martedì 9 aprile 2024

ANCORA SUGLI APPELLI ALLE LAUREE STEM FEMMINILI

Mi ricordo un periodo assurdo, una quindicina di anni fa, quando la sintesi organica per qualche motivo diventò grunt work. Essendo grunt work chiunque poteva essere addestrato (poco) per la funzione indipendentemente dalla difficoltà o dal rischio - e meno costoso era, meglio era. Alla fine ci scappò il morto e fu una ragazza: una morte che lasciò un segno.

https://cen.acs.org/safety/lab-safety/10-years-Sheri-Sangjis-death/97/i1

Questa è una storia vecchia, ormai, che dimostra come nell'ambiente accademico USA ai tempi anche l'addestramento, oltre che la sicurezza, fosse percepito come un costo. Reazione con 60 ml di t-butil litio? Il bel sogno luccicante di una carriera STEM finì con un incidente stupido, stupido, stupido,  una fiammata, giorni di agonia e la morte.

(Inizio dettaglio tecnico)

Cominciamo dando un poco di contesto, come si dice:

Questo dovrebbe essere abbastanza chiaro. L'atmosfera nel sistema di reazione (il pallone con condesatore e imbuto gocciolatore) e nella bottiglia è inerte: la vetreria è stata essicata per eliminare l'umidità adsorbita dalla superficie del vetro, l'aria è stata sostituita da azoto puro (o argon). La bottiglia contiene il reagente piroforico o sensibile all'aria che deve essere trasferito. Il suo tappo ha un setto autosigillante. L'ago che non pesca nel liquido, collegato alla linea dell'azoto, fornisce una leggera sovrapressione nella bottiglia. L'ago della cannula pesca nel liquido, e quindi il liquido in questo modo viene spinto attraverso la cannula nell'imbuto gocciolatore del set di reazione. Quando si è trasferita la quantità desiderata si solleva l'ago della cannula in modo che non peschi più nel liquido della bottiglia, in modo di far scorrere azoto nella cannula svuotandola della maggior parte del liquido residuo quindi si chiude la valvola dell'azoto in entrata.

Quando si parla di quantità superiori ai 50 ml di solito non si usa una cannula. Per evitare tempi di trasferimento che non finiscono più si usa qualcosa capace di maggiori portate, tipo questo:


E ora veniamo al t-butil litio. Il t-butil litio, soluzione in esani, eptano o pentano (!) è uno dei materiali più piroforici che ci siano. Scordatevi sodio o potassio metallici, sodio idruro al 99%, litio boroidruro in polvere, trimetilfosfina. L'unica cosa peggiore del t-butil litio nella mia esperienza è il trimetil alluminio. Per dare un'idea per piccole quantità il t-butil litio soluzione viene commercializzato comunque in bottiglie, il trimetil alluminio soluzione in toluene invece viene commercializzato in bombolette di acciaio. 

Ai tempi dei tempi lavoravo con setup di reazione uguale a quello della figura 2 e se ben ricordo il pallone era un 6 litri a tre colli Ace Glass, coni laterali 24/40, cono centrale 45/50, agitazione meccanica. Lavoravo con t-butil litio e una linea di trasferimento Chemflex come quella della seconda immagine. Quando avevo finito di trasferire il volume richiesto, dopo le operazioni descritte più sopra, dovevo sfilare l'estremità della linea di trasferimento dal setto alla sommità dell'imbuto gocciolatore. Tenevo fissato poco sopra il gocciolatore un imbuto collegato alla linea dell'azoto. Perché appena sfilavo l'ago della linea di trasferimento dal setto, beh, quello diventava una specie di becco Bunsen: immediatamente dall'estremità dell'ago veniva fuori una fiamma. La soluzione al problema era spostare velocemente l'estremità dell'ago sotto il getto di azoto proveniente dall'imbuto per spengere immediatamente la fiamma. 

Detto questo pensate di dover lavorare non con una cannula ma con una siringa. Avete lo stesso ago collegato all'azoto infilato nel setto della bottiglia. Ma siccome la vostra siringa è di plastica e con un ago corto dovete inclinare a mano la bottiglia per pescare la soluzione. Date un poco più di pressione di azoto per accelerare l'operazione, la pressione spinge il liquido tanto da far uscire il pistone della siringa dalla propria sede. E voi venite investiti prima dalla fiamma, poi da un getto continuo di liquido piroforico in fiamme, perché la pressione di azoto è sempre lì, nessuno ha chiuso la valvola. Questa fu più o meno la dinamica dell'incidente di Sheri Shangji.

(Fine dettaglio tecnico)

Mi è capitato, girando per lo youtube italiano, di incappare in questo video.

 

Tutto molto bello, vero? Fare arrivare "la scienza" alle bambine e alle ragazzine, e farlo nello stesso modo in cui parleresti di un manga, di un videogioco, di una serie. Cioè di cose che non richiedono alcuno sforzo all'individuo. Il piccolo particolare è che una laurea STEM richiede non solo studio ma anche impegno e capacità di comprendere concetti che al primo contatto possono sembrare completamente astrusi. Serve capacità di analisi e astrazione e se non si possiede occorre lavorare per costruirsela. E questo nel pacchettino pop dell'advocacy e della divulgazione non può e non deve passare perché guasterebbe il flusso dell'intrattenimento.

Fermatevi un attimo a riflettere: in Italia e indipendemente dalla qualifica una donna ha un più difficile accesso al lavoro e quindi alla fine si ritrova pagata meno dei colleghi maschi. E questa è la situazione attuale. Al di là delle belle questioni di principio quindi proviamo un attimo a immaginare il perché di questa enfasi. Rebus sic stantibus cosa significa "servono più lauree STEM alle donne"? Semplicemente significa che servono più laureati (in senso neutro, mi rifiuto di usare la schwa) con minori aspettative salariali. 

Ipotesi di lavoro: eliminare le disparità salariali tra donne e uomini e verificare poi se l'hype "più lauree STEM alle donne" mantiene la stessa intensità.

Poi ci sarebbe da interrogarsi sul perché di questa enfasi proprio ora. Per caso la faccenda potrebbe avere a che fare con il nuovo quadro geopolitico in cui le aziende a più alta tecnologia sono impegnatissime in un reshoring a tappe forzate (riportare in occidente funzioni date conto terzi in Asia venti anni fa)?

Può essere che si chiedano oggi in Italia più lauree STEM per le donne come si predicava il tecnologo cinese nel 2005? E che la benzina dell'insistenza mediatica sia sempre la stessa, cioè il più basso costo del lavoro?

In realtà l'Italia produce già ora più laureati STEM di quanto il mercato italiano, malridotto com'è, ne possa assorbire. E questo è una delle prime cause del fenomeno dell'espatrio, mai così consistente negli ultimi 40 anni.

https://www.agi.it/estero/news/2024-02-07/italiani-estero-maggiorenni-sei-milioni-regione-lombardia-25172432/

In un contesto di questo genere pensare che dietro ai reiterati appelli per più laureate STEM ci sia una presa di coscienza o una rivendicazione paritaria è quantomeno ingenuo, dando una rapida occhiata ai dati e a quale sia ad oggi il quadro delle politiche per facilitare le donne che lavorano - avete presente quanto costa un asilo nido?. Sempre che non si ritenga che una donna che lavora debba semplicemente rinunciare ad avere una famiglia, il che è anche una scelta perfettamente legittima che però non dovrebbe essere obbligata dalle circostanze.

PS. Prima o poi si arriverà alla parificazione, sì, al ribasso, abbassando gli sipendi degli uomini al livello di quelli delle donne, e sono straconvinto che quando succederà qualcuno festeggerà per lo storico risultato (perché stupidità, vanità, ideologia e conformismo, per quanto con sfumature differenti, sono parimenti distribuite tra i sessi).


domenica 7 aprile 2024

HANNO PROPRIO QUELLA FACCIA LI'

 

Abbiamo una memoria che fa francamente pena. Perché abbiamo dimenticato, molti fingono di dimenticare, che Speranza si ritrova a guidare la sanità italiana proprio mentre, per destino crudele, un’orrida pandemia di stampo medievale cala sul nostro mondo come una coperta mortale. 

Eccerto, destino cinico e baro, che altro?

Piano pandemico non aggiornato da anni e sanità allo sfascio mentre si diceva "Siamo pronti!". A febbraio 2020 la campagna "involtino primavera" del PD. Poi la peggiore gestione della pandemia in occidente, le decisioni prese aumma aumma con il Comitato Tecnico Scientifico, un dispiego dei vaccini anticovid assurdo (prima i soggetti a rischio? ma figuriamoci), goffo, ritardatario e spesso dalle modalità scellerate (vedasi Open Days). Il record dei decessi.

In un paese normale (non normale come lo intende Fabrizio Roncone) Speranza si sarebbe semplicemente dileguato dalla scena politica. Ma l'Italia checché dica Roncone è normale proprio nella sua accezione, e quindi Speranza c'è e a seguito di un evidente scatto di demenza è pure in giro a presentare il suo libro. Ma si sa, in italiano non esiste un sinonimo di accountability, mentre l'inglese unpunished ha sfumature tutte diverse dall'italiano impunito.

Spiace che il conto all'ex ministro non sia presentato dal sistema stato, ma dal malcontento popolare. La sindrome di Maria Antonietta è cronica, nella "sinistra" parlamentare italiana (e forte anche nelle altre forze parlamentari), ma ancora non se ne rendono conto.

Con ciò a "uno di noi" ci credo: Roncone e Speranza nello stesso club Maria Antonietta, mi sembra del tutto logico.

mercoledì 3 aprile 2024

LE NUOVE REGOLE DELLA CENSURA (VECCHIA)

https://www.linterferenza.info/attpol/15923/

Premettendo che l'uscita di CS dai social ebbe molte ragioni circostanziate e che continuo a pensare che  i social network siano già da tempo "territorio nemico", cominciamo mettendo in rilievo l'annuncio nell'articolo:

Sabato 11 Maggio alle ore 10 presso il Centro Congressi Cavour sito a Roma in Via Cavour 50/a, ci riuniremo per il decennale de L’Interferenza e sarà l’occasione, oltre che per un dibattito politico sui vari temi di politica e di politica internazionale, anche per lanciare una battaglia per la libertà di informazione, per combattere contro queste multinazionali che, oltre a godere di privilegi fiscali inaccettabili, se ne  infischiano delle Costituzioni e delle leggi degli stati e impongono le loro regole credendosi al di sopra del diritto. E questo perché i governi glielo permettono.

E continuiamo con le premesse del discorso, contenute nell'articolo su La Fionda che viene citato:

Facciamo un passo indietro. Per chi non avesse seguito la vicenda, lo scorso 9 febbraio Meta ha annunciato che sulle sue piattaforme Instagram, Threads e Facebook verranno sistematicamente oscurati tutti «i contenuti politici, potenzialmente legati a temi quali le leggi, le elezioni o argomenti di natura sociale».

Interrogati da utenti e giornalisti sulla vaghezza preoccupante di una tale definizione, i portavoce di Meta hanno balbettato risposte ancora più fumose, spiegando che la lista nera degli argomenti riguarderà le «hard news (politica, esteri, salute economia, ndr)» e la «critica sociale» inquadrata come «contenuti che identificano un problema che influenza le persone ed è causato dall’azione o inazione degli altri, il che può includere questioni come le relazioni internazionali o il crimine». Tutto, sostanzialmente....

Con le nuove regole, queste pagine perderanno il 93% dei lettori.

E non basterà pubblicare qualche post politico-sociale in meno per scampare all’embargo. Meta ha specificato che non si limiterà a mettere nel mirino i singoli post, ma bersaglierà attivamente interi account, colpevoli di pubblicare «principalmente» contenuti politici o di critica sociale. Anche se per il momento non è stata così gentile da comunicare la soglia di contenuti “indesiderati” autorizzata – 40%, 50%, 60%? – né quale periodo di tempo verrà preso in esame per affibbiare il marchio di “Account politico-sociale” – negli ultimi 7 giorni, 30 giorni, 90 giorni?

Tutto ciò è l'ultima manifestazione di una tendenza che va avanti da anni, e non mi stupirei se le nuove regole venissero applicate con un certo grado di asimmetria (cioè favorendo un certo tipo di orientamenti politici a danno di altri). Non è difficile inserire questo giro di vite nelle varie manovre iniziate in vista delle prossime elezioni presidenziali USA (nonché, su scala minore, delle elezioni europee).

E vorrei ricordare un dettaglio: da anni gli appelli a privare di diritti l'avversario si sprecano. Mi ricordo bene i discorsi sull'epistocrazia che contenevano l'ipotesi di un patentino per votare, guarda caso prima delle elezioni politiche del 2018. Ma mentre privare qualcuno dei diritti politici è abbastanza complicato, levargli la voce è cosa molto più agibile. Ebbi una personale esperienza al riguardo e ci fu della bella gente che applaudì con entusiasmo alla notizia dell'oscuramento di questo blog. Correva l'anno 2019 e da tempo lo squadrismo virtuale era una realtà consolidata.

Oggi la situazione è assai peggiore. I successivi giri di vite della censura sono il segno di un terrore nei confronti degli "eccessi di democrazia" (sic) che cresce anno dopo anno e a cui le politiche emergenziali non hanno saputo rimediare, anzi - vedasi il risultato delle elezioni politiche del '22, scontato, ma so di prima mano che più di uno in casa PD era convinto che ne sarebbero usciti ancora una volta nella maggioranza di governo.

Cosa ci sia oggi sul piatto è visibile a chiunque: la posizione del paese nelle guerre in corso, nei confronti dei progetti di politica sanitaria globale, nei confronti delle agende economiche internazionali, quel che potrà succedere se dalle presidenziali americane non uscirà un POTUS dem. Che la risposta a tutto questo sia l'ennesimo giro di vite censorio non dovrebbe stupire, ma non è certo il caso di stare a guardare in silenzio. 

E comunque oggi i social media sono parte del problema, non della soluzione.

PS: Si è parlato di censura anche in casi di tutt'altro genere come se si trattasse esattamente della stessa cosa. Per esempio in questo caso:

https://www.adnkronos.com/cronaca/molinari-contestato-napoli-israele-gaza_6WVxCq9gblfolvunXVis5a

E mi viene in mente il lupo che accusa l'agnello nella favola di Esopo. Qualcuno può forse sostenere che Molinari in generale non riesca a far sentire la propria voce? Non credo. Se credete alla possibilità di un dibattito onesto con il direttore di Repubblica o con un suo congenere probabilmente avete vissuto gli ultimi cinque anni su un altro pianeta. Gli studenti che hanno contestato Molinari hanno esercitato un loro diritto: quello di non volere accogliere a casa loro la retorica che vuole confondere "stop al massacro" con "antisemitismo".



lunedì 1 aprile 2024

IL CAOS IN PRIMA SERATA


In prima serata per modo di dire, ovviamente. Come diceva qualcuno, se campi abbastanza ne vedi di tutte le specie. Aggiungerei che finisci per vedere tutto e il contrario di tutto.

Esce su Netflix Il problema dei tre corpi e improvvisamente tutti parlano di caos deterministico, il che è molto curioso ai miei occhi. E' molto curioso perché mi ricordo molto bene di quando iniziai a parlare di teorie del caos. Fu nel 2016 e il partito de lascienza ci mise poco a classificare la cosa: "le teorie del caos sono un marker dell'antivaccinismo". Mi ricordo una delirante coda di commenti su facebook in cui c'era uno a caso che parlava di soluzioni del modello SIR e c'erano altri, tra cui Pier Luigi Lopalco e Roberto Burioni, che liquidavano il tutto come "cazzate". Perché? Perché tutte le voci della "scienza" sui social stavano trattando il morbillo del 2017 come se fosse un sistema lineare (ma lineare non lo è). Quindi postare Robert May creò scandalo.

https://royalsocietypublishing.org/doi/epdf/10.1098/rspb.1986.0054

Come sarebbe a dire che due più due può non fare quattro? Eresia. 

Eppure Sir Robert May non fu quidam de turba academicorum: il suo lavoro, tutto sull'ecologia delle popolazioni e soprattutto sulla dinamica delle malattie infettive, è stato un contributo storico alla disciplina e May tra l'altro è stato a lungo presidente della Royal Society. Questo dovrebbe dare un'idea  del livello di chi veniva citato da una parte e dall'altra della cialtroneria a cui si arriva ormai da anni quando un tema politico (la politica sanitaria lo è) viene paludato con le vesti della "scienza". Ma quella era la natura del pubblico scontro di opinioni. Che in realtà le qualifiche o le competenze per parlare di" scienza" non servissero si poteva facilmente osservare: commercianti (BUTAC), laureati in lingue (Attivissimo), pasticcere (IoVaccino), ragioniere (VaccinarSi) e via dicendo. In realtà il curriculum era irrilevante, quel che era importante era ribadire "la cosa giusta", anzi, darla in testa ai dissenzienti. Tra COVID e guerre nessuno se ne ricorda più, ma fu tra 2014 e 2017 che alcuni strumenti sanitari (vaccini) divennero un singolo articolo di fede.

E oggi tutti a parlare del sottostante scientifico de Il problema dei tre corpi, di caos, di nonlinearità, quando fino a due anni fa si linearizzava allegramente il non linearizzabile (e lo si continua a fare con il clima). What a wonderful world...

PS: Chi vuole approfondire può sfogliare il tag caos su questo blog, non ho alcuna voglia di ripetermi. E sul problema dei tre corpi c'è chi ha già fatto il lavoro.

PPS: Dall'altra "parte" ci fu chi volle cogliere la palla al balzo, quanto a teorie di caos, senza capirci assolutamente niente esattamente come i suoi colleghi del partito lascienza. In fondo tutti medici erano, davvero qualcuno continua a pensare che abbiano una formazione scientifica?



domenica 24 marzo 2024

(NON) TREGUA PASQUALE

Negli ultimi due anni abbiamo visto cancellare cicli su Cechov, annullare o contestare spettacoli di o con artsti russi e un murales con Dostoevskij diventare pietra dello scandalo. Con ostentata ignoranza e proterva idiozia ci si dimostrava fieramente determinati a stracciare e bruciare alcune pagine della cultura europea in nome di un qualche principio (un principio tutto meno che superiore). Secondo alcuni addirittura in nome di una democrazia europea, che a livello di UE non è mai esistita.

Quindi gli auguri di buona Pasqua ve li faccio ora, all'inizio della Settimana Santa, con questa:


mercoledì 20 marzo 2024

FISICI, COMUNICAZIONE DELLA SCIENZA, PARADIGMI SCIENTIFICI

 

Qualcuno avrà capito che mi piace molto di quel che ha scritto Lisa Randall, che è un fisico teorico. Mi piace anche quel che produce Sabine Hossenfelder. Perché loro non riducono il tutto a un testo buono per la terza elementare, o forse oggi sarebbe meglio dire terza media, cosa che sarebbe la ragione sociale prevalente dell'attuale divulgazione scientifica: un catechismo per la terza media o per persone con il livello intellettivo di uno studente italiano di terza media. E infatti, neanche a farlo apposta, inoltrato da Starbuck:

https://www.feltrinellieducation.it/corsi-live/scrittura-e-letteratura/scrivere-di-scienza-realizzare-un-prodotto-di-divulgazione-scientifica

Come realizzare un prodotto di divulgazione scientifica? Farlo scemo e moralistico. Più scemo e moralistico è, più funziona (Burioni docet ma anche tutto il resto non scherza, con rare eccezioni di cui qua sopra o ai tempi della presenza social si è parlato). Se qualcuno non ci è arrivato quel che perlopiù passa come divulgazione in Italia non ha a che fare con le scienze, ma con lo spettacolo. Ci si può nascondere dietro il dito del termine "infotainment", ma resta il fatto che è intrattenimento e che quindi non incorpora in nessun modo qualsiasi cosa che sia "disciplina". Come dice un mio vecchio amico "Un divulgatore è uno scrittore fallito". E "divulgare" è una più o meno accattivante cosmesi del fallimento. Nell'impermanenza cronica dell'occidente odierno, in cui ben difficilmente un libro prodotto oggi sarà ricordato non tra 50 anni ma neanche tra 10, "divulgazione" è l'ennesimo prodotto usa e getta, buono per far fare un pugno di like, un poco di share, un poco di copie vendute, ma sopratutto buono a puntellare le parole d'ordine dominanti.

E infatti ci sarebbe da chiedersi: perché realizzare un prodotto di divulgazione scientifica in una fase storica in cui in primis servirebbe coscienza politica? Provate ad immaginare una risposta.

Io la risposta me la sono data da tempo,

E per questo 'sta roba non mi piace (blando eufemismo), ma mi piacciono per esempio i video di Marco Casolino. Mi piacciono per un paio di motivi. In primis non c'è traccia di moralismi d'accatto, non abbassa il livello, e sono convinto che buona parte del suo pubblico capisca di non capire il dettaglio. Il secondo motivo è perché è un instancabile cercatore di "odd balls", cioè oggetti osservati per cui i conti tornano ma risultano incongrui per più di un verso nel corrente paradigma dell'astrofisica.

Dall'esterno (essendo fisica e chimica ambiti poco comunicanti) potrei ipotizzare che se ci saranno novità significative nei prossimi anni saranno nell'astrofisica e per il motivo più semplice: nuovi e migliori strumenti di osservazione. E guardando e ascoltando, meglio si osserva meno i conti tornano (quel che sta succedendo, aggiungendo le incognite di materia ed energia oscura quest'ultima molto più incognita del resto). A pelle mi verrebbe da ipotizzare che siamo solo all'inizio delle osservazioni che non si incastrano benissimo nel corrente paradigma dell'astrofisica. Spero che quel che seguirà sarà una serie di eventi interessante.

PS: Mi piace anche quel che dice Carlo Rovelli, ma questo è un altro discorso.

domenica 17 marzo 2024

CLIMA, UNA RISPOSTA PUBBLICA, VARIE ED EVENTUALI

https://theproudholobionts.substack.com/p/the-climate-has-always-changed-so

Magari quelcuno riconosce l'immagine, già comparsa qua sopra. Quel post ha provocato un commento pubblico di Ugo Bardi. Dopo diversi giorni, ho pensato che forse una mia risposta pubblica sarebbe stata opportuna.

In primo luogo ringrazio Bardi per la presentazione in inglese but I'm not that guy, not exactly:

“The Skeptical Chemist,” an Italian expatriate in Europe whose real name is unknown but who clearly has a deep knowledge of chemistry, in particular pharmaceutical chemistry. His blog and his pages on social media were very successful during the pandemic when he criticized the various manipulations of the truth by the powers that be. As you may have expected, the PTBs took their revenge by making his blog disappear from search engines and social media and also directing against him the wrath of a crowd of clowns in search of a circus. The Skeptical Chemist abandoned social media; he still publishes his blog, but has closed the comments.

Detta così sembra che io io sia una qualche specie di martire per avere dato contro a una lunga serie di bestialità che andavano per la maggiore, e non è assolutamente così. L'anonimato è stata una difesa molto efficace e credo di aver fatto ben poco (e senza risultati) rispetto a Guido Silvestri e Sara Gandini, la cui azione durante la pandemia è stata molto efficace e che per questo si sono visti arrivare addosso di tutto. Ah, una nota: nel branco che gli gettava fango addosso i soggetti più qualificati erano accademici di terza fila con H-Index al limite dell'invisibilità, in un campo in cui l'H-Index è tutto o quasi. Questo giusto per ricollocare in prospettiva il fenomeno.

Tornando a questo blog, non mi risulta che sia sparito dai motori di ricerca e quanto al suo posizionamento nelle ricerche mi interessa poco. I "powers to be" non si sono  mai fatti sentire, a quel che mi ricordo, e per quel che riguarda la visibilità online il suo andamento l'ho sempre attribuito ai successivi giri di vite sull'informazione, ad algoritmi sempre più stringenti, eccetto che in un singolo caso molto circostanziato. Per quello che riguarda i pagliacci confermo, ma ritengo sia qualcosa che succede a chiunque raggiunga un briciolo di esposizione parlando di temi divisivi. Le ragioni dell'abbandono dei social sono state anche quelle spiegate

Riguardo i commenti sul blog, all'inizio non erano aperti perché c'era la presenza sui social, e quindi si poteva commentare lì. Oggi proprio le ragioni che mi hanno spinto ad abbandonare i social sono le stesse per lasciare chiusi i commenti. Ma veramente si pensa oggi che un pubblico dibattito produttivo sia generalmente possibile? Sia sui grandi media che sui social si tratta solo e unicamente di consolidare la fanbase, la bolla, il proprio elettorato, grandi o piccoli che siano. A questo ormai si è ridotta la dialettica in tempo reale sui media, social o no. Ed è qualcosa per cui ho perso ogni interesse, se non si è capito. Le possibilità di interazione con questo blog sono limitate alla mail, che prevede un meccanismo meno di pancia, meno istintivo e magari più ragionato rispetto a un commento o una reazione sui social. 

Ritornando alla faccenda clima faccio presente di nuovo che l'autore del pezzo non voleva dire "il clima ha cicli" (grazia graziella etc), né tantomeno "il clima ha cicli e quindi l'uomo non c'entra niente", ma voleva sottolineare quale sia il background di variabilità con cui il modellista deve avere a che fare. Un altro mio contatto, che nella rilevazione di parte dei dati coinvolti ci lavora, ha commentato: " Bravi voi che parlate di modelli, e tutto perché non avete mai visto i dati con cui li fanno e le relative incertezze".

Di nuovo questo non significa che "il clima cambia da sempre e i modelli sono basati su dati spazzatura". Semplicemente significa che in primo luogo i modelli non sono Sante Tavole della Verità. 
In secondo luogo significa che non solo non siamo in grado di produrre predizioni affidabili per un determinato momento del futuro: anche con la previsione dei trend  gli intervalli di confidenza si possono dilatare fino a svariati gradi o decine (plurale) di anni, e basta vedere i grafici IPCC: 

Global surface temperature changes relative to 1850-1900, degrees C, under the five core emissions scenarios used in AR6




Quale è la differenza rispetto a cose ormai dimenticate, come questa roba che venne dall'Imperial College riguardo al COVID nel 2020?


Dovrebbe essere evidente: la differenza è la scala temporale. Ed è quello a cui mi riferivo con un post di qualche tempo fa. E' grazie a questa differenza che sappiamo che le previsioni 2020 di Imperial College valevano niente. Riguardo al clima invece nel modello IPCC siamo in un punto in cui gli scenari sono ancora completamente confusi. Per validare il modello IPCC con l'osservazione dei dati occorrerebbe essere nel 2100, quando le previsioni dei tre scenari non saranno più sovrapposte. Oppure le previsioni potrebbero essere confermate da un'innalzamento di temperatura di 2.5 °C nel 2050: ma se aspettassimo il 2050 per verificare, rilevando un aumento di temperature di 2.5 °C, allora saremmo in guai estremamente seri e la situazione potrebbe essere irreversibile. Ma c'è da considerare che i margini di incertezza (confidence intervals, credibility intervals o quello che volete) potrebbero essere un poco più ampi di quelli raffigurati.
 
Detto questo, l'intero pacchetto è stato confezionato come "Lo dice la scienza" e amen. E quindi si è passati in un dominio in cui concetti come errore, σ2, p-value e Confidence Interval non hanno cittadinanza, muovendo in un territorio che non ha a che fare con nessuna disciplina scientifica (dominio politicamente presidiato dalla "sinistra" parlamentare e da movimenti più o meno isterici).
Le conseguenze politiche della cosa sono sotto gli occhi di chi vuol vedere, tali e quali come per il COVID. L'esempio più recente e eclatante? Stabilire che in Europa gli edifici preesistenti debbano raggiungere la classe energetica D entro il 2033 (tra l'altro non è che solo l'Italia abbia centri storici, eh...).

Concludo ripetendo le parole dell'autore del post originario:

Parlare di previsioni del clima senza discuterne l'incertezza semplicemente non ha senso, e chiunque non metta il problema dell'incertezza al centro, sta cercando di passare un'agenda politica, non di trasmettere un messaggio scientifico. Anzi, parlare di incertezza è essenziale proprio perché parlando di incertezza si può esplicitare la dimensione politica di un dibattito che può svilupparsi sul problema del clima, trattandolo come un problema da valutare, soppesare, paragonare ad altri problemi.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...