lunedì 28 agosto 2023

IL SENSO PER I NOMI, L'EMERGENZA E I SUOI FAN

 

https://www.adnkronos.com/cronaca/covid-nuova-variante-pirola-sotto-la-lente-ecco-perche-sintomi_7hbwHaWWeEVTvyebxIcbqD  
 

Questa cosa dei nomi è un po' sfuggita di mano. Kraken (vabbè), Arturo  (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/grandi-ritorni-ma-la-quarta-serie-e-un.html). Ma... Pirola? Sul serio?

Ve li ricordate quelli che "Io tifo COVID"? Beh, l'ultima versione per coerenza dovrebbe essere "Io tifo Pirola". Al che il primo che passa si potrebbe chiedere se Pirola non sia il nuovo attaccante di una qualche squadra di calcio.

Altro che un diamante, una pandemia è per sempre, per alcuni. Nell'ultimo anno, quando buona parte dei paesi occidentali le misure antipandemiche se le era lasciate alle spalle, in Italia c'era ancora chi  non voleva mollare. Gente che avrebbe voluto il green pass eterno, per distinguere i giusti dai reprobi (e scanagliare tutti i giorni contro i reprobi sui social). Non è che si debbano cercare definizioni articolate, per questa popolazione: le male parole vanno benissimo.

Quando OMS dichiarò la fine dell'emergenza a regola non dovevano esserci più santi, ma sui media italiani non mancò il solito gruppo a parlare di comprensione del testo: quella che era finita era l'emergenza, mica la pandemia (unico commento possibile: sì, e 'sti beati cazzi?). Ma bisogna capirli. Tra costoro c'era chi ha fatto le proprie fortune mediatiche sulla pandemia e lasciar cadere il tema che ti ha messo sotto i riflettori non è facile. La viromania non è una caratteristica esclusivamente italiana ma possiamo dire che in Italia ha attecchito meglio. La peggiore gestione della pandemia in Europa, astronomici costi sociali e economici eppure per troppi è stato un momento identitario forte, che più forte non ci poteva essere. Il sottoscritto per i momenti identitari forti e diffusi nutre da sempre un gran  sospetto, perché spesso si finisce in momenti identitari forti e diffusi dietro una bandiera opposta a un'altra bandiera in una guerra (ops, è gia successo?). Questo per dire che negli ultimi anni ci sarebbe voluto lo sguardo di Hanna Harendt, o quello di Robert Musil: loro li avrebbero riconosciuti bene i meccanismi, quei meccanismi che un secolo fa finirono per portare a un disastro mondiale. 

Ci si dovrebbe rendere conto, per l'ennesima volta, che tutto questo non ha nulla a che fare con nessuna scienza, ma è una faccenda politica fin dall'inizio. Il fatto che nello stivale continui ad essere camuffata da scienza (esattamente come la risposta alla crisi climatica) dovrebbe dire molto a molti. Ma in realtà sono pochissimi quelli che non vogliono sottoscrivere l'ennesima emergenza da cui ancora qualcuno trarrà i propri guadagni (monetari, politici, mediatici) a spese dei molti, sempre più impoveriti.

domenica 27 agosto 2023

L'ARRESTO (UNA STORIA ZEN DEL MONACO GUI GOU)

Nottetempo tre guardie imperiali si presentarono alle porte del monastero per arrestare il maestro Zhaozhou e rimuoverlo dal suo incarico di abate.

“Di cosa sarei accusato, di grazia?” domando` Zhaozhou.

“La lista e` lunga” rispose il capitano delle guardie. “Il monaco Gui Gou ti ha denunciato per percosse, lesioni gravi, ingiuria, violenza privata, abuso dei mezzi di correzione, maltrattamenti in famiglia e stalking”.

“Tutto questo non sarebbe accaduto” aggiunse una seconda guardia, “se avessi usato parole e modi piu` gentili e fossi stato piu` politically corr…”. Zhaozhou colpi` in testa in rapida sequenza le guardie con tale violenza che il suo bastone si spezzo`.

In quel momento le tre guardie raggiunsero l’illuminazione… e Zhaozhou evito` la detenzione!

NdCS: Troppi ricordi... credo che "è stato arrestato!" sia stato uno degli episodi più comici della storia di CS sui social.

giovedì 24 agosto 2023

DA PANDEMISTI A CLIMALTERATI ECOANSIOSI CI VUOL NULLA


 

Al Re Travicello
piovuto ai ranocchi,
mi levo il cappello
e piego i ginocchi:
lo predico anch’io
cascato da Dio:
oh comodo, oh bello
un Re Travicello!


La classicità, quella che qualcuno vorrebbe cancellare. Cioè quello che scritto o altrimenti prodotto in un passato anche remoto continua ad avere un significato attraverso gli anni, attraverso i secoli. Il che significa che riesce ad essere interpretabile e significativo in contesti culturali estremamente lontani - dove cultura è inteso in senso antropologico.

Il Giusti al suo tempo parlava di politica e persone. Ma il discorso e il sarcasmo del Giusti sono facilmente traslabili ai tempi odierni, dove il "Re" è il discorso dominante - e la traslazione ha un margine di errore assai ridotto. Quante teste di legno che fanno un gran chiasso abbiamo visto, in questi tempi, calare da nulla a ciarlare sui media di ogni genere, predicando l'ultimo re travicello? E una maggioranza di persone ormai più pubblico che cittadini erano lì, pronti ad adorare l'ultimo tema piovuto dal cielo, i moderni ranocchi.

In tempi di COVID qua sopra non si è minimizzato il problema quando c'era e fin dall'inizio ci si è interessati alle soluzioni e ai mezzi per la riduzione del danno, per esempio agli approcci terapeutici per quelli che finivano in terapia intensiva, mentre "chi sa" si affidava ai protocolli alla sperindio (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/02/coronavirus-lhail-mary-protocol.html). Tra l'altro gli strumenti farmaceutici di riduzione del danno erano disponibili mesi prima delle approvazioni emergenziali dei vaccini.  Quando i vaccini sono arrivati per chi nonostante il vaccino finiva in ospedale la musica era più o meno la stessa, il più delle volte. Per qualche motivo l'enfasi sul problema andava a braccetto con il sabotaggio delle riduzioni del danno e delle soluzioni. O definite questo un approccio razionalmente orientato al risultato, se ci riuscite - se invece volete definirlo un approccio compatibile con i tetti di spesa niente da obiettare.

Se si parla di clima vedo esattamente la stessa situazione. Al di là dei vari discorsi sulla mobilità elettrica (in Italia, il che provocherebbe un'amara risata), siamo sempre alle solite. L'accento è solo e unicamente sul problema, e la risposta predicata non è così diversa da "mascherina e lockdown in eterno". Le soluzioni più facili per la riduzione del danno (l'azione sul dissesto idrogeologico del territorio) sono eresia. Meglio la gloriosa Europa carbon neutral, che in un modo o nell'altro sarà realizzata, sulla carta, to no effect - ho passato qualche tempo in un paese europeo che quanto ad elettrificazione della mobilità è tra i più avanzati d'Europa e la cosa è stata realizzata con adeguati investimenti logistici, senza guerre di religione, senza stigma per chi continua ad usare motori a scoppio. E' una buona cosa? Certo che lo è, come il recente record delle rinnovabili (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/02/e-dacci-oggi-la-nostra-apocalisse.html).  Ma sicuramente per qualche climaalterato questo non va bene, perché non è abbastanza radicale. Poi, francamente, levare le sovvenzioni in Italia ai combustibili fossili non sarebbe male, in teoria, se non ci fosse il piccolo problema di chi alla fine chi paga: pronto a scommettere che la fine delle sovvenzioni sarebbe pagata in costi al consumatore. E qua c'è il discriminate: se ti sta bene sei il climalterato ecoansioso. Se ti ponessi il problema di come evitare questo ennesimo scaricare sui i molti meriteresti la mia stima. Fatemi sapere chi posso stimare, perché guardando in giro non vedo gran che.

Perché chi si preoccupa di quello ma non di quell'altro canta la solita canzone: Penitenziagite, proprio come ai tempi del COVID. Poi guai a parlare di elefanti della stanza (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/lelefante-nella-stanza-clima.html), perché non sta bene. L'argomento più surreale: dare il buon esempio - in Europa quanto a leggi ambientali stiamo dando il buon esempio da quasi quarant'anni (vedere alla voce ozone depleters) e si è ben visto quanto è servito come esempio agli altri (0).

L'enfasi di adesione al liguaggio prevalente corrode il pensiero (quando c'è) e affiora nel vocabolario usato: climaalterante, attribution science, quote CO2. Usi queste parole e sei subito giusto. E chi se ne frega di danni o pratiche possibili e accessibili. Penitenziagite, ondate di caldo e inondazioni travolgano gli infedeli così che si possa gridare "Climate change!" e così sia.



martedì 22 agosto 2023

OPPENHEIMER (IL FILM)

 

(Visto che ho semplicemente accennato al film, in un post di qualche giorno fa: sì, lo ho visto ad un'antemprima e dirò qualcosa al riguardo - senza spoiler? Non so se il termine abbia senso per un film del genere)

"I am become Death, destroyer of worlds"?

No, non proprio. Anzi no, non soprattutto.

Oppenheimer è la storia di un comunista che ai suoi tempi era anche uno dei pochi a poter insegnare meccanica quantistica, negli USA. E essendo comunista appoggiò la tentata sindacalizzazione della ricerca all'Università di Berkeley.

Ed è la storia del perché un comunista guidò lo sforzo americano per arrivare alla bomba nucleare - perché la Germania nazista aveva cominciato già a lavorarci, e la sola idea di una bomba atomica nazista riempiva alcuni, tra cui Oppenheimer, di un immane terrore.

E' anche la storia dello sviluppo della bomba, ma soprattutto è la storia del rimpianto di Oppenheimer per le inutili stragi di Hiroshima e Nagasaki e di come il padre dell'atomica si mise di traverso alla lobby nuclearista di Washington e dintorni, e per questo fu inquisito, perseguitato e quasi distrutto.

In tempi di maccartismo lo negò fino all'inverosimile, ma pure se senza tessere Oppenheimer era un comunista dalla pianta dei piedi fino alla punta dei capelli.

Dopodiché una doverosa precisazione. A Hiroshima e Nagasaki ci furono 210.000 morti e 150.000 feriti. Le stime del non-atomico bombardamento di Dresda arrivano a 225.000 morti. Ma forse più di altri Oppenheimer aveva capito che non era questione di contabilità del massacro: la vera minaccia esistenziale per il genere umano era il genio malefico del fuoco atomico ormai fuori dalla bottiglia.

EDIT: Mi fanno notare che i 100.000 morti del bombardamento convenzionale di Tokyo sono la pietra di paragone più consona, e hanno ragione: le stime più corrette per Dresda sono tra 25.000 e 30.000 morti, e io sono troppo influenzato da Mattatoio n°5 di Kurt Vonnegut.

lunedì 21 agosto 2023

I NOBEL, LO SQUALO, I TRAFFICI CON FDA E ALLA FINE PAGANO I SOLITI

https://www.fiercepharma.com/pharma/biogen-kicks-1000-layoffs-ceo-viehbachers-complete-redesign-biotech

C'erano una volta Kenneth Murray (Università di Edinburgo), Philip Allen Sharp (MIT), Walter Gilbert (Harvard), Heinz Schaller (Heidelberg) and Charles Weissman (Zurigo). Erano tutti biologi. Gilbert e Sharp ebbero il Nobel per Chimica 1980 per il lavoro sul sequenziamento del DNA. Lunga storia quella dei Nobel per Chimica assegnati ai biologi. Tra gli effetti collaterali della coabitazione di chimici e biologi in un solo Nobel, provocata dal fatto che non esiste Nobel per la biologia, c'è forse una diffusa convinzione che le due categorie siano fondamentalmente intercambiabili, cosa del tutto assurda. Sharp ricevette il Nobel per la Medicina nel 1993, per la scoperta dei geni a struttura discontinua. Questo gruppo di biologi fondò Biogen, che sviluppò Interferon alfa-2b, universalmente noto come "l'interferone", approvato per la prima volta da FDA nel 1996, commercializzato da Schering-Plough (poi sono arrivate la versione pegilata e i biosimilari, ma questo è un altro discorso).

Nel 2003 Biogen si fonde con la californiana IDEC. IDEC aveva sviluppato rituximab, il primo anticorpo monoclonale antitumorale, approvato da FDA nel 1997. E non passa molto tempo dalla fusione che inizia una delle vicende  di cui più si è parlato nell'ambito dell'industria farmaceutica nel primo decennio del secolo: Biogen IDEC finisce nel mirino di Carl Icahn. Icahn è uno dei più noti corporate raider (Gordon Gekko in Wall Street di Oliver Stone è l'immagine di raider più nota al grande pubblico). La vicenda è stata piuttosto lunga e fu seguita pure da Nature (https://www.nature.com/articles/4531149a).  Il primo decennnio del secolo è stato caratterizzato dalla grande crescita delle biotech classiche, cioè di aziende che sviluppavano farmaci biotecnologici (principalmente mAB, anticorpi monoclonali). Le grandi farmaceutiche globali erano rimaste indietro al riguardo e si stavano mettendo in pari con acquisizioni e fusioni - l'episodio più rilevante fu la completa acquisizione di Genentech da parte di Roche nel 2009. 

Si può pensare che Icahn volesse ripetere in grande con Biogen quello che aveva testato con Medimmune: aveva rastrellato azioni e poi aveva forzato il consiglio di amministrazione a vendere a Astra Zeneca, che aveva sborsato ben 15 miliardi di dollari. L'acquisizione da parte di Icahn dell'1% delle azioni di Biogen aveva evidentemente un simile scopo, ma la manovra non andò liscia perché il magement Biogen mise su una resistenza piuttosto efficace. Piuttosto efficace ma non risolutiva: dopo due anni, nel 2010, viene firmata una sorta di pace (https://www.reuters.com/article/us-biogen-idUSTRE62L30920100322). Ma non si tratta di una sconfitta di Icahn, anzi: la pace porta a 3 i membri del consiglio di amministrazione designati da Icahn che in breve riesce anche ad imporre il CEO, George Scangos. Scangos "riplasma" la compagnia. Siamo nel momento dei grandi sforzi in campo Alzheimer basati sull'ipotesi amiloide (citofonare Eli Lilly) e con una mossa molto icahniana Scangos molla il 40% della pipeline Biogen per rifocalizzare l'azienda in una sola area terapeutica: sistema nervoso centrale e nello specifico malattie neurodegenerative. A questo riguardo il Wall Street Journal parla di "decimazione della pipeline" (https://www.science.org/content/blog-post/biogen-decimated-pipeline). E a stretto giro taglia pesantemente la ricerca e sviluppo (https://www.fiercebiotech.com/r-d/biogen-spells-out-its-moonshot-r-d-strategy-amid-deep-cost-cuts), inviando 800 buste rosa. Scangos se ne va l'anno dopo. A parte i tagli il suo regno è caratterizzato dall'approvazione di Tecfidera, cioè il dimetilfumarato per la sclerosi multipla, storia nel suo complesso piuttosto triste (https://www.npr.org/sections/health-shots/2013/10/28/241365414/unlikely-multiple-sclerosis-pill-on-track-to-become-blockbuster). Verrebbe da pensare che Icahn con i suoi avesse intenzione di replicare il colpaccio Medimmune, Ma purtroppissimo la frenesia anti amiloide si stava sgretolando sotto il macigno delle evidenze cliniche.

I miliardi bruciati da Lilly nei trial dei suoi anticorpi anti beta amiloidi non avevano dato alcun risultato e Biogen si ritrova con una pipeline principalmente focalizzata su quella roba lì, che va avanti a fatica, senza nessuno a cui vendere asset che avrebbero dovuto essere tra i più "caldi" del momento. E si arriva alle vicende più recenti, con il breve periodo di Janet Woodcock acting commissioner di FDA. Sono i tempi della coda di COVID19; dopo aver aspramente criticato le ingerenze di Trump in FDA i democratici vincono le presidenziali, inizia l'amministrazione Biden. E a FDA c'è un vero e proprio terremoto (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/maretta-fda.html). Non so se quello che ha fatto più rumore sia stata la faccenda dei booster dei vaccini anticovid (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/09/non-andartene-docile-in-quella-buona.html) o l'approvazione  del primo anticorpo anti beta amiloidi da parte dell'agenzia, Aduhelm, perlappunto un prodotto Biogen (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/un-sistema-che-funziona-nonostante-tutto.html). L'approvazione di Aduhelm venne fuori dopo lunghi rapporti irrituali, per usare un eufemismo, tra il capo delle neuroscienze a FDA e l'azienda. Ma la povera Woodcock non ne sapeva niente perché non era nel loop, proprio lei, alla testa dell'agenzia. Aduhelm, tra polemiche sul suo prezzo e critiche alla sua efficacia, non è diventato il blockbuster che qualcuno sperava. E oggi siamo di nuovo a un sostanzioso pacchetto di licenziamenti in casa Biogen. Pagano sempre i soliti.




sabato 19 agosto 2023

NEVER

 https://www.youtube.com/watch?v=VcyVZoDPi9A

A volte occorre ricorrere alla fiction e al pop. Intendiamoci, il Dottore, per chi non lo ha mai incrociato in circa 50 anni, non è esattamente un tipo morbido. Condannare qualcuno a vivere nei riflessi degli specchi per sempre è drastico e definitivo, però non è quanto raffigurato nell'immagine. Questo vuol dire che rifiutare qualcosa (tipo rifiutare la guerra) non è un atto debole e non è ignavia. Al contrario è un atto molto più forte che seguire il flusso, sia che gridi "Dagli all'untore!" o "Dagli al nemico delle nostre democrazie!". Se c'è qualcuno che identifica questo con "non schierarsi" mi dispiace per lui e per i suoi simili, scritti e riscritti unicamente nei linguaggi prevalenti. Sono abbastanza vecchio da ricordarmi alcuni pacifisti che di fronte alle atrocità delle guerre che fecero a pezzi la ex Jugoslavia invocarono l'intervento NATO. La NATO intervenì e quei pacifisti che avevano invocato il suo intervento se ne pentirono amaramente.

Più di altre faccende (leggi "clima") ora come ora c'è da fare una scelta su quello che è umano e completamente sotto il controllo degli umani: la pace.

Chiunque condizioni questa urgenza, tipo con il classico "pace solo quando vinciamo noi" di fatto avalla e spera di finire, figuratamente, con la pistola alla testa del nemico e premere il grilletto. Perché al solito ci sono i giusti e gli ingiusti, etc. Il che è un po' (un po' tanto) ergersi al livello del Dio dell'Antico Testamento, così, come niente fosse, pure se su quelle famose tavole c'era scritto tra l'altro "Non uccidere".

Ma le anime belle e giuste hanno sempre avuto il vizietto di ricorrere al boia o al rogo...

(valzerino verdiano con tra l'altro quattro battute di trillo del mezzosoprano dove si misura lo spessore dell'interprete, che qua è ai messimi storici)

E chi non ha visto volti orribili negli ultimi tre anni? Solo quelli che erano nelle loro file e quindi erano giusti senza se e senza ma. Ma da fuori del gruppo si vedeva bene di cosa si trattava.

mercoledì 16 agosto 2023

LICENZIAMENTI: NON SE NE SENTIVA LA MANCANZA

 

Le politiche dettate dalle quadrimestrali o trimestrali di cassa: un grande classico

Non si tratta di tagli massicci come ce ne furono tra il 2005 e il 2011 (a livello mondiale la stima fu di decine di migliaia), ma questi licenziamenti non riguardano solo le piccole biotech (una mezza strage, tra quella popolazione, innescata dai rialzi dei tassi da parte delle banche centrali). Nella lista ci sono anche BMS, Genentech, Biogen, J&J etc etc https://www.fiercebiotech.com/biotech/fierce-biotech-layoff-tracker-2023). 

Tutti aspettano settembre. La prima settimana di settembre per molti sarà determinante - cosa farà la FED? Che si dirà alla J.P. Morgan Healthcare Conference? E via dicendo.  

Intanto questa lenta emorragia pare procedere instancabilmente. Non è un fenomeno generalizzato ma rimane preoccupante. Che da entrambi i lati dell'oceano gli strumenti classici di lotta all'inflazione avrebbero fatto morti e feriti era abbastanza chiaro ( https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/06/le-ricette-standard-le-clave-e-lo.html). La netta impressione è che l'inflazione sia rimasta dove era, da questo lato dell'oceano, ma la lista dei danni si stia allungando a dismisura.

Poi per quello che riguarda questo settore la fine dei lockdown cinesi ha pesato e una buona fetta di chimica sintetica standard, che era rientrata in Europa, ritorna nel colosso asiatico. 

Ma tutto questo non ispira alcuna forma di "mal comune mezzo gaudio", anche se ho sentito qualcuno del global management parlare in questi termini (come dire: noi non abbiamo alcuna colpa, è il mercato, baby). Guardando meglio attorno le cose non stanno esattamente così. Però sicuramente l'equilibrio tra offerta di posizioni e forza lavoro disponibile si sta già alterando, e non a favore della forza lavoro.

Intendiamoci, se le vacche magre sono queste io personalmente ci metterei la firma (una decina di anni fa ci furono extinction  level events che hanno letteralmente cambiato la morfologia del settore farmaceutico mondiale, e io sono uno di quelli che ci sono passati attraverso). Intorno a me vedo gente che, data l'aria che tira, se ne va per un'altra posizione altrove: chi Astra Zeneca, chi Roche, chi Novartis. Non fosse tragico, per tanti che conosco, sembrerebbe quella storia delle porte girevoli. E rimanendo in tema capita che tu chiuda una porta perché si è spalancato un portone.

Viene da rifare una considerazione che ho già scritto più volte e che riguarda in generale le conseguenze delle politiche dettate dalle trimestrali di cassa. Non mi ripeterò su chi perlopiù galleggia nelle crisi aziendali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/08/thanks-for-nothing-700000-times-and-more.html), ma resta il fatto che diversi management al vertice esibiscono in questo settore comportamenti di fatto schizofrenici: tipo con una campagna di acquisizione di talenti ancora pubblicizzata farsi sfuggire i talenti già acquisiti con i tagli (che generano fuga, anche di chi non vorresti veder fuggire). In un contesto in cui, originariamente, l'acquisizione di talenti dovrebbe finire per accrescere il know how aziendale in modo o nell'altro questo non succede. Quello che invece succede è che la faccenda "talenti" diventa un tema del marketing mentre dall'altra parte i suddetti talenti fanno le valige e se ne vanno verso altre destinazioni dove sono in condizioni contrattuali più solide o semplicemente migliori. 

Come ho detto più di una volta a chiudere un centro ricerche ci vuole pochissimo, a ricostruirlo ci vogliono anni. Essendo uno che il mercato del lavoro lo osserva mi viene da ghignare quando vedo una delle grandi che cerca con estrema fatica di ricostruire un centro che una quindicina di anni fa aveva chiuso con un'azione al limite dello "scorched earth" - in effetti certe chiusure dell'epoca avevano scritto nelle loro modalità un vero e proprio odio dei vertici aziendali nei confronti delle loro strutture di ricerca e sviluppo. Erano i tempi dell'ormai dimenticato patent cliff del 2012 (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/2009-houston-we-have-problem.html), un appuntamento a cui tutte le grandi erano arrivate in braghe di tela e il cui conto fu pagato appunto dai soliti noti - e alle volte fu pagato letteralmente con lacrime e sangue. Il fatto notevole è che il grosso della spesa dello sviluppo farmaceutico sono da sempre i trial clinici. Al confronto dei miliardi di spesa in trial le decine di milioni di costi della struttura di R&S sono sempre state poca cosa. Eppure ai tempi lì si tagliava, lì si faceva terra bruciata e gli investitori applaudivano (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/06/dinamiche-della-farmaceutica.html). Poi dopo qualche anno si chiedevano se la grande farmacutica X fosse ancora in grado di sviluppare un numero consistente di nuovi farmaci, dopo aver ridotto a 1/5 delle precedenti le proprie strutture di ricerca - quando si dice la razionalità dei mercati...

Non ci posso fare niente, in questo settore ci vivo da un quarto di secolo e qualcosa. Non riesco a non osservare quello che succede, mentre lo sguardo di molti miei colleghi all'epoca non andava oltre quello che avveniva nel loro setup di reazione sotto cappa. Nel tempo questo, guardando a oggi, è stato un bene. O forse no, come direbbe il monaco di una famosa storia Zen.

PS: Scrivo queste righe mentre sento che Zuckerberg e Musk si affronteranno a Pompei - il che è la metafora definitiva dei nostri tempi.  In pratica Bullshit Death Match edizione globale Platinum.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...