domenica 14 dicembre 2025

AGILITATE PLEBEM IMPERITAM CIRCONVENIUNT (EDITED)

 

Non mi ricordo il titolo di questa secentina da cui presi la foto, che fu l'immagine della pagina facebook CS. Del resto sono passati anni. Ma la prendo come punto di partenza per una riflessione.  Quanta gente sui media (tradizionali e social) ha raggirato la plebe inesperta negli ultimi anni? A molti verranno in mente quelli che si mettevano a vendere integratori, o quelli che invece si curano la fanbase pagante, perché senza fanbase pagante non riescono a portare la pagnotta a casa. Ma dall'altro lato le cose non erano forse le stesse, i meccanismi i medesimi? Il quadro geopolitico, poi, non ha forse spinto perché si credesse che certe stragi non esistessero e che i cosacchi avrebbero abbeverato i propri cavalli nelle acquasantiere della cattedrale di Lisbona? Vendere la Verità incassando per questo o per quello o vendere una "minaccia esistenziale", incamerando prebende di altro genere, sono processi fondamentalmente isomorfi.

La regina Mab faceva sognare ai prelati "prebende ed offerte", e si parlava esattamente della tipologia che oggi, online e sui media tradizionali, ha venduto e continua a vendere cautionary tales sulle pandemie prossime venture o sul barbaro oriente pronto ad invaderci. Cautionary tale può essere tradotto come "monito, ammonimento", ma è anche un racconto del folklore con un certo tipo di morale, una storia in cui un personaggio ignora degli avvertimenti e mal gliene incoglie.

Perché citare il prelato nel celebre monologo di Mercuzio (Shakespeare, Romeo e Giulietta https://www.youtube.com/watch?v=VsRQSazjl4U)? Perché la tipologia combacia. La maggior parte della "narrazione", da una parte o dall'altra, vende verità, verità della stessa natura di quelle di un maturo prevosto del XV secolo, e vendendole si guadagnava il pane, oppure solo un poco di condimento, direttamente o indirettamente. E' un mestiere socialmente utile? Nell'ottica dell'ancient regime sì, senza dubbio.  

Il vendere o elargire verità agli sprovveduti non è quindi certo una novità. E a ben vedere il contesto non è poi così diverso da quello del XVII secolo. Anche per questo al tempo il nome di pagina e poi blog fu mutuato da The Sceptical Chymist; or Chymico-Physical Doubts & Paradoxes di Robert Boyle: le affinità del contesto determinavano la necessità di ripescare "Nullius addictus iurare in verba magistri" contro il dilagante e deteriore uso del principio di autorità. 

Io non ho assolutamente niente contro le religioni, ma in un contesto del genere la sovrapposizione tra piani diversi, anche se in linea di principio poco sovrapponibili, è fortemente voluta. Un tempo qualcuno diceva che la religione è l'oppio dei popoli. Di sicuro oggi il nuovo oppio di molti sono la scienza-simulacro da un lato e il simulacro complottista dall'altro. Due religioni con due classi di sacerdoti, entrambe simoniache.

Che dire dell'attuale situazione USA? Citando a memoria un vecchio testo, non sono forse oggi le etichette "scienza" e "antiscienza" entrambe sezioniste, o sezionaliste, oltre oceano? I termini si riferiscono a una netta divisione geografica della prevalenza di partiti e system beliefs. Raimondo Luraghi lo usò per i partiti americani, Democratico e Repubblicano, a metà del XIX secolo, con il primo "confinato" negli stati del sud. E l'ultima volta che oltre oceano vennero fuori forze politiche sezionaliste scoppiò una guerra civile. Il fatto che l'attuale POTUS parli di enemy within non è rassicurante.

Per quello che rigurda un'Italia sempre più periferica non c'è problema, come abbiamo visto: il cambio di casacca veloce al cambio del vento è inscritto nel genoma di certi governi. E anche in buona parte della popolazione. Avevo un lontano parente che durante quel certo ventennio era stato comunista. Dopo la liberazione, sollevato, volle andare alla Casa del Popolo (che era la vecchia Casa del Fascio). Guardandosi in giro vide alcuni volti a lui fin troppo noti e prese da parte un suo vecchio amico. "Ma lui, luilà e quell'altro non andavano in giro con randelli e olio di ricino anni fa?" "Che vuoi" disse il suo amico "Si sono ravveduti".

PS: Sì, lo so, Paolo Bellavite e Giovanni Frajese (perfettamente in topic, quanto a titolo del post, entrambi hanno lanciato brand di integratori) sono stati ad Atreju. Da molto in cerca di una qualsiasi sponda politica, alla fine l'hanno trovata. Si mette in scena la mimica dell'amministrazione Trump II, ma potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere.

giovedì 11 dicembre 2025

UNA SETTIMANA DI SANITA' ITALIANA

https://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/terapia-intensiva-ospedale-san-raffaele-milano-cda-francesco-galli-marco-centenari-xomud9zv

L'infermiera che scappa nella notte dopo aver sovradosato un paziente perché non capiva i nomi dei farmaci e i dosaggi in italiano: potrebbe venir fuori da un film di Ken Loach. 

Lei non è il colpevole, ma una delle vittime. Una lavoratrice non qualificata e sottopagata su cui intendevano lucrare in primo luogo la cooperativa che ha fornito il servizio, in secondo luogo Galli. Cioè quanti l'hanno venduta e comprata come unità di lavoro infermieristico, senza badare a cosa ci fosse sotto l'etichetta. Ma non trascuravano il fatto che non essendo italiana poteva essere pagata di meno della più sottopagata unità di lavoro infermieristico italiana, con il bonus "non sindacalizzata". E tutto questo è successo perfettamente entro le norme, finché non è accaduto il disastro. Comunque ribadisco: unità con etichetta, risorsa umana, ULA. Non persona, non lavoratrice, come del resto viene valutato l'infermiere in questi contesti. Chi costa di più, chi di meno. Chi può creare problemi, chi non può. Tutto normale.

Anche il barone che infeuda l'erede è perfettamente legittimo, nell'attuale ordinamento.


https://www.dagospia.com/cronache/33enne-riccardo-nocini-e-diventato-professore-ordinario-in-456520


Ma non solo: se qualcuno dall'interno della struttura rileva irregolarità e le comunica, può essere licenziato e si può mandare la Polizia ad allontanarlo dal posto di lavoro.

https://www.fanpage.it/attualita/rovigo-manager-denuncia-irregolarita-negli-appalti-sanitari-viene-licenziata-e-portata-vig

Si potrebbe dire che si tratta di un campione di fatti non significativo, che non determina un trend né lo suggerisce. Ma la mia considerazione è di ordine differente: se in un sistema si verificano fenomeni di un certo genere è semplicemente perché il sistema li consente, questi fenomeni. Non solo li consente ma, come nel caso di Rovigo, si difende aggressivamente quando si verificano. E ogni taglio al budget sanitario italiano ha toccato i cittadini, i lavoratori della sanità ma non costoro, che alla propria fetta di torta sono tanto affezionati. Si riducano a carta velina le fette di torta degli altri, la cosa non li riguarda.

 

domenica 7 dicembre 2025

VALANGA DI BOCCIATURE A MEDICINA (E QUALCUNO SI STUPISCE)

 

https://milano.repubblica.it/cronaca/2025/12/03/news/

Curioso che ci si stupisca. 

Ma non credo che il problema sia solamente del 2025. In 5 anni di presenza social di CS direi che il 95% dei medici che ho incrociato almeno per quel che riguarda fisica e chimica non avrebbero ottenuto risultati migliori. Idem dicasi per quanti parlavano di analfabetismo funzionale,  abolizione del suffragio universale, epistocrazia. Ma tutti, poi, parlavano di scienza. Mi rendo conto che oggi questo non è dimostrabile, anche perché gli strumenti per simulare competenze di base sono disponibili a chiunque. Ma qualche reperto storico è rimasto. Si tratta del combinato di due campionamenti non necessariamente significativi: quelli che ho incrociato non costituiscono tutta la popolazione social e non si può determinare la significatività del campione. E non tutti i medici italiani sono presenti sui social. 

Non sono un fan di questo governo italiano, anzi. Però la"Riforma Bernini" è stato un ottimo stress test, anzi, un crash test (cioè non precisamente una riforma ma un esperimento e su grande scala).

I segnali erano pubblici e tutti lì da anni. E INVALSI si è dimostrato completamente inutile a invertire il trend (buono solo ogni tanto a generare titoli di giornale).

L'esperimento Bernini ha certificato lo stato della scuola e dell'istruzione nel paese: pietoso. Trenta anni di riforme e tagli hanno semplicemente accelerato il processo. Un processo gestito uniformemente da almeno 30 anni di governi dei più diversi colori. Ma stiamo parlando di quella lunga stagione in cui ogni politica è diventata buona in sé, indipentemente da quali fossero i suoi risultati, e altre erano pessime in sé, indipendemente dai risultati conseguiti. Il discorso di Baudrillard sui simulacri parte dalla politica, bene ricordarlo.

Quindi puoi fare tutte le polemiche di questo mondo contro il liceo classico: anche i candidati provenienti dal liceo scientifico hanno ottenuto gli stessi risultati. Non è un problema di più STEM nei licei o meno. Il problema è che fin dai libri di testo si è deciso di educare ai temi, ma non al metodo. Il problema quindi discende dal ministero. Ci si è preccupati delle fake news, così si è lavorato e si lavora per portare il debunking a scuola. E ora vediamo gli eclatanti risultati sulle prime pagine dei giornali.

Splendido, applausi a scena aperta. 

Poi ci sono le famiglie, con le loro aspettative sui figli, che le vedono infrante:

https://www.fanpage.it/attualita/semestre-filtro-una-mamma-mia-figlia-sta-rinunciando-alla-sua-vita-le-auguro-di-lasciare-litalia/


Umanamente comprensibilissimo, ma... a differenza di quanto può sembrare sui media social o meno un piano di realtà esiste. Ed è contro il piano di realtà che le competenze non all'altezza delle proprie aspirazioni o ambizioni si infrangono. Mi rendo conto che l'evento sia traumatico (non può non esserlo). 

Per quanto io concordi sull'augurio della madre alla figlia di lasciare l'Italia, avviso che non necessariamente fuori dall'Italia le cose sono più facili se certe competenze mancano, anzi. I sogni sono una gran cosa, ma prima o poi ci si deve svegliare. Il che significa fare quel serve per raggiungere l'obiettivo, senza gridare "arbitro cornuto!", oppure semplicemente, prendere un'altra strada. E questo è tanto brutale quanto vero. Brutale anche perché vuol dire spese, il più delle volte. Qua si profila il grande meccanismo italiano della disuguaglianza degli ultimi decenni: il settore pubblico massacrato dai tagli non riesce a fornire i servizi minimi necessari e o si hanno le risorse per ovviare o si deve subire. E questo riguarda tanto l'istruzione quanto la sanità.


I think we are in rats’ alley
Where the dead men lost their bones.

 

sabato 6 dicembre 2025

CONNIVENTI CON IL NEMICO: BARBERO E ROVELLI CENSURATI A TORINO.

https://torino.repubblica.it/cronaca/2025/12/05/news/democrazia_guerra_incontro_filorusso_torino_storici_dorsi_barbero-425024890/
 

Certi schemi si ripetono all'infinito. Pericolosissimi traditori, Alessandro Barbero e Carlo Rovelli.

Ma d'altra parte sempre su Repubblica, ho letto a un cubitale "PUTIN ATTACCA LA NATO" e lì per lì ho pensato che fosse stata bombardata Varsavia e che si fosse al peggio. Ma era solo l'entusiasmo del titolista.

E' impossibile per me non rilevare un modulo che è sempre lo stesso, con la guerra come con la pandemia. Un modulo in cui parlare di democrazia è pericoloso, anzi peggio, è agire a favore del nemico, sia esso SARS-COV2 o la Russia. E non posso non citare, di nuovo:

La crisi dell’ordine neoliberale ha portato alla luce un’altra struttura necessaria della politica moderna, un’altra opacità non compatibile in linea di principio con la democrazia, con cui pure questa deve convivere... l’accesso a ciò che è fuori della norma può anche essere addomesticato, civilizzato, inserito nell’ordine esistente come interna variante; può paradossalmente divenire fattispecie, caso straordinario ma non imprevisto né distruttivo quanto piuttosto trasformativo. Può prendere l’aspetto, meno drammatico, dell’emergenza. Che dall’eccezione differisce perché nell’emergenza emerge qualcosa – una struttura essenziale – mentre nell’eccezione sprofonda tutto l’ordine. Ovvero, il segreto dell’emergenza è il primato dell’ordine sul soggetto, l’esigenza dell’ordine di perpetuarsi, come il segreto dell’eccezione è la nullità originaria...l’emergenza appartiene invece al repertorio della Ragion di Stato di Antico regime, e di lí transita fino ai giorni nostri con mirabile continuità.

(Carlo Galli. Democrazia, ultimo atto? 

Rispetto al discorso pubblico italiano in tempi di pandemia a questo giro le cose sono molto peggiori. La stessa retorica è diffusa in tutto il continente e la posta in ballo è infinitamente più alta. Io non credo che, sulla base della (scarsa) deterrenza nucleare di Francia e Inghilterra qualcuno in Europa possa realmente pensare di fare una mossa contro quella che è ancora una superpotenza nucleare. Ma il Doomsday Clock segna 89 secondi a mezzanotte e Kathryn Bigelow ci ha ricordato che viviamo in una casa imbottita di dinamite, 


giovedì 4 dicembre 2025

FDA, IL REGNO DEL CAOS

 

https://www.theguardian.com/us-news/2025/nov/15/fda-us-healthcare

Nel frattempo, alla FDA, regna la confusione. Che è esattamente ciò che non si vuole in un'agenzia regolatoria del genere. La FDA ha bisogno di chiarezza e coerenza, fermezza negli obiettivi e della capacità di far sapere a tutti dove si colloca ciascuno. Progettazione di trial clinici, supervisione della produzione, designazioni fast-track, approvazioni di farmaci (e approvazioni condizionate e approvazioni revocate)... non c'è spazio per l'improvvisazione. Lo sviluppo di farmaci è un compito lungo e terribilmente costoso con numerosi colpi di scena, e senza processi regolatori chiari e ben ponderati può rapidamente degenerare in un caos generale da incubo che spreca tempo, spreca denaro e mette in pericolo il pubblico. Una parte importante delle mie rumorose obiezioni ad alcune decisioni e approvazioni della FDA nel corso degli anni è stata quando non sembravano seguire le proprie regole, perché è un modo di lavorare davvero pericoloso.

Benvenuti al 2025, allora. Non riesco a capire cosa diavolo stia succedendo, e non credo che nessun altro ci riesca. Vinay Prasad è stato apparentemente estromesso alla fine di luglio, poi è tornato due settimane dopo in circostanze che non sono ancora state spiegate. George Tidmarsh è stato nominato a capo del CDER (il Centro per la Valutazione e la Ricerca sui Farmaci) a luglio, ma è stato costretto ad andarsene all'inizio di novembre tra notizie che nessuno era interessato a prendere in mano il lavoro data la confusione. A metà novembre Richard Pazdur è stato annunciato come la scelta per ricoprire quel ruolo, una mossa che molte persone hanno trovato sorprendentemente sensata, dato il suo lungo track record presso l'agenzia. Ma nessuna paura al riguardo: Stat ha appena diffuso la notizia questa mattina che Pazdur apparentemente ha in programma di lasciare del tutto la FDA.

Così scrive Derek Lowe. Nell'articolo del Guardian i dettagli sono allucinanti: Vinay Prasad (a capo del CBER, Center for Biologics Evaluation and Research) viene obbligato a dimettersi a luglio ma due settimane dopo è rimesso al suo posto, con Marty Makary, Commisioner di FDA, che ha lavorato per reintegrarlo. A novembre George Tidmarsh, a capo del CDER (Center for Drug Evaluation and Research) si è dimesso, o meglio è stato dimesso, e da allora il posto è vacante. E nessuno lo vuole quel posto perché, stando a un anonimo dipendente del CDER, si tratterebbe di litigare continuamente con Prasad che trama senza sosta alle tue spalle. Avere una guerra costante tra CBER e CDER sconvolge il funzionamento dell'agenzia. L'amministrazione Biden aveva già detenuto il record per interferenza col funzionamento di FDA, con l'allegato pacchetto di dimissioni di funzionari, ma questo è il next level: il caos, servito con nonchalance da una politica interessata solo a promuovere la propria ideologia. E temi seri che meritebbero una discussione seria e basata sulle evidenze (rapporto rischio-benificio per fascia di età per questo o quel vaccino, per esempio) vengono scaricati nel tritarifiuti dello scontro ideologico.

In tutto questo c'è tra l'altro un capovolgimento dei ruoli abituali. Se vi chiedessi chi era a capo di HHS durante la prima amministrazione Trump non ve lo ricordereste di certo. Io di sicuro non me lo ricordo. Perché il Commissioner di FDA è sempre stato quello più importante, in materia di farmaci e tutto il resto, nominato direttamente dal Presidente, confermato dal senato. Qua invece abbiamo un RFK jr che interferisce direttamente con il funzionamento dell'Agenzia senza che Makary faccia mezza obiezione. E francamente non si capisce bene chi comandi, a FDA, ma lui no di certo. Tidmarsh, per esempio, è stato dimissionato per supposti conflitti di interesse "perché il Segretario (RFK jr) vuole standard etici alti, per gli impiegati". Il Segretario, non il Commissioner.
Ai tempi della prima amministrazione Trump l'allora Commissioner Hahn resistette a tutti i tentativi di interferenza presidenziale, veicolati anche tramite il segretario HHS, e lo fece efficacemente. In breve oggi dovrebbe essere Makary a risolvere il conflitto tra CDER e CBER, ma ha lavorato per reinstallare Prasad, il cuore del problema. Mea culpa, mea culpa, mea maxima culpa: avevo pensato che la struttura di FDA avrebbe retto a Trump II, mantenendo i tradizionali rapporti tra Segretario HHS e Commisioner. E mi ero perso pure certi recenti trascorsi di Makary. Tutto ciò indica che un'Agenzia funzionante non è tra le sue priorità (e probabilmente neanche nei suoi reali poteri). Eppure una FDA funzionante è esattamente quello che serve a quella industria farmaceutica che Trump vuole riportare negli USA... 

Quanto tempo resterà vacante la direzione del CDER?

FDA verrà ridotta a un baraccone caotico incapace di fare la guardia al più grande mercato del mondo per i farmaci? 

Prima RFK jr e il suo regno del caos vengono archiviati, meglio è.



mercoledì 3 dicembre 2025

RIVOLUZIONI NELLA CHIMICA DEL 900 (RELOADED)

https://pubs.acs.org/doi/full/10.1021/jacsau.3c00278

Ho visto per la prima volta l'equazione di Schroedinger al primo anno di università (Chimica Generale I) e ovviamente andava assieme ai concetti di orbitale e ibridazione degli orbitali. Cose che sarebbero state approfondite nel corso di Chimica Generale II del secondo anno, per esempio, e molto di più in quello di Chimica Fisica II del quarto anno. Le proprietà nucleofiliche di una molecola erano associate a un doppietto di elettroni libero (collocato in un orbitale ibridato non coinvolto nel legame chimico) fin dall'inizio di Chimica Organica I  Erano gli anni ottanta e quella che oggi è definita chimica quantistica permeava la maggior parte dei corsi e dei manuali.

30 anni prima le cose sarebbero state assai diverse: la chimica quantistica era completamente assente nei manuali di chimica generale o chimica organica, era una cosa da chimici fisici o teorici. Parlo di manuali quindi, nella prospettiva di Kuhn, di paradigma (qui, qui e qui). Tra anni 60 e anni 80 il paradigma della chimica era cambiato (e da allora è rimasto lo stesso).

Questo articolo di Jeffrey Seeman del 2023 tra le altre cose descriveva questo fenomeno e conclude che nel XX secolo c'è stata una sola vera rivoluzione nella chimica, e che la rivoluzione è la chimica quantistica.

Ma le fondamenta della chimica quantistica (atomo di Bohr, orbitali ibridati di Pauling) erano state gettate tra anni 20 e 30. Per quale motivo il cambio di paradigma è stato avviato 30-40 anni dopo? Seeman prima fotografa il fenomeno, poi dà la sua spiegazione.

Il fenomeno è questo:


Come si vede le parole "orbitale molecolare" iniziano a apparire nelle pubblicazioni a metà degli anni 60, mentre prima le citazioni sono talmente rare da risultare di fatto invisibili. Seeman individua le cause di questo fenomeno nella metodo dell'orbitale molecolare di Huckel (HMO https://it.wikipedia.org/wiki/Metodo_di_H%C3%BCckel), la regola (sempre) di Huckel (4n+2 https://it.wikipedia.org/wiki/Regola_di_H%C3%BCckel), le regole Woodward-Hoffmann (https://it.wikipedia.org/wiki/Regole_di_Woodward-Hoffmann). Senza entrare nei dettagli si tratta dell'ingresso della meccanica quantistica nella chimica organica, che fu contemporaneo all'Age d'Or della disciplina - storiche e monumentali sintesi totali di composti naturali (https://pubs.acs.org/doi/pdf/10.1021/ja01647a088), Corey e la retrosintesi etc. (https://it.wikipedia.org/wiki/Analisi_retrosintetica). Si tratta di quel periodo che vide la trasformazione della chimica organica in disciplina concettuale, cosa che sarebbe stata in larga parte cancellata dagli avanzamenti tecnologici nella strumentazione analitica (NMR, cromatografia, spettrometria di massa), fatto ben descritto da uno dei protagonisti dell'epoca:

Ebbene, a quei tempi, come saprete, la determinazione di una struttura era una faccenda assai diversa - talmente diversa che i giovani di oggi non hanno idea di come venisse fatta. Eppure tutta quella importante ricerca chimica fu fatta con metodi che oggi sono desueti. Oggi abbiamo strumenti molto migliori. Metodi spettroscopici: NMR, IR e spettrometria di massa hanno cambiato completamente la chimica. E' incredibile come allora ottenevamo informazioni per via deduttiva. Grazie all'applicazione di logica e deduzione eravamo in grado di stabilire le strutture. E la maggior parte delle volte avevamo ragione. Al riguardo non c'è dubbio, abbiamo costruito la chimica organica in questo modo.

(Max Tishier https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2022/03/la-chimica-di-processo-che-fece-la.html)

Non dimentichiamo che tra anni e anni 60 è avvenuta una "risistemazione" concettuale importante (il suo culmine è stato di fatto il 4n+2 di Huckel). Quando Kekulè tirò fuori la struttura chimica del benzene c'erano due fomule ugualmente valide:


E in linea di principio poteva benissimo essere un equilibrio chimico, come la tautomeria cheto-enolica, ai tempi:


Solo con gli orbitali molecolari riguardo al benzene si è giunti alla conclusione che entrambe le formule di Kekulé sono rapprentazioni parziali della situazione:


Due "nuvole" di elettroni π separate da un piano nodale (che è quello che ospita i legami σ): nell'immagine è ben visibile. Questo è quel che fa l'"aromaticità", cioè la peculiare reattività dei composti aromatici. Ora occorre dire che ci sono stati di recente fior di scenziatoni che ritenevano la tautomeria cheto-enolica (che è un vero e proprio equilibrio tra forme diverse) un "effetto quantistico". Ma la cosa non dovrebbe sorprendere.

Tutto successo negli anni 60, con massicce ricadute nella tecnologia, in primis nella chimica farmaceutica ma non solo. Parimenti nella chimica inorganica la parte quantistica divenne imprescindibile nel campo dei complessi dei metalli di transizione e quindi della catalisi omogenea (pensare ai coupling catalizzati da palladio, ormai onnipresenti nelle sintesi di principi attivi farmaceutici).

Highest occupied molecular orbital (HOMO) e lowest unoccupied molecular orbital (LUMO) nell'interazione tra complesso di palladio e un doppio legame

Detto questo, la chimica quantistica ha rovesciato il precedente paradigma della chimica? No. Lo ha espanso in alcuni casi fino a renderlo irriconoscibile, ma non sovvertito o cancellato le basi precedenti, eccetto alcune "regole" euristiche. E sopratutto no, non ha in alcun modo intaccato l'uso fatto in chimica di grandezze assunte come continue (https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/08/teoria-grandezze-modelli-continui.html). Al tempo quelli cancellati, nella chimica accamica intesa come corpo sociale, furono in Italia forse più abbondanti che altrove. Negli anni 80 sentii lodare da un direttore di dipartimento il cambiamento che quegli anni produssero, perché prima la baracca era mandata avanti da vecchi arnesi spesso di una arretratezza spaventosa, tra cui alcuni che si facevano gioco della chimica organica moderna chiamandola "la chimica delle casine" (in riferimento alle formule strutturali di tanti composti naturali) - e tutto questo negli anni in cui il lavoro di Woodward era appena entrato nella storia. Quindi se da un punto di vista concettuale la rivoluzione non cancellò il precedente paradigma della disciplina, finì per per marginalizzare e rendere superata una sezione del corpo sociale della chimica accademica. Un altro punto per Kuhn.

Concludo con un passo dall'articolo di Seeman:

E' interessante considerare che esiste una potenziale differenza tra scoperte e invenzioni che sono trasformative in una scienza e altre che sono rivoluzionarie. Una scoperta rivoluzionaria non è necessariamente sufficiente a iniziare una rivoluzione nella scienza. Ma la maggiore differenza tra risultati che costituiscono una svolta in chimica, per cui c'è pure un premio (il Citation for Chemical Breakthrough Award), e una rivoluzione è il fattore di costruzione sociale della conoscenza.

(grassetto mio).

E questa costruzione sociale della disciplina scientifica è alla fine l'oggetto principale del lavoro di Kuhn, da cui Seeman parte.

NB: Notare che la meccanica quantistica in chimica è abbastanza diversa da quella in fisica. Non dal punto di vista dei principi ma da quello delle applicazioni - la meccanica quantistica in chimica tratta proprietà emergenti della materia. In genere un fisico avrà con HOMO e LUMO le stesse difficoltà che avrei io con l'elettrodinamica quantistica.


domenica 30 novembre 2025

SINISTRA, DESTRA, POLITICA (RELOADED)

C'è chi dice che ha operato per il lavoro (del lavoro che non c'è, di quello con il potere d'acquisto massacrato dalle bollette del gas, di quello dei working poor?). Poi però si indigna per gli scioperi "voluti dagli altri" e gli altri sono quelli che facevano manganellare, per esempio, i docenti che scioperavano e manifestavano. Chissà che ne pensano i lavoratori.

Chi sarà mai stato a tenere alta la disoccupazione con politiche deflazionistiche? (roba di sinistra o di destra?). Chi sarà mai stato collaterale al settore bancario e chi avrà mai tenute ferme o aumentate le spese militari mentre quelle per sanità, scuola, università venivano massacrate? Chi sarà mai stato fermamente atlantista, pronto a eseguire qualsiasi fosse la linea proposta, qualsiasi fosse il prezzo imposto ai cittadini?

Facciamo un salto all'indietro di un secolo. E non tirerò in ballo roba vetero marxista, ma qualcosa di molto diverso e generalmente poco noto.
"We will show the world a trick they do not know, which is how to live without war or interest on money or rent on land or profiteering in any manner".
Questo era l'intento utopistico del fondatore della comune socialista di Llano del Rio (https://la.curbed.com/2017/5/1/15465616/utopia-socialist-los-angeles-llano-del-rio). Uno slancio ideale che aveva un gran valore in un periodo storico in cui, in California, politiche locali di open shop andavano per la maggiore: era il potere locale che appoggiava attivamente lo sfruttamento del lavoro, proibendo scioperi, facendo schierare la polizia con il padronato. Provate ad usare lo spirito di questa citazione per trovare risposte alle domande all'inizio del post.

Oggi "i padroni" sono una razza in via di estinzione, sostituita da un capitale finanziario che cammina su molte gambe ma che è largamente impersonale: i famosi mercati.
Spiegatemi cosa ha di sinistra l'approvazione dei mercati.
Spiegatemi cosa ha di sinistra chi applaudì un commissario europeo, Oettinger, che disse "i mercati insegneranno agli italiani come votare".
Spiegatemi cos'ha di sinistra un senatore del PD che disse che il governo "dovrà presentarsi ai mercati".
Tagliare la spesa sanitaria per far contenti i mercati è di sinistra?
E' di sinistra demolire il welfare in cui sono cresciute due generazioni di europei nel nome della stessa Europa?

Llano del Rio viene dalla mia memoria, dove era impressa da quando lessi "La città di quarzo" di Mike Davis (https://bibliodarq.files.wordpress.com/2015/04/davis-m-city-of-quartz.pdf). 

"Il miglior punto di osservazione sulla Los Angeles del prossimo millennio sono le rovine del suo futuro alternativo. Stando in piedi sulle solide fondamente di ciottoli della Sala dell'Assemblea Generale della città socialista di Llano Del Rio - l'utopia agli antipodi della Los Angeles dell'Open Shop antisindacale - a volte si può osservare lo Space Shuttle nella sua elegante discesa finale verso Rogers Dry Lake. All'orizzonte le incerte sagome dei giganteschi capannoni dell'Air Force Plant 42, dove vengono assemblati i bombardieri stealth (ognuno dei quali costa quanto diecimila appartamenti di case popolari) e altre macchine dell'apocalisse ancora top secret. Più vicino, passate poche miglia di macchia desertica e rari boschetti di quella soprendente yucca che è il Joshua Tree c'è l'avanguardia della suburbia in marcia, una distesa di villette unifamiliari" "City Of Quartz" è del 1990. Il quadro che tratteggia all'inizio è di un futuro ormai vecchio: gli shuttle sono stati decommissionati, il programma chiuso, il budget NASA ridimensionato e oggi gli operatori privati sono una parte significativa dei trasporti superficie-orbita negli USA. La produzione dei bombardieri B2, troppo costosi, si è interrotta qualche anno dopo la pubblicazione del libro. Nel 1993 Bush senior limitò la produzione totale a 20 aerei. i B2 prodotti sono stati usati poco, a causa degli altissimi costi operativi, e negli ultimi anni sono stati quasi messi in naftalina, almeno finché i russi non schierarono batterie di S-400 in Siria e al Pentagono si accorsero che non avevano modo di bucare la no fly zone così creata se non, forse, con i B2 (poi è arrivata la guerra in Ucraina e l'impressione è che qualcuno in qualche modo sia sia rimesso in pari, alla fine). "City Of Quartz" è stata fonte di ispirazione per William Gibson, che la citò espressamente nelle sue note introduttive a "Luce Virtuale". Racconta e analizza come il capitale plasmi lo sviluppo delle metropoli, e come questo processo crei una inevitabile crescita delle disuguaglianze nelle aree urbane. E di come in quella situazione ci sia comunque chi riesce a speculare sulle fasce povere della popolazione. E' un libro a cui ho pensato, forse con un salto logico, ogni volta che un'amministrazione di "sinistra" annunciava programmi di "riqualificazione urbana" di vario tipo.

giovedì 27 novembre 2025

FILETTO DI CERVO, INTELLIGENZA ARTIFICIALE E ALTRO

 Se chiedo a Grok come si cucina il filetto di cervo ottengo:

Al pepe verde (fiammeggiato con cognac)
Con bacon intorno (bardato) cotto in forno a 180 °C per 12-14 minuti
Alla griglia (scottatura 1 minuto per lato + forno 10 minuti a 180 °C)

Il segreto assoluto: non superare la cottura media (max 60 °C al cuore), altrimenti diventa duro e stopposo. La selvaggina tenera vuole rosato!

Se lo chiedo a ChatGPT invece lo stesso: 

Il metodo più comune è la rosolatura in padella: scalda bene una padella con olio o burro, poi rosola il filetto su tutti i lati per 2-3 minuti per lato, a fuoco medio-alto. L'interno dovrebbe rimanere rosato (cottura media-al sangue) per preservare la tenerezza. Un filetto spesso circa 3-4 cm richiede 6-8 minuti totali. 

Deepseek avverte:

Non cuocere troppo! Il cervo è ottimo al sangue o al massimo medio. Se lo cuoci troppo, diventa secco e gessoso.

Claude idem:

Il cervo è migliore rosa al centro, altrimenti diventa duro:

temperatura interna: 52–56°C

oppure: togli dal fuoco quando è elastico tipo un filetto di manzo medio-al sangue.

Gemini concorda:

Non cuocere troppo: Punta a una cottura al sangue o media (50∘C - 60∘C).

Il che mi ricorda lo stile inglese con la cacciagione in genere: molto frollata (quasi putrefatta) e cotta al rosa.

Da queste parti il filetto di cervo, a tranci, si trova tutto l'anno e costa più o meno quanto il filetto di manzo.  E' molto magro, più del manzo e addirittura del pollo, con alto contenuto di proteine, ferro, zinco e vitamine del gruppo B. La cottura al rosa dovrebbe conservare perlopiù intatte le vitamine, ma non ce la posso fare. Ho scoperto che da queste parti il filetto di cervo è importato dalla Nuova Zelanda, che alleva cervi. Apparentemente non si tratta di allevamenti intensivi stile europeo. E questo spiega la differenza con il filetto di capriolo, che invece si trova in autunno ed inverno, cacciato in nord Europa, 11 eur per 250g.

Il cervo lo faccio come farei il daino:

Marinatura di minimo 4 ore in frigo con vino rosso (in questo caso un Bordeaux da poco), un pezzo di carota, una costa di sedano, mezza cipolla, uno spicchio d'aglio, uno scalogno tagliato a metà, timo, una foglia di alloro, pepe nero e rosa in grani, qualche bacca di ginepro. Dopo di che in un coccio si fanno scaldare un paio di cucchiai di olio evo e si aggiungono le verdure della marinatura, tritate dopo averle sgocciolate. Appena sono imbiondite si aggiungono i pezzi di filetto di cervo e si fa rosolare a fuoco medio-alto finché non ha cacciato tutti i liquidi. Allora si sala, si pepa e si aggiungono tre cucchiai di polpa di pomodoro, continuando poi la cottura coperto, a fuoco basso. La cottura in totale è di un'ora e mezzo o due. Si aggiunge brodo vegetale se asciuga troppo, e mezzora prima della fine si aggiunge un ramaiolo o due della marinata, filtrata. Perfetto con polenta, accompagnato da puré di patate oppure, cuocendolo fino a farlo sfibrare, come sugo per tagliatelle o pappardelle.

Questo tipo di ricetta, con variazioni minime, è geograficamente diffusa dalla Toscana del nord alle Alpi. Scendendo verso sud, passata la fascia geografica dei buglion , parzialmente sovrapposta a quella dei ragù di agnello per la pasta. Il confine canonico tra nord e sud Italia è arbitrario, rispetto a quello del ragù di agnello, che è spostato molto più a nord. Questo dovrebbe dirci qualcosa sulla storia e la cultura della penisola, probabilmente non correlata in modo stretto con la prevalenza della pastorizia. A sud di quella linea i sughi o le preparazioni di caccia si fanno molto più rossi (tipicamente 1kg di pomodoro, passata o pelati, per 1 kg di carne). Ma quello che non cambia, se non per la scelta degli aromi, sono la marinatura e la lunga cottura.

Detto questo prima o poi questa benedetta cottura al rosa la dovrò pure provare. E riguardo a cervi, in genere, beh... forse l'animale cacciato più rappresentato di sempre nella narrativa americana. Il capolavoro di Cimino, noto in italiano come Il Cacciatore, in originale è The Deer Hunter, il cacciatore di cervi. E il cervo è ben presente in uno dei film che ho più amato negli ultimi 20 anni (Winter's Bone, in italiano Un Gelido Inverno), fin nel corno appeso al cruscotto in questa scena. Ma non ho mai capito con che ricetta lo cucinasse la giovane protagonista.
 

mercoledì 26 novembre 2025

ANCORA LICENZIAMENTI, NOVARTIS E TRUMP

Parlavo con un vicepresidente di una multinazionale del farmaco europea. Mi ha chiesto come vedevo l'outlook del settore e gli ho risposto che con i presenti dazi USA su API (principi attivi farmaceutici) sotto brevetto e farmaci branded la situazione non è facile e se per qualche motivo di qua all'anno prossimo questi dazi dovessero aumentare diventerebbe durissima. Una risposta di una ovvietà disarmante, devo aggiungere.

Perché per il settore gli USA sono sempre stato il mercato di riferimento, specialmente da quando l'EU, una ventina di anni fa, decise che per i farmaci si doveva spendere il meno possibile e quindi divenne "Un mercato per nulla interessante" (nelle parole di un alto dirigente all'epoca). E Trump lo sa benissimo.

"[le aziende farmaceutiche] abbandoneranno gli altri paesi perché devono vendere—la maggior parte dei loro prodotti viene venduta qui e quindi apriranno stabilimenti ovunque [negli USA]."

Questo aveva dichiarato. Semplicistico, brutale.

Ma in qualche modo efficace, dal suo punto di vista, infatti oggi che succede? Che Novartis comunica la dismissione di un suo reparto in un sito svizzero.


A Stein (non lontano da Basilea) Novartis non solo produce(va) pasticche: API (radioligands, agenti antitumorali), terapie cellulari e farmaci iniettabili confezionati. I 550 licenziamenti tra oggi e il 2027 riguardano la produzione di capsule e pasticche (20min.ch esagera). Gli inettabili restano, le terapie cellulari pure, dei radioligands non si sa niente. Ma nel frattempo l'azienda ha allocato pesanti investimenti negli USA. Effetti dei dazi: in North Carolina Novartis creerà 700 posti di lavoro, ma non solo. L'azienda sta aprendo in USA anche produzioni a più alto valore aggiunto, Un travaso di tecnologia e posti di lavoro dalla Svizzera agli Stati Uniti.

La guerra di Trump contro l'Europa non è semplicemente commerciale: è industriale. Quando qualcuno a Bruxelles ha cantato vittoria per aver "strappato" a Trump "solo il 15%" di dazi in realtà aveva firmato una resa. Una resa commerciale e industriale, appunto, firmata senza far pesare, per esempio, il fatto che comunque e nonostante tutto oggi l'Europa supplisce al fabbisogno USA di principi attivi farmaceutici quasi quanto la Cina (circa 14%). Con la differenza che la Cina fornisce esclusivamente API generici, mentre nella fornitura europea c'è una quota non irrilevante di API sotto brevetto (e farmaci branded), soggetti quindi al 15% di dazi.

A parte la propaganda, quanto Trump tenga ai lavoratori USA in genere si è ben visto, con i massicci licenziamenti che continuano ad andare avanti nell'amministrazione federale. Figuratevi quanto gli può interessare dei lavoratori europei. Al che viene da considerare che l'Italia è guidata da una coalizione che vede in Trump la luce del mondo, anche se fa guerra ai lavoratori europei, inclusi quelli italiani. Ma questo no, non si può dire.

Resta il fatto che quanto a ristrutturazioni delle supply chain globali negli ultimi 20 anni abbiamo assistito a brutalità di ogni genere. Ma i farmaci non sono esattamente come l'acciaio o la plastica, e un 14% di fabbisogno non si risolve con il reshoring né in uno né in quattro né in cinque anni. E sarebbe il caso che a qualcuno questo entrasse in testa. 

 

domenica 23 novembre 2025

INTELLIGENZA ARTIFICIALE, BOLLA E DISOCCUPAZIONE

 

https://www.nature.com/articles/d41586-025-03776-0

La bolla AI probabilmente sta per scoppiare. Le conseguenze del suo scoppio finiranno per colpire anche chi di AI non si è mai interessato.

Dopo anni di clamore e investimenti in crescita esponenziale, il boom della tecnologia dell'intelligenza artificiale comincia a mostrare segni di cedimento. Molti analisti finanziari concordano ormai sul fatto che esista una "bolla dell'IA", e alcuni ipotizzano che potrebbe finalmente scoppiare nei prossimi mesi.

In termini economici, l'ascesa dell'IA è diversa da qualsiasi altro boom tecnologico nella storia — oggi gli investimenti nell'IA sono 17 volte superiori rispetto a quelli nelle aziende Internet prima del crollo della bolla dot-com dei primi anni 2000. E, con una valutazione di circa 4.600 miliardi di dollari, l'azienda di IA NVIDIA valeva più delle economie di tutte le nazioni ad eccezione di Stati Uniti, Cina e Germania.

Ma l'IA non sta mantenendo la promessa di rivoluzionare molteplici settori — quasi l'80% delle aziende che utilizzano l'IA ha riscontrato che non ha avuto un impatto significativo sui propri guadagni, secondo un rapporto della società di consulenza gestionale McKinsey, e le preoccupazioni riguardo all'architettura di base dei chatbot stanno portando gli scienziati ad affermare che l'IA ha il potenziale di danneggiare la loro ricerca. Questi dubbi sull'utilità della tecnologia, e sulla sua sostenibilità finanziaria, stanno spingendo analisti e investitori a ipotizzare l'arrivo di un crollo. Persino amministratori delegati del settore tecnologico come Sam Altman di OpenAI, la società madre di ChatGPT con sede a San Francisco, California, hanno ammesso che alcune parti del settore sono "un po' in bolla in questo momento".

Quindi l'outlook corrente si può velocemente tradurre in: scoppio della bolla, sì (quando? Nessuno lo sa). Esplosione dell'intelligenza artificiale no, sorry. E quando la bolla scoppierà probabilmente ci saranno molti sviluppatori di intelligenza artificiale senza lavoro. Ma pare che la stessa esistenza della IA stia provocando disoccupazione.


https://fortune.com/2025/11/20/gen-z-college-grad-unemployment-could-hit-25-percent-warns-us-senator-unprecedented-disruption-ai/

Non è soltanto una sparata politica: la FED di St.Louis più o meno concorda.

Una cosa è piuttosto certa: nel mio settore l'impatto dell'intelligenza artificiale non è stato rivoluzionario se non in un campo: il reclutamento. In generale oggi qualunque sistema di reclutamento, piccolo o grande che sia, si affida a un qualche agente LLM per lo screening dei curriculum ricevuti e anche i grandi nomi globali come Morgan McKinley producono mini corsi su come formattare il proprio curriculum in modo AI-friendly. Non solo. Mi fanno sapere che almeno una delle più grandi farmaceutiche globali sta mandando mail a quanti hanno il curriculum nel loro sistema di reclutamento per chiedere il consenso all'uso dei loro dati nel quadro del loro nuovo sistema gestito da intelligenza artificiale. Se il consenso non viene dato i dati vengono cancellati.

Detto questo torniamo al punto iniziale. Visto che il paragone è con la bolla delle dot-com, ricordiamo cosa successe. I numeri del crollo dot-com furono impressionanti. Entro la fine del 2002, 100 milioni di investitori individuali avevano perso 5.000 miliardi di dollari nel mercato azionario. Non furono i venture capitalist o gli addetti ai lavori a pagare il prezzo più alto, ma gli investitori comuni, che magari non sapevano di avere azioni tech nel loro fondo pensione o nella loro assicurazione sulla vita.
Il crollo portò a centinaia di migliaia di perdite di posti di lavoro solo nel settore tecnologico. Il mercato del lavoro per programmatori divenne saturo, e le iscrizioni universitarie a corsi legati all'informatica crollarono notevolmente.

Quindi, ancora, il punto sulla bolla IA non è se scoppierà, ma quando. Quantitativamente nessuno può fornire stime precise sul prezzo dello scoppio della bolla, ma da tutti i precedenti sappiamo chi lo pagherà, almeno nel mondo occidentale.

Per quanto riguarda la Cina, la grande nemesi dell'AI a stelle e strisce, il 40% degli investimenti sono statali (e per il rimanente 60% di "privato" è bene ricordare che quasi sempre lo stato è indirettamente coinvolto, da cui Xi Jin Ping con i suoi ammonimenti alle autorità locali sui sovrainvestimenti). Quindi dal lato cinese la bolla sarà costituita da data center di nuova costruizione e deserti, molto simili all' edilizia ad alta densità deserta ai tempi della "bolla immobiliare cinese", che fece il suo bailamme nella borsa di Hong Kong ma non provocò una crisi globale.

mercoledì 19 novembre 2025

POP, DIVULGAZIONI, DISTORSIONI E VOLGERE DEI TEMPI (RELOADED)

It happened that while Fafhrd and the Gray Mouser were dallying in a wine shop near the Sidonian Harbor of Tyre, where all wine shops are of doubtful repute, a long-limbed yellow-haired Galatian girl lolling in Fafhrd's lap turned suddenly into a wallopingly large sow. It was a singular occurrence, even in Tyre. The Mouser's eyebrows arched as the Galatian's breasts, exposed by the Cretan dress that was the style revival of the hour, became the uppermost pair of slack white dugs, and he watched the whole proceeding with unfeigned interest.

The next day four camel traders, who drank only water disinfected with sour wine, and two purple-armed dyers, who were cousins of the host, swore that no transformation took place and that they saw nothing, or very little out of the ordinary. But three drunken soldiers of King Antiochus and four women with them, as well as a completely sober Armenian juggler, attested the event in all its details. An Egyptian mummy-smuggler won brief attention with the claim that the oddly garbed sow was only a semblance, or phantom, and made dark references to visions vouchsafed men by the animal gods of his native land, but since it was hardly a year since the Seleucids had beaten the Ptolemies out of Tyre, he was quickly shouted down. An impecunious traveling lecturer from Jerusalem took up an even more attenuated position, maintaining that the sow was not a sow, or even a semblance, but only the semblance of a semblance of a sow. (Fritz Leiber, The Adept's Gambit)

Avrei potuto scegliere un passo di Tolkien, che quanto a intraducibilità è un esempio assai più cospicuo di Leiber (non ho scelto Joyce perché l'Ulysses non è mai stato pop in nessun modo, finora). Qualcuno dirà: "Ma sono stati entrambi tradotti in italiano! Questa storia dell'intraducibilità è l'ennesima cazzata del CS!". E questo verrebbe da qualcuno che non si è mai posto il problema di leggere l'originale per vari motivi, non ultimo l'incapacità di farlo. Certo, c'è Google Translate e guarda caso la traduzione del passo citato con Google Translate, un anno fa, era bruttina e alquanto grottesca. Limitiamoci a dare un'occhiata a una parte della citazione nella traduzione dell'IA:

Accadde che mentre Fafhrd e il Gray Mouser si divertivano in un'enoteca vicino al porto sidoniano di Tiro, dove tutte le enoteche sono di dubbia reputazione, una ragazza galata dalle lunghe membra e dai capelli biondi che giaceva in grembo a Fafhrd si trasformò improvvisamente in una gigantesca e devastante seminare. Fu un evento singolare, anche a Tiro. Le sopracciglia del Mouser si inarcarono mentre i seni del Galata, messi in mostra dall'abito cretese che era il revival di stile dell'epoca, diventavano il paio di larghi seni bianchi più in alto, e osservò l'intero procedimento con sincero interesse.

(enoteche a Tiro ai tempi dei Seleucidi, come no: prenotavi online e quando arrivavi chiedevi qualcosa senza glutine da mangiare). Devo precisare che, in due anni, le cose sono molto migliorate e per fare un esempio, ChatGPT dà una traduzione piuttosto buona. Ma, sempre oggi, se si fa tradurre a ChatGPT qualcosa come

“Begone, foul dwimmerlaik, lord of carrion! Leave the dead in peace!"

il risultato è men che mediocre:

Vattene, lurido dwimmerlaik, signore della carogna! Lascia i morti in pace!

Ora se prestate un attimo di attenzione alla fin fine Google Translate si allineava ai moderni rifacimenti dei classici "espunti e corretti": una società che ha gran fastidio del proprio passato non ha alcun motivo per rispettarlo. E una società che non ha alcun rispetto per la propria lingua non ha alcun motivo per apprezzarne le sfumature.

E queste sono le fondamenta di un discorso sul pop in genere e sul pop contemporaneo in particolare. Perché Leiber, e potete sorprendervi, era pop ai suoi tempi: un autore di fantasy e fantascienza. E Tolkien pop lo è diventato - o meglio: è stato adattato in modo da essere pop, perché non è possibile chiedere a chi ha visto, per esempio, Rings Of Power, di sorbirsi TRE capitoli, proprio all'inizio de La Compagnia dell'Anello, sugli Hobbit, la loro storia e l'erba pipa.  

Ma proviamo a partire dall'inizio. La Treccani non ci è di grande aiuto:

(pòp〉 agg. ingl. [accorciamento di popular «popolare»], usato in ital. come agg. e s. m. – Detto di produzioni e manifestazioni artistico-culturali di vario tipo che hanno avuto una diffusione di massa a partire dagli anni ’60 del Novecento: musica pop (corrispondente alla locuz. ingl. pop music; anche assol., come s. m., il pop), la musica che, nata in Europa negli anni ’50 del Novecento e diffusa poi negli Stati Uniti, ha rotto gli schemi della canzone melodica tradizionale, dando grande importanza al ritmo, accogliendo motivi ispirati al folclore e alla tradizione musicale americana, elementi del jazz, del rhythm and blues, del rock, e imponendosi come espressione del mondo giovanile; una canzone, un cantante, un gruppo pop; un disco pop; una pop star (v.). Anche, relativo all’arte pop (v. pop art): un artista pop. Il termine viene talvolta usato anche col sign. generico di moderno, giovane: moda p.; o popolare, di massa: cultura pop.

Solo in fondo alla voce si trova l'accezione generale: popolare, di massa. Il che, storicamente, si può riferire a cose assai diverse tra loro. Per esempio la Salome di Richard Strauss ebbe un grande successo in un periodo storico in cui l'opera lirica era molto popolare, ma al Kaiser Guglielmo secondo, che l'aveva finanziata, l'opera non piacque affatto, ed ebbe a dire che con quella Salome Strauss si era fatto un gran danno. Strauss rispose "Altezza imperiale, con questo danno mi sono fatto una villa a Garmisch" (The Musical Times, Vol. 146, No. 1893 (Winter, 2005), pp. 5-27). A dimostrazione che per vari motivi (danza dei sette veli inclusa) la Salome nel 1905 fu un fenomeno pop, e la sua vicenda ebbe pure un notevole eco.

Paul Iribe, The skeleton of Salome dancing beside the head of Kaiser Wilhelm lying in a pool of blood on a plate, 13 April 1916

E quanto all'Italia l'opera lirica ancora all'inizio del XX secolo era talmente popolare che un carrettiere poteva dare alla figlia il nome di un'eroina verdiana. Ma del resto in quei tempi nelle campagne toscane con estrema scarsità di libri le veglie delle famiglie contadine non erano solo popolate dalle novelle raccontate dalle donne più anziane. Avevano pari attenzione la Divina Commedia o l'Iliade nella traduzione di Pindemonte, imparate a memoria da qualcuno, che a veglia le declamava a puntate (a proposito di complessità e sua diffusione al di fuori delle élite poi non era raro che negli anni 60-70 un operaio si fosse letto almeno un po' di Gramsci).

Oggi nessuno si sognerebbe di definire pop Salome, o Il Nabucco. Pop è quel che raggiunge una gran parte del pubblico o la sua maggioranza, e quel che è capace di raggiungerla cambia nel tempo. Quindi può succedere che il classico, ciò che non perde di valore o significato nel tempo, possa in un qualche momento diventare pop, e che quel che nasce pop possa diventare classico. Un esempio notevole è costituito da L'isola del tesoro di Robert Louis Stevenson, che vide la luce a puntate su una rivista per ragazzi ( Mi piacciono le clessidre, le mappe, la tipografia del secolo XVII, le etimologie, il sapore del caffè e la prosa di Stevenson , ebbe a dire Borges, collocando lo scozzese nel suo luogo di elezione).

Oggi più che mai, in tempi in cui la distinzione tra media e social non esiste più, per raggiungere il pubblico occorre abbassare il livello. Più lo si abbassa, più pubblico si raggiunge. Già, se la traduzione di Google del brano di Leiber si perde per strada buona parte di sfumature e di stile, nell'ambito social la cosa è amplificata a dismisura. In Italia in media il rapporto con il linguaggio della maggioranza è fortemente mutato negli anni e il concetto stesso di "prosa" è stato smarrito. E l'impoverimento si estende a qualsiasi linguaggio rendendo poco fruibile tutto ciò che non sia veloce, semplice, poco articolato. Questo preso dall'archivio è un esempio tra tanti che si commentavano da soli.

(commenti del genere andavano a 10 cent la dozzina, all'epoca)

Come mi ricordo dai tempi del liceo, la forma è significato. Quindi la perdita della forma o la sua riduzione equivale a perdita di significato, e questo vale per qualsiasi linguaggio, dall'illustrazione alla matematica.

Quando si parla di popolarizzazione di contenuti intrinsecamente non popolari ovviamente le cose vanno molto male, specie se tali contenuti sono tecnico-scientifici. In questo caso l'abbassamento del livello serve nel 99% dei casi a far passare un messaggio il cui grado 0 è quello delle magnifiche sorti e progressive. Sul grado 0 si innesta la agenda di turno, quale che sia (non dovrebbe esservi difficile fare l'elenco delle agende politiche degli ultimi 10 anni). Ma nell'abbassare il livello la perdita di significato è inevitabile. Però che importa quando quel che conta è essere pop e veicolare il messaggio?

Quale è stato il risultato del processo? Lo scientismo pop: il particolare atteggiamento intellettuale di chi ritiene unico sapere valido quello delle scienze fisiche e sperimentali, e svaluta quindi ogni altra forma di sapere che non accetti i metodi propri di queste scienze (Treccani), ma ignorando sostanzialmente tutto sia di detti metodi che di dette scienze. Un atteggiamento che è dilagato su ogni medium, pagine dei giornali incluse.

Ma essendo lo scientismo pop un prodotto mediatico oggi pare che risenta della crisi dei media stessi (https://ilbolive.unipd.it/it/news/digital-news-report-2023-crisi-stampa-nuovi-media). Eh, già: pare che il Re non solo sia nudo, ma che anche abbia serissimi problemi di salute.

PS: il complemento a questo post è qui. E la domanda in sintesi continua ad essere: come può essere intrinsecamente elitario oggi, con la massima disponibilità di informazione, quello che in una società molto più classista (sulla carta), con la minima quantità di informazione diffusa, non lo era? Probabilmente la risposta sta nel fatto che la scarsità crea valore. Nel mondo dell'informazione infinitamente disponibile, invece, l'informazione vale poco o niente, in sè, E acquista valore con metriche che possono essere artefatte, come quelle della della esposizione mediatica. E tra l'altro è evidente che non è una questione di quantità di informazione accessibile, ma una questione di dotazione di strumenti intellettuali per elaborarla. E la dotazione media, in materia, è rimasta la stessa da anni e anni, anzi, è andata calando.

lunedì 17 novembre 2025

L'ALTRO SIMULACRO: L'ANTISCIENZA

Robert F. Kennedy Jr. può lanciare campagne contro i vaccini mRNA e poi sostenere che Trump meritasse il Nobel per la Pace per l'Operation Warp Speed – il programma che accelerò proprio lo sviluppo di quei vaccini. Trump può appoggiarlo e definanziare la ricerca sui vaccini mRNA e poi vaccinarsi con un vaccino mRNA antiCOVID prima di partire per i suoi impegni internazionali.

Queste contraddizioni non sono errori da correggere con il fact-checking e il debunking: è la struttura stessa del simulacro complottista/populista, dove la coerenza interna cede il passo alla funzione identitaria e alla polarizzazione.

Essendo CS qualcosa di iniziato su facebook come pagina, nel 2017, ben ricordo i fatti tra 2017 e 2019. Le vicende su "metalli pesanti nei vaccini" (sparite dall'orizzonte tempo fa) e "nanoparticelle" furono oggetto di tentativi di falsificazione inconsistenti e di altri solidi. Ma ogni tentativo di dimostrarle false era destinato a non avere alcun effetto in chi sosteneva quelle tesi. Purtroppo ho una memoria abbastanza buona, quindi mi ricordo che un fan dei nanocontatori insinuò che ero un idraulico o un elettrauto che si spacciava per altro. Argomenti isomorfi a quelli che usavano i suoi nemici giurati.

Lo stesso accadde con certe "analisi scandalo sui vaccini". All'epoca si parlava da un lato di pseudoscienza, dall'altra di scienza indipendente. Qualunque fosse il termine più adatto si trattava di un oggetto non falsificabile: era soltanto un altro simulacro. Oppure, con un termine nato per essere usato contro l'amministrazione Trump I, di postverità (ma si trattava di buoi che davano del cornuto a cervi), e ammetto che al tempo valutai la definizione prevalentemente guardando all'uso che ne veniva fatto: la si usava per dire che "gli altri" incarnavano la postverità, sganciata da qualsiasi evidenza, per cercare di mantenere l'egemonia della narrazione prevalente. Il problema è che, per citare Dumas (padre)

"La menzogna è tanto più pericolosa quanto più è vicina alla verità."

E se c'è una cosa in cui il fronte complottista è stato abile è stata proprio questa: incorporare fatti stabiliti e istanze politiche leggitime (scelta informata ma libera sulle vaccinazioni, influenza del big business sulle decisioni politiche, trasparenza delle istituzioni) assieme a tesi deliranti. E così facendo ha fatto la sua parte nello sterilizzare il dibattito. Perché se esiste un'istanza politica legittima contraria agli orientamenti prevalenti del potere, il fatto che il fronte complottista se ne appropri la neutralizza ( e ancora occorre citare L'industria del complottismo di Matheu Amiech). In più, probabilmente in modo incoscio, il fronte complottista ha realizzato che la scienza-simulacro era un costrutto mediatico-sociale. Quindi era perfettamente possibile definire i propri "scienziati indipendenti" se esisteva una base sociale (o socialmediatica), per quanto minima, a supportare il processo. Ed è esattamente quello che è successo in USA con la seconda amministrazione Trump.  Non a caso RFK jr produsse un endorsement di fatto ad Antonietta Gatti e Stefano Montanari. Una faccenda ridicola, dal punto di vista delle discipline scientifiche? Certo, ma non è sul piano strettamente scientifico che andava valutata. Non essendo falsificabile, apparteneva all'ordine dei simulacri.  

Il problema non è culturale (cultura scientifica vs cultura antiscientifica, questa è l'ultima vulgata americana). Il problema è politico. Trump gioca la carta del simulacro antiscientifico non perché ci creda (si è ben visto), ma perché un 1% per lui può essere vitale. Ma così facendo legittima politicamente quel simulacro.

Riprendiamo, per un attimo, Lyotard:

La legittimazione è il processo attraverso il quale un legislatore si trova autorizzato a promulgare tale legge come una norma. Sia un enunciato scientifico; esso è sottoposto alla regola: un enunciato deve presentare un determinato insieme di condizioni per essere accolto come scientifico. Qui la legittimazione è il processo attraverso il quale un "legislatore" che tratta del discorso scientifico è autorizzato a prescrivere le condizioni dette (in generale, condizioni di coerenza interna e di verifica sperimentale) affinché un enunciato faccia parte di questo discorso, e possa essere preso in considerazione dalla comunità scientifica. 

Nel momento in cui si mette l'accento su comunità, invece che prendere "comunità scientifica" nel senso corrente dell'espressione, si noterà che la stessa medesima cosa oggi vale per l'antiscienza. In questa chiave Anthony Fauci e Robert Malone sono intercambiabili, ma il metodo rimane lo stesso. Ed è il metodo il problema. Quando le grandi ideologie del XX secolo collassano, il rischio è che le nuove narrazioni simulacrali vengano usate per favorire il ritorno di nuovi totalitarismi travestiti da consenso popolare.

E' esattamente la stessa cosa che, di nuovo, si sta provando a fare in Italia, in cui a quanto pare una parte della maggioranza di governo è incline a mutuare una parte consistente del pacchetto ideologico/propagandistico dell'amministrazione Trump II. Dalla Presidente del Consiglio che esibisce cartelli "Io sono Charlie Kirk" a pezzi di Lega che inneggiano a RFK jr. E' un circolo vizioso in cui la politica si appropria utilitaristicamente del simulacro complottista e così facendo lo avalla, incorporando istanze politiche (temi) che diventano patrimonio esclusivo di una parte e in quanto tali non più oggetto di dialettica o possibili compromessi. È in questo contesto che mentre, per fare un esempio, Repubblica pubblica l'ennesimo articolo sulla grande scoperta che curerà X (farmaco o vaccino che non arriverà mai oltre la Fase II), La Verità si produrrà nel rilanciare l'ultima performance di RFK jr.

Ovviamente la rielezione di Trump non è dovuta all'avere imbarcato RFK jr, ci sono motivi socioeconomici ben più profondi. In Italia poi questi temi non sono mai stati cruciali per il successo di un partito, perché i problemi strutturali del paese non solo vengono da lontano ma sono ancora tutti lì, da decenni. 

https://ilmanifesto.it/il-paese-e-meglio-di-chi-lo-governa
 

Solo restituendo dignità alla scelta politica esplicita (in materia di economia, scuola, sanità) si può uscire dal gioco dei simulacri che si alimentano reciprocamente, sterilizzando ogni autentica contestazione sociale. Finché restiamo intrappolati nel doppio simulacro, ogni amministrazione – "della scienza" o "del popolo" – continuerà di fatto le politiche della precedente, con minimi aggiustamenti, mentre il dibattito pubblico resta paralizzato su chi è più scientifico invece che su perché le politiche economiche non cambiano mai.

P.S. Dovrebbe essere ovvio, ma per evitare fraintendimenti: la "scienza-simulacro" è un elemento narrativo che non ha più alcun contatto con alcuna disciplina scientifica. Si stanno analizzando le rappresentazioni mediatiche e sociali, che sono costrutti replicabili e manipolabili. La mappa non è il territorio, qui parliamo di mappe in competizione mentre il territorio resta quello che è.

giovedì 13 novembre 2025

MEGLIO PARANORMALE CHE ANORMALE

 

Nel 2017 sprecai ironia e sarcasmo su distribuzioni gaussiane non normalizzate che figuravano in dispense di statistica per medicina. 

Proverò a spiegare a chi è digiuno di analisi matematica e statistica perché la cosa è rilevante.
Le distribuzione normale che vedete nell'immagine è una funzione di densità di probabilità, il che vuol dire che l'area sotto la curva è uguale alla somma delle probabilità di ottenere uno dei valori della funzione nell'intervallo per cui è definita. E questa somma deve essere 1.
Visto che alcuni la troveranno difficile, c'è un esempio terra terra dovrebbe aiutare a capire. Prendete la classica moneta. Qual è la probabilità che esca testa, se la lanciate? 1 su due, quindi 1/2. E la probabilità che esca croce? Sempre 1 su 2, 1/2. Qual è la somma delle probabilità dei risultati possibili in un lancio di moneta? 1/2+1/2=1. Cambia qualcosa se si lancia un hdado? Nemmeno per sogno. La probabilità per ogni faccia è 1/6. La somma della probabilità di ogni evento per un lancio di dado è 1/6*6=1. Ovvero, se lanciate, necessariamente uscirà un numero da uno a sei.

Ho detto che sprecai ironia e sarcasmo, al tempo. Ebbene, se si considera la formazione dei futuri medici direi che no, non era sprecata. Ma d'altra parte se - e dico se - un medico si ritroverà a dover usare la statistica si affiderà a un pacchetto software usato come una black box: metti dentro i dati, prendi i valori che ne vengono fuori. Questa attitudine ha avuto varie conseguenze anche gravi, come la cosiddetta "idolatria del p-value", che si traduce in "Cos'è il p-value? Non lo so di preciso, ma deve essere inferiore a 0,05".

Ma nel mondo dei media, dei segni, anche una gaussiana non è più una funzione ma un atto performativo riferito alla scienza-segno. E un segno del simulacro della scienza, quindi "scienza", e che sia normale o no non importa, è un oggetto dello stesso insieme a cui appartengono "esponenziale!" e "equazioni metaforiche".

Ma in entrambi i casi, meglio una distribuzione paranormale che una a-normale.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...