mercoledì 20 agosto 2025

METTI LA CERA, LEVA LA CERA: NITAG E TEATRO D'AGOSTO

Schillaci fa il NITAG, Schillaci sfa il NITAG.

In mezzo e dopo, il teatro.

Un teatro costruito su una vicenda marginale, come spesso capita in agosto. 

 

La comunità scientifica

Una settimana di ferragosto in cui, come palline da ping pong, rimbalzavano su tutti i media italiani  "scienza" e i suoi derivati: io scienzio, tu scienzi, egli antiscienza, essi comunità scientifica.

Bellavite protestava: non sono un no-vax, ma uno scienziato (si, ok...). Poi FNOMCeO (Associazione  di ordini professionali), comunità scientifica, Società Italiana di Pediatria (associazione medica), comunità scientifica. Parisi, premio Nobel per la Fisica, comunità scientifica, anche se parla di sanità o medicina - ma quando si accetta il ruolo di uomo immagine dell'iperrealtà scientifica questo è.  E poi i grandi classici: la lettera o la corrispondenza su una rivista internazionale, e anche questa volta chi scrive è italiano - i precedenti in tempi di COVID (BMJ) e all'epoca dell'obbligo vaccinale pediatrico (tante se ne videro tra 2017 e 2018). Lo schema è sempre lo stesso, lettera a Lancet o a Nature in inglese, sì, ma per parlare al dibattito italiano, anche perché per gli anglofoni la cosa non è che in generale sia quella più interessante del mondo. Tutto armamentario già usato per questioni di ben altro spessore.

Ci sarebbe una nota che riguarda entrambi i fronti e che cadrà nel nulla come un'inutile dettaglio: se si parla di pediatri di libera scelta, medici di base, medici clinici, direttori sanitari e ordini o associazioni di medici non si parla di scienziati ma di professionisti (e la medicina non è una scienza, nell'acronimo STEM, che comunque mischia scienze e tecnologia, è assente).

 

Le firme

 

Il Patto Trasversale per la Scienza si attiva e lancia una petizione su change.org, petizione che arriverà a 35.601 firme.

Anche PTS è stato etichettato come "comunità scientifica". ma da come me lo ricordo all'epoca conteneva oltre a medici e accademici dei semplici attivisti e aveva imbarcato tutto il peggiore trollame pro-scienza in giro per la rete italiana.

Ammesso e non concesso che le firme su change.org equivalgano a firme regolarmente autenticate,  facciamo una banale considerazione quantitativa: per indire un referendum servono mezzo milione di firme, per una legge di iniziativa popolare ne servono 50.000. Con queste metriche si direbbe che i requisiti minimi non siano stati raggiunti, se si parlasse di iniziative politiche reali. Ma per quel che riguarda il sistema mediatico italiano a ferragosto il discorso è differente. Governo e ministro si dimostrano più deboli del Comitato Olimpico Australiano, che nel '24 fece muro davanti a 45.000 firme su change.org .

La politica

Le reazioni politiche erano facili da immaginare e ne danno conto Il Fatto Quotidiano e Open. La maggioranza di governo è compatta nella difesa dei due "dissidenti", con un'ovvia voce contraria, quella della senatrice Licia Ronzulli, che non è nuova a posizioni ortogonali alla linea di governo. Per esempio non molto tempo fa, forte del suo monumentale background scientifico di ex infermiera, così si pronunciava:

 


Chissà come avrà fatto la maggioranza degli altri paesi europei ad uscire dalla pandemia senza obbligo e senza green pass all'italiana, anzi, annullando le misure di contenimento, se le avevano, tra l'estate del '21 e i primi mesi del '22... grande, grandissimo mistero. 

Altrettanto degne di nota le uscite leghiste sul pluralismo, considerato che il partito ha presentato un disegno di legge che semplicemnte criminalizza ogni critica a quello che fa lo stato israeliano

Le criticità non critiche 

https://ilmanifesto.it/vaccinazioni-il-comitato-e-i-legami-con-big-pharma

Poi ok, Boiron ha finanziato Bellavite, ma quanto a conflitto di interesse i pesi massimi non creavano problemi a nessuno, finché Andrea Capocci non ne ha scritto su Il Manifesto: 

Emanuele Montomoli, professore di Igiene all’università di Siena e massone (ragione per cui il centrodestra lo ha mollato in piena campagna elettorale per la poltrona di sindaco di Siena nel 2023). Montomoli è soprattutto fondatore, presidente e direttore scientifico della VisMederi, società che fornisce servizi alle aziende farmaceutiche nel settore dei vaccini, e consigliere di amministrazione della Sclavo Vaccine Association, il cui principale partner privato è la GlaxoSmithKline (Gsk). È il secondo produttore mondiale di vaccini per quota di mercato (2024) dopo Pfizer e a Siena ha un impianto di produzione e un centro di ricerca dedicati ai vaccini.

VisMederi e Sclavo sono anche parte dell’European Vaccine Hub, un network di ricerca sui vaccini finanziato dall’Ue con 130 milioni di euro di cui fa parte un’altra azienda produttrice di vaccini, l’italiana ReiThera. In passato Montomoli è stato anche consulente della Sanofi, quarto produttore mondiale di vaccini. Nel Nitag figura anche Francesco Vitale, professore all’università di Palermo. Tra il 2022 e il 2024 ha ricevuto oltre 17mila euro da Gsk in cambio di «servizi e consulenze», come attestano i report annuali sulla trasparenza pubblicati dall’azienda. La sua firma compare su numerosi studi sponsorizzati dalla multinazionale, tutti favorevoli all’uso dei vaccini Gsk in Italia.

L’ABITUDINE di ricevere soldi da un’azienda per scrivere su commissione un report su un suo vaccino non è rara. Non si è tirato indietro il pediatra Alberto Villani del Policlinico Gemelli di Roma, anche lui nel nuovo Nitag. Per la sua autorevolezza prese parte al Comitato tecnico scientifico durante la pandemia. Villani ha svolto consulenze per case farmaceutiche leader del settore: Sanofi, Pfizer, AbbVie e ovviamente Gsk. Nel 2025 però ha anche scritto (non da solo) un report che propone che la scuola italiana promuova la vaccinazione anti-influenzale nei bambini. Come riportato alla fine del report «tutti gli autori hanno ricevuto un compenso da AstraZeneca», che ha anche fornito assistenza editoriale per la redazione del rapporto.

Forse non è un caso che AstraZeneca produca il Fluenz, l’unico vaccino anti-influenzale che si somministra con uno spray nasale, indirizzato proprio alla fetta di mercato dei bambini sensibili alle punture. Domenico Martinelli, professore all’università di Foggia, appare nel libro paga della Sanofi per cifre tutto sommato modeste: appena 2.500 euro negli ultimi due anni. Ma è lui stesso, in una pubblicazione scientifica del 2021, a dichiarare tra i conflitti di interesse l’aver ricevuto compensi dalla solita Gsk e dalla Msd, altro colosso dei vaccini.

Ma tutto a posto, del resto se si proibisse all'industria farmaceutica di sponsorizzare o finanziare società mediche la maggior parte di quelle italiane chiuderebbe bottega in un amen.

giovedì 7 agosto 2025

mercoledì 6 agosto 2025

TANTO RUMORE PER NULLA - NOVAX NEL NITAG

 

https://www.quotidianosanita.it/governo-e-parlamento/articolo.php?articolo_id=131511

Paolo Bellavite e Eugenio Serravalle sono stati nominati menbri del NITAG. Mentre Serravalle e Assis sono stati sempre piuttosto defilati, Bellavite, beh... lui non se ne è fatta mancare una, dai retrovirus nel vaccino MPR fino al latinorum caotico, dagli scontri pubblici con Burioni (il prototipo del bullshit death match) a un atteggiamento neutro sull'obbligo vaccinale quando sperava in un posto al ministero ai tempi della Grillo. Ma...

Ma non stiamo parlando di RFK jr al ministero della salute. 

Si tratta di due nomi su 22. Quindi la loro capacità di influenzare quanto sarà prodotto dal NITAG nei prossimi tre anni è tra lo zero e il quasi nulla.

Poi scusate, ma non posso indignarmi o stupirmi per nomine politiche all'interno del Ministero della Salute. Non posso non ricordarmi che chi oggi strepita difese a spada tratta Magrini alla guida dell'AIFA (Mr 3%, che a maggio 2020 avrebbe voluto lopinavir prescrivibile dai medici di base in funzione antiCOVID). E onestamente quanto a spessore scientifico tra costui e i "terribili novax" non vedo differenze.

E' il teatrino della politica italiana sotto ferragosto, un mezzo rilancio dei "contenuti" della commissione parlamentare COVID (cioè l'ennesimo tentativo di consolidare un po' di elettorato e la stessa cosa vale per le indignazioni dell'opposizione).

In breve, un altro modo per mandare in vacca una discussione su temi molto seri (l'obbligo vaccinale  davvero necessario?) e far si che certe faccende  continuino ad esser gestite come lo sono sempre state da anni: così, senza senso. 

Sicuramente qualcuno dirà che è una questione di principio. Si, di principio di iperrealtà. Avanti un altro. 

PS: L'obbligo vaccinale non è "scienza", ma politica sanitaria e come tale opinabilissimo, discutibile ed in teoria pure soggetto al consenso democratico. 

domenica 3 agosto 2025

DEBUNKER VS COMPLOTTISTI

Come nascono le teorie del complotto

Un lettore mi sfida mandandomi questo link e aggiungendo "Dimmi se non lo trovi condivisibile". Dico che mi sfida perché le mie opinioni su debunker e fact-checkers le ho manifestate chiaramente in piu di un'occasione (tipo qui e qui)

"Il tratto psicologico più comune tra chi crede nei complotti è il bisogno di sentirsi speciali", racconta Michelangelo Coltelli, fondatore di Butac, uno dei più longevi e autorevoli siti di debunking italiani. "Tanti sostenitori delle teorie del complotto che abbiamo analizzato negli anni hanno questa illusione: l’idea di essere tra i pochi a vedere i fatti per come stanno".

In questo caso, ebbene sì, lo trovo largamente condivisibile. Condivisibile ma parziale e di parte. Per esempio, proviamo a rigirare così le stesse parole dell´intervista:

"Il tratto psicologico più comune del pro-scienza è il bisogno di affermarsi manifestando superiorità nei confronti del complottista. Tanti pro-scienza che ho analizzato negli anni sui social erano soggetti la cui unica ragione di vita sembrava essere dare addosso ai complottisti, credendo così di essere dalla parte della la scienza". Piccolo problema: il più delle volte dimostrano lo stesso analfabetismo scientifico dei loro bersagli. Il prodotto standard della divulgazione/spettacolo sui media crede di aver capito e di sapere, ma non ha capito e non sa.

Perché stiamo parlando della scienza-simulacro, quella non falsificabile. Che, socialmente parlando, è solo un altro articolo in vendita al mercato delle identità. Ci sono stati casi particolarmente elequenti, in questo senso.

Anche il complottismo è un simulacro e in quanto tale non falsificabile. Ma se non ci fossero i complottisti non sarebbero esistite le piccole e meno piccole fortune mediatiche e politiche dei debunker. Al che mi è venuto da chiedermi:

 

Attivissimo, quello che i farmaci li approva "la comunità scientifica"

Continuo a pensare che la miglior analisi politica del fenomeno l´abbia prodotta Mathieu Amiech con L'industria del complottismo (qui, qui e qui).

Detto questo, proviamo per l'ennesima volta a fare una carrellata sull'inconcludenza politica di fact checking e dintorni rispetto ai fini dichiarati, che è stata sistematicamente basata su una sovrastima dei social media come rappresentazione della realtà.

La sproporzione tra "rumore" digitale e risultati elettorali dovrebbe apparire lampante e rappresenta uno dei fenomeni più sottovalutati del nostro tempo. Movimenti complottisti che sembrano travolgenti sui social  si rivelano sistematicamente marginali quando si misura il loro peso politico reale. È un pattern che si ripete con regolarità impressionante, eppure continua a sorprendere osservatori e analisti che sovrastimano costantemente l'impatto delle dinamiche digitali. Ma non solo: anche i sondaggi sovrastimavano il complottismo. Dovrebbe costituire un caso di studio il rapporto Censis 2021:
 
L’irrazionale ha infiltrato il tessuto sociale. Per il 5,9% degli italiani (circa 3 milioni) il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile. E poi: il 5,8% è convinto che la Terra è piatta, per il 10% l’uomo non è mai sbarcato sulla Luna, per il 19,9% il 5G è uno strumento sofisticato per controllare le persone.
 
E' abbastanza chiaro che queste rilevazioni siano risultate sconnesse dai risultati delle politiche '22, dove le formazioni che sposavano specificamente questi temi non hanno superato lo sbarramento.

Ma torniamo a isocial. Chi ci vive immerso può facilmente sovrastimare l'influenza di fenomeni che online appaiono pervasivi ma che nel mondo fisico toccano efficacemente percentuali irrisorie della popolazione. È un bias cognitivo comprensibile: se si passano ore su X o Facebook, quei trending topics sembrano rappresentare la realtà. L'algoritmo amplifica le voci più estreme e polarizzanti, creando l'illusione di movimenti di massa dove esistono solo minoranze molto rumorose. Questa distorsione è particolarmente insidiosa perché chi la subisce spesso non ne è consapevole. E la politica su questo ha giocato spudoratamente.
 
Attribuire Brexit, Trump o altri fenomeni politici principalmente ai social media è rassicurante perché offre un capro espiatorio (gli hacker russi) per dinamiche socio-economiche molto più complesse e difficili da affrontare. È più facile incolpare gli algoritmi, i bot russi o le fake news che analizzare decenni di deindustrializzazione, disuguaglianze crescenti, crisi delle élite tradizionali e trasformazioni strutturali dell'economia globale. 
 
I dati elettorali restano però testardi e offrono una realtà diversa: dimostrano che la maggior parte delle persone forma ancora le proprie opinioni politiche attraverso altri canali e reti sociali fisiche piuttosto che virtuali. Il gap tra percezione digitale e comportamento elettorale suggerisce che l'influenza reale dei social media sulla politica sia stata sistematicamente sopravvalutata da chi ne è più immerso professionalmente. 
 
Dopo di che basta guardare quale sia stato il corrente esito del conflitto conformismo-complottismo, che oltreoceano viene chiamato guerra tra culture (o tra "scienza" e antiscienza). La "scienza", simulacro e non, per anni all'attacco, ha perso nel modo più disastroso possibile e ne paga le conseguenze, conseguenze pesantissime.

La sovrapposizione scienza-dem oltreoceano ha finito per provocare la corrente catastrofe. Se qualcuno pensa che sia una cosa risolvibile con più scienza-dem probabilmente ritiene che il modo più efficiente per spegnere un incendio sia buttarci sopra benzina. Ah, ovviamente c´è chi lo fa. 
 
Un caso che mi ha colpito di recente è stato la querelle Professor Dave (Dave Farina) - Sabine Hossenfelder. Il primo è un perito chimico con un master in didattica della scienza (professore nel senso che ha insegnato in una scuola superiore) e ha 3,87 milioni di iscritti al suo canale youtube. La seconda ha un PhD in fisica e anni di ricerca accademica alle sue spalle (1,87 milioni dgi iscritti). Quando la Hossenfelder parla il linguaggio della fisica senza semplificazioni Farina dice che lei usa "technical jargon". Nel senso che gli è completamente incomprensibile. però poi magari spende due parole a favore della teoria delle stringhe, così, tanto per. Non solo: ha definito Hossenfelder a disgusting fraud pedalling propaganda for fascist oligararchs ( i tecnooligarchi sicuramente pregano per altri 100 Dave Farina su youtube, per garantire una adeguata dose di backfiring).
La Hossenfelder è accusata da Farina di giocare nel campo dell´antiscienza, di fomentare le correnti di opinione anti-establishment e di essersi schierata con Thiele e Musk contro la working class (accusa quest´ultima assai poco fondata). Come dire che l´"altro" establishment invece non fosse/sia alieno alla working class e suo nemico anche esso. Da ultimo Farina ha inserito Hossenfelder in un video "Scumbags I've debunked", infilandola in florilegio complottista (puro fronte del delirio) - atteggiamento tossico più reductio ad delirium, visto e rivisto sui social in tempi di pandemia.
 
Quindi? Quindi è il solito film. Farina difende finanche con gli insulti l'epitome della scienza-simulacro, una versione pop e politicizzata della scienza e nel suo punto di vista la critica viene equiparata all'antiscienza. 
E questo mentre il forzato schieramento in politica di istituzioni (La guerra di Trump con Harvard. Cosa sta succedendo) e di chi pratica discipline scientifiche alimenta il conflitto senza che si veda nessuna iniziativa per la deescalation. Con buona pace di Marcia McNutt, che aveva parlato di una scienza né rossa né blu. Ma L'influencer scientifico che vive di performance mediatica non può accettare che si metta in discussione la politicizzazione della scienza - perché è esattamente su quella politicizzazione che ha costruito la sua carriera di opinionista.
 
Fonti: 

Social distraction? Social media use and political knowledge in two U.S. Presidential elections - ScienceDirect

Political Effects of the Internet and Social Media | Annual Reviews

Bias, Bullshit and Lies: Audience Perspectives on Low Trust in the Media | Reuters Institute for the Study of Journalism

Nota: Per quanti non aprono i link e non li leggono, qua sopra si sta distinguendo tra discipline scientifiche e scienza-segno, o scienza-simulacro (Baudrillard). Le attività di fact checking e divulgazione per raggiungere il più vasto pubblico possibile devono perdere ogni aspetto matematico e quantitativo, cioè gli aspetti fondanti di una disciplina scientifica.

giovedì 31 luglio 2025

PIU' LE COSE CAMBIANO...

 

(il post sarebbe questo)

E invece, egregio lettore, rendo pubblico il tuo messaggio e ti rispondo pubblicamente.

Cominciamo con lo "Scettico": se tu avessi letto quello che trovi sulla destra della home page di questo blog avresti forse letto il riferimento a "Il chimico scettico" di Robert Boyle, convenzionalmente l'atto di nascita della chimica moderna. Boyle predicava la centralità del risultato sperimentale con la sua trattazione matematica e a lui dobbiamo la prima legge dei gas. Per avere il quadro completo considerare il motto della Royal Society, Nullius In Verba, una presa di posizione programmatica contro il principio di autorità. Quindi Robert Boyle ha davvero rotto? La prima legge dei gas la dobbiamo buttare nella spazzatura? Sei in linea con gli aristotelici fuori tempo massimo, gli alchimisti tradizionali e tutto il resto di quel''epoca? E no, non stiamo affatto parlando di principi arcaici o obsoleti.

Passiamo al clickbait. Sempre sulla home page del blog, sempre sulla destra, puoi trovare il logo Creative Commons. Nel caso specifico questo blog è rilasciato con licenza Creative Commons - Non commerciale - Opere non derivate. Come avrai notato su questo blog non c'è nessun genere di pubblicità, a differenza della maggior parte dei siti della rassegna stampa nel post in questione. Quindi, non avendo il sottoscritto mai incassato un centesimo da questo blog, l'accusa di clickbait non ha senso.

La battuta sui "topi con i problemi risolti" non è mia, ma di Stanley Cohen, che prese il Nobel per la medicina per aver scoperto l'Epidermal Growth Factor, mettendo le fondamenta per almeno tre classi di agenti antitumorali targeted che sarebbero venute fuori nei successivi quarant'anni. Pensi che non sapesse cosa diceva? Ho sempre ritenuto che quella risposta fosse la migliore possibile al giornalista che gli chiedeva se eravamo arrivati alla "cura per il cancro".

Non mi pare di aver liquidato niente di niente. Il fatto che all'approvazione di nivolumab e pembrolizumab non siano seguiti risultati altrettanto eclatanti è difficile da negare. La cosa ha poi assai poco a che fare con lo sviluppo delle terapie CAR-T e il tuo tempismo nel citare la nuova generazione di inibitori di checkpoint è pessimo, dato che è di pochi giorni fa la notizia che il più avanzato, l'inibitore TIGIT di Roche, ha fallito e male un endpoint in Fase III. I vaccini personalizzati di Moderna e Biontech in primo luogo sarebbero personalizzati, quindi l'esatto opposto di universali; in secondo luogo hanno appena iniziato la Fase III e non sono disponibili dati preliminari (fine Fase III attesa per il 2030)- e sono il risultati di Fase III che contano, non altro (vedi inibitore TIGIT Roche).

Riguardo a quella ridotta rassegna stampa, il punto non è certo negare che ci siano stati anni e anni di investimenti su questi temi e che abbiano impegnato migliaia di ricercatori. Il fatto che servano anni e anni di sforzi apparentemente fallimentari per dare alla fine un risultato mi è ben noto. Alcune vicende somigliano molto alla costruzione delle cattedrali. Ma nella maggior parte dei casi alla fine la cattedrale non c'è. Il progresso scientifico/tecnologico non è lineare, come molti credono. E che il publish or perish abbia moltiplicato gli articoli aumentando a dismisura la quantità di quelli assai poco significativi è un altro fatto, come lo è il trionfalismo sistematico della stampa, che genera costantemente aspettative irrealistiche.

Detto questo, certo, sono uno che sfugge al confronto. Ora hai sbandierato in pubblico la tua appartenenza al "popolo scientifico" e puoi ritenerti soddisfatto. Oppure no, ma non è che la cosa mi interessi, perché considerati i toni della tua mail hai avuto molto più del dovuto. O molto meno, a seconda dei punti di vista.

 

martedì 29 luglio 2025

I MALEDETTI LLIENI! (3I/ATLAS)

"Il maledetto llieno!" Così venne tradotto "Bloody halien!" nella versione italiana di Homunculus di J.P. Blaylock (un capolavoro superato di mezza incollatura dal successivo Lord Kelvin's Machine).

Pule reached out a shilling. The flour-speckled scone seller shrieked and dropped his pastries, tray and all, onto the platform. Coffee flew. The man shrieked again. “The halien!” he cried, falling backward. “The bloody halien!”

Probabilmente il libro più famoso, quando si parla di steampunk, è The difference engine di Gibson e Sterling, ma per me James P. Blaylock volava molto più alto, con una evidente ma non sfacciata ispirazione stevensoniana (The Suicide Club).

Comunque tutto questo serve a introdurre Avi Loeb. Fanpage lo dipinge come un tipo serio, ma è solo grazie a Sabine Hossenfelder che ho scoperto che per Loeb gridare al "maledetto llieno!" è un vezzo da un po' di tempo. Lo ha fatto per Oumuamua, lo ha fatto per il meteorite IM1.

Questo pattern va assieme a considerazioni quantomeno molto curiose:

Se esistono alieni più intelligenti e sono molto più avanzati di noi nella scienza e nella tecnologia, allora devono aver acquisito più punti di merito nel corso della storia cosmica, dato che riflettono meglio l'immagine di Dio. L'esperienza assomiglierebbe al testimoniare fratelli più intelligenti di cui i nostri genitori devono essere più orgogliosi.

La maggior parte delle stelle si è formata miliardi di anni prima del Sole. Se dei superumani sono partiti dal loro esopianeta di origine verso lo spazio interstellare miliardi di anni fa, mentre noi siamo attualmente ossessionati dai conflitti terrestri e investiamo 2.400 miliardi di dollari a livello mondiale in budget militari, allora incontrarli potrebbe davvero trasmetterci un messaggio messianico. Gli alieni di successo servirebbero da modelli migliori dei nostri politici!

Gli ebrei sono stati perseguitati nel corso della storia. Di conseguenza, rispondono istintivamente a ogni evento storico ponendosi la domanda: "È una cosa buona per gli ebrei?" Riguardo al futuristico incontro con l'intelligenza extraterrestre, la mia risposta a questa domanda è: "Decisamente, sì!" Senza la guida degli alieni, potremmo non arrivare mai alla terra promessa.

(Ah, ok, capito... da astrofisico a cacciatore di llieni con prospettive messianiche)

Il video ha sottotitoli, quindi non vi spaventate.

 

domenica 27 luglio 2025

VACCINO UNIVERSALE ANTICANCRO? DECISAMENTE NO

 Così ha titolato Adnkronos:

https://www.adnkronos.com/cronaca/tumori-studio-apre-a-vaccino-terapeutico-universale-a-mrna_1n8EnS3hZ0Fj7CKeaCVO3H

Ma è molto meglio dare un'occhiata all'articolo in questione:

 

https://www.nature.com/articles/s41551-025-01380-1

Verso un vaccino terapeutico anticancro universale? No.

Un potenziale progresso in immunooncologia? Sì. Il che è un po' diverso dal "vaccino universale anticancro". 

In due parole: in un modello animale tumori resistenti ad agenti immunooncologici noti e in uso (inibitori PD-1) perdono la resistenza se il vaccino terapeutico viene somministrato insieme all'antitumorale.

Parafrasando Stanley Cohen si potrebbe dire

Siamo al vaccino universale anticancro?

Quello che possiamo dire è che se sei un topo a cui è stato inoculato un tumore umano resistente agli anti-PD1, sì, abbiamo risolto i tuoi problemi. 

Cohen disse qualcosa del genere a proposito degli inibitori EGF quando vinse il Nobel. La rivoluzione degli inibitori EGF/VEGF arrivò circa 20 anni dopo. E questo è uno dei casi in cui è andata bene, perché, per esempio, inibitori HDAC falliti, inibitori HSP90 falliti e la lista non finisce qui.

Non starò a dire "è solo uno xenograft" (tumore umano trapiantato in topo immunodepresso), perché se fai drug discovery in oncologia devi avere uno xenograft che funziona per andare avanti, ed è meno banale di quello che può sembrare. Potrei aggiungere che in questo caso mi piacerebbe vedere un modello singenico (tumore murino inoculato nel topo), perché in un modello xenograft l'ospite è un topo con la risposta immunitaria azzerata e tu stai lavorando in immunooncologia (questo è probabilmente uno dei motivi per cui la "rivoluzione immunooncologica" di fatto si è fermata a nivolumab e pembrolizumabh). In ogni caso se ne uscirà fuori qualcosa non sarà né domani né tra un anno. 

Detto questo una ricerca sul web italiano per "vaccino anticancro" tra l'altro restituisce:

2011, Il Sole 24 Ore, La via italiana del vaccino anticancro 

2011, Scienza in Rete, Il primo vero vaccino anticancro

2012, La Stampa, "L'era dei vaccini anticancro"

2017, ANSA, Sicuri i primi vaccini anticancro personalizzati 

2019, Medical Systems, Un nuovo vaccino contro il cancro del colon-retto ha mostrato risultati positivi nella sperimentazione clinica di fase 1

2019, La Stampa, Un vaccino anticancro 

Lasciamo da parte gli articoli che titolano "vaccino anticancro" quando si tratta di altro (terapie cellulari, anticorpi monoclonali). Potete facilmente notare che non esistono vaccini anticancro approvati (tantomeno italiani), mentre i titoli trionfalistici vanno avanti da più di 15 anni. E questo, se vi era sfuggito, dovrebbe farvi riflettere.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...