mercoledì 18 ottobre 2023

VECCHIE STORIE; SOCIETA' SCIENTIFICHE ITALIANE ETC

 

https://www.theguardian.com/business/1999/jul/01/18

La storia di British Biotech ai tempi fece scalpore (sono passati 25 anni). BB spinse fino alla sperimentazione clinica un inibitore di MMP2, un acido idrossamico che purtroppo aveva aveva effetti collaterali devastanti, e quando iniziarono a manifestarsi nei trial provò ad occultare la cosa. Una storia che  costò all'azienda roba tipo 40 miliardi di danni richiesti in cause. E questo è il motivo per cui il 99.9% di voi non ha mai sentito parlare di British Biotech, che da allora non esiste più.

Ovviamente gli acidi idrossamici inibitori di MMP2 da allora sono diventati pariah e MMP2 un target completamete discreditato. Nell'industria, dico.

Invece nell'accademia cinque anni dopo i fatti indovinate chi brevettava una serie di acidi idrossamici inibitori di MMP? Una spin off dell' università di Firenze, spin off guidata da quello che all'epoca era presidente a vita o giù di lì di una società scientifica italiana. Una società scientifica notevole, perché nel tempo il numero dei sui iscritti è salito in maniera inversamente proporzionale alla probabilità di assunzione di un laureato in chimica in Italia. Ma del resto...

Ora certa gente occorre anche capirla. L'uomo era stato il bullizzatisssimo sottoposto di un certo soggettone storico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/09/chimici-resistenza-contestazione.html). La società ovviamente assegna una medaglia in memoria del personaggio.

Alla dipartita dell'emerito fiorentino degli acidi idrossamici arrivarono mesaggi di condoglianze e di commemorazione di Renzi, Nardella e del rettore dell'Università di Tblisi - questo per dare una misura dello spessore internazionale del personaggio e del rapporto attività scientifica/politica. E' un personaggio a cui comunque la società in questione ha dedicato una medaglia (un'altra) che assegna annualmente o giù di lì.
Qualcuno vanta questa società scientifica come una delle più "grosse" in Europa. Io mi ricordo i suoi vertici che dicevano che il problema delle università italiane era che sfornavano chimici troppo qualificati. Molti iscritti, tanta politica, poco lavoro: un' immagine perfetta dell'Italia contemporanea. Ah, scordavo, con degni corripondenti europei. Ve la ricordate all'epoca di COVID la storia di Trump con la candeggina? Una buffonata (solo che dopo l'uomo ha messo in piedi Warp Speed e dato la paga a mezzo mondo). E tra chi stigmatizzò la buffonata (giustamente) ci fu gente che poi... si produsse in begli endorsement di TEMPO (2,2,6,6-Tetramethylpiperidin-1-yl)oxyl) in funzione anticovid (che è come dire candeggina o acqua ossigenata o ozono etc). Fate un po' voi (soluzione facile: tutti amici, tutto va bene, una mano lava l'altra). In tempi di COVID chi sviluppava e vedeva approvate soluzioni di vario genere (da FDA, da EMA) volava miglia sopra le testoline di questa gente. Ma forti di incarichi che suonavano "alti" etc sparlavano di FDA e delle farmaceutiche a cui aveva approvato farmaci (scordandosi convenientemente che era la stessa agenzia che aveva approvato i vaccini che gli piacevano tanto). Un branco di perfetti esemplari dell'Italia odierna. Nota personale: di EMA e FDA puoi sparlare pubblicamente quando non sarai mai uno dei nomi sui dossier per Investigational New Drug da presentare a questi enti. A buon intenditor...

Poi, parlando del loro piccolo stagnetto...Target vecchi di 30 anni? Discreditati da 5, 10 anni? Non si butta via niente. Fanno progetti, brevetti, pubblicazioni (se va bene). E se non va bene comunque qualcosa fanno. Questo è il modo in cui funziona parte dell'università italiana, e quando se ne esce con certi manuali (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/06/basterebbe-aprire-un-libro-o-no.html) invece che gridare allo scandalo va tutto, bene, avevano ragione e comunque lo studente dovrà sborsare 200 carte per la nuova edizione. Enjoy.

PS Prima di diventare "chi tocca muore" (come CS), in certi ambienti, chiesi a accademico informato dei fatti, cosa ne pensasse della Gran Società Scientifica. Mi rispose che chi sa fa (ricerca), chi non sa fa politica.



martedì 17 ottobre 2023

QUALE SARA' MAI IL PAESE DELLA MIGLIOR GESTIONE E DEL RECORD DI DECESSI?

 

https://www.lafionda.org/2023/10/12/effetti-avversi/

Eh...  

Ora che non c’è più quella pressione politica, molte istituzioni e società scientifiche lo stanno ammettendo. Un esempio chiaro riguarda le evidenze che dimostrano l’inefficacia delle misure non farmacologiche, come ad esempio le chiusure delle scuole, che hanno causato danni enormi a ragazzi e ragazze. Infatti, l’agenzia governativa per la sicurezza sanitaria nel Regno Unito ha appena pubblicato un documento che esamina le prove di efficacia relative a queste iniziative di contenimento (compreso l’uso generalizzato delle mascherine): i numeri che confermerebbero l’adeguatezza di tali misure sono scarsi o nulli. Ioannidis in un articolo magistrale sul fallimento della scienza durante la pandemia/sindemia ha spiegato bene come la politica abbia avuto un’influenza deleteria sulla scienza durante l’emergenza....

Quindi il problema non è che le multinazionali facciano i loro interessi economici, ma semmai che i politici non facciano gli interessi dei cittadini. I governanti hanno usato determinati scienziati e non altri per imporre politiche autoritarie e discriminazioni insensate. E soprattutto per indirizzare le risorse finanziarie solo in determinate direzioni, fare gli interessi di determinate imprese, dal digitale alle case farmaceutiche, dando il colpo finale al sistema sanitario nazionale.

Già. E non dimentichiamo che in una nazione occidentale in particolare (una a caso) la politica NON ha fatto l'interesse delle multinazionali tranne in un caso particolare quando si parlava di farmaci (Molnupiravir, qualcosa su cui ci sarebbe da interrogarsi a lungo quando Paxlovid era approvato, disponibile e di efficacia indiscutibilmente maggiore - e chissà se c'è ancora il segreto sul registro Veklury https://www.aifa.gov.it/-/attivazione-registro-veklury-remdesivir-). Ah, a proposito di resistenze, la gran ragione dei gran sapienti per non usare antivirali quando servono, quante varianti clinicamente significative sono state rilevate negli ultimi 3 anni?

Ma il paese dei cachi funziona così da un pezzo e da un pezzo funziona così la medicina istituzionale (cioè la politica medico/sanitaria). Se vai a guardare dentro la medicina istituzionale italiana quanto a "scienza" trovi il vuoto spinto - in compenso trovi molta robaccia, dall'endorsement delle falsificazioni negli articoli fino a succo di prugnolo, "vaccini antiAIDS" e oltre. La medicina istituzionale italiana ha la stessa qualità media della politica parlamentare italiana (nonché del Sistema Sanitario Nazionale). I fallimenti del sistema sapete dove trovarli: credo che continuino a gonfiare il petto sui social media un giorno sì e uno no parlando di scienza e sclerando sui noqualcosa, come se la colpa dello sfascio fosse loro (le eccezioni erano residuali, quando ho mollato). Comunque cari gransignori i noqualcosa non sono la causa dello sfascio, ma il suo prodotto cioè il prodotto del complesso dei fallimenti del sistema, quindi anche dei vostri, a meno che non vi riteniate infallibili (e se così vi riteneste non mi stupirei).

Ricordiamo che "la miglior gestione" ha realizzato il primato in occidente quanto a conto dei morti (altroché la vituperata Svezia o le sciagurate UK e Danimarca), e non parliamo dei danni di altro ordine.Sono pronto a scommettere che la commissione parlamentare di cui tanto si è parlato in estate finirà in un nulla di fatto. Difficile pensare a vere e proprie responsabilità penali dei decisori, parlando di politica. Le responsabilità politiche, che pesano come macigni, dopo essere state pagate nelle urne un anno fa, saranno velocemente dimenticate. Ma ma anche al livello della medicina istituzionale le responsabilità politiche non mancano, solo che tali responsabilità non saranno pagate in nessun modo.

Si tratta, in definitiva, di chiedersi seriamente quali siano i vettori principali che operano nella fase autoritaria del neoliberismo, per produrre azioni di protezione della salute pubblica e della democrazia finalmente libere da sclerosi identitarie e certezze monolitiche.

Meglio precisare: la fase autoritaria del neoliberismo  italiano. Perché altrove nel continente di scelte autoritarie non ne sono state fatte, e parliamo della maggioranza dell'Europa del Nord isole comprese. Nazioni dove per esempio un neoliberista come Boris Johnson si è ben guardato dalla scelta autoritaria (e almeno una la aveva contemplata) perché ritenuta politicamente insostenibile. Nazioni in cui i pasdaran del lockdown (e pass vaccinale) erano una delle varie voci, non l'unica voce e soprattutto non l'unica voce al governo. Il porre al di sopra della politica agìta qualcosa di altro (imercati, l'Europa, la Nato, l'OMS, lascienza) è una prassi eminentemente italiana. La prassi con cui i pochi fanno i loro comodi alle spese dei molti. La nazione in cui chiunque governi è matematicamente sicuro di avere a portata di mano una classe di servizio immediatamente disponibile, dalla medicina istituzionale, appunto, all'università, agli intellettuali, ai giornalisti (per tacere di fenomeni marginali come divulgazione scientifica e debunker). E si parla della stessa eccezione quanto a stagnazione salariale, tipicamente italiana. A questo punto sarebbe lecito unire i puntini e trarre qualche conclusione.


"Servi dei padroni" è riduttivo, molto più aderente il vecchio "servi dei servi dei servi".

Preve con il discorso sul "nuovo clero" ha forse per primo inquadradato la questione, ma questo è più aderente alla situazione attuale. "Classe di servizio" lo ho preso da qui:

Il potere non risiede in chi dispone di denaro, soldati o armamenti (tutto ciò è di risulta), ma nel controllo della narrazione. Questa modella coscienza e azione della popolazione, rendendo cruciale la presa sui nastri cursori attraverso cui l’oligarchia fabbrica la classe di servizio: quella politica, mediatica e accademica. La finta dialettica tra correnti del Partito Unificato – prodotto di una medesima selezione – è una costruzione cosmetica. La principale attività di tali correnti è l’organizzazione dello svago televisivo o cartaceo, mentre le decisioni sono nelle mani di un inaccessibile Pilota Automatico, attraverso algoritmi che finanziano l’oggettività degli accademici, deformano o fabbricano informazioni, imprigionano giornalisti insubordinati.

(https://www.lafionda.org/2023/09/29/la-fonte-occulta-del-potere/)

In poche chiare parole: le strutture del potere in Italia hanno preso forme regressive e postcostituzionali, meno partecipate che in passato e per molti versi neofeudali. Anche molti pezzi delle istituzioni si sono lasciati cooptare come classe di servizio quando l'istituzione, per definizione, dovrebbe essere terza - sempre che non si voglia dare ragione alla dottrina per cui un potere, quale che sia sia, si dà le istituzioni più adatte al suo esercizio. Vogliamo ricordare l'etimologia di democrazia? Governo del popolo - da intendersi meglio come "governo dei cittadini". Nelle democrazie parlamentari (e l'Italia sarebbe una di queste) il governo dei cittadini è intermediato dalla classe politica eletta dagli stessi. Paradossalmente per trovare un corretto funzionamento di un sistema del genere oggi occorre guardare alla Repubblica Slovacca, dove si sospende l'invio di armi in Ucraina seguendo il risultato elettorale. In altre nazioni europee non si conta il numero di volte in cui con i risultati delle urne ci si è nettati le terga, in  nome del principio superiore di turno (Italia in prima fila e presidenza della postRepubblica benedicente).

Ancora, il discorso "classe di servizio" in Italia vale massimamente per i media. L'accademia, vista da più vicino, presenta molti casi che in superficie sorridono e si conformano ma in camera caritatis dicono fuori dai denti cosa pensano della propria istituzione, di chi la dirige, della terza missione e di tutto il resto - ma quanto a esporsi... perché fare una scelta suicida? La predisposizione al martirio si crea da una combinanazioni di fattori diversi (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/10/strane-vicende.html). E per fortuna la Psicopolizia non è ancora una realtà (ma solo un sogno per i pochi e un incubo per i molti).

Detto questo viene da farsi una domanda: se il livello di decadenza delle istituzioni italiane tutte è tale da non essere emendabile o riparabile, what's the plan forward? 

PS: Quanto a livello di decadenza delle istituzioni italiane basta dare uno sguardo al periodo pandemico, appunto. So long volgo disperso. Cosa si è perso in tutto questo? Il normale ordine della vita, diventato una complicazione assurda. Perché di "vite" in astratto ("salvare vite") chiunque si riempie la bocca, ma la reale vita del singolo nel processo è stata completamente dimenticata. E' il modo di ragionare delle anime belle e dei "restiamo umani", dove "umano" è l'ennesimo motivo ideologico.

 

domenica 15 ottobre 2023

RIVOLUZIONI NELLA CHIMICA DEL 900

https://pubs.acs.org/doi/full/10.1021/jacsau.3c00278

Ho visto per la prima volta l'equazione di Schroedinger al primo anno di università (Chimica Generale I) e ovviamente andava assieme ai concetti di orbitale e ibridazione degli orbitali. Cose che sarebbero state approfondite nel corso di Chimica Generale II del secondo anno, per esempio, e molto di più in quello di Chimica Fisica II del quarto anno. Le proprietà nucleofiliche di una molecola erano associate a un doppietto di elettroni libero (collocato in un orbitale ibridato non coinvolto nel legame chimico) fin dall'inizio di Chimica Organica I  Erano gli anni ottanta e quella che oggi è definita chimica quantistica permeava la maggior parte dei corsi e dei manuali.

30 anni prima le cose sarebbero state assai diverse: la chimica quantistica era completamente assente nei manuali di chimica generale o chimica organica, era una cosa da chimici fisici o teorici. Parlo di manuali quindi, nella prospettiva di Kuhn, di paradigma. Tra anni 60 e anni 80 il paradigma della chimica era cambiato (e da allora è rimasto lo stesso).

Questo articolo di Jeffrey Seeman tra le altre cose descrive questo fenomeno e conclude che nel XX secolo c'è stata una sola vera rivoluzione nella chimica, e che la rivoluzione è la chimica quantistica.

Ma le fondamenta della chimica quantistica (atomo di Bohr, orbitali ibridati di Pauling) erano state gettate tra anni 20 e 30. Per quale motivo il cambio di paradigma è stato avviato 30-40 anni dopo? Seeman prima fotografa il fenomeno, poi dà la sua spiegazione.

Il fenomeno è questo:


Come si vede le parole "orbitale molecolare" iniziano a apparire nelle pubblicazioni a metà degli anni 60, mentre prima le citazioni sono talmente rare da risultare di fatto invisibili. Seeman individua le cause di questo fenomeno nella metodo dell'orbitale molecolare di Huckel (HMO https://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_di_H%C3%BCckel), la regola (sempre) di Huckel (4n+2 https://it.wikipedia.org/wiki/Regola_di_H%C3%BCckel), le regole Woodward-Hoffmann (https://it.wikipedia.org/wiki/Regole_di_Woodward-Hoffmann). Senza entrare nei dettagli si tratta dell'ingresso della meccanica quantistica nella chimica organica, che fu contemporaneo all'Age d'Or della disciplina - storiche e monumentali sintesi totali di composti naturali (https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/ja01647a088), Corey e la retrosintesi etc. (https://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_retrosintetica). Si tratta di quel periodo che vide la trasformazione della chimica organica in disciplina concettuale, cosa che sarebbe stata in larga parte cancellata dagli avanzamenti tecnologici nella strumentazione analitica (NMR, cromatografia, spettrometria di massa), fatto ben descritto da uno dei protagonisti dell'epoca:

Ebbene, a quei tempi, come saprete, la determinazione di una struttura era una faccenda assai diversa - talmente diversa che i giovani di oggi non hanno idea di come venisse fatta. Eppure tutta quella importante ricerca chimica fu fatta con metodi che oggi sono desueti. Oggi abbiamo strumenti molto migliori. Metodi spettroscopici: NMR, IR e spettrometria di massa hanno cambiato completamente la chimica. E' incredibile come allora ottenevamo informazioni per via deduttiva. Grazie all'applicazione di logica e deduzione eravamo in grado di stabilire le strutture. E la maggior parte delle volte avevamo ragione. Al riguardo non c'è dubbio, abbiamo costruito la chimica organica in questo modo.

(Max Tishier https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/03/la-chimica-di-processo-che-fece-la.html)

Non dimentichiamo che tra anni e anni 60 è avvenuta una "risistemazione" concettuale importante (il suo culmine è stato di fatto il 4n+2 di Huckel). Quando Kekulè tirò fuori la struttura chimica del benzene c'erano due fomule ugualmente valide:


E in linea di principio poteva benissimo essere un equilibrio chimico, come la tautomeria cheto-enolica, ai tempi:


Solo con gli orbitali molecolari riguardo al benzene si è giunti alla conclusione che entrambe le formule di Kekulé sono rapprentazioni parziali della situazione:


Due "nuvole" di elettroni π separate da un piano nodale (che è quello che ospita i legami σ): nell'immagine è ben visibile. Questo è quel che fa l'"aromaticità", cioè la peculiare reattività dei composti aromatici. Ora occorre dire che ci sono stati di recente fior di scenziatoni che ritenevano la tautomeria cheto-enolica (che è un vero e proprio equilibrio tra forme diverse) un "effetto quantistico". Ma la cosa non dovrebbe sorprendere.

Tutto successo negli anni 60, con massicce ricadute nella tecnologia, in primis nella chimica farmaceutica ma non solo. Parimenti nella chimica inorganica la parte quantistica divenne imprescindibile nel campo dei complessi dei metalli di transizione e quindi della catalisi omogenea (pensare ai coupling catalizzati da palladio, ormai onnipresenti nelle sintesi di principi attivi farmaceutici).

Highest occupied molecular orbital (HOMO) e lowest unoccupied molecular orbital (LUMO) nell'interazione tra complesso di palladio e un doppio legame

Detto questo, la chimica quantistica ha rovesciato il precedente paradigma della chimica? No. Lo ha espanso in alcuni casi fino a renderlo irriconoscibile, ma non sovvertito o cancellato le basi precedenti, eccetto alcune "regole" euristiche. E sopratutto no, no ha in alcun modo intaccato l'uso fatto in chimica di grandezze assunte come continue (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/08/teoria-grandezze-modelli-continui.html). Fatto che è sfuggito alla pochezza intellettuale di qualcuno degli attuali collaboratori de "Le Scienze" (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/small-molecule-counter.html). Al tempo quelli cancellati, nella chimica accamica intesa come corpo sociale, furono in Italia forse più abbondanti che altrove. Negli anni 80 sentii lodare da un direttore di dipartimento il cambiamento che quegli anni produssero, perché prima la baracca era mandata avanti da vecchi arnesi spesso di una arretratezza spaventosa, tra cui alcuni che si facevano gioco della chimica organica moderna chiamandola "la chimica delle casine" (in riferimento alle formule strutturali di tanti composti naturali) - e tutto questo negli anni in cui il lavoro di Woodward era appena entrato nella storia. Quindi se da un punto di vista concettuale la rivoluzione non cancellò il precedente paradigma della disciplina, finì per per marginalizzare e rendere superata una sezione del corpo sociale della chimica accademica. Un altro punto per Kuhn.

Concludo con un passo dall'articolo di Seeman:

E' interessante considerare che esiste una potenziale differenza tra scoperte e invenzioni che sono trasformative in una scienza e altre che sono rivoluzionarie. Una scoperta rivoluzionaria non è necessariamente sufficiente a iniziare una rivoluzione nella scienza. Ma la maggiore differenza tra risultati che costituiscono una svolta in chimica, per cui c'è pure un premio (il Citation for Chemical Breakthrough Award), e una rivoluzione è il fattore di costruzione sociale della conoscenza.

(grassetto mio).

E questa costruzione sociale della disciplina scientifica è alla fine l'oggetto principale del lavoro di Kuhn (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-2x-by-starbuck.html), da cui Seeman parte.

NB: Notare che la meccanica quantistica in chimica è abbastanza diversa da quella in fisica. Non dal punto di vista dei principi ma da quello delle applicazioni - la meccanica quantistica in chimica tratta proprietà emergenti della materia. In genere un fisico avrà com HOMO e LUMO le stesse difficoltà che avrei io con l'elettrodinamica quantistica.


giovedì 12 ottobre 2023

PERCHE' UNA RINASCITA DELLA SINISTRA ITALIANA DEVE TENERE A DISTANZA IL FRONTE DEL DELIRIO

La prima considerazione, parlando di prassi, è che il fronte del delirio nelle urne conta zerovirgola. Ed è cosa dimostrata a più riprese negli ultimi anni. L'ultima prova sono stati i risultati alle ultime politiche di Italexit e lista Viva (perfette incarnazioni del fronte del delirio)  Resta costante, il peso politico del fronte del delirio (in passato qua sopra "gli sciroccati" https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/12/il-peso-politico-degli-sciroccati.html). Mi ricordo di chi, sinceramente o cinicamente, anni fa mi disse che certe cose anche se indifendibili avevano un peso politico (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/12/esavalente-diserbanti-e-parmigiana-di.html). La storia recente ci dice che quel peso politico era 0, ma c'erano personaggi che in realtà cercavano i famosi cinque minuti di warholiana memoria. E no, quei cinque minuti non avevano sottesi come un senso e uno scopo politico. Erano un esercizio di ego ipertrofico. Non si trattava di casi isolati. E spesso il puro fine era trovare un posto al sole su un quotidiano nazionale. Di recente mi hanno fatto notare che, nei corsi universitari italiani, Gramsci non si studia. Forse, e dico forse, non si studia anche per la sua posizione nei confronti della stampa italiana

Centinaia di migliaia di operai, danno regolarmente ogni giorno il loro soldino al giornale borghese, concorrendo così a creare la sua potenza. Perché? Se lo domandate al primo operaio che vedete nel tram o per la via con un foglio borghese spiegato dinanzi, voi vi sentite rispondere: " Perché ho bisogno di sapere cosa c'è di nuovo". E non gli passa neanche per la mente che le notizie e gli ingredienti coi quali sono cucinate possono essere esposti con un'arte che diriga il suo pensiero e influisca sul suo spirito in un determinato senso. Eppure egli sa che il tal giornale è codino, che il tal altro è palancaio, che il terzo, il quarto, il quinto, sono legati a gruppi politici che hanno interessi diametralmente opposti ai suoi.

Tutti i giorni poi, capita a questo stesso operaio di poter constatare personalmente che i giornali borghesi raccontano i fatti anche più semplici in modo di favorire la classe borghese e la politica borghese a danno della politica e della classe proletaria. Scoppia uno sciopero? Per il giornale borghese gli operai hanno sempre torto. Avviene una dimostrazione? I dimostranti, sol perché siano operai, sono sempre dei turbolenti, dei faziosi, dei teppisti. Il governo emana una legge? E' sempre buona, utile e giusta, anche se è... viceversa. Si svolge una lotta elettorale, politica od amministrativa? I candidati e i programmi migliori sono sempre quelli dei partiti borghesi.

(https://www.resistenze.org/sito/ma/di/cg/mdcgdn18-013769.htm)

(e ora dite che, mutatis mutandis, questo brano gramsciano non è perfettamente attuale...)

In un quadro politico in cui anche tutta la sedicente sinistra parlamentare italiana non è che un altro insieme  di partiti borghesi, in Italia quotidiani nazionali non borghesi praticamente non esistono, incluso quel che resta di uno che si definiva "comunista". Sicuramente c'è chi ci è arrivato in buona fede, su quelle pagine, ma alla buona fede della stupidità politica non ho mai concesso la dignità di attenuante (riconosco rare eccezioni: in fondo Pasolini scrisse per il Corriere).

Detto questo è meglio definire fuori dai link "fronte del delirio", visto che riferimenti anche precisi come quelli sopra possono essere sfuggenti, per qualcuno. Fronte del delirio è quella vasta gamma di posizioni che recentemente sono andate da "pandemia inesistente causata da virus mai isolato" a "vaccini arma di sterminio di massa", passando per "sieri genici" e tutto il resto dell'ambaradan. NB: Nessuno dovrebbe negare a costoro la facoltà di esercitare i propri diritti e parlare. E nessuno dovrebbe bollare come antidemocratico il diritto di altri di non considerali e tenerli a debita distanza. 

Il grosso equivoco è giocare alla "scienza", perché la "scienza" è stata il fondamento metapolitico di anni e anni di disposizioni. Più che metapolitico metafisico: mi ricordo una notevole dichiarazione che apparve su un noto sito di sbufalatori: "La Scienza, una, sola, perfetta ed incorruttibile è l’oggetto dello studio della comunità scientifica". Quindi pura metafisica, mentre le discipline scientifiche sono fatti umani soggetti a tutti i fenomeni umani (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/09/leggiti-kuhn-33.html). Una parte dei contrari alle disposizioni politiche di cui sopra, per mettersi in pari, ha deciso la linea "la nostra scienza contro la vostra" (nei fatti "le nostre bestialità contro le vostre imposizioni e quel che le fonda"). Mentre la via maestra per opporsi a certe disposizioni sarebbe stata lasciare fuori la "scienza" dal discorso, anche perché le "basi scientifiche" di quelle disposizioni erano facilmente smontabili (dagli skilled in the art - e questo è stato il leit motiv dei primi anni di attività CS). Per quanto facilmente smontabili erano sottoscritte dalla maggioranza di accademia e medicina istituzionale. Non trattandosi di classi sacerdotali che parlano il verbo di qualcosa di incorruttibile e perfetto, ma di istituzioni umanissime, vale quanto già detto: non "scienza" ma politica (e sarebbe ora di finirla di riferirsi alla medicina in generale come "scienza", tra l'altro). La medicina istituzionale poi ha come ragione d'essere non il "fare scienza" ma fare politiche sanitarie (quello che ormai viene rivestito da una patina di scientificità con il termine public health). Ma una politica sanitaria è politica, appunto, non una qualche "scienza", anche se negli ultimi anni le politiche sanitarie hanno sostenuto il proprio fondamento nella  "scienza", come nell'ancien regime era Dio che legittimava il potere regale.

Questo quadro teorico ormai è noto a molti e per fare un esempio riguardante la pandemia non posso non ricordare Wargasm-Orgasmi di guerra di Francesca Capelli (https://gocciaagoccia.net/2022/04/21/wargasm-orgasmi-di-guerra-di-francesca-capelli-la-recensione-de-il-chimico-scettico/). Ma quanto al passare dalla teoria alla prassi? Come già scritto all'inizio di questo post la vicinanza di qualsiasi tipo con il fronte del delirio nella prassi politica non paga, e se qualcuno pensa di sommare gli zerovirgola quali che siano per andare da qualche parte le vicende di Italia Popolare e Sovrana dimostrano che non vai in nessun posto (ed era facile da stabilire a priori).

Il fronte del delirio è appiccicoso, nel senso che cerca di appiccicarsi da qualsiasi parte pur di farsi vedere. Ci ha provato con la commissione DuPre che all'inizio lasciò fare ed è stato il peccato originale dell'iniziativa, politicamente parlando (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/12/history-repeating.html). Un peccato originale che potrà essere rimesso nel momento in cui ognuno di loro che abbia parlato di sieri genici smetterà di farlo - perché le parole sono importanti, come diceva uno.

Una nuova sinistra italiana non deve prendere a esempio quello che fu il Movimento 5 Stelle, culla politica per eccellenza del fronte del delirio, in passato. Non sono più quei tempi e soprattutto una nuova sinistra non può essere una copia aggiornata dei 5 Stelle, che di sinistra nulla avevano - il superamento del dualismo destra-sinistra ha senso se e solo se si prende in esame il contesto parlamentare e il complesso mediatico italiani. Le radici della sinistra storica sono nella lotta di classe, nella dialettica tra lavoro e capitale, una dialettica che in un secolo e mezzo non ha perso mezzo grammo di senso - mentre ha perso completamente rappresentanza politica. Da questa mancanza di rappresenzanza una rinnovata sinistra dovrebbe ripartire. E c'è spazio di manovra, perché quando la Schlein prova a sterzare verso le classi lavoratrici parla di cose di cui non ha idea a destinari che in nessun modo possono prenderla sul serio.

Una nuova sinistra dovrebbe ricominciare da un mucchio di pietre. Questo mucchio di pietre.

I principi di quelli che furono gli artefici di questo mucchio di pietre dovrebbero essere un punto di ripartenza (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/01/sinistra-destra-politica-post-inattuale.html).

Ma per partire da queste pietre non si può fare strada assieme a chi mette le propria fede delirante davanti al risultato politico. Lo hanno dimostrato ripetutamente. La sacrosanta battaglia contro l'obbligo vaccinale 2017 fu persa in primo luogo perché quello che si sarebbe condensato nell'attuale fronte del delirio mise avanti ai propri diritti le proprie convinzioni (identificanti)  - e da allora ha continuato così. Una prospettiva di sinistra rinnovata non può nascere perdente fin dall'inizio. E per farlo deve guardarsi attorno e prendere tutte le distanze del caso.

EDIT: Questo secondo me è uno spunto di discussione importante. Non so se o quanto sarà raccolto.

EDIT 2: Per meglio inquadrare la questione "fronte del delirio" e altro (non parlo di cose che non conosco) vedasi https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/10/it-aint-me-reloaded.html

mercoledì 11 ottobre 2023

domenica 8 ottobre 2023

BIRRA E RICORDI

Ricordo pub inglesi che non esistono più, i manifesti della seconda guerra mondiale alle pareti, la spillatura a pompa, un bull terrier legato di lato al bancone, posti dove si poteva scegliere tra 5 bitter e niente altro, la birra senza schiuma servita a temperatura ambiente.

Ricordo bar messicani sul mare in cui affiancavi un paio di Dos Equis (o tre) a un ceviche,

Ricordo le latte da una pinta di McEwans, l'inconfondibile amaro delle bionde tedesche alla spina e una Greenmantle in un pub di Edimburgo

Ricordo birre croate dal perlage finissimo, che accompagnavano capretto allo spiedo con contorno di cipolla tritata.

Non mi ricordo quando ho visto la prima bottiglia di birra con un tappo di sughero fermato da fil di ferro come quelli degli spumanti, ma mi ricordo che birra era: Abbaye de Bonne Espérance, da 75 cl.

Ricordo molte eccellenti birre artigianali italiane ma tra tutte una garfagnina, di farro, traditrice come poche (una media e non sei più in grado di guidare). 

Mi ricordo la mia prima APA, che accompagnò una cena veloce in un bar fiorentino. E la mia prima IPA, artigianale, molto agrumata e fruttata.

Ricordo la più antica birreria belga nel capoluogo del Limburgo, ma non mi ricordo quante erano le birre alla spina (12? 18?).

Ricordo una birreria artigianale in una città costiera nel nord della Norvegia.

Ricordo una pinta di Brewdog Punk IPA in un pub di Zurigo, nell'attesa tra un treno e l'altro.

Ricordo pub irlandesi affollatissimi che quando riuscivi ad avvicinarti al bancone ti chiedevano "Quante?" (sottinteso: pinte di Guinnes).

Ricordo la prima pinta di Maltsmiths presa nel pub dell'aeroporto di Stansted.

Ricordo un trasferimento non stop in treno da Killarney ad Arles, e ricordo che avendo pochi franchi in tasca alla Gare du Nord a Parigi cenai con una Stella Artois - e ricordo che sul treno notturno diretto a  Marsiglia ci eravamo stesi sui sedili per lungo, occupando un'intero scompartimento in due; ricordo i due giovani balcanici che obiettarono aggressivamente al proposito e ricordo come furono ridotti a miglior consiglio.

Poi gli posero davanti del pane, gli offrirono della birra,
ma Enkidu non assaggiò il pane né bevve la birra,
perché non sapeva di che si trattava.
La prostituta prese la parola e disse a Enkidu:
«Mangia il pane, Enkidu! Esso è adatto alla divinità.
Bevi la birra! Essa si addice alla regalità».

Enkidu allora mangiò il pane fino a sazietà,
e della birra bevve sette boccali finché il suo animo
si rallegrò, il cuore gioì e il volto gli si illuminò.
Cominciò a spargere d’acqua il corpo peloso,
l’unse con olio e divenne simile a un uomo.
Indossò un vestito e fu simile a uno sposo.

(Epopea di Gilgamesh)

Il pasto sacro a base di pane e vino ha qui evidenti radici, e in questo passo la prostituta è una prostituta/ierodula, Šamḫat , probabilmente una sacerdotessa di Inanna; Enkidu, spesso identificato con il mitico "uomo selvaggio", potrebbe anche essere l'immagine dell'uomo preneolitico, che "vive con gli animali" e non conosce pane e birra. Il nome di Enkidu significa "Creazione di Enki". Enki è il dio di tutte le acque e protettore di chiunque cerchi il suo aiuto. Enkidu sarà l'inseparabile compagno di Gilgamesh in tante delle sue avventure.

Pare che nella storia dell'umanità la birra arrivi assieme al pane, cioè quasi sicuramente prima del vino. I Sumeri avevano una matematica basata sul calcolo numerico in base 60 e conoscevano il teorema di Pitagora ben prima che gli fosse dato tale nome (http://progettomatematica.dm.unibo.it/NumeriAdditivi/sumeri.html). I Sumeri chiamarono la birra sikaru, che significava "pane liquido", e la prima testimonianza archeologica al riguardo risale al 3.100-2.700 A.C (https://en.wikipedia.org/wiki/Blau_Monuments ), il momumento Blau, che attesta un'offerta di birra alla dea Nin-Harra. Forse la prima testimonianza di una fermentazione preindustriale . I Sumeri avevano un altro nome per la birra di farro e calcolavano in birra il salario degli operai. Anche gli antichi Egizi birrificavano, facevano la birra con orzo e frumento e la aromatizzavano variamente, tipo con datteri e miele (pratica diffusa anche tra i Sumeri). In breve il passaggio neolitico-Età Antica produce tutto assieme: agricoltura, cereali, pane e birra.

Per quanto il luppolo fosse pianta nota e variamente usata nell'antichità occorre attendere l'alto medioevo per la sua introduzione nella produzione della birra. San Corbiniano di Frisinga, un altro monaco e vescovo franco (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2023/07/i-beati-e-la-belladonna.html), fondò un monastero a Freising e lo dotò di una birreria; nei pressi del monastero è stato attestato un orto di luppolo (https://www.giornaledellabirra.it/luppolo/archeologia-del-luppolo-una-storia-umana-lunga-oltre-3000-anni/). Questo farebbe datare l'introduzione del luppolo nella birrificazione all' VIII secolo dopo Cristo (nello stesso periodo nascono le birrerie dei monaci trappisti).

Dopo di che passiamo alla chimica

La maggior parte dei composti che forniscono l'aroma alle birre moderne provengono dal luppolo, o meglio dai suoi olii essenziali. In particolare gli alfa acidi (umulone, coumulone, adumulone, postumulone e preumulone i principali) durante il processo di birrificazione vengono isomerizzati, diventando più solubili nella soluzione idroalcolica e dando il maggior contributo all'amaro della birra. I beta acidi invece essendo poco solubili forniscono uno scarso contributo all'aroma della bevanda Gli alfa acidi hanno anche un'azione batteriostatica e contribuiscono alla conservazione della bevanda.

Umolone

Poi ci sono i terpeni. Il mircene, largamente diffuso nel mondo vegetale, oltre che nell'olio essenziale di luppolo è presente per esempio nel timo e nel cardamomo (e nella Cannabis Sativa).

Il carofillene lo troviamo invece anche nel mirto, nel rosmarino (e ancora nella Cannabis). E' un agonista del recettore dei cannabinoidi di tipo 2 (e ricordo che questo tipo di attività ha tra i suoi risultati rilassatezza e buon umore). Viene usato nell'industria alimentare come aroma.

Last but not least, gli esteri, primi responsabili del grado e del tipo di fruttatura della birra. La loro formazione avviene da alcoli e acidi presenti nel malto fermentato ancora grazie a composto presente nel luppolo, l'acetil coenzima A, che rende possibile al lievito la produzione di esteri nelle condizioni del processo. La quantità di esteri è bassa nelle bionde chiare e alta nelle rosse, nelle bitter, nelle ale, in generale nelle birre trappiste.

Ah, poi ovviamente c'è l'etanolo. La sua concentrazione finale dipende dalla quantità di zuccheri nel malto. Come i più sapranno si va dai circa 4° fino a molto più su: il record riguarda una birra di 67.5° (praticamente alcolica quanto un whisky cask strenght). A partire dal 2008 ci fu una gara alla birra più alcolica tra Schorschbock e Brewdog (produttore che rispetto moltissimo per la sua Punk IPA). Cominciò Schorschbock con una birra a 30°, Brewdog ribatté arrivando fino a 55° e la storia finì con Brewmasters che si inserì in testa con due birre, Armageddon (65°) e Snake Venom (67.5° https://www.hopt.it/magazine/beer-style/3/le-birre-piu-alcoliche-e-forti-mai-prodotte-al-mondo/88) .  Personalmente trovo molto più interessante l'invecchiatura in botti, pratica piuttosto diffusa tra i grandi produttori belgi ma anche tra le produzioni artigianali italiane, per esempio, e le botti possono essere ex whisky, ex rum o ex cognac. Suggestivo ( la gradazione è di solito tra gli 11° e i 12°).

E concludo con versi di Umbero Saba che mettono assieme pane e birra

Questo pane ha il sapore d'un ricordo,
mangiato in questa povera osteria,
dov'è più abbandonato e ingombro il porto.

E della birra mi godo l'amaro,
seduto del ritorno a mezza via,
in faccia ai monti annuvolati e al faro.

PS: Considerazione a margine: per quanto le tecniche genetiche di questi tempi siano di grande importanza nella paleoantropologia e anche anche nell'archeologia non dobbiamo scordarci della paleografia che, a differenza delle indagini più moderne, ci restituisce qualcosa di insostuibile: il senso umano, non catturabile da nessun set di cromosomi.

mercoledì 4 ottobre 2023

NOBEL AL mRNA: UNA SERIE DI FORTUNATI EVENTI

 

https://www.reuters.com/business/healthcare-pharmaceuticals/kariko-weissman-win-medicine-nobel-covid-19-vaccine-work-2023-10-02/

Mi ricordo a una delle classiche fiere internazionali dell'industria di essermi ritrovato al bar con un paio di giovani biotecnologi italiani che lavoravano in una biotech. Mi dissero che le piccole molecole non avevano più senso, che farmaci basati su RNA le avrebbero rese obsolete. Ovviamente non successe niente del genere. Quella di RNA e DNA di sintesi, dai farmaci antisense (oligonucteotidi sintentici, DNA chimerici, PNA etc) passando dai siRNA fino a mRNA è la storia di una lunga, lunga serie di fallimenti con alcuni sporadici risultati. Con i vaccini mRNA quello che ha fatto la differenza sono state le nanoparticelle lipidiche (LNP) e i loro costituenti chiave, i lipidi cationici. Che la parte mRNA sia stata una rivoluzione per i vaccini è innegabile, e quindi si tratta di un Nobel scontato. Che il futuro veda grandi avanzamenti nelle soluzioni terapeutiche basate su farmaci mRNA invece è cosa piuttosto dubbia, perché il problema resta quello di sempre: come fare arrivare il mRNA dove si vuole in  numero di unità efficace (https://www.nature.com/articles/s41587-022-01491-z articolo molto ottimistico - pure troppo - nella conclusione). Negli anni innumerevoli tentativi, risultati scarsissimi. In breve l'applicazione di mRNA ai vaccini antiCOVID è stata anche il risultato di una serie di eventi fortunati, tra l'altro preceduti da una serie di dead ends di Moderna con i vaccini mRNA antiinfluenzali (e da anni di niente anche sul lato Biontech).

Due cose, riguardo a questo Nobel.  Il premio è stato conferito a Karikó e Weissman perché nel 2005 svilupparono RNA che includeva nucleosidi modificati in modo da evitare i processi infiammatorii che avevano precedentemente accompagnato i test di RNA sintetizzato in laboratorio (lo fecero sostituendo pseudouridina all'uridina). Ma il nome della Karikó l'ho sentito per la prima volta in un qualche articolo sul vaccino Biontech (Pfizer). Drew Weissman invece era nome piuttosto noto. Il che dice qualcosa riguardo il riconoscimento che il più delle volte tocca alle donne nell'ambiente accademico. Seconda cosa: la linea di ricerca della Karikó è sempre stata quella di RNA usato in terapie (quello che ad oggi è di fatto il vicolo cieco), e non in vaccini. Alla fine per Karikó i vaccini mRNA sono stati un risultato off target e completamente inatteso - non male, visto che si era cacciata in una wild goose chase (beninteso, con tali attività si può fare molta strada nell'accademia, ma arrivare al Nobel è un po' più difficile).

Ovviamente sulla stampa italiana (e estera) in questi giorni c'è un grande spreco di pagine agiografiche (come un paio di anni fa fu fatta molta agiografia sui coniugi fondatori di Biontech). Nuvole di incenso si alzano anche da parte di quelli che al tempo erano invece i gran promotori dei vaccini antiCOVID basati su adenovirus, ma il bandwagoning in occasioni di questo genere è un classico. Fatto del tutto normale per un Nobel di questo tipo. Un Nobel per la medicina che però senza lipidi cationici non ci sarebbe stato, "Lipidi, il non celebrato componente dei vaccini mRNA", titolava Chemical & Engeneering News. E tra l'altro la capacità produttiva globale per questi lipidi fu il collo di bottiglia che limitava la disponibilità dei vaccini (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2021/02/vaccini-mrna-e-lipidi-il-collo-di.html). Il diavolo sta nei dettagli, anche quando si parla di Nobel.

Addendum molto tecnico: RNA in quanto acido  ha lo stesso problema di uptake dei farmaci nucleotidici, moltiplicato per il numero di unità che lo costituiscono. Un approccio ProTide (https://it.wikipedia.org/wiki/ProTide) per un acido nucleico non è fattibile. I lipidi cationici sono formalmente caricati positivamente, ma alla fine si tratta di lipidi contenenti almeno un gruppo amminico che , in appropriate condizioni di processo, finisce per costituire uno strato della LNP che formalmente neutralizza l'acido nucleico, eliminando una delle più serie barriere all'uptake cellulare.


CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...