Sono cresciuto in un contesto in cui "i valori dell'occidente" erano perlopiù "i valori dell'occidente cristiano" ed erano una rivendicazione politica della destra estrema, fascista e postfascista.
Sempre più vero che se vivi abbastanza ne vedi di tutti i colori. Ripensavo a Vecchioni e al suo discorso rivolto a quella piazza voluta da Michela Serra.
Lasciamo perdere il disgusto etc, faccende che riguardano le reazioni a caldo. Guardiamo piuttosto ai significati profondi.
Chi al tempo rivendicò i valori dell'occidente, per ragion ideologica, metteva in disparte i valori dell'occidente greco, per esempio - anche se in realtà parlare di occidente greco è un controsenso, perché l'area della lingua greca è stata più mediterranea che europea, essendosi estesa ai suoi tempi prevalentenemente in Asia (Anatolia, Medio Oriente) e nord Africa (Egitto). E anche l'occidente latino veniva lasciato cadere in disparte con i suoi impresentabili Plauto, Catullo, Apuleio e Giovenale.
Nello stesso modo Vecchioni fa finta di scordare fin troppe cose (l'algebra e la filosofia arabe, la matematica indiana, la letteratura cinese), compresi gli americanissimi Melville, Hawthorne, Poe, Hemingway e tanti, tanti altri. Poi se vogliamo guardare al "nemico", la grande letteratura e la grande musica russe sono patrimonio della cultura universale, da Pushkin a Shostakovich e Prokofiev- considerata l'insistente presenza di Prokofiev nei nostri media fino all'altro ieri la cosa è particolarmente grottesca.
Il vecchio cantautore ha volutamente scordato molte cose, compreso il fatto che il vero prototipo delle democrazie moderne non fu Atene, ma furono hgli Stati Uniti d'America alla loro nascita. Con questo non voglio sminuire la Rivoluzione Francese, ma fatto sta che, mentre il congresso di Vienna ridisegnava l'aspetto monarchico del vecchio continente dopo gli anni napoleonici, dall'altra parte dell'oceano c'era una repubblica federale il cui presidente era James Madison, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, uno che aveva partecipato alla stesura della loro Costituzione. E pure la prima Carta dei Diritti dell'uomo fu a stelle (poche) e strisce.
Volendo mettere i puntini sulle i, poi, almeno in Italia, senza il contributo di un Partito Comunista Italiano le conquiste sociali degli anni '70, dallo Statuto dei Lavoratori al Sistema Sanitario Nazionale, ce le saremmo sognate. E il PCI, come gli altri partiti comunisti, aveva le sue radici nella Rivoluzione d'Ottobre, una rivoluzione russa. Senza PCI certi tintinii di sciabole recentemente descritti come marginali avrebbero forse avuto la meglio. Il PCI non era privo di difetti anche gravi, ma confrontato al suo attuale discendente, il PD, appare come l'esempio di un fulgido passato ormai dimenticato. Non riesco a scordarmi le parole di Occhetto sulla nascita del PD: il peggio del PCI e del socialismo più il peggio del cattolicesimo. Ai tempi fu buttato il bambino e tenuta l'acqua sporca, e i risultati negli anni sono stati sempre più visibili: il divorzio dalle classi lavoratrici e produttive, le cui istanze e le cui proteste vennero progressivamente omologate ai populismi, fino al capolavoro dei capolavori: il consegnare a un partito come la Lega il voto dei distretti industriali morti o moribondi e quello dei quartieri popolari (una cosa durata poco, perché i più possono essere ignoranti, ma non completamente scemi). Una sedicente sinistra che anche quando dice il contrario si è saldamente schierata dalla parte di chi la lotta di classe l'ha vinta (il capitale). Se non credete a me credete a uno che di capitale qualcosa ne capisce, Warren Buffett.
Niente di più proficuo per la sinistra parlamentare che il trasformasii in un insieme di gruppi di potere irrimediabilmente autoreferenziali, inteprete vocale della cultura delle idiozie progressive, la cui progenitura europea fu di Zapatero: i diritti a costo zero. E a nessuno passò per la testa che se non costa (cio se non paga lo Stato e se non paga il capitale), beh, allora non ha un valore serio, è una mancia in moneta falsa, non il proverbiale free lunch ma un cibo gratuito che non sfama o nutre (un pezzo di questi eventi lo ho visto da vicino, dentro i cosiddetti "corpi intermedi").
I frutti delle lotte di 50 anni fa furono neutralizzati nei progressivissimi anni '90, quelli in cui Tony Blair divenne un modello per troppi. I frutti di quelle lotte furono annullati anche anche grazie a quella particolare Europa a cui si inneggiava in quella piazza romana . E oggi la democrazia in generale, specialmente in Europa, non è messa bene. In Europa da anni c'è tanfo di ancien régime.
Quindi perché questa narrativa con i suoi oculati vuoti di memoria? Perché c'è un'agenda politica da sostenere e per sostenerla va benissimo che le rivendicazioni suonino ormai come quei "valori dell'Occidente" di cui parlavo all'inizio, con sfumature appena più attuali, dalla "scienza per il riarmo" a Scurati che piange l'assenza di "guerrieri" in Europa.
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https://www.repubblica.it/cultura/2025/03/04/news/guerrieri_europa_scurati_guerra-424041770/ |
(Curioso che la redazione per l'articolo abbia preso un'immagine dei tempi della Guerra dei Trent'Anni, un periodo di paurose mattanze come pochi - mattanze molto, molto europee).
Tutto questo bellicismo verbale è un'isterica cortina fumogena che prova a nascondere una banale evidenza: l'Europa, oggi, non è al centro di niente. Il punto di vista geopolitico è spietato:
Al di là delle sue declinazioni italiane tutti questi discorsi di "riarmo difensivo" fatti in un momento in cui la classe dirigente europea ha perso tutte le sue scommesse politiche e la base su cui i suoi piedi poggiavano (il potere USA) fanno venire in mente un Chomsky che in un modo o nell'altro rimandava ad Orwell:
If you want to control a people, create an imaginary enemy that appears more dangerous than you, then present yourself as their savior