venerdì 12 giugno 2020

UNIONE MATEMATICA ITALIANA PRO IMPERIAL COLLEGE




Il rapporto dei matematici con la realtà alle volte è piuttosto labile.
Mi ricordo una surreale discussione con un matematico che sosteneva che una cinetica del secondo ordine non aveva soluzioni se non in casi particolari - ma guarda caso una reazione con una cinetica del secondo ordine inizia e finisce SEMPRE, e puoi SEMPRE misurare nel frattempo le concentrazioni delle specie reagenti.
L'Unione Matematica Italiana (https://umi.dm.unibo.it/2020/06/10/comunicato-dellunione-matematica-italiana/) ha levato la voce per confutare una constatazione di Guido Silvestri​ , "i modelli matematici per COVID hanno fallito", e il riferimento era ai modelli dell'Imperial College. La cosa si è velocemente risolta (http://maddmaths.simai.eu/comunicare/risposta-di-guido-silvestri/?fbclid=IwAR0p71gf4zYnb0EBcne2IR0nWPs0K4pb_EKSjsRmo-eLq_FUVflJVYtbXlM).
Ma la difesa dei modelli di Imperial College e FBK va esaminata un attimo: nessuno mette in dubbio che i modelli stiano in piedi (cioè che siano matematicamente coerenti e corretti). Se poi si va a vedere se tutti i parametri necessari a descrivere il fenomeno erano stati inclusi, beh, non lo erano.
Riguardo la previsione FBK dei 151.000 ai primi di giugno se il 4 maggio si fosse riaperto: in primo luogo è impossibile provarlo, perché una verifica sperimentale è impossibile. Essendo impossibile è impossibile dire che è valida o certa l'affermazione "151.000 in terapia intensiva in caso di completa riapertura il 4 di maggio".

Poi guardate l'immagine, tratta dal famoso studio IC
Si enuclea una funzione con un set di parametri che fitta, alle volte meglio, alle volte peggio, la serie di dati di marzo-aprile. E da quello si estrapola fino a tre mesi nel tempo (e già questo fa inarcare le sopracciglia a chiunque abbia un minimo di familiarità con queste cose)..
Ora, anche firme illustri (Nassim Taleb) si pronunciano a favore di un'interpretazione statistisca della dinamica dell'epidemia, in cui i decessi costituiscono una variabile aleatoria (cioè casuale).
Ma le basi della dinamica del fenomeno sono precise, e sono quelle dei modelli epidemiologici compartimentali. E tali basi rendono intrinsecamente futile la previsione a medio o lungo termine, come succede con le previsioni del tempo.
Se qualcuno producesse un modello in cui sulla base delle temperature massime di aprile si prevedono le massime giornaliere per il mese di luglio non verrebbe preso sul serio, indipendentemente dal margine di errore fornito, indipendemente da worst case scenario o altro.
Vi ricordo che nella famosa fase "esponenziale" della curva, quella "facile", i modelli (facili) presentavano errori importanti nelle previsioni ad una settimana.
In breve le previsioni ad un mese di IC e FBK erano uno sparo nel buio. Uno sparo nel buio matematicamente coerente, ma uno sparo nel buio, e come tale avrebbe dovuto essere considerato. E invece...

martedì 9 giugno 2020

"SEGUO LA SCIENZA": FUNZIONE CON ASINTOTO DEMENZIALE




Gli asintoti son quella cosa su cui si tende a finire in certi casi quando x va da una certa parte (https://it.wikipedia.org/wiki/Asintoto)
E nel tempo "seguo lascienza" va a finire nell'assurdo, la contraddizione in termini sventolata come fosse perfettamente plausibile (e la stessa cosa accade al suo riflesso speculare).
Su un nuovo livello di demenzialità siamo finiti con la polarizzazione vaccino antiCOVID vs plasma iperimmune, che come tutte le polarizzazioni ha una base ideologica.

Per i vaccini nuovi (primi per una specifica malattia infettiva) FDA richiede prove di efficacia A MENO CHE non esista una risposta immunitaria che sia correlata ad un effetto protettivo.
Negli ultimi anni con le prove di efficacia è andata a finire non troppo bene, se non in sede di approvazione in sede di follow up (malaria, dengue). Ma con COVID le cose vanno diversamente: si sono accumulate evidenze anche se non definitive di efficacia clinica del plasma dei convalescenti.
Nota bene: il plasma iperimmune, con i suoi anticorpi, ha funzione antivirale, e quindi i trial che hanno come endpoint mortalità e tempo di guarigione (https://jamanetwork.com/journals/jama/article-abstract/2766943?fbclid=IwAR0OdjdrmH4L23GZk41JRKt9VJYowSbXPyXTfg92iSFJZPDqBUkjMFFwpHU) hanno lo stesso problema dei trial su antivirali (remdesivir): si interviene solo su uno dei parametri critici della patologia provocata dal virus, cioè la carica virale. Ma il virus provoca anche tempesta di citochine e tromboembolia disseminata , e su quelle l'antivirale può relativamente poco: ne rimuove la causa, ma non ferma il processo.
Comunque i dati accumulati sul plasma dei convalescenti hanno fatto ben sperare gli sviluppatori di vaccini: la pubblicizzatissima fase I del vaccino Moderna è finita in prima pagina perché con il basso dosaggio veniva sviluppato un titolo anticorpale paragonabile a quello dei guariti da COVID.

Per questo chi si spreca contro il plasma iperimmune caldeggiando il vaccino è arrivato alla posizione demenziale: se il plasma iperimmune non funziona è quasi impossibile che venga approvato un vaccino. E quelli che si battono per il plasma iperimmune dicendo che un vaccino di sicuro non funzionerà mai sono sulla posizione demenziale simmetrica (se il plasma iperimmune funziona un vaccino efficace è possibile - che non vuol dire certo).

Per collegare la cosa all'immediata attualità, questo secondo me la dice lunga su quanto sia stata efficace certa promozione scientifica, incarnata da Roberto Burioni: non ha diffuso cultura scientifica, ma una a-scientifica adesione ad un variamente articolato "partito della scienza", che con le scienze ha poco a che fare mentre ha più a che vedere con varie istanze di natura prettamente politica e/o ideologica.
Tra l'altro quando si pratica questo sport è abbastanza difficile non essere esposti alle regole del gioco, che comprendono gli attacchi mediatici. Lo sa iddio cosa spinge la Ferrari o TIM a chiedere una consulenza a un virologo (questione di immagine da giocarsi dentro o fuori dall'azienda? E chi può saperlo). Ma la cosa non prefigura conflitti di interesse di alcun genere, e personalmente neanche la vedo, la notizia.
Questa è roba che non ha a che fare con una qualsiasi attività di divulgazione scientifica, bensì con il mondo dello spettacolo e della politica spettacolarizzata, che evidentemente qualcuno, anzi molti, continuano a confondere con una qualche scienza - e la sensazione è che la confusione sia del tutto voluta.

PS: Le Iene e Codacons non hanno capito o non hanno voluto capire: gli anticorpi monoclonali di Pomona non riguardano COVID, non se li fila nessuno, e da quei brevetti difficilmente usciranno due spicci.

lunedì 8 giugno 2020

LA SINDROME INFLUENZALE (EUROPEA?)




Prendiamo uno dei vari studi più ottimistici riguardo la vaccinazione antiinfluenzale: il vaccino ha un'efficacia dal 31% al 65% nel prevenire la mortalità da polmonite e influenza (https://www.ncbi.nlm.nih.gov/books/NBK66348/). Non è gran che, ma è sufficiente a proporlo in chiave di protezione individuale (e poi con l'antiinfluenzale chi ha esperienza è perfettamente in grado di giudicare per conto suo).
Ma la domanda spontanea è: e con quella mortalità rimanente dal 69% al 35% che si fa?
Da noi la risposta è facile: niente, ovvero all'incirca quello che è stato fatto con i casi gravi di COVID tra marzo e aprile (Kaletra, Plaquenil, etc).
Tutti gli sforzi efficaci che sono stati fatti su farmaci per trattare COVID sono stati fatti perché non esistevano soluzioni di nessun genere, all'inizio della pandemia.
Se SARS-CoV-2 si rivelasse stagionale e venisse approvato nei prossimi anni un vaccino con efficacia relativamente ridotta, quale è il rischio che COVID finisca per essere trattato come l'influenza grave? Secondo me è alto.

Nozione comune è che gli antivirali antiinfluenzali funzionino poco e solo se somministrati ai primi sintomi dell'infezione.
Il più famoso è Tamiflu (oseltamivir), compresse, quello meno noto Relenza (zanamivir), con una modalità di assunzione abbastanza assurda (aspirazione della polvere con un device apposito). Di quest'ultimo ho fatto esperienza diretta, appena fu approvato, e nonostante tutto mi parve funzionare. Comunque il quadro generale non era gran che. Era, perché strada facendo, anche se in molti non lo sanno, le cose sono cambiate.
Il 2009 fu l'anno della stradiscussa pandemia di influenza suina (H1N1pdm). L'amministrazione federale USA era allarmata dai dati della letalità in Messico e fece quello che ha fatto con COVID: si spese sia per il vaccino che per lo sviluppo di un antivirale e venne fuori peramivir IV (endovena, https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/lo-stato-e-lo-sviluppo-farmaceutico-un.html), nome commerciale Rapivab negli USA, da un paio di anni approvato da EMA come Alpivab, con un consistente ritardo. E potrebbe fare qualcosa quanto a quell'eccesso di mortalità da influenza lasciato dal vaccino? La risposta è sì (la definizione di antiinfluenzale salvavita se l'è guadagnata sul campo). Ormai un po' di studi su peramivir in giro ci sono e sono globalmente positivi, ma ne voglio citare uno piccolo che riguarda solo quei "pazienti anziani con comorbidità" che sono stati così centrali nella vicenda COVID: la febbre spariva in poco più di un giorno dall'iniezione (in accordo con i risultati dei trial di approvazione, https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1684118217300750).
Non so come vanno le cose oltreoceano, ma qua in Europa l'unico strumento preso in considerazione contro l'influenza è il vaccino, e di quello ci si deve accontentare (nonostante peramivir). Non vorrei che nell'eventualità di COVID stagionale e vaccino approvato venisse applicata la stessa politica, secondo il consolidato principio "salviamo vite, ma solo a prezzi modici".

PS: Vedo che imperterriti sui grandi media tizio e caio si spendono ancora sulla vaccinazione antiinfluenzale in chiave di diagnosi differenziale per COVID, che a chiacchere suonerebbe pure bene, ma guardando i dati è una pura idiozia, ed è bene ribadirlo : https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/e-perche-non-lantiebola.html


OMS, LA CINA, ASSOCIATED PRESS (E QUEL CHE MANCA)



Ad Associated Press una o più gole profonde raccontano quel che è successo a WHO a gennaio, con tanto di trascrizioni e registrazioni di riunioni.
WHO non ne esce bene, e specialmente i suoi vertici, ma neanche troppo male. La colpa è della Cina, che non forniva informazioni, e se WHO avesse premuto di più per averne rischiava di ottenere in risposta una chiusura totale delle autorità cinesi.
La ricostruzione è interessante, apparentemente accurata ma oculatamente parziale.
In primo luogo manca al quadro la vicenda Taiwan: il 31 dicembre Taipei comunicava a WHO riguardo il nuovo virus e la trasmissione da uomo a uomo, comunicazione caduta di fatto nel nulla.
In secondo luogo non si cita la vicenda di Li Wenliang (https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30382-2/fulltext).
In occidente di un picco di casi di polmonite atipica collegati al mercato del pesce di Wuhan si parlava su Science il 3 gennaio (https://www.sciencemag.org/news/2020/01/novel-human-virus-pneumonia-cases-linked-seafood-market-china-stir-concern) e cinque giorni più tardi sul Wall Street Journal (https://www.wsj.com/articles/new-virus-discovered-by-chinese-scientists-investigating-pneumonia-outbreak-11578485668). Ancora ci si chiedeva se si trattava di un nuovo virus, mentre in Cina era già stato sequenziato e si taceva. Per quel che riguarda OMS, delle comunicazioni del 31 di Tawan si sarebbe saputo solo più di tre mesi dopo.

Un'ultima osservazione: le lamentele di Ryan riportate da AP (non è come in Congo con Ebola, la Cina non ci dà retta) mi lasciano basito. O dimostrano un'abissale ingenuità o era un tentativo inverosimile di pararsi le terga. Dopo la comunicazione di Taiwan del 31 dicembre, l'8 gennaio arrivava la notifica dalla Tailandia: una cinese proveniente da Wuhan con rinorrea, mal di gola e febbre alta era stata isolata all'aeroporto.
Ma ufficialmente il problema ancora non esisteva.
A WHO, stando a AP, si pensava a SARS e a MERS: trasmissione da uomo a uomo mediamente bassa o non significativa (nonostante l'alert di Taipei). E si è visto come è andata a finire.


domenica 7 giugno 2020

ANCORA IDROSSICLOROCHINA E COVID (UNA STORIA INFINITA E POCO EDIFICANTE)




Mai come negli ultimi mesi si è sentita una incredibile mole di laqualunque in materia di trial, criteri d'uso off label e approvazioni di farmaci.
Ho perso il conto di quelli che si sono prodotti in "questo funziona" riguardo l'uso off label di farmaci già approvati.
E siccome erano farmaci già approvati, si usavano direttamente o si mettevano su trial sulla base di razionali deboli o inesistenti. E ricordiamo com'è che le cose, invece, dovrebbero funzionare: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/03/covid-19-off-label-razionale-e-meno.html
Invece il criterio impiegato (da AIFA) per discriminare tra off label non regolato e regolato (solo all'interno di trial o compassionate) sembra essere stato solo uno: il costo.
Per cui fino all'altro ieri nessun problema per Kaletra e Plaquenil, uso regolato per tocilizumab, ruxolitinib Remdesivir, essendo non ancora approvato, non lo metto nel conto, ma è singolare che, quando ancora il prezzo non è stato definito e sono state fornite gratuitamente più di un milione e mezzo di dosi, una serie di voci si siano levate a dire "comunque costa troppo".
E veniamo all'idrossiclorochina. Ad ora è stato il festival dell'articolo farlocco. Non solo Raoult, da ultimo sono arrivate le metaanalisi della discordia (il famoso articolo di Lancet, https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)31180-6/fulltext), poi ritirate, e lo "scandalo" Surgisphere. Molti al riguardo hanno parlato di rivincita dell'idrossicclorochina.
Ma in mezzo a tutto questo rumore, vogliamo parlare delle "riperdite"?
2) un altro articolo francese, ovviamente pro HCQ, è stato ritirato dagli autori (https://retractionwatch.com/2020/05/21/french-hydroxychloroquine-covid-19-study-withdrawn/).

E mentre usciva tutto ciò 140 medici mandavano una lettera ad AIFA (https://www.repubblica.it/salute/medicina-e-ricerca/2020/06/04/news/idrossiclorochina_140_medici_contro_aifa-258468634/). AIFA aveva sospeso l'uso di HCQ al di fuori dei trial, e i 140 protestano, perché secondo loro HCQ funziona nelle prime fasi della malattia. E questa sembra essere l'ultima linea di difesa dell'uso di HCQ per COVID19. Non funziona post esposizione, non funziona con patologia medio grave, non funziona come antivirale, ma funzionerebbe con patologie medio-leggere. Quando verrà fuori uno studio su HCQ nei pazienti con i primi sintomi che dirà che non funziona magari si troveranno altre ragioni. La "fede" nell'idrossiclorochina di molti medici si intreccia con l'ideologizzazione cresciuta attorno al suo uso.

La politicizzazione del plasma iperimmune è stata una iattura tutta italiana, e no, De Donno non mi pare proprio che si sia limitato a subirla (https://scenarieconomici.it/tarro-e-di-donno-in-un-evento-imperdibile-online-sabato/).
La politicizzazione dell'idrossiclorochina invece è una cosa perlopiù americana (e francese https://hivforum.info/forum/viewtopic.php?p=110806&fbclid=IwAR0_c28xcRlG5Gv-tVo2kNPpWEkSAha3n_lCqHn_0TzBVmdMTVtM3S6pcSs#p110806) ma con riflessi globali.
E ha ovviamente aspetti grotteschi: c'è gente che appoggia l'idrossiclorochina "contro bigpharma che vuole il remdesivir", peccato che Plaquenil sia Sanofi, che nel 2019 ha avuto un turnover di 36 milioni di dollari, contro i 22 di Gilead. Ma chi sostiene questa tesi dice che Plaquenil costa poco e Sanofi non ci guadagna, argomento identico a quello dei loro "nemici" che sostenevano che Sanofi, Merck Pfizer e GSK dai vaccini non guadagnavano.
Se è vero che OMS ha interrotto il braccio HCQ di SOLIDARITY sulla base del poi discusso articolo di Lancet la cosa è grave. Se OMS ha interrotto (e poi ripreso) la sperimentazione in chiave anti-Trump la faccenda sarebbe indegna e aggiungerebbe un altro tassello alla politicizzazione dell'organizzazione.
Il panorama nel suo insieme è sconfortante (anzi, direi che fa abbastanza schifo).

Il quadro su HCQ prima di oggi lo trovate qua:


sabato 6 giugno 2020

LA NARRAZIONE E LA CURVA




Un'unica cosa, riguardo l'affaire Zangrillo: è vero, ma la comunicazione è sbagliata, quindi è politica, non scientifica e deleteria, è apologia di postverità - i dati che non si incastrano nella narrazione governo-CTS la minacciano , quindi sono da trattare come falsi. Guarda caso, le reazioni più forti sono venute da ministero e CTS, che si aspettavano dopo il 4 maggio una crescita di casi che non si è materializzata (devo proprio dirlo cosa penso di una narrazione che ancora a fine febbraio diceva "tutto ok, nessun problema" e ora dice "il problema è grave, costante e presente fino a data da specificare"?). Ma anche su stampa, in rete e sui social le reazioni non sono mancate, arrivando a coinvolgere oltre a Zangrillo Bassetti, Silvestri e Gandini.
La cosa più triste è che gli argomenti sono sempre gli stessi: "Sono a caccia di notorietà, quel che dicono viene usato dai negazionisti e a scopi politici", sul merito il nulla liscio - le conosco piuttostosto bene, queste obiezioni, solo che a questo giro sono definitivamente e assolutamente ridicole, poco capaci di far presa (chi ci può credere a Silvestri negazionista COVID?).

COVID è riuscito a rendere completamente irragionevoli molti che di solito non avevano questo tipo di problema. L'argomento standard è: i casi oggi sono pochi, ma erano pochi anche a fine febbraio, quindi oggi può succedere la stessa cosa che è successa allora. Tanto per cambiare è un problema di derivate: a febbraio i casi erano pochi e crescenti, oggi sono pochi e decrescenti - mi è stato detto che chiedere di apprezzare le derivate è eccessivo e discriminatorio, ma se siete in un punto sul fianco di una montagna che tra salire e scendere ci sia una differenza cospicua dovrebbe essere chiaro a tutti. Mi verrebbe da dire che molti di quelli più timorosi quanto a fine del lockdown vogliano scontare in qualche modo il fatto che a febbraio erano iscritti al club "no panico, no problema". Perché in molti casi i posizionamenti questi erano.

Natura non facit saltus, si diceva, e non senza qualche ragione - poi è arrivata la meccanica quantistica, ma i sistemi viventi non possiedono stati ad energia quantizzata: trivializzando un'uomo non passa istantaneamente da sdraiato a in piedi applicandogli un'energia corrispondente alla differenza tra i due stati.
Un'ondata epidemica è fatta a forma di ondata epidemica.
Sembra un'affermazione banale, ma stando a quel che si dice in giro non lo è.
Non si passa istantaneamente da 0 a 1000 casi al giorno, o da 1000 a 0.
Quindi la coda (fine) di un'ondata epidemica si distingue bene dalla testa (inizio): in testa c'è un andamento crescente di casi *nel tempo*, in coda c'è un andamento decrescente di casi, anche qua *nel tempo*. Sottolineo "nel tempo" per dire che il singolo dato di un giorno non conta: la tendenza deve essere verificata su alcuni giorni.
E' quel che si intende quando si dice che con R>1 si è in fase epidemica e con R<1 in fase di esaurimento dell'epidemia o endemica.
Sulla base di tutto ciò sarebbe il caso di prendere atto dei fatti: siamo sul finire dell'estinzione dell'ondata epidemica di COVID19. I worst case scenarios non si sono materializzati, e neanche quelli non molto brutti
Dopo il 4 maggio ci è stato fatto vedere di tutto: i navigli affollati a Milano, folla accalcata sotto una finestra, sempre a Milano, la movida di qua, la movida di là. E cosa è successo, a fronte di questo bel campionario? Niente.
E questo mentre si sprecavano quanti erano sicuri che dopo il 4 di maggio ci sarebbe comunque stato un aumento di casi. E invece no. Anvedi.
Le manifestazioni dei primi di giugno, smascherinate o meno, costituiscono un pazzesco challenge test: se verso metà mese non verrà fuori un congruo numero di contagi collegato alla manifestazione di Milano o a quella di Roma quasi tutto l'impianto della fase due inizierà a scricchiolare, prossimo al cedimento strutturale.

PS. Il 3 di giugno è arrivato, il caro leader ha celebrato la riapertura dei confini regionali con l'ormai consueto discorso alla nazione. Ma il distanziamento generalizzato avrà un'impatto devastante, dal turismo alla ristorazione. In particolare per la ristorazione la registrazione degli avventori è cosa che mi ha lasciato esterrefatto: https://www.ilmessaggero.it/italia/ristoranti_bar_regole_fase_2_18_maggio-5231370.html - pare che la misura sia su base volontaria, ma da regione a regione viene comunicata come obbligatoria, con l'usuale caos. In questo caso la Svizzera non si differenzia da noi: il governo la voleva obbligatoria, il loro garante della privacy si è messo in mezzo ed ora è diventata volontaria. Le politiche scomposte e insensate indotte da COVID non sono un'esclusiva italiana, ma in questo caso "mal comune, mezzo gaudio" non vale.

sabato 30 maggio 2020

C'ERA UNA VOLTA UNA PAGINA...

https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/05/honor-is-like-hawk-sometimes-it-must-go.html


Tre anni sono pochi e sono tanti. In tre anni di cose ne succedono molte, emergenze epidemiche vere e fasulle comprese.
Molti tra i lettori non c'erano, tre o due anni fa, e non hanno idea di quanto questa pagina all'epoca apparisse ai più incongrua, stonata, addirittura "pericolosa". Una pagina che ci si doveva vergognare di seguire, scientista o antivaccinista (a giorni alterni) e via dicendo.
Partita con l'intento velleitario di rimuovere legno secco e moneta falsa dal "dibattito" da questo punto di vista è servita a poco- alla moneta falsa, da qualsiasi parte venga, non ci vuole rinunciare nessuno, perché è il collante identitario delle "bolle" (echo chambers), piccole o grandi che siano.
A dire il vero, e vicende recenti me lo hanno ricordato, c'era anche un altro fattore: le dinamiche del tempo avevano reso possibile agli scientificamente analfabeti di salire in cattedra e parlare di Scienza con la "S", una cosa insopportabile. E con la benedizione di alcuni accademici, il che era pure peggio. "Eh, ma Red Ronnie si era messo a parlare di vaccini" ... e quindi mandiamo in campo Cattelan? Complimenti vivissimi.
Da ultimo alcuni medici che decidevano di parlare di chimica, tossicologia, farmaci non offrivano uno spettacolo edificante. Quando loro colleghi di più umile posizione, tipo il pediatra di base del paesino, si mettevano a far loro il verso la cosa diventava indecente.
Tutto ciò è diventato un metodo, e lo abbiamo visto all'opera durante l'epidemia COVID ma soprattutto lo stiamo vedendo al lavoro nella fase postepidemica.

Se avete letto su un giornale qualcosa che prima avevate letto qua non è stato un caso (e ho scoperto che un tema che "passi" una volta sulla carta stampata serve a poco).
Se avete visto in tv qualcosa che prima avevate letto anche qua, beh, anche quello non è stato un caso (e ho capito che la tv conta più della carta stampata, ma fino a un certo punto).
Da ultimo temi trattati qua sopra sono arrivati anche nei palazzi romani, e non in quegli esercizi sterili che sono le audizioni in commissione (e mi sono reso conto che questo conta più di tutto).

Per il resto... per il resto stiamo assistendo ad un grande revival del 2017, perciò non mi stupisco quando, dopo tutto questo tempo, ritornano fuori le stesse cose.
Il dibattito si ripete, e come la storia alla seconda diventa farsesco. Dopo tre anni non c'è un'attacco contro questa pagina e i suoi annessi che non sappia di deja vu.
Cose come  "questa non è una pagina scientifica" (e infatti è una pagina di critica),
Cose come "perché non ci metti la faccia" (sono tre anni che lo dico).
Cose come "perché non ti schieri, o sei di là o sei di qua", e anche questa è vecchia, tanto che nel tempo ho spiegato il tutto più di una volta, l'ultima qua: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2020/04/il-riassunto-delle-puntate-precedenti.html
Cose come "chi c... è questo?" Uno come tanti, o pochi, a seconda del punto di vista: https://ilchimicoscettico.blogspot.com/2018/04/chi-sono-uno-come-tanti-o-pochi.html . Cosa lo prova? Gli argomenti, i temi trattati e come vengono trattati.
Il famoso principio "la competenza riconosce la competenza" funziona a due condizioni, che da entrambi i lati la competenza ci sia e che si sia disposti a riconoscerla. Fortunatamente qua sopra di vere competenze se ne è raccolto un discreto numero.

In materia di COVID e della sua gestione in Italia mi pare di aver detto praticamente tutto quello che avevo da dire, quindi dopo questi ultimi post (alcuni inutilmente polemici, ovvio) a chiusura del terzo anno, la pagina si piglia qualche giorno di stop.

CHI SONO? UNO COME TANTI (O POCHI)

Con una laurea in Chimica Industriale (ordinamento ANTICO, come sottolineava un mio collega più giovane) mi sono ritrovato a lavorare in ...