magre e senza cotenna (quelle che trovo ora) il piatto risulta con contenuti più bassi di gelatina dovuti alla scarsità di tessuto connettivo nella carne. Buono accompagnato da un pinta di tripel per un passaggio di stagione in cui le massime sono ancora sui 16 gradi.

Le dosi indicate sono abbondanti per due persone.


giovedì 19 ottobre 2023

DIO NON VOGLIA

Dio non voglia che il parossismo di mettersi bandiere addosso cresca a un livello tale che sulla stampa si finisca per suggerire l'opzione definitiva. Ma ad occhio siamo sulla buona strada. Le propagande stanno giocando un gioco potenzialmente letale e quando prepareranno il terreno all'uso del termonucleare tattico sarà già troppo tardi. O quando diranno che "gli altri" l'hanno usato per primo.

A metà anni 80 pochi nell'opinione pubblica italiana era favorevole all'arma nucleare fosse anche stata bsolo un'ipotesi.  Quelli abbastanza vecchi se le ricorderanno le targhe che al lato della strada indicavano l'ingresso in un territorio comunale: tante avevano sotto il nome del posto "comune denuclearizzato" (e ovviamente le amministrazioni di quei comuni erano a maggioranza PCI). Il movimento pacifista non riuscì a evitare l'opzione euromissili né a ottenere un referendum, perché la classe politica era pienamente ossequiente al dettato atlantista (https://www.leonardolibri.com/recensione.php?i=9560#). Ricordo distintamente articoli su Le Scienze in cui si predicava la necessità del nucleare tattico come prerequisito per il funzionamento della deterrenza strategica. Ma buona parte del paese non sì "comprò" questa dottrina e nel resto d'Europa fu lo stesso. Ricordo che erano i tempi di Reagan, del programma Star Wars (satelliti USA anti ICBM). Qualcuno nell'amministrazione americana era convinto che un conflitto termonucleare globale potesse essere vinto. La risposta di Hollywood fu War Games. Pensate a Hollywood oggi e ai suoi indirizzi (io mi ricordo bene quelli a proposito della guerra in Siria).

Oggi il Doomsday clock segna 90 secondi a mezzanotte e non era mai successo prima

https://thebulletin.org/doomsday-clock/

Penso a tutti i "giusti" che ogni volta si ammantano con una bandiera o con l'altra. Ai tempi di "comune denuclearizzato" l'opinione pubblica italiana e occidentale in genere aveva orrore della cosa. E ai tempi a mezzanotte mancavano solo due minuti. Fu forse questo uno dei fattori che preparò il terreno agli accordi START (https://it.wikipedia.org/wiki/Accordi_START). Oggi invece i media giocano all'inno alla bandiera giusta senza se e senza ma. Sarebbe il caso di ricordare quello che è stato dimenticato: l'orrore apocalittico. Chiunque abbia usato il termine pacifinti è complice nella posizione delle lancette dell'orologio. Oggi pace è l'unica soluzione, pace l'unica prospettiva, pace l'unica possibilità. E Dio non voglia che popoli trasformati in lemming facciano quello che i lemming fanno.

Nel 1984 usci un film inglese, Threads (in italiano Threads, ipotesi di sopravvivenza). Tra i consulenti scientifici alla sceneggiatura c'era Carl Sagan (https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Sagan della serie "comunicare la scienza ieri e oggi, fate i vostri confronti"). Rivedetevelo, perché niente è diverso, niente si è evoluto, niente è cambiato riguardo la follia dell'opzione termonucleare. E' angosciante e disperato, molto più di quanto non lo fu The day after.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...