lunedì 21 agosto 2023

I NOBEL, LO SQUALO, I TRAFFICI CON FDA E ALLA FINE PAGANO I SOLITI

https://www.fiercepharma.com/pharma/biogen-kicks-1000-layoffs-ceo-viehbachers-complete-redesign-biotech

C'erano una volta Kenneth Murray (Università di Edinburgo), Philip Allen Sharp (MIT), Walter Gilbert (Harvard), Heinz Schaller (Heidelberg) and Charles Weissman (Zurigo). Erano tutti biologi. Gilbert e Sharp ebbero il Nobel per Chimica 1980 per il lavoro sul sequenziamento del DNA. Lunga storia quella dei Nobel per Chimica assegnati ai biologi. Tra gli effetti collaterali della coabitazione di chimici e biologi in un solo Nobel, provocata dal fatto che non esiste Nobel per la biologia, c'è forse una diffusa convinzione che le due categorie siano fondamentalmente intercambiabili, cosa del tutto assurda. Sharp ricevette il Nobel per la Medicina nel 1993, per la scoperta dei geni a struttura discontinua. Questo gruppo di biologi fondò Biogen, che sviluppò Interferon alfa-2b, universalmente noto come "l'interferone", approvato per la prima volta da FDA nel 1996, commercializzato da Schering-Plough (poi sono arrivate la versione pegilata e i biosimilari, ma questo è un altro discorso).

Nel 2003 Biogen si fonde con la californiana IDEC. IDEC aveva sviluppato rituximab, il primo anticorpo monoclonale antitumorale, approvato da FDA nel 1997. E non passa molto tempo dalla fusione che inizia una delle vicende  di cui più si è parlato nell'ambito dell'industria farmaceutica nel primo decennio del secolo: Biogen IDEC finisce nel mirino di Carl Icahn. Icahn è uno dei più noti corporate raider (Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone è l'immagine di raider più nota al grande pubblico). La vicenda è stata piuttosto lunga e fu seguita pure da Nature (https://www.nature.com/articles/4531149a).  Il primo decennnio del secolo è stato caratterizzato dalla grande crescita delle biotech classiche, cioè di aziende che sviluppavano farmaci biotecnologici (principalmente mAB, anticorpi monoclonali). Le grandi farmaceutiche globali erano rimaste indietro al riguardo e si stavano mettendo in pari con acquisizioni e fusioni - l'episodio più rilevante fu la completa acquisizione di Genentech da parte di Roche nel 2009. 

Si può pensare che Icahn volesse ripetere in grande con Biogen quello che aveva testato con Medimmune: aveva rastrellato azioni e poi aveva forzato il consiglio di amministrazione a vendere a Astra Zeneca, che aveva sborsato ben 15 miliardi di dollari. L'acquisizione da parte di Icahn dell'1% delle azioni di Biogen aveva evidentemente un simile scopo, ma la manovra non andò liscia perché il magement Biogen mise su una resistenza piuttosto efficace. Piuttosto efficace ma non risolutiva: dopo due anni, nel 2010, viene firmata una sorta di pace (https://www.reuters.com/article/us-biogen-idUSTRE62L30920100322). Ma non si tratta di una sconfitta di Icahn, anzi: la pace porta a 3 i membri del consiglio di amministrazione designati da Icahn che in breve riesce anche ad imporre il CEO, George Scangos. Scangos "riplasma" la compagnia. Siamo nel momento dei grandi sforzi in campo Alzheimer basati sull'ipotesi amiloide (citofonare Eli Lilly) e con una mossa molto icahniana Scangos molla il 40% della pipeline Biogen per rifocalizzare l'azienda in una sola area terapeutica: sistema nervoso centrale e nello specifico malattie neurodegenerative. A questo riguardo il Wall Street Journal parla di "decimazione della pipeline" (https://www.science.org/content/blog-post/biogen-decimated-pipeline). E a stretto giro taglia pesantemente la ricerca e sviluppo (https://www.fiercebiotech.com/r-d/biogen-spells-out-its-moonshot-r-d-strategy-amid-deep-cost-cuts), inviando 800 buste rosa. Scangos se ne va l'anno dopo. A parte i tagli il suo regno è caratterizzato dall'approvazione di Tecfidera, cioè il dimetilfumarato per la sclerosi multipla, storia nel suo complesso piuttosto triste (https://www.npr.org/sections/health-shots/2013/10/28/241365414/unlikely-multiple-sclerosis-pill-on-track-to-become-blockbuster). Verrebbe da pensare che Icahn con i suoi avesse intenzione di replicare il colpaccio Medimmune, Ma purtroppissimo la frenesia anti amiloide si stava sgretolando sotto il macigno delle evidenze cliniche.

I miliardi bruciati da Lilly nei trial dei suoi anticorpi anti beta amiloidi non avevano dato alcun risultato e Biogen si ritrova con una pipeline principalmente focalizzata su quella roba lì, che va avanti a fatica, senza nessuno a cui vendere asset che avrebbero dovuto essere tra i più "caldi" del momento. E si arriva alle vicende più recenti, con il breve periodo di Janet Woodcock acting commissioner di FDA. Sono i tempi della coda di COVID19; dopo aver aspramente criticato le ingerenze di Trump in FDA i democratici vincono le presidenziali, inizia l'amministrazione Biden. E a FDA c'è un vero e proprio terremoto (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/maretta-fda.html). Non so se quello che ha fatto più rumore sia stata la faccenda dei booster dei vaccini anticovid (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/non-andartene-docile-in-quella-buona.html) o l'approvazione  del primo anticorpo anti beta amiloidi da parte dell'agenzia, Aduhelm, perlappunto un prodotto Biogen (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/un-sistema-che-funziona-nonostante-tutto.html). L'approvazione di Aduhelm venne fuori dopo lunghi rapporti irrituali, per usare un eufemismo, tra il capo delle neuroscienze a FDA e l'azienda. Ma la povera Woodcock non ne sapeva niente perché non era nel loop, proprio lei, alla testa dell'agenzia. Aduhelm, tra polemiche sul suo prezzo e critiche alla sua efficacia, non è diventato il blockbuster che qualcuno sperava. E oggi siamo di nuovo a un sostanzioso pacchetto di licenziamenti in casa Biogen. Pagano sempre i soliti.




sabato 19 agosto 2023

NEVER

 https://www.youtube.com/watch?v=VcyVZoDPi9A

A volte occorre ricorrere alla fiction e al pop. Intendiamoci, il Dottore, per chi non lo ha mai incrociato in circa 50 anni, non è esattamente un tipo morbido. Condannare qualcuno a vivere nei riflessi degli specchi per sempre è drastico e definitivo, però non è quanto raffigurato nell'immagine. Questo vuol dire che rifiutare qualcosa (tipo rifiutare la guerra) non è un atto debole e non è ignavia. Al contrario è un atto molto più forte che seguire il flusso, sia che gridi "Dagli all'untore!" o "Dagli al nemico delle nostre democrazie!". Se c'è qualcuno che identifica questo con "non schierarsi" mi dispiace per lui e per i suoi simili, scritti e riscritti unicamente nei linguaggi prevalenti. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi alcuni pacifisti che di fronte alle atrocità delle guerre che fecero a pezzi la ex Jugoslavia invocarono l'intervento NATO. La NATO intervenì e quei pacifisti che avevano invocato il suo intervento se ne pentirono amaramente.

Più di altre faccende (leggi "clima") ora come ora c'è da fare una scelta su quello che è umano e completamente sotto il controllo degli umani: la pace.

Chiunque condizioni questa urgenza, tipo con il classico "pace solo quando vinciamo noi" di fatto avalla e spera di finire, figuratamente, con la pistola alla testa del nemico e premere il grilletto. Perché al solito ci sono i giusti e gli ingiusti, etc. Il che è un po' (un po' tanto) ergersi al livello del Dio dell'Antico Testamento, così, come niente fosse, pure se su quelle famose tavole c'era scritto tra l'altro "Non uccidere".

Ma le anime belle e giuste hanno sempre avuto il vizietto di ricorrere al boia o al rogo...

(valzerino verdiano con tra l'altro quattro battute di trillo del mezzosoprano dove si misura lo spessore dell'interprete, che qua è ai messimi storici)

E chi non ha visto volti orribili negli ultimi tre anni? Solo quelli che erano nelle loro file e quindi erano giusti senza se e senza ma. Ma da fuori del gruppo si vedeva bene di cosa si trattava.

mercoledì 16 agosto 2023

LICENZIAMENTI: NON SE NE SENTIVA LA MANCANZA

 

Le politiche dettate dalle quadrimestrali o trimestrali di cassa: un grande classico

Non si tratta di tagli massicci come ce ne furono tra il 2005 e il 2011 (a livello mondiale la stima fu di decine di migliaia), ma questi licenziamenti non riguardano solo le piccole biotech (una mezza strage, tra quella popolazione, innescata dai rialzi dei tassi da parte delle banche centrali). Nella lista ci sono anche BMS, Genentech, Biogen, J&J etc etc https://www.fiercebiotech.com/biotech/fierce-biotech-layoff-tracker-2023). 

Tutti aspettano settembre. La prima settimana di settembre per molti sarà determinante - cosa farà la FED? Che si dirà alla J.P. Morgan Healthcare Conference? E via dicendo.  

Intanto questa lenta emorragia pare procedere instancabilmente. Non è un fenomeno generalizzato ma rimane preoccupante. Che da entrambi i lati dell'oceano gli strumenti classici di lotta all'inflazione avrebbero fatto morti e feriti era abbastanza chiaro ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/06/le-ricette-standard-le-clave-e-lo.html). La netta impressione è che l'inflazione sia rimasta dove era, da questo lato dell'oceano, ma la lista dei danni si stia allungando a dismisura.

Poi per quello che riguarda questo settore la fine dei lockdown cinesi ha pesato e una buona fetta di chimica sintetica standard, che era rientrata in Europa, ritorna nel colosso asiatico. 

Ma tutto questo non ispira alcuna forma di "mal comune mezzo gaudio", anche se ho sentito qualcuno del global management parlare in questi termini (come dire: noi non abbiamo alcuna colpa, è il mercato, baby). Guardando meglio attorno le cose non stanno esattamente così. Però sicuramente l'equilibrio tra offerta di posizioni e forza lavoro disponibile si sta già alterando, e non a favore della forza lavoro.

Intendiamoci, se le vacche magre sono queste io personalmente ci metterei la firma (una decina di anni fa ci furono extinction  level events che hanno letteralmente cambiato la morfologia del settore farmaceutico mondiale, e io sono uno di quelli che ci sono passati attraverso). Intorno a me vedo gente che, data l'aria che tira, se ne va per un'altra posizione altrove: chi Astra Zeneca, chi Roche, chi Novartis. Non fosse tragico, per tanti che conosco, sembrerebbe quella storia delle porte girevoli. E rimanendo in tema capita che tu chiuda una porta perché si è spalancato un portone.

Viene da rifare una considerazione che ho già scritto più volte e che riguarda in generale le conseguenze delle politiche dettate dalle trimestrali di cassa. Non mi ripeterò su chi perlopiù galleggia nelle crisi aziendali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/thanks-for-nothing-700000-times-and-more.html), ma resta il fatto che diversi management al vertice esibiscono in questo settore comportamenti di fatto schizofrenici: tipo con una campagna di acquisizione di talenti ancora pubblicizzata farsi sfuggire i talenti già acquisiti con i tagli (che generano fuga, anche di chi non vorresti veder fuggire). In un contesto in cui, originariamente, l'acquisizione di talenti dovrebbe finire per accrescere il know how aziendale in modo o nell'altro questo non succede. Quello che invece succede è che la faccenda "talenti" diventa un tema del marketing mentre dall'altra parte i suddetti talenti fanno le valige e se ne vanno verso altre destinazioni dove sono in condizioni contrattuali più solide o semplicemente migliori. 

Come ho detto più di una volta a chiudere un centro ricerche ci vuole pochissimo, a ricostruirlo ci vogliono anni. Essendo uno che il mercato del lavoro lo osserva mi viene da ghignare quando vedo una delle grandi che cerca con estrema fatica di ricostruire un centro che una quindicina di anni fa aveva chiuso con un'azione al limite dello "scorched earth" - in effetti certe chiusure dell'epoca avevano scritto nelle loro modalità un vero e proprio odio dei vertici aziendali nei confronti delle loro strutture di ricerca e sviluppo. Erano i tempi dell'ormai dimenticato patent cliff del 2012 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/2009-houston-we-have-problem.html), un appuntamento a cui tutte le grandi erano arrivate in braghe di tela e il cui conto fu pagato appunto dai soliti noti - e alle volte fu pagato letteralmente con lacrime e sangue. Il fatto notevole è che il grosso della spesa dello sviluppo farmaceutico sono da sempre i trial clinici. Al confronto dei miliardi di spesa in trial le decine di milioni di costi della struttura di R&S sono sempre state poca cosa. Eppure ai tempi lì si tagliava, lì si faceva terra bruciata e gli investitori applaudivano (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/dinamiche-della-farmaceutica.html). Poi dopo qualche anno si chiedevano se la grande farmacutica X fosse ancora in grado di sviluppare un numero consistente di nuovi farmaci, dopo aver ridotto a 1/5 delle precedenti le proprie strutture di ricerca - quando si dice la razionalità dei mercati...

Non ci posso fare niente, in questo settore ci vivo da un quarto di secolo e qualcosa. Non riesco a non osservare quello che succede, mentre lo sguardo di molti miei colleghi all'epoca non andava oltre quello che avveniva nel loro setup di reazione sotto cappa. Nel tempo questo, guardando a oggi, è stato un bene. O forse no, come direbbe il monaco di una famosa storia Zen.

PS: Scrivo queste righe mentre sento che Zuckerberg e Musk si affronteranno a Pompei - il che è la metafora definitiva dei nostri tempi.  In pratica Bullshit Death Match edizione globale Platinum.


domenica 13 agosto 2023

UN MINUTO A MEZZANOTTE?

Negli anni 80 Watchmen inserì al centro del proprio plot l'orologio dell'apocalisse (https://it.wikipedia.org/wiki/Orologio_dell%27apocalisse). Una soluzione "creativa" di uno degli eroi del gruppo evitava l'apocalisse nucleare. L'orologio è un qualcosa di estremamente suggestivo. Che sia nato nel 47 su iniziativa del Bulletin of the Atomic Scientists è cosa che ha fatto riflettere molti, negli anni, ed è un evento indirettamente protagonista di Oppenheimer , film che merita una visione attenta. Il fatto che nel 2007 l'orologio dell'apocalisse includa i cambiamenti climatici è uno dei segni del nuovo millennio, per il più semplice dei motivi: nessuno ha il dito sul grilletto degli emettitori di gas serra globali, mentre invece il grilletto delle armi nucleari esiste, eccome se esiste.

A dispetto di un mio caro amico che lo odia, citerò di nuovo Tom Clancy, da quell'Uragano Rosso che divenne libro di testo all'Accademia di Annapolis: i Russi consideravano l'arma atomica una scelta politica, non militare, esattamente come la loro controparte (che però nascondeva la cosa sotto tonnellate di tecnicismi). Quando si usa un'ordigno nucleare qualcuno dà l'ordine e sappiamo benissimo chi è. Sempre a proposito di Clancy:

"Dr Ryan, CINC-SAC here, I repeat, sir, I have a nuclear-launch order from the President, and I require confirmation, sir."
Ryan looked at his President, then leaned down to the microphone. He struggled for the breath to speak. "CINC-SAC, this is John Patrick Ryan. I am DDCI." Jack paused, then went on quickly:
"Sir, I do not confirm this order. I repeat, General, this is NOT a valid launch order. Acknowledge at once!"
"Sir, I copy negative approval of the order."

(Tom Clancy, The sum of all fears)

Come rilevano Sara Gandini e Paolo Bartolini è significativo che tanto si strilli sul climate change quanto si taccia su questo (https://www.ilfattoquotidiano.it/2023/08/10/appello-al-disarmo-nucleare-gli-stati-devono-eliminare-i-loro-arsenali-prima-di-eliminare-noi/7256020/?fbclid=IwAR1UYdmwnCL0418X7GNj52KiVsoBQdgX_yWWjTRirt5Kvl4m4Sciec-bpSs).

Che di armi nucleari si torni a parlare oggi è fatto significativo: non pare che la pubblicizzata e acclamata controffensiva ucraina abbia ottenuto un qualche risultato ed in più è scoppiata la questione del Sahel. Sembra di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda: qualcuno si ricorda Corea, Vietnam, Angola, per citarne solo alcune? E la dottrina della sicurezza nazionale a stelle e strisce applicata all'America Latina?

Ebbene, allora non successe niente, l'apocalisse nucleare non si materializzò. Quindi non si materializzerà anche questa volta? Forse. O forse no.

Di recente mi è capitato di passare molto tempo a discutere di rischi. Quando la probabilità che un evento ha di verificarsi è bassa questo non si significa che non si verificherà mai. L'unico modo per essere sicuri che non si verificherà mai è levare di mezzo la causa prima del rischio, che in questo caso sono le armi nucleari. Magari non di botto, ma un trattato che levi di mezzo quelle definite "tattiche" sarebbe una gran cosa. Il piccolo problema è che nel nucleare tattico qualcuno ha investito molto, da decenni (chi ha inventato le testate dial-a-yield?).

"A nuclear war cannot be won and must never be fought," aveva detto un annetto fa Biden all'ONU (l'unico commento possibile a questa uscita era: grazia, graziella etc). Ma mi ricordo anche che era stato detto che le bombe a grappolo erano un crimine contro l'umanità, poi...

Il vero crimine contro l'umanità è la prosecuzione dei conflitti armati e specialmente di quelli tra potenze nucleari, diretti o indiretti che siano. E sarebbe il caso di prenderne atto, prima di ricorrere all'opzione nucleare "per salvare vite" per la seconda volta nella storia dell'umanità.

venerdì 11 agosto 2023

THANKS FOR NOTHING, 700.000 TIMES AND MORE


Il gruppetto della macchina del caffè di questi tempi si guarda attorno rapidamente e poi parla senza peli sulla lingua. L'ingegnere chimico spagnolo mi dice che lei me l'aveva detto, mesi fa. Vero (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/03/vacche-magre-in-arrivo.html). Oggi è tra quelli con una croce sulla schiena, per così dire: i candidati al pacchetto tagli mensili. Ovviamente lei sta mandando curriculum in giro sin da prima dell'annuncio ufficiale. L'indonesiano della Quality Assurance è nella stessa condizione e non si vede da due settimane, ufficialmente in ferie, ma in realtà a sgombrare il proprio appartamento, vendere l'auto e tutte queste cose qui. Gli altri mi chiedono che si dice ai vertici del sito. Io gli rispondo che i vertici del sito sono in attesa come tutti gli altri- e anche in quel caso si mandano curriculum in giro, con estrema discrezione, ma questo non lo dico. Quando arrivano email del Managing Director globale vengono aperte con ansia. Ovviamente tra quelli che sentono, sondano, mettono in giro la voce "disponibile" tra gli headhunter ci sono io (avere un giro di contatti tra gli headhunter può essere utile).

C'è gente che nel sito ci ha letteralmente passato la vita (lavorativa). E si interroga sul proprio futuro, perché non conosce niente altro. E poi ci sono gli altri, come me, come la gente alla macchinetta del caffè. E gli altri hanno in comune una cosa: sono dei sopravvissuti, che di crisi ne hanno vissuta almeno una, prima della presente. Quindi sanno annusare i segni in anticipo, sanno quando mettersi di nuovo a cercare.

Di sopravvissuti alle crisi della chimica farmaceutica, italiana e non, ce ne sono parecchi, Altri hanno finito per diventare assassini e/o suicidi (https://www.cbsnews.com/news/updated-suicide-follows-stabbing-linked-to-pfizer-layoffs/). Il fatto che mi è rimasto più impresso è stato quello del licenziato che sgombra la scrivania portandosi via le cose nel classico cartone, arriva nel parcheggio e si uccide (https://hudsonvalley.news12.com/police-pfizer-worker-kills-self-in-pearl-river-34721086). Altri si sono ricollocati più o meno facilmente, ma per quelli a cui è capitato sui 50 anni il discorso è molto diverso. A me è capitato e sono sopravvissuto, per tanti altri non si può dire lo stesso. Si tratta di un contesto in cui quali siano i tuoi risultati, beh, possono fare la loro figura su un Curriculum Vitae (ottima cosa), ma nelle condizioni del momento dove sei (azienda ma anche nazione) questo conta 0. Ciò non vuol dire che i cinici sopravvivono (le crisi aziendali sono come le inondazioni, diceva un mio collega, chi galleggia è perlopiù legno secco o altra materia assai meno nobile). Vuol dire che se sopravvivi nel settore un tasso minimo di cinismo assoluto lo hai sviluppato, sempre che tu non sia un galleggiatore (il che implica aver sviluppato qualcosa di molto peggio).

Questa è la storia da cui vengo e la realtà in cui vivo: "They need you until they don't". Detto ciò...

Detto ciò questo mi ricorda qualcosa e si può immaginare cosa non sia stata l'operazione CS.

Non è stato qualcosa per incassare il classico caffè dal web. Thanks for nothing a chi parlava di clickbaiting.

Non è stato qualcosa per "essere funzionale a...". Qua sopra non si è mai voluti essere funzionali a qualcuno, anche se qualcuno ha usato funzionalmente quello che si scriveva, una volta da una parte, una volta dall'altra. Thanks for nothing, guys, non abbiamo mai fatto un pezzo di strada assieme in realtà, avete usato quando vi andava bene e via.

Non è stato qualcosa per "parlar male della scienza" se per "scienza" si intendono, in astratto, discipline scientifiche: del mio mestiere, che è basato su una discliplina scientifica, non ho mai parlato male e soprattutto sono perfettamente in grado di svolgerlo nella fascia più alta del settore (se qualcuno non ci crede affar suo, ma quando per pura ipotesi un suo parente sarà salvato dal nuovo miracoloso antitumorale, beh, sorry, da parte mia la sua produzione non era intesa per renderti felice) . Quanto a parlar male di quello che sui social media passa per scienza, beh, era un atto dovuto nella maggior parte dei casi. Perché in un contesto come quello della mia vita professionale certi pezzi di scienza attivi sui social forse potrebbero galleggiare nelle crisi come il legno secco o la materia meno nobile di cui sopra, ma quanto ad avere le credenziali per saltare altrove... sui foot soldiers dell'ascienza social, laureatiinqualcosadiscientifico etc sorvolo, nel senso letterale del termine. Thanks for nothing, "scienza" sui social.

E anche a quelli che mi condividevano con nel profilo il simbolo di iniziative politiche fallimentari nate aberranti (tipo Italia Sovrana e Popolare, voti comunista e eleggi Pennetta o un fascio)... Thanks for nothing, guys.

Nonostante tutti costoro, senza controparte social etc etc dopo quasi un anno i numeri sono andati avanti e sono numeri che costituirebbero il sogno più bagnato di questo mondo. Ma anche solo la differenza: 30.000 visualizzazioni polluzione immediata, per qualcuno. A me i numeri servono solo per dire: thanks for nothing, 722.924 times.

La cosa che invece continua a stupirmi in una certa misura sono i risultati conseguiti nel tempo dall'operazione, che alla fine una sua collocazione definitiva l'ha trovata (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/perche-sono-contento-che-sinistrainrete.html). Se non definitiva, almeno di medio termine.


martedì 8 agosto 2023

SIDERURGIA, STORIA, RICORDI, ANIDRIDE CARBONICA E CINA

La siderurgia è roba antichissima che iniziò nell'Età del Ferro. Per qualche motivo gli Ittiti (indoeuropei) la avevano, assieme ai carri trainati da cavalli, quando l'Egitto non aveva sviluppato la siderurgia principalmente per mancanza di materie prime (https://archeologiavocidalpassato.com/2016/05/28/antico-egitto-il-pugnale-di-ferro-di-tutankhamon-e-di-origine-extraterrestre-le-analisi-prodotte-da-un-team-italo-egiziano-il-ferro-del-cielo-come-ricordano-i-papiri-contiene-ni/). La tecnologia e i cavalli non costituirono un vantaggio strategico definitivo, per gli Ittiti e le lunghe guerre tra loro e l'Egitto dinastico si risolsero in un trattato di pace: il trattato di Qadeš fu stipulato tra il grande Ramsete II e il re ittita Hattušili III, dopo la battaglia di Qadeš, ed è considerato il primo trattato di pace della storia (e di trattati del genere in quasi 4000 anni ne sono stati stipulati molto pochi). L'Egitto dinastico conosceva solo il ferro nativo, raro perché proveninete da meteoriti. Nella crosta terestre, a quanto pare a causa del Grande Evento Ossidativo, il ferro è principalmente Fe(III), sotto forma di ossidi, idrossidi e solfuri. Mi ricordo, da ragazzino, quando arrivavo di scoglio in scoglio a Punta Calamita, all'Elba. C'era materiale rotolato giù dalle discariche della miniera, allora ancora attiva, e conservo ancora un pezzo con magnetite e ematite. Era roba comune, comunissima, di poco pregio, non come le splendide tormaline elbane (la collezione di tormaline che fu del museo universitario della Facoltà di Geologia dell'Università di Pisa credo sia stata trasferita al museo di Storia Naturale di Calci).

Ematite elbana

Ma torniamo all'acciaio. La chimica di altoforno e convertitore non è semplice come si potrebbe pensare. Molte diverse reazioni sono all'opera, contemporaneamente. Di base, in teoria, resta il fatto che per convertire in ferro ossidi di ferro negli altiforni si usi il carbonio come riducente. La reazione complessiva, semplificata, è 

C+1/2 O2 → CO

Fe2O3+3CO 2Fe+3CO2

Ma in primo luogo nel minerale di ferro non c'è solo ematite (Fe2O3), ma anche magnetite (Fe2O4, e mi viene da pensare alla dismessa miniera di Punta Calamita all'Isola d'Elba) e limonite. Poi il processo avviene per stadi successivi etc etc.  Quindi come capita spesso dalla teoria alla pratica, i conti non sono precisi, anche perché dopo le reazioni nell'altoforno ci sono quelle nel convertitore, che trasforma la ghisa in acciaio: "Il processo di produzione via altoforno e convertitore produce fino a 2.000 grammi di CO2 per ogni kg di acciaio prodotto" (https://dirigentindustria.it/industria/la-siderurgia-ed-il-cambiamento-climatico-responsabilita-e-prospettive.html). 2 kg di CO2 per kg di acciaio grezzo significano 2 tonnellate di CO2 per tonnellata di prodotto.

Ora diamo uno sguardo alla peoduzione cinese di acciaio grezzo. Ovviamente in crescita (https://www.reuters.com/markets/asia/china-june-crude-steel-output-up-04-yy-stats-bureau-2023-07-17/). Con una produzione di più di un milione di tonnellate (https://www.ceicdata.com/en/china/steel-production/cn-steel-production-ytd-crude-steel),  Ma i dati sono un po' confusi. Perché la Cina esporta una sessantina di milioni di tonnellate all'anno (https://legacy.trade.gov/steel/countries/pdfs/exports-china.pdf), che corrisponderebbero a circa 120 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Quindi la finestra va dai 2 ai 120 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Ma non è una cosa precisamente nuova, con Cina e dati. Comunqe tutto questo, con i numeri sottostimati o meno, solo per un misero 2% delle esportazioni annuali della Cina. BTW bene ricordare per l'ennesima volta che le esportazioni della Cina sono importazioni altrove e di solito nessuno obbliga nessun altro a importare...

Mi ricordo il sinofilo standard che arrivò a protestare: "Falso! Disinformazione!". Purtroppissimo la stechiometria e i bilanci di massa non dipendono dalle opinioni storte del tifoso medio.

Ovviamente a occidente principalmente si produce acciaio riciclato: "Nel mondo circa il 20% della produzione d’acciaio è ottenuta attraverso il riciclo del rottame; nell’Unione Europea tale percentuale sale a circa il 40%; in Italia, grazie alla preponderante diffusione del forno elettrico, tale contributo ha raggiunto nel 2020 l’85% nel settore delle costruzioni." (https://www.promozioneacciaio.it/progettare-e-costruire-green/).  Intendiamoci, il riciclo dell'acciaio, che avviene con forni elettrici, è un processo estremamente energivoro. Però non produce direttamente anidride carbonica.

Ora si dovrebbero prendere a... (censura e ricensura) tutti quelli che "Non facciamo abbastanza!!! La mia terra brucia, ho l'ecoansia!!!". Ma ancora una volta, tutto quello che si fa e si farebbe qua è vanificato da quello che si fa altrove. Però i bigotti che si pensavano estinti anni e anni fa ci sono e comunicano, dilangando. Non più "Nell'urna Dio ti vede, Stalin no!" ma la sostanza non cambia.


 





lunedì 7 agosto 2023

I DUE UBRIACHI


C'erano due ubriachi che uscirono dall'osteria e nessuno dei due si reggeva in piedi. Ma si resero conto che se uno si appoggiava all'altro riuscivano a stare ritti e a camminare. Allora il primo ubriaco disse al secondo: dai, così ce la facciamo, ti accompagno a casa. Quando furono davanti alla casa del secondo ubriaco quello disse al primo: tu mi hai accompagnato a casa, ora ti devo accompagnare io. E lo accompagnò a casa, ma davanti alla propria casa il primo ubriaco disee: ora ti devo riaccompagnare io. E andarono avanti e indietro così, per tutta la notte.

Questa non è una storia del Monaco Gui Gou, ma una vecchia storiella della mia città natale. E mi è venuto da pensare che complottisti-no-questo-e-quello e anticomplottisti-antino-questo-e-quello, bufalari e debunker, sono esattamente come i due ubriachi della storia, pari pari: nessuno dei due si regge in piedi senza l'altro. Ma nel loro caso la notte non finisce mai.

E comunque non accetterei mai un passaggio da nessuno dei due.

PS: Mi accorgo di aver usato la stessa similitudine tempo fa (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/i-due-ubriachi.html), quindi sto diventando ripetitivo. Però la ripetizione mi dicono sia l'essenza dei media digitali, quindi... però continua a non piacermi.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...