martedì 10 dicembre 2024

LE REAZIONI A MAKARY COMMISSIONER FDA

"Sapesse, Contessa, quei quattro straccioni hanno votato Trump e ora a guidare FDA ci sarà Martin Makary che era contrario all´obbligo per i vaccini antiCOVID."

"Che vergogna, che schifo, ecco cosa succede a dare il diritto di voto a un pugno di ignoranti."

 
Peccato che il punto sia un poco diverso:

Makary è da tempo un critico accanito del sistema sanitario americano e di quello che lui chiama “establishment medico”. La sua reputazione è quella di un sovvertitore. Allo stesso tempo, Makary è molto rispettato all'interno della comunità medica. Nel 2018 è stato eletto all'Accademia Nazionale di Medicina.
 
Egli ritiene che l’establishment medico sia troppo radicato nelle sue tradizioni e debba essere messo sottosopra per fornire una migliore assistenza medica... Sebbene Makary si posizioni come un sovvertitore del sistema medico, ha una forte reputazione per basarsi sull’evidenza scientifica e per un incrementalista quando si tratta di cambiamenti necessari nel sistema medico. (qui)

 
E ovviamente quel covo di negazionisti terrapiattisti che è la John Hopkins University è orgogliosa che uno dei suoi arrivi a dirigere FDA:

https://hub.jhu.edu/2024/12/01/marty-makary-fda-appointment/

Questo per sottolineare la marchiana cialtroneria, faziosità e ignoranza del commentatore medio italiano.

Makary biasima FDA (ai tempi diretta dalla Woodcock) per la crisi degli oppiacei (io biasimerei direttamente la Woodcock più che l'agenzia). Chi può dargli torto?

Makary è la bestia nera dell'establisment medico (ma è stimato dai medici)? Pensate alla versione italiana dell'establishment medico, alle sue PR women e ai suoi PR men, alle prove di sé che hanno dato negli ultimi quattro anni e tirate le vostre conclusioni.

I miei due centesimi: se non vedremo altre approvazioni come quella di Aduhelm (ancora con la Woodcock alla testa dell'agenzia) sarà una gran cosa. Per il resto staremo vedere, ma personalmente la sua nomina non mi preoccupa (a differenza di quel che fece la rinomina della Woodcock da parte di Biden).

PS: Se qualcuno prende tutto questo per un endorsement a Trump sbaglia sapendo di sbagliare.

domenica 8 dicembre 2024

LA VERSIONE DOMINANTE (APPUNTI SUL CONTEMPORANEO)

In una guerra l'informazione verificata disponibile per il pubblico è scarsa: è la propaganda che deve avere il sopravvento. E di fatto abbiamo a che fare con guerre da più di dieci anni, se si considera che la crisi pandemica è stata trattata né più che meno come una guerra. Quindi veniamo da più di dieci anni di propaganda e ancora non è finita. Se è vero, come diceva qualcuno, che la qualità di una democrazia è determinata dalla qualità dell'informazione, la prognosi riguardo la democrazia italiana è pessima. 

Le democrazie hanno perduto di fatto la consapevolezza della propria origine e della propria complessità e vulnerabilità, fino a risultare deficitarie per eccessi opposti: a causa di conformismi e automatismi da una parte, e di esasperazioni polemiche dall’altra.

Queste parole (Galli, Carlo. Democrazia, ultimo atto?, 2023 ) potevano benissimo essere state scritte sette anni prima, Le aporie delle gestioni emergenziali insieme con quelle di un dibattito trasformato in puro conflitto mediatico erano già tutte presenti e perfettamente configurate nel 2016 e forse anche prima, quando sugli scudi dei poteri costituiti non c'erano gli scienziati, ma gli economisti, o prima ancora. Viene da pensare che non per caso Isabelle Stengers sentì il bisogno di far uscire In catastrophic times nel 2015.

Post-verità: tema oggi passato di moda, ma entrato prepotentemente anche nel dibattito italiano nel 2016, appunto, sull´onda dei commenti alla prima elezione di Trump e ai risultati del referendum per il Brexit. Il termine nel 2017 finì nella Treccani, tra i neologismi:

post-verità s. f. Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all'emotività, che basandosi su credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando l'opinione pubblica.

Uno dei tanti neologismi usa e getta, buoni per riempire la bocca di chi voleva apparire à la page, intellettualmente vivace e correttamente orientato da un punto di vista politico. Se oggi a qualcuno la cosa può apparire sfocata, il concetto di post-verità (seguito da quello di epistocrazia) aveva un bersaglio preciso e quel bersaglio erano proprio i votanti che avevano eletto Trump e voluto il Brexit (perché credevano alle fake news e per colpa degli hacker russi, questa era la tesi). Come se l'agit-prop fosse una novità storica e completamente aliena alla parte che lamentava i risultati elettorali.

Il Comitato centrale ha deciso: poiché il popolo non è d'accordo, bisogna nominare un nuovo popolo

La vecchia ironia di Bertold Brecht ritornava in auge. E per dare ancora più contesto, nello stesso periodo (ancora 2016) venne fuori un'editoriale del "comunistissimo" Wolfgang Münchau su quel foglio rivoluzionario che è il Financial Times:

https://www.ft.com/content/05c98c0e-b251-11e6-a37c-f4a01f1b0fa1

Alcune rivoluzioni avrebbero potuto essere evitate se l’élite al potere si fosse astenuta dal provocarle. Non ci sono prove di un episodio del tipo “che mangino brioche”. Ma è il genere di frase che Marie Antoinette avrebbe potuto pronunciare. Sembra plausibile. I Borbone erano difficili da superare come esempio di classe dirigente fuori dal contatto con la realtà.

Oggi hanno concorrenza.

La nostra élite globale liberale e democratica si sta comportando in modo molto simile. In un momento in cui il Regno Unito ha votato per lasciare l'Unione Europea, Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti e Marine Le Pen si sta avvicinando all'Eliseo, noi — i custodi dell’ordine liberale globale — continuiamo a raddoppiare la posta.

(Non per caso l'editoriale di Münchau si dilungava sulla situazione italiana dell'epoca e sorvolate sul fatto che nessuna rivoluzione si sia verificata)

L'enfasi sulle fake news nasce esattamente in quel momento in cui le èlite dominanti raddoppiavano la posta, Come il potere dei Borboni era sancito da Dio, quello delle èlite liberali moderne diventava fondato su "scienza" e "fatti accertati". Da cui il valore politico dato al "debunking": Laura Boldrini volle l'iniziativa BastaBufale (2017), dopo aver radunato un gruppo di consulenti: David Puente, Paolo Attivissimo, Michelangelo Coltelli e Walter Quattrociocchi. Era chiaro fin dall'inizio che Quattrociocchi in quel gruppo fosse del tutto incongruo:

"L'élite populista che sostiene che il problema di fondo siano le fake news racconta essa stessa una bufala", chiosa Quattrociocchi.

La chiosa di Quattrociocchi voleva sottolineare la generalità del fenomeno e la superficialità faziosa con cui veniva trattato (bene ricordare che all'epoca, in Italia, i populisti erano il nemico giurato delle èlite, quindi in questa chiosa si ironizzava sul populismo delle èlite stesse). Il punto non erano le bufale (grilline, al tempo). Il punto era un conflitto per l'egemona tra post-verità diverse, ognuna con una connotazione politica ben precisa - un conflitto per l'egemonia tra propagande opposte. E il fronte dell'informazione pro-scienza sposò entusiasticamente e acriticamente la posizione della Boldrini.

La vicenda social di CS prese le mosse in quel periodo, in quel contesto. Di tutta quella storia durata cinque anni, nostante l'aumentata visibilità durante il periodo COVID credo che la vera vicenda emblematica, quella da case study, sia stata la faccenda delle impurezze N-Nitroso nei sartani. 

In poche parole nel 2018 venne fuori che quasi tutti i sartani in commercio, farmaci antiipertensivi da tempo generici e di larghissimo uso, presentavano livelli anche rilevanti di N-nitrosoammine, composti altamente genotossici. E la cosa venne fuori d'estate, con una raffica di ispezioni FDA ai produttori dei principi attivi (tutti cinesi) a cui seguì un corposo pacchetto di import alert (divieto di importazioni negli USA di farmaci contenenti il principio attivo prodotto dalle aziende ispezionate). Col passare del tempo e il proseguire delle indagini il problema si espanse a macchia d'olio. Si trattò di un vero terremoto che avrebbe prodotto cambiamenti rilevanti nel settore farmaceutico, da un punto di vista regolatorio. Il suo potenziale impatto sanitario era pauroso. Il punto era: i pazienti che prendono questi farmaci devono o non devono essere informati? Chiaramente a nessuno venne in mente di dichiarare che no, non dovevano essere informati, anche se ne era fermamente convinto - tra l'altro queste vicende furono fin dall'inizio attestate da provvedimenti ufficiali, come già detto, iniziati da FDA con EMA che alla fine si accodò (quindi quanto di più lontano da qualsiasi genere di tesi complottarda).

Andò a finire che su questo tema lessi laqualunque ovunque. Il problema, ribadisco, era serio (negli ultimi anni ho perso il conto dei Nitrosamines Statement che ho compilato e firmato), ma sentii affermare:

- Si tratta di residui dei procedimenti di pulizia degli impianti perché i produttori cinesi sono molto puliti (sic).

- Il problema non esiste, sei più a rischio mangiando salame che è pieno di nitriti (Medbunker)

Avevano ragione i "pompieri" pro-scienza sui social o FDA? La domanda è retorica, ovviamente.  

Spero che sia abbastanza chiara la ragione per cui ritengo emblematica questa vicenda. Detta in breve, qualunque evento o fatto che non si incastri bene nella narrazione prevalente viene negato o completamente reinventato. Perché una cosa sono i fatti, altra è quel che deve essere comunicato pubblicamente.

E' un metodo che è stato sistematicamente impiegato duranto l'emergenza COVID - e lasciamo perdere la guerra, perché a quel che si leggeva in giro la Russia avrebbe dovuto collassare due anni fa e invece oggi è perfettamente in grado di determinare i risultati elettorali di qui e di là, o almeno così dicono (spero si colga il sarcasmo - ormai i clown recitano senza trucco).

Ritornando su quanto scritto all'inizio di questo post è fin troppo facile certificare che gli sforzi contro le fake news non hanno avuto alcun effetto (la quantità di balle grottesche in circolazione è rimasta più o meno costante). Ma non solo: nel medio periodo, cioè oggi, gli obiettivi di bassa politica che stavano dietro alla crociata contro le fake news sono falliti (basta vedere chi governa in questo momento in Italia). Nel frattempo l'Europa deve fare i conti con l'inflazione accumulata e tutte le altre cosenguenze delle politiche degli ultimi cinque anni, COVID a parte più o meno simili per tutti i paesi indipendentemente dal colore delle coalizioni politiche al governo (perché sui temi politici più rilevanti l'omogeneità delle linee di azione è disarmante).

Se ci poniamo in una posizione più alta per osservare meglio sembrerebbe che, al di là delle debacle di questo o quel gruppo di partiti, le politiche degli ultimi dieci anni un effetto lo hanno avuto (o perlomeno non hanno interferito con il fenomeno).

https://www.barrons.com/articles/billionaires-how-many-rich-wealthy-2066a246

sabato 7 dicembre 2024

IL TEATRINO DELLA COMMISSIONE COVID

 

Coniugazione di verbi a parte, leggo che l'egregio ha difeso i lockdown dicendo che li avrebbe pure anticipati. Eppure a metà febbraio 2020 era iscritto al fronte "non c'è problema".

Ma in pochi mesi, acquistata scioltezza (ma non ancora padrone delle derivate seconde) era tra i tanti improvvisati alla ricerca dell'esponenziale perduta.



https://tinyurl.com/25ub6at4

Tutto ciò non per avallare i vari spacciatori del manuale del piccolo idrossiclorochinista, venditori di integratori detox antispike e tutto il resto del circo. Semplicemente per ricordare il contesto, e come il delirio pernicioso idrossiclorochina/azitromicina/ivermectina/etc non abbia fatto altro che consolidare la posizione di tuttologi di tali grandi qualità.

mercoledì 4 dicembre 2024

PHARMA: IL PATENT CLIFF, DI NUOVO MA NON PROPRIO

Per "Patent Cliff" si intende la situazione in cui i brevetti di molti farmaci blockbuster (con fatturato sopra il miliardo di dollari") scadono tutti insieme in un ristretto lasso di tempo.

https://tinyurl.com/353s5234

Quindi quello nell'immagine non è un vero e proprio "patent cliff", ma una lenta emorragia che spalma gli stimati 300 miliardi di minori incassi del settore su una decina di anni - e in 10 anni di solito accadono molte cose. Poi la maggioranza dei brevetti in scadenza riguarda farmaci biologici e per i biologici non esistono i "generici" (cioè l'asiatico che ti vende a 200 euro al chilo quello che prima costava 4000). In materia di biologici ci sono i biosimilari, per cui di fatto devi fare i trial in quanto il tuo prodotto è visto come un prodotto nuovo e diverso. E no, non esiste il biosimilarista indiano o cinese pronto a vendere a 1 quel che costava 15: il primo biosimilare asiatico approvato da FDA è arrivato nel 2024 e viene da Taiwan (quindi non proprio stile India o Cina).

Nel caso del patent cliff del 2012, (140 miliardi di introiti spariti dall'oggi al domani o quasi) invece si parlava perlopiù di small molecules e il risultato fu una strage occupazionale (qualcuno stimò 100.000 posizioni perse nella farmaceutica globale tra 2009 e 2012). In più il patent cliff del 2012 si verificava dopo quello che per molte farmaceutiche globali, GSK in primis, era stato definito "il decennio perso". Ai tempi la pipeline (l'insieme dei nuovi farmaci in sviluppo) di GSK offriva uno spettacolo penoso: c'era ancora il resveratrolo, in area oncologica, derivato da uno dei più "brillanti" affari mai stipulati da un management, incurante del parere contrario del gruppo dell'azienda che aveva fatto la due diligence.

Ma negli ultimi 15 anni le cose sono molto cambiate. 15 anni fa le biotech intese come vengono concepite oggi erano in minor numero, mentre in tempi recenti costituiscono il pool della ricerca e sviluppo privata da cui le grandi pescano buona parte dei nuovi farmaci da sviluppare. In prospettiva oggi questo non è particolarmente incoraggiante, perché sono due anni che sulle biotech piovono pietre

https://www.fiercebiotech.com/special-reports/2024-biotech-graveyard

Se, riguardo le medie e grandi farmaceutiche, si aggiunge il fatto che ormai automaticamente il discostamento dal budget previsto si traduce in un taglio di costi (e quindi di posti di lavoro), il rischio concreto è che la lenta emorragia di posizioni cominciata nel 2023 sia destinata a continuare nei prossimi anni. Qualche settimana fa qualcuno mi ha detto "the market is picking up", ma da allora non lo ho più sentito riprendere quella tesi. Una cosa è certa: la confusione sotto il cielo è al massimo e mediamente si naviga a vista.


domenica 1 dicembre 2024

BULLSHIT RESEARCH

 "We're out of low hanging fruits" l'ho sentita per la prima volta un 20 anni fa, più o meno. Guardatevi il video fino in fondo, ci sono i sottotitoli in italiano.

La cosa apparentemente non vale solo per il mio settore: le scoperte facili da fare sono già state fatte. Questa potrebbe essere una chiave di lettura del fenomeno: un boom nel numero di posizioni nella ricerca per mantenere un livello costante del tasso di innovazione deriva dal fatto che un punto di tasso di innovazione richiede sempre più risorse con l'andare del tempo. Ma sarebbe una spiegazione semplicistica. In primo luogo perché c'è innovazione incrementale e non incrementale, e il grafico mostrato da Sabine Hossenfelder non distingue tra le due. Stando ad articoli relativamente recenti in realtà staremmo consumando più risorse per avere sempre di meno, in quanto l'innovazione "disruptive" è in costante calo. Ancora, i numeri di Sabine Hossenfelder riguardano l'accademia. Nell'industria non è facile avere dati sul numero totale degli addetti alla ricerca e sviluppo, ma le grandi e alle volte apocalittiche crisi occupazionali del settore dovrebbero essere storia (dovrebbero, ma alla "scienza" italiana non gliene è mai fregato un tubo). Breaking Bad, quando uscì il primo episodio (2008), partiva da uno stato delle cose che molti nella ricerca industriale potevano riconoscere: un ex ricercatore che sopravvive insegnando in un liceo e con un secondo lavoro in un autolavaggio.

Ritorniamo a Sabine Hossenfelder: lei non piace a molti, ovviamente, e in special modo non piace alla "comunicazione della scienza". Le ragioni? In primo luogo diffonde idee anti-establishment e questo davvero non va bene per niente. Il che direbbe che la "comunicazione della scienza" ha come ragione sociale prevalente il portare acqua con le orecchie all'establishment o almeno a un certo establishment, che oggi magari non è nella stanza dei bottoni ma domani ci tornerà.

In secondo luogo la Hossenfelder danneggia l'immagine che il pubblico ha della scienza  e gli science deniers la condividono - qui trovate una lunga disamina all'insegna della difesa dell'esistente (tutto ciò mi ricorda qualcosa, been there etc.). L'autore del video, che ha alcuni milioni di followers, è rimasto scandalizzato dal video della Hossenfelder I don't trust scientists. Al riguardo posso solo dire che a Amgen, anni fa, si fidarono e ci misero sopra bei soldi. Ne uscirono piuttosto incazzati.

https://www.nature.com/articles/nature.2016.19269

C'è una povertà culturale spaventosa dietro la tesi "i panni sporchi vanno lavati in famiglia, non in pubblico su youtube, altrimenti dai armi agli science deniers che poi votano ed eleggono Trump". Peccato che quando si può misurare direttamente il fronte del delirio, impossibile per le elezioni USA, possibilissimo per quelle italiane, gli science deniers fanno numeri da prefisso telefonico (dimostrazione che non esiste correlazione tra visualizzazioni di un video e flussi elettorali). In questa visione del mondo c'è soprattutto l'incapacità di vedersi come parte del problema mentre ci si pensa parte della soluzione, anzi, dalla parte del Giusto tout-court. Alimentare la polarizzazione è una strategia perdente, a meno che tutto che quello che sta succedendo ti stia dicendo che sia vincente (e ci vorrebbe moltissima fantasia). La "comunicazione della scienza" corrente è un colossale fallimento politico certificato dalla storia presente.

La piatta difesa dell'esistente, quanto a "ricerca" e "scienza", nel lungo periodo non può che produrre un risultato (che diavolo, sta già succedendo, non ho parlato a caso di idiozia politica media della comunità scientifica).


Per l'ennesima volta: tutto ciò non significa che tutta la ricerca accademica e pubblica sia solo un mucchio di merda, per citare. Semplicemente si tratta di un complesso non omogeneo in cui il publish or perish e mille altre ragioni fanno sì che quanto pubblicato fin troppe volte non regga alla verifica. Qualcuno si ricorda, a proposito di ricerca accademica, i vari vaccini anticovid e simili venuti fuori da lì? Lettera morta dal primo all'ultimo. E quello, sempre accademico, che diceva di aver trovato l'inibitore di proteasi del virus che funzionava a marzo del 2020? Finì su Repubblica, lettera morta anche lui. E quelli del COVID portato dai venti? Anche quella ricerca pubblica, roba che non stava in piedi dall'inizio alla fine. E via dicendo. 

Sarà stata nel 2003 la prima volta in cui, per lavoro, mi ritrovai a leggere un paper e solo a un primo esame mi dissi "non può essere che questa ciclizzazione sia selettiva: la chiusura del ciclo sarà statistica, 50% da una parte, 50% dall'altra". Ma, dato che si parla di attività scientifica, verificammo e le le analisi furono inequivocabili: 50% da una parte, 50% dall'altra. Nota molto molto tecnica: recuperammo un brevetto in cui si descriveva un'analogo di quello su cui stavamo lavorando,in cui la chiusura era veramente selettiva, passando da un esotico ossonio, e usammo quel metodo. 

Questa è una cosa di una certa specie di chimici. Da quanto ne so Organic Synthesis (e quindi Organic Synthesis Collective) non hanno corrispondenti in nessuna altra disciplina: una rivista dove dal 1921 iniziarono ad essere pubblicate procedure di sintesi organica  solo se la stessa procedura era stata verificata da almeno due laboratori.

Quindi? Quindi ci credo quando verifico. Ma nella maggioranza dei casi a nessuno frega niente di verificare quello che viene pubblicato, semplicemente a causa della sua irrilevanza.

PS: Il principale problema al riguardo è che nel marasma dei nostri tempi "verifica indipendente" è lessico monopolizzato dagli spacciatori di delirio e dai loro accoliti.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...