lunedì 14 settembre 2020

AVERCELA UN'AGENZIA REGOLATORIA.. (OPS, LA ABBIAMO? MA DAI...)

https://www.nature.com/articles/d41586-020-02542-8?utm_source=Nature+Briefing&utm_campaign=b19d1ddb27-briefing-dy-20200910&utm_medium=email&utm_term=0_c9dfd39373-b19d1ddb27-44112225



“The integrity of the country’s leading public-health regulatory agency is more than an abstraction; it is a matter of life and death.”

Nell'aprile dell'anno scorso Scott Gottlieb lascò la guida di FDA. Si dimise "per motivi personali", ma gli osservatori sospettarono che la causa delle dimissioni fossero frizioni non sanabili con Trump (ricordo che il commissioner di FDA è una nomina presidenziale che poi deve essere approvata dal Senato). Pessimo anno, il 2019, per FDA. Numero delle ispezioni crollato, il ginepraio delle sigarette elettroniche... Il Il ridotto numero di ispezioni assieme ad una serie di misure prese da Gottlieb per facilitare l'ingresso sul mercato di generici pareva dire che l'agenda fosse quella della politica sui farmaci di Trump, anche se chiamarla politica è forse eccessivo: "i farmaci costano troppo".
Dopo mesi di vuoto arriva la nomina di Stephen M. Hahn, a dicembre 2019, giusto in tempo per COVID.
E in almeno due casi la pressione dell'amministrazione Trump su FDA è stata del tutto evidente ed è andata a segno. Le pressioni di Trump per un'Emergency Use Authorization all'idrossiclorochina sono state svelate da un whistleblower (l'autorizzazione sarebbe stata annulata a stretto giro, poi). E la precipitosa EUA data al plasma iperimmune aveva la stessa firma, quella del POTUS.
Ma, opinione personale, non ci sono solo gli uomini, ci sono le strutture, e certe strutture hanno caratteristiche di resistenza tutte loro.
Hahn non ha voluto sembrare "uomo di Trump", sulla questione vaccini antiCOVID? Chissà. Fatto sta che nonostante le forti pressioni del POTUS per avere un vaccino a novembre su questo punto la posizione di Hahn è stata decisamente ferma: niente approvazioni affrettate e per una EUA asticella altissima. Gli sviluppatori di vaccini alla fine sono venuti fuori con una dichiarazione comune "niente sviluppo affrettato".
Quindi, sulla vicenda vaccini antiCOVID, FDA non solo è stata nell'occhio del ciclone, in USA, ma ha finito per non farsi mettere al guinzaglio.

L'indipendenza dalle pressioni politiche è importante, per un'agenzia regolatoria. Ma è anche importante che il suo ruolo sia riconosciuto. Mentre nella vicenda USA FDA è stata centrale, in Europa si è fatto, disfatto e firmato accordi senza che a EMA sapessero niente. Rasi il 4 settembre si lamentava “Il vaccino a novembre? Aspetto i primi dati. Per ora solo annunci” (https://www.ilfattoquotidiano.it/in-edicola/articoli/2020/09/04/il-vaccino-a-novembre-aspetto-i-primi-dati-per-ora-solo-annunci/5919724/).

Gli standard della regolazione farmaceutica occidentale sono un patrimonio pubblico, e come tale andrebbe difeso. Ma pare che la difesa dei patrimoni pubblici non vada molto di moda, specie da noi.


giovedì 10 settembre 2020

COMPRERESTE UN'AUTO USATA DAL MINISTERO DELLA SALUTE? IO NO

https://www.tpi.it/cronaca/vaccino-anti-covid-oxford-sperimentazioni-pronto-novembre-20200907660170/
Lasciate stare che nel frattempo è stata messa in pausa una sperimentazione clinica. Non ci pensate. Seguite il testo ed i punti.

Dice Speranza:
“Sul vaccino anti Covid stiamo investendo il più che possiamo e penso che le energie che si stanno mettendo in campo porteranno presto a risultati incoraggianti, io sono ottimista”, ha detto il Ministro alla Festa del Fatto Quotidiano. “Abbiamo un contratto con AstraZeneca, e se dovesse andar bene le prime dosi ci saranno consegnate già alla fine dell’anno”, ha proseguito Speranza. Il vaccino di Oxford, ritenuto il più avanzato e promettente, dovrebbe essere distribuito prima agli operatori sanitari e poi alle forze dell’ordine, mentre per gli anziani bisognerà attendere i risultati di alcuni test. Ma la priorità dovrebbe essere data agli ospiti delle Rsa."

Sarebbe il caso che chiarisse: lo stato italiano ha un contratto con Astra Zeneca, o "abbiamo" significa "l'Europa ha?". A naso la seconda, visto che  remdesivir  è disponibile in Italia nel quadro dell'Emergency Support Instrument (e quindi contingentato  ). Eh già, con le approvazioni di remdesivir pensavate si fosse fatto un passo avanti, vero? E invece sorpresa, è razionato. Nei fatti non è cambiato niente rispetto a quando si doveva fare domanda per l'uso compassionevole (

ESI ha messo su remdesivir la strabiliante cifra di 63 milioni fino a ottobre, riservandosi di acquisire altro farmaco nel futuro.

Il risultato finale è che per tutta la EC saranno disponibili trattamenti per circa 30.000 soggetti, cicli di 5 iniezioni, 2000 eur a ciclo. L'amministrazione federale USA sta pagando 2400 USD a ciclo, quindi l'Europa nella trattativa è stata efficace.
Una vera fortuna che da noi una seconda ondata epidemica ancora non sia in vista, vero?


Ma continuiamo con l'articolo di tpi:

 “Gli accordi fra governi e aziende prevedono una condivisione del rischio. Se i vaccini si riveleranno inefficaci, la spesa per lo sviluppo e le dosi prodotte in anticipo verrebbe in parte coperta dai governi”, ha spiegato Ricciardi. Ma a differenza degli Stati Uniti, pronti a coprire ogni costo, l’Europa offre un’assicurazione solo parziale."

Ah beh, capirai. Astra Zeneca è stata finanziata in USA, per il suo vaccino, con più di 1,2 miliardi. La Commissione ha detto e ripetuto che i quattrini di cui si è parlato nelle trattive sono da intendersi come anticipo sui futuri acquisti (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/09/i-conti-senza-loste-demansioniamo-loste.html), ma Ricciardi ne sa di più di chi ha trattatto e firmato, evidentemente.
E poi si tira in ballo EMA, ma... se a Bruxelles si fa e si disfa senza considerare di striscio EMA, che si deve pensare?
Poi questi contratti/accordi sono completamente opachi: quello italiano-franco-olandese etc non si sa se esiste ancora, quello tra Commissione e aziende (la "soluzione europea" ) lo conoscono solo i firmatari.
Ah, non potevano mancare i 50.000
"La somministrazione dovrebbe avvenire con una puntura, e molto probabilmente sarà necessario un richiamo a uno o due mesi di distanza: dipenderà dall’esito della fase tre delle sperimentazioni, a cui hanno preso parte 50 mila volontari tra Gran Bretagna, Brasile e Stati Uniti. Intanto la produzione di AstraZeneca è già in moto in alcuni stabilimenti del mondo, e in Italia è stata affidata all’Irbm di Pomezia: circa 10 milioni di dosi, di cui due destinate all’Italia, dovrebbero essere immediatamente pronte. L’accordo per la produzione di quelle commerciali è invece ancora in fase di negoziazione."
50.000 soggetti: questo è il piano di arruolamento. Se li avessero già dosati tutti, fase III sarebbe finita e la NDA sarebbe nelle mani di FDA. Niente di tutto questo.
Ma Ricciardi regala un'ultima perla:
“CanSino è una ditta cinese che sta per terminare la fase tre, con i test condotti in buona parte sui militari dell’Armata Rossa. Se i dati saranno buoni, il vaccino potrà essere commercializzato anche da noi, con l’autorizzazione dell’Ema”
Il vaccino CanSino approvato in occidente? Sarebbe una prima assoluta. Al momento né EMA né FDA fanno entrare alcun biologico Made In China ( o in India) in occidente e non senza ragioni.
Tutto molto bello, anzi bellissimo.



mercoledì 9 settembre 2020

COVID-19, VACCINI: SCUDI LEGALI E TRIAL INTERROTTI




Gli sviluppatori di vaccini antiCOVID fanno sapere a Trump che non intendono affrettare i tempi (https://www.statnews.com/pharmalot/2020/09/07/pharma-covid-19-vaccine-drew-a-line/).
Questo episodio non è che incrina, riduce letteralmente in frantumi la narrazione
su FDA spinta da Trump ad approvare un vaccino per novembre.
In primo luogo, nonostante quanto riportato a suo tempo da Guardian e Corriere,
Hahn, commissioner di FDA, non si è mai dichiarato immediatamente pronto ad una
Emergency Use Authorization, ma si è detto disponibile al Fast Track che è tutto
un altro film. In secondo luogo gli sviluppatori di vaccini si dicono indisponibili ad accorciare i tempi, anche perché andare contro gli ultimi indirizzi pubblicamente dichiarati da FDA sarebbe, diciamo così, poco igienico (FDA ha un peso appena appena diverso, rispetto a EMA, diventata ormai il regolatore di un mercato che quantitativamente è l'ombra dell'ombra di quello che era 15 anni fa).
Piccolo particolare: gli sviluppatori di vaccini firmatari del comunicato sono esattamente gli stessi che hanno negoziato e continuano a negoziare con la Commissione Europea,
e da questa parte dell'Atlantico il film è tutto diverso. In Europa vaccino quanto prima,anzi, a novembre.
E perché qui sì e in USA no?
Semplice. In USA non si è mai parlato di scudo legale per i produttori, e questo
perché sicuramente l'argomento è stato ritenuto non fuori luogo, ma suicida.
In assenza di scudo legale i produttori, al di là di tutte le dichiarazioni di
facciata (perfettamente sensate, tra l'altro), non si vogliono prendere il rischio.
Se ad Anagni si lavora a pieno ritmo per la produzione del vaccino Oxford-AZ non
lo si fa a vuoto o a casaccio. Lo si fa perché (dichiarazioni AZ non smentite
dalla Commissione) Astra Zeneca ha ottenuto lo scudo legale, il 14 agosto.
L'acquisto del vaccino avverà tramite l'Emergency Support Instrument, iniziativa della Commissione, e quindi gli stati per acquistare dovranno sottoscrivere le condizioni trattate a Bruxelles, scudo legale compreso.
C'è da sistemare l'aspetto regolatorio, cioè EMA, che viene ormai considerato del tutto secondario e irrilevante, quindi in un modo o nell'altro verrà sistemato.
E con un tratto di penna la Commissione Europea pareva avesse firmato l'ufficiale estinzione della regolazione farmaceutica sul nostro continente, una cosa liberatoria, era da troppi anni che si fingeva.
Ma...
Ma nella notte tra 8 e 9 settembre da oltreoceano arriva la notizia: Astra Zeneca mette in pausa i trial sul suo vaccino a causa di non meglio specificate reazioni avverse che hanno richiesto l'ospedalizzazione (https://www.statnews.com/2020/09/08/astrazeneca-covid-19-vaccine-study-put-on-hold-due-to-suspected-adverse-reaction-in-participant-in-the-u-k/). 
Astra non è messa particolarmente bene: due-tre anni fa era considerata a rischio di acquisizione da parte di Pfizer (e potete immaginare la serenità dei dipendenti nel periodo in cui la voce è girata con insistenza). Poi è tornata in pista con uno dei primi inibitori di PARP approvati e con un programma di cosviluppo in campo carcinoma ovarico con Merck, che ci ha messo fondi cospicui. 

Il comportamento responsabile dell'azienda su queste fasi III del vaccino antiCOVID è facilitato dal fatto che se pure la pausa dei trial si dovesse risolvere in una interruzione definitiva, con il fallimento dello sviluppo del prodotto, AZ non ci perde soldi. Infatti è stata finanziata a fondo perduto dall'amministrazione federale USA con circa 1,2 miliardi , cifra a regola sufficiente a coprire le spese di sviluppo del vaccino.
Indipendentemente dalle ragioni e dalle facilitazioni, ancora una volta la tenuta del sistema è garantita dalle aziende, perché come avrete capito per la politica si sarebbe potuta iniziare la distribuzione anche ieri.

martedì 8 settembre 2020

I CONTI SENZA L'OSTE? DEMANSIONIAMO L'OSTE



In principio era il vaccino italiano, che non era precisamente italiano, ovvero il vaccino Oxford-IRBM. "In principio" era ad aprile. "Vaccino a settembre", diceva Di Lorenzo (IRBM), ma mancavano i soldi. Non si capiva se era stato fatto il modello animale né nel caso chi lo aveva fatto. Si capì invece che c'era un problema di fondi: si doveva iniziare la sperimentazione clinica e non c'era un centesimo, invece servivano dieci milioni, almeno. Di Maio e Speranza avevano elargito molte parole ma alla fine, zitti zitti, avevano inviato Di Lorenzo a Cassa Depositi e Prestiti, dove il tempo passava e non si levava un ragno dal buco. Mentre in Italia sia fa melina oltremanica il perfido Johnson mette i 20 milioni. Il baricentro del progetto viene definitivamente spostato in UK quando Astra Zeneca si compra il progetto. E qua il gioco si fa serio.
Italia Francia Olanda e Germania formano al volo un gruppo d'acquisto e opzionano il vaccino Oxford-AZ, 400 milioni di dosi (https://www.cnbc.com/2020/06/15/italy-france-the-netherlands-germany-to-pay-843-million-vaccine.html). Questo accade il 13 giugno. A stretta ruota al gruppo di acquisto si aggiungono Spagna, Polonia e Svezia (https://www.lamoncloa.gob.es/lang/en/gobierno/news/Paginas/2020/20200619covid19-vaccines.aspx). 
E all'improvviso tutto diventa confuso, perché in contemporanea la Commissione il 17 giugno comunica ufficialmente la "EU Strategy for COVID-19 vaccines" (https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?qid=1597339415327&uri=CELEX:52020DC0245). Il 20 di maggio sempre la Commissione aveva varato Emergency Support Instrument, con 2,7 miliardi di dotazione: il 17 giugno dichiara che
"La Commissione finanzierà parte dei costi affrontati dai produttori di vaccini sotto forma di Advance Purchase Agreements (accordi di opzione). I fondi allocati devono essere considerati come un anticipo sul pagamento dei vaccini che saranno effettimente acquistati dagli stati"
Diventa abbastanza chiaro che la Commissione mette avanti il soldi, e se li mette avanti lei non li mettono avanti gli stati, a regola - chiaramente i fondi della Commissione sono fondi del bilancio europeo, quindi sono stati messi dagli stati membri, ma questo è un altro discorso.
Nelle prime due settimane di luglio non si sente più parlare di gruppo di acquisto italo-franco-tedesco-olandese-etc. Ma il 14 luglio La Stampa tira fuori il famoso titolo "COVID, il vaccino funziona - l'obiettivo è distribuirlo senza sperimentazione" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/07/follie.html). E sul Sole24Ore viene fuori il discorso dello scudo legale per i produttori. Ci sono trattative in corso ma non si capisce chi tratta con chi (eppure - e lo dico anche in riferimento allo scrivente - era tutto nero su bianco, online sul sito della Commissione, nascosto in bella vista).
Ora (col senno di poi) è chiaro che tutta la vicenda è passata sotto Emergency Support Instrument, ma ESI altro non è che la Commissione, che a partire da luglio inizia a trattare con gli sviluppatori di vaccini, singolarmente, e con la loro associane/lobby Vaccine Alliance (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/08/vaccini-anticovid-lobby-e-europa.html). Il 14 agosto la commissione firma il primo accordo con Astra Zeneca (https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_20_1438). "Oggi, dopo settimane di negoziati, abbiamo il primo accordo EU di acquisto anticipato per un candidato vaccino.Vorrei ringraziare AstraZeneca per il suo cotruttivo impegno in questo accordo di così grande importanza per i nostri cittadini", dichiara Stella Kyriakides, Commissario alla Salute.
In una plastica rappresentazione del funzionamento della democrazia europea, la questione raggiungerà la preposta commissione del Parlamento Europeo solo questa settimana (https://www.europarl.europa.eu/committees/it/debate-on-eu-vaccine-strategy-and-advanc/product-details/20200902CAN56921), quando i giochi sono già stati fatti:

Sanofi-GSK : 300 milioni di dosi
Johnson and Johnson: acquisto iniziale di 200 milioni di dosi e possibile acquisto di ulteriori 200 milioni
CureVac: acquisto di 225 million doses
Moderna: acquisto iniziale di 80 milioni di dose con l'opzione per l'acquisto di altri 80 milioni.


Chiaramente ESI è completamente sbilanciato a sfavore di Moderna sul lato vaccini e, in genere, a sfavore dei farmaci, o meglio dell'unico nuovo farmaco: prevede 150.000 dosi di remdesivir, per 30.000 pazienti (una fortuna che la seconda ondata da noi ancora non si veda).
Notare bene: di tutto quello di cui abbiamo parlato remdesivir è l'unico per cui ci sia stato un pronunciamento regolatorio (e su tutte e due le sponde dell'Atlantico).
Per quello che riguarda questi diversi vaccini, rebus sic stantibus, EMA è completamente esclusa dal processo (e ancora non ha una pratica per un singolo vaccino).
Oltreoceano l'amministrazione Trump esercita pressioni su FDA da mesi, il che dovrebbe dare un'idea del ruolo di FDA. Da noi EMA, molto semplicemente, non è stata presa in considerazione. Nessuno ha pensato che si dovesse includerla nel processo, eloquente esempio del peso che viene dato in Europa alla regolazione farmaceutica oggi.
Repubblica rilancia: vaccino a novembre (e parla di quello Oxford-AZ  https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/09/06/news/vaccino_fabbriche_gia_in_moto_a_novembre_10_milioni_di_dosi-266427987/): probabilmente qualcuno pensa che consegnando tra un mese e mezzo la pratica a EMA il tutto si debba risolvere in una formalità, il timbro di un burocrate, e poi si parte.
Ma il tutto è ulteriormente curioso perché i ricercatori clinici impegnati nei trial del vaccino Oxford-AZ cascano dalle nuvole.
 

 

domenica 6 settembre 2020

COME SI GESTISCE LA SANITA' PUBBLICA? COL FAVORE DELLE TENEBRE



E non è una novità.
C'è un tempo in cui generare allarme o ansia è controproducente, e un altro tempo in cui è doveroso?




Non da ieri hanno cominciato a volare gli stracci. Personalmente non nutro tutta questa stima per un CTS il cui coordinatore, Miozzo, appunto, ha dimostrato in passato di non saper né usare né tenere sulla faccia una mascherina - per esempio non capirò mai che ci fa un pediatra come Villani, nel CTS, uno che ha sempre brillato per spessore tecnico e onestà intellettuale - si fa per dire : https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/lininfluenza-di-chiamarsi-b-o-plp.html  dal rischio teorico alla mascherina dai tre anni in su https://sip.it/2020/07/09/villani-per-i-bambini-mascherina-dai-tre-anni-possono-essere-contagiosi-come-gli-adulti/.
Due punti su questa intervista: a febbraio il worst case scenario da 600.000 casi era da nascondere, a maggio quello da 150.000 casi era da cavalcare.
Dimostrazione di come ci sia una vasta area convinta che senza spargere il panico o l'ansia la gente smetterà di comportarsi in maniera responsabile. E dimostrazione che questa area coincide con quella che tra gennaio e febbraio si preoccupava in primis di non spargere allarme o ansia. E parliamo dell'area al governo del paese.
“Siamo prontissimi, continuiamo costantemente a aggiornarci con il Ministro Speranza, abbiamo adottato tutti i protocolli di prevenzione possibili e immaginabili”, aveva dichiarato Conte in TV il 27 gennaio (https://www.lastampa.it/rubriche/lato-boralevi/2020/03/26/news/conte-e-il-giudizio-della-storia-1.38640207). E invece Miozzo conferma che non c'era un piano pandemico, non c'erano le mascherine per gli ospedali, né chirurgiche né DPI, non c'erano posti in intensiva e non c'erano reagenti per i tamponi.
Inoltre, finalmente, Miozzo avoca a sé l'invenzione della "mascherina di comunità". Era ora, non poteva più andare sulle bocche di tutti come figlia di nessuno.
Non solo: conferma che il CTS si era pronunciato per le zone rosse a Alzano e Nembro ma il governo non ha voluto farle.
Ma ovviamente il governo ha insistentemente declinato la propria responsabilità politica, indicando il CTS come fonte delle sue decisioni.

E no, il CTS non ha fatto questo lavoro eccezionale: se ne era accorto Marco Bella, quando alla Commissione Scuola della Camera era stato presentato un documento tecnico le cui affermazioni non erano derivate da nessuna fonte, da nessun apparato bibliografico, da niente (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/06/la-resa-dei-conti-o-il-conte-delle-rese.html).
Chi in un modo o nell'altro ha fatto il miracolo sono stati i cittadini italiani, che nel complesso si sono comportati responsabilmente, anche quando i media e la politica scaricavano la responsabilità del disastro addosso alla loro supposta dissennatezza. E che si sarebbero meritati trasparenza, perché trasparenza e democrazia vanno a braccetto, o almeno così un tempo si pensava. Invece hanno avuto quello che il governo era capace di dare: propaganda, fumogeni, scaricabarile (
https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/covid-19-italia-lallerta-ignorata-la.html).



sabato 5 settembre 2020

A 50% BULLSHIT BASED SOCIETY



David Graeber, antropologo della London School Of Economics, anarchico, è morto a Venezia a 59 anni. Non lo avevo mai sentito nominare prima dell'uscita di Bullshit Jobs, libro che ha avuto una certa fortuna, e per il più ovvio dei motivi: moltissimi sentendo parlare di bullshit jobs avevano presente fin troppo bene l'argomento, avevano osservato il fenomeno per anni (o ne avevano fatto parte) senza però formalizzarlo, incapaci di sistematizzarlo. Nel 2018 arrivava Graeber e bang! eccolo lì, nero su bianco.
Nel libro Graeber diagnosticava e delineava l'epidemiologia dei "lavori inutili di cui nessuno vuole parlare", espandendo l'intuizione avuta con un articolo di cinque anni prima, riassumibile dalla frase "se tutti i lobbisti e gli avvocati corporate del mondo sparissero istantaneamente nessuno se ne accorgerebbe, neanche i loro clienti" (https://www.newyorker.com/books/under-review/the-bullshit-job-boom). E pure un collega raccontava a un noto blog del settore che passando dalla ricerca medchem alla consulenza per l'innovazione gli bastavano due presentazioni powerpoint per fare quello che era stato il suo stipendio di un anno.
La stima di Graeber era che nella società occidentale contemporanea circa il 50% dei lavori sono "bullshit jobs". E che nessuno voleva calcolare il costo sociale del fenomeno.
Ecco un passo significativo del libro:

"Assai pochi tra gli economisti hanno davvero provato
a misurare il valore sociale complessivo di differenti professioni; per molti probabilmente l'idea in sé è una perdita di tempo; ma quelli che ci hanno provato tendono a confermare che esiste in effetti una proporzionalità inversa tra salario e utilità. In un articolo del 2017 gli economisti americani Benjamin Lockwood, Charles G. Nathanson e E- Glen Weyl misero assieme la letteratura esistente sulle "esternalità" (costi sociali) e sugli "effetti di spillover" (benefici sociali) associati con diverse professioni ad alta retribuzione, per vedere se era possibile calcolare quanto ciascuna professione sottrae o aggiunge all'economia complessiva. Concludevano che mentre in alcuni casi - evidentemente associati alle industrie creative - i valori coinvolti erano troppo soggetti a valutazioni soggettive, in altri casi una certa approssimazione era possibile. Le loro conclusioni: i lavoratori più socialmente utili il cui contributo poteva essere stimato sono i ricercatori medici, che aggiungo 9 dollari di valore sociale complessivo per ogni dollaro di stipendio. Quelli meno utili erano quanti lavoravano nel settore finanziario, che mediamente sottraggono 1,80$ di valore sociale per ogni dollaro di stipendio (e ovviamente i lavoratori del settore finanziario sono pagati molto molto bene).
Ecco il bilancio complessivo:
ricercatori: +9
insegnanti:+1
ingegneri:+2
consulenti e professionisti dell'Information Technology:0
avvocati:-2
pubblicitari e professionisti del marketing:-0.3
manager:-0.8
settore finanziario:-1.5 "

Queste considerazioni, per quanto suonino sensate, mi sono sembrate il frutto di un'ottica anglosassone (specialmente per quel che riguarda gli avvocati). Se dovessi pensare a quali sono, a pelle, i bullshit jobs più cospicui che mi è capitato di incrociare, mi verrebbe da dire tecnologo e innovation manager.


mercoledì 2 settembre 2020

SU UN PIANETA LONTANO LONTANO... - by Starbuck


Prologo: Gentili viaggiatori buongiorno e benvenuti su Z Reticoli. Z Reticoli è lontano da voi, anche se potrebbe sembrarvi terribilmente vicino: diciamo che da noi, data astrale 22 giugno 2020, siamo “distanti ma vicini” (https://m4.ti.ch/fileadmin/DSS/DSP/UMC/malattie_infettive/Coronavirus/Distanti_ma_vicini.pdf ) ma non ci offenderemo se voi continuerete ad applicare l’extreeme social distancing. 
Da metà primavera circa mi sto dilettando delle avventure di un pianeta lontano lontano: Zeta Reticoli. Un pianeta i cui abitanti (ma voi non lo sapete, segreto dell’area 51 shhhhhhhhhhh) si miscelano continuamente con i nostri e viceversa, passando barriere transdimensionali... (solo che su Z reticoli li chiamano più semplicemente “Frontalieri”). Strani forte quelli là, sembrano uguali a noi, a parte la storia del cioccolato e della benzina che costa meno del diesel... comunque, la serie mi sta appassionando anche perché è... tutta in un simil-italiano! e non rischio mal di testa coi sottotitoli in inglisc.
Li sto seguendo anche perché  pure nel loro mondo è capitata una sfiga simile alla nostra... tipo... simile... a quella storia del COVID... però non deve essere proprio la stessa... oppure la genetica deve essere diversa perché in qualche modo sembra stiano risolvendo ( https://www.tio.ch/svizzera/attualita/1440288/svizzera-tanner-ondata-coronavirus-infezione,https://www.larivista.ch/covid-19-in-svizzera-non-ci-sara-una-seconda-ondata/ ). Addirittura alla loro data astrale del 28 maggio, non solo avevano già riaperto le scuole da un pochetto ma c’erano Z-reticolesi (tale Tanner, membro della task force scientifica istituita dalla Confederazione Z-reticolese sulla Z-Covid-19) che invitavano a “rilassarsi” perché di sicuro da loro “non ci sarebbe stata una seconda ondata”. 
“Forse”, ho pensato io, “perché su Z Reticoli non c’è il mare e quindi non hanno le onde”. 
O forse, come insinua qualcun altro, fan storico della seria, perche’ hanno gestito il problema. Seguendo i bollettini giornalieri estivi –simili per certi versi a quelli del nostro mondo- ( https://www.tio.ch/ticino/cronaca/1458745/contagi-ticino-cantone-diffusione-emergenza ) quello che spiccava era una incredibile differenza nella comunicazione: rassicurvano, continuavano a dire “qua su Z-reticoli stiamo facendo bene, avanti cosi’”, imperterriti!
L’11 maggio (sempre data astrale, eh..) su Z Reticoli erano già riprese anche le lezioni scolastiche, (https://www.swissinfo.ch/ita/istruzione-e-covid-19_incertezza-alla-riapertura-delle-scuole-in-tempo-di-coronavirus/45751306) con qualche perplessità ma con una altissima percentuale di partecipazione. Il documento su cui si basava la ripresa prevedeva il ritorno in classe all’insegna della massima normalità, soprattutto per i più piccoli. 
Il DECS (corrispondente del nostro MIUR per il canton Z-Ticino) aveva chiesto il 19 giugno (giorno del termine delle lezioni) agli istituti scolastici di prepararsi e predisporsi per l’inizio delle lezioni ad agosto secondo 3 scenari: in presenza, didattica mista, didattica da remoto (https://www.tvsvizzera.it/tvs/anno-scolastico-2020-21_come-riaprir%C3%A0-la-scuola-ticinese-/45907634   ). Il 10 agosto sarebbe seguita comunicazione del riavvio dell’anno scolastico.  Se vi prendete la briga di cercare le notizie su scuola sui quotidiani locali di questo magico mondo alieno tra il 19 giugno ed il 10 agosto non troverete praticamente nulla. Niente banchi a rotelle, niente plexiglass per intenderci. Quello che troverete invece il 10 agosto sarà una decisione, quella promessa 2 mesi prima. Come auspicato le condizioni saranno tali da permettere una ripartenza in presenza (scenario 1). (https://www.tio.ch/ticino/attualita/1454183/allievi-scuola-cantone-scuole-aula ) Gli altri scenari? «Da evitare» si legge su uno dei vari quotidiani locali: “Ora le autorità auspicano che «l'anno scolastico possa cominciare bene con una scuola efficace». E Bertoli ha aggiunto: «Se remiamo tutti nella stessa direzione, penso che potremo immaginare anche un intero anno scolastico a classi complete»”, e vi invito a leggere le dichiarazioni di Bertoli (consigliere di Stato del Canton Z-Ticino e direttore del DECS), rilasciate a giustificazione della riapertura ( https://www.liberatv.ch/coronavirus/1454201/le-scuole-riapriranno-in-presenza-la-meta-dei-contagi-in-ticino-arriva-dall-estero ).
Ed adesso torno quasi seria per un attimo, torno “tra noiartri” e vi invito a leggere la documentazione che dal 19 giugno (dicannove giugno) circola sul sito del DECS: se ve la cavate in francese e tedesco potete seguire quello che è accaduto in altri cantoni. La Svizzera, come esempio di ripartenza, è interessante per diversi fattori: storicamente conta un alto numero di lavoratori che quotidianamente entrano ed escono dal territorio per tornarsene al paese d’origine (nell’ordine: francesi, italiani e tedeschi), in alcune aree (come il canton Ticino) ha avuto incidenze pari o superiori a quelle dei paesi confinanti (https://www.varesenews.it/2020/05/coronavirus-la-provincia-varese-supera-canton-ticino/928207/ ), ha un sistema sanitatio tutt’altro che pubblico...ma ha in qualche modo gestito la ripartenza, riaprendo a partire da maggio i confini ai lavoratori cosidetti frontalieri (https://www.espansionetv.it/gate/2020/04/29/canton-ticino-frontalieri-ripresa-tra-valichi-chiusi-e-treni-fermi/  ed al turismo solo dopo). Il modello di comunicazione utilizza sulla stampa locale ( e lo si può apprezzare facilmente scorrendo le versioni in lingua italiana) in questi mesi è stato ben diverso da quello che invece si è potuto osservare sulla stampa nazionale per mesi... ma non potrebbe essere altrimenti. se da noi chi sostiene che “la seconda ondata non ci sarà “ viene etichettato come negazionista, in Svizzera questa affermazione discende proprio da chi presiede l’analogo del nostro CTS. Emblematica per me la gestione della ripartenza scolastica rispetto a quanto sta accadendo qua in Italia.  In Svizzera, a maggio come oggi, la ripartenza sembra essere compatta (https://www.tio.ch/ticino/attualita/1458388/scuola-docenti-insegnanti-decs-defezioni-fare ). Si legge “Il ritorno, oggi, dei docenti in classe è stato compatto e senza defezioni significative, “Il clima che ho respirato negli ultimi giorni non era di particolare allarme, così come invece appare, ad esempio, sulla stampa italiana” “
Da cui la domanda: sono veramente alieni transdimensionali su Z-reticoli quelli di cui sto parlando, o sono lì, umani come noi, incastrati tra Francia e Italia (e Germania ed Austria)?
... o meglio le domande: pazzi questi svizzeri, senza l’obbligo delle mascherine dopo le 18:00? Pazzo il loro comitato tecnico (che spesso e volentieri si rifà semplicemente all’OMS) ed il loro MIUR? Miglior gestione mondiale della pandemia quella Italiana?
Le risposte datemele voi, a partire dal 14 settembre, su questi schermi
Epilogo: “e ma i transdimensionali?” “eddaiiiii! Ebbastaaaaa! sospensione della realtà e guardati ‘sta SciFi senza rompere, che adesso voglio capire come va a finire con gli umani...pop corn?”

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...